L’Oculista della psiche e la natura della Gratitudine.

Aperto da Enrico73, 19 Settembre 2025, 15:41:37 PM

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Enrico73

Immagina un superpotere, quasi una stregoneria: il dono di vedere qualcuno per quello che è, nella sua essenza o anche solo in una parte di essa. Questo gesto genuino, questo "io ti vedo", crea un legame invisibile, quasi viscerale ma puro, un debito che sentiamo il bisogno di ripagare. Siamo come persi, intorpiditi dalla paura, dal dubbio e dall'incertezza, il mondo che ci circonda si fa sfocato, irriconoscibile e ambiguo. La mente diventa presbite. In questo stato di confusione, i pensieri si contorcono, diventando irriverenti, inopportuni, persino irrealizzabili e subito messi in discussione. Una paralisi fredda ci coglie, l'anima suda e trema perché non vede più i confini, non percepisce i limiti, il terrore del vuoto più assoluto si palesa pronto ad ingoiare noi e la nostra inadeguatezza. E così, cerchiamo di restituire quel dono, in fretta, come se fosse un misero baratto, come se l'esser visti abbia un prezzo economico o affettivo. "Io ti vedo" non ha prezzo. È un dono che viene dal profondo, un debito che non deve essere saldato, ma accettato. Quel peso non è un fardello, ma una palestra per l'anima, il prezzo da pagare per rafforzare il nostro cuore di bambino ferito. La gratitudine non è una transazione, ma un muscolo che si irrobustisce, rendendoci capaci di sopportare il peso di un sentimento profondo e disinteressato che come tale va rispettato e preservato come un tempio laico. Ci vuole il coraggio estremo di dirlo, anche con discrezione. Una sorta di ringraziamento a chi ci ha visto ed a chi ci ha restituito la speranza di vederci e di vedere gli altri, la speranza di accogliere senza giudizio o aspettative senza che tutto debba per forza avere una collocazione chiara e netta.

iano

#1
Citazione di: Enrico73 il 19 Settembre 2025, 15:41:37 PMImmagina un superpotere, quasi una stregoneria: il dono di vedere qualcuno per quello che è, nella sua essenza o anche solo in una parte di essa.

..........
Una sorta di ringraziamento a chi ci ha visto ed a chi ci ha restituito la speranza di vederci e di vedere gli altri, la speranza di accogliere senza giudizio o aspettative senza che tutto debba per forza avere una collocazione chiara e netta.
Il ''dono'' di vedere qualcuno per ''quel che è'' ce l'abbiamo tutti e si chiama pregiudizio.
Per essere accolti dunque, non per quello che si è, ma per essere accolti e basta, occorre togliere gli occhiali del pregiudizio, perchè quello che siamo nessuno lo sa.

Si consideri però che il pregiudizio è cosa positiva, perchè senza non avremmo alcuna apparenza di realtà, il che sembra davvero una stregoneria.
Chi è il nostro prossimo, noi non lo sappiamo davvero, e il solo dono che possiamo fargli è vincere la paura dell'ignoto.
Non è cosa logica da farsi. Si chiama infatti amore.
Se il pregiudizio ci fa vedere, l'amore ci fa stravedere,  azzerando l'apparenza, rendendoci ciechi.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Enrico73

Citazione di: iano il 20 Settembre 2025, 19:05:33 PMIl ''dono'' di vedere qualcuno per ''quel che è'' ce l'abbiamo tutti e si chiama pregiudizio.
Per essere accolti dunque, non per quello che si è, ma per essere accolti e basta, occorre togliere gli occhiali del pregiudizio, perchè quello che siamo nessuno lo sa.

Si consideri però che il pregiudizio è cosa positiva, perchè senza non avremmo alcuna apparenza di realtà, il che sembra davvero una stregoneria.
Chi è il nostro prossimo, noi non lo sappiamo davvero, e il solo dono che possiamo fargli è vincere la paura dell'ignoto.
Non è cosa logica da farsi. Si chiama infatti amore.
Se il pregiudizio ci fa vedere, l'amore ci fa stravedere,  azzerando l'apparenza, rendendoci ciechi.

