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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Jean il 05 Maggio 2016, 20:15:28 PM

Titolo: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 05 Maggio 2016, 20:15:28 PM
v- ... ascoltate, ho un piano!!

g- ... che vuoi dire... non sappiamo neppure cosa significa..

v- ... l'ho scoperto stamane!
Quando mi son destato è arrivato un pensiero... da solo, senza che mi ci applicassi... e c'erano parole e immagini... e un percorso che le collegava... e alla fine la libertà!

e- ... di grazia, da dove è giunto un tal pensiero..?

v- ... questo non so dirlo, era lì...

g- ... mmh... forse le nostre preghiere son state ascoltate... e dunque, cosa dobbiamo fare?

v- ... Roberta... ci può aiutare...

e-... la segretaria? Quella sarebbe anche peggio di Destino se avesse l'arma!!

v-... infatti!! Bisogna farle avere l'arma!

e- ... ti sei bevuto il microscopico cervello che ti ritrovi, se ci avviciniamo all'arma  verremo distrutti ancora prima!

g- ... un momento, ascoltiamolo... ma anche ammesso che riusciamo a dargliela... potrebbe renderla a Destino che diverrebbe ancor più atroce a causa dello smacco subito...

v- ... è vero... sottrarre l'arma ad un uomo è come privarlo del potere... ma nella visione del piano c'era qualcosa di inaspettato... Roberta non userebbe l'arma contro di noi...

e- ... che dici... qui tutti gli umani ci odiano e Roberta per prima, sempre a mettere trappole adesive ed elettriche, spray tossici, reti finissime... le manca solo l'arma finale...

v- ... "karma"...

g- ... che vuol dire?

v- non lo so, ma in quella parola c'è la salvezza... almeno per una parte di noi. A causa del "karma", Roberta rivolgerà l'arma contro Destino... così ho visto...

e- ... scompenso glicemico... il sudore di Destino, l'unico nostro cibo... ieri era troppo ricco di zuccheri... ecco la spiegazione del tuo farneticare...

g- ... siamo sempre meno e non avremo scampo comunque... forse questo pazzo piano è la nostra ultima possibilità, costi quel che costi io sono pronto... almeno morirò per aver cercato la libertà, in piedi (pardon, in volo...) e non colpito alle spalle, incollato, fulminato o avvelenato... Vladimiro (v), assumi il comando, non attenderemo un minuto di più...

e- ...noo... ascoltate, forse ce la facciamo a passare l'estate, nascondendoci ancor meglio... poi, ricordate, Destino col primo cambio di temperatura si ammala per qualche giorno... e debilitato potrebbe ritardare a chiudere le doppie porte del vestibolo... volando a livello del pavimento forse non ci vedrà e...

g-  vedi, Estragone (e)... è già successo nei tempi prima della tua nascita... Destino chiamò un operaio che sopraggiunse con uno spray tossico nel vestibolo... tutti quelli che avevano provato sono morti...

Vladimiro- ... allora si procede... vorrei salutarvi tutti, adesso... e se qualcuno alla fine si salverà, riuscendo a sfuggire da questo inferno, oltre le sue porte... beh, si ricordi del sacrificio del suo popolo.


Le donne e i bambini da una parte... Godot... tu sei il più anziano, a te il compito di guidarli oltre la soglia... se mai si aprirà... tutti gli altri con me, questo è quello che faremo...    


..................


Destino non si separava  mai dal suo grande elastico giallo, l'arma letale.
Come s'avvedeva di una mosca in un attimo l'estraeva e zac... un colpo, un morto.
Ormai in tal numero da aver modificato con le loro essenze corporee il colore sulla punta dell'elastico, diventato di un bruno terreo.
Venne il giorno, la comunità delle mosche era divisa in due gruppi, quello che avrebbe tentato di sfuggire all'esterno e i guerrieri, pronti a giocarsi la propria vita.

Destino entrò dalla porta principale e dopo averla richiusa cominciò ad aprire con circospezione quella del vestibolo, ché la sua personale guerra al popolo delle mosche iniziava con l'inizio del lavoro.

Tre  guerrieri guidati da Vladimiro entrarono prontamente dalla fessura, volandogli attorno alla testa.
In un attimo Destino armò la mano e l'elastico giallo sfavillò, tragico e micidiale come una spada.
Due guerrieri furono falciati in volo, il terzo vedendo Vladimiro nel mirino di Destino tentò di volargli sugli occhi... una mano e poi la notte delle mosche.
Al ché tutti i guerrieri entrarono e a loro volta puntarono il volto di Destino che istintivamente, lasciato cadere l'elastico si protesse schiacciandone a decine.
Altrettanto istintivamente cacciò un urlo e Roberta, sopraggiunta velocemente, vide mosche dappertutto... ma, stranamente... la sua attenzione fu catturata dall'elastico giallo a terra... l'aveva visto innumerevoli volte all'opera nelle mani di Destino e senza pensarci lo raccolse.

Tutte le mosche guerriere come rispondendo ad un segnale si raccolsero in un angolo in alto...

Destino- ... la porta adesso è chiusa... Roberta, dammi l'elastico...

Roberta- che ci vuoi fare..?

Destino- ... oh bella... far fuori una volta per tutte queste dannate mosche...
 
Roberta- ... scusa... ma mi fa un po' schifo, eh...

Destino-... ma dai... e tutte le tue carte moschicide, trappole elettriche e spray tossici... che c'è di diverso, entrambi le vogliamo morte, no? E poi con l'elastico è istantaneo...

Roberta- ... c'è qualcosa di strano... perché se ne stanno tutte in quell'angolo?

Destino –... han subito delle belle perdite e cercano di stare distanti... ma Roberta non perdona ...

Roberta -... che vuoi dire..? Perché non dovrei perdonare?

Destino- ... ma non te... mi riferivo all'elastico...

Roberta- ...hai dato il mio nome al tuo elastico..?

Destino- ...ma no... non in quel senso, perché tu odi le mosche...

Roberta- ... rispondi bene... hai dato il mio nome al tuo elastico imbrattato di mosche spiaccicate??

Destino- ... e va bene... e allora?

Roberta- ... allora questa cosa non mi piace... potrei non ridartelo...

Destino- è mio, lo rivoglio...

Roberta – le mosche di chi sono, di chi le ammazza?

Destino- le mosche sono mosche, chi se ne importa...

Roberta- ... anche loro provano paura, l'istintiva paura della morte... che le coglie col mio nome... se lo rivolgessi verso di te... e ti colpissi..?

Destino- stai andando un po' troppo oltre, mi pare...

Roberta- adesso ricordo... ti ho già colpito... eravamo a scuola...

Destino- ... quella era un'altra Roberta... ma come fai a saperlo?

Roberta- me l'hai detto tu... l'hai scritto... e tutte queste mosche spiaccicate intenzionalmente han creato karma...

Destino- che ne sai tu del karma..?

Roberta- solo che i conti van pareggiati, le azioni neutralizzate con altre azioni... vuoi l'elastico?

Destino- beh, non è più così importante... che dici... ci sarebbe un altro modo di sbarazzarci di queste mosche, no..?

Roberta- ... infatti... proviamo ad aprire la porta...
 

E in un attimo tutte le mosche sfuggirono dall'inferno.



..............................................


Il raccontino che avete letto (fornitomi da un utente del precedente forum) anche se può essere considerato storia a sé, in realtà è il seguito (e forse... la conclusione) di quello postato in un'altra sede... al di là  di dove ci troviamo.

Chi voglia accedere alla prima parte deve compiere un relativamente piccolo salto nello spazio-tempo, indirizzando la ricerca nel vecchio forum, nel serbatoio delle memorie passate, digitalizzate nel contesto informatico che ci ospita.

Per facilitarvi ecco il riferimento:

Rif. Psicologia – Perché spariscono gli elastici - post 11



Prima di sviluppare quanto intendo proporvi vi anticipo che ci vorrà del tempo, sia per lasciar spazio a chi volesse partecipare, sia a causa dell'autolimitazione che mi impongo per non appesantire troppo la lettura e sia a causa delle mie attuali possibilità.

Così in questo primo post mi limito a porre la questione, evidenziando alcune tracce che seguirò, cominciando con la grafia dei due termini del titolo, come riporta la Treccani:

AL DI LÀ O ALDILÀ?

In casi come questo non esiste una norma generale che regoli la scelta tra la grafia con univerbazione e la grafia separata. Nell'uso, tuttavia, è invalsa una distinzione tra:



– al di là, con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbialeo preposizionale: al di là del confine



– aldilà, con grafia univerbata, si usa in funzione di sostantivo maschile (con il valore di 'oltretomba', 'vita dopo la morte')

L'aldilà resta un mistero per ognuno di noi.

Storia

La locuzione al di là è rifatta sul francese au-delà. La forma italiana tradizionale è di là da, oggi ancora possibile come alternativa più elegante, ma di fatto poco usata, se non nella frase di là da venire.



Ciò  è quanto attesta la grammatica, anche se la distinzione non mi sembra del tutto esaustiva (come del resto per tutte le parole e la loro interpretazione, opinione personale, eventualmente da approfondire): al di là del confine può ben essere inteso riferendosi al confine tra la vita e la morte (in termini religiosi si usa sovente la parola "transito", quasi ad indicare una continuità di qualche tipo tra il percorso aldiquà e quello di là da venire. Viceversa riferendomi al racconto con aldilà intendo il vecchio forum e non l'otretomba umana... che presenta un vantaggio rispetto a quella, potendo darci un'occhiata e ritornar indietro... con delle informazioni.



Da questa semplice riflessione ne discende la collocazione qui in filosofia e non in spiritualità, visto che non tratterò l'argomento dal solo punto di vista della finitezza e speranza/scommessa/disillusione umana.



Per fare un altro esempio, nel racconto la comunità delle mosche anela a sfuggire dall'inferno dell'uomo, mentre per l'uomo son le mosche a ricordargli l'inferno e, vedi te, per risolvere la faccenda la prima opzione è lo sterminio (ricorda qualcosa, accaduta nell'ultima guerra...). Così nello stesso contesto, per caso, fatalità, genetica o scelta, c'è chi vive aldiquà e chi aldilà di un'arbitraria linea di confine, ovviamente tracciata dall'ente con maggior potere.
Raramente accade una soluzione come quella narrativamente prospettata... una soluzione che in qualche modo va oltre il confine, al di là dell'aldilà (perdonate il rincorrersi dei termini).  



Prima di accomiatarmi un'ultima osservazione, la più importante: perché una discussione come la presente?

Beh, intanto perché mancava, data la recente nascita del logos, ma la motivazione principale nasce dalla  riflessione su quale possa essere la domanda fondamentale che una persona curiosa dell'esistenza abbia da porsi.

Credo che sarà difficile metterci d'accordo, abbiamo valori, esperienze, culture e sensibilità diverse e non ultimo anche il fattore età ha la sua importanza.

Tuttavia molti han ritenuto e ritengono che l'essere umano sia chiamato a rispondere (come aveva iniziato a fare l'autore del raccontino) alla triplice questione interconnessa: da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?

Così mi sono chiesto se ve ne sia una ancor prima di questa, che contenga la precedente e tutte le possibili, ed ecco che m'è apparsa la domanda fondamentale: cosa c'è al di là dell'aldilà?, confidando d'essermi spiegato chiaramente: non solo dal punto di vista della morte umana.

Ritengo che sia una questione estremamente complessa, anche semanticamente, avendo implicitamente a che fare con la conoscenza (in tutti gli ambiti, dal filosofico allo scientifico) sin qui accumulata dall'uomo. E con l'idea/ipotesi/sensazione/certezza di significati espressi tramite la conoscenza ma esperiti con altre facoltà, artistiche e trascendenti (per chi ne abbia accesso).


Cordialmente

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 05:20:05 AM
Citazione di: Jean il 05 Maggio 2016, 20:15:28 PM"E in un attimo tutte le mosche sfuggirono dall'inferno."

Un attimo!
Tutte le mosche sfuggirono "all"'inferno...per cui riuscirono a non entrarci proprio?
Oppure tutte le mosche fuggirono "dall"'inferno...per cui ci erano entrate, ma poi riuscirono a venirne fuori?
:D  :D  :D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 05:52:42 AM
Jean si chiede: 
"Ed ecco che m'è apparsa la domanda fondamentale: cosa c'è al di là dell'aldilà?, confidando d'essermi spiegato chiaramente: non solo dal punto di vista della morte umana. "
Al di là di che?
Questo è un punto che andrebbe preliminarmente chiarito molto bene, prima di cercare eventuali risposte.
Dal punto di vista della morte umana, però, per "al di là" si capisce chiaramente che si intende "cosa c'è al di là della vita?".
In questo caso la risposta è molto semplice: NESSUNO LO SA!
Però, alla domanda "cosa NON c'è al di là della vita?", credo che si possa tranquillamente rispondere.
Si badi che si tratta di due questioni COMPLETAMENTE DIVERSE (anche se sembrano identiche), perchè la conoscenza negativa è sempre possibile.
Ad esempio, voi non potete sapere su cosa sono seduto adesso, mentre scrivo (anzi, non potete sapere neanche se sono in piedi); ma, sicuramente potete sapere che non sono seduto sopra una nuvola!
:-)
Pertanto, a mio modesto avviso, cosa NON c'è al di là della vita è abbastanza evidente; non ci sarà più il mio "ego" individuale, rappresentato da memoria, volontà ed intelletto personali.
Questo perchè tali elementi sono intrinsecamente connessi alla mia struttura cerebrale "fisica", per cui, una volta dissolta questa con la morte, si dissolveranno irrimediabilmente anche loro.
Anzi!!!
Purtroppo, memoria, volontà ed intelletto personali, possono svanire anche "prima" della morte, a seguito di una grave lesione cerebrale, overo a causa di malattie degenerative.
:-(
A mio parere, invero, sarebbe alquanto incongruo e contraddittorio, sostenere che, sparendo (sia pur provvisoriamente) il nostro "io" durante un intervento anestetico, esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.
"Non sequitur"!
Non è possibile.
Se un disco rigato o incrinato non manda più musica..."a fortiori" non la può mandare uno completamente rotto o bruciato.
Il che, peraltro, non significa che dopo la morte non ci sarà più nulla; secondo me, ci sarà quello che c'era anche prima...il mare al posto delle onde.
Cioè, il mare dell'Essere, in cui vengono riassorbite le onde delle singole personalità individuali.
Ma, mentre, quanto alla "conoscenza negativa" di cui sopra, mi sento abbastanza sicuro, riguardo a tale "conoscenza positiva" lo sono molto meno; e, comunque, si tratta di cose molto difficili da esprimere a parole.
:-)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 06 Maggio 2016, 09:03:34 AM
In questo terribile rompicapo proposto da Jean mi sembra che tutto ruoti attorno la figura di Roberta. Roberta è il motivo per cui Destino , spietatamente, colpisce  ad una ad una le povere mosche. Infatti ha dato il nome di Roberta all'elastico ormai annerito dal sangue moscoso. Destino odia-ama Roberta ( infatti nonostante sia stata la sua aguzzina adesso lavora con lui...).
Ora ...se il popolo delle mosche è l'umanità e Destino la sua sorte inelluttabile...chi o cos'è Roberta?
Anche Roberta era come Destino ma adesso , per effetto del "karma", interviene a favore delle mosche...
Roberta è una figura cristica ?...Dio causa della sorte orribile (l'inferno vissuto dalle mosche) del suo popolo interviene in suo favore e lo Salva ? L'uscita dall'inferno è la porta dell'aldilà ?
Oppure Roberta è una figura buddhica ? Nella comprensione di essere causa - effetto della sorte del popolo delle mosche e della sua stessa sorte Roberta pone fine con la realizzazione di un operare positivo ( la liberazione delle mosche) che contrasta le cause negative da lei stessa messe in moto?
Attenzione però....Destino non lascia libere le mosche per comprensione del loro dolore. Destino apre la porta sull' al di là per lo stesso motivo per cui, inesorabilmente, le spiaccicava una ad una: per Liberarsene, per non averci più niente a che fare. Non c'è alcun amore per le mosche in Destino. C'è questo amore in Roberta?
Il racconto non sembra rivelarlo. E' il karma stesso che opera in Roberta. Perchè, secondo il mio intendere, come Roberta ha messo in moto la ruota del karma negativo colpendo in gioventù con abilità la schiena del povero e giovane Destino, ha pure messo in moto la ruota del karma positivo. Perchè mi pare evidente che Roberta martirizzava Destino per ...mendicare il suo Amore.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 06 Maggio 2016, 09:17:31 AM
**  scritto da Eutidemo:

CitazionePerò, alla domanda "cosa NON c'è al di là della vita?", credo che si possa tranquillamente rispondere.

Ne sei certo?
Sicuro che la risposta ti lascia tranquillo visto che è figlia della fede e perciò priva di fondamento certo?


CitazionePertanto, a mio modesto avviso, cosa NON c'è al di là della vita è abbastanza evidente; non ci sarà più il mio "ego" individuale, rappresentato da memoria, volontà ed intelletto personali.
Questo perché tali elementi sono intrinsecamente connessi alla mia struttura cerebrale "fisica", per cui, una volta dissolta questa con la morte, si dissolveranno irrimediabilmente anche loro.

Ecco, adesso già si ragiona ...a tuo modesto avviso, tradotto: secondo la tua fede personale irrazionale una volta dissolta la struttura cerebrale, si dissolveranno tali elementi.



CitazioneA mio parere, invero, sarebbe alquanto incongruo e contraddittorio, sostenere che, sparendo (sia pur provvisoriamente) il nostro "io" durante un intervento anestetico, esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.
"Non sequitur"!
Non è possibile.

"Non è possibile", visto che siamo nella metafisica, è un'affermazione possibile soltanto se sostenuta da una fede radicale, estremista se mi è concesso ...dunque anche in ciò non c'è prova oggettiva ragionevole.

Inoltre, perché quando dormi, anestesia naturale, il tuo "Io" sparisce?

Eppure è ben cosciente e presente, anche se tu non ne sei al corrente.  :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 06 Maggio 2016, 10:33:02 AM
Duc in altum scrive: 
Inoltre, perché quando dormi, anestesia naturale, il tuo "Io" sparisce? Eppure è ben cosciente e presente, anche se tu non ne sei al corrente. :) [/quote]

Scusa Duc ma...di grazia...come fa ad essere ben cosciente e presente senza esserne al corrente? :o
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 06 Maggio 2016, 11:39:17 AM
per  @Sariputra

Se sapessi come fa, non ci sarebbe più il Mistero al quale tutti dobbiamo rispondere. Io ci credo "a fiducia"!! Ma questo non annulla il fatto, enigmatico, che mentre dormo io non sono al corrente di cosa faccia il mio "Io" ...forse dorme, forse prende un altro corpo o un'altra identità in un'altra dimensione, forse confabula con Dio nell'al di là dell'aldilà, ma non sparisce grazie ad un semplice aprir di palpebre.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 15:11:12 PM
Duc in Altum sostiene che, alla domanda posta in termini "negativi": "cosa NON c'è al di là della vita?", non si possa rispondere se non per fede; come, in effetti, non è possibile rispondere alla domanda posta in termini "positivi".
Ed io ti chiedo, allora, alla domanda : "Cosa NON c'è sulla mia scrivania in questo momento", tu puoi rispondere o no, con assoluta tranquillità?
Certo che sì.
Ed infatti, tu non puoi positivamente sapere in alcun modo cosa ci sia posato sopra (come non puoi dirmi cosa ci sia dopo la morte), però puoi benissimo dirmi, negativamente, che cosa non c'è: per esempio, puoi asserire in tutta tranquillità che non c'è posato sopra un palazzo di trenta piani.
;)

Così pure, io non ho idea di cosa possa esserci dopo la morte; ma sono sicuro che, una volta morto, dovrò necessariante smettere di fare la mia solita ginnastica mattutina (fisica e mentale), non avendo più nè corpo nè cervello.
Allo stesso modo, quindi, anche tutto ciò che scaturisce dalle mie connessioni cerebrali, dovrà PER FORZA cessare di esiste; non è una questione di fede...è una questione di evidenza!
Tu dici: "...secondo la tua fede personale irrazionale una volta dissolta la struttura cerebrale, si dissolveranno tali elementi...."
Ribadisco che la fede personale (razionale o irrazionale), in questo caso, non c'entra niente; è solo una questione di logica elementare.
Ed infatti, a me sembra del tutto evidente che una volta VERIFICATO PER ESPERIENZA che il nostro "io" durante un intervento anestetico (sia pur provvisoriamente) è del tutto assente,  non sarebbe punto conseguente ipotizzare che esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.
Ma Duc in Altum obietta che, anche durante l'anestesia, il nostro "io" : "...è ben cosciente e presente, anche se tu non ne sei al corrente. "
Tale affermazione, a mio parere, risulta del tutto gratuita e anapodittica, fino a che Duc in Altum  non sarà in grado di replicare alle mie considerazioni, pur trovandosi in stato di anestesia totale (che è anche priva di sogni); allora gli darò sicuramente ragione.
Oppure se sarà in grado di replicare dopo morto: il più tardi possibile, gli auguro.
:)
Peraltro, anche sotto il profilo meramente logico, la sua è una proposizione autocontraddittoria, perchè non riesco proprio a comprendere come si possa: "essere coscienti e presenti, senza essere al corrente di essere coscienti e presenti." (come scrive Duc).
E' una palese "contradictio in adjecto".
Sarebbe come dire che è possibile volare nell'acqua, o nuotare nell'aria.

;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 15:19:30 PM
Citazione di: Duc in altum! il 06 Maggio 2016, 11:39:17 AM
per  @Sariputra

Se sapessi come fa, non ci sarebbe più il Mistero al quale tutti dobbiamo rispondere. Io ci credo "a fiducia"!! Ma questo non annulla il fatto, enigmatico, che mentre dormo io non sono al corrente di cosa faccia il mio "Io" ...forse dorme, forse prende un altro corpo o un'altra identità in un'altra dimensione, forse confabula con Dio nell'al di là dell'aldilà, ma non sparisce grazie ad un semplice aprir di palpebre.

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Anche tale ragionamento, con tutto il rispetto, mi sembra alquanto autocontraddittorio; perchè non ha alcun senso affermare, che, durante l'anestesia: "io non sono al corrente di cosa faccia il mio Io". :)
Se il tuo "io" fa qualcosa, "tu" (cioè il tuo "io"), ne devi essere al corrente per forza; altrimenti, chi agisce non è il tuo "io" (cioè "tu"), bensì un'altra entità.
Il che non si può escludere a priori; ma non ti riguarda più, perchè è cosa diversa da te. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 06 Maggio 2016, 23:45:40 PM
Caro Jean
bel racconto!
Lo interpreto in maniera simile a Sariputra.
Gli inferni,delle mosche e degli umani sono simili, ma sono contrarie le motivazioni(per le mosce gli umani e viceversa)-
Destino è la falce della morte, anzi l'elastico.
Roberta è una giustizia che prima o poi torna: il karma
Una porta separa l'al di quà e l'aldilà.Per le mosche è fuori dall'abitato di Destino, e quest'ultimo...dovrà attendere altre mosche per essere di nuovo...Destino.. Il karma Roberta lega la narrazione di Destino e delle mosche

Sì Roberta è cristica perchè può vincere il Destino della morte rendendo giustizia e salvezza.
Le mosche sono i diversi punti di vista, chi ha fiducia in Roberta e chi invece la identifica insieme a Destino.

Forse Logos è la reincarnazione del vecchio forum, un salto nell'aldilà perchè ogni vita è conoscenza e continuare il viaggio.
Un caffè al Buddha bar?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 07 Maggio 2016, 00:31:03 AM
Buonasera Eutidemo e grazie della visita,
 
le mosche sfuggono dall'inferno... ma il racconto non val al di là (a ritroso, nel caso) dello spazio temporale in cui accade la loro fuga, non fornendo indicazioni di come sia avvenuto che c'erano entrate. 
Anche per molte persone l'esistenza è un inferno, il regno del dolore, un'illusione e altre definizioni non proprio positive. Il più delle volte, a domandargli come sia successo s'ottiene in risposta che vi ci sono ritrovate, spesso loro malgrado; tuttavia altrettanto frequentemente si riscontra una qualche compartecipazione all'evento. 
Come che sia, per chi ritenga di trovarsi in un inferno la soluzione migliore è, ovviamente, quella di cambiare location...
 
Al di là di che?
Giustamente osservi che sia un punto che dev'essere preliminarmente chiarito molto bene.

Al di là (come afferma l'enciclopedia) presuppone un confine, il limite di quanto si può sperimentare e ho aggiunto: quale che sia, non esclusivamente riferito alla morte fisica.

A ben vedere l'al di là è straordinariamente presente, connaturato all'essere umano, oserei dire che ne sia il motore dello sviluppo (o per altri dell'evoluzione).

qualche esempio:

Al di là delle colonne d'Ercole 

«Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per inseguire virtute e canoscenza».Questi tre endecasillabi, tratti dal XXVI canto dell'Inferno della Commedia di Dante, esprimono in maniera efficace il desiderio, tipico della natura umana, di superare i propri limiti e di ampliare i propri orizzonti conoscitivi. E non casualmente vengono proferiti da Ulisse, l'eroe omerico simbolo dell'intelligenza scaltra e multiforme. È vivo nel sovrano di Itaca quell'anelito alla conquista del sapere e della perfezione che induce a compiere imprese ardite, oltre ogni limite. Imprese che talvolta divengono suscettibili di condanna, in quanto veri e propri atti di hýbris, tracotanza.
 
Immaginando le colonne, come Ercole oseremo compiere imprese eroiche degne di memoria;  come Platone andremo alla ricerca della nostra Atlantide; come Cristoforo Colombo sogneremo di approdare in terre straniere, percorrendo rotte alternative; come Ulisse, infine, progetteremo un "folle" volo alla ricerca della verità. Oltre ogni limite. 



 
... al di là degli attuali limiti fisici, nelle prestazioni sportive soggette a misurazione (tempo, spazio, velocità ecc.).
 
... per tutte le discipline scientifiche l'al di là è l'imperativo assoluto, la loro ragion d'essere, la stessa che abita e sospinge l'uomo che l'ha implementata in quelle precipue strutture conoscitive, amplificandone a dismisura il potere con il progresso della tecnica... con quest'ultima che, purtroppo, ha invaso il campo delle attività artistiche... sì che il confine si sta allontanando sempre più dal senso del bello e dell'armonico... ma se questa è la direzione non rimane che vedere dove conduce.
 
Quindi, riassumendo, l'(anelito all') al di là è una spinta insita e presente nell'essere umano e tutto proviene da essa. Non la identifico nella volontà di potenza di cui tanto s'è discusso nel vecchio forum.
 
Cosa ci sia al di là della vita è una faccenda più complessa... presuppone di conoscere, ammettendo sia possibile, cosa sia la vita... convengo che nessuno ha dimostrato incontrovertibilmente di conoscere la risposta (forse qualcuno lo sa ma non lo dice, o meglio non può provarlo... o forse non vuole, o lo sa ma non può esprimerlo usando il nostro linguaggio, o una volta che lo sappia non possa, per qualche motivo, condividerlo, ecc.) ma rifacendosi all'attuale concezione relativistica dell'universo (forse) lo sa ancora meno chi meno conosca la vita... è un'altra possibilità, che ci sposta in un terreno maggiormente praticabile, potendolo da vivi, appunto.
 
Già così come stanno le cose è dannatamente difficile... che complicarsele tentando di rispondere a cosa potrebbe non esserci, ragionando in negativo, non condurrebbe che ad elucubrare sul sesso degli angeli... presumo (ma potrei sbagliarmi) che Eutidemo non l'abbia mai visti ... eppure ci son tanti che ne parlano e che ne hanno parlato dalla notte dei tempi.
Io non ne so niente, ma mi astengo (Renzianamente) dal trivellar un giudizio.

La logica funziona aldiquà di quel confine ed essa è uno dei tanti strumenti disponibili, naturalmente tra i più importanti (la sto usando anch'io) ma non l'unico.
Volendo si può fare un bel mix, ad esempio prendendo con le dovute cautele le conoscenze di altre culture e tempi... per gli antichi egizi non era così evidente la nullità dell' "ego" individuale, rappresentato da memoria, volontà ed intelletto personali a causa della morte, tanto da aver descritto la scomposizione dell'"anima" nei suoi otto "ingredienti". 
Forse anche io considererei superstizioni e folclore tali "credenze" se non mi ponessi la questione: può una civiltà, protrattasi  per millenni,  con tutte le sue conoscenze  e capace d'aver edificato strutture architettoniche impossibili da replicare al giorno d'oggi, aver elaborato un imponente edificio concettual-spirituale al solo scopo di padroneggiare la paura della fine?
Non è che piuttosto non sappiamo interpretare il loro linguaggio e applichiamo il nostro a quanto appena scorgiamo?
 
Per il momento arrivo sin qui, non prima d'aver ringraziato Sariputra per la bella interpretazione del racconto.
 
In questo estratto: ... come Roberta ha messo in moto la ruota del karma negativo colpendo in gioventù con abilità la schiena del povero e giovane Destino, ha pure messo in moto la ruota del karma positivo...
 
mi piace immaginare quella ruota, negativa o positiva (beh, sarebbe meglio) messa in moto da qualcosa, da quell'anelito all'al di là , per spostarsi dalla presente condizione... e dopo un viaggio (in se stessa), trovare il senso del suo agire... nell'amor che move il sole e l'altre stelle...
 
(agli altri interventi rispondo in seguito, mi scuso)
 
Cordialmente

Jean  
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 07 Maggio 2016, 06:56:54 AM
Buongiorno Jean, e grazie della lunga ed articolata risposta.
Quanto alle mosche, mi spiace di dover insistere sul fatto che si sfugge "a", non "da"; il fuggire regge il "da", lo sfuggire l'"a"...e il significato cambia, come ho cercato di spiegare nel mio precedente intervento.

;)

Peraltro, come anche spiega il Tommaseo, fugge chi tenta di sottrarsi, mentre sfugge chi si sottrae veramente (1); sono due cose affini, ma diverse.
Sono invece d'accordo che, per molte persone l'esistenza è un inferno, il regno del dolore, un'illusione e altre definizioni non proprio positive; in effetti, in fondo è così per tutti, solo che qualcuno non se ne accorge.

Beato lui!
Sono anche d'accordo che, per chi ritenga di trovarsi in un inferno, la soluzione migliore sarebbe quella di cambiare "location"; ma non si può sfuggire a se stessi (o fuggire da se stessi, se preferisci).
A meno che non si ricorra all'aiuto dei due cari amici Smith & Wesson.
:-)
Quanto all'"Aldilà", scritto tutto attaccato, si tratta un sostantivo con il significato ben specifico di "ciò che c'è dopo la morte fisica": ovvero, il cosidetto "Oltretomba".
"Al di là", scritto staccato, invece, è una una mera locuzione avverbiale (o anche "preposizionale"), che non significa niente, se non si precisa in riferimento a cosa.
Per cui, come scrivi tu, "Al di là" presuppone un "confine"; per esempio, al di là del confine con la Francia, si può sperimentare che si parla francese, e al di là di quello con l'Austria, il tedesco.
Però, poi dici: "...il limite di quanto si può sperimentare: quale che sia.".
E no!
Se non si precisa la "sperimentazione di cosa", siamo da capo a dodici.
Quanto agli immortali versi di Dante, essi sono tra i miei preferiti: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza".
"Virtute", in senso latino, va inteso come "valore", mentre "canoscenza" come ulteriore "conoscenza" di ciò che è sperimentabile; nel senso, quindi, di "scienza".
Ed infatti, nei versi appena precedenti, Dante, rivolto ai compagni, dice: "..d'i nostri <<sensi>> ch'è del rimanente, non vogliate negar l'esperïenza"; cioè, non negate ai nostri "sensi" quello che rimane da vedere, dietro al sole (dietro all'orizzonte), nel mondo disabitato.
Per cui sta parlando solo di ciò che è "sensibile" (non sovrasensibile), al di qua e al di là dei confini geografici allora conosciuti.
A parte questo, condivido in pieno il tuo giudizio su Ulisse (dantesco), in cui era vivo quell'anelito alla conquista del sapere e della perfezione che induce a compiere imprese ardite, oltre ogni limite; imprese che talvolta divengono suscettibili di condanna, in quanto veri e propri atti di ὕβϱις" (superbia di fronte agli dei).
Come, peraltro, nel caso di Icaro "...ceratis ope Daedalea nititur pinnis, vitreo daturus nomina ponto".
Quanto a compiere imprese eroiche e degne di memoria, in effetti Platone non andò mai alla ricerca della sua Atlantide (nè di altro); si limitò soltanto a raccontare una storia, per estrapolarne il valore metaforico.
Colombo, invece, era effettivamente partito con un obiettivo ben preciso, e sulla base di calcoli razionali, nonchè di specifici indizi sperimentali (tronchi alla deriva al largo della Azorre, se non ricordo male); peccato che i suoi calcoli fossero del tutto errati, e, se per "il fattore C", non si fosse trovato sul percorso le Americhe, lui e i suoi compagni sarebbero morti tutti annegati. 
:(
In ogni caso, il suo scopo non era affatto la "canoscenza" dantesca, bensì la scoperta di nuove rotte commerciali per l'Oriente, onde trarne proficui vantaggi economici per sè e per i suoi commitenti (i reali di Spagna); d'altronde, che il suo principale obiettivo fossero, da buon genovese, "i quattrini", lo dimostrò poi ampiamente nel resto della sua vita
;)
Però, a parte casi specifici, sono perfettamente d'accordo che nell'essere umano esiste una spinta innata (spesso fine a sè stessa) a spostare sempre più avanti il campo della conoscenza e della ricerca; e sono anche d'accordo con te che la volontà di potenza, di cui tanto s'è discusso nel vecchio forum, non c'entra molto. 
Forse c'entra, qualche volta, sotto la forma del "narcisismo" di molti ricercatori; ma, per lo più, sembra che si tratti più che altro della sublimazione (ormonale) degli atavici istinti della caccia.
Senza escludere altri fattori (anche razionali), sui quali, per brevità, qui non mi soffermo.
Per passare, poi, dal tema dell'"Al di là" a quello dell'Aldilà", sono anche totalmente d'accordo con te che: "Cosa ci sia al di là della vita è una faccenda più complessa... presuppone di conoscere, ammettendo sia possibile, cosa sia la vita... convengo che nessuno ha dimostrato incontrovertibilmente di conoscere la risposta."
Quello che io sostengo, invece, è che sapere che  "cosa ci sia al di là della vita", e sapere che  "cosa NON ci sia al di là della vita", sono due cose COMPLETAMENTE DIVERSE, come ho (vanamente) cercato di spiegare nei miei precedenti interventi.
Dico "vanamente", perchè, quando scrivi: "...così come stanno le cose è dannatamente difficile... che complicarsele tentando di rispondere a cosa potrebbe non esserci, ragionando in negativo, negativo, non condurrebbe che ad elucubrare sul sesso degli angeli...".
Vedo proprio che, sicuramente per mia insufficienza espositiva, non riesco proprio a spiegarmi; però gradirei che, in ogni caso, si entrasse nel merito dei miei ragionamenti per confutarli, e che non ci si limitasse a negarne anapoditticamente le conclusioni, senza alcuna specifica controargomentazione.
Ed infatti, "elucubrare sul sesso degli angeli" è cercare di sapere (da vivi) cosa c'è dopo la morte; ma prendere atto di cosa "non può esserci", mi sembra, invece, un'operazione molto ovvia e banale.
Cercherò di metterla in altri termini.
Orbene, siamo tutti d'accordo che il nostro "io" è qualcosa di diverso dal nostro cervello; così, come, penso, siamo tutti d'accordo che la musica è una cosa diversa sia dal disco che dal grammofono (per metterla in termini un po' antiquati).
Però, se si rompe il disco o il grammofono, la musica cessa...non c'è niente da fare.
Allo stesso modo, se se si rompe il cervello, l'"io" cessa...non c'è niente da fare.
Non è un'opinione, è un fatto!
La cosa, infatti, è verificabile sperimentalmente, in quanto, anche a seguito di lesioni parziali della materia cerebrale, il soggetto perde funzioni essenziali dell'IO, come la memoria, la volontà, l'intelletto e l'autocoscienza.
Idem dicasi per l'anestesia totale (durante la quale neanche si sogna), anche se in via provvisoria.
Putroppo, l'ho sperimentato più volte direttamente.
:(
Pertanto, mi soprende sempre molto, che la maggior parte delle persone non riesca a fare due più due; cioè, a non capire che se l'IO sparisce per una botta in testa, a maggior ragione sparisce a seguito di una pallottola nel cranio.
La cosa, probabilmente, si spiega per effetto del nostro "sistema limbico", che, anche di fronte alla più palese evidenza, ci impedisce di accettare l'idea che la fine della nostra individualità è un epilogo INEVITABILE.
Inevitabile, peraltro, anche per ragioni logiche: perchè qualunque cosa abbia un inizio, deve PER FORZA finire.
Ritenere il contrario, sarebbe come voler sostenere che un bastone ha una estremità, ma non l'altra.
;)
Tu ti chiedi: "...può una civiltà, protrattasi  per millenni,  con tutte le sue conoscenze  e capace d'aver edificato strutture architettoniche impossibili da replicare al giorno d'oggi, aver elaborato un imponente edificio concettual-spirituale al solo scopo di padroneggiare la paura della fine?"
Certo che sì (sarebbe stato strano il contrario)!
Come ho detto sopra, infatti, è innato in tutti gli uomini un meccanismo naturale che ci impedisce di accettare la fine individuale del nostro piccolo "ego"; per cui, (quasi)tutte le civiltà si sono inventate le architetture culturali, religiose e filosofiche più fantasiose ed articolate, per "autoilludersi" del contrario.
Ad ogni modo, per concludere, vorrei che fosse chiara una cosa: io parlo delle onde, e non del mare, cioè dei nostri ipertrofici "ego" individuali.
Per tornare, infatti, all'esempio della musica e del disco, è OVVIO che, pur essendo musica e disco due cose diverse, se si rompe il secondo, la prima cessa per sempre.
Ma la musica non muore!
;)
Finisce per sempre soltanto "quella" specifica esecuzione, con tutti i fruscii dovuti alle imperfezioni di "quello specifico disco"; che rendevano quella determinata "performance" diversa da quella di tutti gli altri dischi simili.
Ma la musica in sè, non muore...perchè c'era anche da prima!
Chi vuole intendere intenda.
;)
Cordialmente.
                                                         Eutidemo

NOTE
(1)
https://books.google.it/books?id=8Hfrdu3yYDsC&pg=PA375&dq=sfuggire+da+o+sfuggire+a?&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjDv5Pk_cbMAhXIShQKHWh1Cq8Q6AEINDAE#v=onepage&q=sfuggire%20da%20o%20sfuggire%20a%3F&f=false
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 07 Maggio 2016, 12:50:04 PM
**  scritto da Eutidemo:

CitazioneDuc in Altum sostiene che, alla domanda posta in termini "negativi": "cosa NON c'è al di là della vita?", non si possa rispondere se non per fede; come, in effetti, non è possibile rispondere alla domanda posta in termini "positivi".
Ed io ti chiedo, allora, alla domanda : "Cosa NON c'è sulla mia scrivania in questo momento", tu puoi rispondere o no, con assoluta tranquillità?
Certo che sì.


"Certo che sì" lo puoi reggere solo nella tua fede, ma non io che ne ho un'altra.
Anzi, io che ho fede nei miracoli, posso anche "illudermi" che sei seduto su di una nuvola  ...nulla è impossibile a Dio !!


CitazioneEd infatti, tu non puoi positivamente sapere in alcun modo cosa ci sia posato sopra (come non puoi dirmi cosa ci sia dopo la morte), però puoi benissimo dirmi, negativamente, che cosa non c'è: per esempio, puoi asserire in tutta tranquillità che non c'è posato sopra un palazzo di trenta piani.

Concordo sul fatto che potrei anche sforzarmi ed avere fiducia su che non sei seduto su di una nuvola o che sulla tua scrivania non ci sia un palazzo di trenta piani, ma per qualsiasi ipotesi, allusione o illusione, di cosa "non" ci sia dopo la morte, l'unica certezza la può dare solo la fede personale, quindi niente di razionale.



CitazioneCosì pure, io non ho idea di cosa possa esserci dopo la morte; ma sono sicuro che, una volta morto, dovrò necessariante smettere di fare la mia solita ginnastica mattutina (fisica e mentale), non avendo più nè corpo nè cervello.
Allo stesso modo, quindi, anche tutto ciò che scaturisce dalle mie connessioni cerebrali, dovrà PER FORZA cessare di esiste; non è una questione di fede...è una questione di evidenza!

No, il sicuro devi abolirlo se non ammetti che è sostenuto soltanto dalla tua fede. Infatti per la mia non solo avrò sentimenti cerebrali, ma anche un corpo (celeste) per esercitarli maggiormente.

L'evidenza che tu chiami in causa è tangibile solo per fede, visto che non esiste prova empirica oggettiva di cosa "non" ci sarà dopo essere deceduti in questo pianeta.


CitazioneRibadisco che la fede personale (razionale o irrazionale), in questo caso, non c'entra niente; è solo una questione di logica elementare.

Anche questa affermazione è un costrutto della fede, che ci fa apparire per verità oggettivamente certa la nostra fiducia personale in ciò che è ancora nel dubbio ontologico.


CitazioneEd infatti, a me sembra del tutto evidente che una volta VERIFICATO PER ESPERIENZA che il nostro "io" durante un intervento anestetico (sia pur provvisoriamente) è del tutto assente,  non sarebbe punto conseguente ipotizzare che esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.


Io non sto a confutare ciò che per te può essere oppure è "evidente", queste sono tue decisioni e io le rispetto ampliamente, semplicemente alimento la riflessione che quel "sembra" è dovuto alla fede soggettiva e non alla prova evidente, giacché quella prova è solo nella tua esperienza, e non in quella degli altri ...per adesso !!

Se può servirti chi ti sta rispondendo ha vissuto un'esperienza di pre-morte, salvato dai carabinieri e da un'ambulanza che passava di là "per caso": e per i medici io sono stato non cosciente per 3 minuti, mentre l'esperienza che io ho vissuto in quel frangente non solo è durata, secondo i tempi terrestri, ben oltre la mezz'ora, ma  ero talmente cosciente che i ricordi sono tra i più nitidi che riesco a rimembrare dei miei 50 anni d'esistenza.

Perciò, al di là dell'aldilà, secondo me, può esserci tutto ciò che uno vuole e riesce ad immaginarsi, ma è soltanto con le opere di fede nell'amore che poi si incomincia a distinguere l'"evidenza".



Buon fine settimana  8) (gi occhiali sono perché vado in spiaggia !!  ;D )
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 07 Maggio 2016, 14:39:41 PM
@Eutidemo,

la tua gradita precisazione mi conferma dell'opinione  che la questione sia estremamente complessa, anche semanticamente, come ho scritto. 
Ma frequentando l'Accademia della Crusca  solo sporadicamente attraverso internet, non ho le competenze necessarie per tener alto in quell'ambito  il livello della discussione, per cui accetto benvolentieri il contributo di chi ne abbia di maggiori (ci vuol poco) delle mie.

Tuttavia leggo nelle prime righe del Tommaseo che mi hai proposto:  si scappa dal male che ci ha colti già, o quasi colti; si fugge il male temuto - rilevando che se il male ci ha quasi colti significa che ancora non l'ha fatto e se in quel mentre ne scappiamo è analogo a dire che  fuggiamo ciò che temiamo, non avendoci ancor colti.

Potrebbe darsi una gradazione che conduce all'evento, la seguente: non colto - quasi colto – colto, e magari ulteriori gradazioni tra queste... faccenda interessante (fuor di grammatica) perché potrebbe esser applicata anche all'aldilà:  aldiquà – non ancora aldilà – aldilà, con tutte le problematiche che sorgono nel definire e caratterizzare la zona intermedia.

Tutti conveniamo e constatiamo la differenza tra l'aldiquà di una persona (in vita) e il suo aldilà (da morta), ma la zona intermedia, per esempio in ambito medico, obbliga a dover definire la vita, separando il corpo dall'io-cervello e affermare che la fine delle funzioni cerebrali coincide con la fine dell'io. 
Quel corpo non ancora colto dall'aldilà ma sulla via d'esserlo, ha un qualche altro valore al di là del poterlo usare come serbatoio di pezzi di ricambio?

Per rispondere adeguatamente servirebbe conoscere cosa sia la vita, la cui definizione muta con i tempi e le conoscenze, ed è diversa per chi supponga (o creda) una qualche trascendenza. 
Da quel che scrive son certo che Duc  si attenda di cambiar location al termine della sua, augurandogli di cuore di trovar quella sulla quale ha scommesso, come dice.
Io penso che ci son molte più possibilità che pari o dispari... 2 è pari, 3 è dispari... e 2,1 o 2,7?      
In quella zona intermedia tra l'esser pari e il divenir dispari, che accade?

Anche la coscienza, per me il senso di presenza, ha la sua zona intermedia nel sonno e in quello nel sogno. 
Ricordo un film, "la zona morta" («Nella sua mente lui ha il potere di vedere il futuro. Nelle sue mani ha il potere di cambiarlo.».) dove a seguito di un coma, al risveglio Smith Johnny (non Smith Wesson) si ritrova in una condizione diversa,

qui la trama: https://it.wikipedia.org/wiki/La_zona_morta_(film)

sembra proprio che il frequentare tali zone sia alquanto "particolare", ho riportato un caso reale  qui http://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/'giochi'-di-luce-ed-ombra-(e-forme-di-comunicazione)/msg937/#msg937.

e colgo l'occasione per chiedere a Duc  se può dire qualcosa sulla sua esperienza.

Paul11, che ringrazio per aver proposto un'altra squisita lettura del racconto, ha ben colto tale zona nel racconto: "Una porta separa l'al di quà e l'aldilà." , la doppia porta di un vestibolo, una piccola stanza di passaggio tra un ambiente e l'altro.
(Chissà, magari un domani quella tra un forum e un bar, dove bere un caffè assieme.)
 
Cit.Eutidemo - Ed infatti, nei versi appena precedenti, Dante, rivolto ai compagni, dice: "..d'i nostri <<sensi>> ch'è del rimanente, non vogliate negar l'esperïenza"; cioè, non negate ai nostri "sensi" quello che rimane da vedere, dietro al sole (dietro all'orizzonte), nel mondo disabitato.
Per cui sta parlando solo di ciò che è "sensibile" (non sovrasensibile), al di qua e al di là dei confini geografici allora conosciuti.


Dante parla dell'ardore per la conoscenza a causa del quale smarrì la diritta via, che poi ritrovò per intervento della grazia, mentre Ulisse rimane confinato nella sfera sensibile, terrena del sapere.  

