Manie mentali ed accadimenti mondani, diagnosi, scienze... filosofia: quale no?

Aperto da PhyroSphera, 13 Giugno 2025, 10:34:31 AM

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PhyroSphera

Sono famigerate le diagnosi di "mania di persecuzione". Innanzitutto l'espressione indicherebbe meglio chi ha mania di perseguitare ed infatti chi fa queste diagnosi spesso si pone come autorità giudiziaria ed esecutiva, perché a detta sua senza "guarire" si finirebbe spesso persecutori. Ovviamente, con tutta la confusione che in ambienti sanitari e pseudoscientifici si fa tra genie ed etnie, psicologia e neurologia, fisica e fisiologia... c'è chi viene dichiarato incurabile, "malato per nascita", disadattato cronico... Il disturbo sarebbe in tali casi la persona stessa, un disturbo per gli altri, da sedare solo in base a una ricerca genetica.
In realtà anche le vere diagnosi scientifiche non sono dati scientifici ma comprensioni su base scientifica e sul fondamento di manifestazioni, dichiarazioni dei pazienti realmente tali. La medicina accade in un rapporto consensuale o non accade; non si tratta solo di voler essere pazienti, alla base c'è il volere per via di un bisogno; tutte le costrizioni sono sempre inadeguate e inutili: a chi ha veramente bisogno basta spiegare. In quanto comprensioni, le diagnosi, anche quelle scientifiche cioè su base scientifica, possono essere sbagliate e non esistono sistemi aggiunti che rimedino. La parola diagnosi indica conoscenza difficile e non spiegabile in termini di certezze ordinarie ed infatti ogni diagnosi senza conferma del destinatario è nulla. Il rapporto medico-paziente è fatto della voglia di far vivere e vivere, senza alcuna possibile scientificità in questo.
Dunque dire a uno "lei è un maniaco della persecuzione", o "lei ha una mania di persecuzione", oltre ad essere uno sproposito espressivo, non è mai per un medico o terapeuta affermazione da dare con certezza, neppure a terzi (agenti dell'ordine, magistrati, sindaci, familiari, amici...).

In secondo luogo - ma non senza pari importanza - va detto che la scienza non è un sistema per ricostruire i fatti, ancor meno quelli particolari. La medicina scientifica fa uso di scienze senza consisterne - difatti essa è rimedio!, appartiene all'àmbito tecnico - e tal uso non pone in condizioni di stabilire se un soggetto è realmente perseguitato o meno. Se lo scienziato psicologo ha la propria teoria sulle manie, nulla da ridire, se ci si riferisce a una generalità; se si riscontra una mania in un soggetto, non si sta escludendo che ad essa possa corrispondere anche una stessa cosa, nei rapporti tra lui e il mondo. Uno che è affetto "da mania di persecuzione" può essere anche un perseguitato ed anche allo stesso modo della sua mania (ha la mania di pensare ai ladri?, qualcuno potrebbe realmente stare a derubarlo a sua insaputa).
Lo psicoanalista si trova ad analizzare una mania - e questo non è diagnosi - e non può sapere se a un sentirsi o volersi sentire corrisponde anche una altra effettività esterna. Esempio: uno ha la mania di elucubrare su ladri ed assassini; nessun psicoanalista potrebbe dedurne che allora questi, fuori dallo studio di analisi, non esistano. La psicoanalisi non è fatta per verificare se un vissuto è reale o meno. Nessun metodo scientifico infatti e neanche le scienze stesse possono stabilire fatti.

Inoltre il medico studia vuoti, condizioni, stati di un soggetto; i malati non sono le malattie, come dimostra il fatto che esistono terapie geniche se una condizione affligge finanche una struttura genetica. Certo la vera medicina scientifica sa che non sono afflizioni dirette. Una mania patologicamente negativa ed espressione di uno stato di malattia, riguardando la mente che funziona con limiti non vincoli (è la natura della nostra psiche), non potrebbe mai avere una base genetica; inoltre se il malato la tratta da estranea, non sarebbe vero psicoanalista quello che lo vorrebbe reintegrare col suo stato... perché malattia non è il malato. Non mancano assurdi con tanto di laurea in medicina e abilitazione professionale che si mettono a fingere alienazioni. Dunque (a me è sciaguratamente capitato e capita) diagnosi sbagliate e fantasie di alienazione possono unirsi in interventi del tutto sbagliati (quelli dentro lo Stato non hanno da esentarsi dagli eventuali dubbi, neppure chi fuori Stato) e il malcapitato dovrebbe ammettersi come vuoto - invece lo stato di malattia non è una presenza estranea, e veleni e invadenze psicologiche sono altra cosa - e ammettere di essere il suo presunto problema; nella fattispecie dovrebbe dire di non essere perseguitato, di non dover avere manie (Agatha Christie come avrebbe fatto senza una mania a scrivere i suoi romanzi, e come fare a trovare massima prudenza in società decadute o degenerate senza mania di pensare a ladri e assassini?), di essere uguale a un fantasma... E poliziotti e sindaci e quant'altri dovrebbero garantire il trattamento, altrimenti il maniaco si farebbe ladro o assassino.
Di questa disumana impresa ci sono vittime: per collasso, per infarto (anche a distanza di anni)... e sedati ovviamente si vive meno (in tal senso, i narcos rispetto alla neuro sono esempi di consapevolezza, e in aggiunta va detto: la neuro non ha smesso di favorire sistemi fisicamente violenti, oltre che drogaggi). Non mancano le tragediografie, con vasti sostegni popolari o di insospettabili, che fingono emergenze a tutto spiano per evitare i giusti provvedimenti delle vere autorità; e ci sono anche i ricatti a lunga scadenza, a volte coinvolgendo o tentando di coinvolgere operatori e professionisti onesti altre volte no. Esempio: per non avere alle costole vigili urbani che fingono di avere a che fare con una fionda troppo tesa e sindaci credenti nel raptus, nei casi meno sfortunati si finisce a sborsare un mezzo stipendio al mese a uno psicoterapeuta, a volte non complice (ma a volte anche senza complicità, ugualmente criminale).