Bella riflessione. Il tuo punto sul pregiudizio è molto acuto. Però il "dono" di cui parlo è diverso. Il pregiudizio è una "vista" a costo zero, un'occhiata superficiale che ci fa incasellare l'altro in schemi predefiniti. Il "vedersi" di cui parlo io, invece, richiede un investimento. È uno sforzo, un'energia preziosa che una persona ti dedica, sottraendola ad altre attività. Non è un'occhiata distratta, ma un vero e proprio spazio mentale e fisico che ti viene concesso. È proprio questo che genera la gratitudine: non è un misero baratto, ma il peso – o meglio, la gioia – di sapere che qualcuno ha scelto di spendere una parte di sé per te. Il tuo punto sull'amore che "fa stravedere" è bellissimo, perché in fondo l'amore non ci rende ciechi, ma ci dà il coraggio di investire quella fatica per guardare così in profondità da superare l'apparenza e il pregiudizio.

fabriba

Citazione di: iano il 20 Settembre 2025, 19:05:33 PMil pregiudizio è cosa positiva, perchè senza non avremmo alcuna apparenza di realtà,
Assolutamente.... Lode al pregiudizio!

- ma non rivelerò questo segreto del mestiere ai giovani: visto come vanno le cose oggi nel mondo, potrebbero fraintendermi.
  (Yukio Mishima, la citazione integrale è ancora più poetica)
Chiedi consiglio all'ignorante come al sapiente. (...) La buona parola è più nascosta dello smeraldo, ma la si può trovare anche tra le schiave che lavorano la macina - Ptahhotep

Enrico73

Citazione di: fabriba il 21 Settembre 2025, 16:20:56 PMAssolutamente.... Lode al pregiudizio!

- ma non rivelerò questo segreto del mestiere ai giovani: visto come vanno le cose oggi nel mondo, potrebbero fraintendermi.
  (Yukio Mishima, la citazione integrale è ancora più poetica)

Vedo che hai colto perfettamente l'essenza della mia tesi e la sta difendendo con una mossa geniale, degna di Mishima: si fa beffe di iano fingendo di appoggiarlo. La tua "lode al pregiudizio" è la più grande lode all'assenza di esso, perché ci ricorda che un mondo di persone che si accontentano dei pregiudizi non può che diventare un mondo di fraintendimenti.

fabriba

#5
Non dico che bisogna accontentarsi dei pregiudizi (il senso del "non rivelare il segreto ai giovani" era quello), non sto a parafrasare quello che ha detto benissimo iano, ma cerco di portarla in un altro ambito: il pregiudizio è statistica ed evoluzionismo darwiniano.

Il pregiudizio è evoluzionismo darwiniano:
Un topo senza pregiudizi è un topo morto: non puoi stare a chiedere al gatto "hai già mangiato? sei sazio? posso stare tranquillo nelle tue vicinanze o meglio che scappo?"

Il pregiudizio è statistica*:
gli italiani sono stati additati per decenni per essere "mafia spaghetti e mandolino" soprattutto dalla mitteleuropa e dal mondo anglosassone. Gli italiani avevano una tradizione alimentare (e un amore per essa) che era avanti di decenni a quasi tutto il resto dell'occidente. Gli italiani studiano musica alle elementari, e sono la culla della tradizione musicale occidentale. Gli italiani avevano in quegli anni un rapporto con la criminalità e la corruzione che era rimasto molto indietro rispetto a buona parte dei paesi con una industrializzazione avanzata.
Il pregiudizio era sgradevole e non si poteva dire che conoscerlo significava conoscere l'italianità, però aveva delle basi: statisticamente un italiano aveva buone possibilità di amare la buona tavola, la musica e di "fare spallucce" di fronte a piccole ingiustizie.
È una scorciatoia comoda alle volte, se non si lascia che ci domini. (Tra l'altro ascoltare le critiche degli altri -i pregiudizi- può anche essere utile alla vittima del pregiudizio).

Va da se che questo è un discorso che faccio qui con te e iano in una cornice protetta... a un raduno di neofascisti mi guarderei bene dal difendere le bestialità che ho appena detto!