(Cit. wiki - Un parallelismo a questo punto si può istituire tra Dante e Ulisse: entrambi viaggiano spinti dall'ardore di conoscenza, entrambi si sono perduti (v. 3 del canto I: «ché la diritta via era smarrita»; vv. 83-84 di questo canto: «ma l'un di voi dica / dove per lui perduto a morir gissi»). Ma se Dante ritrova la via e accede a una conoscenza superiore, guidato dalla volontà divina, Ulisse non conosce questa grazia e rimane confinato entro la sfera puramente terrena, sensibile, del sapere: v. 115, «de' nostri sensi», e soprattutto vv. 97-99, «l'ardore / ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto / e delli vizi umani e del valore»: non vi è in lui nessuna tensione etica, morale, che rivolga la conoscenza verso un fine giusto (anzi, essa rimane sempre fine a sé stessa), e il suo desiderio diventa perciò negativo, tanto più che egli coinvolge in questo male i suoi compagni. Ed è così che egli supera le Colonne d'Ercole poste «a ciò che l'uom più oltre non si metta», infrange il divieto divino e viene da Dio sconfitto, «com'altrui piacque»).

Qui una domanda, la selva oscura potrebbe intendersi come la zona intermedia, la nostra stanza di passaggio? 
Così che il Poeta, descrivendo il periglioso viaggio di Ulisse al di là dei confini geografici di allora lo contrappone a quello da lui compiuto, quello sì sovrasensibile...
 
Eutidemo, come non si può esser d'accordo che l'io, per come lo conosciamo nello stato di veglia (uno degli uno, nessuno o centomila...), a seguito di un accidente o anestesia che danneggi il substrato organico che lo sostiene, non conserverà più le sue potenzialità e specifiche?

È del tutto ovvio: quell'io, nei modi che conosciamo, non comunicherà più alcunché ... ma in altri modi? 

http://www.ilmattino.it/societa/persone/palloncino_funerale_bimbo_mamma_scoppia_pianto_messico_video-1553070.html

Se sei del tutto certo della sua scomparsa, se sei certo di quel meccanismo naturale sul quale nutro dei dubbi (ne riparleremo):  (cit.) - Come ho detto sopra, infatti, è innato in tutti gli uomini un meccanismo naturale che ci impedisce di accettare la fine individuale del nostro piccolo "ego"; per cui, (quasi)tutte le civiltà si sono inventate le architetture culturali, religiose e filosofiche più fantasiose ed articolate, per "autoilludersi" del contrario.

posso comprendere come per te tutta la millenaria tradizione religiosa umana sia un'autoillusione , mentre per me in ogni evento, in ogni circostanza c'è qualcosa che non posso categoricamente definire, con ciò rimanendo aperto ad ogni possibilità.

Altrettanto condivido che:  Cit.- qualunque cosa abbia un inizio, deve PER FORZA finire. ... in quanto corrisponde all'esperienza quotidiana del divenire, ma sempre nel relativistico e scientifico mondo d'oggi è altrettanto e più esaustivo dire che qualunque cosa abbia un inizio si trasforma incessantemente, come l'energia da una forma in un'altra,  tu stesso non sei più formato dagli stessi atomi con cui sei venuto al mondo. 
Certo, poi il programma (vitale, codificato nei telomeri cromosonici, vedi Hayflick) arriva al termine, in modo naturale o accidentale e per i nostri ipertrofici ego individuali  - game over.

Considerandoli (gli ego individuali) anch'essi una forma di energia (cosa, in fondo, non lo è?) o supportati da una qualche forma d'energia, ecco che quella se ne ritorna nel grande mare di cui parli, il divenire ha prodotto quella piccola onda che è stata poi riassorbita... si è persa del tutto o non disponiamo della sensibilità strumentale o d'altro tipo per rilevarne qualche traccia?

Non ho certezze al riguardo, ma citavamo, amandolo entrambi, Dante, e guarda, Egli è qui con noi quando ne parliamo e questo ricorda qualcosa di religioso, la presenza del Maestro, del Cristo, Buddha, Shiva... non si può altrettanto non esser d'accordo che qualcosa, almeno nella coscienza, permane e si possa più o meno facilmente richiamare. 
Con un libro, un dipinto, un suono, il ricordo di qualcun altro... un anelito e per chi ne sia capace, una preghiera.

Non so se la musica c'era da prima, se c'è sempre stata e se noi si sia gli strumenti adeguati a suonarla a modo, la risposta a una tale domanda è troppo al di là delle mie possibilità. 
Però è bello porsela, ci tiene sul pezzo, come dicono i giornalisti... e incidentalmente si incontrano persone gradevoli ed appassionate come te.
 

Cordialmente

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Maggio 2016, 05:55:34 AM
Caro Jean,
sono molto interessanti le tue considerazioni circa le  le problematiche che sorgono nel definire e caratterizzare la zona intermedia; ci ho pensato spesso anche io.
In effetti, per rispondere adeguatamente, servirebbe di conoscere cosa sia la vita, la cui definizione muta con i tempi e le conoscenze, ed è diversa per chi supponga (o creda) una qualche trascendenza. 
Condivido pienamente anche il tuo confronto tra Dante e Ulisse: Dante parla dell'ardore per la conoscenza a causa del quale smarrì la diritta via, che poi ritrovò per intervento della grazia, mentre Ulisse rimane confinato nella sfera sensibile, terrena del sapere.
Il viaggio di Dante, invece, fu realmente "sovrasensibile"; anche se tradotto in termini di una superlativa concretezza sensibile; i suoi personaggi, infatti, seppur morti, sono più "corposi" e "sanguigni" di quelli ancora vivi.
Quanto alla "selva oscura", secondo l'interpretazione prevalente, si tratta della "selva del peccato".
Tu dici che potrebbe anche intendersi come la zona intermedia, la nostra stanza di passaggio? 
Non saprei; però propenderi per il no, visto che Dante si trovò ad affrontare tale selva nel pieno rigoglio della sua vita ("nel mezzo del cammin di nostra vita")
Quanto alla "non" sopravvivenza del nostro "io" individuale, di questo sono del tutto certo; come lo sono del fatto che, dopo morto, la mattina non potrò più farmi la doccia.
Anche io rimango aperto ad ogni possibilità...ma non alle cose che non hanno palesemente senso.
E' peraltro vero che qualunque cosa abbia un inizio si trasforma incessantemente...ma fino a un certo punto, considerata la seconda legge della termodinamica; che, in pratica, è la legge della "morte finale".
Anche l'Universo, infatti, visto che ha avuto un inizio, avrà pure lui una fine.
Quanto al fatto che io non sono più formato dagli stessi atomi con cui sono venuto al mondo, ti dirò di più; per il fenomeno della "apoptosi" non sono più formato nemmeno dalla stesse cellule. 
Il che suffragherebbe la teoria buddista dell'"impermanenza"!
Quanto agli "ego individuali", da quello che mi risulta, sono fondamentalmente una risultante dei processi "neuronali" del nostro cervello; pur essendo una cosa ben diversa dal cervello.
Circa la parola "energia", invece, è un termine che non mi aggrada molto, perchè, usato in modo improprio, viene spesso usato per "buttare in caciara sciamanica" qualsiasi ragionamento intelligente; l'"energia" è la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema fisico di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto.
Punto!
Quanto al fatto della sopravvivenza del nostro "Sè", la questione è diversa, perchè si passa dal piano "fenomenico" a quello "noumenico"; ed io, pur non avendo al riguardo certezze alcune, propendo a credere a tale sopravvivenza...o meglio, eternità...perchè penso che ci sia sempre stato.
Ma qui, il discorso, diverebbe molto più complesso, perchè si passerebbe di livello.
Ad ogni modo, non posso che sottoscrivere quello che hai scritto tu: non so se la musica c'era da prima, se c'è sempre stata e se noi si sia gli strumenti adeguati a suonarla a modo, la risposta a una tale domanda è troppo al di là delle mie possibilità. 
Concludendo, ti ringrazio per avermi definito "gradevole"; complimento che ritengo un po' immeritato, perchè, a volte, mi rendo conto di assumere toni un po' troppo polemici...al limite dello sgradevole.
Del che chiedo venia. :)
Cordialmente 
                                                 Eutidemo
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Maggio 2016, 06:14:50 AM
Caro Duc in Altum
tu scrivi: "...io, che ho fede nei miracoli, posso anche "illudermi" che sei seduto su di una nuvola  ...nulla è impossibile a Dio !!"
Siamo perfettamente d'accordo che nulla è impossibile per Dio; ma, per noi miseri "mortali", molte cose sono davvero impossibili.
Ed infatti io sono prosaicamente seduto su una sedia; ed ho piedi ben posati per terra!
;)
Per cui ti sei illuso vanamente.
Se poi uno vuole illudersi coscientemente, buon per lui; magari ci riuscissi io!
:-\
Se parti dal principio che ti vuoi "illudere" delle cose che più ti danno conforto (implicando, col termine "illudere", che sai benissimo che, però, non sono vere), sei liberissimo di farlo; in effetti, in fondo è quello che facciamo un po' tutti.
Me compreso.
Ma se io ti dimostro che 2 + 2 fa 4, e tu mi rispondi "chi se ne frega, tanto io preferisco credere per fede che fanno 5", è inutile dibattere ulteriormente al riguardo.
E' come se io stessi giocando a scacchi, e tu a dama.
;D
In un certo senso, ti invidio: piacerebbe molto anche a me credere a quello che mi fa più comodo credere, mettendo da parte ragione e buon senso...ma non ci riesco!
O, almeno, non del tutto.
Cordialmente :)
                                                                   Eutidemo
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 08 Maggio 2016, 13:27:29 PM
**  scritto da Eutidemo:
CitazioneIn un certo senso, ti invidio: piacerebbe molto anche a me credere a quello che mi fa più comodo credere, mettendo da parte ragione e buon senso...ma non ci riesco!
O, almeno, non del tutto.
Cordialmente

Non so se per te sarà comodo o conveniente, ma non è che puoi decidere di astenerti dal credere nel post-mortem mettendo da parte la ragione ...anche perché saresti il primo essere umano nel permetterti questo "merito" !!

Infatti, la tua tesi, anzi, la tua ipotesi:
Citazione"...sono sicuro che, una volta morto, dovrò necessariante smettere di fare la mia solita ginnastica mattutina (fisica e mentale), non avendo più nè corpo nè cervello..."

...potrebbe anche essere vera, ma per adesso è senza nessuna ragione certa o prova documentata, quindi benvenuto nella dimensione della fede.



CitazioneMa se io ti dimostro che 2 + 2 fa 4, e tu mi rispondi "chi se ne frega, tanto io preferisco credere per fede che fanno 5", è inutile dibattere ulteriormente al riguardo.

Concordo sul 2+2 fa 4 per quel che riguarda la tua scrivania e la tua sedia, ma per l'aldilà, che 2+2 faccia 4 secondo le leggi scientifiche a noi concesse di conoscere ed utilizzare, ci si può credere solo con fede, e non per evidenza o con logica.  ;)


Un abbraccio.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 08 Maggio 2016, 15:07:46 PM
**  scritto da Jean:
CitazioneDa quel che scrive son certo che Duc  si attenda di cambiar location al termine della sua, augurandogli di cuore di trovar quella sulla quale ha scommesso, come dice.
Io penso che ci son molte più possibilità che pari o dispari... 2 è pari, 3 è dispari... e 2,1 o 2,7?      
In quella zona intermedia tra l'esser pari e il divenir dispari, che accade?

Sì, se può interessare, la mia scommessa è sforzarmi per divenire davvero e totalmente me stesso, al punto di cambiare location senza virgole o decimali: sono nato tondo, decido di essere quadrato per risorgere triangolo.



Citazionee colgo l'occasione per chiedere a Duc  se può dire qualcosa sulla sua esperienza.

Certamente, con piacere e per dovere.

L'ultimo voce che ho ascoltato da cosciente in vita, di cui ricordo anche il timbro e l'incisività, è quella del carabiniere (che Dio gli renda merito ovunque si trovi adesso!) che diceva: "...non lo toccate, allontanatevi, nessuno lo tocchi!...", poi buio totale, non so per quanto tempo, poi la presenza di enti, entità, al mio intorno, che piano piano si defilavano alla mia destra e alla mia sinistra, lasciandomi libero come un varco centrale dove a poco a poco un leggero bagliore diventava sempre più luce bianca, non sfolgorante però. Poi le sagome ai miei lati prendevano linea, come l'omino della pubblicità storica della Lagostina (Mister Linea mi sembra si chiamasse), e prendendo forma assomigliavano agli alieni nani che escono dall'astronave ed accerchiano Richard Dreyfuss nel finale "d'Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Spielberg. Solo che questi erano più alti, o forse ero io che ero sdraiato, visto che io avevo solo una nitida visione cosciente, ma non ho visto il mio corpo o ciò che ero in quel lasso di tempo.
Fatto sta che ho provato una certa trepidazione quando ho realizzato che mi osservavano telepaticamente, visto che non ho visto i loro occhi, anche se un senso di serenità pervadeva tutto il mio essere. Senso di serenità che è divenuto pace totale quando ho intuito, in piena consapevolezza, che tra loro c'era mia nonna materna (l'ultima persona che avrei immaginato), e mentre cercavo d'individuarla più nettamente e quindi, arditamente, di muovermi, di alzarmi, di fare qualcosa per cambiare quel mio essere stazionario, realizzo che sto morendo, che tutto sta cessando e che non sarei più stato quel determinato Duc, e che non sarei potuto tornare indietro, allora, inizio istintivamente a parlare con me dicendomi: "...o Duc datti da fare ..diamine, fai qualcosa, te ne stai andando Duc, ..cazzo Duc te ne stai andando, è finita!!..." - e mentre mi dimeno furente in una specie di paralisi del sonno (stato d'animo che poi sperimenterò chiaramente due volte negli anni a venire), che non permetteva ai miei ordini cerebrali di ottenere risposta dal corpo, sento una voce come a rallentatore che dice: "...co-o-o-o-me ti-i-i-i ch-i-i-a-a.mi-mi?...", "...qu-u-u-a-a-a-n-n-t-t-t-i  a-n-n-n-i h-a-a-i-i-i?..." - era la dottoressa dell'ambulanza e incomincio a dire: "...Duc! ..mi chiamo Duc, Duc in altum ...ho 38 anni!..." - ma lei e la collega non mi sentivano giacché io ascoltavo il loro confabulare, nel quale un preciso: "...lo stiamo perdendo, iniettiamogli questa tal medicina..." - ed in quel momento grido con tutto me stesso: "...mi chiamo Duc, ho 38 anni, sono ancora vivo ...sono ancora vivo cazzo!!..."
Fu allora che avvertii il ceffone più rinfrancante della mia esistenza. La provvidenziale professionista del 118 non poteva minimamente immaginare che i suoi ripetuti manrovesci, allorché intravide un mio debole ma considerevole ripiglio, mentre aprivo gli occhi e la fissavo sempre più lucidamente, erano un balsamo risanante e, allo stesso tempo, l'ok dell'atterraggio riuscito del mio rientro in quel che ancora oggi è Duc in altum.


P.S. = cavolo Jean, non pensavo di emozionarmi fino a piangere mentre ti scrivevo la mia risposta dopo 10 anni da quell'incredibile esperienza  ...grazie, ogni circostanza è un'opportunità!!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 10 Maggio 2016, 00:09:21 AM
@Duc

Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza nella zona intermedia.
Ci sono ormai migliaia di testimonianze in merito, ognuno può farsene l'opinione che crede ma non negare che all'avvicinarsi a quella zona, accada pur se non per tutti qualcosa di non immediatamente spiegabile. 
Al pari d'altre esperienze, senza preconcetti e partito preso, occorre tenerle in considerazione man mano che ci si addentra nel mistero della vita arrivata al suo confine.
Toccherà ad ognuno di noi di passar per quella zona e al riguardo non mi dispiacciono né le testimonianze  né lo scetticismo più irriducibile.  
(... certo che i ceffoni a volte servono, eh...  ;)  )


 
@sariputra e paul

L'esercizio dell'interpretazione, della lettura, sia di un racconto che di un'esperienza di vita o di sogno, ha una doppia faccia. 
Quella rivolta all'ascoltatore (all'osservatore, al pensatore, allo sperimentatore ecc...) e quella rivolta a chi la produca; a entrambi rivela la profondità dalla quale origina, dal sedimento di tutta una vita di conoscenze variamente acquisite.
 
Tuttavia le stesse non basterebbero a dar conto di un valore aggiunto che ho riscontrato nelle vostre. 
In differenti passaggi e con diverse prospettive qualcosa di quanto avete scritto è risuonato in me, sì che la vostra visione si è amalgamata al racconto, come s'amalgamano gli ingredienti (e le sensazioni...) per produrre qualcosa che non è più farina e miele, ma una torta... un intero ch'è diventato maggiore della somma dei costituenti. 
Lo scrittore è stato letto e il giudizio, quale che sia, l'accompagnerà, da tale alchimia non si torna indietro.


 
@Eutidemo

Più avanti riprenderò quanto abbiamo iniziato a discutere, quanto segue è di nullo valore razionale e d'esagerato... relazionale.

Giusto ieri un amico si è dichiarato fortunato di conoscermi... non me lo sarei aspettato ma essendo egli una persona idealista e di gran cuore posso capire come abbia voluto accontentarsi di un'occhiata superficiale alla mia persona. 
Non credo, sinceramente, di meritarmi un tale apprezzamento... ma sospinto da quell'errore ne faccio uno a mia volta, troppo presto dichiarando d'esser stato sul punto di provar qualcosa di morbido al tono della tua ultima. 

Con ciò provando l'imbarazzo d'aver dichiarato che il discuter di quanto non ci sia al di là della vita equivalga a elucubrare sul sesso degli angeli. 
Mi scuso dei termini non appropriati. 
Ogni questione ha pari dignità,  la si può scansare o ignorare (per incompetenza o altri motivi) ma non giudicare, hai ragione.


 
A tutti un grazie per la vostra disponibilità

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 23 Maggio 2016, 22:32:11 PM
Durante il corso della vita
è ignoto il fin e la dipartita
mente e cuor l'hanno capita
 

Avete letto tre (miei) versi in rima baciata, volutamente privi di punteggiatura. Inserendola sono possibili diverse interpretazioni, ad esempio:
 
DURANTE IL CORSO DELLA VITA
È IGNOTO IL FIN E LA DIPARTITA.
Mente e cuor l'hanno capita.

-        - Con ciò affermando che della vita non si conosca né il fine (scopo) né il termine (morte).
 

Vediamo una seconda possibilità:
DURANTE IL CORSO DELLA VITA
È IGNOTO IL FIN, e la dipartita
mente e cuor l'hanno capita.

-        - Qui solo il fine (scopo) della vita rimane ignoto, mentre è conosciuto il termine (morte).
 

Una terza possibilità:
Durante,  il corso della vita
è ignoto. IL FIN E LA DIPARTITA
MENTE E CUOR L'HANNO CAPITA.

-        - Nel vivere la vita (durante) solo il corso (gli eventi) è ignoto, scopo e termine son conosciuti.
 

Gli stessi versi, con punteggiature diverse, producono significati diversi.
Siamo ancora al solo livello letterale... come accennato da Donquixote in un'altra discussione, possono esserci altri (livelli) sotto a questo: allegorico, morale, anagogico. 
Che, a meno non l'abbia fatto inconsapevolmente, non sono codificati nei miei  scarni versi... ben diversamente da quelli immortali del Poeta, Dante, diminutivo di Durante... informazione questa che permette un'ulteriore interpretazione letterale (o forse allegorica), la seguente:

Dante,  il corso della vita
è ignoto. IL FIN E LA DIPARTITA
MENTE E CUOR L'HANNO CAPITA.

 
Questo mio divertissement, dedicato a Eutidemo,  mi auguro vi abbia incuriosito, pregandovi di considerarlo con leggerezza e non come l'intendeva Pascal:  "in filosofia, il termine divertissement è caratteristico ad esempio del pensiero di Blaise Pascal (1623-1662) per indicare ciò che allontana inutilmente l'uomo dalle inquietudini profonde della sua vita."

Con un altro scopo, oltre quello d'intrattenervi.

I versi, richiamando Dante, si ricollegano alla domanda di Eutidemo, che riporto:

Il viaggio di Dante, invece, fu realmente "sovrasensibile"; anche se tradotto in termini di una superlativa concretezza sensibile; i suoi personaggi, infatti, seppur morti, sono più "corposi" e "sanguigni" di quelli ancora vivi.
Quanto alla "selva oscura", secondo l'interpretazione prevalente, si tratta della "selva del peccato".
Tu dici che potrebbe anche intendersi come la zona intermedia, la nostra stanza di passaggio? 
Non saprei; però propenderei per il no, visto che Dante si trovò ad affrontare tale selva nel pieno rigoglio della sua vita ("nel mezzo del cammin di nostra vita").


per rispondere alla quale necessariamente occorre accennare alla interpretazione della sua opera fondamentale. 

Ma di interpretazioni ce ne son diverse... io propendo per quella di Luigi Valli (Roma1878 – Roma1931critico letterario e docente universitario italiano

Prima discepolo poi amico fraterno di Giovanni Pascoli, si distinse come filosofo, poeta e studioso di Dante Alighieri, dedicando la gran parte della sua breve vita per rivelare al mondo il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore:

cit:  La tesi dell'esistenza di un linguaggio segreto convenzionale di carattere mistico-iniziatico che si sarebbe infiltrato nella poesia d'amore italiana del Duecento e del Trecento dandole un significato completamente diverso da quello apparente (tesi che la nostra tradizione scolastica aveva finora ignorata o derisa senza mai discuterla), è posta dunque nuovamente con formule più precise, con argomentazioni più solide e ben più ricca documentazione.
Il mio libro Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d'Amore» [1] ha avuto accoglienza assai diversa da quella che ebbero quasi un secolo fa i libri di Gabriele Rossetti nei quali quella tesi fu posta per la prima volta. Delle sue opere, la principale fu semplicemente bruciata [2]; le altre furono sepolte sotto molti insulti e molte ironie mescolate a qualche pretesa confutazione, condotta con assai più alterigia che onestà e serietà di metodo.

http://www.classicitaliani.it/Valli/valli_linguaggio_segreto_dante_05.htm#Note_aggiunte


una bella lettura, prima ancora che per gli argomenti, per la preparazione e la limpidezza di pensiero dell'autore.

Anche su questa rivista, Riflessioni, potete trovare del materiale non convenzionale su Dante:

http://www.riflessioni.it/testi/dante.htm


e chi volesse ampliare la ricerca può giungere all'ermetismo, ad esempio (sempre su Dante):

http://www.scuolaermetica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=403:pietro-negri-il-linguaggio-segreto-dei-fedeli-damore&catid=9:testi&Itemid=40&jjj=1463515651138


e molto ancora... per dire che si conosce sempre poco di quanto ha animato e anima il cammino di conoscenza dell'uomo. 
Molti di quei cammini erano (e sono) per iniziati, qual era Dante, e all'interno degli stessi ci son regole e pratiche.

L'interpretazione (prevalente) della selva oscura qual luogo del peccato è sul piano allegorico, ad esempio:

Interpretazione complessiva
Il canto I dell'Inferno è di introduzione all'intero poema, presenta quindi la situazione iniziale e spiega le ragioni del viaggio allegorico: Dante vi compare nella duplice veste di personaggio reale, che in un determinato momento storico si smarrisce in una selva (a metà della sua vita, quindi nell'anno 1300 quando stava per compiere 35 anni), e in quella di ogni uomo che in questa vita è chiamato a compiere un percorso di redenzione e purificazione morale per liberarsi dal peccato e guadagnare la beatitudine. Sul piano allegorico, dunque, la selva rappresenta proprio il peccato (essa è infatti descritta come selvaggia e aspra e forte, spaventosa al solo ricordo e poco meno amara della morte stessa), mentre su quello letterale è un luogo in cui chi compie un viaggio rischia realisticamente di smarrirsi per essere uscito dalla diritta via, per cui i lettori del tempo di Dante potevano trovare familiare un paesaggio simile (all'epoca le zone boscose erano assai estese e selvatiche, come per esempio in Maremma: cfr. Inf., XIII, 7-9). 

E tuttavia sono riportate differenti interpretazioni (sempre dalla stessa fonte):

Note e passi controversi
Il v. 1 è stato interpretato da alcuni come in quella metà della vita che si trascorre dormendo (Dante racconterebbe una visione avuta in sogno), ma l'autore si rifà quasi certamente a un passo biblico (Isaia, 38, 10) dove si dice in dimidio dierum meorum vadam ad portas Inferi, cioè «andrò presso la porta dell'Inferno a metà dei miei giorni». Dante stesso, in Conv., IV, 23 descrive la vita umana come un arco che inizia a declinare dopo i 35 anni di età, senza contare che descrive il suo viaggio come realmente avvenuto (egli è andato sensibilmente nell'Aldilà). In Ps., LXXXIX, 10 si legge inoltre che dies annorum nostrorum... septuaginta anni («la vita dell'uomo dura settant'anni»), per cui è evidente che Dante intende collocare il suo viaggio nella primavera dell'anno 1300.
http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-i.html
 

Questa è la mia interpretazione:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 


Allegoricamente, la zona intermedia, posta in mezzo tra la veglia (la via diritta, stato di veglia, il giorno) e il sonno. 


Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 


Un ambiente che pare più reale di quello quotidiano, nel quale gli elementi costitutivi appaiono ostili.                
              
                                     
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.  

    
Tutto è spiacevole, amaro al massimo grado... e tuttavia quel luogo conduce anche a (molto) altro.


Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai. 


Prima di iniziare a descrivere il suo "viaggio", dice che il "sonno" l'ha strappato del tutto alla possibilità di risvegliarsi. Una delle interpretazioni (tuttavia la più seguita) è:

cit. "Il sonno del peccato"
La metafora del sonno usata per indicare il peccato ha anch'essa diversi precedenti scritturali; ricordiamo tra essi la parabola delle vergini sagge e delle vergini dormienti (Matteo, 25) e la lettera di San Paolo ai Romani (XIII, 11): « hora est jam nos de somno surgere. Nunc enim propior est nostra salus, quam cum credidimus» [« è ormai tempo di svegliarci dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti» ]. 

Mi permetto di rilevare che ciò (nei versi di Dante) implica che il "peccato" dovrebbe aver a tal punto corrotto il Poeta da strapparlo del tutto alla retta via. 
Strano che invece d'essere condotto ad un cammino di redenzione gli venga (niente di meno) concesso un viaggio Divino. 
E nella vita reale Dante non si riteneva certo un peccatore di tal portata, tutt'altro.
 

Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,      15

...........
così l'animo mio ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.   
   27

un ultimo sguardo al passaggio... che a questo punto si palesa di tutt'altro tipo che quello prodotto dal sonno, ritrovandosi ora nell'aldilà, donde non si ritorna... a meno non si tratti di un aldilà non del tutto compiuto.

Nella prospettiva iniziatica ci sono prove al limite del possibile, dalle quali si ritorna cambiati. 
Come ritornano cambiate molte persone dopo un'esperienza di pre-morte.

Riassumendo, al percorrere una strada se ne aprono innumerevoli altre... ad esempio,  un'ipotesi sulla interpretazione della Commedia da parte del compianto Umberto Eco:
http://paolofranceschetti.blogspot.it/2010/06/il-nome-della-rosa-e-i-misteri-della.html

... un altro (poco conosciuto) cammino di conoscenza, che richiede studio e applicazione.
E forse, ancor più,  una certa dose di "flessibilità" che impedisca d'aderire del tutto a una sola direzione (di ricerca).
Tutte buone, tutte escluse... sinché non rimanga quella che ci sia peculiare, al di là di tutte le altre.

Abbiamo appena iniziato un viaggio.


 
Cordialmente

Jean 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 27 Luglio 2016, 15:58:00 PM
Il luogo della narrazione


Aprite un libro (o un computer) e iniziate la lettura, diciamo di un racconto, se non un più corposo romanzo.
Man mano incontrate i personaggi, ne scoprite le caratteristiche fisiche e/o psicologiche, le modalità di interrelazione tra loro e con l'ambiente... e più o meno intensamente aderite alla realtà proposta.
Poi si fa tardi, siete stanchi oppure avete degli impegni... comunque sia il libro vien chiuso e la lettura interrotta.
 
Alle 12.30 del 22 novembre 1963 il presidente fu ferito mortalmente da alcuni colpi di fucile. Avevo quasi 10 anni e alla sera guardai il reportage alla televisione. Si fece tardi e dovetti andar a letto, ancora non si sapeva che le ferite non lasciarono scampo all'uomo che, supportato dal fratello e qualche altra persona assennata, evitò un confronto militare con la Russia che non si sarebbe limitato alle sole armi convenzionali. Il mondo, per come lo conosciamo, fu ad un passo dalla fine.

Al tempo non comprendevo di armi nucleari e problemi connessi, ma percepivo l'importanza  di quel presidente, così la mattina dopo riandai alla televisione per
sapere come erano andate le cose.
Ricordo distintamente d'aver avuto il pensiero che al riaccendere la televisione sarebbe continuato il flusso delle immagini, suoni e notizie, allo stesso modo di quando vien riavviato un proiettore (con la sua pizza d'un film) che per qualche motivo è stato spento.

Naturalmente avevo il concetto del tempo, sapevo che il mondo continuava anche se momentaneamente non ne avrei fatto parte in modo cosciente (causa il dormire), tuttavia, sarà stata la relativa novità del mezzo tecnologico (televisione), chissà perché mi attendevo che a causa del mio interesse – riaccendere la tv – riprendesse il flusso della... narrazione dal punto interrotto, allo stesso modo di quando si legge un libro, che par quasi vi aspetti per continuar la storia.
 
Il film e il suo spettatore, il libro e il suo lettore... ma prima che (il senso della presenza del) l' io s'implementi stabilmente nel nostro corpo organico, non ci son né libri né film; al più, all'avvicinarsi a quell'evento, aumentano gli spezzoni o i brani di qualche pagina registrati dalla memoria. 
Poi, come mi par qualcuno dica, si vien gettati nel mondo e via a leggere, o guardare, se preferite.

Quel che cattura il mio interesse è la sensazione, pur se non continua, di vivere la mia storia, la mia narrazione, contemporaneamente  all'osservarla. 
Così che mi son domandato una cosa molto semplice: se anche per un breve istante la potessi prevedere significa che è già stata scritta (o filmata/girata, ma da qui farò riferimento solo all'analogia "cartacea",  per non duplicare inutilmente l'esempio) e che il mio ruolo, il ruolo dell'io, sia quello del lettore che scorre le pagine del suo proprio libro.

Adesso mettiamo a confronto una caratteristica (per il momento) delle differenti realtà, come le ho chiamate, quella letteraria e la reale (intesa come quotidiana, notando nel farlo delle assonanze col percorso deduttivo di Andrea Molino e Donalduck).

Quella che chiamo "ricchezza espositiva", che si raffigura nella presenza di molteplici dettagli. In campo letterario personalmente non son portato a servirmene più dello stretto necessario ma riconosco un indubbio talento a scrittori quali H.Hesse nel descrivere ad esempio un fiore,  addentrandosi sempre più nella sua struttura (quasi usasse uno zoom) e contemporaneamente inserendovi delle "pennellate emotive".  
Beh, dipende da come vi approcciate all'osservazione di un fiore, quella di Hesse per molti è addirittura superiore alla propria esperienza. 
Per altre cose sarà diverso.

Per me i particolari o i dettagli, rivestono una certa importanza, e prima di procedere, visto che è estate e mi auguro abbiate del tempo libero, vi riporto qui sotto un resoconto d'altri che vi hanno prestato analoga attenzione:
 
Parliamo dell'abusata citazione "Dio è nei dettagli"; una di quelle frasi che tutti usano e quasi tutti fanno finta di capire. E invece ha almeno 3 significati molto diversi, a seconda delle versioni e delle attribuzioni: a Gustave Flaubert  ("Dieu est dans le detail"); ad Aby Warburg ("Gott ist im detail")  e a Mies Van der Rohe ("God s in the details").
1) Gustave Flaubert è il padre del romanzo moderno, siamo nella Parigi secondo Ottocento, caput mondi  per artisti, scrittori, sovversivi, avventurieri, imprenditori; con Madame Bovary Flaubert ha creato non solo il modello nella nuova donna, psicolabile e "fashion victim" ante litteram,  ma il modello del nuovo romanzo;
la lezione del maestro Flaubert è condensata in un slogan, "occorre far parlare le cose": è la tecnica narrativa che sarà poi la base  del cinema e della pubblicità.
Dalla descrizione della spazzola di Madame Bovary percepiamo l'inquietudine della donna moderna con più forza e più precisione rispetto a un'astratta e prolissa descrizione psicologica.
Attorno a Flaubert si ritrovano una serie di "nipotini" di grande futuro, Maupassant, Zola, Hugo, tutti i protagonisti del nuovo realismo.
Lo scrittore moderno è un selezionatore, un decoder, che costruisce una storia mostrando oggetti e fatti. Non è più il Dio onnisciente manzoniano, che vede tutto dall'alto.
Un giorno Maupassant chiese al maestro: "Dunque Dio è morto?"
No, rispose Flaubert, Dio non è morto:  Dieu est dans le detail.
2) Aby Warburg è il padre della critica d'arte contemporanea, siamo ad Amburgo nel 1925, attraverso una serie di conferenze Aby Warburg diffonde la sua fondamentale teoria sull'arte e l'architettura occidentale  come continua ripetizione di archetipi ricorrenti: proprio  dall'analisi dei dettagli si rintracciano una serie di rimandi, nei dettagli si nascondono stratificati significati simbolici ma anche diabolici:
il diabolon è un segno di doppiezza, che divide e falsifica, frammenta e disperde, il simbolon è la metà di un segno, che rimanda a un insieme originario autentico.
Warburg faceva l'esempio degli ornamenti architettonici – siamo nell'epoca del liberty simboli autentici di una realtà perduta, quando sono in rovina,  che diventano doppi e falsi quando vengono "restaurati" o "rifatti in stile", tramutandosi da simboli in diavoli.
Per rendere chiaro il concetto, Warburg riprese Flaubert, e disse: non solo Dio è nei dettagli ma anche il Diavolo è nei dettagli!  Di fatto, la sua frase rese celebre il motto di  Flaubert, e lo diffuse nella lingua tedesca (Gott ist im detail!)
3) Mies Van der Rohe è il padre dell'architettura contemporanea: siamo a Chicago attorno al 1960, Mies Van der Rohe insieme a Gropius,  Aalto e Wright è considerato il padre del movimento moderno,  già direttore del Bauhaus, quindi emigrato negli Usa a causa del nazismo,  è il capostipite nobile dell'archistar-guru contemporaneo.
Tutta la sua filosofia è in due celebri slogan: "less is more", manifesto del minimalismo,  del sottrarre funzione alla forma per arrivare a dare forma alla funzione, quasi come se l'architetto fosse Dio, e a precisare la questione se l'architettura sia la divinità dell'uomo razionale, Van der Rohe pronunciò quello che divenne il suo secondo slogan:
"God is in the details", Dio è nei dettagli, intendendo però dire l'esatto contrario  di quanto disse Flaubert: se per Flaubert Dio si rivelava nei dettagli, segnali e simboli di un'unità superiore,  per Van der Rohe i dettagli, ossia l'assenza di dettagli, o comunque la non manifestazione dei dettagli, rappresentano e significano l'assenza di Dio, o la sua non visibilità.
Dunque: per Flaubert dai dettagli si capisce la qualità divina di una creazione; per Warburg nei dettagli inutili, decorativi, si nasconde il Diavolo; per Van Der Rohe la perfezione divina è nella non visibilità dei dettagli, corrispondente alla non visibilità di Dio, il vecchio Dio absconditus. E quindi, oggi, la cura per ogni dettaglio è proprio nell'evitare di far vedere i dettagli!

http://calepiopress.it/2015/03/16/cosa-vuol-dire-dio-e-nei-dettagli/



Eh già, i dettagli "significativi" sembrano appartenere a  Dio mentre quelli inutili o decorativi  al Diavolo (riporto come scritto nell'articolo, Giona non me ne voglia), ma come avete letto, non tutti la pensano (o li vedono...) allo stesso modo.

Nel ripromettermi di tornare sull'argomento (qui o in qualche altra sezione del forum) diciamo che la "ricchezza espositiva" di un'opera letteraria può competere, aumentandone la quantità di dettagli, con quella dell'esperienza "reale".

E cosa sono i dettagli se non "informazioni" variamente codificate?

È un discorso lungo e scarse son le mie forze, ma col mio strisciar di lumaca vi porterò (alla mia visione dell') all'al di là dell'aldilà...


 
Cordialmente

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 27 Luglio 2016, 18:22:03 PM
Caro Jean,
i dettagli mi hanno portato ali minimalismo.
Penso che un grande scrittore debba avere le qualità del grande pittore.
Ci sono pittori che inseriscono nei dettagli i simboli, e nel dipinto il paesaggio, l'ambientazione, i protagonisti.
Intendo dire che c'è in un romanzo, ma direi anche nella musica dove il tema dominante lascia degli spiragli dove improvvisamente, cambiano ritmi, strumentazione, ma sempre dentro il tema. una modalità in cui lì'autore prende per mano e ci porta a leggere ciò che è sua intenzione mettere in risalto.E' filosofico il concetto, c'è un tutto e ci sono i particolari, dove la bravura dell'artista è costruire assonanze e dissonanze fra il particolare e il "generale"
Oppure il focus è veramente nel minimalismo, ma il significato è la perdita del quadro generale di riferimento.
Insomma, si può volutamente sfocare il quadro generale ed esaltare il particolare, oppure il contrario, oppure in assonanza armonica il generale e il particolare, o in dissonanza per mettere in risalto il contrasto.
Non ti sembra che per certi versi corrispondano alle correnti artistiche e filosofiche, quindi culturali?
Il dove pongo lo sguardo è il focus che esalto tralasciando, separando evidenziando.

Sembra che il romanzo occidentale abbia avuto una grande spinta proprio dal logos greco, dalla separazione
dell'astratto e dal mondo.Qualunque oggetto prelevato da uno dei domini nel momento in cui lo trascendo nell'altro dominio lo significo.Ecco perchè il diavolo è spudorata esaltazione, Dio è il nascosto disegno dell'imperscrutabile.
Ogni cosa ci parla simbolicamente fra i domini e sai bene che della psiche è proprio il simbolo il significante per antonomasia.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Andrea Molino il 28 Luglio 2016, 16:42:59 PM
Saluti a tutti e in special modo a Jean!
Arrivo solo ora, dopo essere passato Al di Là delle ferie... ;)


Tranquillizzo subito tutti dicendo che non intendo ribadire la mia opinione su cosa ci sia Al di Là o Al di Quà, ma mi permetto un piccolo intervento essendo stato citato da Jean ed essendo abbastanza impegnato sull'argomento...


Mi scuso in anticipo con Eutidemo perché tutti i miei commenti riguardano le sue affermazioni, ma al momento sono le uniche che hanno stimolato la mia vena polemica.

Riguardo alla scrivania di Eutidemo:

Riguardo al disco rotto che non suona più:
   OK, ma perché il disco sul grammofono dovrebbe essere considerata una rappresentazione corretta della coscienza umana?
   Io utilizzerei una di queste: 

Riguardo all'Io che può sparire temporaneamente per varie cause:
  Non è che la gente non sappia fare 2+2=4, quanto piuttosto che ognuno usa il proprio punto di vista:

Aggiungo che le battaglie verbali possono essere divertenti, ma difficilmente sono produttive, perché il loro scopo è battere l'avversario non progredire nella conoscenza.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: anthonyi il 28 Luglio 2016, 17:19:27 PM
L'oggetto del forum mi sollecita una possibile risposta. E se al di là dell'aldilà ci fosse l'aldiquà. In caso affermativo questo chiuderebbe il cerchio, che invece rimarrebbe immancabilmente aperto se la risposta fosse negativa. Solo in quest'ultimo caso, i contenuti propri dell'aldilà sarebbero importanti, per questo che questa è una risposta fondamentale.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 28 Luglio 2016, 22:36:26 PM
sevgili arkadaşım paul,

i dettagli e il quadro, il particolare e la visione globale nel caso della pittura e, come ben dici, nella musica e nella scrittura. 
Per focalizzare l'uno si perde necessariamente l'altro, come nel famoso principio d'indeterminazione in campo scientifico, che non permette la contemporanea stima di posizione e velocità d'una particella.

Il movimento dell'osservazione  (uno spostamento continuo dell'attenzione dall'istante percepito – forma, colore, suono o parola – al successivo) se vuol cogliere entrambi deve giocare sulla prospettiva. 
Ma come hanno ben insegnato i tre giganti del Rinascimento maturo: Leonardo, Michelangelo e Raffaello (e poi la pittura tonale veneta del cinquecento), è possibile  svincolarsi dalla rigidità di quella solo geometrica dovuta ad elementi architettonici (vie di fuga) intervenendo sulla separazione delle superfici, sullo sfocamento progressivo e sulla differenziazione delle aree luminose ed in ombra.

In tal modo il focus non è statico, ma al pari d'un respiro segue la percezione che è un continuo rinnovarsi nel tempo e giustamente osservi come nell'impadronirsi di un oggetto focalizzandolo, esso vien "prelevato" da un dominio e posto in un altro.

Le differenti realtà di cui parlo son a loro modo dei domini, sì che quanto detto può ottenersi anche con esse, "giocando prospetticamente". 

Questo è uno dei motivi del mio scrivere "narrativamente", non per esibire o distinguermi, ma perché corrisponde alla mia modalità percettiva, spostandomi in continuazione  nelle (almeno) due realtà. 
Sul simbolo non si può che convenire.



Merhaba Andrea,

per quel che mi riguarda non hai bisogno di tranquillizzarmi, puoi esprimere quello che vuoi ed io prendere quello che mi corrisponde... non amo la censura e volutamente ho salutato te e Paul nella lingua Turca, un popolo oggi sottoposto ad una durissima prova, specialmente chi lavora nell'informazione.

Riguardo la scrivania di Eutidemo me la immagino in flatlandia (non essendo stato esplicitamente vietato)... solo due dimensioni, che non permettono la terza neppure per le microscopiche particelle di polvere o batteri... di più, neppure per lo spessore infinitesimo delle molecole e atomi dei gas dell'aria. 
Beh, ovviamente neppure un mastodontico computer (relativamente ai batteri)...

Invece lì sopra c'è un foglio, piatto ovviamente, con scritte queste parole:

Per la tua mania 
di vivere 
in una città 
guarda bene come "cià" (ci ha) 
conciati 
la metropoli. 
Belli come noi 
ben pochi sai 
ce n'erano 
e dicevano 
quelli vengono dalla campagna. 
Ma ridevano 
si spanciavano 
già sapevano 
che saremmo ben presto anche noi diventati 
come loro. 
Tutti grigi 
come grattacieli con la faccia di cera 
con la faccia di cera 
è la legge di questa atmosfera 
che sfuggire non puoi 
fino a quando tu vivi in città. 
Nuda sulla pianta 
prendevi 
il sole con me 
e cantavano per noi 
sui rami le allodole. 
Ora invece qui 
nella città 
i motori 
delle macchine 
già ci cantano la marcia funebre. 
E le fabbriche 
ci profumano anche l'aria 
colorandoci il cielo di nero che odora di morte.
Ma il Comune 
dice che però la città è moderna 
non ci devi far caso 
se il cemento ti chiude anche il naso, 
la nevrosi è di moda: 
chi non l'ha ripudiato sarà. 
Ahia, non respiro più, 
mi sento 
che soffoco un po', 
sento il fiato, che va giù, 
va giù e non viene su, 
vedo solo che 
qualcosa sta 
nascendo... 
forse è un albero 
sì è un albero 
di trenta piani.


Non continuo col divertissement per non indurti a pensare che ti stia canzonando (visto che il testo sopra è  appunto una canzone ...), se mi sono permesso è perché sei tornato fresco dalle ferie e volevo mantenere il dialogo in un tono leggero, confidando nel sens of humor di Eutidemo...



Ziyaretiniz için teşekkürler, Antony

La tua è una risposta sibillina, non potendo far esperienza (al momento... e speriamo ancora per un bel po'...) neppure dell'aldilà, il cerchio non si chiude né rimane aperto... cosa intendi per contenuti propri dell'aldilà, puoi approfondire?  
 



Cordialmente


Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 28 Settembre 2016, 23:32:35 PM
Rimettere mano a qualcosa che per qualche motivo abbiamo lasciato in sospeso e` un po` come rimettersi in viaggio, dopo una sosta voluta o forzata. 
C'è da riprender confidenza col sentiero, indossare (le avessimo tolte) l`adeguate calzature e sì, un bel respiro e alzar la gamba, per il nuovo primo passo... o appoggiar la penna, per disegnar  misteriosi simboli che aggregati formeranno parole, come queste.

Dov'eravamo prima è l'al di là dell'adesso, il qui e ora da cui si può procedere verso un altro, differente aldilà. 
La difficoltà nel tentare di figurarsi un al di là dell'aldilà risiede nel fatto che comunque la rigiriamo rimaniamo  imprigionati dentro un movimento che coinvolge la freccia del tempo nelle sole due direzioni permesse, passato e futuro.

Un viaggio fisico è soggetto alle  condizioni  del luogo ove avviene, che è lo stesso per tutti i viaggi nel nostro mondo e nell'universo conosciuto, lo spazio-tempo, secondo l'interpretazione prevalente, anche se "conosciuto" è una visione alquanto ottimistica. 

La topologia ci insegna che non abbiamo alcuna possibilità di avere una "visione" riguardo la forma del nostro universo rimanendo in esso, potendo anche esser ripiegato una o innumerevoli volte su se` stesso, ipotesi che potrebbe giustificare  quanto ho scritto nel mio ultimo post nella sezione viaggi  (famolo strano...) , dove mi piaceva pensar che qualcosa delle nostre vite, dei nostri atti, possa rimaner intrappolato nella "struttura universale", eventualità che per quanto remota (sarà poi davvero cosi`?) non si può escludere, appunto non conoscendo tale struttura. 

Per conoscerla c'è  un solo modo, quello di collocarsi  al di là di essa, in una dimensione superiore, allo stesso modo che per conoscere un universo bidimensionale occorra osservarlo da un livello a tre dimensioni (da un universo tridimensionale).  

Spostarsi di livello potrebbe essere una delle poche se non l'unica soluzione laddove tutte le strade riconducono all'inizio,  un po' come accade nelle discussioni filosofiche o spirituali, quando gli interlocutori non riescano (evento ricorrente) a mescolare le proprie "soluzioni" con quelle altrui per ottenerne una del tutto miscibile (omogenea) invece di stratificare una sopra l'altra, secondo la propria caratteristica (logica interna), come l'olio sopra l'acqua.

Come ottenere una soluzione omogenea tra acqua e olio? 
Si può ottenere solo spostandosi di livello, fornendo energia per far passare alla fase gassosa le due sostanze, così da avere una miscela gassosa perfettamente omogenea... ma bisogna accettare di perdere le proprie prerogative  "liquide" per acquisire quelle gassose (modificando la propria logica interna).  