A quanto ho già spiegato va fatta ancora una fondamentale aggiunta: la follia è una passione dell'animo, non un disastro; se ha a che vedere con malattia, è solo un vissuto esterno (come detto). Con le passioni ci vuole a volte tanta saggezza, ma di questo se ne occupano direttamente i filosofi e - riguardo a certe premesse - i teologi, non tecnici o scienziati empirici, tantomeno medici.
La pubblicazione Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, cristiano preriformato per un verso e per altro cattolico progressista ma pure filosofo oltre che geniale filologo ed umanista, sta ad indicare una saggezza... in relazione ad un fattaccio che sta durando da secoli e con sempre maggiori torti: finanche la genetica viene abusata per mortificare la vita, fino a estinguerla non solo limitarla, e i folli sono criminalizzati. Ciò non aiuta a difendersi da quelli che usano la follia per fare torto e negli ambienti pseudopolitici e pseudosanitari questo concetto: 'usare la propria o altrui follia per fare torto', non viene proprio "digerito", anche perché fa pensare anche all'altro: 'non usare la propria o altrui follia per fare torto'. I torti possono essere anche disastri ma la mente umana è sempre libera rispetto alla follia e alle altre cose limitate del mondo.
I neurologi fanno il verso alla diatriba teologica su libero o servo arbitrio e si fanno seguire da fisiologi più fatalisti di loro... ma dire dei limiti della arbitrarietà implica l'assumere prospettive estreme in ogni caso ignote alle scienze. Le discipline di pensiero adatte sono quelle che studiano i contenuti di alterità ed ulteriorità superiori ed inferiori, positive e negative: teologia e demonologia. Uno psicoanalista lacaniano specializzato in alterità - a parte che non avrebbe da capire di quale alterità sta dicendo - non ha alcuna possibilità di entrare nei contenuti... Ugualmente a psicologi e loro metodi, sociologi, antropologi, glottologi e loro metodi... e neurologi e fisiologi non "fanno proprio testo", non ne sono competenti.
Semmai le scienze possono attestare - e di fatto molte lo hanno fatto già - l'utilità delle relazioni, rapporti con codeste alterità, ulteriorità. Si sia teisti o non-teisti (il non teismo è altra cosa dal non-theos (non-teo)), si dica Dio o Assoluto o Mistero, questa è la cultura possibile per definire i limiti dell'arbitrarietà, mentre le pretese di fisici, fisiologi, neurologi e di altri non diversi sono false. Scienza psicologica per il positivo e scienza statistica per il negativo, rispettivamente Psicologia transpersonale e Statistica non ordinaria, sono i riferimenti scientifici più prossimi... ma se non si capisce che le diagnosi sono sempre solo tali e che la medicina è sempre solo tale, nulla da fare per evitare la catastrofe.
Quest'ultima fu già annunciata in evo antico da altra pubblicazione, l'Elogio della calvizie di Cirene. Non c'è dubbio che l'abuso neurologico si trascina dietro l'abuso fisiologico. Chi vessato da circostanze ma capace di restare solo con meno o senza capelli o chi non bisognoso di tanta protezione dei capelli viene variamente reso contenuto di incubi e ipotesi pseudoscientifiche ed antifilosofiche; e sono anche in troppi quelli che dai pensieri vogliono e passano a tristissimi fatti. Esisteva e perdura anche una violenta assurdità riferibile solo all'àmbito fisiologico, nella strenua volontà di fingere di essere al posto d'altri, come se la relatività di spazi e tempi fosse insignificante - la scienza fisica dice di significanza, non solo per le velocità ordinarie raffrontate a quelle della luce, ma proprio per gli tutti gli oggetti inseriti nel campo gravitazionale spaziotemporale.
Energumeni che fingono i viventi uguali ai sassi, non fanno pensieri e non hanno trovate decenti sui calvi né su quelli che hanno a che vedersela rispetto alla calvizie: Nel caso di Cirene si tratta di considerare un esempio per tanti altri - certo senza dimenticare quelli di maggior assurdità (però l'esempio della calvizie non è fortunoso). Ovviamente non si sta invitando a perder capelli: il mio auspicio e che ciascuno possa esser come gli sta meglio, in ogni caso.


MAURO PASTORE

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