(* questo l'avevo già scritto altrove... inutile rifare lo sforzo due volte se avevo già condensato quel pensiero al meglio delle mie possibilità in passato --come disse in una vecchia intervista il buon Max Pezzali parlando di come aveva riusato le strofe di Come mai per rimorchiare!)
Chiedi consiglio all'ignorante come al sapiente. (...) La buona parola è più nascosta dello smeraldo, ma la si può trovare anche tra le schiave che lavorano la macina - Ptahhotep

iano

#6
Citazione di: Enrico73 il 21 Settembre 2025, 22:25:31 PMLa tua "lode al pregiudizio" è la più grande lode all'assenza di esso, perché ci ricorda che un mondo di persone che si accontentano dei pregiudizi non può che diventare un mondo di fraintendimenti.
Come tu ci confermi, il pregiudizio risente di un forte pregiudizio. :)
Il pregiudizio va visto in senso positivo, se in sua mancanza non vi è altro, quindi nel senso di ''meglio che niente''.
Ciò che va visto in senso negativo secondo me è il rifiuto di cambiare i propri pregiudizi, magari perchè si crede di possedere la verità.
Cambiare i propri pregiudizi all'occorrenza, ma solo per sostituirli con altri.
Però, se io dico che la verità non esiste, siccome tanto se ne è parlato e se parla ancora, mi corre l'obbligo di dire il perchè.
La verità è un pregiudizio non riconosciuto come tale.
In particolare un pregiudizio che non si ha coscienza di possedere è inconfutabile come una verità.

Ora, io non dico che tutti quelli che credono di possedere delle verità si comportino in modo malvagio, e anzi posseggo perlopiù la prova del contrario.
Tuttavia, conoscendo la loro propensione a non cambiare idea, ho verso di loro una prudente, pregiudiziale diffidenza.

Tu dici, ''provate ad immaginare di avere il potere di vedere gli altri per quello che sono''.
Ebbene, sto immaginando di vedere negli altri il diavolo.
Ora immagino anche di avere il potere di metterli tutti alla forca.
Nella mia immaginazione io sono Robespierre.
Poi esco dalla immaginazione e realizzo quanto bene ha fatto la verità, ma anche quanti danni.
La verità è come un fucile a ripetizione.
Puoi essere certo di non ammazzarci nessuno solo se non ce l'hai.

Io preferisco non possederlo, finché non lo ritenga necessario. Medito di usarlo cioè solo come estrema ratio. Perchè?
Perchè non credo di conoscermi tanto da poter prevedere che uso ne farò.
Cioè, sono cosciente che l'uso che ne farò non coinciderà necessariamente con l'uso che dichiaro di fare, perchè non tutto il mio agire dipende dalla mia coscienza.

Io sono bravo e caro, ma non mettetemi alla prova, potreste non uscirne vivi.
Io non credo di essere diverso da tutti quelli che popolano le patrie galere, a parte che sono stato (finora) più fortunato di loro.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Quindi, semmai, e verso di loro che dovremmo sentire di avere un debito, per pareggiare i conti con la fortuna.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

fabriba

Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 16:05:06 PMCambiare i propri pregiudizi all'occorrenza, ma solo per sostituirli con altri.
Quand'è allora che un pregiudizio diventa giudizio o nozione?

Per me il pregiudizio è quello che sopra, per semplicità, definivo "statistico": io penso istintivamente che tu sia nato e cresciuto in italia perché ho un pregiudizio che vuole che quelli che hanno la tua proprietà di linguaggio debbano essere degli utenti nativi della lingua italiana.
È una pura questione di statistica spicciola applicata alla mia esperienza di vita.
Se però domani mi rispondi e mi dici che tu in realtà sei greco figlio di greci e non hai mai vissuto in italia, io non ho più su di te il pregiudizio che tu debba essere italiano, ma al suo posto ho una nozione.







Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 16:05:06 PMLa verità è come un fucile a ripetizione.

Puoi essere certo di non ammazzarci nessuno solo se non ce l'hai.