Per spostarsi di livello (un altro tipo di viaggio...)  a volte  occorre rimettere tutto in discussione e valutare in un contesto differente le informazioni di cui si dispone, similmente all'edificare una struttura portante  (costrutto) che andrà poi tamponata con quelle (informazioni). 
L'opera di molti artisti innovativi origina da queste premesse al pari di quella di grandi pensatori, filosofi ecc. che adoperano il materiale di cui  dispongono (l'esperienza dei predecessori) mescolandolo con quello che un'intuizione o un ragionamento ha fatto scaturire da loro stessi... ottenendo un risultato che appare una diversa costruzione, un'architettura che può apparir balzana, fuori dalle regole o troppo ardita, avveniristica in certi casi.  
Beh, facile immaginarsi le difficoltà che incontreranno... Van Gogh ha venduto un solo quadro in vita...


L'amico Andrea Molino si è cimentato in qualcosa del genere quando ha elaborato e proposto la sua soluzione al problema umano (Stiamo vivendo una di tante vite in un Universo Virtuale ) e dal mio punto di vista il suo "spostarsi di livello" ( al di là del presunto aldilà...) compensa ampiamente i punti deboli del suo costrutto. 

Così quello che appare come un gioco di parole, lo scioglilingua con cui ho titolato la presente discussione, si rivela congruo in ordine all'ottenere informazioni su qualsiasi cosa, poiché solo un cambio di prospettiva, di livello, potrebbe permettere d'osservare quelli sottostanti. 
Uno dei maggiori impedimenti nel realizzarlo, o almeno di considerarlo possibile, risiede nella forza dei paradigmi che modellano le nostre esperienze, la nostra vita. 

Volenti o meno procediamo lungo le loro strade, tanto più se a causa di ciò ne consegue l'impressione (o l'illusione) di comprendere il senso degli eventi che capitano a noi e al mondo. 
Il proverbio che afferma non vi sia peggior sordo di chi non vuol sentire rivela la fondamentale condizione psicologica umana, il desiderio di sicurezza (e la conseguente tendenza all'inerzia)... che potrebbe dissolversi all'arrivo di una informazione superiore più potente (convincente). 

Guardando alla storia della scienza è palese la difficoltà (eufemismo) che ogni nuovo e più valido paradigma ha dovuto affrontare almeno per farsi strada, che poi per sostituire del tutto quelli meno validi dipende da molti fattori, interessi e poteri.

Anche questo dei cambiamenti di paradigma è un viaggio, un signor viaggio, che prima o poi andrà a modificare nel profondo la struttura conoscitiva della mente umana, sempreché l'umanità non sia in vista del capolinea, eventualità non del tutto da escludere...peccato, nel caso.

Il mio post "famolo strano... questo viaggio" anticipava quanto ora vado dicendo, che ci son tanti modi di viaggiare e che anzi, tutto non sia che un viaggio, uno spostarsi continuo da un punto all'altro, da una convinzione, una situazione... ad una differente. Il divenire non e` che un viaggio... che contiene la narrazione di ogni spostamento di qualsivoglia natura, ma per "leggerlo" (o "viverlo") occorre il tempo (un'altra dimensione) , senza il quale resterebbero una collezione di istanti, dei fotogrammi che alcuno, facendo scorrere le pagine del libro ove giacciono, riporterebbe in "vita".   

Ma quando la realtà fisico-mentale dell`uomo giunge alla sua conclusione siamo del tutto certi che quel movimento, in questa realtà e collocazione, sarà, per come lo conosciamo, definitivamente terminato. 
La domanda è se, in un modo che "non conosciamo",  per qualcosa di quel che ha riguardato la nostra vita, i nostri sentimenti e atti, non vi sia un definitivo arresto. Dove e come trovare risposta a una  domanda che riguarda un ambito solo immaginabile (l'aldilà)?

Potremmo partire con la constatazione che sin dalla notte dei tempi l'uomo si è posto una tale domanda e poco importano le diverse motivazioni che l'hanno spinto a porsela, se per fede, per scienza, per paura, per filosofia... per gioco, anche. 

Nella mente (coscienza o qualsiasi altro nome preferiate) c'è questa domanda che affiora in ognuno di noi; anche chi escluda ogni chances, nel porsela e sbarazzarsene, gli fa percorrere un (limitato/piccolo) "viaggio" (a tale domanda) in lui. 
Ma per altri quella domanda procede e procede... e ha prodotto (o contribuito allo sviluppo del) la filosofia, la spiritualità e anche la scienza, che originando da antichi saperi (alchimia, astrologia ecc.) ritorna oggi sui suoi passi e discetta di coscienza e di Dio, abbandonato il timore d'andar oltre i limiti suoi propri... chi li ha stabiliti?

Che si possa spiegare la vita con Darwin o in qualunque altro modo è una ricchezza: la pluralità dei punti di vista, degli approcci, si può considerare come la biodiversità della coscienza umana, che va incoraggiata e non costretta, appunto, da dogmi e paradigmi. 
Ovvio che per calcolar traiettorie si userà sempre la meccanica classica di Newton e per particelle quella quantistica, come si adopera l`attrezzo adeguato secondo il lavoro da svolgere.

Così viaggiare, in questa accezione estesa, è compiere un qualsivoglia tragitto/movimento fisicamente, mentalmente... emozionalmente e in ogni altro modo, se c'è. 
Tutti questi movimenti  secondo la mia visione lasciano delle tracce (un punto "d'informazione" nel caso più semplice, delle "scie" negli altri) nel tessuto spazio-temporale dell'universo. 
Una di queste tracce, che procede dagli albori dell'umanità, riguarda l'interrogativo in merito alla nostra collocazione e alle caratteristiche del luogo che permette la nostra esistenza. 
La terra da piatta e` divenuta tonda e all'universo e` stata aggiunta la dimensione temporale... quell'interrogativo ha percorso, indubbiamente, un bel tragitto, ma come sempre accade la risposta ad una questione non è che la porta per la successiva e al momento siamo ancor lontani dalla soluzione riguardo la forma dell'universo e quali i suoi limiti, se vi sono.

Le persone non interessate a tali questioni pensano che l'universo sia una palla enorme che contiene galassie che contengono stelle ecc. e paghi dell'apparente senso di sicurezza  prodotto da una visione semplificata delle cose non scorgono una qualche utilità nello studio e nella ricerca di matematici, uomini di scienza e di cultura. 

Ma l'universo non è affatto semplice, oltre alla dimensione   temporale  contiene mostri di inaudita potenza...  e sollecita le menti sensibili a cimentarsi con i suoi misteri.  
Qual è il motivo di tanto interesse e dedizione, perché molte persone arrivano a spenderci la propria vita?

Alla prossima.

 

 

Cordialmente

Jean

 

 

 

Numerosi studiosi hanno sostenuto in modo convincente che l'universo immaginato da Dante nella Divina commedia è una 3-sfera (anche se, naturalmente, egli non usava questo termine). Dopo essere risalito dall'inferno fino alla superficie della Terra e aver raggiunto la sommità del monte del purgatorio, nel «Paradiso» Dante ascende attraverso i gusci sferici concentrici in cui si trovano i vari pianeti, supera il cielo delle stelle fisse e raggiunge il Nono Cielo, o Primo Mobile. Qui, in cima al Primo Mobile, egli contempla assieme all'amata Beatrice sia la metà dell'universo che ha appena attraversato (guardando verso il basso), sia l'altra metà, quella celestiale, che consiste in una serie di gusci sferici concentrici dove vivono gli angeli, poi gli arcangeli e quindi, procedendo verso l'interno, le schiere angeliche di grado più elevato. La sfera bidimensionale posta al margine esterno di quel guscio sferico che costituisce il Primo Mobile corrisponde all'equatore; da lì lui e Beatrice osservano l'universo. La Terra (e l'inferno al suo centro) si trovano a un polo, mentre all'altro polo c'è il regno dei serafini.  

Estratto da "La congettura di Poincaré", di DONAL O'SHEA
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 04 Marzo 2017, 22:45:39 PM
Da dove veniamo, che siamo, dove andiamo?
 
... è il titolo d'un famoso quadro (forse il più famoso di Paul Gauguin) e da qualche parte ho evidenziato come non c'azzecchi poi molto quel "che siamo", proponendo di sostituirlo con "dove siamo", per riportare il viaggio (della vita umana) al momento presente, come fa un quadro riproducendo il fotogramma di un unico momento.

Dei molti che si son cimentati con l'inafferrabile questione del "chi siamo" i più non ne hanno cavato un ragno dal buco e i pochi che ne han tratto qualcosa - pur se non l'altrettanto inafferrabile (uomo) ragno – al massimo possono condividerne una descrizione, affermando come conti l'esperienza diretta, personale.

Tali persone son considerati Maestri, Guru o saggi ma per quanto li frequentate, aderendo alle loro suggestioni e/o indicazioni, non potranno farvi andar al di là di voi stessi. Semplicemente perché non tornereste indietro... e quelli che son tornati non son andati... applicandolo a loro stessi...

Forse la questione del "chi siamo" se non è stata sinora risolta potrebbe non esserlo neppur in futuro, così vi propongo di lasciarla in sospeso e porvi la domanda di "dov'è quel chi siamo", considerato che pur senza conoscerci come vorremmo, tuttavia disponiamo di un certo margine d'azione.

Col tempo, riferito alla mia persona, l'impressione di trovarmi dentro a un corpo è andata crescendo così da permettermi di distinguere diversi operatori quando interagisco con gli altri, con me stesso e con me stesso in riferimento agli oggetti.

Quello che una volta appariva come un piccolo spazio (o un piccolo intervallo di tempo) dove si svolgeva la faccenda si è ampliato rivelando la simultanea presenza di un io (me) che agisco/reagisco, dell'osservatore di tutto il fenomeno... e di una traccia che ne guida il percorso e l'evoluzione. 
E naturalmente, alla base di tutto, di un corpo che sostiene l'intera esperienza.

Facendo ricorso ad una metafora è come l'apertura di un sipario, appaiono gli attori e le parti che recitano mentre qualcuno guarda lo spettacolo... ed è palese non si tratti di assoluta improvvisazione. 
Il teatro è il corpo.

Il corpo sostiene l'intero evento/fenomeno attraverso un flusso continuo di (scambio di) informazioni tra tutte le componenti coinvolte. Qualcosa, che ha un corrispettivo organico, funge da interfaccia e almeno al livello più immediato le informazioni assumono/hanno  la forma del linguaggio appreso.
 
La molteplicità degli operatori in gioco esclude il dualismo corpo-mente ma al momento non sento di escludere del tutto che la sensazione dell'esser presenti - quello che  Ryle ha chiamato il fantasma nella macchina, dandone una mera connotazione biologica - non possa, in particolari situazioni, condurre ad un soggetto al momento al di là della capacità di "misura" dei nostri strumenti (mentali).

Mi sono imbattuto nell'opera di Ryle e ne riporto qui sotto un estratto da Wiki:
 

La filosofia come cartografia

La filosofia tradizionale concepiva il compito del filosofo come lo studio degli oggetti mentali invece che fisici. Ryle sostenne che non era più possibile per i filosofi credere ciò. Invece di questo, Ryle osservò la tendenza dei filosofi ad investigare su oggetti la cui natura non era né fisica né mentale. Ryle pensava invece che "i problemi filosofici sono problemi di tipo particolare, non sono problemi ordinari riguardanti enti speciali".

Ryle propone l'analogia della filosofia come cartografia. Chi ha competenze in un certo linguaggio, secondo Ryle, sta a un filosofo come gli abitanti di un villaggio a un cartografo. Gli abitanti del villaggio hanno una certa competenza riguardo al proprio villaggio, conoscono abitanti e dintorni. Se venisse loro chiesto di consultare una mappa per desumerne lo stesso tipo di conoscenze, incontrerebbero problemi finché non riuscissero a correlare e tradurre le loro conoscenze pratiche in simboli cartografici. L'abitante del villaggio concepisce il villaggio in termini pratici e personali, mentre il cartografo lo concepisce in termini neutrali, pubblici e astratti.

Stilando una "mappa" delle parole e delle frasi contenute in determinate espressioni, i filosofi possono generare quelli che Ryle chiama "fili d'implicazione". In altre parole, ogni parola e frase di un'espressione contribuisce all'espressione in modo tale che, se le parole o frasi fossero mutate, l'espressione avrebbe un'implicazione diversa. Il filosofo deve mostrare le direzioni e i limiti dei diversi "fili d'implicazione" che un "concetto contribuisce alle espressioni in cui compare". Per mostrare ciò, deve "strattonare" i fili contigui, che, a loro volta, propagano gli "strattoni". La filosofia quindi indaga il significato di questi fili d'implicazione nelle espressioni in cui sono usati.
 

Mi piace l'analogia con la cartografia (e, per estensione, con la topologia che ancor più m'affascina) perché si confà al tema introduttivo di questo post e dell'intero topic, quel "dove siamo" dal quale riprenderò in seguito il discorso, avvalendomi delle squisite e preziose suggestioni (di Ryle) sopra riportate.
 
 

Una buona domenica a tutto il forum.
 

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 05 Marzo 2017, 17:40:35 PM
Per quel poco che ho letto su di lui, Ryle polemizza col dualismo cartesiano affermando che non c' è nessun "fantasma nella macchina", cioè nessuna coscienza soggettiva (costituita da quelli che oggi spesso vengono chiamati "qualia") nel cervello.
Sostiene cioè un monismo materialistico, per il quale esiste solo la materia, inclusi i cervelli, che sono costituiti da neuroni, assoni sinapsi, ecc., oltre ai quali non esiste (in più) alcuna coscienza.

Per parte mia mi permetto di sostenere che il ragionamento va rovesciato "da capo a piedi": trovo alquanto banale l' affermazione che non c' è nessun fantasma nella macchina perché molto semplicemente ed ovviamente lo esige la chiusura causale del mondo fisico.
Però ritengo che per comprendere il problema dei rapporti mente-cervello sia necessario rendersi conto che in realtà è la macchina (il cervello) ad essere nel fantasma (la coscienza, l' esperienza cosciente).

Nel cervello ci sono solo molecole, atomi, ecc., verissimo!

Ma dové il cervello?

Il cervello, con i suoi costituenti materiali di cui unicamente è fatto, fa parte del mondo materiale naturale intersoggettivamente constatabile e scientificamente conoscibile.
Bene. Ma questo mondo materiale naturale è per ciascuno di noi parte di ciò che accade nella propria esperienza fenomenica cosciente (altra parte essendo costituita dal mondo mentale: pensieri, ragionamenti, sentimenti, ricordi, concetti astratti, fantasie, ecc.).
Si tratta, tanto nel caso della materia quanto in quello del pensiero, di "fenomeni", apparenze, (insiemi e successioni di) sensazioni le quali sono reali unicamente in quanto tali, cioè se e quando accadono nell' ambito del flusso di eventi coscienti.
Se chiudo gli occhi lo schermo del computer qui davanti a me, cioè quel determinato insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori, non esiste più.
Se qualcosa continua realmente ad accadere, se qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro puntualmente lo schermo del computer ricomincia ad esistere nuovamente, allora questo qualcosa non può essere lo schermo del computer stesso, cioè quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori: (pretendere di) affermarlo sarebbe un' evidentissima, plateale autocontraddizione!
Sarebbe pretendere che esista qualcosa allorché tale cosa non esiste, che esista ciò che non esiste.
Se (come credo) qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro puntualmente lo schermo del computer (quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori) ricomincia ad esistere nuovamente, allora può soltanto trattarsi di qualcosa di "congetturabile" (dal greco e a la Kant "noumeno") e non affatto sensibile, costituito da sensazioni, apparente (dal greco e a la Kant "fenomeno").

Dunque non bisogna cercare presunti e del tutto ovviamente, banalmente inesistenti "fantasmi (la coscienza) nella macchina (il cervello)", ma casomai "la macchina (il cervello) nel fantasma (la coscienza)", accanto al pensiero (materia e pensiero essendo parimenti fenomeni facenti parte dell' esperienza cosciente, del "fantasma").
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 07 Marzo 2017, 21:37:24 PM
Benvenuto caro amico,
 
dopo qualche anno di frequentazione di questo forum mi si è formata la sensazione che almeno per certi argomenti e le spiegazioni che se ne danno e che conducono ben presto ad una  distanza tra gli interlocutori, questa dipenda in gran parte dal percorso conoscitivo (diverso) di ognuno che lo ha portato ad allontanarsi sempre più da un terreno culturale-linguistico comune al quale in linea di principio (tutti, chi più chi meno) apparteniamo.

Intendo quel minimo comun denominatore che a fronte (a volte) di un certo impegno permette di comprendere le argomentazioni poste (purché il proponente da parte sua s'impegni, quando possibile, in uno sforzo teso alla semplificazione...).

Con ciò non intendo assolutamente... né relativamente... esprimer giudizio sugli strumenti precipui delle discipline cui si riferiscono, siano filosofici, scientifici o altri. 
Ma mi par di rilevare, in sostanza, che le distanze, le incomprensioni siano sovente frutto di una mancanza d'elasticità (... son un esperto in elastici, nel caso...), financo d'immaginazione e per ultima... di fiducia, nel senso che l'obiettivo comune è metter alla prova il conosciuto per acquisire parte di quel che ancor non si conosce e non far confliggere diverse conoscenze qual materia e antimateria...

Detto ciò, nella prospettiva di cercar più quel che unisce, i punti in comune, rispetto a quelli divergenti, ti propongo una lettura integrata di una parte dei nostri interventi... confidando appunto nella tua immaginazione per superar le inevitabili discrasie (cattive mescolanze). 

Potrei far meglio ma lo scopo al momento è indicativo, non esaustivo e col tempo continueremo il discorso sugli altri punti.
 


corsivo nero Sgiombo; lineare blu Jean


 
Se chiudo gli occhi lo schermo del computer qui davanti a me, cioè quel determinato insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori, non esiste più.
Se qualcosa continua realmente ad accadere, se qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro

Facendo ricorso ad una metafora è come l'apertura di un sipario, appaiono gli attori e le parti che recitano mentre qualcuno guarda lo spettacolo...
Qualcosa, che ha un corrispettivo organico, funge da interfaccia e almeno al livello più immediato le informazioni assumono/hanno  la forma del linguaggio appreso
puntualmente lo schermo del computer ricomincia ad esistere nuovamente,
ed è palese non si tratti di assoluta improvvisazione
allora questo qualcosa non può essere lo schermo del computer stesso, cioè quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori: (pretendere di) affermarlo sarebbe un' evidentissima, plateale autocontraddizione!
Sarebbe pretendere che esista qualcosa allorché tale cosa non esiste, che esista ciò che non esiste.
Se (come credo) qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro

Il teatro è il corpo
puntualmente lo schermo del computer (quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori) ricomincia ad esistere nuovamente,
Il corpo sostiene l'intero evento/fenomeno
allora può soltanto trattarsi di qualcosa di "congetturabile" (dal greco e a la Kant "noumeno")
attraverso un flusso continuo di (scambio di) informazioni tra tutte le componenti coinvolte
e non affatto sensibile, costituito da sensazioni, apparente (dal greco e a la Kant "fenomeno").


 
un cordiale saluto
 

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 07 Marzo 2017, 23:23:48 PM
Citazione di: Jean il 07 Marzo 2017, 21:37:24 PM
Benvenuto caro amico,

dopo qualche anno di frequentazione di questo forum mi si è formata la sensazione che almeno per certi argomenti e le spiegazioni che se ne danno e che conducono ben presto ad una  distanza tra gli interlocutori, questa dipenda in gran parte dal percorso conoscitivo (diverso) di ognuno che lo ha portato ad allontanarsi sempre più da un terreno culturale-linguistico comune al quale in linea di principio (tutti, chi più chi meno) apparteniamo.

Intendo quel minimo comun denominatore che a fronte (a volte) di un certo impegno permette di comprendere le argomentazioni poste (purché il proponente da parte sua s'impegni, quando possibile, in uno sforzo teso alla semplificazione...).

Con ciò non intendo assolutamente... né relativamente... esprimer giudizio sugli strumenti precipui delle discipline cui si riferiscono, siano filosofici, scientifici o altri.
Ma mi par di rilevare, in sostanza, che le distanze, le incomprensioni siano sovente frutto di una mancanza d'elasticità (... son un esperto in elastici, nel caso...), financo d'immaginazione e per ultima... di fiducia, nel senso che l'obiettivo comune è metter alla prova il conosciuto per acquisire parte di quel che ancor non si conosce e non far confliggere diverse conoscenze qual materia e antimateria...

Detto ciò, nella prospettiva di cercar più quel che unisce, i punti in comune, rispetto a quelli divergenti, ti propongo una lettura integrata di una parte dei nostri interventi... confidando appunto nella tua immaginazione per superar le inevitabili discrasie (cattive mescolanze).  

Potrei far meglio ma lo scopo al momento è indicativo, non esaustivo e col tempo continueremo il discorso sugli altri punti.



corsivo nero Sgiombo; lineare blu Jean



Se chiudo gli occhi lo schermo del computer qui davanti a me, cioè quel determinato insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori, non esiste più.
Se qualcosa continua realmente ad accadere, se qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro

Facendo ricorso ad una metafora è come l'apertura di un sipario, appaiono gli attori e le parti che recitano mentre qualcuno guarda lo spettacolo...
Qualcosa, che ha un corrispettivo organico, funge da interfaccia e almeno al livello più immediato le informazioni assumono/hanno  la forma del linguaggio appreso
puntualmente lo schermo del computer ricomincia ad esistere nuovamente,
ed è palese non si tratti di assoluta improvvisazione
allora questo qualcosa non può essere lo schermo del computer stesso, cioè quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori: (pretendere di) affermarlo sarebbe un' evidentissima, plateale autocontraddizione!
Sarebbe pretendere che esista qualcosa allorché tale cosa non esiste, che esista ciò che non esiste.
Se (come credo) qualcosa continua ad esistere quando chiudo gli occhi (o li rivolgo altrove), così da spiegare come mai non appena li riapro

Il teatro è il corpo
puntualmente lo schermo del computer (quell' insieme di sensazioni visive complessivamente rettangolare, in parte bianco in parte nero in parte di altri colori) ricomincia ad esistere nuovamente,
Il corpo sostiene l'intero evento/fenomeno
allora può soltanto trattarsi di qualcosa di "congetturabile" (dal greco e a la Kant "noumeno")
attraverso un flusso continuo di (scambio di) informazioni tra tutte le componenti coinvolte
e non affatto sensibile, costituito da sensazioni, apparente (dal greco e a la Kant "fenomeno").



un cordiale saluto


Jean

CitazioneEffettivamente sono sempre stato considerato dai veri amici alquanto rigido nelle mie convinzioni (cosa che loro per lo più apprezzano più che disprezzare: mi voglio bene per quel che sono, un "originale", un anticonformista, un Donchisiotte o un Cirano: non per niente siamo tutti grandi ammiratori di Guccini).

Però scusami, ma proprio non riesco a condividere le metafore.

Dietro il sipario ci sono attori e scenografie fenomeniche (fatte di qualia: "macchie di varie forme di colori diversi) potenzialmente tali anche quando non vengono visti).
Invece "dietro" ai fenomeni, reali anche allorché i fenomeni non lo sono, non vi sono i fenomeni stessi (più autocontraddittorio di così!?!?!?), ma casomai "cose congetturabili" e non apparenti.

Inoltre nel corpo e in particolare nel cervello vi sono solo enti e/o eventi materiali: neuroni e cellule gliali, membrane, assoni, sinapsi, potenziali d' azione, eccitazioni e inibizioni trans-sinaptiche, a loro volta costituiti da molecole, atomi, particelle/onde subatomiche, campi di forza, ecc.).
Mi sembra evidentissimo che i "contenuti di coscienza" propri del "titolare del cervello", necessariamente coesistenti con e biunivocamente corrispondenti a gli eventi materiali (neurofisiologici; perfettamente riducibili a eventi fisici) che in esso accadono siano tutt' altra cosa: visioni di coloratissimi arcobaleni, sapori di ottimi manicaretti, musiche sublimi, ecc. e/o ragionamenti, ricordi, concetti, sentimenti, "stati d' animo, ecc.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 12 Marzo 2017, 21:53:42 PM
Concordo sull'incredibile complessità che caratterizza il cervello umano... work in progress, mai dire mai, infatti:

Scoperti in un cervello di topo tre neuroni di eccezionale lunghezza, uno dei quali ne percorre tutta la circonferenza, collegando aree cerebrali diverse. Secondo gli autori, un gruppo di neuroscienziati statunitensi che ha usato una tecnica che consente di seguire in dettaglio il percorso di singoli neuroni, il sottile strato di cellule da cui si dipartono, chiamato claustrum, potrebbe essere la sede della coscienza.

 

I contenuti di coscienza, come li chiami, son strettamente correlati/interconnessi  ai fenomeni accaduti e in corso...  ho iniziato a scrivere (fenomeno materiale) a causa del ricordo di te e del tuo post, presente e attivo nel flusso di eventi coscienti (tua definizione non molto diversa dalla mia: un flusso continuo di informazioni tra tutte le componenti coinvolte) e mentre lo faccio mi sovviene la visione del vegetariano a salsicce e cotechini, che mi induce uno stato d'animo leggero e umoristico...
 
... che metto da parte per dir come mi appare le questione (dell'uomo, addirittura):


 
Qui e ora se chiudo gli occhi scompare non solo lo schermo del computer ma tutta la stanza e quel che contiene.

Ma è poi vero? 
Differenti informazioni che non quelle visive continuano a giungermi, attraverso il senso del tatto e poi l'odore del luogo, il tepore... ecc.
La stanza e per estensione il mondo che mi circonda non ha soluzione di continuità, dove un senso si deve fermare un altro può subentrare.

Certo le informazioni visive son preponderanti ma anche un'informazione proveniente da un altro senso permette una sorta di "localizzazione" che mantiene presente in noi la conoscenza del "dove siamo": in questa stanza, in questa città...in questo tempo.

Se anche venissero meno tutti i sensi non cesserebbe il flusso del pensiero, fin che è in atto sostiene la consapevolezza di trovarsi in una stanza... all'interno del nostro universo.

Il pensiero ci giunge attraverso un passaggio, la "porta dell'io", (io) che si è formato e radicato in modo definitivo ad un certo punto del nostro sviluppo, intorno ai 5-6 anni.

Al di qua di quella porta, nel regno dell'io, siamo soggetti alla relatività, all'inferno secondo un modo di vedere le cose, mentre al di là di quella (sempre secondo un modo di vedere le cose) si trova l'assoluto... il paradiso (per altri il nirvana) di uno stato libero da quell'io, causa primaria del dolore (sempre secondo...).

La porta dell'io è l'interfaccia (poco diversa qualitativamente per ognuno e che ritengo abbia un corrispettivo organico) che permette il passaggio delle informazioni codificate nel flusso del pensiero.

Il flusso di pensiero non appartiene a nessuno in particolare, è un "unicum", un mare di informazioni, una sequenza in continuo "movimento" ed evoluzione.

Normalmente passano dalla porta dell'io (quella che Huxley chiama "valvola di riduzione") i pensieri (informazioni) che raggiungono un certo valore di soglia, ma particolari condizioni ambientali ed organiche possono restringerla o aprirla sin quasi al suo limite... oltre è altamente rischioso per il nostro organo recettore, il cervello.

Al pensiero che non raggiunge la soglia per varcare la porta dell'io non accade nulla, rimane nel flusso ed è l' inconscio.  

Questo, secondo la mia visione, è il fulcro di tutta la faccenda. Chiedersi "dove siamo" equivale a domandarsi da dove provenga il flusso del pensiero e che caratteristiche abbia. Nonché perché ci sia.

L'indagine che possiamo condurre al riguardo sarà del tutto al di qua di quella porta dell'io che in ultima è il carattere distintivo di ciò che siamo.

Ed inevitabilmente i contenuti della memoria - la traccia  delle informazioni giunteci, unite a quelle che abbiamo prodotto con le nostre azioni e con l'interazione col flusso del pensiero – conferiranno alla nostra indagine ogni tipo di "colore", di interpretazione...  

Come in una sorta di gioco vi son trappole... incubi da cui ci si vorrebbe liberare, paure d'ogni genere... insieme a rassicuranti luoghi di soggiorno e piaceri sino al massimo grado, tra cui quello della conoscenza.
Nel gioco vi è tutto il percorso dell'uomo dagli albori dei tempi che si amalgama ai contributi in divenire.

Quante persone possono ritrovare in se stesse un atteggiamento, un intento che li salvaguardi dall'aderire completamente ad una spiegazione e che gli permetta di affrontarne le sirene ben legati all'albero della loro nave, in balia dei flutti?

Tutto il percorso dell'uomo è egualmente valido ma anche egualmente relativo, perché scegliere interrompe il gioco... magari ritrovandosi contenti della propria rendita di posizione in Parco della Vittoria e Viale dei Giardini...

Ma considerare il relativo quale solo senso del gioco, saltabeccando qua e là dal pensiero debole alle variegate reazioni umane (ben forti, talora), ritrovandosi ad ignorare (a volte perché non si riesce a padroneggiarlo) il richiamo dell'assoluto e/o del trascendente che incontriamo in mille aspetti nella nostra vita (ad esempio ho chiesto una spiegazione degli ex voto...) può precluderci dall'esser toccati da un alito di vento scaturito dal nulla... per fortuna rimane l'arte e in ultima... l'amore.

Tuttavia siam tutti dentro un unico viaggio... apparteniamo al flusso del pensiero...
 

Un cordiale saluto
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 13 Marzo 2017, 07:09:35 AM
Trattando del tema dell'ALDILA', nel mio Topic DEL SUICIDIO, ho accennato ad un passo del FEDONE, che qui ritengo opportuno riportare per intero.
Lo ritengo cruciale, perchè, secondo me, può essere interpretato sia in modo prettamente "riduzionistico", sia in modo, per così dire "olistico" (o metafisico, se preferite); che sono, secondo me, perfettamente corretti e compatibili!
Se qui non avrò spazio per il mio commento, lo farò subito dopo nel mio successivo intervento.
Per adesso, leggete "molto" attentamente:
"<<Forse la tua impressione non è sbagliata,» ammise Socrate; «ad ogni modo, amico mio, dimmi cos'è precisamente che non ti ha soddisfatto.»
E Simmia risponde: «Vedi, il tuo ragionamento, a mio avviso, potrebbe andar benissimo anche per quel che riguarda un accordo musicale, poniamo, di una lira; la melodia, infatti, che nasce dalle corde di una lira ben accordata è invisibile, incorporea, stupendamente bella, addirittura divina, mentre la lira e le sue corde sono cose materiali, corpi, di natura terrena e mortale. Ora, ammettiamo che uno rompa la lira, spezzi e strappi via le corde, da quanto hai detto, si potrebbe sostenere che la melodia, lungi dal dissolversi, continui a sussistere, poiché sarebbe impossibile che la lira continui ad esistere anche con le corde spezzate, che sono di natura mortale e che la melodia, invece, che partecipa del divino e dell'immortale, si dissolva, consumandosi prima di ciò che è finito. E, anzi, bisognerebbe affermare che è l'armonia che continuerà a sussistere in qualche parte, mentre il legno e le corde imputridiranno assai prima che ad essa capiti qualcosa. E io credo, Socrate, che anche tu abbia visto che noi, sull'anima, pensiamo press'a poco qualcosa di questo genere: dato che il corpo è armonicamente regolato e sorretto dal caldo e dal freddo, dal secco e dall'umido e da altri fattori analoghi, anche la nostra anima è costituita dalla combinazione e dall'armonia di questi stessi elementi convenientemente e proporzionatamente fusi tra loro. Se, dunque, l'anima è armonia, è chiaro che quando il nostro corpo, per una malattia o per altri malanni, subisce un rilassamento o un'eccessiva tensione, anche l'anima, necessariamente, verrà distrutta benché sia, in sommo grado, di natura divina, come del resto tutte le altre forme di armonia, quelle cioè che sono nei suoni o in ogni altra espressione d'arte, mentre i resti del corpo umano durano più a lungo e fino a quando non vengono cremati o non si decompongono. Vedi un po' tu, ora, cosa c'è da obbiettare se si sostiene che l'anima, dato che è formata da quegli stessi elementi di cui è fatto il corpo, quando giunge la cosiddetta morte, sarà essa la prima a morire." (FEDONE XXXVI)
***
Orbene.
Approcciando il tema sotto il profilo RIDUZIONISTICO, non c'è dubbio che SIMMIA abbia ragione: ed infatti, una volta "distrutta" la LIRA, non c'è dubbio che, con quella, non potremo mai più, ed in nessun modo, suonare il NOTTURNO DI CHOPIN con le specifiche individuali caratteristiche armoniche delle corde di quella LIRA.
E' escluso!
Però, approcciando il tema sotto il profilo OLISTICO (o meglio, metafisico), non c'è dubbio che SIMMIA abbia torto: ed infatti, una volta "distrutta" quella specifica LIRA, non c'è dubbio alcuno che l'armonia del NOTTURNO DI CHOPIN non muore affatto con essa, ma continua ad esistere, "sub specie universale" ma tutt'altro che illusoria.
E' sicuro!
Chi vuole intendere, intenda! 
;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 13 Marzo 2017, 15:56:04 PM
Citazione di: Jean il 12 Marzo 2017, 21:53:42 PM
Concordo sull'incredibile complessità che caratterizza il cervello umano... work in progress, mai dire mai, infatti:

Scoperti in un cervello di topo tre neuroni di eccezionale lunghezza, uno dei quali ne percorre tutta la circonferenza, collegando aree cerebrali diverse. Secondo gli autori, un gruppo di neuroscienziati statunitensi che ha usato una tecnica che consente di seguire in dettaglio il percorso di singoli neuroni, il sottile strato di cellule da cui si dipartono, chiamato claustrum, potrebbe essere la sede della coscienza.



I contenuti di coscienza, come li chiami, son strettamente correlati/interconnessi  ai fenomeni accaduti e in corso...  ho iniziato a scrivere (fenomeno materiale) a causa del ricordo di te e del tuo post, presente e attivo nel flusso di eventi coscienti (tua definizione non molto diversa dalla mia: un flusso continuo di informazioni tra tutte le componenti coinvolte) e mentre lo faccio mi sovviene la visione del vegetariano a salsicce e cotechini, che mi induce uno stato d'animo leggero e umoristico...

... che metto da parte per dir come mi appare le questione (dell'uomo, addirittura):



Qui e ora se chiudo gli occhi scompare non solo lo schermo del computer ma tutta la stanza e quel che contiene.

Ma è poi vero?
Differenti informazioni che non quelle visive continuano a giungermi, attraverso il senso del tatto e poi l'odore del luogo, il tepore... ecc.
La stanza e per estensione il mondo che mi circonda non ha soluzione di continuità, dove un senso si deve fermare un altro può subentrare.

Certo le informazioni visive son preponderanti ma anche un'informazione proveniente da un altro senso permette una sorta di "localizzazione" che mantiene presente in noi la conoscenza del "dove siamo": in questa stanza, in questa città...in questo tempo.

Se anche venissero meno tutti i sensi non cesserebbe il flusso del pensiero, fin che è in atto sostiene la consapevolezza di trovarsi in una stanza... all'interno del nostro universo.

Il pensiero ci giunge attraverso un passaggio, la "porta dell'io", (io) che si è formato e radicato in modo definitivo ad un certo punto del nostro sviluppo, intorno ai 5-6 anni.

Al di qua di quella porta, nel regno dell'io, siamo soggetti alla relatività, all'inferno secondo un modo di vedere le cose, mentre al di là di quella (sempre secondo un modo di vedere le cose) si trova l'assoluto... il paradiso (per altri il nirvana) di uno stato libero da quell'io, causa primaria del dolore (sempre secondo...).

La porta dell'io è l'interfaccia (poco diversa qualitativamente per ognuno e che ritengo abbia un corrispettivo organico) che permette il passaggio delle informazioni codificate nel flusso del pensiero.

Il flusso di pensiero non appartiene a nessuno in particolare, è un "unicum", un mare di informazioni, una sequenza in continuo "movimento" ed evoluzione.

Normalmente passano dalla porta dell'io (quella che Huxley chiama "valvola di riduzione") i pensieri (informazioni) che raggiungono un certo valore di soglia, ma particolari condizioni ambientali ed organiche possono restringerla o aprirla sin quasi al suo limite... oltre è altamente rischioso per il nostro organo recettore, il cervello.

Al pensiero che non raggiunge la soglia per varcare la porta dell'io non accade nulla, rimane nel flusso ed è l' inconscio.  

Questo, secondo la mia visione, è il fulcro di tutta la faccenda. Chiedersi "dove siamo" equivale a domandarsi da dove provenga il flusso del pensiero e che caratteristiche abbia. Nonché perché ci sia.

L'indagine che possiamo condurre al riguardo sarà del tutto al di qua di quella porta dell'io che in ultima è il carattere distintivo di ciò che siamo.

Ed inevitabilmente i contenuti della memoria - la traccia  delle informazioni giunteci, unite a quelle che abbiamo prodotto con le nostre azioni e con l'interazione col flusso del pensiero – conferiranno alla nostra indagine ogni tipo di "colore", di interpretazione...  

Come in una sorta di gioco vi son trappole... incubi da cui ci si vorrebbe liberare, paure d'ogni genere... insieme a rassicuranti luoghi di soggiorno e piaceri sino al massimo grado, tra cui quello della conoscenza.
Nel gioco vi è tutto il percorso dell'uomo dagli albori dei tempi che si amalgama ai contributi in divenire.

Quante persone possono ritrovare in se stesse un atteggiamento, un intento che li salvaguardi dall'aderire completamente ad una spiegazione e che gli permetta di affrontarne le sirene ben legati all'albero della loro nave, in balia dei flutti?

Tutto il percorso dell'uomo è egualmente valido ma anche egualmente relativo, perché scegliere interrompe il gioco... magari ritrovandosi contenti della propria rendita di posizione in Parco della Vittoria e Viale dei Giardini...

Ma considerare il relativo quale solo senso del gioco, saltabeccando qua e là dal pensiero debole alle variegate reazioni umane (ben forti, talora), ritrovandosi ad ignorare (a volte perché non si riesce a padroneggiarlo) il richiamo dell'assoluto e/o del trascendente che incontriamo in mille aspetti nella nostra vita (ad esempio ho chiesto una spiegazione degli ex voto...) può precluderci dall'esser toccati da un alito di vento scaturito dal nulla... per fortuna rimane l'arte e in ultima... l'amore.

Tuttavia siam tutti dentro un unico viaggio... apparteniamo al flusso del pensiero...


Un cordiale saluto
Jean
CitazioneI contenuti di coscienza, come li chiamo, sono puramente e semplicemente fenomeni in corso strettamente correlati/interconnessi ad altri fenomeni accaduti in precedenza (e verosimilmente ad altri che accadranno in futuro; purtroppo non per sempre).


Naturalmente si può essere dualisti e non essere monisti materialisti anche senza essere vegani né vegetariani autentici ma solo "a salsicce e cotechini" (che non vuol dire "ontologicamente materialisti"! Ti ringrazio per la simpatia con cui hai accolto questa mia battuta!).


Se oltre a chiudere gli occhi chiudo anche le orecchie o, meglio ancora se il mio corpo e in particolare il mio cervello (materiale fenomenico) è altrove (nell' ambito delle esperienze fenomeniche che lo vedono-sentono o pensano-immaginano), allora il computer e tutta la stanza non ci sono più in quanto tali (insiemi-successioni di sensazioni o di qualia); e se dormo, meglio se senza sognare, non c' è più nemmeno il resto del mondo fenomenico (=fatto di -costituito da- sensazioni).
E se in tali circostanze qualcosa ancora c' è, a spiegare che se mi sveglio ricominciano ad esistere fenomeni mentali e materiali (a seconda dei casi il computer e tutta la stanza o altro, o il resto del mondo), allora non posso dire, senza palesemente contraddirmi, che si tratta di (insiemi-successioni di sensazioni o di qualia; che in tali circostanze non ci sono): si tratta di qualcosa di non sensibile o apparente (non fenomeni) ma di meramente congetturabile (noumeno).


E se anche venissero meno tutti i sensi ma non cessasse il flusso del pensiero, questo fin che fosse in atto non potrebbe sostenere la consapevolezza di trovarsi in una stanza... all'interno del nostro universo se non per deduzione dalle precedenti sensazioni materiali e rispettivi ricordi; senza i quali il flusso del pensiero non avrebbe dove collocare il mio corpo e in particolare cervello (collocabili comunque nell' ambito di un universo fenomenico cosciente: il cervello è nella coscienza, non la coscienza nel cervello, che contiene solo neuroni, assoni, ecc. in quanto "contenuti di coscienza immediatamente esperiti -almeno in teoria o potenzialmente- oppure -di fatto solitamente- immaginati, dedotti, calcolati da altri contenuti di coscienza immediatamente esperiti).


Circa le considerazioni sulla porta dell' io, il relativo/inferno e l' assoluto/paradiso sono costretto a dire che non ti comprendo.
Il flusso del pensiero semplicemente lo esperisco (o almeno mi sembra di esperirlo).
All' "inconscio" non so dare altro significato che quell' insieme (probabilmente prevalente) di eventi neurofisiologici cerebrali (fenomenici nell' ambito delle esperienze fenomeniche di "osservatori"; direttamente percepiti o indirettamente dedotti-calcolati da eventi fenomenici direttamente percepiti) che non corrispondono a eventi fenomenici di coscienza (consapevoli), ma ai quali si alternano fisicamente, in una concatenazione deterministica, altri eventi neurofisiologici che necessariamente corrispondono a determinati "contenuti" fenomenici (mentali o anche materiali) nell' ambito di determinate esperienze fenomeniche coscienti (una certa, determinata per ciascun cervello vivo e funzionante; cioè non in coma irreversibile).


Secondo me ognuno di noi vive una certa determinata esperienza fenomenica cosciente (con componenti materiali e componenti mentali); tutto ciò che esperiamo è "contenuto", compreso in essa, ne fa parte (compresi i cervelli, compreso il "nostro proprio" corpo e il "nostro proprio" cervello: e non è invece la coscienza, pensiero compreso, ad essere nel cervello! Nel cervello ci sono solo neuroni, assoni, ecc.).
Possiamo chiederci non "dove siamo" (chi?) ma dove è il nostro corpo e in particolare il nostro cervello nell' ambito della nostra esperienza fenomenica cosciente (o ciò che vi corrisponde biunivocamente -intersoggettivamente- nell' ambito di altre esperienze coscienti); nostro cervello a determinati eventi neurofisiologici nell' ambito del quale corrisponde biunivocamente -ma non vi si identifica affatto!- la nostra esperienza cosciente e viceversa.


Personalmente credo, senza falsa modestia, di non aver paura di nessuna verità: educato in una famiglia credente – praticante, quando ho cominciato a "ragionare con la mia testa" (spero di aver evidenziato adeguatamente le virgolette) sono diventato ateo non credente in alcuna provvidenza, "leopardiano" per qualche tempo, e poi credo di aver superato qualsiasi rammarico per il mio esistere "insensato": non credo di aver bisogno di alcuna "sirena consolatoria per i flutti dei quali sono in balia" perché le mie credenze non monistiche materialistiche non sono minimamente "soprannaturalistiche" (casomai letteralmente -e in parte- "preternaturalistiche", alla latina, o "metafisiche", alla greca).


I "contenti della propria rendita di posizione in Parco della Vittoria e Viale dei Giardini..." francamente sono metafore che non riesco proprio a tradurre in linguaggio letterale e dunque a comprendere: la mia visione non è monistica materialistica, ma non per questo non è del tutto naturalistica e "disincantata".
Lo stesso dicasi per le ultime parole:
Ma considerare il relativo quale solo senso del gioco, saltabeccando qua e là dal pensiero debole alle variegate reazioni umane (ben forti, talora), ritrovandosi ad ignorare (a volte perché non si riesce a padroneggiarlo) il richiamo dell'assoluto e/o del trascendente che incontriamo in mille aspetti nella nostra vita (ad esempio ho chiesto una spiegazione degli ex voto...) può precluderci dall'esser toccati da un alito di vento scaturito dal nulla... per fortuna rimane l'arte e in ultima... l'amore.

Tuttavia siam tutti dentro un unico viaggio... apparteniamo al flusso del pensiero...


Ricambio di tutto cuore il saluto.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 27 Marzo 2017, 21:27:25 PM
Citazione di: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 05:52:42 AMA mio parere, invero, sarebbe alquanto incongruo e contraddittorio, sostenere che, sparendo (sia pur provvisoriamente) il nostro "io" durante un intervento anestetico, esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.
"Non sequitur"!
Non è possibile.
Se un disco rigato o incrinato non manda più musica..."a fortiori" non la può mandare uno completamente rotto o bruciato.
Il che, peraltro, non significa che dopo la morte non ci sarà più nulla; secondo me, ci sarà quello che c'era anche prima...il mare al posto delle onde.
Cioè, il mare dell'Essere, in cui vengono riassorbite le onde delle singole personalità individuali.
- Durante un intervento anestetico il nostro io non sparisce ma si separa dal corpo fisico, in alcuni casi mantenendo la coscienza: sono innumerevoli i casi di obe durante operazioni chirurgiche.
- Una radio rotta non manda più musica, ma la musica non è prodotta dalla radio, la quale si limita a riprodurla.
- Di essere riassorbito nel mare dell'Essere (anche se con la e maiuscola) al mio io non gliene importa nulla: tanto valeva non esserne mai uscito (per non dire di quelli che ne sono usciti male).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 12:28:51 PM
Citazione di: lorenzo il 27 Marzo 2017, 21:27:25 PM
Citazione di: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 05:52:42 AMA mio parere, invero, sarebbe alquanto incongruo e contraddittorio, sostenere che, sparendo (sia pur provvisoriamente) il nostro "io" durante un intervento anestetico, esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte.
"Non sequitur"!
Non è possibile.
Se un disco rigato o incrinato non manda più musica..."a fortiori" non la può mandare uno completamente rotto o bruciato.
Il che, peraltro, non significa che dopo la morte non ci sarà più nulla; secondo me, ci sarà quello che c'era anche prima...il mare al posto delle onde.
Cioè, il mare dell'Essere, in cui vengono riassorbite le onde delle singole personalità individuali.
- Durante un intervento anestetico il nostro io non sparisce ma si separa dal corpo fisico, in alcuni casi mantenendo la coscienza: sono innumerevoli i casi di obe durante operazioni chirurgiche.
- Una radio rotta non manda più musica, ma la musica non è prodotta dalla radio, la quale si limita a riprodurla.
- Di essere riassorbito nel mare dell'Essere (anche se con la e maiuscola) al mio io non gliene importa nulla: tanto valeva non esserne mai uscito (per non dire di quelli che ne sono usciti male).