Io preferisco non possederlo, finché non lo ritenga necessario. Medito di usarlo cioè solo come estrema ratio. Perchè?
Perchè non credo di conoscermi tanto da poter prevedere che uso ne farò.
Cioè, sono cosciente che l'uso che ne farò non coinciderà necessariamente con l'uso che dichiaro di fare, perchè non tutto il mio agire dipende dalla mia coscienza.
Niente, lo cito solo perché è un gran passaggio e merita di essere ripetuto.
Quello che dici è vero per tutti, ma io sicuramente non ho interiorizzato questa coscienza così serenamente quanto te, e credo di essere in buona compagnia nel mondo.   
Chiedi consiglio all'ignorante come al sapiente. (...) La buona parola è più nascosta dello smeraldo, ma la si può trovare anche tra le schiave che lavorano la macina - Ptahhotep

Enrico73

Grazie a entrambi per aver contribuito con le vostre riflessioni. Mi fa piacere che la mia riflessione abbia stimolato una discussione così profonda.
ilano, apprezzo molto la profondità della tua analisi. Capisco perché il concetto di "dono" possa sembrare un "debito", ma per me è proprio l'opposto. Non si tratta di una sottomissione, ma di un atto di libertà e di coraggio. Vedere il bene e credere nella buona fede dell'altro non è una debolezza, ma una scelta consapevole. È la decisione di sospendere il giudizio facile per concedere all'altro lo spazio di manifestarsi. Questo ci rende più liberi e ci permette di connetterci in modo autentico.
Concordo che non esista una "verità" assoluta su una persona. Il mio punto era piuttosto l'invito a superare il nostro pregiudizio, che è un ostacolo che noi stessi creiamo, per accogliere la realtà complessa che si presenta, con le sue luci e le sue ombre.
fabriba, tu hai toccato un punto interessante parlando dell'utilità del pregiudizio. È vero, ci dà un'apparenza di realtà, una sorta di mappa semplificata per orientarci. Ma una mappa è solo una rappresentazione, non la realtà stessa. Per me, il pregiudizio è una barriera che ci impedisce di vedere la bellezza e la complessità del mondo. Scegliere di abbatterla è un atto di coraggio verso il prossimo, che ci permette di costruire relazioni più significative.
Spero che il mio pensiero sia più chiaro. Credo fermamente che l'apertura verso gli altri sia la strada per un mondo più autentico e gentile. Nessuno di noi ha la certezza ma solo punti di osservazione.

fabriba

Citazione di: Enrico73 il 22 Settembre 2025, 18:04:46 PMparlando dell'utilità del pregiudizio. È vero, ci dà un'apparenza di realtà, una sorta di mappa semplificata per orientarci. Ma una mappa è solo una rappresentazione, non la realtà stessa. Per me, il pregiudizio è una barriera che ci impedisce di vedere la bellezza e la complessità del mondo. Scegliere di abbatterla è un atto di coraggio verso il prossimo, che ci permette di costruire relazioni più significative.
Credo che stiamo dicendo la stessa cosa, solo in due modi diversi  :) 
Non ho niente da arguire e se sembra che le mie parole sopra siano in contraddizione con quello che dici, fammi sapere dove perché sto ancora imparando a comunicare su questo forum!
Chiedi consiglio all'ignorante come al sapiente. (...) La buona parola è più nascosta dello smeraldo, ma la si può trovare anche tra le schiave che lavorano la macina - Ptahhotep

Enrico73

Citazione di: fabriba il 22 Settembre 2025, 18:12:29 PMCredo che stiamo dicendo la stessa cosa, solo in due modi diversi  :)
Non ho niente da arguire e se sembra che le mie parole sopra siano in contraddizione con quello che dici, fammi sapere dove perché sto ancora imparando a comunicare su questo forum!
Sto imparando anch'io.... :)) :)) :))

iano

#12
Citazione di: fabriba il 22 Settembre 2025, 17:50:38 PMQuand'è allora che un pregiudizio diventa giudizio o nozione?