Riguardo alle tue considerazioni osservo quanto segue:
1)
- Durante un intervento anestetico il nostro io non sparisce ma si separa dal corpo fisico, in alcuni casi mantenendo la coscienza: sono innumerevoli i casi di obe durante operazioni chirurgiche.
Che roba è? ???
Forse ti riferisci a quei "disturbi della coscienza dell'Io", ben conosciuti in medicina, che vanno sotto il nome di "depersonalizzazione", e che inducono un soggetto a vivere una condizione di distacco dalla propria realtà. 
Essi si dividono, a seconda della sensazione di estraneità, in:
- "depersonalizzazione autopsichica", nella quale un individuo percepisce le proprie azioni come estranee e non appartenenti a sé. 
- "depersonalizzazione somatopsichica", nella quale un soggetto vive il proprio corpo come distaccato e lontano da sé;
- "depersonalizzazione allopsichica", ossia una condizione in cui è l'ambiente a essere percepito come estraneo. 
La sensazione di avere visitato un luogo sconosciuto e lontano dal corpo, che forse è l'OBE di cui parli tu, non è altro che l'espressione di quest'ultima forma; la letteratura clinica evidenzia che tali disturbi sono frequenti in particolari stati di affaticamento emotivo, oppure in alterazioni organiche conseguenti a lesioni del lobo temporale, nei prodromi dell'epilessia, nelle intossicazioni da LSD o mescalina, nelle psicosi schizofreniche o depressive e infine, nelle nevrosi isteriche e in connessione con le "anestesie" totali.
Ciò che si osserva durante le OBE, dunque, appare non essere altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello.
Tutto qui!
Quanto a me, ti garantisco che il mio IO, durante le (troppe) anestesie che ho subito, NON ERA DA NESSUNA PARTE; era semplicemente ASSENTE!
Ma ammetto di avere un "io" molto pigro, che, forse, non se l'è sentita di svolazzare per la sala operatoria :D
2)
- Una radio rotta non manda più musica, ma la musica non è prodotta dalla radio, la quale si limita a riprodurla.-
Non sono d'accordo con il tuo esempio, perchè, se vogliamo restare all'esempio della radio, il nostro cervello è una "trasmittente", non una "ricevente"; ed infatti, col "neuroimaging" (e non solo) è verificabile sperimentalmente che i nostri pensieri, memorie e sentimenti sono prodotti da specifiche e individuali  attività cerebrali "in loco", e non "ricevute" da misteriose trasmittenti dislocate al di fuori della nostra scatola cranica!
Rotta definitivamente questa: FINE DELLE TRASMISSIONI, SIGNORE E SIGNORI, BUONASERA :D
3)
- Di essere riassorbito nel mare dell'Essere (anche se con la e maiuscola) al mio "io" non gliene importa nulla: tanto valeva non esserne mai uscito (per non dire di quelli che ne sono usciti male).
Su questo sono perfettamente d'accordo, sottoscrivo parola per parola quello che hai scritto; se ti identifichi con il tuo "Io" particolare, infatti, è esattamente così (come sopra da me argomentato)!
Ma, allo stesso modo, al mio "SE'" universale, " non gliene importa nulla del mio "IO" particolare; ciò non toglie, però, che esso sia più "ME" del mio piccolo "IO".
Quando l'onda si appiattisce nell'acqua, perde sicuramente la sua differenza specifica, ma non il suo genere prossimo; mare era prima, e mare torna ad essere dopo...non nasce e non muore!
Ma questo è un discorso molto più ampio, che non si può affrontare qui; e, comunque,  si tratta di cose NON dimostrabili "logicamente", ma, forse, solo in modo per così dire "sperimentale", sia pure a livello "soggettivo" (Berkeley era un "empirista"), che, in quanto tale, è perfettamente contestabile.
:)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 29 Marzo 2017, 13:16:34 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 12:28:51 PM
Citazione di: lorenzo il 27 Marzo 2017, 21:27:25 PM
Citazione di: Eutidemo il 06 Maggio 2016, 05:52:42 AMA mio parere, invero, sarebbe alquanto incongruo e contraddittorio, sostenere che, sparendo (sia pur provvisoriamente) il nostro "io" durante un intervento anestetico, esso, invece, dovrebbe essere presente e cosciente dopo il ben più drastico "intervento anestetico" della morte. "Non sequitur"! Non è possibile. Se un disco rigato o incrinato non manda più musica..."a fortiori" non la può mandare uno completamente rotto o bruciato. Il che, peraltro, non significa che dopo la morte non ci sarà più nulla; secondo me, ci sarà quello che c'era anche prima...il mare al posto delle onde. Cioè, il mare dell'Essere, in cui vengono riassorbite le onde delle singole personalità individuali.
- Durante un intervento anestetico il nostro io non sparisce ma si separa dal corpo fisico, in alcuni casi mantenendo la coscienza: sono innumerevoli i casi di obe durante operazioni chirurgiche. - Una radio rotta non manda più musica, ma la musica non è prodotta dalla radio, la quale si limita a riprodurla. - Di essere riassorbito nel mare dell'Essere (anche se con la e maiuscola) al mio io non gliene importa nulla: tanto valeva non esserne mai uscito (per non dire di quelli che ne sono usciti male).
Riguardo alle tue considerazioni osservo quanto segue: 1) - Durante un intervento anestetico il nostro io non sparisce ma si separa dal corpo fisico, in alcuni casi mantenendo la coscienza: sono innumerevoli i casi di obe durante operazioni chirurgiche. Che roba è? ??? Forse ti riferisci a quei "disturbi della coscienza dell'Io", ben conosciuti in medicina, che vanno sotto il nome di "depersonalizzazione", e che inducono un soggetto a vivere una condizione di distacco dalla propria realtà. Essi si dividono, a seconda della sensazione di estraneità, in: - "depersonalizzazione autopsichica", nella quale un individuo percepisce le proprie azioni come estranee e non appartenenti a sé. - "depersonalizzazione somatopsichica", nella quale un soggetto vive il proprio corpo come distaccato e lontano da sé; - "depersonalizzazione allopsichica", ossia una condizione in cui è l'ambiente a essere percepito come estraneo. La sensazione di avere visitato un luogo sconosciuto e lontano dal corpo, che forse è l'OBE di cui parli tu, non è altro che l'espressione di quest'ultima forma; la letteratura clinica evidenzia che tali disturbi sono frequenti in particolari stati di affaticamento emotivo, oppure in alterazioni organiche conseguenti a lesioni del lobo temporale, nei prodromi dell'epilessia, nelle intossicazioni da LSD o mescalina, nelle psicosi schizofreniche o depressive e infine, nelle nevrosi isteriche e in connessione con le "anestesie" totali. Ciò che si osserva durante le OBE, dunque, appare non essere altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello. Tutto qui! Quanto a me, ti garantisco che il mio IO, durante le (troppe) anestesie che ho subito, NON ERA DA NESSUNA PARTE; era semplicemente ASSENTE! Ma ammetto di avere un "io" molto pigro, che, forse, non se l'è sentita di svolazzare per la sala operatoria :D 2) - Una radio rotta non manda più musica, ma la musica non è prodotta dalla radio, la quale si limita a riprodurla.- Non sono d'accordo con il tuo esempio, perchè, se vogliamo restare all'esempio della radio, il nostro cervello è una "trasmittente", non una "ricevente"; ed infatti, col "neuroimaging" (e non solo) è verificabile sperimentalmente che i nostri pensieri, memorie e sentimenti sono prodotti da specifiche e individuali attività cerebrali "in loco", e non "ricevute" da misteriose trasmittenti dislocate al di fuori della nostra scatola cranica! Rotta definitivamente questa: FINE DELLE TRASMISSIONI, SIGNORE E SIGNORI, BUONASERA :D 3) - Di essere riassorbito nel mare dell'Essere (anche se con la e maiuscola) al mio "io" non gliene importa nulla: tanto valeva non esserne mai uscito (per non dire di quelli che ne sono usciti male). Su questo sono perfettamente d'accordo, sottoscrivo parola per parola quello che hai scritto; se ti identifichi con il tuo "Io" particolare, infatti, è esattamente così (come sopra da me argomentato)! Ma, allo stesso modo, al mio "SE'" universale, " non gliene importa nulla del mio "IO" particolare; ciò non toglie, però, che esso sia più "ME" del mio piccolo "IO". Quando l'onda si appiattisce nell'acqua, perde sicuramente la sua differenza specifica, ma non il suo genere prossimo; mare era prima, e mare torna ad essere dopo...non nasce e non muore! Ma questo è un discorso molto più ampio, che non si può affrontare qui; e, comunque, si tratta di cose NON dimostrabili "logicamente", ma, forse, solo in modo per così dire "sperimentale", sia pure a livello "soggettivo" (Berkeley era un "empirista"), che, in quanto tale, è perfettamente contestabile. :)

Caro Eutidemo,
se avessi svolazzato fuori dal tuo corpo tante volte quante l'ho fatto io fino ai 14 -15 anni  ( e occasionalmente oltre...) non saresti così sicuro di spiegare tutto razionalmente. Infatti io non era sotto anestetico, non usavo droghe pesanti da piccolo, non ero isterico o depresso e non avevo lesioni cerebrali, ecc. Ero un comunissimo bambino un pò graciletto e con problemi agli occhi che si 'divertiva' ( ma ti assicuro che non è per niente divertente, anzi ...è la paura e il terrore che si prova...) a prendere spesso la strada del soffitto , piuttosto che quella del pavimento... ;D
Sulle "obe" non ci sono ancora tesi scientifiche valide, solo ipotesi...Ti invito , se ti interessa, a leggere un vecchio topic , nella sezione Percorsi ed esperienze, dove io e un'altra utente con queste esperienze ne parliamo ( anche in modo  leggero...).
Comunque se cerchi obe su Google troverari molte cose interessanti e , purtroppo ( o per fortuna...), solo molte ipotesi. Di certo, allo stato attuale, non c'è assolutamente nulla a riguardo...potrebbero addirittura essere quello che sembrano essere...cioè dei semplici svolazzamenti fuori dal corpo da parte della coscienza... ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PM
Caro Sariputra,
non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente"  svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio.
***
Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo.
In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica).
Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[
***
Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere.
Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico.
Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato).
Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii).
Mah!
Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire".
E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa!
***
Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due:
- o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina;
- ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico).
Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate.

NOTE
Per chi è interessato all'argomento:
Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991)
Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999).
Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa).
Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983.
Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993.
De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45.
Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991.
Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17.
Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 29 Marzo 2017, 15:40:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PMCaro Sariputra, non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente" svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio. *** Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo. In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica). Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[ *** Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere. Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico. Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato). Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii). Mah! Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa! *** Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due: - o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina; - ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico). Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate. NOTE Per chi è interessato all'argomento: Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991) Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999). Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa). Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983. Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993. De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17. Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.

Ah..ma io non ho mica detto che ho svolazzato veramente fuori dal mio corpo...ho detto che ho fatto l'esperienza di svolazzare fuori dal mio corpo, che è diverso. Infatti, come ho già scritto nell'altro topic, io non ho tratto nessuna conclusione dal fatto. So che ho vissuto il fatto e , a differenza di te, senza nessun problema medico o farmaci vari in atto...Tra l'altro, da quel che riporti, le mie erano svolazzate molte più precise e importanti ( passavo di stanza in stanza, di scala in scala, ecc.)e le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. Poi, visto che riuscivo a percepire le discussioni che avvenivano in altra stanza origliandole da sotto il soffitto, mettevo in imbarazzo i miei quando le riportavo ( ero un pò buffone già allora... ;D ).
Tu credi che non siano vere per paura che mettano in difficoltà la tua visione razionale del mondo ?... E che significa? Potrebbe benissimo essere che noi abbiamo una visione limitata della realtà...
Se no mi diventi un integralista come qualcun altro... ;D
"Normale", "paranormale"...che diavolo significa?... ???

P.S. Tra i tuoi categorici punti di vista: O rientrano in fenomeni spiegabili dal punto di vista medico , o sono trucchi e fantasie di mitomani in cattiva fede, permettimi di esprimermi la terza posizione: Non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni ( a meno che tu non intenda che sono in cattiva fede... >:( ).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Garbino il 29 Marzo 2017, 16:50:30 PM
Al di là dell' aldilà.

Eccomi qui caro Jean a contraccambiare la tua visita dalle mie parti. Sinceramente il post mi aveva incuriosito e l' ho anche seguito, non del tutto, ma l' ho seguito. Se ho desistito dalla voglia di rispondere è proprio perché non ti conoscevo e non sapendo con chi avevo a che fare avevo il timore di offenderti.

Non so cosa ne uscirà fuori ma spero di poter dare un piccolo contributo alla discussione. Piccolo perché già parlare di aldilà mi suscita un sorriso un po' ironico visto e considerato che non ho la minima sensazione che un tale luogo possa esistere. Ma al tempo stesso cerco quasi sempre, almeno che non sia provocato, di rispettare al massimo il pensiero e la fede altrui perché ciascuno ha un rapporto molto viscerale con ciò che crede irrazionalmente. 


Proprio ieri mi sono imbattuto in una coppia di giovani testimoni di Geova molto preparati e temo anche convinti di far un solo boccone del sottoscritto. Naturalmente la situazione l' ho resa da subito molto difficile per loro e non sono più riusciti a venirne a capo.

Ma torniamo dall' aldilà e parliamo dell' aldiquà. Infatti sempre ieri ho ottenuto una grande soddisfazione per ridimensionare uno dei minotauri del mio abisso. Un minotauro tosto, con cui ho dovuto fronteggiarmi a lungo. Non l' ho ancora propriamente sconfitto, ma sono dell' opinione di aver fatto un passo importante. Per molti versi quello è il mio aldilà. Il luogo oltre me stesso, ma che appartiene al mio inconscio. Anche se non so assolutamente spiegare l' effetto del vivere se non come una presenza cosciente quanto mai variegata e frantumata, e che, sempre a mio avviso, solo parzialmente rappresenta il seguito di un differente presente. 

Le uniche costanti le attribuisco ai miei dati genetici che determinano una certa linearità di carattere, e soprattutto di incapacità ad evitare di ricadere in vecchi errori, anche se provo un piacere enorme nel soddisfarli. E quando una cosa piace ed è desiderata, se si prova piacere a volte anche nella sofferenza, significa non solo che è molto difficile cambiare, tanto che inorridisco quando qualcuno afferma che è cambiato, perché o si ci trova al cospetto di un mostro, oppure quasi sempre a menzogne ritenute veritiere o a balle colossali, ma anche appunto che la caratteristica preponderante nell' uomo è la menzogna.

Garbino Vento di Tempesta.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 29 Marzo 2017, 17:21:34 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 15:40:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PMCaro Sariputra, non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente" svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio. *** Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo. In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica). Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[ *** Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere. Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico. Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato). Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii). Mah! Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa! *** Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due: - o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina; - ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico). Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate. NOTE Per chi è interessato all'argomento: Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991) Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999). Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa). Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983. Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993. De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17. Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.

Ah..ma io non ho mica detto che ho svolazzato veramente fuori dal mio corpo...ho detto che ho fatto l'esperienza di svolazzare fuori dal mio corpo, che è diverso. Infatti, come ho già scritto nell'altro topic, io non ho tratto nessuna conclusione dal fatto. So che ho vissuto il fatto e , a differenza di te, senza nessun problema medico o farmaci vari in atto...Tra l'altro, da quel che riporti, le mie erano svolazzate molte più precise e importanti ( passavo di stanza in stanza, di scala in scala, ecc.)e le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. Poi, visto che riuscivo a percepire le discussioni che avvenivano in altra stanza origliandole da sotto il soffitto, mettevo in imbarazzo i miei quando le riportavo ( ero un pò buffone già allora... ;D ).
Tu credi che non siano vere per paura che mettano in difficoltà la tua visione razionale del mondo ?... E che significa? Potrebbe benissimo essere che noi abbiamo una visione limitata della realtà...
Se no mi diventi un integralista come qualcun altro... ;D
"Normale", "paranormale"...che diavolo significa?... ???

P.S. Tra i tuoi categorici punti di vista: O rientrano in fenomeni spiegabili dal punto di vista medico , o sono trucchi e fantasie di mitomani in cattiva fede, permettimi di esprimermi la terza posizione: Non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni ( a meno che tu non intenda che sono in cattiva fede... >:( ).
Non ho trovato il topic dove le descrivi, ma in ogni caso si trattava di casa tua a quanto pare e dei dintorni. A me non sembra ci sia nulla di irrazionale o inspiegabile, erano tutti ambienti che conoscevi e potevi ricostruire mentalmente, e che io sappia l'udito può essere amplificato (non consciamente) se si isola dagli altri stimoli e dai "rumori di fondo", penso si possa fare anche con la vista. So che non hai usato la parola "miracolo" ma il concetto è lo stesso, miracolo non è tirare un dado 100 volte e fare 100 volte 6, miracolo è tirare un dado una volta e fare 7. Se avessi portato il tuo corpo in posti che non conoscevi e ascoltato conversazioni che sotto nessuno sforzo potevi sentire (chessò, un appartamento a new york) allora si che avremmo seriamente qualcosa di inspiegabile. Purtroppo, cosi come per le NDE, si tratta di esperienze che si possono considerare improbabili, non impossibili. In particolare alcuni dettagli ricorrenti delle NDE le rendono facilmente spiegabili, come il famoso "tunnel con la luce bianca", non c'è spiegazione più chiara che possa dimostrare si tratti di allucinazione visiva.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 29 Marzo 2017, 18:27:29 PM
I casi di obe sono talmente tanti che non ritengo metta pena discuterne, chi vuole può documentarsi (nessuno parla di miracoli, esistono addirrittura scuole che insegnao a fare i viaggi fuori dal corpo). Citare il cicap è come farsi spiegare la Genesi da un ateo.
Che il mio Io (o Sè, o anima o spirito o come lo si vuole chiamare) torni nell'indistinto o si annulli nel mare dell'essere... non me ne frega una cippa. Questo mare lascia i bambini giocare sulla spiaggia, fare buche pupazzi e castelli, poi arriva l'alta marea e scompare tutto, bimbi compresi. Bella roba!
Ma "Scompare la differenza specifica e si conserva il genere prossimo"!
No, polvere ero e polvere ritornerò, ma solo col mio corpo!
Il mio piccolo io può evolversi fino a lambire il sè universale, ma non scompare la consapevolezza di essere io.
"Non più io ma Cristo in me": c'è comunque qualcosa che mi fa dire "me".
Citazioneil nostro cervello è una "trasmittente", non una "ricevente"; ed infatti, col "neuroimaging" (e non solo) è verificabile sperimentalmente che i nostri pensieri, memorie e sentimenti sono prodotti da specifiche e individuali attività cerebrali "in loco", e non "ricevute" da misteriose trasmittenti dislocate al di fuori della nostra scatola cranica! Rotta definitivamente questa: FINE DELLE TRASMISSIONI, SIGNORE E SIGNORI, BUONASERA
Diceva grande scienziato tedesco: Pulci sentire con gambe! Io togliere gamba a pulce e dire "salta" e lei saltare, togliere due gambe dire salta e lei saltare... togliere tutte gambe dire salta e pulce non saltare!
Le attività cerebrali segnalano qualcosa che sta avvenendo, non lo producono: io sto scrivendo perché batto i tasti di una tastiera, la mia volontà di scrivere si serve della tastiera, rotta tastiera fine delle trasmissioni, più nessun testo ma questo non lo "produce" quella.
Il teorema di Pitagora (o, se si vuole, la comprensione del) non lo produce il movimento dei neuroni.
Un saluto a tutti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 29 Marzo 2017, 19:00:11 PM
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2017, 17:21:34 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 15:40:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PMCaro Sariputra, non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente" svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio. *** Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo. In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica). Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[ *** Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere. Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico. Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato). Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii). Mah! Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa! *** Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due: - o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina; - ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico). Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate. NOTE Per chi è interessato all'argomento: Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991) Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999). Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa). Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983. Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993. De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17. Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.
Ah..ma io non ho mica detto che ho svolazzato veramente fuori dal mio corpo...ho detto che ho fatto l'esperienza di svolazzare fuori dal mio corpo, che è diverso. Infatti, come ho già scritto nell'altro topic, io non ho tratto nessuna conclusione dal fatto. So che ho vissuto il fatto e , a differenza di te, senza nessun problema medico o farmaci vari in atto...Tra l'altro, da quel che riporti, le mie erano svolazzate molte più precise e importanti ( passavo di stanza in stanza, di scala in scala, ecc.)e le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. Poi, visto che riuscivo a percepire le discussioni che avvenivano in altra stanza origliandole da sotto il soffitto, mettevo in imbarazzo i miei quando le riportavo ( ero un pò buffone già allora... ;D ). Tu credi che non siano vere per paura che mettano in difficoltà la tua visione razionale del mondo ?... E che significa? Potrebbe benissimo essere che noi abbiamo una visione limitata della realtà... Se no mi diventi un integralista come qualcun altro... ;D "Normale", "paranormale"...che diavolo significa?... ??? P.S. Tra i tuoi categorici punti di vista: O rientrano in fenomeni spiegabili dal punto di vista medico , o sono trucchi e fantasie di mitomani in cattiva fede, permettimi di esprimermi la terza posizione: Non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni ( a meno che tu non intenda che sono in cattiva fede... >:( ).
Non ho trovato il topic dove le descrivi, ma in ogni caso si trattava di casa tua a quanto pare e dei dintorni. A me non sembra ci sia nulla di irrazionale o inspiegabile, erano tutti ambienti che conoscevi e potevi ricostruire mentalmente, e che io sappia l'udito può essere amplificato (non consciamente) se si isola dagli altri stimoli e dai "rumori di fondo", penso si possa fare anche con la vista. So che non hai usato la parola "miracolo" ma il concetto è lo stesso, miracolo non è tirare un dado 100 volte e fare 100 volte 6, miracolo è tirare un dado una volta e fare 7. Se avessi portato il tuo corpo in posti che non conoscevi e ascoltato conversazioni che sotto nessuno sforzo potevi sentire (chessò, un appartamento a new york) allora si che avremmo seriamente qualcosa di inspiegabile. Purtroppo, cosi come per le NDE, si tratta di esperienze che si possono considerare improbabili, non impossibili. In particolare alcuni dettagli ricorrenti delle NDE le rendono facilmente spiegabili, come il famoso "tunnel con la luce bianca", non c'è spiegazione più chiara che possa dimostrare si tratti di allucinazione visiva.

Fai un esperimento allora: prova a chiudere gli occhi e ricostruirti mentalmente non solo la visione perfetta dell'ambiente attorno a te, con tutti iminimi particolari, ma di vederlo come fossi ad occhi aperti e prova a ricostruire mentalmente la sensazione precisa di volare, se ci riesci. Per quanto riguarda l'udito non ho ( ancora) i superpoteri. Non è che dobbiamo arrampicarci sugli specchi pur di trovare necessariamente  una spiegazione razionale. E' chiaro che, se uno non crede a priori, troverà tutte le giustificazioni possibili  e immaginabili. Ma il mio intervento non era per suffragare l'idea che si tratti di " miracoli" ma per dare sponda al discorso di Lorenzo e per portare un'esperienza che io non considero né 'normale' né 'paranormale'. Sono semplicemente cose che accadono...forse non a tutti...ma questo non vuol dire niente...
Infatti ne parlo con pudore e solo perché siamo sotto anonimato. Non parlo mai con nessuno ( a parte i miei vecchi e pochissime altre persone care...) di queste , e altre, esperienze... troppo facile per le persone che non hanno mai sperimentato esperienze simili, giudicarti in malo modo e anche perché...non c'è proprio nulla di cui parlare o teorizzare. O le fai o non le fai, punto...
Io sono il primo a riderci sopra...come ho scritto nel topic "Viaggi astrali, parliamone"...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 29 Marzo 2017, 21:09:17 PM
 
Ringrazio chiunque frequenti questa discussione poiché questo è il mio primario campo d'indagine e tutti i contributi, qual che siano, mi permettono d'approfondirlo (come spero per voi).

Con il mio passo (scusate la poca energia) risponderò se ravviso mi siano rivolte direttamente delle questioni, grato del veder procedere il dialogo tra voi, riscontrandovi anche eventi e considerazioni personali (intime) che mi arricchiscono umanamente.

Cit. Eutidemo - Non sono d'accordo con il tuo esempio, perché, se vogliamo restare all'esempio della radio, il nostro cervello è una "trasmittente", non una "ricevente"; ed infatti, col "neuroimaging" (e non solo) è verificabile sperimentalmente che i nostri pensieri, memorie e sentimenti sono prodotti da specifiche e individuali attività cerebrali "in loco", e non "ricevute" da misteriose trasmittenti dislocate al di fuori della nostra scatola cranica! Rotta definitivamente questa: fine delle trasmissioni, signore e signori, buonasera...                   


Caro Eutidemo,

vorrei proporti un episodio scelto tra molti di cui son stato testimone (affidabile... per chi mi reputi tale, ovviamente), chiedendoti di interpretarlo alla luce di quanto hai scritto.

Una persona anziana che conoscevo molto bene (ammalatasi senza speranze) in piena notte sognò di discender le scale per andar in cantina. 

Man mano la luce si affievoliva e le scale non terminavano mai... sentì crescere in lui una sensazione dapprima di timore, poi paura e alfine terrore... urlò a gran voce il nome del suo più caro amico implorando aiuto. 

Nella realtà costui abitava una casa a qualche centinaio di metri dalla sua e non poteva udirlo... anche perché quell'urlo lo lanciò in un altro piano e forse fu tra le cause del suo repentino risveglio. 

Sudato e tremante fu subitamente confortato dalla compagna  a cui raccontò quanto gli occorse. Essa stessa non udì l'urlo.

Il mattino seguente, di buon'ora, si presenta l'amico impaziente di vederlo. 
Disse d'essersi svegliato in piena notte per aver udito, spaventandosi grandemente, chiamare, urlandolo, il suo nome dall'amico... (la moglie gli impedì di telefonare nel cuore della notte).

La discesa nella cantina ricorda molto l'esperienza fondamentale di Jung, ma questa persona non ha mai avuto se non interessi politici (da comunista convinto), tecnici e sportivi.

Esso fu totalmente estraneo ad altri argomenti, molto più dell'amico Sgiombo che tempo addietro ha scritto di non credere all'inconscio e a cui chiederei analogamente di interpretar l'episodio alla luce di quanto scrive:  

I contenuti di coscienza, come li chiamo, sono puramente e semplicemente fenomeni in corso strettamente correlati/interconnessi ad altri fenomeni accaduti in precedenza (e verosimilmente ad altri che accadranno in futuro; purtroppo non per sempre).
 

Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: acquario69 il 29 Marzo 2017, 23:18:37 PM
Citazione di: Jean il 29 Marzo 2017, 21:09:17 PM
                 
Caro Eutidemo,

vorrei proporti un episodio scelto tra molti di cui son stato testimone (affidabile... per chi mi reputi tale, ovviamente), chiedendoti di interpretarlo alla luce di quanto hai scritto.

Una persona anziana che conoscevo molto bene (ammalatasi senza speranze) in piena notte sognò di discender le scale per andar in cantina.

Man mano la luce si affievoliva e le scale non terminavano mai... sentì crescere in lui una sensazione dapprima di timore, poi paura e alfine terrore... urlò a gran voce il nome del suo più caro amico implorando aiuto.

Nella realtà costui abitava una casa a qualche centinaio di metri dalla sua e non poteva udirlo... anche perché quell'urlo lo lanciò in un altro piano e forse fu tra le cause del suo repentino risveglio.

Sudato e tremante fu subitamente confortato dalla compagna a cui raccontò quanto gli occorse. Essa stessa non udì l'urlo.

Il mattino seguente, di buon'ora, si presenta l'amico impaziente di vederlo.
Disse d'essersi svegliato in piena notte per aver udito, spaventandosi grandemente, chiamare, urlandolo, il suo nome dall'amico... (la moglie gli impedì di telefonare nel cuore della notte).

La discesa nella cantina ricorda molto l'esperienza fondamentale di Jung, ma questa persona non ha mai avuto se non interessi politici (da comunista convinto), tecnici e sportivi.


E avevi in serbo questa perla e non ce l'avevi ancora raccontata?!  :)

casi del genere si sprecano e spiegare certi fenomeni dicendo che avvengono solo perché e' il cervello a produrli mi sembra davvero ostinarsi a negare fatti incontrovertibili perché come nel caso che hai descritto tu coinvolgerebbero più o meno direttamente pure persone che altrimenti non centrerebbe assolutamente niente.

Credo che una cosa del genere sia capitata a mio padre pochissimi giorni prima di morire.
ero nella stanza con lui che era nel letto e all'improvviso noto che volge lo sguardo da una altra parte e fa come un gesto sorpreso per indicare qualcosa...cosi gli chiesi, cosa stava succedendo e lui disse;...hai visto c'era nonna! ..Che pero era morta due anni prima.
per me non ci sono dubbi che l'abbia davvero "vista" !
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 29 Marzo 2017, 23:28:30 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 19:00:11 PM
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2017, 17:21:34 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 15:40:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PMCaro Sariputra, non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente" svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio. *** Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo. In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica). Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[ *** Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere. Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico. Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato). Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii). Mah! Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa! *** Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due: - o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina; - ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico). Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate. NOTE Per chi è interessato all'argomento: Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991) Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999). Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa). Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983. Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993. De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17. Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.
Ah..ma io non ho mica detto che ho svolazzato veramente fuori dal mio corpo...ho detto che ho fatto l'esperienza di svolazzare fuori dal mio corpo, che è diverso. Infatti, come ho già scritto nell'altro topic, io non ho tratto nessuna conclusione dal fatto. So che ho vissuto il fatto e , a differenza di te, senza nessun problema medico o farmaci vari in atto...Tra l'altro, da quel che riporti, le mie erano svolazzate molte più precise e importanti ( passavo di stanza in stanza, di scala in scala, ecc.)e le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. Poi, visto che riuscivo a percepire le discussioni che avvenivano in altra stanza origliandole da sotto il soffitto, mettevo in imbarazzo i miei quando le riportavo ( ero un pò buffone già allora... ;D ). Tu credi che non siano vere per paura che mettano in difficoltà la tua visione razionale del mondo ?... E che significa? Potrebbe benissimo essere che noi abbiamo una visione limitata della realtà... Se no mi diventi un integralista come qualcun altro... ;D "Normale", "paranormale"...che diavolo significa?... ??? P.S. Tra i tuoi categorici punti di vista: O rientrano in fenomeni spiegabili dal punto di vista medico , o sono trucchi e fantasie di mitomani in cattiva fede, permettimi di esprimermi la terza posizione: Non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni ( a meno che tu non intenda che sono in cattiva fede... >:( ).
Non ho trovato il topic dove le descrivi, ma in ogni caso si trattava di casa tua a quanto pare e dei dintorni. A me non sembra ci sia nulla di irrazionale o inspiegabile, erano tutti ambienti che conoscevi e potevi ricostruire mentalmente, e che io sappia l'udito può essere amplificato (non consciamente) se si isola dagli altri stimoli e dai "rumori di fondo", penso si possa fare anche con la vista. So che non hai usato la parola "miracolo" ma il concetto è lo stesso, miracolo non è tirare un dado 100 volte e fare 100 volte 6, miracolo è tirare un dado una volta e fare 7. Se avessi portato il tuo corpo in posti che non conoscevi e ascoltato conversazioni che sotto nessuno sforzo potevi sentire (chessò, un appartamento a new york) allora si che avremmo seriamente qualcosa di inspiegabile. Purtroppo, cosi come per le NDE, si tratta di esperienze che si possono considerare improbabili, non impossibili. In particolare alcuni dettagli ricorrenti delle NDE le rendono facilmente spiegabili, come il famoso "tunnel con la luce bianca", non c'è spiegazione più chiara che possa dimostrare si tratti di allucinazione visiva.

Fai un esperimento allora: prova a chiudere gli occhi e ricostruirti mentalmente non solo la visione perfetta dell'ambiente attorno a te, con tutti iminimi particolari, ma di vederlo come fossi ad occhi aperti e prova a ricostruire mentalmente la sensazione precisa di volare, se ci riesci. Per quanto riguarda l'udito non ho ( ancora) i superpoteri. Non è che dobbiamo arrampicarci sugli specchi pur di trovare necessariamente  una spiegazione razionale. E' chiaro che, se uno non crede a priori, troverà tutte le giustificazioni possibili  e immaginabili. Ma il mio intervento non era per suffragare l'idea che si tratti di " miracoli" ma per dare sponda al discorso di Lorenzo e per portare un'esperienza che io non considero né 'normale' né 'paranormale'. Sono semplicemente cose che accadono...forse non a tutti...ma questo non vuol dire niente...
Infatti ne parlo con pudore e solo perché siamo sotto anonimato. Non parlo mai con nessuno ( a parte i miei vecchi e pochissime altre persone care...) di queste , e altre, esperienze... troppo facile per le persone che non hanno mai sperimentato esperienze simili, giudicarti in malo modo e anche perché...non c'è proprio nulla di cui parlare o teorizzare. O le fai o non le fai, punto...
Io sono il primo a riderci sopra...come ho scritto nel topic "Viaggi astrali, parliamone"...
Ho avuto la mia "dose" di esperienze allucinatorie, alcune autoindotte, alcune circostanziali, e addirittura un caso di un attacco di panico durato quasi 6 ore che secondo me e un mio amico psicologo era al limite della schizofrenia, fortunatamente sono "tornato indietro" e ho riportato il cervello "sui binari", ma ne ho accusato il peso per settimane. Posso capire che possa cambiare la vita e le proprie prospettive, ma ciò che ha insegnato a me è che il nostro sistema percettivo è quanto di più fallace e impreciso si possa immaginare, ergo qualsiasi "ho visto" e "ho sentito" valgono meno del due di picche quando briscola è quadri a meno che non vi siano elementi fattuali che davvero ne dimostrino l'eccezionalità. La sensazione di volare è comune a qualsiasi sognatore, per non dire di quei pochi fortunati che riescono a controllare i sogni e volano tutte le notti.Tutta questa storia delle obe o delle nde manca della pistola fumante, della prova schiacciante, che se queste cose avessero un riscontro reale non tarderebbe ad arrivare, vista pure la frequenza con cui si manifestano. Poi apprezzo l'umiltà con cui ne parli e il resto, il mio non è un attacco alle tue credenze ne alle tue esperienze ma tento di farne un messaggio più generale. Il messaggio generale è sempre il solito, il bisogno di mistero (e di magia) ci inducono a collegare puntini che non sono collegati, o perlomeno ad oggi non esiste esperienza che mi convinca di ciò, per ora il dado quando cade fa sempre da uno a sei, un sette a me ancora manca di sentirlo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 00:13:10 AM
Scusami InVerno, ma la pistola fumante de che? "hanno già la Legge e i Profeti".
Tantopiù che per un materialista potrebbe essere il cervello a fumare e volare sopra il soffitto o sopra il tavolo operatorio o condurre qualcun altro (esperienza raccontata nel suo primo libro da fra Elia degli Apostoli Dio, tanto per dire). Il cervello allora secernerebbe pensieri (e fumi) come il fegato secerne la bile.
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(ma quando si risponde a qualcuno occorre davvero riempire lo schermo con le conversazioni passate?)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 00:23:27 AM
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2017, 23:28:30 PM

Ho avuto la mia "dose" di esperienze allucinatorie, alcune autoindotte, alcune circostanziali, e addirittura un caso di un attacco di panico durato quasi 6 ore che secondo me e un mio amico psicologo era al limite della schizofrenia, fortunatamente sono "tornato indietro" e ho riportato il cervello "sui binari", ma ne ho accusato il peso per settimane. Posso capire che possa cambiare la vita e le proprie prospettive, ma ciò che ha insegnato a me è che il nostro sistema percettivo è quanto di più fallace e impreciso si possa immaginare, ergo qualsiasi "ho visto" e "ho sentito" valgono meno del due di picche quando briscola è quadri a meno che non vi siano elementi fattuali che davvero ne dimostrino l'eccezionalità. La sensazione di volare è comune a qualsiasi sognatore, per non dire di quei pochi fortunati che riescono a controllare i sogni e volano tutte le notti.Tutta questa storia delle obe o delle nde manca della pistola fumante, della prova schiacciante, che se queste cose avessero un riscontro reale non tarderebbe ad arrivare, vista pure la frequenza con cui si manifestano. Poi apprezzo l'umiltà con cui ne parli e il resto, il mio non è un attacco alle tue credenze ne alle tue esperienze ma tento di farne un messaggio più generale. Il messaggio generale è sempre il solito, il bisogno di mistero (e di magia) ci inducono a collegare puntini che non sono collegati, o perlomeno ad oggi non esiste esperienza che mi convinca di ciò, per ora il dado quando cade fa sempre da uno a sei, un sette a me ancora manca di sentirlo.

Il fatto che a te  personalmente manchi di sentire il sette non dimostra che non ci sia. Dimostra solo che tu non l'hai sperimentato. Il fatto che queste esperienze, di cui non hai sentore,  valgano come il due di picche è solo una tua valutazione personale che, permettimi, lascia il tempo che trova. Se parti già con questi pre-giudizi e pre-concetti basati fideisticamente solo su ciò che ti dice la scienza ( che però non ha al momento dimostrato alcunchè al riguardo...) è ovvio che non puoi che tirare quelle conclusioni.Nemmeno si può pensare di essere ed esaurire l'intero campo dell'esperienza possibile facendo base su se stessi ( sarebbe perlomeno un pò presuntuoso da parte nostra, non ti pare?...) Personalmente non ho alcun interesse a convincere nessuno, anche perché , come ho già scritto, io stesso non ho tratto alcuna conclusione da quelle molteplici esperienze ( non sento sempre, fortunatamente, la necessità di trovar risposte, dare spiegazioni, dare un senso a ciò che vivo...), non me ne sono mai vantato con nessuno e fatico ( veramente) anche a parlarne, anche se in questo luogo virtuale è indubbiamente più facile ( e in questo topic particolare dell'amico Jean ancor di più...). Posso solo raccontare la mia esperienza poi, se per qualcuno è meno che il due di picche, che ci posso fare?... :)
Comunque le "obe" ( termine tecnico orribile...) non hanno nulla a che vedere con stati allucinatori o di sogno. Sono di natura totalmente diversa. Hai presente , al risveglio, la netta percezione di una realtà altra da quella sognata, uno stato di coscienza diverso ( a parte per quelli che rimangono in dormiveglia... :D ), tanto da non dubitare di trovarti in un'altra realtà ( la "solita" realtà...purtroppo) ? Ecco, lo stato di "obe" è uno stacco netto con la dimensione di coscienza sognante o di coscienza di veglia, tanto che, mentre lo vivi, sei certo che non sei sveglio ma che neppure stai sognando. E' una cosa a sé, una dimensione di coscienza a sé, autoevidente si potrebbe dire. Certo che è difficile da spiegare...è come se , ad una persona che non ha mai sognato in vita sua, qualcuno gli raccontasse che esiste la dimensione del sogno e quello che si prova mentre si sta sognando. Non è per niente semplice, non trovi? Quello magari protesta: "Ma la scienza ha detto che non esiste la dimensione del sogno! E solo quando la scienza metterà il timbro sul fatto che la dimensione del sogno esiste, io crederò a questo" E l'altro: "Ok, fai pure...io nel frattempo mi faccio un bel sogno... ;D "...
Poi tieni presente che queste esperienze sono soggettive, non ne trovi due di uguali ( come non ci sono due sogni uguali o due modi uguali di sentire lo stato di veglia...). Non si potrà mai dimostrarne l'oggettività. Rimangono confinate nel campo del possibile , ma non in quello del certo. Si può pensare che esista qualcosa di non certo e dimostrabile oggettivamente? Naturalmente io ritengo di sì, ma qui si entra nel campo della riflessione personale (soggettiva purtroppo ;D )...

P.S. Non c'è alcun mistero nè magia nelle obe e non ti cambiano la vita. Ci vuole qualcosa di ben più profondo dello 'svolazzare' per farlo...io ho imparato a non fare alcun affidamento sulle esperienze " strane" che possono capitarci, ma semplicemente esserne consapevole, osservarle e ...lasciarle andare...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 30 Marzo 2017, 01:05:15 AM
Non mi sembra di aver portato "la scienza" sul campo, salvo ipotesi su semplici connessioni causa-effetto, altresi mi sembra di non aver escluso di aver fatto esperienza di stati di coscienza alterati, non le obe o le nda in particolare, ma altre tali da dire che le suddette non mi soprendono affatto, proprio in virtù del fatto che credo di conoscere abbastanza bene quanto il cervello sia elastico e possa creare situazioni al limite dell'assurdo con un realismo sorprendente. Sarebbe divertente raccontarvene alcune per vedere cosa ritenete più incomprensibile, ma eviterò.
A questo punto però il dubbio è semplice, se la scienza non va interpellata perchè troppo materialista e razionale, se l'esperienza soggettiva di parere negativo non è valida perchè appunto negativa (come Eutidemo e il suo tappeto, se la mia non vale) contano solo le esperienze soggettive che avvalorano la tesi? Conta solo quello che vogliamo credere? Per me ci può anche stare, tana liberi tutti, però allora perchè discutere?..
Che questo tipo di esperienze "non ne trovi due uguali" è falso. Se il campione è di due o dieci forse è pure vero, ma ci sono diversi siti che raccolgono (uno riguardo alle obe è arrivato a pagina 8.000 se non sbaglio) e c'è chi si è preso carico di tracciarne uno schema, e si, sono tendenzialmente tutte uguali o almeno ci sono una serie di parametri ricorrenti e alcuni di essi sono facilmente riproducibili (come il tunnel nelle nda). E' questo che serve, una volta che saremo in grado di riprodurle e falsificarle saremo certi che non abbiano nulla a che fare con il trascendentale, io modestamente metto le mie monete su questa scommessa anzichè sullo spirito che svolazza, ma è pur sempre una scommessa ancora aperta e non sto cercando di denigrare le idee di nessuno, salvo non voler oltrepassare alcuni paletti nel come conduco le mie argomentazioni.

Ps: specifico, le esperienze che valgono il due di picche non sono riferite alle obe tue o di nessun altro, ma a qualsiasi esperienza percettiva, non è un caso che  i testimoni oculari nei processi vengano presi con le pinze lunghe un metro, semplicemente l'esperienza umana ci dice che quello che le persone vedo e sentono (e in seguito riportano attraverso la memoria) è tendenzialmente poco attendibile. E questo in un incidente stradale, figurarsi quando uno racconta di svolazzare col proprio spirito..
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 01:21:05 AM
Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2017, 01:05:15 AMNon mi sembra di aver portato "la scienza" sul campo, salvo ipotesi su semplici connessioni causa-effetto, altresi mi sembra di non aver escluso di aver fatto esperienza di stati di coscienza alterati, non le obe o le nda in particolare, ma altre tali da dire che le suddette non mi soprendono affatto, proprio in virtù del fatto che credo di conoscere abbastanza bene quanto il cervello sia elastico e possa creare situazioni al limite dell'assurdo con un realismo sorprendente. Sarebbe divertente raccontarvene alcune per vedere cosa ritenete più incomprensibile, ma eviterò. A questo punto però il dubbio è semplice, se la scienza non va interpellata perchè troppo materialista e razionale, se l'esperienza soggettiva di parere negativo non è valida perchè appunto negativa (come Eutidemo e il suo tappeto, se la mia non vale) contano solo le esperienze soggettive che avvalorano la tesi? Conta solo quello che vogliamo credere? Per me ci può anche stare, tana liberi tutti, però allora perchè discutere?.. Che questo tipo di esperienze "non ne trovi due uguali" è falso. Se il campione è di due o dieci forse è pure vero, ma ci sono diversi siti che raccolgono (uno riguardo alle obe è arrivato a pagina 8.000 se non sbaglio) e c'è chi si è preso carico di tracciarne uno schema, e si, sono tendenzialmente tutte uguali o almeno ci sono una serie di parametri ricorrenti e alcuni di essi sono facilmente riproducibili (come il tunnel nelle nda). E' questo che serve, una volta che saremo in grado di riprodurle e falsificarle saremo certi che non abbiano nulla a che fare con il trascendentale, io modestamente metto le mie monete su questa scommessa anzichè sullo spirito che svolazza, ma è pur sempre una scommessa ancora aperta e non sto cercando di denigrare le idee di nessuno, salvo non voler oltrepassare alcuni paletti nel come conduco la discussione. Ps: specifico, le esperienze che valgono il due di picche non sono riferite alle obe tue o di nessun altro, ma a qualsiasi esperienza percettiva, non è un caso che i testimoni oculari nei processi vengano presi con le pinze lunghe un metro, semplicemente l'esperienza umana ci dice che quello che le persone vedo e sentono (e in seguito riportano attraverso la memoria) è tendenzialmente poco attendibile. E questo in un incidente stradale, figurarsi quando uno racconta di svolazzare col proprio spirito..

Mi metti in bocca cose che non ho mai affermato. Dove ho detto che è un'esperienza "trascendentale" o " spirituale" ? Ho parlato di dimensione della coscienza, che è diverso e non ho fatto alcuna ipotesi su questa dimensione. Sono assolutamente d'accordo con te che tutte queste esperienze vadano prese con le pinze perché la nostra mente è assai abile nell'ingannarci. Ma questo ovviamente vale in generale e non solo per le esperienze strane, tanto che dobbiamo ricorrere a delle 'convenzioni' accettate da tutti per definire ciò che è 'vero'...
"Una volta che saremo in grado di riprodurle e falsificarle"...ne riparleremo. ;D 
Mi interesso così poco di quel che c'è scritto nei vari siti sull'argomento che ... ti confesso che non li ho mai letti. C'è sicuramente qualcosa di comune ( e non potrebbe essere altrimenti penso...) in coloro che le raccontano, ma c'è anche parecchia diversità e 'intensità', se mi passi il termine...
Adesso vado a letto...spero di non risalire per il camino; non l'ho ancora pulito... :-\
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 07:28:50 AM
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2017, 23:28:30 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 19:00:11 PM
Citazione di: InVerno il 29 Marzo 2017, 17:21:34 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Marzo 2017, 15:40:58 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2017, 15:28:11 PMCaro Sariputra, non te la prendere, ma io non credo assolutamente che tu abbia "veramente" svolazzato fuori dal tuo corpo; magari hai creduto di farlo, ma non penso proprio che tu lo abbia fatto sul serio. *** Intendiamoci, anche io, in almeno due/tre occasioni (ma non da giovane), ho avuto esperienze abbastanza simili alle tue (almeno credo); avevo la netta sensazione di levitare verso il soffitto e guardare in basso verso il letto dove ero disteso...anche se il presunto movimento non era volontario, e non potevo galleggiare orizzontalmente nell'aria (come mi pare che sia accaduto a te), e mi sentivo piuttosto rigido e non padrone del corpo. In una di dette occasioni, peraltro, ho anche avuto allucinazioni acustiche, cosa che a volte ancora mi accade, senza levitare; è una cosa abbastanza "sinistra", perchè le parole non le sento "dentro" la testa, bensì "fuori"...come se fossero "vere" (a volte anche una strana musica). Tutto ciò, mi è accaduto in occasione dell'operazione al cervello, che ho subito nel 2013, e poi non si è più ripetuto; salvo, MOLTO più raramente, le allucinazioni acustiche. :-[ *** Ti assicuro che si è trattato di esperienze MOLTO REALISTICHE; tanto che, nella terza "levitazione", ricordo che riuscivo benissimo a vedere il tappeto cinese arrotolato e conservato sul tetto dell'armadio matrimoniale, ed altri oggetti che dal letto non avrei potuto vedere. Poi verificai, ma, in realtà, il tappeto non c'era, perchè, essendo inverno, era già stato srotolato in salotto; quindi, evidemente, la mia visione allucinatoria si era basata solo un inganno mnemonico. Le altre due volte, invece, non feci caso ai dettagli...ma in tutti i casi ero SICURAMENTE SVEGLIO E PERFETTAMENTE LUCIDO (o, almeno, così mi è sembrato). Il mio neurologo, mi ha detto di non preoccuparmi, perchè si tratta solo di fenomeni neurologici collaterali al tumore; nonchè al GARDENALE, e poi al KEPPRA che ho assunto successivamente (antiepilettici postoperatorii). Mah! Comunque, a parte il fatto del tappeto, anche mentre le subivo, non ho mai dubitato che si trattasse di mere allucinazioni; ed infatti, io credo nel RASOIO DI OCCAM, nel senso che "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire". E la spiegazione più semplice, appunto, è che non c'è mai stato nessun mio corpo astrale che galleggiava sul serio nell'aria...ma solo nella mia testa! *** Quanto a coloro che, invece, pretendono -nel frattempo- di aver fatto o visto cose che, secondo i normali principi fisici, non avrebbero potuto nè fare nè vedere, le spiegazioni più semplici, secondo me ed OCCAM, sono due: - o chi le racconta è in buona fede, ed allora, in realtà, si è verificato uno dei fenomeni già ben inquadrati e spiegati dalla medicina; - ovvero chi le racconta è un mitomane o un mistificatore, che si diverte a raccontare balle (magari supportandole anche con trucchi da palcoscenico). Per cui, a parte le spiegazioni che se ne possono dare, io credo senz'altro al fenomeno psichico, ma assolutamente no alle sue presunte ed indimostrate implicanze "paranormali"; ciò che si osserva durante le OBE, cioè, non è altro che il frutto della propria mente e la conseguenza di una temporanea iperattività anomala di alcune regioni del cervello...dovuta alle cause più disparate. NOTE Per chi è interessato all'argomento: Elementi di psicopatologia, capitolo tratto dal libro di Nicola Lalli, Manuale di psichiatria e psicoterapia (Liguori, 1991) Esperienze mistiche in prossimità della morte, capitolo tratto dal libro di Armando De Vincentiis, Estasi (Avverbi, 1999). Blackmore, S. Visioni da un cervello morente, in Bollettini del CICAP vol. 2 (in stampa). Blackmore, S. Beyond the Body, Paladin Press, 1983. Blackmore, S. Dying to live, Prometheus Books, 1993. De Vincentiis, A. Alle soglie dell'al di là? Esperienze dissociative in prossimità della morte, in Scienza & Paranormale, 24, marzo/aprile, 1999, pp. 44-45. Neher, A. La psicologia della trascendenza, MEB, Padova, 1991. Phillis H. Fantasmi nella mente in Scienza & Paranormale 32 luglio/agosto 2000, pp. 17. Shermer M. Un viaggio fuori dal corpo, da un'intervista a Susan Blackmore in Scienza & Paranormale 24 marzo/aprile, 1999, pp. 37.
Ah..ma io non ho mica detto che ho svolazzato veramente fuori dal mio corpo...ho detto che ho fatto l'esperienza di svolazzare fuori dal mio corpo, che è diverso. Infatti, come ho già scritto nell'altro topic, io non ho tratto nessuna conclusione dal fatto. So che ho vissuto il fatto e , a differenza di te, senza nessun problema medico o farmaci vari in atto...Tra l'altro, da quel che riporti, le mie erano svolazzate molte più precise e importanti ( passavo di stanza in stanza, di scala in scala, ecc.)e le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. Poi, visto che riuscivo a percepire le discussioni che avvenivano in altra stanza origliandole da sotto il soffitto, mettevo in imbarazzo i miei quando le riportavo ( ero un pò buffone già allora... ;D ). Tu credi che non siano vere per paura che mettano in difficoltà la tua visione razionale del mondo ?... E che significa? Potrebbe benissimo essere che noi abbiamo una visione limitata della realtà... Se no mi diventi un integralista come qualcun altro... ;D "Normale", "paranormale"...che diavolo significa?... ??? P.S. Tra i tuoi categorici punti di vista: O rientrano in fenomeni spiegabili dal punto di vista medico , o sono trucchi e fantasie di mitomani in cattiva fede, permettimi di esprimermi la terza posizione: Non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni ( a meno che tu non intenda che sono in cattiva fede... >:( ).
Non ho trovato il topic dove le descrivi, ma in ogni caso si trattava di casa tua a quanto pare e dei dintorni. A me non sembra ci sia nulla di irrazionale o inspiegabile, erano tutti ambienti che conoscevi e potevi ricostruire mentalmente, e che io sappia l'udito può essere amplificato (non consciamente) se si isola dagli altri stimoli e dai "rumori di fondo", penso si possa fare anche con la vista. So che non hai usato la parola "miracolo" ma il concetto è lo stesso, miracolo non è tirare un dado 100 volte e fare 100 volte 6, miracolo è tirare un dado una volta e fare 7. Se avessi portato il tuo corpo in posti che non conoscevi e ascoltato conversazioni che sotto nessuno sforzo potevi sentire (chessò, un appartamento a new york) allora si che avremmo seriamente qualcosa di inspiegabile. Purtroppo, cosi come per le NDE, si tratta di esperienze che si possono considerare improbabili, non impossibili. In particolare alcuni dettagli ricorrenti delle NDE le rendono facilmente spiegabili, come il famoso "tunnel con la luce bianca", non c'è spiegazione più chiara che possa dimostrare si tratti di allucinazione visiva.

Fai un esperimento allora: prova a chiudere gli occhi e ricostruirti mentalmente non solo la visione perfetta dell'ambiente attorno a te, con tutti iminimi particolari, ma di vederlo come fossi ad occhi aperti e prova a ricostruire mentalmente la sensazione precisa di volare, se ci riesci. Per quanto riguarda l'udito non ho ( ancora) i superpoteri. Non è che dobbiamo arrampicarci sugli specchi pur di trovare necessariamente  una spiegazione razionale. E' chiaro che, se uno non crede a priori, troverà tutte le giustificazioni possibili  e immaginabili. Ma il mio intervento non era per suffragare l'idea che si tratti di " miracoli" ma per dare sponda al discorso di Lorenzo e per portare un'esperienza che io non considero né 'normale' né 'paranormale'. Sono semplicemente cose che accadono...forse non a tutti...ma questo non vuol dire niente...
Infatti ne parlo con pudore e solo perché siamo sotto anonimato. Non parlo mai con nessuno ( a parte i miei vecchi e pochissime altre persone care...) di queste , e altre, esperienze... troppo facile per le persone che non hanno mai sperimentato esperienze simili, giudicarti in malo modo e anche perché...non c'è proprio nulla di cui parlare o teorizzare. O le fai o non le fai, punto...
Io sono il primo a riderci sopra...come ho scritto nel topic "Viaggi astrali, parliamone"...
Ho avuto la mia "dose" di esperienze allucinatorie, alcune autoindotte, alcune circostanziali, e addirittura un caso di un attacco di panico durato quasi 6 ore che secondo me e un mio amico psicologo era al limite della schizofrenia, fortunatamente sono "tornato indietro" e ho riportato il cervello "sui binari", ma ne ho accusato il peso per settimane. Posso capire che possa cambiare la vita e le proprie prospettive, ma ciò che ha insegnato a me è che il nostro sistema percettivo è quanto di più fallace e impreciso si possa immaginare, ergo qualsiasi "ho visto" e "ho sentito" valgono meno del due di picche quando briscola è quadri a meno che non vi siano elementi fattuali che davvero ne dimostrino l'eccezionalità. La sensazione di volare è comune a qualsiasi sognatore, per non dire di quei pochi fortunati che riescono a controllare i sogni e volano tutte le notti.Tutta questa storia delle obe o delle nde manca della pistola fumante, della prova schiacciante, che se queste cose avessero un riscontro reale non tarderebbe ad arrivare, vista pure la frequenza con cui si manifestano. Poi apprezzo l'umiltà con cui ne parli e il resto, il mio non è un attacco alle tue credenze ne alle tue esperienze ma tento di farne un messaggio più generale. Il messaggio generale è sempre il solito, il bisogno di mistero (e di magia) ci inducono a collegare puntini che non sono collegati, o perlomeno ad oggi non esiste esperienza che mi convinca di ciò, per ora il dado quando cade fa sempre da uno a sei, un sette a me ancora manca di sentirlo.

Sono perfettamente d'accordo: il nostro sistema percettivo è quanto di più fallace e impreciso si possa immaginare, ergo qualsiasi "ho visto" e "ho sentito" valgono meno del due di picche quando briscola è quadri a meno che non vi siano elementi fattuali che davvero ne dimostrino l'eccezionalità. 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 08:01:49 AM
Il mio scetticismo "fenomenico" non è SISTEMATICO, bensì METODICO
Ed infatti:
- se qualcuno mi dice che ieri ha preso l'"autobus" per andare a mangiarsi una pizza al ristorante, ci credo senza bisogno che me lo dimostri (a meno che non si tratti di un alibi per un delitto);
- ma se qualcuno mi racconta che ieri ha preso un "tappeto volante" per andare a mangiarsi una pizza al ristorante, non nego il fatto in via pregiudiziale, ma PRETENDO che me lo dimostri.
Se non lo fa, in modo inequivocabile, IO NON CI CREDO, E PER ME IL FENOMENO "NON ESISTE", IN QUANTO CONTRARIO ALLE LEGGI DELLA FISICA CONOSCIUTE!
PERO', se lo fa, e mi fa "toccare con mano", non si tratta più di CREDERE, bensì di CONSTATARE; ed una volta che io constato positivamente un fatto, non lo discuto più (sarebbe sciocco), bensì cerco di spiegarmi "come" sia possibile che si sia verificato, in apparente contrasto con le leggi della fisica.
Sempre che tale contrasto esista davvero.
Ad esempio, anni fa, mi invitarono a vedere una famosa strada nei pressi di Ariccia, nella quale gli oggetti "rotolavano in salita". :D
Ed era VERO, il fenomeno si verificava sul serio; vi assicuro che a vederlo di persona fa impressione!
https://www.youtube.com/watch?v=BQPRpvfa8MQ
Ma, in realtà, si tratta semplicemente di un "falso piano" all'orizzonte, perchè, ovviamente NIENTE ROTOLA IN SALITA (almeno fino a "seria" prova contraria).
Allo stesso modo, per quanto riguarda l'OBE, il corpo umano (fisico o astrale che sia) NON VOLA, e ci crederò solo quando qualcuno, stando sdraiato per terra, riuscirà a dirmi cosa ho nascosto sopra un armadio; altrimenti (come è accaduto, molto realisticamente, anche a me), è OVVIO che si tratta solo di un fenomeno psichico.
Altrimenti, dovrei credere a qualsiasi fantasia, "gnomi" compresi (pare che qualcuno creda anche a loro, a quanto pare).
Ed invero, come dicevano gli antichi romani: "Adfirmanti incumbit probatio!".
"Et sine existentatiae probatio, nihil exisistit in natura!" ;)
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A livello "noumenico", invece, è tutto un altro discorso! ;)
********************************
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 08:08:02 AM
@Eutidemo

Sono perfettamente d'accordo: il nostro sistema percettivo è quanto di più fallace e impreciso si possa immaginare, ergo qualsiasi "ho visto" e "ho sentito" valgono meno del due di picche quando briscola è quadri a meno che non vi siano elementi fattuali che davvero ne dimostrino l'eccezionalità.

Caro Eutidemo,
allora dobbiamo concludere che, qualunque cosa in cui non vi siano elementi fattuali che la dimostrino, vale meno del due picche. Questo lo trovo estremamente contraddittorio con il tuo dichiararti cristiano, se mi permetti ( cristianesimo che è anche una narrazione di miracoli...), che , coerentemente, non dovrebbe valere più del due di picche. La tua appare come una visione prettamente e rigorosamente materialista ( rigidamente materialista e razionalista). Cosa c'è di dimostrabile fattualmente in qualunque fede ?
E' vero che il nostro sistema percettivo è fallace, ma sembra che non ne disponiamo di altri... ;)

P.S. torno a ripetere per l'ennesima volta. Non c'è niente che vola , nè corpo né spirito. E' solo un'esperienza della coscienza , come tante altre, soggetta all'impermanenza, al sorgere e svanire...non viene negata nessuna legge fisica. Dio...com'è difficile!! :o
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 08:46:36 AM
Caro Sariputra,
forse, più correttamente, dovresti dire che hai "fatto l'esperienza di "credere" di svolazzare fuori dal tuo corpo", il che è diverso. 
Ed infatti, se tu assimili la mera esperienza di aver "creduto" di svolazzare, con l'esperienza di aver "effettivamente" svolazzato, in effetti, anche se non te ne accorgi, stai palesemente traendo conclusioni dal fatto. 
Tu hai indubbiamente vissuto il fatto psicologico (come me) ; ma trarne la conclusione che si sia verificato anche nel mondo fisico, secondo me, è una indebita illazione.
 Nel mio caso, a differenza di te, le mie non erano "svolazzate", perchè mi limitavo a "levitare" in verticale, indipendentemente dalla mia volontà; ma, come nel tuo caso, le immagini erano vivide come nella realtà e non nel sogno. 
Quanto al fatto che riuscivi a percepire le discussioni che avvenivano nella stanza superiore, origliandole da sotto il soffitto, spero che tu abbia fatto un'ovvia "prova del nove"; come io avrei sicuramente fatto.
Ed infatti, io avrei pregato i miei familiari di continuare a parlare, al piano di sopra, con lo stesso volume e tenore di voce, dopodichè:
- sarei salito su una scala, ed avrei origliato attraverso il soffitto;
- poi sarei tornato a terra, e, sdraiato sul letto, avrei cercato di origliare anche da lì.
Se fossi riuscito a sentire le voci in entrambi i casi, avrei avuto la prova che il mio "volo" era stata una semplice illusione; se, invece, , sdraiato sul letto, non fossi riuscito a sentire nulla, o il fenomeno della levitazione era stato veramente autentico, ovvero, più probabilmente, avevo subito una fase di "esaltazione uditiva" (a meno che non ci fosse stata una variazione del volume delle voci).
***
Quanto al fatto che io credo che certe cose non siano vere per paura che mettano in difficoltà la mia visione razionale del mondo, TI SBAGLI DI GROSSO; ed infatti, fino a circa 25 anni, con i miei amici, facevamo un sacco di "esperimenti" per cercare di verificare alcuni fenomeni paranormali (alla cui esistenza ero portato a credere, anche perchè "speravo" moltissimo che fossero veri).
Ma, alla fine, non riuscendo a cavare un ragno dal buco, con mio rincrescimento dovetti prendere atto che erano tutte BALLE! ???
Anche se tutt'ora, reato sempre disponibile ad esaminare eventuali prove in contrario.
***
Quanto al fatto che noi abbiamo una visione limitata della realtà, di questo non c'è dubbio; per esempio, non percepiamo gli ultrasuoni!
La differenza tra "Normale" e "Paranormale" è banalissima: 
- "Normale"  è tutto ciò che rientra nella comune esperienza di tutti i giorni, ed in ordine alla cui esistenza nessuno si mette a discutere, perchè rientra nelle leggi della fisica (gli aeroplani);
"Paranormale"  è tutto ciò che NON rientra nella comune esperienza di tutti i giorni, ma si basa solo su racconti indimostrati di pochi individui, che contrastano con la legge di gravitazione universale (la levitazione).
Ad ogni modo io non nego niente CATEGORICAMENTE, ma "pretendo" soltanto la PROVA dell'effettivo verificarsi dei presunti fenomeni della seconda categoria; è chiedere troppo?
Ed invero, la tua conclusione si riduce ad una mera "petizione di principio", che dà per scontata l'esistenza effettiva di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica.
Ed infatti, asserire "non sappiamo bene cosa si verifichi e quindi non è razionale trarre conclusioni", sarebbe giusto solo nel caso in cui VERAMENTE qualcosa  che va contro le leggi della fisica sia sia effettivamente verificato; il che, invece, è ancora tutto da dimostrare! ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: acquario69 il 30 Marzo 2017, 09:02:24 AM
Citazione di: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 08:46:36 AM
Ad ogni modo io non nego niente CATEGORICAMENTE, ma "pretendo" soltanto la PROVA dell'effettivo verificarsi dei presunti fenomeni

E (sempre per curiosita :) ) del racconto che ci avrebbe fatto l'amico jean cosa ne pensi?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 09:17:55 AM
Citazione di: EutidemoAllo stesso modo, per quanto riguarda l'OBE, il corpo umano (fisico o astrale che sia) NON VOLA 
1. Bella petitio principi
2. Fisico o astrale? sai di che parli?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 09:22:55 AM
Rispondo per l'ultima volta su questo argomento, che non ci porta da nessuna parte...

forse, più correttamente, dovresti dire che hai "fatto l'esperienza di "credere" di svolazzare fuori dal tuo corpo", il che è diverso.

Ovvio. Come si fa l'esperienza di credere di sognare o di credere di amare...infatti ho iniziato la mia testimonianza con " non saresti così sicuro...". In quel "non saresti così sicuro..." ci sta la condizione umana esistenziale del dubbio. Che è anche mio, naturalmente...

Ed infatti, se tu assimili la mera esperienza di aver "creduto" di svolazzare, con l'esperienza di aver "effettivamente" svolazzato, in effetti, anche se non te ne accorgi, stai palesemente traendo conclusioni dal fatto.

Devo pur trovare una forma linguistica per narrare l'esperienza. Sei tu che , leggendo, interpreti come "Il mio corpo ha svolazzato , ecc.". Come poi preciso sopra ( quindi devi comprendere cosa intendo nell'insieme e non nella singola frase) non c'è niente che "svolazza" ( concedimi almeno di aver usato un'immagine letteraria e non scientifica...), né il corpo , né lo spirito.

Quanto al fatto che riuscivi a percepire le discussioni che avvenivano nella stanza superiore, origliandole da sotto il soffitto, spero che tu abbia fatto un'ovvia "prova del nove"; come io avrei sicuramente fatto.
Ed infatti, io avrei pregato i miei familiari di continuare a parlare, al piano di sopra, con lo stesso volume e tenore di voce, dopodichè:
- sarei salito su una scala, ed avrei origliato attraverso il soffitto;
- poi sarei tornato a terra, e, sdraiato sul letto, avrei cercato di origliare anche da lì.
Se fossi riuscito a sentire le voci in entrambi i casi, avrei avuto la prova che il mio "volo" era stata una semplice illusione; se, invece, , sdraiato sul letto, non fossi riuscito a sentire nulla, o il fenomeno della levitazione era stato veramente autentico, ovvero, più probabilmente, avevo subito una fase di "esaltazione uditiva" (a meno che non ci fosse stata una variazione del volume delle voci).

Penso che qui mi stai prendendo in giro...Non è possibile emettere alcun suono, perché non è un'esperienza del corpo, né puoi decidere cosa fare. Sarebbe come pretendere che un sognatore, al risveglio, dimostrasse l'esistenza della persona incontrata nel sogno. E' totalmente assurdo. Non puoi applicare l'indagine con metodi scientifici all'attività eventuale di uno stato di coscienza...qualunque indagine , con metodi scientifici, in questo campo è destinata al fallimento. Non c'azzecca nulla...come voler misurar quanti litri  di prosecco ci stan nella botte, usando la coda del cane...

Quanto al fatto che io credo che certe cose non siano vere per paura che mettano in difficoltà la mia visione razionale del mondo, TI SBAGLI DI GROSSO; ed infatti, fino a circa 25 anni, con i miei amici, facevamo un sacco di "esperimenti" per cercare di verificare alcuni fenomeni paranormali (alla cui esistenza ero portato a credere, anche perchè "speravo" moltissimo che fossero veri).
Ma, alla fine, non riuscendo a cavare un ragno dal buco, con mio rincrescimento dovetti prendere atto che erano tutte BALLE! (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/huh.gif)
Anche se tutt'ora, reato sempre disponibile ad esaminare eventuali prove in contrario.


E' evidente, come sopra, che il metodo usato da te e dai tuoi amici è totalmente assurdo. In realtà non è possibile alcun metodo. Per questo si parla di esperienze soggettive...ed essendo soggettive è sempre prudente prendere tutto con le dovute pinze...anche da parte di chi  eventualmente le vive ( anzi soprattutto da parte di chi eventualmente le vive...).

Ad ogni modo io non nego nienteCATEGORICAMENTE, ma "pretendo" soltanto la PROVA dell'effettivo verificarsi dei presunti fenomeni della seconda categoria; è chiedere troppo?

Sì, è chiedere troppo, visto che nessuno te la potrà mai dare. Per questo non ci devi credere ( non ha alcuna importanza il crederci o meno in questo caso...)...ma nessuno potrà mai darti neppura la prova che Gesù era figlio di Dio , che Mohammed ha visto l'arcangelo o che Buddha ha raggiunto l'illuminazione o che, a parte la tua coscienza, esista qualcosa d'altro in questo universo...ci sono tantissime cose che accettiamo senza averne avuto alcuna prova...

Ed invero, la tua conclusione si riduce ad una mera "petizione di principio", che dà per scontata l'esistenza effettiva di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica.

Quale conclusione? Se io stesso ho affermato di non aver tratto alcuna conclusione? Ho parlato di stati di coscienza ( con tutti i limiti del dovuto, visto che l'ho fatto per deduzione...) e non certo di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica. Questa è solo una tua erronea interpretazione...

P.S.  Per caso fai Tommaso di nome?... ;D ;D Scherzo naturalmente...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 30 Marzo 2017, 12:07:05 PM
Posto questo articolo poiché è il più recente e tratta di quanto si va discutendo, per aver riferimenti dagli "addetti ai lavori" (chiedere a Lancet per l'attendibilità, a me pare un serio studioso...)  

 
Dalla morte non si ritorna ma dalla "premorte" in alcuni casi sembrerebbe di sì e il percorso a ritroso verso questo mondo cambia per sempre il viaggiatore che diventa più empatico e fiducioso nel senso ultimo della vita. Questo è almeno ciò che pensa Pim van Lommel, cardiologo olandese, che ha dedicato la vita a studiare i fenomeni di Nde (Near Death Experience), esperienza di prossimità con la morte possibili specialmente negli stati di coma temporaneo o di arresto cardiaco. Nel suo libro "La coscienza oltre la vita" (Edizioni Amrita) fa una rassegna delle varie tipologie di Nde che spesso consistono in una sensazione rinfrancante di passaggio attraverso un tunnel, in direzione di una luce, altre volte sembrano permettere di osservarsi fuori da se stessi come in un sogno. Van Lommel, insieme con alcuni colleghi, ha pubblicato su questi eventi un pionieristico e controverso studio su "Lancet" nel 2001. L'interpretazione delle esperienze al confine con l'al di là ha portato il medico olandese a formulare una concezione della realtà che attraverso vari richiami alla fisica quantistica ipotizza l'esistenza di una coscienza onnipervadente al di là dello spazio e del tempo che sorregge le nostre coscienze individuali. Van Lommel non usa toni da predicatore e ammette candidamente che la sua visione del mondo è un'ipotesi suggestiva ma indimostrata. La maggioranza dei neuroscienziati, che considera invece la coscienza come un prodotto del cervello, non giudica le sue spiegazioni scientifiche e spiega le esperienze Nde come una residua attività cerebrale non misurabile con l'elettroencefalogramma. Insomma, per la scienza attuale non c'è nessun fantasma dentro la macchina, la macchina siamo noi e basta. Il dottor Van Lommel spiegherà la sua visione del mondo in una conferenza oggi (domenica 26 marzo) alle 20:30 alla Gam, Corso Galileo Ferraris 30 a Torino. 
 
Dottor Van Lommel, come avviene una Nde e quanto è frequente?  
«Un'esperienza di premorte (o NDE, "Near Death Experience") può essere definita come il ricordo di una serie di impressioni vissute durante uno speciale stato di coscienza, fra le quali si trovano diversi elementi "universalmente presenti", come un'esperienza fuori dal corpo, sensazioni piacevoli, la visione del tunnel, della luce, dei propri cari defunti, il passare in rivista la propria vita, e il ritorno cosciente nel corpo. Tra le circostanze di una NDE abbiamo l'arresto cardiaco (morte clinica), uno shock a seguito di emorragia, la conseguenza di un colpo apoplettico, un quasi affogamento (un caso più frequente nei bambini!) o asfissia, ma anche malattie gravi dove la minaccia di morte non è immediata, o addirittura durante episodi di depressione, isolamento o meditazione, e persino senza una ragione evidente. Come a dire che non c'è sempre bisogno, a quanto pare, di avere un cervello fuori uso per vivere e poi raccontare una NDE. La NDE è sempre un'esperienza trasformativa, in quanto causa cambiamenti profondi nel modo di cogliere la vita, elimina la paura della morte e rafforza la sensibilità intuitiva. Le NDE sono oggi sempre più frequenti: i malati che sopravvivono, infatti, sono più numerosi grazie alle moderne tecniche di rianimazione e al miglioramento delle cure per chi subisce un trauma cerebrale».  
 
Che cosa si "vede" durante una NDE?  
«Secondo uno studio olandese a cui ho partecipato insieme ad altri colleghi e che è apparso su Lancet nel 2001, la metà dei pazienti che aveva avuto una NDE dissero di essere stati consapevoli di essere morti, e riferirono emozioni positive; il 30% disse di aver vissuto l'esperienza del tunnel, osservato un paesaggio celestiale o incontrato persone decedute; all'incirca un quarto disse di aver avuto un'esperienza fuori dal corpo, di aver comunicato con "la luce", e descrisse percezioni di colori; il 13 % aveva passato in rassegna la propria vita e l' 8 % aveva percepito la presenza di un confine». 
 
La scienza ufficiale ipotizza che gli stati di Nde siano semplicemente alterazioni cerebrali, perché lei è scettico?  
«Immagino che per "scienza ufficiale" lei intenda il paradigma materialistico ancora largamente accettato. In passato sono state formulate diverse teorie per spiegare le NDE, ma il nostro studio ha evidenziato che non vi sono fattori psicologici, farmacologici o fisiologici capaci di causare queste esperienze durante un arresto cardiaco. Se una pura spiegazione fisiologica fosse valida, come la mancanza di ossigeno nel cervello, la maggior parte dei pazienti che avevano avuto una morte clinica avrebbero dovuto riferire una NDE, dal momento che tutti i pazienti coinvolti nel nostro studio avevano perso conoscenza proprio per mancanza di ossigeno nel cervello conseguente a un arresto cardiaco. Invece solo il 18% riferì di aver avuto una NDE, ed è tuttora un gran mistero perché mai solo il 18% abbia riferito di una NDE dopo un arresto cardiaco. Sembra corretto concludere che allo stato attuale delle nostre conoscenze non ci è permesso ridurre la coscienza ad attività e processi cerebrali: la lacuna in materia di spiegazioni fra il cervello e la coscienza non è mai stata superata perché un certo stato neuronale non è la stessa cosa di un certo stato di coscienza. La coscienza non è visibile, né tangibile, né percepibile, né misurabile, né verificabile, né falsificabile: non siamo in grado di oggettivare l'essenza soggettiva della nostra coscienza». 
 
Esistono riscontri oggettivi ai racconti dei pazienti che dicono di essersi visti dall'esterno mentre erano in coma durante un'operazione?  
«Nelle OBE ("Out of Body Experiences", o esperienze extracorporeee) le persone riportano percezioni veridiche che avvengono da un punto al di fuori e al di sopra del loro corpo senza vita. Chi ha vissuto una NDE ha l'impressione di essersi liberato del corpo come di un vecchio cappotto, ed è sorpreso di avere ancora un'identità con la possibilità di provare percezioni, emozioni, ed una coscienza particolarmente lucida. Questa esperienza fuori dal corpo è particolarmente importante dal punto di vista scientifico perché i medici, gli infermieri e i parenti possono verificare le percezioni che vengono riportate, e anche confermare il momento preciso in cui è avvenuta la NDE con la OBE durante il periodo di rianimazione cardio polmonare. In una recente rassegna di 93 testimonianze di percezioni OBE potenzialmente verificabili e avvenute durante le NDE, si è scoperto che circa il 90% delle OBE riportate erano accuratissime: la verifica ha comprovato che tutte le percezioni avvenute durante il coma, l'arresto cardiaco o un'anestesia generale riferivano dettagli davvero accaduti; l'8 % delle testimonianze conteneva solo piccoli errori e il 2 % era del tutto errato». 
 
Un esempio?  
«Questo è quello che scrive un'infermiera di un reparto di cardiologia intensiva:  
«Durante il turno di notte l'ambulanza porta nel mio reparto un uomo di 44 anni, cianotico e in stato comatoso: lo avevano trovato in coma in un prato una mezz'ora prima. Stiamo per intubarlo quando ci accorgiamo che ha la dentiera. Gli togliamo la dentiera superiore e la mettiamo sul carrello di emergenza. Ci vuole un'altra ora e mezza perché il paziente ritrovi un ritmo cardiaco e una pressione sanguigna sufficienti, ma è ancora intubato e ventilato, e sempre in coma. Lo trasferiamo in terapia intensiva per continuare la necessaria respirazione artificiale. Il paziente esce dal coma una settimana dopo e me lo vedo tornare nel reparto cardiologia. Appena mi vede, dice: «Ah, questa è l'infermiera che sa dov'è finita la mia dentiera». Sono davvero molto sorpresa, ma il paziente spiega: «Lei era presente quando mi hanno portato in ospedale, mi ha tolto la dentiera dalla bocca e l'ha messa nel cassetto scorrevole sotto il ripiano del carrello, carico boccettini».  
 
Nel caso di malattie come l'Alzheimer che cancellano la personalità, dove finirebbe la coscienza?  
«La coscienza è non-locale, il che significa che è ovunque, sempre, tanto intorno a noi quanto dentro di noi, e il cervello solo funge da interfaccia, ricevendo, quando siamo in stato di veglia, parti di questa coscienza potenziata e parti dei nostri ricordi. Mi spiego con un'immagine: le immagini e la musica che vediamo o udiamo aprendo la TV vengono trasmesse all'apparecchio televisivo, e se danneggiassimo alcune sue componenti probabilmente avremmo una distorsione di immagine e suono, o magari li perderemmo del tutto, il che non vorrebbe dire che quel programma sia un prodotto del nostro apparecchio. Tant'è vero che un altro apparecchio potrebbe ancora riceverlo. Questo è paragonabile alla funzione cerebrale: il danno o l'interruzione avvenuti in certe aree specifiche del cervello possono produrre cambiamenti di coscienza (Alzheimer, demenza) o la perdita di essa (coma), ma ciò non prova che la coscienza sia un prodotto della funzione cerebrale. Nei pazienti con Alzheimer quello che è danneggiato è lo strumento, l'interfaccia, ossia il cervello, con il risultato che la coscienza di veglia è disturbata o assente, tuttavia la nostra coscienza potenziata, non-locale, è sempre presente, in quanto non è localizzata né nel cervello né nel corpo. Qui è interessante menzionare la cosiddetta "lucidità in fase terminale", quando, poco prima della morte, pazienti che hanno sofferto di Alzheimer per anni e non riconoscono più neppure i loro cari e i loro figli, possono avere uno sprazzo di lucidità in cui tornano a riconoscere il partner e i figli e li chiamano per nome, li ringraziano e poi muoiono. La lucidità terminale può manifestarsi anche in pazienti non più responsivi o in coma da giorni. Sono esperienze che non trovano spiegazione nelle teorie mediche correnti, perché il cervello di pazienti del genere dev'essere gravemente danneggiato; la lucidità terminale può invece essere ben compresa alla luce della non-località della coscienza. La lucidità terminale è ben nota a chi lavora negli hospice e nelle cure palliative».  
 
La sua teoria ha influenzato la sua posizione sull'eutanasia?  

«Le ricerche sulle NDE vertono sulla possibilità di esperire stati di coscienza potenziati durante un arresto cardiaco, il coma o un'anestesia generale. Certamente se ci fosse una maggiore conoscenza dei risultati di queste ricerche e della possibilità che la coscienza continui dopo la morte, l'impatto sulla medicina sarebbe significativo in quanto ispirerebbe una diversa visione di come occorra trattare i pazienti in coma o terminali. Certamente farebbe la differenza rispetto alle procedure di accanimento terapeutico all'inizio o alla fine della vita, all'eutanasia, o all'espianto di organi a cuore battente, quando il corpo è ancora caldo ma è stata diagnosticata la morte cerebrale. Le ricerche sulle NDE non sono solo rilevanti per i professionisti della salute, lo sono anche per i pazienti vicini alla morte e i loro cari. Dovrebbero essere tutti consapevoli delle straordinarie esperienze coscienti che possono avvenire durante la morte clinica o il coma, intorno al capezzale di un morente (esperienze di fine vita), o persino dopo la morte (comunicazione post mortem). Quindi approfondire la conoscenza della non-località della coscienza può cambiare il nostro punto di vista circa l'impatto dell'eutanasia sulla nostra coscienza, e anche la nostra concezione della morte e del morire». 


http://www.lastampa.it/2017/03/26/scienza/bella-la-vita-dopo-la-morte-bVYt4CwtkWsfg6aPCc9VgN/pagina.html


https://it.wikipedia.org/wiki/Pim_van_Lommel
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 30 Marzo 2017, 13:00:15 PM
Quando vedo parlare di coscienza e fisica quantistica a me si accede sempre una lucina rossa lampeggiante..quella che mi ricorda di Deepak Chopra, da anni deriso da qualsiasi studioso di quantistica ma che continua a mescolare elettroni e coscienze. Ora vorrei semplicemente chiedere, che senso ha dire che la "scienza del paradigma materialistico", come si parlasse di una scienza limitata e inferiore.. e poi per argomentare tirare fuori un campo strettamente matematico e teorico come la fisica quantistica (facendo i medici tralaltro, e parlando di una materia difficilmente comprensibile agli esperti)? Non è paradossale che questi indagatori del mistero prima denuncino la limitatezza della scienza, e poi utilizzino per argomentare quegli stessi argomenti strettamente scientifici e materialisti, solo di un campo diverso facendo strani pout pourri? Lo studio della coscienza è stato definito nella fase "galileiana" nel senso che stiamo cominciando a porci domande riguardo a ciò che era prima considerato "ovvio" come la caduta di un grave, ed è giusto che si indaghi in ogni direzione, ma io sono allibito dal queste contraddizioni espositive. Tratteggiare un quadro di incertezza è d'obbligo forse, salvo poi non avere la presunzione di alitare presunte soluzioni il paragrafo dopo? Tante cose non stanno insieme. Non capisco tralaltro tutta questo sorpresa davanti alla "lucidità terminale" come se accorgersi di morire e attivare inconsueti punti del cervello come risposta fosse qualcosa di incomprensibile, quando in realtà le NDE testimoniano esattamente il contrario, ovvero persone che "si accorgono di morire" e sbagliano, in realtà non muoiono, ma hanno comunque una risposta inconsueta. "Esperienza premorte" sarebbe se successivamente ci fosse una morte, invece dopo non c'è nessuna morte, ma per qualche strano motivo si entrerebbe in contatto con realtà di ordine astrale nonostante il fatto non avvenga. Sarebbe eccezionale scoprire che la lucidità terminale non sbaglia mai, che quando uno sente di morire muore sempre, a questo punto sarebbe lecito chiedersi a quale logica fatalista risponda questa sensazione e come ottenga questa certezza, invece abbiamo la chiara esposizione del fatto che il corpo viene ingannato dalle proprie percezioni in maniera plateale e continua. I conigli quando vengo attaccati da un predatore hanno attacchi di panico acuti che gli "permettono" di suicidarsi attraverso un attacco cardiaco, probabilmente evitando la dolorosa fase del loro smembramento. Ma quanti ne sono morti per una porta aperta di colpo, e nessun pericolo dietro di essa? Probabilmente anche lo "scienziato coniglio" sta pensando che questo meccanismo ha un qualche significato..

Ps. Sariputra, credimi non ho mai voluto interpretare oltre ciò che hai scritto i tuoi post, se ho collegato io dei puntini al posto tuo è per dare risposta ad un interlocutore virtuale opposto al mio pensiero, in modo tale da articolare la mia risposta in modo migliore, ma so leggere senza fraintendere, non ti preoccupare..
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 13:12:34 PM
"So che ti piace, tienei questo bottiglia del mio vino. Come sai il vino si ricava dai fichi mediante sublimazione ecc.".
"No grazie, tienti la tua bottiglia, a me non la dai a bere perché quello che dici è tutto sbagliato."
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 30 Marzo 2017, 13:20:56 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 13:12:34 PM
"So che ti piace, tienei questo bottiglia del mio vino. Come sai il vino si ricava dai fichi mediante sublimazione ecc.".
"No grazie, tienti la tua bottiglia, a me non la dai a bere perché quello che dici è tutto sbagliato."
Ne prendo atto,di sicuro i fichi fermentano e producono un qualche tipo di alcolico, i virgolettati al contrario non producono ne discussione ne alcool.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 30 Marzo 2017, 13:28:24 PM
Se fossero scienziati fino in fondo, direbbero "non so". E invece no, parlano delle NDE e delle OBE come fossero una "prova" dell'aldilà, della "non-località" della coscienza ecc. Purtroppo nessun fenomeno, per quanto "miracoloso" sia può davvero provare l'esistenza di un "altro mondo". Gli argomenti del cardiologo non sono diversi da quelli fatti migliaia anni fa per dire che "il fulmine è la prova dell'esistenzA di Dio"
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 13:41:46 PM
Citazione di: Apeiron il 30 Marzo 2017, 13:28:24 PMSe fossero scienziati fino in fondo, direbbero "non so". E invece no, parlano delle NDE e delle OBE come fossero una "prova" dell'aldilà, della "non-località" della coscienza ecc. Purtroppo nessun fenomeno, per quanto "miracoloso" sia può davvero provare l'esistenza di un "altro mondo". Gli argomenti del cardiologo non sono diversi da quelli fatti migliaia anni fa per dire che "il fulmine è la prova dell'esistenzA di Dio"


Sono stati di coscienza, Apeiron che, se un ricercatore è serio, non hanno la pretesa di dimostrare alcunché ( se non il fatto che non abbiamo ancora capito molto che cos'è in effetti questa "cosa" chiamata coscienza). Credo che qui si stia discutendo più sul fatto se siano possibili stati di coscienza diciamo "non ordinari"... :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 13:48:07 PM
Caro Sariputra,
è un piacere discutere con te, perchè non trovo niente di meglio che confrontarmi con chi (essendo intelligente e colto come te) ha però ottiche ed approcci diversi dai miei; giova a mantenere sempre in forma la mia elasticità mentale...che, per l'età, va sempre più irrigidendosi. ;)
***
Quanto a fare:
 -l'esperienza di credere di sognare,
- o di credere di amare,
Direi che si tratta di cose un po' diverse.
Ed infatti, a parte il caso molto particolare dei "sogni lucidi"(un tema che mi appassiona da anni), nel momento in cui "credi" di sognare, ti accorgi che stai sognando, e, quindi, ti svegli: si sogna seriamente solo finchè la mente, ingannata, pensa di essere sveglia.
Quanto ad amare, direi che si tratta di esperienze molto soggettive; per quanto mi riguarda, però, penso che se sei in dubbio se sia veramente amore o no...stai sicuro che amore non è. Io, se amo sul serio, LO SO, non mi limito a crederlo!
***
Comunque prendo atto del tuo chiarimento, e mi scuso per aver equivocato; ed infatti, anche io penso che non c'è niente che "svolazza", né il corpo , né lo spirito.
La fantasia spesso lo fa, però!
***
Quanto al fatto della "prova del nove", forse ho capito male io, oppure mi sono spiegato male.
Mi sembrava, infatti, di aver capito che, mentri "eri in volo", essendo vicino al soffitto, avevi sentito discorrere i tuoi al piano di sopra, e avevi anche capito quello che dicevano; tanto che poi, mi pare che, riferendoglielo, li mettevi pure a disagio.
Se è così, non vedo proprio perchè, "terminata l'esperienza" (ovviamente "non durante l'esperienza"), assumendo che essa ti era parsa così reale, una volta tornato "con i piedi per terra", non avresti dovuto munirti di una scala, per fare la verifica di cui parlavo io; e, cioè, capire se per sentire i discorsi al piano di sopra, era davvero necessario essere vicino al soffitto, oppure se essi venivano percepiti anche dabbasso.
Ti assicuro che non ti prendevo affatto in giro, in quanto sarebbe stata la prima cosa che io DAVVERO avrei fatto!
Ed invero, la prima volta che sentii la musica di cui ti ho detto, mi sono alzato da letto (era notte) ed ho aperto la finestra per individuare il deficiente che faceva tutto quel chiasso; poi, quando ho notato che il suono (e poi le voci), sia pur esterne, seguivano sempre il mio orecchio sinistro, comunque io ruotassi la testa, ho capito che era una allucinazione acustica.
Ma, nel tuo caso, io non dicevo che dovevi fare la prova DURANTE l'esperienza, bensì DOPO; per cui perchè ora scrivi "Non è possibile emettere alcun suono, perché non è un'esperienza del corpo, né puoi decidere cosa fare." Io avevo capito che il suono (la voce dei tuoi), tu lo "sentivi", non lo "emettevi".
***
Quanto al fatto di pretendere che un sognatore, al risveglio, debba dimostrare l'esistenza della persona incontrata nel sogno, sono perfettamente d'accordo, se sei consapevole di aver sognato; ed infatti, a volte, non essendo del tutto sicuro di aver sognato i rumori di un ladro al piano di sotto, mi sono alzato dal letto e sono andato, per prudenza, a verificare.
Per cui, i casi sono due:
- o a te è parsa una esperienza "vera"quella di levitare fino al soffitto, e di ascoltare i discorsi del piano di sopra, ed allora, a me pare OVVIO che, terminata l'esperienza, la prima cosa che avresti dovuto fare sarebbe stata quella di verificare se era "veramente" accaduto. PERCHE' NON VERIFICARLO?
- oppure, per quanto a te fosse parsa una esperienza "realistica" quella di levitare fino al soffitto, e di ascoltare i discorsi del piano di sopra, ti sei lucidamente reso conto, però, che era solo un "sogno" o una "allucinazione", dovuta ad uno stato alterato di coscienza, ed allora, in effetti, non c'era alcun motivo di verificare se era veramente accaduto. PERCHE' PERDERE TEMPO A VERIFICARLO?
Nel dubbio tra le due alternative, peraltro, la verifica era comunque la cosa più ovvia! :)
Per cui, senza offesa, a me pare assurdo quello che dici tu, non quello che dico io.
***
Ed infatti, tu scrivi:"Non puoi applicare l'indagine con metodi scientifici all'attività eventuale di uno stato di coscienza...qualunque indagine , con metodi scientifici, in questo campo è destinata al fallimento. Non c'azzecca nulla...come voler misurar quanti litri  di prosecco ci stan nella botte, usando la coda del cane...".
ERRORE!!!
Ed infatti, nel momento in cui tu affermi di aver "FATTUALMENTE" PERCEPITO DEI DISCORSI CHE DAL LETTO NON AVRESTI POTUTO PERCEPIRE, SECONDO LA FISICA "ACUSTICA", non si tratta più di un "mero di uno stato di coscienza", bensì di un FENOMENO FISICO CHE ESULA DALLA NORMA; e che, pertanto, avrebbe meritato eccome di essere "fisicamente" indagato.
Nel tuo caso, non serviva affatto "la scienza", bastava una semplice scala...MA NON PER SPIEGARE IL FATTO, BENSI' SOLO PER VERIFICARE SE "VERAMENTE" SI ERA VERIFICATO (che è una cosa ben diversa).
Se invece ammetti di esserti sognatato tutto, che stiamo a discutere a fare?
***
Quanto al fatto che io credo che certe cose non siano vere per paura che mettano in difficoltà la mia visione razionale del mondo, ho detto che TI SBAGLI DI GROSSO, perchè, fino a circa 25 anni, con i miei amici, facevamo un sacco di "esperimenti" al riguardo; sono sicuro che fossero esperimenti idioti, ma l'ho scritto solo per dimostrarti che io non ho affatto paura che certi fenomeni possano mettere in difficoltà la mia visione razionale del mondo,anzi, mi piacerebbe molto che fossero autentici.
Il punto, lo ripeto fino alla noia, non sta nella spiegazione (fisica o metafisica) dei fenomeni, quanto che OCCORRE PREVIAMENTE ACCERTARE SE VERAMENTE I FENOMENI CI SONO!
Altrimenti, per me, è come se non ci fossero; altrimenti dovrei credere a TUTTO, e sarebbe come perdere tempo a ricercare l'albero genealogico di Babbo Natale! 
Ma, alla fine, non riuscendo a cavare un ragno dal buco, con mio rincrescimento dovetti prendere atto che erano tutte BALLE! 
Anche se tutt'ora, resto sempre disponibile ad esaminare eventuali prove in contrario.
***
E' ovvio, invece, che, se si parla di mere "esperienze soggettive" (come appunto sono state le mie e le tue) non servono pinze di sorta; esperienze soggettive sono e restano, e se non pretendono di assumere anche "valenza oggettiva", nessuno ce le tocca!
***
Quanto al fatto che io "pretendo" troppo nel chiedere la PROVA dell'effettivo verificarsi dei presunti "fenomeni" che esulano dalla norma e dalle attuali conoscenze scientifiche e sperimentali, ne desumo che, allora, per essere meno "pretenzioso", dovrei credere a qualunque favola; dalla teoria della terra cava, al fatto che la terra è stata creata circa 6.000 anni fa!
***
Quanto alla FEDE, tu stai spostando i termini della questione, in quanto, secondo me, è improprio confondere le tradizionali CREDENZE di tipo "fenomenico" (per es. i miracoli), con la FEDE, o meglio l'"apprensione" e/o la "coscienzializzazione" (impossibile trovare il termine giusto), di tutto ciò che è "noumenico": la REALTA' ha sia una "trama" che un "ordito", che non possono guardare contemporaneamente, senza rovesciare il tappeto.
Non ci sono miracoli nel mondo; è il mondo stesso ad esserlo ;)
***
Pero, come ho già premesso, ammetto, forse, di aver equivocato quello che hai scritto:
Ed infatti, tu concludi dicendo: "Ho parlato di stati di coscienza e non certo di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica."
Ammetto la mia erronea interpretazione, perchè, invece, io avevo capito che tu "veramente" credevi di aver potuto ascoltare voci che, invece, non potevi realmente percepire nel mondo fisico (come è accaduto anche a me).
Finchè ammetti di non aver assistito a fenomeni che vanno contro le leggi della fisica, non c'è materia di controversia tra di noi!
***
E' vero, di nome faccio proprio TOMMASO...ma purtroppo non sono affatto santo!!! :D
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 13:49:27 PM
@ InVerno
Mah... In effetti volevo darti dei pomodori e dirti che le produce una pianta delle leguminose, poi mi sono lasciato attrarre dal non darla a bere e ci sono entrati i fichi, forse avresti capito meglio con le pere, cioè no perché fermentano anche quelle... diciamo le zucche.
Allora, si riferiscono dei fatti e si avanzano spiegazioni: si contestano queste per non prendere in considerazione quelli.
Esistono gli ufo? Sì, esistono degli oggetti volanti non identificati. C'è gente che si appassiona a investigare chi siano e da dove vengano. A me non importa niente, ma non posso contestare che ci siano gli ufo.
(Non ho nmesso le virgolette e spero così di farmi comprendere.)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 14:26:33 PM
@Eutidemo

Devo precisarti allora meglio. Io non ho "svolazzato" fino a  sotto il soffitto e poi origliato le voci dei miei al piano di sopra. Ho  ''svolazzato"( perdonami se uso questo termine improprio ) per l'intera Villa , di stanza in stanza, sempre radendo il soffitto e , giunto alla stanza dove soggiornavano i miei ( non posso farti la cartina ma si trova su un altro piano della villa) ho seguito i loro discorsi, esattamente come posso udirli nello stato di veglia , ed essendo presente nella stessa stanza, quindi vedendoli parlarsi come nello stato di veglia. La sensazione che provavo, essendo un bambino, era puro terrore, mi sembrava di aprire la bocca per urlare, affinchè i miei mi sentissero  e mi tirassero giù dal soffitto , ma nessun suono usciva , aumentando ulteriormente la paura. Improvvisamente tutto finisce. La verifica scientifica, come la chiami tu, l'ho fatta il giorno dopo quando, scherzando come al solito, ho riferito ai miei tutto quello che si erano detti, per filo e per segno, lasciandoli ovviamente interdetti. Per non parlare di quando 'soggiornavo' sopra mentre si scambiavano effusioni ( anche se non capivo un tubo di quel che stavano facendo... ;D   :-[ ).
Questo per svariate decine di volte nel corso della mia infanzia e occasionalmente più avanti nell'età. Ogni esperienza era ovviamente diversa. Considera l'età del piccolo Sari che manco gliene fregava una mazza di sapere se era vero o solo un sogno, l'unica cosa che, ricordo, sperava il piccolo era...che non succedesse più!!...Non era affatto piacevole...Non si trattava di un piccolo scienziato come Tommaso,,, ;D. Se era solo un sogno non ho alcuna spiegazione plausibile per il fatto di conoscere perfettamente quel che si erano detti i miei...e non ne cerco...ovviamente sempre per il fatto che non ho alcuna velleità di dimostrare 'scientificamente' qualcosa a qualcuno... anche questo rientra nel freg...ecc...
Il discorso sul credere ai gnomi , alle fate o agli unicorni non c'entra nulla.  Sappiamo solo che ormai innumerevoli persone descrivono questi stati di coscienza, mentre non mi risulta che innumerevoli persone sostengano di aver visto gnomi, fate o unicorni ... Ovviamente se, un ipotetico giorno, il 99% delle persone sostenessero di aver visto un gnomo, una fata o un unicorno, l'"anormale" sarebbe il Tommaso che non crede alle fate, agli gnomi e agli unicorni... ;) nemmeno se si li vedesse comparire dinanzi...
Sul discorso della fede, ribadisco la mia posizione che vede come assai contraddittoria la tua...e l'ho notato a riguardo , anche in altre discussioni... :) Perché credere ad un libro scritto 2.000 anni su di un uomo che si definiva figlio di Dio  e sulla cui vera identità non è possibile dimostrare scientificamente nulla?...Quindi , come si è risoluti nel negare realtà a questo perché non lo si nega pure a quello?...
Con il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa... ;D ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità.
Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un  certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più.
Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 14:54:52 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità. Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più. Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.