Per me il pregiudizio è quello che sopra, per semplicità, definivo "statistico": io penso istintivamente che tu sia nato e cresciuto in italia perché ho un pregiudizio che vuole che quelli che hanno la tua proprietà di linguaggio debbano essere degli utenti nativi della lingua italiana.
Il pregiudizio statistico è un  pregiudizio scientifico, a riprova della positività del pregiudizio.
Il pregiudizio diventa giudizio quando prendiamo coscienza delle nostre metafisiche, potendole negare, perchè ogni giudizio si può negare.
Quello della metafisica però è un mare che non si svuota col secchiello della nostra ragione giudicante.
Noi siamo metafisica, ma siccome cambiamo, cambia la metafisica. Sappiamo di essere perchè siamo stati.
Per me il lavoro del filosofo è quello dell'archeologo che dissotterra le metafisiche per capire chi eravamo, e in base a ciò che eravamo, farsi un idea di ciò che probabilmente siamo.
Quale metafisica ci abita?
Non lo sappiamo, ma possiamo prevederlo conoscendo le metafisiche che abbiamo negato fin qui.
Ad esempio, quale metafisica abita me che ho negato la verità?
Non lo so, ma so che c'è, e sono curioso di conoscerla.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Enrico73

Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 21:34:05 PMIl pregiudizio statistico è un  pregiudizio scientifico, a riprova della positività del pregiudizio.
Il pregiudizio diventa giudizio quando prendiamo coscienza delle nostre metafisiche, potendole negare, perchè ogni giudizio si può negare.
Quello della metafisica però è un mare che non si svuota col secchiello della nostra ragione giudicante.
Noi siamo metafisica, ma siccome cambiamo, cambia la metafisica. Sappiamo di essere perchè siamo stati.
Per me il lavoro del filosofo è quello dell'archeologo che dissotterra le metafisiche per capire chi eravamo, e in base a ciò che eravamo, farsi un idea di ciò che probabilmente siamo.
Quale metafisica ci abita?
Non lo sappiamo, ma possiamo prevederlo conoscendo le metafisiche che abbiamo negato fin qui.
Ad esempio, quale metafisica abita me che ho negato la verità?
Non lo so, ma so che c'è, e sono curioso di conoscerla.
Ciao iano, mi hai fatto riflettere, ma penso che usare il pregiudizio per giustificarci non ci aiuti a capire, anzi. Non è che stiamo cadendo nell''obscurum per obscurius'? Stiamo cioè cercando di spiegare qualcosa di complesso usando qualcosa di ancora più oscuro? Il pregiudizio non è una scorciatoia, ma un ostacolo, che ci impedisce di vedere con chiarezza.

fabriba

Citazione di: iano il 22 Settembre 2025, 21:34:05 PMIl pregiudizio statistico è un  pregiudizio scientifico, a riprova della positività del pregiudizio.
Il pregiudizio diventa giudizio quando prendiamo coscienza delle nostre metafisiche, potendole negare, perchè ogni giudizio si può negare.
Quello della metafisica però è un mare che non si svuota col secchiello della nostra ragione giudicante.
Noi siamo metafisica, ma siccome cambiamo, cambia la metafisica. Sappiamo di essere perchè siamo stati.
Per me il lavoro del filosofo è quello dell'archeologo che dissotterra le metafisiche per capire chi eravamo, e in base a ciò che eravamo, farsi un idea di ciò che probabilmente siamo.
Quale metafisica ci abita?
Non lo sappiamo, ma possiamo prevederlo conoscendo le metafisiche che abbiamo negato fin qui.
Ad esempio, quale metafisica abita me che ho negato la verità?
Non lo so, ma so che c'è, e sono curioso di conoscerla.

Scusa se faccio il praticone, ma:
  • stai dicendo che i pregiudizi sono parte della nostra natura (della nostra metafisica, psiche, inconscio, credo, influenze culturali, ecc), che è per -ehm- natura, cangiante, mutevole nel tempo.
  • dici che i nostri pregiudizi spesso vengono sostituiti da altri pregiudizi e che questa specie di samsara* del pregiudizio si interrompe quando riusciamo a guardare l'oggetto del pregiudizio eliminando (negando) la nostra natura dall'equazione.

Quindi la tua lode al pregiudizio è una lode al pregiudizio come strumento di autoanalisi? (se sì, il pregiudizio diventa strumento di autoanalisi solo quando facciamo autoanalisi, quindi solo quando cerchiamo di superare il pregiudizio, giusto?)

(* ho usato la parola samsara non per caso, intravvedo molti paralleli con quel mondo, in quel secondo punto)
Chiedi consiglio all'ignorante come al sapiente. (...) La buona parola è più nascosta dello smeraldo, ma la si può trovare anche tra le schiave che lavorano la macina - Ptahhotep

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