Tenere la mente almeno un pò 'aperta' alla possibilità è importante, per me. Trovo anche che sia ragionevole questa apertura mentale, senza scadere nella creduloneria...è un'apertura che può spingerre ad investigare e a non dare nulla per scontato...Credo che l'essere umano non sia , per le sue possibilità e i suoi limiti, propriamente in una posizione forte per dare le cose per scontate... :)

P.S. ma...non avevo scritto che non sarei più intervenuto sulla questione? Che coerenza... :(
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 30 Marzo 2017, 15:03:22 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità.
Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un  certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più.
Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Ne voi ne lui avete di che compiacervi troppo, manca quello che si porta la forchetta da casa e chiede di piegare quella, cosi la prossima volta evita a tutti di perdere tempo .
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 15:12:12 PM
Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2017, 15:03:22 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità. Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più. Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Ne voi ne lui avete di che compiacervi troppo, manca quello che si porta la forchetta da casa e chiede di piegare quella, cosi la prossima volta evita a tutti di perdere tempo .

Inverno , ma anche se qualcuno si porta la forchetta da casa, tu sicuramente obietteresti che , se la dovesse piegare pure quella, è perchè si è messo d'accordo con il piegatore di forchette! E così via all'infinito... ;D
Attenzione che non finiamo nell'estremo opposto, ossia alla fine nel dover ammettere che crediamo solo a "Quello che Io " vedo...( la forchetta che Io porto dal piegatore di forchette...).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:14:18 PM
Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2017, 15:03:22 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità.
Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un  certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più.
Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Ne voi ne lui avete di che compiacervi troppo, manca quello che si porta la forchetta da casa e chiede di piegare quella, cosi la prossima volta evita a tutti di perdere tempo .

Tranquillo, quello delle posate piegate è un trucco vecchio come il cucco; lo sapevo fare pure io :)
Ci sono vari modi per eseguirlo, e quello qua sotto è il più facile:
https://www.youtube.com/watch?v=xlzO_3_JRrE

Ma ci sono moltissimi altri sistemi...molto più sofisticati (vedi Uri Geller).
L'unica cosa veramente PARAnormale è la PARAculaggine umana; che è battuta solo dall'umana "credulonità" ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:16:27 PM
Citazione di: Sariputra il 30 Marzo 2017, 14:54:52 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità. Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più. Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.

Tenere la mente almeno un pò 'aperta' alla possibilità è importante, per me. Trovo anche che sia ragionevole questa apertura mentale, senza scadere nella creduloneria...è un'apertura che può spingerre ad investigare e a non dare nulla per scontato...Credo che l'essere umano non sia , per le sue possibilità e i suoi limiti, propriamente in una posizione forte per dare le cose per scontate... :)

P.S. ma...non avevo scritto che non sarei più intervenuto sulla questione? Che coerenza... :(

Sono perfettamente d'accordo con Sariputra: Bisogna SEMPRE investigare e a non dare mai nulla per scontato... ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:20:23 PM
Citazione di: Sariputra il 30 Marzo 2017, 15:12:12 PM
Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2017, 15:03:22 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità. Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più. Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Ne voi ne lui avete di che compiacervi troppo, manca quello che si porta la forchetta da casa e chiede di piegare quella, cosi la prossima volta evita a tutti di perdere tempo .

Inverno , ma anche se qualcuno si porta la forchetta da casa, tu sicuramente obietteresti che , se la dovesse piegare pure quella, è perchè si è messo d'accordo con il piegatore di forchette! E così via all'infinito... ;D
Attenzione che non finiamo nell'estremo opposto, ossia alla fine nel dover ammettere che crediamo solo a "Quello che Io " vedo...( la forchetta che Io porto dal piegatore di forchette...).

E' vero, non bisogna credere nemmeno a quello che "vediamo", perchè un qualsiasi prestigiatore è in grado di ingannare i nostri occhi; ed invece, bisogna credere a quello che si vede, solo se ciò che accade davanti ai nostri occhi è "sotto controllo"! ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 15:33:00 PM
Citazione di: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:14:18 PM
Citazione di: InVerno il 30 Marzo 2017, 15:03:22 PM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 14:36:49 PM
CitazioneCon il tuo atteggiamento, presumo che, se presente all'evento, avresti messo in discussione tutti i miracoli del povero Yeoshwa...
Per un certo periodo mi sono interessato di parapsicologia. Un giorno siamo andati dal conoscente di un'amica, il quale piegava le posate. Eravamo in cinque o sei, tra cui anche il marito dell'amica, matarialista, ateo, scettico al massimo grado, venuto lì per curiosità. Ci mettiamo a parlare seduti attorno ad un tavolo, il tipo con un cucchiaio in mano (o era un forchetta? non ricordo) tenuto per il manico. A un certo punto il cucchiaio si piega, sotto ai nostri occhi, ma proprio in quel momento il miscredente si era distratto. E così comiciò a chiedere a ciascuno: "Ma tu l'hai proprio visto? l'hai visto mentre si piegava? sei sicuro che non l'ha fatto lui?" e non la finiva più. Lui restò scettico, a tutti noi invece la cosa non fece né caldo né freddo.
Ne voi ne lui avete di che compiacervi troppo, manca quello che si porta la forchetta da casa e chiede di piegare quella, cosi la prossima volta evita a tutti di perdere tempo .
Tranquillo, quello delle posate piegate è un trucco vecchio come il cucco; lo sapevo fare pure io :) Ci sono vari modi per eseguirlo, e quello qua sotto è il più facile: https://www.youtube.com/watch?v=xlzO_3_JRrE Ma ci sono moltissimi altri sistemi...molto più sofisticati (vedi Uri Geller). L'unica cosa veramente PARAnormale è la PARAculaggine umana; che è battuta solo dall'umana "credulonità" ;)

Esperienze di stati di coscienza non hanno nulla a che fare con i prestigiatori. E' come paragonare  capre con merendine...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:55:49 PM
Caro Sariputra,
grazie per la precisazione, ma vedo che, con essa, adesso contraddici la tua precedente conclusione, laddove affermavi:
"Ho parlato di stati di coscienza e non certo di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica."
Quello che racconti adesso, invece, mi sembra andare di gran lunga oltre le leggi della fisica, quando scrivi:
"La verifica scientifica, come la chiami tu, l'ho fatta il giorno dopo quando, scherzando come al solito, ho riferito ai miei tutto quello che si erano detti, per filo e per segno, lasciandoli ovviamente interdetti."
Cosa vuoi dire?????????????
Che quello che hai riferito loro corrispondeva realmente a quello che si erano detti in tua assenza, e che, fisicamente, tu non saresti stato in grado di udire neanche nel sonno?
Se è così, mi spiace, ma sei in aperta contraddizione con quanto avevi concluso nel precedente intervento; ed infatti, una cosa del genere mi pare proprio che vada "contro le leggi della fisica."
"N' est-ce pas"?
*** :)
Per quanto posso congetturare (dando per scontata la tua buonafede), è che, essendo ancora un bambino, ti sei autosuggestionato, per cui:
 - o ti sei sognato tutto e i tuoi ti hanno dato corda per compiacenza (come sovente fanno i genitori con i figli piccoli);
- oppure li hai veramente sentiti parlare nel sonno, seppur da lontano;
- oppure ancora li hai veramente sentiti parlare nel sonno, da vicino, in una o più crisi di sonnanbulismo.
Ovvero qualche altra cosa del genere.
Questo spiegherebbe come, pur essendo stato tutto un sogno/allucinazione, tu potevi conoscere perfettamente quel che si erano detti i tuoi, senza starla a mettere tanto sul "misterioso"!
Come ti ho detto, infatti, in base al RASOIO DI OCCAM, che è una regola logica, non scientifica (o meglio, di "elementare buon senso"), se proprio si deve congetturare qualcosa "per inferenza", la cosa migliore è ricorrere alle spiegazioni più semplici e banali, e che non implichino improbabili violazioni delle leggi fisiche.
SALVO INCONTROVERTIBILE PROVA CONTRARIA!
Ripeto che, altrimenti, a mio avviso la tua storia sarebbe equiparabile a quella degli gnomi!
***
Quanto al discorso della fede, ammetto che la mia posizione possa apparire contraddittoria, perchè io cerco sempre di distinguere il livello "fenomenico" da quello "noumenico"; ma è una cosa MOLTO difficile da spiegare (anche a me stesso, d'altronde).
Quanto ai miracoli del povero YEHOSHUA ben YOUSSEF, lui disse, qualcosa del tipo: "mannaggia a voi, che volete sempre dei segni"; mentre, invece, il vero MIRACOLO è l'universo, e non i presunti miracoli da baraccone che ne dovrebbero violare le regole. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 16:14:54 PM
Citazione di: Eutidemo il 30 Marzo 2017, 15:55:49 PMCaro Sariputra, grazie per la precisazione, ma vedo che, con essa, adesso contraddici la tua precedente conclusione, laddove affermavi: "Ho parlato di stati di coscienza e non certo di fenomeni che vanno contro le leggi della fisica." Quello che racconti adesso, invece, mi sembra andare di gran lunga oltre le leggi della fisica, quando scrivi: "La verifica scientifica, come la chiami tu, l'ho fatta il giorno dopo quando, scherzando come al solito, ho riferito ai miei tutto quello che si erano detti, per filo e per segno, lasciandoli ovviamente interdetti." Cosa vuoi dire????????????? Che quello che hai riferito loro corrispondeva realmente a quello che si erano detti in tua assenza, e che, fisicamente, tu non saresti stato in grado di udire neanche nel sonno? Se è così, mi spiace, ma sei in aperta contraddizione con quanto avevi concluso nel precedente intervento; ed infatti, una cosa del genere mi pare proprio che vada "contro le leggi della fisica." "N' est-ce pas"? *** :) Per quanto posso congetturare (dando per scontata la tua buonafede), è che, essendo ancora un bambino, ti sei autosuggestionato, per cui: - o ti sei sognato tutto e i tuoi ti hanno dato corda per compiacenza (come sovente fanno i genitori con i figli piccoli); - oppure li hai veramente sentiti parlare nel sonno, seppur da lontano; - oppure ancora li hai veramente sentiti parlare nel sonno, da vicino, in una o più crisi di sonnanbulismo. Ovvero qualche altra cosa del genere. Questo spiegherebbe come, pur essendo stato tutto un sogno/allucinazione, tu potevi conoscere perfettamente quel che si erano detti i tuoi, senza starla a mettere tanto sul "misterioso"! Come ti ho detto, infatti, in base al RASOIO DI OCCAM, che è una regola logica, non scientifica (o meglio, di "elementare buon senso"), se proprio si deve congetturare qualcosa "per inferenza", la cosa migliore è ricorrere alle spiegazioni più semplici e banali, e che non implichino improbabili violazioni delle leggi fisiche. SALVO INCONTROVERTIBILE PROVA CONTRARIA! Ripeto che, altrimenti, a mio avviso la tua storia sarebbe equiparabile a quella degli gnomi! *** Quanto al discorso della fede, ammetto che la mia posizione possa apparire contraddittoria, perchè io cerco sempre di distinguere il livello "fenomenico" da quello "noumenico"; ma è una cosa MOLTO difficile da spiegare (anche a me stesso, d'altronde). Quanto ai miracoli del povero YEHOSHUA ben YOUSSEF, lui disse, qualcosa del tipo: "mannaggia a voi, che volete sempre dei segni"; mentre, invece, il vero MIRACOLO è l'universo, e non i presunti miracoli da baraccone che ne dovrebbero violare le regole. ;)

Voglio semplicemente dire che quello che ho riferito loro corrispondeva a quello che avevano detto. E non è quello che racconto adesso, è esattamente quello che ho sempre raccontato ( anche nel vecchio post se sei andato a leggerlo...). Se va contro le leggi della fisica che ci possa fare? Io riferisco solo quello che mi è successo ( o più correttamente quello che penso mi sia successo...)...ma onestamente non penso che la fisica c'entri qualcosa...visto che , a parer mio ovviamente, non sono esperienze puramente empiriche...
Sembra che , a questo punto, sia un grosso problema per te, non certo per me... :) Visto che sei tu che devi far rientrare tutto nelle leggi della fisica...
Se hai letto il post di Jean vedi che molti riferiscono esattamente le voci, dove si trovano gli oggetti, ecc. senza per questo che i presenti vedessero qualcuno "volteggiar" sotto il soffitto e qualche figura astrale nei dintorni. Certo se ritieni con assoluta convinzione che la coscienza non è altro che il "succo" del cervello, e da lì non può muoversi. riterrai il tutto assurdo. Il problema è che il Sari non è per nulla convinto che la coscienza sia solamente il succo del cervello. In poche parole non sono un materialista...
Su tutte le tue possibili congetture non entro, in quanto sono solo per l'appunto congetture. Io non posso dimostrare quello che racconto e tu non puoi che fare congetture indimostrabili su quello che racconto...La famosa e per te fondamentale "incontrovertibile prova contraria" come te la potrei mai dare?...E' come se volessi darti l'incontrovertibile prova contraria che sto amando...mah!! Sono esperienze personali...stop...e possono benissimo essere una di quelle congetture che prospetti...ma forse no! ;D Nota che quando una persona racconta queste ( o altre) esperienzi soggettive fatte non presuppone che l'altro debba credergli, nè ne può trarre beneficio economico, le racconta con lo spirito che si raccontano le esperienze personale. Non sta facendo un trattato di fisica ...al massimo può servire da pungolo per una riflessione che non deve necessariamente ( vedo che questo "necessariamente" sembra ossessionarti...) portare a conclusioni, almeno per come la vedo io...sembra che tu abbia quasi un modo di procedere e riflettere "inquisitorio", che deve necessariamente giungere a scoprire la "verità" su di un fatto  ( deformazione professionale forse...? ;D )...
Non credo che dovremmo spenderci molto tempo sopra visto che, come disse il vecchio: "Se vedi qualcuno che si sta alzando da terra, prendilo per i piedi ...e tiralo giù"! :)
Personalmente ho lasciato la "ragazza" al guado, non la sto ancora portando con me, se non come un ricordo che pensavo, probabilmente sbagliando, potesse essere spunto per il topic aperto dall'amico Jean...
A rigurado della tua "personale" fede in Cristo mi verrebbe da chiederti:
Quindi anche quelli di Yeoshwa erano "miracoli da baraccone" ?... ??? O quelli dei suoi apostoli o dei suoi santi?...Ma sei sicuro di essere un cristiano?...O meglio : mi potresti dare la prova incontrovertibile che sei un cristiano?... :)
Se il povero Yeoshwa si presentasse adesso tu saresti sicuramente tra quelli che lo definirebbero un "paraculo"...
(Lazzaro era amico di Yeoshwa, quindi non vale. Quelli che l'hanno visto dopo la Resurrezione erano suoi discepoli, erano di parte, quindi non vale. Poi passava addirittura attraverso le porte, ma le leggi fisiche non lo permettono e nemmeno quel barbiere di Occam, e via così...).
A proposito Yeoshwa ha detto anche qualcosa del tipo:" Beati quelli che crederanno pur senza aver visto..." ;D ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 30 Marzo 2017, 19:27:26 PM
@Sariputra,
Ci possono anche essere stati di coscienza "strani", fenomeni "paranormali", OBE senza spiegazioni ecc tuttavia quello che volevo criticare è la pretesa di usare la non conoscenza come "prova". Ossia volevo semplicemente dire che anche se il più grande Nobel per la neurologia un giorno mi dicesse che ha provato la re-incarnazione o l'esistenza del Paradiso o dell'Inferno non potrò accettare tale posizione per il semplice fatto che:
1) La scienza di per sé non prova niente (falsificazionismo...), specialmente cose "ultraterrene" per il semplice fatto che il modus operandi della scienza è quello che è.
2) Le "prove" scientifiche riguardano il quantificabile e finchè non troviamo un'unità di misura della coscienza, se mai la si potrà trovare, a livello scientifico ogni "declamazione" in questo senso rimane mera speculazione.
3) Una teoria si può formulare su ciò che è in linea di principio misurabile...

Ora visto che NON sappiamo quasi nulla della coscienza, NON sappiamo nemmeno cosa può significare una quantificazione di essa, e NON si può provare niente di non misurabile in campo scientifico ritengo anti-etico dire che la scienza ha provato cose così importanti per la nostra esistenza. Anche perchè poi come sappiamo ci sono creduloni che vengono raggirati da cialtroni.

Fatta questa premessa: devo dire che io non credo alla mia immortalità ma credo che la coscienza e la mente umana siano estremamente strane, che ci siano "cose non quantificabili" ecc ma farne una teoria scientifica o dire che la scienza prova queste cose mi pare offensivo ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 30 Marzo 2017, 19:53:31 PM
CitazioneTranquillo, quello delle posate piegate è un trucco vecchio come il cucco; lo sapevo fare pure io :)
Ci sono vari modi per eseguirlo, e quello qua sotto è il più facile:
https://www.youtube.com/watch?v=xlzO_3_JRrE
Ma ci sono moltissimi altri sistemi...molto più sofisticati (vedi Uri Geller).
L'unica cosa veramente PARAnormale è la PARAculaggine umana; che è battuta solo dall'umana "credulonità" ;)
Il credulone sono io che sono andato a vedermi il video  :(
Però avevo scritto che lui teneva il cucchiaio (o la forchetta, ma certo non un cucchiaino)  in mano per il manico, tra pollice e indice (sì, credo anche il medio) (no signor giudice, non ricordo se era con la destra o c on la sinistra) mentre si conversava del più e del meno e a un certo punto il cucchiaio (o la forchetta, non ricordo signor inquisitore) si è piegato.
No, non avevamo bevuto.
Non avevamo neppure fumato.
No, non abbiamo pagato per vedere lo spettacolo.
No, quel signore non fa il prestigiatore, non ricordo la professione ma certo non sfruttava la cosa.
Sua moglie, se ce l'aveva non era presente.
Sì, conoscevo benissimo tutti i presenti e posso assicurare che nessuno poteva essere suo complice. Tranne l'amica venuta col marito miscredente, nessuno l'aveva mai visto prima.
No, non abbiamo filmato perche nessuno pensava che se ne dovesse rendere conto per filo e per segno al sig. Eutidemo o a chi altri.
- Però, caro Eut. prima di mandare la gente a vedere filmati del c. stupidi potresti almeno leggere con più attenzione quanto si scrive.
Dimenticavo una cosa ovvia, ma che mi tocca precisare: il cucchiaio passò per le mani di tutti, non era d'argento ma una normalissima posata d'acciaio.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 19:55:09 PM
Citazione di: Apeiron il 30 Marzo 2017, 19:27:26 PM@Sariputra, Ci possono anche essere stati di coscienza "strani", fenomeni "paranormali", OBE senza spiegazioni ecc tuttavia quello che volevo criticare è la pretesa di usare la non conoscenza come "prova". Ossia volevo semplicemente dire che anche se il più grande Nobel per la neurologia un giorno mi dicesse che ha provato la re-incarnazione o l'esistenza del Paradiso o dell'Inferno non potrò accettare tale posizione per il semplice fatto che: 1) La scienza di per sé non prova niente (falsificazionismo...), specialmente cose "ultraterrene" per il semplice fatto che il modus operandi della scienza è quello che è. 2) Le "prove" scientifiche riguardano il quantificabile e finchè non troviamo un'unità di misura della coscienza, se mai la si potrà trovare, a livello scientifico ogni "declamazione" in questo senso rimane mera speculazione. 3) Una teoria si può formulare su ciò che è in linea di principio misurabile... Ora visto che NON sappiamo quasi nulla della coscienza, NON sappiamo nemmeno cosa può significare una quantificazione di essa, e NON si può provare niente di non misurabile in campo scientifico ritengo anti-etico dire che la scienza ha provato cose così importanti per la nostra esistenza. Anche perchè poi come sappiamo ci sono creduloni che vengono raggirati da cialtroni. Fatta questa premessa: devo dire che io non credo alla mia immortalità ma credo che la coscienza e la mente umana siano estremamente strane, che ci siano "cose non quantificabili" ecc ma farne una teoria scientifica o dire che la scienza prova queste cose mi pare offensivo ;D

Sono perfettamente d'accordo con te. la scienza non può provare in alcun modo la scientificità di questi fatti, come non può scientificamente negarli...Siamo su due piani differenti. E' più serio, a parer mio, lasciarli nella dimensione dell'esperienza soggettiva e che ognuno poi ne tragga le conseguenze che preferisce o che sente, per la sua esperienza, come più "vere"...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 30 Marzo 2017, 19:57:17 PM
Se in campo ospedaliero si è andata via via prestando sempre più attenzione alle fasi finali del malato terminale ciò si deve all'opera di:

(Wiki) - Elisabeth Kübler-Ross (Zurigo8 luglio 1926 – Scottsdale24 agosto 2004) è stata una psichiatra svizzera. Viene considerata la fondatrice della psicotanatologia e uno dei più noti esponenti dei death studies.
....

Dopo gli studi in Svizzera, nel 1958 si è trasferita negli USA dove ha lavorato per molti anni in un ospedale di New York. Dalle sue esperienze con i malati terminali ha tratto il libro La morte e il morire pubblicato nel 1969, che ha fatto di lei una vera autorità sull'argomento. Celebre la sua definizione dei cinque stadi di reazione alla prognosi mortale: diniego (denial and isolation), rabbia (anger), negoziazione (bargaining), depressione (depression), accettazione (acceptance). Chiave del suo lavoro è la ricerca del modo corretto di affrontare la sofferenza psichica, oltre che quella fisica.
Usava anche praticare la tecnica dell'uscita fuori da corpo (OBE), che aveva appreso da Robert A. Monroe. Negli anni settanta ha tenuto numerosi seminari e conferenze.

A quel tempo ho letto la sua opera (commuovendomi), il suo andar controcorrente ricercando un'umanità volutamente tenuta nascosta perché ,tanto, ormai... e la sofferenza anche degli operatori medici che invece si rendevano conto ma non potevano più di tanto intervenire a causa di protocolli, gerarchie e paradigmi.

Se andate a leggere come ella approcciava soprattutto i bambini... e come ne conquistasse la fiducia sì che quelli aprivano le porte del loro abisso... starà a voi valutare se vi trovate in presenza di una mistificatrice, una sognatrice, una credulona... o uno squisito essere umano. A ognuno il suo giudizio.

Lavorando "sul campo" ha incontrato i fenomeni che poi ha studiato con Monroe, ed oggi che accada qualcosa a chi in condizioni di premorte (ma non tutti, guarda caso, come riporta l'articolo che ho postato: invece solo il 18% riferì di aver avuto una NDE, ed è tuttora un gran mistero perché mai solo il 18% abbia riferito di una NDE dopo un arresto cardiaco.) sperimenti una NDE è acclarato dai numerosi studi in merito.

In questa discussione, postata in filosofia e non in scienza, dove si presume sia più tollerata la soggettività delle opinioni, ognuno porta i suoi contributi e, parlo per me, non per convincere chicchessia... rispettando la struttura psicologica dell'interlocutore che è un tutt'uno con i suoi contenuti.

Riguardo al paradigma il fisico Fritjof Capra ne ha ben discusso nei suoi libri, e se all'inizio ha trovato (eufemismo) diffidenza oggi al CERN di Ginevra la statua di Shiva Nataraja, collocata in suo onore, ne riconosce il valore. Work in progress, mai dire mai...

Fritjof Capra (Vienna1º febbraio 1939) è un fisico e saggista austriaco. Fisico e teorico dei sistemi è saggista di fama internazionale. Diventato famoso con Il Tao della fisica, del 1975, tradotto in italiano nel 1982 (Adelphi) ha visto la sua fama aumentare con la ristampa del 1989. Si è occupato anche di sviluppo sostenibileecologia e teoria della complessità. Così egli ha descritto la sua intuizione della realtà spirituale:














« Cinque anni fa ebbi una magnifica esperienza che mi avviò sulla strada che doveva condurmi a scrivere questo libro. In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica. [...] Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; «vidi» scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; «vidi» gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a quella danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne «sentii» la musica: e in quel momento seppi che questa era la danza di Śiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù. »

(Il Tao della fisica, Adelphi, 1993, pp. 11-12)

Capra parte dall'osservazione che la fisica moderna, con la teoria della relatività di Albert Einstein e la meccanica quantistica, presenta un quadro che può essere visto anche sulla base di elementi spiritualistici. Le "particelle" subatomiche sono in realtà concentrazioni di energia pura in vibrazione piuttosto che vere e proprie entità materiali. Secondo Capra il fisico non deve osservare ma partecipare:














« L'idea di «partecipazione invece di osservazione» è stata formulata solo recentemente nella fisica moderna, ma è un'idea ben nota a qualsiasi studioso di misticismo. La conoscenza mistica non può mai essere raggiunta solo con l'osservazione, ma unicamente mediante la totale partecipazione con tutto il proprio essere. »

(Il Tao della fisica, Adelphi, 1993, p.161)

 



In un precedente post ho riportato un fenomeno cui son stato testimone e aggiungo che la compagna dell'uomo morente, al tempo, era mia madre... e che l'ho verificato il mattino stesso.  

Mi piacerebbe supporre che in un forum che non ha fama d'esser elitario e selettivo, quando dopo un certo periodo di frequentazione, leggendoci reciprocamente, si ravvisi tra noi utenti una sostanziale onestà (altrimenti raccontiamoci barzellette), quanto uno apporti venga considerato, almeno in via d'ipotesi, veritiero. 
Sì che l'altro possa rispondere in questo modo: SE le cose che dici son vere QUESTA è la mia opinione...


Se si risponde solo a quel che comoda e rientra nella propria visione, o solo a fronte d'una pistola fumante... beh, spero vi renderete conto cosa significhi eliminar del tutto le ipotesi da una discussione. 
Rimango quindi in attesa di una risposta di Eutidemo, Sgiombo e di altri che volessero darla.



Apeiron - Se fossero scienziati fino in fondo, direbbero "non so". E invece no, parlano delle NDE e delle OBE come fossero una "prova" dell'aldilà, della "non-località" della coscienza ecc. Purtroppo nessun fenomeno, per quanto "miracoloso" sia può davvero provare l'esistenza di un "altro mondo". Gli argomenti del cardiologo non sono diversi da quelli fatti migliaia anni fa per dire che "il fulmine è la prova dell'esistenzA di Dio"


Buon per te che la tua esperienza, che a me difetta, presumibilmente derivata dall'aver letto abbastanza al riguardo, da una parte e dall'altra, ti permette d'esser sicuro di qual dovrebbe essere l'atteggiamento consono di uno scienziato, quasi che non ci sian (eccome se ci sono...) differenze. 
 

Chissà come avresti giudicato, ai suoi tempi, il libro sul Tao della fisica di Fritjof Capra...


Nell'articolo che ho riportato vien detto:


L'interpretazione delle esperienze al confine con l'al di là ha portato il medico olandese a formulare una concezione della realtà che attraverso vari richiami alla fisica quantistica ipotizza l'esistenza di una coscienza onnipervadente al di là dello spazio e del tempo che sorregge le nostre coscienze individuali. Van Lommel non usa toni da predicatore e ammette candidamente che la sua visione del mondo è un'ipotesi suggestiva ma indimostrata.


Se a te pare sia lo stesso dire che ne parlano come fossero una "prova" usiamo una grammatica diversa, se è indimostrata non è prova.

Neppure vien ipotizzato nell'articolo un qualche altro mondo, l'ho riletto e non l'ho trovato... gli argomenti del cardiologo son anche statistici, strano tu non l'abbia notato, è sui numeri che saltano le teorie... e qui i numeri ci sono, come ci sono negli ex voto cui non ho avuto risposta da Angelo Cannata pur avendola reiterata. Significa che per i suoi rispettabilissimi motivi non ha ritenuto di darmela. 
Me la puoi dare tu? 
Sei mai andato in qualche monastero  mariano o (mi par che sei di Padova)alla Basilica del Santo?

 
Per raggiunger il titolo della discussione (al di là dell'aldilà) necessariamente si deve ipotizzare un qualche tipo di aldilà: il nulla, un altro mondo, una fase intermedia o qualsiasi altro stato/cosa. 

I differenti percorsi di ognuno formeranno la risposta, del tutto soggettiva e la discussione rifletterà le diverse posizioni in merito. 

Già è difficile convergere in qualsiasi argomento sull'al di qua... di questi tempi una certezza assoluta verrebbe pagata a peso d'oro. 
 
Io al massimo posso offrirvi un caffè al... Krsna bar... accidenti, quant'è che non ci passo!

(Ps- Sari, come c'hai azzeccato il nome di Eutidemo..?  :o  ;D )
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 22:19:07 PM
(Ps- Sari, come c'hai azzeccato il nome di Eutidemo..? :o ;D )[/size] [/quote]

Normale amministrazione per uno con i miei poteri paranormali... ;D ;D  
A parte gli scherzi, in che altro modo poteva chiamarsi il sagace Eutidemo ? Tommaso di nome e di fatto...( spero che non se la prenda se ci scherzo un pò su...perchè ti confesso che mi fa anche un pò di paura...non so...è un uomo di Legge e , soprattutto, che legge... Le foto della sua libreria fanno impallidere, al confronto, anche la ben rifornita e polverosa libreria di Villa Sariputra. Ma è anche un uomo di spirito...ehm ...  non se se posso usare questo termine...forse per lui è offensivo...va bè ;D ).
Ritornando relativamente 'serio', concordo con quello che hai postato. C'è più apertura nel mondo scientifico su tematiche non ordinarie, per così dire, di quel che comunemente si pensi. Praticamente in tutti i campi della ricerca. Sono d'accordo anche con la tua precisazione che non c'è alcuna pretesa di dimostrarne la scientificità, ma sarebbe poco serio anche passare tutto sotto silenzio, stendendoci sopra una specie di "sorriso di scherno"...
Proprio in questi giorni ( a proposito di vecchi libri...) mi è capitato tra le mani un testo del grande studioso dei miti e delle religioni , oltre che praticante yoga in India. Mircea Eliade. Nel suo stupendo libro Notti a Serampore (Jaca Book, 1985) racconta , camuffandola in forma di novella, un'esperienza particolare vissuta  nelle vicinanze di Calcutta, a Serampore e a Titagarth. Tre intellettuali molto diversi tra loro per origine e fede religiosa - un ortodosso con la tendenza a demonizzare la religiosità indù, l'altro un protestante di enorme erudizione e il terzo lo stesso Eliade - s'incontrano a Serampore e stringono amicizia. Una bellissima notte, piena di malìa, accade loro qualcosa di assolutamente straordinario. Di ritorno da una gita in campagna essi assistono, interloquendo anche con i protagonisti. ad un fatto di sangue: fatto però verificatosi in quello stesso luogo centocinquant'anni prima. Come è possibile? E quale la causa? Sono le domande che Eliade pone allo yogi Swami Shiwananda, il quale gli risponde che si tratta di tantrismo ( della mano sinistra probabilmente, aggiungo io...). Praticamente, inconsapevolmente, si erano ritrovati all'interno di una specie di esperienza tantrica di qualcuno che "sospendendo questo spazio e questo tempo, trasporta in un altro spazio e in un altro tempo". Questa operazione può presentarsi con tratti  "orribili" e "osceni" : però appare così solo a chi non riesce a vedere in essa  le "pure" forze in azione e la sottoponga quindi ad un giudizio morale. "La partecipazione diretta ad un fatto del passato appare inconcepibile per chi si attenga  alla presunta necessità, -afferma Eliade-, di un mondo che invece non è che uno degli infiniti possibili" e quindi all'univocità di leggi che in realtà non producono che una" parvenza di consistenza" e "un giuoco di apparenze"". 

Nell'intervista allo stesso Eliade , contenuta nel libro così si esprime:
"io credo alla realtà delle esperienze che ci fanno uscire dal tempo e uscire dallo spazio. In questi ultimi anni ho scritto alcune novelle in cui si parla di questa possibilità di uscire dal proprio momento storico, oppure di trovarsi in un altro spazio, come Zerlendi. Descrivendo gli esercizi di yoga di Zerlendi, nel "Segreto del dottor Honigberger", ho fornito certe indicazioni, fondate sulle mie esperienze personali e che ho passato sotto silenzio nei miei libri sullo yoga. Al tempo stesso ho aggiunto delle inesattezze per camuffare i dati reali."

Ciò che succede in "Notti a Serampore" lei pensa che davvero possa prodursi?

Sì, nel senso che si può avere un'esperienza talmente "convincente" che si è costretti a considerarla reale...

C'è una punta di malizia nel piacere che lei prova nel mettere il lettore un pò fuori strada, non è vero?

Questo fa parte di una certa pedagogia...

Riporto questi passi non per confermare chissà che, ma per un ulteriore "pungolo" per questo interessante topic che hai aperto... :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 30 Marzo 2017, 22:30:15 PM
Tirato in ballo da Jean, dirò la mia opinione (non molto volentieri, perché queste questioni non mi hanno mai particolarmente interessato; anche perché spessissimo di fatto si sono rilevate imbrogli più o meno furbescamente architettati; a scanso di equivoci preciso che non mi sarebbe assolutamente possibile, nemmeno se mi sforzassi, far rientrare i casi descritti dall' ottimo Sariputra in questo genere di sotterfugi, ma già Eutidemo ne ha proposto alcune possibili interpretazioni naturalistche).

Con David Hume ritengo non dimostrabile alcuna relazione causale fra gli eventi fisici; ergo: nessun divenire naturale ordinato secondo modalità universali e costanti dette "leggi di natura".

Ma logicamente o la natura (materiale; che per me non é la totalità del reale, ritenendo che la coscienza non sia riducibile alla né sopravvenga alla o emerga dalla materia;  cerebrale in particolare) diviene ordinatamente secondo leggi universali e costanti (deterministiche o probabilistiche che siano) senza eccezione alcuna (e allora le varie esperienze di cui parlano Jean e Sariputra sono naturalissime, in qualche modo -per quanto strano e di difficilissima individuazione- "conformi" al divenire naturale); oppure il mutamento naturale é caotico, senza alcun ordine, senza alcunché di universale e costante distinguibile da ciò che muta: tertium non datur.

Il caso di preteso divenire "normalmente" ordinato in cui accadono "miracoli" ovvero "eccezioni alle regole (= leggi naturali)" rientrerebbe in realtà nel divenire caotico assolutamente senza regole con meramente apparenti, fortuiti tratti falsamente "regolari": come lo sarebbero 100 casi di lancio di una moneta non truccata che -stranissimamente, ma non impossibilmente, in linea puramente teorica o di principio- dessero 100 esiti consecutivi "testa" (oppure "croce"): starno caso di apparente ma del tutto falsa, inesistente in realtà "regolarità" in una seri di eventi in realtà del tutto sregolata, casuale.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 30 Marzo 2017, 23:12:54 PM
Citazione di: sgiombo il 30 Marzo 2017, 22:30:15 PMTirato in ballo da Jean, dirò la mia opinione (non molto volentieri, perché queste questioni non mi hanno mai particolarmente interessato; anche perché spessissimo di fatto si sono rilevate imbrogli più o meno furbescamente architettati; a scanso di equivoci preciso che non mi sarebbe assolutamente possibile, nemmeno se mi sforzassi, far rientrare i casi descritti dall' ottimo Sariputra in questo genere di sotterfugi, ma già Eutidemo ne ha proposto alcune possibili interpretazioni naturalistche). Con David Hume ritengo non dimostrabile alcuna relazione causale fra gli eventi fisici; ergo: nessun divenire naturale ordinato secondo modalità universali e costanti dette "leggi di natura". Ma logicamente o la natura (materiale; che per me non é la totalità del reale, ritenendo che la coscienza non sia riducibile alla né sopravvenga alla o emerga dalla materia; cerebrale in particolare) diviene ordinatamente secondo leggi universali e costanti (deterministiche o probabilistiche che siano) senza eccezione alcuna (e allora le varie esperienze di cui parlano Jean e Sariputra sono naturalissime, in qualche modo -per quanto strano e di difficilissima individuazione- "conformi" al divenire naturale); oppure il mutamento naturale é caotico, senza alcun ordine, senza alcunché di universale e costante distinguibile da ciò che muta: tertium non datur. Il caso di preteso divenire "normalmente" ordinato in cui accadono "miracoli" ovvero "eccezioni alle regole (= leggi naturali)" rientrerebbe in realtà nel divenire caotico assolutamente senza regole con meramente apparenti, fortuiti tratti falsamente "regolari": come lo sarebbero 100 casi di lancio di una moneta non truccata che -stranissimamente, ma non impossibilmente, in linea puramente teorica o di principio- dessero 100 esiti consecutivi "testa" (oppure "croce"): starno caso di apparente ma del tutto falsa, inesistente in realtà "regolarità" in una seri di eventi in realtà del tutto sregolata, casuale.

Caro Sgiombo,
innanzi tutto grazie per la fiducia...( ne avevo bisogno... ;D ).
Delle due opzioni che presenti personalmente mi sentirei di escludere la seconda. Per me c'è un ordine complessivo, ma il problema è che mi sembra enormemente più complesso, pulsante, vivo ( inspiegabile?...) di quanto ci raffiguriamo con i nostri limitati sensi e forse il cuore del problema ruota proprio attorno a questa "cosa" che definiamo convenzionalmente coscienza. Cos'è questa coscienza? E' un prodotto o è il produttore? O né l'uno né l'altro?
Intanto questa "cosa" si inebria della bellezza dei frutteti in fiore illuminati dalla luna, in questa tenera notte di primavera...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 05:59:58 AM
Citazione di: Sariputra il 30 Marzo 2017, 19:55:09 PM
Citazione di: Apeiron il 30 Marzo 2017, 19:27:26 PM@Sariputra, Ci possono anche essere stati di coscienza "strani", fenomeni "paranormali", OBE senza spiegazioni ecc tuttavia quello che volevo criticare è la pretesa di usare la non conoscenza come "prova". Ossia volevo semplicemente dire che anche se il più grande Nobel per la neurologia un giorno mi dicesse che ha provato la re-incarnazione o l'esistenza del Paradiso o dell'Inferno non potrò accettare tale posizione per il semplice fatto che: 1) La scienza di per sé non prova niente (falsificazionismo...), specialmente cose "ultraterrene" per il semplice fatto che il modus operandi della scienza è quello che è. 2) Le "prove" scientifiche riguardano il quantificabile e finchè non troviamo un'unità di misura della coscienza, se mai la si potrà trovare, a livello scientifico ogni "declamazione" in questo senso rimane mera speculazione. 3) Una teoria si può formulare su ciò che è in linea di principio misurabile... Ora visto che NON sappiamo quasi nulla della coscienza, NON sappiamo nemmeno cosa può significare una quantificazione di essa, e NON si può provare niente di non misurabile in campo scientifico ritengo anti-etico dire che la scienza ha provato cose così importanti per la nostra esistenza. Anche perchè poi come sappiamo ci sono creduloni che vengono raggirati da cialtroni. Fatta questa premessa: devo dire che io non credo alla mia immortalità ma credo che la coscienza e la mente umana siano estremamente strane, che ci siano "cose non quantificabili" ecc ma farne una teoria scientifica o dire che la scienza prova queste cose mi pare offensivo ;D

Sono perfettamente d'accordo con te. la scienza non può provare in alcun modo la scientificità di questi fatti, come non può scientificamente negarli...Siamo su due piani differenti. E' più serio, a parer mio, lasciarli nella dimensione dell'esperienza soggettiva e che ognuno poi ne tragga le conseguenze che preferisce o che sente, per la sua esperienza, come più "vere"...

Aridaje!!!
Tu dici che la scienza non può provare in alcun modo la scientificità di questi fatti...ma se non mi dimostri prima che I FATTI ESISTONO, il discorso non ha senso; ed infatti, non si può spiegare una cosa che non esiste :D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 07:42:02 AM
Caro Sariputra,
mi dispiace deluderti, ma non mi chiamo affatto Tommaso ("ll mio mistero è chiuso in me,  il nome mio nessun saprà!"), ero solo stato allo scherzo; ed infatti -soprattutto quando ancora bevevo alcool- sono sempre stato un uomo di molto "spirito" (un po' di patata, però)!  :D
Comunque, è quasi impossibile che io mi possa offendere per qualcosa, in quanto:
- sarebbe sciocco offendersi per uno scherzo;
- sarebbe parimenti sciocco prendersela per una offesa seria, perchè chiunque può insultarti, ma nessuno può veramente offenderti, se tu non vuoi.
A parte questo, se uno cerca di offendermi seriamente, in qualsiasi modo lo faccia, i casi -in genere- sono due:
- o lo fa perchè io l'ho offeso a mia volta, o gli ho fatto qualcosa di male, ed allora è normale che se la prenda con me, ed è giusto che io mi prenda gli insulti;
- oppure lo fa perchè "erroneamente" pensa che io lo abbia offeso a mia volta, o gli abbia fatto qualcosa di male, ma allora è giustificato lo stesso, in quanto si sbaglia in buona fede.
Per cui, in entrambi i casi, ritengo errato replicare!
***
Anche io ho letto qualche libro di Mircea Eliade, ma non "Notti a Serampore".
Tale autore parla diffusamente di ESP, anche nel suo pregevole libro  «Mythes, rêves et mystères» (Editions Gallimard, 5 rue Sébastien Bottin, F-75007 Paris), nell'interessante capitolo "Percezione extrasensoriale e poteri extramentali": invito a leggerlo chiunque (come me), sia interessato all'argomento.
Quanto alla presunta esperienza "tantrica" dei tre intellettuali, trovo molto interessante la spiegazione che ne dà lo yogi Swami Shiwananda; anche se, FINO A PROVA CONTRARIA, ritengo molto più plausibile che si sia trattato di una esperienza meramente soggettiva...una sorta di TRIP, insomma!
Quanto al fatto che la  partecipazione diretta ad un fatto del passato appaia inconcepibile per chi si attenga  alla presunta necessità del nostro mondo fenomenico, lui, invece, sostiene esso è solo uno degli "infiniti mondi possibili" ; per cui non crede all'univocità di leggi che in realtà non producono che una" parvenza di consistenza" e "un giuoco di apparenze". 
Premesso che anche io non escludo, in teoria, l'esistenza di "possibili mondi paralleli", in cui, magari, le leggi della fisica siano diverse, osservo, però, che, almeno nel nostro,  l'univocità delle leggi della fisica è constatabile ogni giorno, non solo a livello scientifico, ma anche per l'esperienza comune; quindi, siccome non si sono mai visti  somari volare, se qualcuno afferma di averli visti, pur restando alquanto scettico al riguardo, non nego a priori la cosa, MA PRETENDO CHE ME LA SI DIMOSTRI IN MODO ADEGUATO. Dopo di che, ci crederò anche io, e cercherò di capire le ragioni del fenomeno...NON PRIMA!
***
Ed infatti, si tratta di due passaggi logici e cronologici ben distinti, cosa che, a quanto pare, molta gente non riesce proprio a capire, neanche "a calci in culo" :
1) PRIMO, accertare al di là di ogni ragionevole dubbio che un determinato fenomeno "veramente" si è verificato (le mere testionianze stanno a zero);
2) SECONDO, una volta, accertato che si è "veramente" verificato, cercare di spiegarsene le ragioni (col RASOIO DI OCCAM).
Ma certo, è più facile credere e basta (cercando di confondere i due passaggi), che cercare di verificare e capire!
***
Per esempio, il fatto che i sassi piovano dal cielo, di primo acchito, può suonare strano quanto il fatto dei somari che volano; ed infatti, per parecchio tempo, il fenomeno veniva negato, in quanto apparentemente contrario alla comune esperienza.
Poi, però, ci fu una pioggia di meteoriti constata da un'intera città (mi pare che avvene qualche secolo fa nei pressi di Parigi, ma non ne sono sicuro), ed anche sotto l'osservazione di scienziati dell'epoca, che poi ebbero modo anche di raccoglierli ed esaminarli; una volta fatto questo, si passò alla seconda fase...cioè a capire donde venissero, come, e perchè.
Successivamente, ci furono anche altre "cadute" verificate, per cui, al giorno d'oggi, nessuno dubita più dell'esistenza effettiva del fenomeno, e delle sue cause.
E così dovrebbe essere per ogni "fenomeno", o presunto tale!
***
E' interessante, invece, quanto riporta Mircea Eliade circa il caso dei tre intellettuali.
 "Ciò che succede in "Notti a Serampore" lei pensa che davvero possa prodursi? Sì, nel senso che si può avere un'esperienza talmente "convincente" che si è costretti a considerarla reale."
Sembra il "MANIFESTO DEI CREDULONI"!
Ed invero, il fatto di avere avuto una esperienza (anche estremamente) "convincente", non implica minimamente il fatto che essa debba anche essere stata "reale."
***
Ho già raccontato il mio personale caso di "levitazione": vi assicuro che VERAMENTE mi sono sentito levitare fino a circa 20/30 cm dal soffitto, e che potevo vedere col massimo dettaglio tutto quello che c'era sopra gli armadi, ivi compreso un vecchio tappeto arrotolato.
Vi assicuro che non c'era alcuna differenza "esperenziale", rispetto ad una "esperienza" reale...giuro!
Ed infatti, dopo essere "atterrato", mi è venuta l'ovvia curiosità di vedere cosa veramente ci fosse sopra gli armadi;  ed in effetti, c'erano le stesse cose che avevo visto "levitando", tali e quali...ad eccezione del tappeto arrotolato ...che invece stava, tutto srotolato, in salotto.
Quello non c'era!
Per cui era ovvio che, sebbene io non mi ricordassi affatto cosa c'era sopra l'armadio, la mia memoria inconscia me lo aveva fatto realisticamente "(ri)vedere" così come, evidentemente lo avevo visto mesi o anni prima: quando, però, vecchio tappeto arrotolato c'era ancora!
Se non avessi fatto tale riscontro, probabilmente, anche io nutrirei ancora il dubbio che si fosse trattato di una esperienza reale.
Ma io sono una "capra"....bahhhhhhh!!!! :D  :D  :D
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 08:11:35 AM
Citazione di: lorenzo il 30 Marzo 2017, 19:53:31 PM
CitazioneTranquillo, quello delle posate piegate è un trucco vecchio come il cucco; lo sapevo fare pure io :)
Ci sono vari modi per eseguirlo, e quello qua sotto è il più facile:
https://www.youtube.com/watch?v=xlzO_3_JRrE
Ma ci sono moltissimi altri sistemi...molto più sofisticati (vedi Uri Geller).
L'unica cosa veramente PARAnormale è la PARAculaggine umana; che è battuta solo dall'umana "credulonità" ;)
Il credulone sono io che sono andato a vedermi il video  :(
Però avevo scritto che lui teneva il cucchiaio (o la forchetta, ma certo non un cucchiaino)  in mano per il manico, tra pollice e indice (sì, credo anche il medio) (no signor giudice, non ricordo se era con la destra o c on la sinistra) mentre si conversava del più e del meno e a un certo punto il cucchiaio (o la forchetta, non ricordo signor inquisitore) si è piegato.
No, non avevamo bevuto.
Non avevamo neppure fumato.
No, non abbiamo pagato per vedere lo spettacolo.
No, quel signore non fa il prestigiatore, non ricordo la professione ma certo non sfruttava la cosa.
Sua moglie, se ce l'aveva non era presente.
Sì, conoscevo benissimo tutti i presenti e posso assicurare che nessuno poteva essere suo complice. Tranne l'amica venuta col marito miscredente, nessuno l'aveva mai visto prima.
No, non abbiamo filmato perche nessuno pensava che se ne dovesse rendere conto per filo e per segno al sig. Eutidemo o a chi altri.
- Però, caro Eut. prima di mandare la gente a vedere filmati del c. stupidi potresti almeno leggere con più attenzione quanto si scrive.
Dimenticavo una cosa ovvia, ma che mi tocca precisare: il cucchiaio passò per le mani di tutti, non era d'argento ma una normalissima posata d'acciaio.

C'è un'infinità di modi per piegare le posate con dei trucchi (fidati, non li scopriresti mai), ma non certo col pensiero!
Quello del filmato era solo uno dei modi più banali per farlo, in quanto quelli più sofisticati, di solito, non li divulgano certo su INTERNET. ;)
***
Neanche io sono un prestigiatore di professione, ma ti assicuro che so eseguire ancora dei trucchi veramente notevoli (gratis); la mia specializzazione erano le sedute spiritiche truccate...ma poi ho smesso, perchè, sebbene alla fine io rivelassi sempre il trucco, c'era gente che insisteva caparbiamente a credere che il trucco non ci fosse....pure dopo che lo avevo rivelato.
Ed era una cosa che non riuscivo assolutamente a sopportare! :-\
***
Ho letto benissimo quello che hai scritto, e ti assicuro che c'erano tutte le condizioni per eseguire un buon trucco; si può eseguire anche in condizioni molto più avverse, come faceva Uri Geller (ed altri).
Confermo, senza offesa, che sei davvero  un credulone, se pensi sul serio che quel tizio (chiunque esso fosse) abbia veramente piegato una posata con le "forze psichiche"; ciò che trovo davvero "paranormale", è la credulità umana.
Ma ritengo davvero deprimente che qualcuno possa ancora cascarci sul serio! :-\
Leggiti questo, anche se sono sicuro che non servirà a niente:
http://www.cronaca-nera.it/2604/esite-paranormale-intervista-massimo-polidoro-esperto-cicap




Il credulone sono io che sono andato a vedermi il video  :( 
Però avevo scritto che lui teneva il cucchiaio (o la forchetta, ma certo non un cucchiaino)  in mano per il manico, tra pollice e indice (sì, credo anche il medio) (no signor giudice, non ricordo se era con la destra o c on la sinistra) mentre si conversava del più e del meno e a un certo punto il cucchiaio (o la forchetta, non ricordo signor inquisitore) si è piegato.
No, non avevamo bevuto.
Non avevamo neppure fumato.
No, non abbiamo pagato per vedere lo spettacolo.
No, quel signore non fa il prestigiatore, non ricordo la professione ma certo non sfruttava la cosa.
Sua moglie, se ce l'aveva non era presente.
Sì, conoscevo benissimo tutti i presenti e posso assicurare che nessuno poteva essere suo complice. Tranne l'amica venuta col marito miscredente, nessuno l'aveva mai visto prima.
No, non abbiamo filmato perche nessuno pensava che se ne dovesse rendere conto per filo e per segno al sig. Eutidemo o a chi altri.
- Però, caro Eut. prima di mandare la gente a vedere filmati del c. stupidi potresti almeno leggere con più attenzione quanto si scrive.
Dimenticavo una cosa ovvia, ma che mi tocca precisare: il cucchiaio passò per le mani di tutti, non era d'argento ma una normalissima posata d'acciaio.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 31 Marzo 2017, 08:45:19 AM
@Eutidemo scrive:

E' interessante, invece, quanto riporta Mircea Eliade circa il caso dei tre intellettuali.
"Ciò che succede in "Notti a Serampore" lei pensa che davvero possa prodursi? Sì, nel senso che si può avere un'esperienza talmente "convincente" che si è costretti a considerarla reale."
Sembra il "MANIFESTO DEI CREDULONI"!

Questa è solo una tua opinione caro Eutidemo( abbastanza sprezzante...), che io rispetto, ma permettimi di non considerare certo uno studioso del calibro di M.Eliade un credulone.  E, nonostante lo sfoggio che fai di erudizione, preferisco obiettivamente ancora tenere in considerazione anche le sue interpretazioni , soprattutto se basate sull'esperienza diretta. Io non ho alcuna preclusione mentale, senza scadere nella creduloneria ( infatti "apertura al possibile" e " creduloneria" non sono affatto sinonimi come vuoi farli passare ...), come non penso affatto che lo faccia Eliade (faremmo veramente torto alla sua intelligenza e competenza...).
Affermi di essere anche tu "aperto al possibile" in realtà mi sembra che la tua apertura sia enormemente condizionata dal fatto che escludi sempre a priori qualsiasi forma di risposta 'spirituale' che si può dare ai vari fenomeni che si vivono ( risposta 'spirituale' che, evidentemente non ha molto a che fare con Occam...), ma tutto deve essere provato basandosi su leggi fisiche che sappiamo essere, anche queste, prodotti del pensiero umano e, quindi, limitate ( almeno al momento...). Questo non significa affatto credere agli unicorni volanti, ma pensare solo che la realtà potrebbe essere più vasta di come ce la immaginiamo...  
Cercare di spiegarsi le ragioni è il naturale passo successivo, che anche Eliade ha compiuto, ma siccome questo tipo di esperienze ( non soggettive ma di gruppo in questo caso...) non sono riproducibili o falsificabili a piacimento ( non certo come il piegatore di cucchiaio che si può smascherare nei suoi eventuali trucchi...) , dopo aver ascoltato le possibili spiegazioni, che nel caso in questione furono risposte di carattere spirituale, e non basate su qualche legge fisica, ad Eliade non rimase che la scelta tra il credere nella realtà di quello che lui e i suoi compagni avevano vissuto o il non crederci , pensando di essere stati vittime di un'improbabile ( assai improbaible ...) sorta di "allucinazione collettiva".
Lui ha scelto con convinzione la prima opzione, tu sceglieresti la seconda. Nessuno mette in discussione la tua scelta, ritengo corretto che anche tu non metta in discussione la scelta del prossimo.
E con questo mi fermo, perché in questi giorni ho scritto troppo e la qualità dello scritto ( e la profondità dello stesso...) ne sta risentendo...

P.S. Nessuna offesa da parte mia, anche se mi sono obiettivamente sentito preso in giro dalla tua "erudizione", e mi sono preso un'innocente piccola " vendetta", che almeno spero sia stata un pò simpatica e ti abbia magari strappato un sorriso... ;D
Buona giornata
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 31 Marzo 2017, 08:48:17 AM
Eutidemo, per quelli come te ci sono fatti che vengono negati a priori finché non gli cadono in testa, come agli scienziati dei pressi di Parigi. I quali scienziati divengono bravi a spiegare i fatti che prima negavano, come gli economisti che illustrano perché non potevano prevedere la crisi, o gli astronomi che in base alle congiunture astrali spiegano gli eventi, quelli passati (ma ci sono anche di quelli bravi che qualcosa azzeccano).
- Grazie ma credo che non andrò più a consultare cose consigliate da te.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 31 Marzo 2017, 09:42:29 AM
Citazione di: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 08:11:35 AM
Neanche io sono un prestigiatore di professione, ma ti assicuro che so eseguire ancora dei trucchi veramente notevoli (gratis); la mia specializzazione erano le sedute spiritiche truccate...ma poi ho smesso, perchè, sebbene alla fine io rivelassi sempre il trucco, c'era gente che insisteva caparbiamente a credere che il trucco non ci fosse....pure dopo che lo avevo rivelato.
Ed era una cosa che non riuscivo assolutamente a sopportare! :-\
Con la biblioteca che ti ritrovi dovresti imparare qualche versione del booktest, fai scegliere un libro "a caso", aperto in una pagina "a caso", e tu citi "a memoria" la prima frase. Ci aggiungi un po di sforzo "spiritico" (ti puoi ispirare alla stitichezza) per dare un tocco di magia, oppure dire semplicemente che li conosci tutti a memoria per una versione più intellettuale.. Nella mia esperienza ha sempre raccolto molto più successo rispetto alle tristi forchette, anche un materialista (che non conosce il trucco) deve prendere in ipotesi che tu conosca realmente tutto a memoria e quindi ha effetto superiore.

Non trovo onestamente fuori luogo il fatto che sia stata digitata la prestitidigitazione. La prestitidigitazione è la prova più chiara di come le nostre percezioni possano essere ingannate con estrema facilità, e di quanto in assenza di una spiegazione logica il nostro cervello sia incline a collegare cause-effetti distanti, pur di darsi una risposta. Anche lo scettico più integralista vede scomparire la pallina da un bicchiere e ricomparire in un altro, e prima di porsi le mille domande del caso, parte dall'assunto che il fatto accaduto sia esattamente quello perchè questo è ciò che ha osservato, poi e solo poi elabora ipotesi che si ramificano a partire da quell'osservazione che rimane il punto di partenza dell'indagine. E questo è esattamente ciò che vuole il mago, chiunque cerca la risposta di un trucco di magia a partire da ciò che ha osservato si trova in un vicolo cieco e il trucco del mago è al sicuro, e il nostro "mago interiore" si comporta nello stesso identico modo cercando di mantenere la nostra attenzione sull'osservato, in modo tale da tenere a sicuro il trucco e la nostra sensazione di aver vissuto qualcosa di speciale, che è ciò che più egoisticamente ci interessa, perchè ci rende speciali per riflesso. Poi vabbè mi spiace persino parlare di cose ovvie, non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 09:42:29 AM
Citazione di: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 08:11:35 AMNeanche io sono un prestigiatore di professione, ma ti assicuro che so eseguire ancora dei trucchi veramente notevoli (gratis); la mia specializzazione erano le sedute spiritiche truccate...ma poi ho smesso, perchè, sebbene alla fine io rivelassi sempre il trucco, c'era gente che insisteva caparbiamente a credere che il trucco non ci fosse....pure dopo che lo avevo rivelato. Ed era una cosa che non riuscivo assolutamente a sopportare! :-\
Con la biblioteca che ti ritrovi dovresti imparare qualche versione del booktest, fai scegliere un libro "a caso", aperto in una pagina "a caso", e tu citi "a memoria" la prima frase. Ci aggiungi un po di sforzo "spiritico" (ti puoi ispirare alla stitichezza) per dare un tocco di magia, oppure dire semplicemente che li conosci tutti a memoria per una versione più intellettuale.. Nella mia esperienza ha sempre raccolto molto più successo rispetto alle tristi forchette, anche un materialista (che non conosce il trucco) deve prendere in ipotesi che tu conosca realmente tutto a memoria e quindi ha effetto superiore. Non trovo onestamente fuori luogo il fatto che sia stata digitata la prestitidigitazione. La prestitidigitazione è la prova più chiara di come le nostre percezioni possano essere ingannate con estrema facilità, e di quanto in assenza di una spiegazione logica il nostro cervello sia incline a collegare cause-effetti distanti, pur di darsi una risposta. Anche lo scettico più integralista vede scomparire la pallina da un bicchiere e ricomparire in un altro, e prima di porsi le mille domande del caso, parte dall'assunto che il fatto accaduto sia esattamente quello perchè questo è ciò che ha osservato, poi e solo poi elabora ipotesi che si ramificano a partire da quell'osservazione che rimane il punto di partenza dell'indagine. E questo è esattamente ciò che vuole il mago, chiunque cerca la risposta di un trucco di magia a partire da ciò che ha osservato si trova in un vicolo cieco e il trucco del mago è al sicuro, e il nostro "mago interiore" si comporta nello stesso identico modo cercando di mantenere la nostra attenzione sull'osservato, in modo tale da tenere a sicuro il trucco e la nostra sensazione di aver vissuto qualcosa di speciale, che è ciò che più egoisticamente ci interessa, perchè ci rende speciali per riflesso. Poi vabbè mi spiace persino parlare di cose ovvie, non voglio mancare di rispetto a nessuno.

Non capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a  nessuno.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a  nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.

E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma  non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per  " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa?  Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'...
Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.

E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma  non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per  " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa?  Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'...
Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Hai notato il titolo del topic? O gli interventi di altri? Quando mi sono riferito con te ti ho quotato, quando non l'ho fatto ho scritto il tuo nome, in ogni altro caso scrivo per contribuire alla discussione. Quali preconcetti? che fino a prova contraria si tratta di allucinazioni, e che la prova contraria non c'è? Lo stesso si applica agli ufo già citati in precedenza, per esempio, se poi anche questi son preconcetti ok. Non capisco perchè a un certo punto si mettono tutti a scalciare, "materialista!" , "preconcetti!", penso che le discussioni sia un luogo di confronto, non un posto dove elucubrare speranze recondite e cacciare i "guastafeste".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:56:29 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.
E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa? Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'... Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Hai notato il titolo del topic? O gli interventi di altri? Quando mi sono riferito con te ti ho quotato, quando non l'ho fatto ho scritto il tuo nome, in ogni altro caso scrivo per contribuire alla discussione. Quali preconcetti? che fino a prova contraria si tratta di allucinazioni, e che la prova contraria non c'è? Lo stesso si applica agli ufo già citati in precedenza, per esempio, se poi anche questi son preconcetti ok. Non capisco perchè a un certo punto si mettono tutti a scalciare, "materialista!" , "preconcetti!", penso che le discussioni sia un luogo di confronto, non un posto dove elucubrare speranze recondite e cacciare i "guastafeste".

Non c'è alcuna prova che siano allucinazioni, come non c'è alcuna prova che non lo siano. Quindi è più serio sospendere il giudizio.  Gli ufo non c'entrano nulla con la discussione in atto, a meno che non si voglia fare un gran minestrone dove buttiamo dentro di tutto e di più...
Se non era riferito a me, mi scuso ovviamente ma il tono generale della discussione ( tra l'ironico e lo sprezzante) portano anche il più santo a perdere le staffe... ;D Comunque ho fatto un pò di respiri profondi, non ti preoccupare...
Comunque , mi spiace per Jean, ma esco dalla discussione proprio per i suddetti motivi ( o almeno per come li interpreto io...ormai bisogna sempre specificare ::))...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 31 Marzo 2017, 10:58:57 AM
CitazioneRitengo indispensabile per credere alla (possibilità e verità della)  conoscenza scientifica la chiusura causale del mondo fisico.
Cioé che il mondo materiale - naturale (che per me non esaurisce la totalità del reale: non sono monista materialista, per la cronaca, anche se qualora lo fossi non me ne vergognerei di certo!) divenga veramente (e non solo apparentemente ma falsamente "qua e là" per pura combinazione fortuita, nel modo in cui 100 eventuali lanci di una moneta non truccata potrebbero in linea teorica o di principio dare 100 risultati consecutivi tutti identici) in modo ordinato secondo modalità o leggi universali e costanti.
Chi é d' accordo con questa tesi credo possa spiegare eventi paranormali unicamente attraverso le ipotesi di:

-Trucchi da prestigiatore (posate piegate).

-Allucinazioni (magari collettive: Mircea Eliade e c.?).

-"Puro culo" (il paz, sotto anestesia aveva sognato proprio quell' infermiera che gli aveva tolto la dentiera e proprio mentre le toglieva la dentiera, magari perché essendo molto carina aveva inconsciamente eccitato la sua fisiologica libidine; oppure ho sognato un numero e guarda caso é stato estratto al lotto: dati i numerosi casi di giochi d' azzardo legalizzati e incentivati dai nemici del popolo onde meglio fregarlo, non sarebbe nemmeno improbabile).

-fraintendimenti soggettivi (il paz. si era illuso di essere già anestetizzato ma invece era ancora discretamente vigile o sensorialmente recettivo e ha visto ciò che credeva di aver sognato).

-eventi puramente fisici naturalissimi ma talmente complessi che non se ne riesce a riconoscere il divenire secondo le leggi naturali (casi di nevicate in pieno Luglio dovuti a eccezionalità meteorologiche che furono classificati come "miracoli": in Italia vi sono svariate "madonne della neve").

Ma resto disponibile a considerare ed eventualmente accettare anche altre spiegazioni convincenti, purché non violino le leggi di natura.

A chi invece ritiene che lo spirito (o il pensiero) interagisca con la materia o che comunque possano accadere sospensioni di (o eccezioni a) quelle regole ineccepibili del divenire naturale che sono (se vigono realmente, cosa indimostrabile: Hume!) le leggi fisiche chiedo perché mai trovandosi al 100° piano di un grattacielo prima o poi non si getterebbe dalla finestra dal momento che da un momento all' altro la legge di gravità potrebbe subire un' eccezione e per esempio invertirsi di segno almeno per qualche minuto, così che il suo corpo anziché venire attratto dal centro della terra potrebbe esserne violentemente respinto andando a sfracellarsi contro il soffitto.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 31 Marzo 2017, 11:07:57 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:56:29 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.
E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa? Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'... Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Hai notato il titolo del topic? O gli interventi di altri? Quando mi sono riferito con te ti ho quotato, quando non l'ho fatto ho scritto il tuo nome, in ogni altro caso scrivo per contribuire alla discussione. Quali preconcetti? che fino a prova contraria si tratta di allucinazioni, e che la prova contraria non c'è? Lo stesso si applica agli ufo già citati in precedenza, per esempio, se poi anche questi son preconcetti ok. Non capisco perchè a un certo punto si mettono tutti a scalciare, "materialista!" , "preconcetti!", penso che le discussioni sia un luogo di confronto, non un posto dove elucubrare speranze recondite e cacciare i "guastafeste".

Non c'è alcuna prova che siano allucinazioni, come non c'è alcuna prova che non lo siano. Quindi è più serio sospendere il giudizio.  Gli ufo non c'entrano nulla con la discussione in atto, a meno che non si voglia fare un gran minestrone dove buttiamo dentro di tutto e di più...
Se non era riferito a me, mi scuso ovviamente ma il tono generale della discussione ( tra l'ironico e lo sprezzante) portano anche il più santo a perdere le staffe... ;D Comunque ho fatto un pò di respiri profondi, non ti preoccupare...
Comunque , mi spiace per Jean, ma esco dalla discussione proprio per i suddetti motivi ( o almeno per come li interpreto io...ormai bisogna sempre specificare ::))...
Se è un aut-aut tra me e te esco tranquillamente io, sei sicuramente più interessato di me anche viste le tue esperienze personali mentre io non nutro molta passione per questo argomento. Comunque è assurdo come a)io forse non sia capace a scrivere b) la scrittura sia capace di storpiare le comunicazioni. La mia identità "virtuale" percepita su questo sito credo sia totalmente avulsa dalla mia identità reale, forse dovrei cominciare a usare le emoticon anche io, non che sia molto interessato a ricalibrare la cosa, ma è perlomeno curioso come sistematicamente il tono dei miei messaggi venga travisato, sembra che scrivere asciutto venga sempre visto come "sprezzante". boh.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 11:55:18 AM
Citazione di: lorenzo il 31 Marzo 2017, 08:48:17 AM
Eutidemo, per quelli come te ci sono fatti che vengono negati a priori finché non gli cadono in testa, come agli scienziati dei pressi di Parigi. I quali scienziati divengono bravi a spiegare i fatti che prima negavano, come gli economisti che illustrano perché non potevano prevedere la crisi, o gli astronomi che in base alle congiunture astrali spiegano gli eventi, quelli passati (ma ci sono anche di quelli bravi che qualcosa azzeccano).
- Grazie ma credo che non andrò più a consultare cose consigliate da te.

Caro Lorenzo,
veramente avevo scritto ESATTAMENTE IL CONTRARIO di quello che hai capito tu! :D  :D  :D
Ed infatti io non nego "niente" A PRIORI, nemmeno i somari che volano, se qualcuno afferma di averli visti; ma, prima di perdere tempo a cercare di capire come funziona l'avionica degli asini, mi sembra ovvio che prima voglio verificare (con la massima accuratezza) se il fatto è vero, oppure una balla.
E' una cosa talmente ovvia, che mi deprime persino di doverne discutere! :'(
***
Quanto all'accostamento tra scienziati fisici ed economisti, si tratta di un paragone che non c'azzecca assolutamente nulla! ::)
***
Ma lo stupido sono io, che cerco di convincere coloro che, A PRIORI, hanno già deciso  quello in cui vogliono credere (perchè gli piace o gli fa comodo crederci), e non gliene frega niente di accertare se è vero o no, o di ragionare "seriamente" al riguardo! :-[
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 11:56:44 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 11:07:57 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:56:29 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.
E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa? Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'... Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Hai notato il titolo del topic? O gli interventi di altri? Quando mi sono riferito con te ti ho quotato, quando non l'ho fatto ho scritto il tuo nome, in ogni altro caso scrivo per contribuire alla discussione. Quali preconcetti? che fino a prova contraria si tratta di allucinazioni, e che la prova contraria non c'è? Lo stesso si applica agli ufo già citati in precedenza, per esempio, se poi anche questi son preconcetti ok. Non capisco perchè a un certo punto si mettono tutti a scalciare, "materialista!" , "preconcetti!", penso che le discussioni sia un luogo di confronto, non un posto dove elucubrare speranze recondite e cacciare i "guastafeste".

Non c'è alcuna prova che siano allucinazioni, come non c'è alcuna prova che non lo siano. Quindi è più serio sospendere il giudizio.  Gli ufo non c'entrano nulla con la discussione in atto, a meno che non si voglia fare un gran minestrone dove buttiamo dentro di tutto e di più...
Se non era riferito a me, mi scuso ovviamente ma il tono generale della discussione ( tra l'ironico e lo sprezzante) portano anche il più santo a perdere le staffe... ;D Comunque ho fatto un pò di respiri profondi, non ti preoccupare...
Comunque , mi spiace per Jean, ma esco dalla discussione proprio per i suddetti motivi ( o almeno per come li interpreto io...ormai bisogna sempre specificare ::))...
Se è un aut-aut tra me e te esco tranquillamente io, sei sicuramente più interessato di me anche viste le tue esperienze personali mentre io non nutro molta passione per questo argomento. Comunque è assurdo come a)io forse non sia capace a scrivere b) la scrittura sia capace di storpiare le comunicazioni. La mia identità "virtuale" percepita su questo sito credo sia totalmente avulsa dalla mia identità reale, forse dovrei cominciare a usare le emoticon anche io, non che sia molto interessato a ricalibrare la cosa, ma è perlomeno curioso come sistematicamente il tono dei miei messaggi venga travisato, sembra che scrivere asciutto venga sempre visto come "sprezzante". boh.

Non litigatw :-*
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 31 Marzo 2017, 12:01:23 PM
Arridaje tutta la pappardella (manco lo sforzo di perdere 15 secondi a citare solo ciò cui si risponde)

La tematica sarebbe l'aldilà. Se sono fatto solo di materia, se sono solo corpo fisico, quando questo si disgrega finisce tutto (e vabbé, potrei continuare a vivere nelle particelle che lo componevano, ma lasciamo perdere quest'obiezione, sempreché qualcuno non se ne faccia sostenitore). Se ne può parlare filosoficamente (com'è che il movimento dei neuroni mi fa dire che la diagonale è incommensurabile con lato del quadrato?), e si posssono portare esperienze che mettono in crisi una concezione materialistica.
Ci sono quelli che non vogliono porre in discussione un bel niente, che se si trovano ad assistere a qualcosa che demolisce i loro preconcetti... si distraggono (altro che  "e la nostra sensazione di aver vissuto qualcosa di speciale, che è ciò che più egoisticamente ci interessa, perchè ci rende speciali per riflesso." Oltretutto avevo scritto che la cosa non ci fece né caldo né freddo).
Invece, riguardo gli asini che volano, riporto le mie impressioni delle impressioni di un'amica che ebbe l'impressione di assistere più volte alle messe celebrate in quel di Ferrara da un prete che levitava. E l'impressione era condivisa da qualche centinaio di altre persone.
Per quel che vale, ricordo che da piccolo ci si divertiva in quattro a imporre le mani su uno di noi, seduto, e poi lo si faceva volare in alto senza alcuno sforzo (ovvero con l'impressione di non fare alcuno sforzo) ponendogli un dito sotto le ascelle e sotto le ginocchia. Varie volte l'asino l'ho fatto anch'io. lo si faceva a scuola o nel capitello vicino casa, era una cosa banale, poi si preferiva giocare a nascondino.
Quando prestavo aiuto in una comunità di disabili, si doveva alzare il presidente che pesava sui cento kili dalla sedia per porlo nella carozzella, e viceversa. Eravamo in due e ogni volta me ne preoccupavo ma succedeva che lo sollevavamo senza alcuno sforzo: io credevo fosse merito suo e lui altrettanto. La cosa si ripetè un sacco di  volte, ma naturalmente erano solo mie impressioni.
@ Sari 
sarebbe un peccato  che non partecipassi più
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 12:03:48 PM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:56:29 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:47:24 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 10:15:40 AM
Citazione di: InVerno il 31 Marzo 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Sariputra il 31 Marzo 2017, 09:48:41 AMNon capisco l'associazione con i trucchi magici o di prestigio. Siamo scaduti così in basso...? Sono solo visioni totalmente materialiste e , pertanto, limitate della realtà. Ma anch'io, ovviamente non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Beh io allo stesso modo non capisco l'associazione tra allucinazioni e aldilà, io ho solo cercato di rilevare che anche e persino durante il nostro normalissimo stato vigile di coscienza, il nostro cervello non solo è facilmente ingannabile, ma proprio gode ad essere ingannato. Le visioni materialiste saranno limitate nel caso in cui qualcuno avrà il buon cuore di spiegare perchè in questa storia ci sia qualcosa che vada oltre la materia e quindi serva un campo di analisi diverso, per ora si è solamente partiti dall'assunto dato per vero e cercato di far quadrare il cerchio in qualche modo. Ma se stessimo parlando di fricchettone che dopo un acido parla con un anguria e ritiene totalmente vera la sua esperienza, avremmo lo stesso coraggio di dire che "il materialismo non basta"? L'unica cosa che ci suggerisce che serva un analisi di ordine diverso è a) la presenza della parola aldilà b) le presunta sovrannaturalità di queste esperienze per cui avvengo fatti inspiegabili, come un uomo che sa dove hanno messo la sua dentiera a un metro di distanza.
E chi ha mai parlato di aldilà? Perché tirate conclusioni a vanvera ? Dimmi dove ho parlato di aldilà? O anche la tua mente razionale ti sta prendendo in giro? Ho sempre parlato di apertura al possibile , ma non che questo significhi aldilà. Questo è un tuo trip mentale, una specie di associazione che ti fai basata sui tuoi preconcetti mentali... Quando mai ho dato per " vero" ( nel senso che tu intendi per ' vero' cioà razionale, riproducibile e falsificabile ) qualcosa? Ho parlato semmai di esperienze che , all'evidenza di colui che le vive, appaiono come 'vere'... Rifiuto qualsiasi giudizio 'a priori' basato su preconcetti ,come fai tu, questo sì.
Hai notato il titolo del topic? O gli interventi di altri? Quando mi sono riferito con te ti ho quotato, quando non l'ho fatto ho scritto il tuo nome, in ogni altro caso scrivo per contribuire alla discussione. Quali preconcetti? che fino a prova contraria si tratta di allucinazioni, e che la prova contraria non c'è? Lo stesso si applica agli ufo già citati in precedenza, per esempio, se poi anche questi son preconcetti ok. Non capisco perchè a un certo punto si mettono tutti a scalciare, "materialista!" , "preconcetti!", penso che le discussioni sia un luogo di confronto, non un posto dove elucubrare speranze recondite e cacciare i "guastafeste".

Non c'è alcuna prova che siano allucinazioni, come non c'è alcuna prova che non lo siano. Quindi è più serio sospendere il giudizio.  Gli ufo non c'entrano nulla con la discussione in atto, a meno che non si voglia fare un gran minestrone dove buttiamo dentro di tutto e di più...
Se non era riferito a me, mi scuso ovviamente ma il tono generale della discussione ( tra l'ironico e lo sprezzante) portano anche il più santo a perdere le staffe... ;D Comunque ho fatto un pò di respiri profondi, non ti preoccupare...
Comunque , mi spiace per Jean, ma esco dalla discussione proprio per i suddetti motivi ( o almeno per come li interpreto io...ormai bisogna sempre specificare ::))...

Per cui, se vedo una vecchietta volare su una scopa, non c'è nessuna prova che sia una allucinazione, nè alcuna prova che non lo sia: per cui, secondo te, l'ipotesi che la vecchietta sulla scopa sia reale, oppure l'ipotesi che la vecchietta sulla scopa sia soltanto una allucinazione, sono entrambe ipotesi in una situazione di "isostenia", e, cioè, che hanno entrambe la stessa probabilità di essere vere.
Ho capito bene? :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 31 Marzo 2017, 12:14:13 PM
**  scritto da Jean:
CitazionePosto questo articolo poiché è il più recente e tratta di quanto si va discutendo, per aver riferimenti dagli "addetti ai lavori" (chiedere a Lancet per l'attendibilità, a me pare un serio studioso...)

Dalla morte non si ritorna ma dalla "premorte" in alcuni casi sembrerebbe di sì e il percorso a ritroso verso questo mondo cambia per sempre il viaggiatore che diventa più empatico e fiducioso nel senso ultimo della vita.

Tra le circostanze di una NDE abbiamo l'arresto cardiaco (morte clinica)...
Prendo spunto da queste parole per riportare nuovamente le mie personali considerazioni, derivanti dalla mia esperienza già raccontata, non ricordo in quale discussione e perché, di "premorte". Anche perché riscontro molte attinenze con quanto proposto da @Jean.

E' vero - anche se la mia conversione è ufficialmente incominciata nel maggio 2008, più analizzo i fatti e maggiormente riscontro che la verità invece è recondita nel mio arresto cardiaco, quasi 2 minuti, secondo l'allora referto medico, nell'estate del 2006, a 38 anni - confermo, da allora sono diventato più empatico e fiducioso nel senso ultimo della vita. Non so chi ha scritto queste parole, ma non saprei descrivere meglio la sensazione generale che vivo da quel giorno, ma ha azzeccato in pieno.


CitazioneQuesto è almeno ciò che pensa Pim van Lommel, cardiologo olandese, che ha dedicato la vita a studiare i fenomeni di Nde (Near Death Experience), esperienza di prossimità con la morte possibili specialmente negli stati di coma temporaneo o di arresto cardiaco.

Benissimo, adesso so anche chi e perché ha colpito nel segno.


Citazione«Un'esperienza di premorte (o NDE, "Near Death Experience") può essere definita come il ricordo di una serie di impressioni vissute durante uno speciale stato di coscienza, fra le quali si trovano diversi elementi "universalmente presenti", come un'esperienza fuori dal corpo, sensazioni piacevoli, la visione del tunnel, della luce, dei propri cari defunti, il passare in rivista la propria vita, e il ritorno cosciente nel corpo.

Esatto, uno speciale stato di coscienza, un tunnel, una luce bianca incandescente che evidenziava solo le sagome di individui a destra e sinistra, molto a destra e a sinistra, e mia nonna, la madre di mia mamma, non vista, ma avvertivo la sua presenza. Una dilatazione della ricettività introspettiva, un'amplificazione innaturale della capacità di precisare con la coscienza, una percezione piacevole sicuramente, ma che per me si tramutò prima in ansia e poi in disperazione quando compresi, lo so è allucinante, ma è quello che nessuno può spiegarmi ancora, che stavo morendo: ero cosciente che stava accadendo, e la disperazione non era il fatto in sé, anzi la sensazione nel trapasso era più che benefica, ma disperavo perché nel momento stesso che compresi nitidamente in che situazione ero, una parte di me (non so come spiegarlo, spero si comprenda) si rifiutò di lasciarsi andare a quella piacevole dimensione, e iniziò come a strattonarsi da quel risucchio inevitabile, a ribellarsi a quello stato in cui ero piombato, e iniziai a sentirmi che dicevo: "...datti da fare Duc stai morendo ...diamine Duc è finita questa è la morte per davvero ...riprenditi Duc, ..provaci...datti da fare...provaci a venir fuori ...fai qualcosa cribbio... " - (adesso sto ridendo, perché ho tradotto per voi, nel mio imperfetto italiano, una scena che visualizzo ogni qualvolta desidero, in totale lingua napoletana, con parolacce e imprecazioni tali che forse nell'aldilà sono ancora scandalizzati  ;D ) e mentre imprecavo dimenandomi ecco la voce della dottoressa: "...c-o-m-e-t-i-c-h-i-a-m-i-?-?...m-i-s-e-n-t-i-?-?..." - "...Duc, Duc ..cavolo mi chiamo Duccccc...." - ma lei non mi sentiva, io stavo gridando il mio nome e lei, ignorandomi, proseguiva dicendo alla collega: "...d-a-m-m-i-t-a-l-m-e-d-i-c-i-n-a...p-r-o-v-i-a-m-o-c-o-n-q-u-e-s-t-a...s-e-n-e-s-t-a-a-n-d-a-n-d-o..." - "mi chiamo Duc, sono Duc, perdinci ...ma co..." - e ci fu quel momento in cui un mio rantolo di voce terrestre le giunse e lei incominciò a schiaffeggiarmi sempre con più veemenza (adesso sto piangendo, come sempre quando rimembro questo attimo, chiedo scusa, ma voglio farvi partecipi, con queste mia lacrime, di esser parte di qualcosa di strabiliante, d'inspiegabile, d'inconsueto), fino a che riuscii a metterla a fuoco con la vista e rispondere come il migliore della classe (ahahah) a ogni sua domanda. Poi mi resi conto che ero su di un'ambulanza che passava vicino alla stazione, dove mi era giunto il malore, per "caso", che il pronto intervento di alcuni pendolari e di un carabiniere fecero sì che il treno regionale, due vagoni, ero in una frazione della provincia di Benevento, si fermasse e non m'investisse, dato che ero caduto dalla banchina sui binari, infatti uscii dall'ospedale pieno di lividi sul e ferite al capo, oltre a una definitiva lussazione della spalla sinistra.


CitazioneLa NDE è sempre un'esperienza trasformativa, in quanto causa cambiamenti profondi nel modo di cogliere la vita, elimina la paura della morte e rafforza la sensibilità intuitiva
Ineccepibile, confermo.


Citazione«Secondo uno studio olandese a cui ho partecipato insieme ad altri colleghi e che è apparso su Lancet nel 2001, la metà dei pazienti che aveva avuto una NDE dissero di essere stati consapevoli di essere morti, e riferirono emozioni positive; il 30% disse di aver vissuto l'esperienza del tunnel, osservato un paesaggio celestiale o incontrato persone decedute; all'incirca un quarto disse di aver avuto un'esperienza fuori dal corpo, di aver comunicato con "la luce", e descrisse percezioni di colori; il 13 % aveva passato in rassegna la propria vita e l' 8 % aveva percepito la presenza di un confine».
Non ho osservato il paesaggio celestiale (anche se oggi ho speranza certa in esso), non ho visto il mio corpo (anche se non lo percepivo più fino al primo schiaffo della dottoressa), e non ho passato in rassegna la mia vita, forse sì la presenza di un confine.
Aggiungo che (poi ognuno faccia le proprie considerazioni): subito dopo il mio rianimo, e per tutto il tempo trascorso nei controlli all'ospedale intuivo, in una maniera non consueta, che la ragione del mio "rientro" non era dovuta alla mia opposizione, ma alla giustificazione per un inganno.
Ossia, non dovevo morire quel giorno, ma "qualcosa" aveva modificato, falsato, manipolato le regole del gioco. E il mio sobillare, mentre varcavo all'aldilà, aveva richiamato l'attenzione ed ero stato ripristinato.


CitazioneChi ha vissuto una NDE ha l'impressione di essersi liberato del corpo come di un vecchio cappotto, ed è sorpreso di avere ancora un'identità con la possibilità di provare percezioni, emozioni, ed una coscienza particolarmente lucida.
Lucidissima, e posso ricordare tutto e perfettamente ancora oggi dopo 11 anni.


Grazie @Jean per l'opportunità di rievocare proprio oggi (prima a me stesso), questa mia lontana e vicina vicissitudine.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 31 Marzo 2017, 13:39:06 PM
Citazione di: lorenzo il 31 Marzo 2017, 12:01:23 PM
Ci sono quelli che non vogliono porre in discussione un bel niente, che se si trovano ad assistere a qualcosa che demolisce i loro preconcetti... si distraggono
Invece chi parla chiaramente di essere riuscito in una levitazione (una cosa "banale") non ha preconcetti, è un libero pensatore, non ha idee materialiste precostituite, è uno aperto alla discussione e sopratutto non è mai distratto.  Ma la cattiva società materialista isola questi elementi "scomodi" che hanno assistito a siffatti eventi, la lobby del cherosene è particolarmente agguerrita nell'evitare che la notizia si sparga per evitare che con gli aerei prendano il volo con quattro manate, cosi, banalmente, senza che "ci facesse ne caldo ne freddo".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 31 Marzo 2017, 15:13:19 PM
Citazione di: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 11:55:18 AM

***
Quanto all'accostamento tra scienziati fisici ed economisti, si tratta di un paragone che non c'azzecca assolutamente nulla! ::)
***
CitazioneSottoscrivo entusiasticamente ! ! !

(e trattengo a stento la solita metafora delle due ben diverse cose entrambe marroni).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 31 Marzo 2017, 16:40:48 PM
Caro Lorenzo, 
circa i fenomeni che riporti, osservo quanto segue:
1)
Riguardo alle "impressioni" di una tua amica che ebbe "l'impressione" di assistere più volte alle messe celebrate da un prete che "levitava" (impressione era condivisa da qualche centinaio di altre persone), non ci vedo niente di strano; ed infatti, si tratta di un fenomeno conosciuto da decenni in campo psichiatrico, denominato ALLUCINAZIONE COLLETTIVA,la quale talvolta si verifica in ambienti affollati, dove le persone sono accomunate da uno stato di eccitazione psichica altissimo e affermano di vedere la stessa apparizione per autosuggestione reciproca!
Per esempio, quasi tutti gli anni, ad Aprile (mi pare il 12), qua a Roma, fino agli anni '80, molti avevano preso l'abitudine di recarsi alla Grotta delle Tre Fontane per assistere ad uno strano fenomeno solare che si ripeteva ogni anno a quella data; io ci andai, per curiosità,  il 12 aprile del 1986 (quando ci fu pure una ripresa televisiva del presunto fenomeno). 
Io, a dire il vero, non ho visto niente di particolare (e nemmeno gli amici che erano con me); il sole è rimasto fermo e tranquillo al suo posto, senza manifestare alcuno strano fenomeno.
Però sentivo intorno gente estasiata che strillava e pregava la Madonna!
Ed invero, assistendo la sera, in TV, al programma registrato, c'erano testimonianze di persone presenti non solo intervistate, ma delle quali si è ripresa la voce mentre parlavano e commentavano nello stesso istante in cui vedevano il fenomeno; o ancora dalle registrazioni andando in giro tra la folla con il microfono, si ricavavano sempre le stesse affermazioni, sui simboli, sui colori, sul girare del sole vorticosamente, ed inoltre della pace e serenità che tutti sentivano dentro l'animo.
Però altri (evidentemente molto poco suggestionabili, come me), dichiaravano di non aver visto e sentito assolutamente nulla. 
Peraltro si è controllato, e dagli strumenti di osservazione astronomica non si è avuta nessuna notizia di variazioni nel sole; per cui, NON C'E' STATO NESSUN FENOMENO FISICO...bensì solo un fenomeno psichico di isteria collettiva.
2)
Quanto al giochetto delle 4 dita, anche io, da piccolo, vi ho partecipato parecchie volte; ed era davvero divertente.
Ma, al riguardo, nè a me nè ad altri è mai passato per la mente che ci fosse qualcosa di "paranormale", in tale fenomeno, nè, tantomeno una "levitazione assistita"!
Ed infatti, invece di restare bovinamente "basiti" di fronte alla indubbia singolarità della cosa, basta riflettere un attimo per capire che il soggetto si alza solamente perché il suo peso viene diviso equamente tra i quattro che gli stanno intorno;  così, per una persona di 80 chili, ognuno dei sollevatori si trova ad alzare 20 chili (che è cosa tutt'altro che "strabiliante").  
Ed infatti, se c'è un terzo a controllare la muscolatura dei 4 sollevatori, si accorgerà subito che non sono le sole dita a effettuare tale sollevamento, come invece sembra, bensì le braccia le spalle e i polsi, che fanno asse con il dito.  
In genere, nel primo/secondo tentativo si fallisce, perché il sollevamento non è coordinato: ma poi, il presunto "sensitivo" dice: "Adesso conto fino a tre, al tre solleviamo".  E questa volta l'esperimento riesce perché lo sforzo avviene all'unisono.
Se poi uno è così ostinato da continuare ancora a credere che si tratti di "levitazione", faccia il seguente ESPERIMENTO.
Innanzitutto, si pesino sia la persona da far levitare sia i quattro volontari che la dovranno sollevare, e poi si prenda nota del peso di ognuno. 
Quindi, il volontario si sieda sulla sedia e i quattro intorno a lui prendano posto in piedi sulle quattro bilance, e si proceda nel gioco come sopra; ovvero i quattro sollevino il volontario con gli indici.
A questo punto, se si trascrive nuovamente il peso che indicano le quattro bilance, si scopre che il peso della persona levitata si distribuisce in maniera perfettamente equilibrata tra i quattro sollevatori; in altre parole, nel caso di un volontario di 84 chili, al momento della levitazione il peso di ogni persona che lo sostiene aumenta esattamente di 21 chili (come testimoniato dalle lancette delle 4 bilance).
Facile, no?
Quanto al alzare il presidente che pesava sui cento kili dalla sedia per porlo nella carozzella, e viceversa, presumo che le bilance avrebbero dimostrato la stessa cosa: nessuna levitazione. 
PROVARE PER CREDERE!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: anthonyi il 31 Marzo 2017, 19:14:37 PM
Ho letto con interesse il dibattito tra chi "se non vedo non credo", e chi "eppure c'è qualcosa". Certamente io mi pongo tra questi ultimi e, sulla base di questo assunto, mi faccio una domanda:
"Ma questo aldilà e caratterizzato da leggi meccaniche, oppure sottoposto alla discrezionalità divina?"
Nel Post 99 Ducinaltum afferma della sensazione che lui non doveva morire quel giorno, per cui qualcuno avrebbe deciso il giorno della sua morte, ma questo qualcuno non avrebbe il pieno controllo degli eventi per cui per un incidente lui è arrivato prima sulle soglie della morte. La sua esperienza non sembra così completa come quella che altri dicono di aver sperimentato in esperienze NDE. In tutti questi casi comunque possiamo domandarci se anhe in questi casi si sia trattato di uno sbaglio, al seguito del quale, meccanicamente, si vivono le esperienze di passaggio, oppure se le stesse esperienze siano guidate da una volontà che voglia usare l'esperienza NDE a fini educativi.
Se poi l'esperienza spirituale dovesse seguire leggi meccaniche potremmo domandarci quanto e come queste sono dipendenti dalle situazioni fisiche.
C'è una situazione interessante che si verifica durante le esercitazioni fatte dagli astronauti. Posti in una centrifuga che, facendoli roteare provoca il temporaneo svuotamento del sangue nel cervello, una parte di loro afferma di aver mantenuto la coscienza e di aver osservato dal di fuori il loro corpo. Questo evento che si verifica in condizioni nelle quali non sussiste un rischio di morte fa pensare ad un effetto meccanico, legato al contatto tra il sangue e il cervello. D'altronde anche nella Bibbia sta scritto che lo spirito è nel sangue.

Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 31 Marzo 2017, 19:40:43 PM
**  scritto da Anthony:
CitazioneNel Post 99 Ducinaltum afferma della sensazione che lui non doveva morire quel giorno, per cui qualcuno avrebbe deciso il giorno della sua morte, ma questo qualcuno non avrebbe il pieno controllo degli eventi per cui per un incidente lui è arrivato prima sulle soglie della morte. La sua esperienza non sembra così completa come quella che altri dicono di aver sperimentato in esperienze NDE.
Concordo con te, non so se la mia esperienza sia completa o meno, ma ho cercato di spiegare la mia esperienza, che non avrei mai creduto se non l'avessi vissuta in prima persona.

Poi, anche se non è semplice esporre bene un'intuizione, ma ci provo lo stesso: non è che qualcuno aveva deciso la mia morte, ci tengo a sottolineare questo dettaglio, ma che "qualcuno o qualcosa" mi aveva fatto giungere a quel momento grazie a un inganno, inganno mandato a monte non per mio merito, se non quello di esser voluto rientrare in questa dimensione una volta avutone l'occasione.
Non so quanta verità ci sia in questa mia nitida, ancor oggi, percezione, fatto sta che solo questo verso mi concesse, anni dopo, una probabile interpretazione dell'accaduto:
La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.
(Rom 5, 20-21)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 31 Marzo 2017, 22:08:39 PM
Ah beh, se tutti escono... chi paga poi, solo chi ha invitato?  :o

E poi, perché abbandonar un luogo dove sta accadendo proprio quel che deve accadere, come in tutte le discussioni si presentano i diversi e variegati punti di vista, convinzioni ecc.

Se il modo d'esporre oppure il "tono" di un interlocutore tende a confliggere, superando il "valore di soglia" oltre il quale è in grado di farvi fronte... beh, prendiamoci un po' di tempo, ricalibrando la nostra risposta quando lo incontreremo nuovamente.

Osservo che questo luogo, da me definito Hotel logos, è uno dei pochi luoghi ove ci si possa incontrare e discutere a vis a vis pubblicamente, senza dove passare per un social o (per me) la tristezza di un blog personale.
Personalmente gli conferisco un gran valore e mi dispiace quando accade che qualcuno lo abbandoni, confidando sia temporaneamente e altresì ringraziando quelli che continuano a frequentarne le preziose stanze, interagendo con chi, senz'essere scelto o discriminato in alcun modo, arrivi a proporre la propria riflessione o ponga delle domande.

Pur avanti con gli anni e carichi d'esperienze di vita abbiamo sempre da imparare a rapportarci col nostro prossimo, niente è definitivo e senz'altro ognuno di noi incontrerà prima o poi il suo opposto (nel pensiero, modo, convinzioni ecc.).
Quante volte l'abbiamo visto accadere, nel precedente e in questo forum.

Poi, per carità, ogni scelta e decisione vanno rispettate... ma prima di quella definitiva... take time, (prendi tempo... per chi non apprezza la lingua del prossimo paese extraeuropeo...), non c'è fretta, ogni discussione, anche quella apparentemente bizzarra sull'uso dei pannolini in età avanzata, riserva delle sorprese ed evolve secondo direzioni inattese, stimolando l'interesse più di quanto si poteva immaginare.
Pensavate che, a maggior ragione, non avvenisse con la presente dove ci si confronta con argomenti per i quali è stato prodotto tanto di quel materiale che riportato in libri e provvisoriamente stipato in qualche appartamento lo farebbe crollar dal peso? (se qualcuno vuol far la prova...).

E se tutto alfine crolla, in primis il nostro corpo, e non ci fosse qualcosa che invece permane, cosa varrebbe la pena d'esser perseguito nell'intermezzo, sì da render merito a Schopenhauer per il suo efficace sincretismo?

In questo Hotel e in quello personale della nostra vita forse (ma non per tutti, va accettato) il mantener le relazioni a fronte delle inevitabili difficoltà dovute alla nostra natura conflittuale riveste un indubbio valore.
L'ha per me, per l'amico Sari e tutti quelli che han scelto di soggiornar in questo luogo che riproduce, su piccolissima scala, il grande Luogo che (provvisoriamente) ci ospita.

Perciò, Sari, non ti è concesso dalla stima che nutro per te d'abbandonar la compagnia di questa discussione, in quanto il contributo, in primo luogo della tua persona, poi degli argomenti e riflessioni ha un valore oltre che per me per tutti coloro che vi partecipano e, scrivendo noi pubblicamente, chi ci legge.

Volendolo o no diamo un esempio in questi tempi difficili e certamente ognuno di noi sbaglia, per esempio ritengo d'aver sbagliato nella mia replica ad Apeiron, non nella sostanza ma nella forma, nel tono che poteva esser amichevole e invece è risultato di confronto.
Non mi scuso, resta agli atti e mi serve di riferimento per il futuro.

Tutto questo pistolotto per dir che, comunque evolveranno le cose (ovviamente Sari e Inverno faranno quel che ritengono giusto) la presente è, appunto, un'occasione per andar al di là dell'aldilà... non ve ne foste accorti, chi, qual sia il motivo per cui abbandoni o venga costretto ad abbandonar un luogo (o la propria vita) approda in un qualche tipo d'aldilà... nel caso specifico aldilà della presente discussione.

Dove si va differisce per ognuno, e tuttavia è possibile andar ancora oltre (al di là)... ad esempio frequentando un'altra discussione, o nel caso di specie, secondo alcuni addirittura un altro mondo o dimensione (beh, mica pochi, ad esempio chi abbia fede come Duc...).

Certo che noi, rimasti in questo salone dell'Hotel, non abbiam modo di conoscere quest'altra "attività" dei nostri amici che, salvo noi si compia un viaggio analogo, rimane sempre e solo un'antiscientifica illazione, stante la chiusura causale del nostro mondo.

Ma chi vada e venga da questi nostri saloni (luoghi di discussioni), metaforicamente avvalora l'esistenza non solo dell'aldilà, ma di "molti" aldilà e in più la possibilità di spostarsi tra questi.

Non è Jeanpaz che si è inventato e propone tali visioni, fanno parte della coscienza umana e ci accompagnano dalla notte dei tempi, poi ogni tempo e luogo decide chi deve condurre il gioco e cosa puntarci.

Ma ci sono luoghi dove c'è ancora spazio per tutti, come questo, e nel mio piccolo mi applico per ampliarlo frequentando le sue molte stanze.
Un po' è divenuta la mia casa delle vacanze... (come lo chiamereste un luogo dove incontrate, nel tempo che colà decidete di spendere, i vostri amici?) e lo consiglio senz'altro a tutti perché non ce n'è un altro uguale.

Certamente quando ritorniamo da una vacanza rimangono impressi in noi i ricordi dei bei luoghi... ma senza alcuno con cui condividerli son come suoni che si affievoliranno.

Quando non son qui a volte vi penso, e ritornandovi, come oggi, son stato contento d'aver trovato la poesia di CVC e di aver rivisto il nome di Gyta tra gli arrivi, che saluto cordialmente.

Ognuno di noi porta qualcosa, anche polemiche, perché no... ma se si riesce a contenerle, se "il mare intorno" le assorbe come per la pioggia, il livello non si alzerà più di tanto, senza pericolo d'alcuna esondazione... noi tutti, all'occasione, possiamo essere quel mare...


Cordialmente

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 31 Marzo 2017, 23:42:09 PM
Certe risposte ma soprattutto certi commenti fanno passar la voglia di interloquire (sai che perdita!). Comunque, correndo il rischio che rispondendo a chi mi dà l'impressione di credermi stupido lo confermi nella sua opinione:
- l'amica, in una chiesa gremita all'inverosimile, non vedeva né il prete né l'altare ma ad un certo punto la testa del celebrante elevarsi sopra quelle dei fedeli (non le ho chiesto se aveva controllato che non fossero i chierichetti);

CitazioneCitazione da Eutidemo
Quanto al giochetto delle 4 dita, anche io, da piccolo, vi ho partecipato parecchie volte; ed era davvero divertente.
Ma, al riguardo, nè a me nè ad altri è mai passato per la mente che ci fosse qualcosa di "paranormale", in tale fenomeno, nè, tantomeno una "levitazione assistita"!
Ed infatti, invece di restare bovinamente "basiti" di fronte alla indubbia singolarità della cosa, basta riflettere un attimo per capire che il soggetto si alza solamente perché il suo peso viene diviso equamente tra i quattro che gli stanno intorno;  così, per una persona di 80 chili, ognuno dei sollevatori si trova ad alzare 20 chili (che è cosa tutt'altro che "strabiliante").  

- non so se il giochetto era lo stesso: a noi succedeva che alzavamo chi era seduto fin sopra le nostre teste. Si richiedeva una procedura complicata nell'imposizione delle mani e se si rideva bisognava ricominciare. Eravamo troppo piccoli per farci tante domande ma non così bovini (povere mucche) da non provare a sollevare uno senza tutta la tiritera ma non ci si riusciva. Invece, ponendogli le mani, pesava come una piuma.
- Falla tu la prova e vediamo se alzate uno fino alle vostre spalle. Comunque ho riprovato il giochetto da adulto e non funziona, non so se i bimbi lo facciano ancora.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 01 Aprile 2017, 00:20:58 AM
@Jean,

Non me la sono per niente presa, semplicemente non ho avuto tempo di rispondere. Questo sommato al fatto che quando scrivo nei forum sono abbastanza aggressivo senza rendermene conto a volte può fare in modo che sembri che me la sia presa. Non ho trovato la tua risposta irritante - come invece era una scritta una settimana fa al povero Duc (risposta che io ho cancellato perchè mi sembrava che desse l'esempio sbagliato visto che oramai non sono più un "novellino" del Forum).

Voglio precisare che non ho letto l'articolo e quindi sì era meglio parlare in un altro modo. In ogni caso il mio era un discorso su un trend generale: vengono prese esperienze inspiegabili dalla scienza e da lì si costruisce una "prova scientifica" sulle verità delle varie religioni. Le NDE, Le OBE, le esperienze mistiche ecc rimangono nel mistero più assoluto, visto che non c'è nessuna teoria condivisa a riguardo. Il punto è che anche se ci fosse rimarrebbero comunque fenomeni ed esperienze strane, affascinanti e inoltre la presenza di tale teoria non inficierebbe la fede religiosa di nessuno. Volevo semplicemente insistere su questo punto: la scienza e il misticismo sono due mondi diversi e non è un bene mescolare le cose. In ogni caso: un conto è avere una teoria scientifica di un'esperienza, un conto è vivere l'esperienza. La sola conoscenza scientifica non è molto illuminante in certi casi, perchè di certo pur descrivendomi (in parte?) il Come non mi parla del Che Cosa.

Per quanto riguarda il Tao della Fisica, non l'ho letto e ho solo informazioni indirette. Lo considero comunque un libro interessante ma non perchè mi illumina sulla scienza: lo considero interessante perchè re-interpreta le religioni orientali con i concetti fisici moderni (e le religioni orientali sono moooolto più adattabili al sapere moderno delle religioni "occidentali").

Mi chiedevi del monastero mariano a Padova... Perchè, sono curioso?  :D



P.S. Io sono in realtà della provincia di Verona ma studio a Padova da 5 anni...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 01 Aprile 2017, 07:06:16 AM
Caro Lorenzo,
forse la voglia di interloquire ti passa, perchè non sai mai rispondere a tono; ed infatti, ho notato che non entri mai nel "merito" delle argomentazioni altrui, ma ti limiti semplicemente ad ignorarle e a "glissare" ricorrendo ad argomenti ultronei.
Quando invece, entri nel merito, non ti accorgi di portare "acqua al mulino" del tuo contraddittore, rafforzando (con quello che scrivi) le "sue" tesi, invece delle "tue".
Ed infatti:
- un conto sarebbe stato se la tua amica avesse visto i "piedi" del sacerdote staccarsi da terra (o meglio, se avesse "creduto" di vedere la cosa);
- ed un altro conto,invece, è stato limitarsi meramente a vedere la "testa" del celebrante elevarsi sopra quelle dei fedeli, "supponendo" che avesse staccato i piedi da terra.
Spero che tu riesca a cogliere la "sottile" differenza; anche se ne dubito, vista la tua preconcetta ostinazione a voler credere PER FORZA a certe cose! :)
***
Quanto al giochetto delle 4 dita, era sicuramente lo stesso, e non credo che ci sia qualcuno che da ragazzo non lo abbia mai fatto; era un gioco comunissimo!
Quanto alla "procedura complicata nell'imposizione delle mani e se si rideva bisognava ricominciare", questa è la tecnica comune che si usa per "coglionare" il pubblico, e fargli credere che sta assistendo ad un fenomeno paranormale, invece che ad un banale gioco di prestigio; anche io usavo le stesse tecniche, nelle finte sedute spiritiche...ma alla fine rivelavo sempre che c'era stato un trucco, perchè mi piace scherzare, ma non prendere per i fondelli il prossimo.
Quello che mi sconcertava, però, è che, anche dopo aver rivelato il mio trucco (molto carino, a dire il vero), c'era qualcuno che insisteva a credere che la seduta fosse stata autentica, e non c'era verso di smuoverli da tale convinzione; per cui, da allora ho smesso, perchè non mi è mai piaciuta la  massima: "Vulgus (Mundus) vult decipi, ergo decipiatur!" ;)
***
Quanto a fare la prova, l'hai fatta tu quella della QUATTRO BILANCE?
Se la fai, come l'ho fatta io, ti accorgi, che, nel fenomeno, per quanto indubbiamente "scenografico", NON C'E' ASSOLUTAMENTE NIENTE DI PARANORMALE!
Ma se ci vuoi credere per forza, la prova non farla...perchè potresti restare molto deluso! ;)
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 01 Aprile 2017, 07:12:08 AM
FENOMENI EFFETTIVAMENTE STRANI!
A proposito di aneddoti su fenomeni paranormali veri o presunti, visto che ormai ciascuno di noi sta raccontando le sue esperienze personali, stamani me ne è tornato alla mente uno molto particolare; che, devo ammettere, mi lasciò molto perplesso.
Come già ho scritto in questo TOPIC, negli ultimi anni '60 e nei primi anni '70, io e tre miei amici (ex compagni di scuola, di cui due morti da poco), impiegavamo parecchio tempo a tentare esperimenti di telepatia, teleforesi, telecinesi e chiarroveggenza; però con risultati molto deludenti, a dire il vero.
Ma, nonostante tutto, insistevamo pervicacemente, affascinati dalla lettura del MATTINO DEI MAGHI di Louis Pauwels e Jacques Bergier; libro che trovavamo molto convincente (e che, in effetti, tutt'oggi trovo eccellente).
Un giorno, uno del gruppo, portò alla nostra riunione suo cugino, fervente buddista (di poco più grande di noi), il quale sosteneva di possedere poteri paranormali; quindi, poichè nella stanza delle riunioni avevamo, appunto, una splendida statuetta di Budda in porcellana, lui ci invitò a mettere 4 cappelli sul tavolo, e poi a nascondere la statuetta sotto uno di essi, mentre lui era fuori della stanza (chiuso a chiave nel bagno).
Noi lo facemmo, lui rientrò, e, dopo essersi soffermato davanti ad ogni cappello (ed averlo scrutato per qualche secondo),  alla fine ci indicò con sicurezza quello dove avevamo nascosto il budda.
Due di noi ci credettero subito, mentre altri due no; dei quali ultimi due, ovviamente uno ero io, perchè, pur credendo alla "possibilità" dei fenomeni paranormali, ero già allora molto scettico e diffidente.
Sospettavo che i due cugini fossero complici.
Per cui pretesi che TUTTI uscissero dalla stanza, e, poi, dopo aver spento la luce, nascosi a tentoni il budda sono uno dei quattro cappelli; quando riaccesi la luce, non ero neanche io ben sicuro di dove avessi messo la statuetta.
Rientrarono tutti, ed io gli chiesi di soffermarsi davanti a ciascun cappello, per indovinare quello che conteneva l'immagine sacra; lui lo fece, e, come al solito, indicò subito il cappello giusto.
Come ho detto, la cosa mi lasciò molto perplesso, perchè, non avendo visto niente, non potendo avere l'aiuto di un complice, e non avendo neanche sfiorato i cappelli con le mani, non riuscivo assolutamente a capire come avesse fatto a indovinare.
Peraltro, la stessa sera, senza schiacciarne la base, come faceva Cristoforo Colombo, riuscì a far stare dritto un uovo...dopo che noi quattro avevamo tentato invano la stessa cosa per ore (si fa per dire).
La settimana dopo, però, io riuscivo a fare la stessa cosa che faceva lui (con il Budda)...ma ancora non con l'uovo; con quello, di settimane, me ce ne sono volute due.
Secondo voi, mi aveva trasmesso un po' dei suoi poteri paranormali? 
Io ho ancora qualche dubbio in proposito, perchè a scoprire dove sono i Budda nascosti sotto i capelli -da allora- non ci ho provato più; mentre, a far star dritte le uova (e non solo quelle), ormai mi riesce sempre più di rado e con difficoltà! :D
Voi che ne dite?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 01 Aprile 2017, 11:03:50 AM
Ad modum Euthydemi:
- Forse il buddista portava degli occhiali che vedevano ai raggi x;
- Sei sicuro che non avesse qualche strumento particolare in tasca?
- Si tratta di un banalissimo trucco, anch'io l'ho fatto un sacco di volte.
- Come saprai i casi di allucinanzione collettiva sono frequentissimi, anche a me è capitato...
----
Se la mia amica fosse stata di fianco all'altare mi chiederesti se avesse controllato che il sacerdote non usase questo trucco
(http://d2s9ix2b4sctqt.cloudfront.net/big/177928.jpg)
o che non vi fossero delle funi invisibili che lo sollevavano.
Riguardo il giochetto mi chiedo, visto che dici di averlo fatto anche tu, se non ricordi che sembrava di sollevare una piuma e, quando sarà pure toccato a te, non avevi la senzazione, almeno per un paio di secondi, di galleggiare nell'aria.
Ripeto che da adulti non funziona, o almeno non ha funzionato quando, su sollecitazione di amici meno increduli di te, abbiamo provato a farlo.
Comunque, il tema è l'aldilà, filosoficamente non se ne parla e credo che tutte le esperienze che uno può portare, anche passassero attraverso l'eutidemico crivello, non gioverebbero un bel nulla.
"Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi»." (Lc 16,31)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 11:23:41 AM
@jean

Non esiste un luogo dell'aldiquà, uno dell'aldilà e uno al di là dell'aldià.
Esistono forme.
Ed esistono livelli di Realtà in cui queste forme esistono e sono.

Noi siamo corpi.
I corpi sono fatti di atomi.
Gli atomi sono fatti di particelle di materia.
Queste particelle di materia sono energia.
Quindi la materia è energia.
Cioè noi siamo energia.
Questo è ormai stato appurato dalla Fisica. E' una verità scientifica.

Il primo principio della termodinamica - o principio della conservazione della energia -  afferma che l'energia "non si crea, non si distrugge, ma cambia forma".

Diceva Richard Feynman, premio Nobel per la Fisica:
"Esiste una proprietà, o se preferite una legge, che governa tutti i fenomeni naturali conosciuti fino ad oggi. Non si conosce eccezione a questa legge : essa è esatta nel limite delle nostre conoscenze. La legge è chiamata conservazione dell'energia. Essa stabilisce che vi è una certa quantità, che chiamiamo energia, che non cambia nei molteplici mutamenti subiti dalla natura. Il concetto è astratto, poiché si tratta di un principio matematico; esso afferma che esiste una quantità numerica che non cambia qualsiasi cosa accada. Non è la descrizione di un meccanismo o di un fenomeno concreto, è soltanto il fatto singolare di poter calcolare un numero e dopo aver osservato i mutamenti capricciosi della natura, ricalcolarlo ottenendo sempre lo stesso risultato"

L'energia che noi siamo NON può essere creata e NON può essere distrutta.
Ma può solo cambiare di forma.

Albert Einstein, premio Nobel per la Fisica, diceva:
"Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica."


La scienza ce lo dice chiaramente.
Basta solo farsi delle domande e scavare. Senza fermarsi all'apparenza delle cose.
Ovviamente, per comprendere "realmente" che cos'è la Realtà e come funziona, occorre consacrarsi alla verità.
Chi non si consacra alla verità sarà disposto a barattare la Realtà con una qualunque fede. Quella che più gli piace e gli fa comodo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Duc in altum! il 01 Aprile 2017, 11:55:44 AM
**  scritto da myfriend:
CitazioneIl primo principio della termodinamica - o principio della conservazione della energia -  afferma che l'energia "non si crea, non si distrugge, ma cambia forma".

Diceva Richard Feynman, premio Nobel per la Fisica:
« C'è un fatto, o se volete, una legge, che governa i fenomeni naturali sinora noti. Non ci sono eccezioni a questa legge, per quanto ne sappiamo è esatta. La legge si chiama "conservazione dell'energia", ed è veramente una idea molto astratta, perché è un principio matematico: dice che c'è una grandezza numerica, che non cambia qualsiasi cosa accada. Non descrive un meccanismo, o qualcosa di concreto: è solo un fatto un po' strano: possiamo calcolare un certo numero, e quando finiamo di osservare la natura che esegue i suoi giochi, e ricalcoliamo il numero, troviamo che non è cambiato... »
Eppure c'è la verità (di fede) dell'energia nell'ostia consacrata che sconfessa questo principio: la stessa grandezza numerica, per esempio 10, dell'unità principale, resta sempre la stessa, 10, in quante divisioni dell'unità principale se ne vogliano fare. Cioè se l'ostia iniziale è stata divisa in 8 parti, la grandezza numerica iniziale 10 è divenuta 80, quindi sì che il numero è cambiato.
Tanto per riflettere.

CitazioneChi non si consacra alla verità sarà disposto a barattare la Realtà con una qualunque fede. Quella che più gli piace e gli fa comodo.
E quale sarebbe questa verità a cui ci si dovrebbe aderire come sacerdoti?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: donquixote il 01 Aprile 2017, 12:03:07 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 11:23:41 AMGli atomi sono fatti di particelle di materia. Queste particelle di materia sono energia. Quindi la materia è energia. Cioè noi siamo energia. Questo è ormai stato appurato dalla Fisica. E' una verità scientifica.

A parte il fatto che la materia è per definizione inerte e l'energia è una forza immateriale che agisce sulla materia e quindi parlare di "particelle di energia" è una contraddizione, se la materia è energia allora l'energia è materia, e se noi siamo energia significa che siamo materia. Quindi esiste solo la materia e torniamo al monismo materialistico (o al materialismo monista), cosa che già si affermava secoli fa senza bisogno di aspettare Einstein. Ma il problema si sposta solamente perchè rimane sempre da spiegare, a questo punto, cos'è (o come si chiama) quella forza che consente alla materia (o energia, che è lo stesso) di trasformarsi  e soprattutto di farlo in enti compiuti che si riproducono in modo sensato e prevedibile e non caotico come sarebbe logico aspettarsi da una mera "trasformazione" senza alcun altro aggettivo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:27:36 PM
Citazione di: donquixote il 01 Aprile 2017, 12:03:07 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 11:23:41 AMGli atomi sono fatti di particelle di materia. Queste particelle di materia sono energia. Quindi la materia è energia. Cioè noi siamo energia. Questo è ormai stato appurato dalla Fisica. E' una verità scientifica.

A parte il fatto che la materia è per definizione inerte e l'energia è una forza immateriale che agisce sulla materia e quindi parlare di "particelle di energia" è una contraddizione, se la materia è energia allora l'energia è materia, e se noi siamo energia significa che siamo materia. Quindi esiste solo la materia e torniamo al monismo materialistico (o al materialismo monista), cosa che già si affermava secoli fa senza bisogno di aspettare Einstein. Ma il problema si sposta solamente perchè rimane sempre da spiegare, a questo punto, cos'è (o come si chiama) quella forza che consente alla materia (o energia, che è lo stesso) di trasformarsi  e soprattutto di farlo in enti compiuti che si riproducono in modo sensato e prevedibile e non caotico come sarebbe logico aspettarsi da una mera "trasformazione" senza alcun altro aggettivo.
Dimmi dove io avrei parlato di "particelle di energia".
Non mi sembra di avere delle allucinazioni...ma non ho mai parlato di "particelle di energia".

E' chiaro che se la materia è energia, allora l'energia è materia. E quindi noi siamo materia.
Questo è evidente. Ma nel contesto del discorso è una sciocchezza che non ti aiuta a comprendere ciò che voleva dire Einstein.
E, secondo me, Einstein faresti bene ad ascoltarlo visto che era un premio Nobel e tu non so nemmeno cosa sei.  :D
Giocare con le parole ti fa apparire solo banale. Andiamo al punto.
Il punto è che se la materia è energia, significa che ciò che noi vediamo come "corpi distinti e separati nello spazio" sono, in realtà, "agglomerati - o modelli - di energia" non separati dall'energia Cosmica che pervade tutto l'universo.
Questa è la nostra vera natura.
Questo è ciò che noi Realmente siamo.

Cos'è quella forza che consente all'energia di trasformarsi in enti compiuti che si riproducono in modo sensato?

Diceva Max Planck, premio Nobel per la Fisica:
Avendo dedicato tutta la mia vita alla scienza più lucida, lo studio della materia, posso affermare questo sui risultati della mia ricerca sull'atomo: La materia in quanto tale non esiste! Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l'atomo. Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente conscia e intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia.

Così diceva il premio Nobel per la Fisica Brian Josephson:
La Realtà non è una collezione di oggetti distinti e separati collocati nello spazio, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante nei quali nessun componente è indipendente dal Tutto.

Ti sto offrendo spunti di riflessione.
Per me puoi pensare quello che vuoi e fare tutti i giochetti che vuoi con le parole.
Però qui parlano dei fisici premi Nobel che hanno speso tutta la vita a studiare la materia.
Direi che per criticarli devi, almeno, essere arrivato al loro livello.
A che livello sei? Quanti premi Nobel hai vinto per la Fisica?  :D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:35:36 PM
@Duc in altum

Non mi occupo di "fedi". Le fedi sono un rifugio della mente.
Mi occupo di Realtà.

E quale sarebbe questa verità a cui si dovrebbe aderire come sacerdoti?  

La Realtà.
L'unica verità esistente è la Realtà.
Tutto il resto sono "fedi". Rifugio per la mente.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: donquixote il 01 Aprile 2017, 13:51:33 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:27:36 PMDimmi dove io avrei parlato di "particelle di energia". Non mi sembra di avere delle allucinazioni...ma non ho mai parlato di "particelle di energia". E' chiaro che se la materia è energia, allora l'energia è materia. E quindi noi siamo materia. Questo è evidente. 

Hai parlato di particelle di materia, ma se la materia è energia parlare di particelle di energia dovrebbe essere, secondo logica, assolutamente identico. E se tu ti basi sul principio di autorità dei premi nobel per discutere e assumi per vero quelli che hanno detto uomini che sono stati premiati da altri uomini che hanno inventato un premio come garbava a loro e per le materie che garbavano a loro (se il mondo occidentale inventasse il nobel per gli ammaestratori di pulci allora dovremmo dire che l'ammaestramento di pulci è cosa nobile e chi vince tale premio è "autorevole"? Forse che molti dei vincitori dei nobel per l'economia e per la pace sono "autorevoli"?) allora non metto lingua: ognuno si serve del principio di autorità che preferisce, e se permetti quello di Duc, per quanto denigrato nei tempi moderni, è molto più nobile dei "nobel" di qualsiasi genere; del resto per quanto mi riguarda la "fede nella scienza" è esattamente identica a qualsiasi altra fede così come tu la intendi: un rifugio per menti deboli.
E per quanto concerne le citazioni riportate dai "nobel" gli stessi concetti sono stati espressi già svariate migliaia di anni fa da un considerevole numero di persone che non avevano studiato né la fisica antica (quella per intenderci dei presocratici, di Democrito o Aristotele) e nemmeno quella moderna, e sono riscontrabili in tutti i testi sacri e tutte le tradizioni umane. Non c'era certo bisogno di qualche vincitore di Nobel che ci venisse a raccontare ciò che le persone intelligenti sanno da sempre.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 14:33:28 PM
Citazione di: donquixote il 01 Aprile 2017, 13:51:33 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:27:36 PMDimmi dove io avrei parlato di "particelle di energia". Non mi sembra di avere delle allucinazioni...ma non ho mai parlato di "particelle di energia". E' chiaro che se la materia è energia, allora l'energia è materia. E quindi noi siamo materia. Questo è evidente.  

Hai parlato di particelle di materia, ma se la materia è energia parlare di particelle di energia dovrebbe essere, secondo logica, assolutamente identico. E se tu ti basi sul principio di autorità dei premi nobel per discutere e assumi per vero quelli che hanno detto uomini che sono stati premiati da altri uomini che hanno inventato un premio come garbava a loro e per le materie che garbavano a loro (se il mondo occidentale inventasse il nobel per gli ammaestratori di pulci allora dovremmo dire che l'ammaestramento di pulci è cosa nobile e chi vince tale premio è "autorevole"? Forse che molti dei vincitori dei nobel per l'economia e per la pace sono "autorevoli"?) allora non metto lingua: ognuno si serve del principio di autorità che preferisce, e se permetti quello di Duc, per quanto denigrato nei tempi moderni, è molto più nobile dei "nobel" di qualsiasi genere; del resto per quanto mi riguarda la "fede nella scienza" è esattamente identica a qualsiasi altra fede così come tu la intendi: un rifugio per menti deboli.
E per quanto concerne le citazioni riportate dai "nobel" gli stessi concetti sono stati espressi già svariate migliaia di anni fa da un considerevole numero di persone che non avevano studiato né la fisica antica (quella per intenderci dei presocratici, di Democrito o Aristotele) e nemmeno quella moderna, e sono riscontrabili in tutti i testi sacri e tutte le tradizioni umane. Non c'era certo bisogno di qualche vincitore di Nobel che ci venisse a raccontare ciò che le persone intelligenti sanno da sempre.
La scienza non è una "fede".
La scienza è uno strumento per indagare e conoscere la Realtà.
La scienza non è una "fede" perchè ciò che afferma viene dimostrato e non viene ritenuto vero per "fede".  ;)

Dire che le particelle sub-atomiche di materia sono energia, non significa dire che esistono "particelle di energia". Ma significa dire che le particelle sub-atomiche non hanno un "corpo" e una "massa", ma sono onde elettromagnetiche. Cioè sono "luce".
Quindi noi siamo fatti di "luce". (Metto la parola "luce" tra virgolette perchè sono onde elettromagnetiche la cui frequenza non rientra nella frequenza di luce visibile con gli occhi).

E' vero che le cose dette dalla scienza sono già state dette, ma prima erano affermazioni di "fede", cioè non erano dimostrate. Oggi, invece, grazie alla scienza abbiamo la dimostrazione che tali affermazioni descrivono la Realtà per ciò che essa effettivamente è.

https://www.youtube.com/watch?v=nqHDy8Y2ho4
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 01 Aprile 2017, 16:08:39 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:27:36 PM
Citazione di: donquixote il 01 Aprile 2017, 12:03:07 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 11:23:41 AMGli atomi sono fatti di particelle di materia. Queste particelle di materia sono energia. Quindi la materia è energia. Cioè noi siamo energia. Questo è ormai stato appurato dalla Fisica. E' una verità scientifica.

A parte il fatto che la materia è per definizione inerte e l'energia è una forza immateriale che agisce sulla materia e quindi parlare di "particelle di energia" è una contraddizione, se la materia è energia allora l'energia è materia, e se noi siamo energia significa che siamo materia. Quindi esiste solo la materia e torniamo al monismo materialistico (o al materialismo monista), cosa che già si affermava secoli fa senza bisogno di aspettare Einstein. Ma il problema si sposta solamente perchè rimane sempre da spiegare, a questo punto, cos'è (o come si chiama) quella forza che consente alla materia (o energia, che è lo stesso) di trasformarsi  e soprattutto di farlo in enti compiuti che si riproducono in modo sensato e prevedibile e non caotico come sarebbe logico aspettarsi da una mera "trasformazione" senza alcun altro aggettivo.

Questo è evidente. Ma nel contesto del discorso è una sciocchezza che non ti aiuta a comprendere ciò che voleva dire Einstein.
E, secondo me, Einstein faresti bene ad ascoltarlo visto che era un premio Nobel e tu non so nemmeno cosa sei.  :D


Diceva Max Planck, premio Nobel per la Fisica:

Così diceva il premio Nobel per la Fisica Brian Josephson:

Però qui parlano dei fisici premi Nobel che hanno speso tutta la vita a studiare la materia.
Direi che per criticarli devi, almeno, essere arrivato al loro livello.
A che livello sei? Quanti premi Nobel hai vinto per la Fisica?  :D
Citazione



Scusa Myfriend, ma questo tuo atteggiamento é fideistico e irrazionalistico, in tutto e per tutto simile a quello degli accademici aristotelici contro Galileo (allora Aristotele aveva "vinto il premio Nobel per la fisica", mentre Galileo "non non sapevano nemmeno cosa fosse").

Il premio Nobel per la fisica non conferisce affatto a chi lo vince l' infallibilità divina, né in fisica, né tantomeno in filosofia.

Un atteggiamento razionalistico impone di valutare criticamente le affermazioni di chiunque e di non affidarsi acriticamente all' autorità di nessuno (men che meno a quella di premi Nobel per la fisica quando parlano di filosofia).

Quanto a materia/energia, sarebbe più semplice e chiaro (darebbe meno adito a fraintendimenti) chiamare "materia" quella quantità che si trasforma secondo proporzioni universali e costanti da "massa" e/o "energia" in altra (diversa) "massa" e/o "energia" (massa ed energia essendo due diverse forme di materia, che si trasformano secondo proporzioni universali e costanti: conservazione della materia, come massa e/o energia).


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 01 Aprile 2017, 16:15:53 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 14:33:28 PM
Citazione di: donquixote il 01 Aprile 2017, 13:51:33 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 12:27:36 PMDimmi dove io avrei parlato di "particelle di energia". Non mi sembra di avere delle allucinazioni...ma non ho mai parlato di "particelle di energia". E' chiaro che se la materia è energia, allora l'energia è materia. E quindi noi siamo materia. Questo è evidente.  

Hai parlato di particelle di materia, ma se la materia è energia parlare di particelle di energia dovrebbe essere, secondo logica, assolutamente identico. E se tu ti basi sul principio di autorità dei premi nobel per discutere e assumi per vero quelli che hanno detto uomini che sono stati premiati da altri uomini che hanno inventato un premio come garbava a loro e per le materie che garbavano a loro (se il mondo occidentale inventasse il nobel per gli ammaestratori di pulci allora dovremmo dire che l'ammaestramento di pulci è cosa nobile e chi vince tale premio è "autorevole"? Forse che molti dei vincitori dei nobel per l'economia e per la pace sono "autorevoli"?) allora non metto lingua: ognuno si serve del principio di autorità che preferisce, e se permetti quello di Duc, per quanto denigrato nei tempi moderni, è molto più nobile dei "nobel" di qualsiasi genere; del resto per quanto mi riguarda la "fede nella scienza" è esattamente identica a qualsiasi altra fede così come tu la intendi: un rifugio per menti deboli.
E per quanto concerne le citazioni riportate dai "nobel" gli stessi concetti sono stati espressi già svariate migliaia di anni fa da un considerevole numero di persone che non avevano studiato né la fisica antica (quella per intenderci dei presocratici, di Democrito o Aristotele) e nemmeno quella moderna, e sono riscontrabili in tutti i testi sacri e tutte le tradizioni umane. Non c'era certo bisogno di qualche vincitore di Nobel che ci venisse a raccontare ciò che le persone intelligenti sanno da sempre.


Dire che le particelle sub-atomiche di materia sono energia, non significa dire che esistono "particelle di energia". Ma significa dire che le particelle sub-atomiche non hanno un "corpo" e una "massa", ma sono onde elettromagnetiche. Cioè sono "luce".
Quindi noi siamo fatti di "luce". (Metto la parola "luce" tra virgolette perchè sono onde elettromagnetiche la cui frequenza non rientra nella frequenza di luce visibile con gli occhi).
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 14:33:28 PM
CitazioneTralascio altre inesattezze per non essere pedante.

Ma non posso esimermi dal rilevare che elettroni, protoni e neutroni (per saperlo non é necessario aver vinto il premio Nobel per la fisica, basta aver fatto la terza media) sono particelle subatomiche e hanno massa (anche se in certe circostanze hanno un comportamento "di tipo ondulatorio"; é più corretto chiamarle "particelle-onde")!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 17:04:27 PM
@sgiombo

Mi spiace ma non è come dici.
Le particelle subatomiche NON hanno una massa, nel senso comune del termine.

https://www.youtube.com/watch?v=ezaJ4SV73a4

Il modello dell'atomo fatto da palline che hanno una massa è solo una convenzione visiva per spiegare il concetto dell'atomo. Non è l'atomo per come è fatto in realtà.
L'atomo in realtà è un "agglomerato di energia" la cui "realtà fisica" ci è sconosciuta.
Possiamo solo dire che è un "agglomerato di energia"...senza nemmeno, tra l'altro, che sappiamo bene cosa sia effettivamente l'energia.

Spero che il filmato possa chiarirti le idee.  ;)

Per quanto riguarda i fisici....bè, io non ho la possiilità di ricominicare la mia vita dall'inizio e studiare fisica. E quindi mi devo necessariamente affidare alle intuizioni di chi ha speso l'intera vita sullo studio della materia.
E' certo che se uno ha vinto il Nobel significa che è andato in profondità e ha una visione più precisa della mia sull'argomento.
Quindi le sue intuizioni sono un buon punto di partenza per cercare di comprendere che cos'è la Realtà e come è fatta.

Alla prossima. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 01 Aprile 2017, 18:10:11 PM
Tutte le particelle subatomiche hanno "massa" a parte fotoni e gluoni. Il concetto di "massa" però è diverso da quello "prerelativistico" e "prequantistico" (ma in realtà ci assomiglia molto), tuttavia per un fisico l'elettrone, un sasso e il corpo umano sono tutti massivi. La massa non è un "agglomerato di energia" e non è "energia congelata". Sono tutte immagini prese dalla divulgazione che lasciano il tempo che trovano. Comunque consiglio un po' tutti di non speculare troppo su questi concetti. Dire che la massa è un "agglomerato di energia" finisce per oscurare le cose più che chiarirle.

Il punto è che ogni volta che cerchiamo di immaginarci queste cose le traduciamo in parole e immagini, ma non vanno prese troppo seriamente.

Ancora una volta comunque la fisica non spiega COSA siano l'energia, la massa, la carica elettrica. Semplicemente dice che ci sono proprietà della materia a cui abbiamo dato tali nomi e interagiscono in un certo modo...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM
Citazione di: Apeiron il 01 Aprile 2017, 18:10:11 PM
Tutte le particelle subatomiche hanno "massa" a parte fotoni e gluoni. Il concetto di "massa" però è diverso da quello "prerelativistico" e "prequantistico" (ma in realtà ci assomiglia molto), tuttavia per un fisico l'elettrone, un sasso e il corpo umano sono tutti massivi. La massa non è un "agglomerato di energia" e non è "energia congelata". Sono tutte immagini prese dalla divulgazione che lasciano il tempo che trovano. Comunque consiglio un po' tutti di non speculare troppo su questi concetti. Dire che la massa è un "agglomerato di energia" finisce per oscurare le cose più che chiarirle.

Il punto è che ogni volta che cerchiamo di immaginarci queste cose le traduciamo in parole e immagini, ma non vanno prese troppo seriamente.

Ancora una volta comunque la fisica non spiega COSA siano l'energia, la massa, la carica elettrica. Semplicemente dice che ci sono proprietà della materia a cui abbiamo dato tali nomi e interagiscono in un certo modo...
No Apeiron.

Le particelle subatomiche sono al tempo stesso massa ed energia. E, al tempo stesso, non sono nè l'una nè l'altra cosa.
Sono una "terza" entità la cui massa entra ed esce dalla Realtà, e che si comporta come un'onda elettromagnetica.
Ho messo il filmato apposta per evitare di dire fregnacce.
E guardatelo no?
E dopo averlo guardato, commentate.

Non pensare di avere la scienza infusa, perchè non ce l'hai.
Einstein ha detto: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Perdonami, ma credo più ad Einstein che a te.  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 01 Aprile 2017, 21:11:51 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 17:04:27 PM
@sgiombo

Mi spiace ma non è come dici.
Le particelle subatomiche NON hanno una massa, nel senso comune del termine.
CitazioneMI dispiace ma non é come dici tu (non sto ad andare a copiare - incollare le masse di elettroni, protoni e neutroni: non ho tempo; se non ci credi peggio per te).


https://www.youtube.com/watch?v=ezaJ4SV73a4

Il modello dell'atomo fatto da palline che hanno una massa è solo una convenzione visiva per spiegare il concetto dell'atomo. Non è l'atomo per come è fatto in realtà.
L'atomo in realtà è un "agglomerato di energia" la cui "realtà fisica" ci è sconosciuta.
Possiamo solo dire che è un "agglomerato di energia"...senza nemmeno, tra l'altro, che sappiamo bene cosa sia effettivamente l'energia.

Spero che il filmato possa chiarirti le idee.  ;)
CitazioneDi chiarirti le idee ne hai bisogno tu!

(Dove avrei mai affermato che l' atomo sarebbe fatto di "palline" ? ! ? ! ? ! )
L' atomo é costituito da particelle-onde subatomiche (tali per definizione) fra cui elettroni, protoni e neutroni, i quali, al contrario dei fotoni della radiazione elettromagnetica, sono dotati di (caratterizzati, fra l' altro,  da) una massa.

Per quanto riguarda i fisici....bè, io non ho la possiilità di ricominicare la mia vita dall'inizio e studiare fisica. E quindi mi devo necessariamente affidare alle intuizioni di chi ha speso l'intera vita sullo studio della materia.
E' certo che se uno ha vinto il Nobel significa che è andato in profondità e ha una visione più precisa della mia sull'argomento.
Quindi le sue intuizioni sono un buon punto di partenza per cercare di comprendere che cos'è la Realtà e come è fatta.

CitazioneAvrà una visione più precisa della tua (e della mia), o meglio, saprà più cose di te (e di me), ma questo non garantisce in alcun modo della correttezza e verità delle sue affermazioni, che dunque (non so te, ma io, essendo razionalista) sottopongo al vaglio del mio senso critico (oltre che delle mie conoscenze, che in parte sono minori di quelle del vincitore del premio Nobel, di turno, in parte sono certamente maggiori; nel senso che lui conosce cose che io ignoro, ma anch' io conosco cose che lui ignora, generalmente soprattutto in campo filosofico nel quale ho una discreta competenza, contrariamente alla stragrande maggioranza dei Premi Nobel per la fisica. Non tutti: Einstein, Schroedinger e Gell-Man -quest' ultimo credo sia ancora vivo e dunque abbia al presente- avevano certamente una discreta preparazione filosofica; che credo abbia svolto un ruolo non affatto irrilevante nella realizzazione delle loro importanti scoperte).


Alla prossima. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 01 Aprile 2017, 21:18:52 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM

Einstein ha detto: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Citazione"IPSE DIXIT!"

(come al solito).

A noi piace ragionare, criticare, non credere acriticamente all' autorità di nessuno (e anche non stravolgere e caricaturalizzare, non avendole comprese, le affermazioni delle "autorità"; per esempio prendendo tropo alla lettera battute fatte a scopo elementarmente esplicativo).

Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 01 Aprile 2017, 21:31:21 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM

Ho messo il filmato apposta per evitare di dire fregnacce.
E guardatelo no?
E dopo averlo guardato, commentate.

CitazioneHo resistito fino a quando il predicatore ha parlato del grande de Broglie pronunciandolo ripetutamente "all' inglese", come se fosse stato americano o britannico: non sapeva nemmeno che era francese!
(A parte il modo di fare saccente ma contemporaneamente "facilonesco" che personalmente mi faceva pena).


Comunque sulla meccanica quantistica ho letto almeno una dozzina di libri divulgativi, alcuni dei quali decisamente seri, e qualcuno "per addetti ai lavori"; e inoltre ho avuto la fortuna di vivere un interessantissimo scambio epistolare, anche in proposito, col grande fisico Franco Selleri -ah già: non ha vinto il premio Nobel!- che ha apprezzato alcune mie osservazioni e in generale il mio senso critico).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 08:02:19 AM
Citazione di: lorenzo il 01 Aprile 2017, 11:03:50 AM
Ad modum Euthydemi:
- Forse il buddista portava degli occhiali che vedevano ai raggi x;
- Sei sicuro che non avesse qualche strumento particolare in tasca?
- Si tratta di un banalissimo trucco, anch'io l'ho fatto un sacco di volte.
- Come saprai i casi di allucinanzione collettiva sono frequentissimi, anche a me è capitato...
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Se la mia amica fosse stata di fianco all'altare mi chiederesti se avesse controllato che il sacerdote non usase questo trucco
(http://d2s9ix2b4sctqt.cloudfront.net/big/177928.jpg)
o che non vi fossero delle funi invisibili che lo sollevavano.
Riguardo il giochetto mi chiedo, visto che dici di averlo fatto anche tu, se non ricordi che sembrava di sollevare una piuma e, quando sarà pure toccato a te, non avevi la senzazione, almeno per un paio di secondi, di galleggiare nell'aria.
Ripeto che da adulti non funziona, o almeno non ha funzionato quando, su sollecitazione di amici meno increduli di te, abbiamo provato a farlo.
Comunque, il tema è l'aldilà, filosoficamente non se ne parla e credo che tutte le esperienze che uno può portare, anche passassero attraverso l'eutidemico crivello, non gioverebbero un bel nulla.
"Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi»." (Lc 16,31)

Caro Lorenzo,
***
in realtà il trucco era ancora più semplice: il sedicente "parapsichico" aveva un orologio da escusionista, con piccola bussola inclusa, per cui, quando si fermava davanti al cappello giusto, se ne accorgeva dando una sbirciatina all'ago (il budda era di porcellana, ma aveva il piedistallo di nichel). ;)
Il trucco che usavi tu qual'era?
***
Quanto al trucco dell'uovo, era ancora più semplice: il sedicente "parapsichico", senza farsi notare, strattonando un po' l'uovo, ne rompeva la "calaza" interna, per cui il tuorlo si depositava, spostando in basso il baricentro...con effetto "misirizzi". ;)
Ed invero, il motivo per cui è impossibile fare stare dritto un uovo in equilibrio, non dipende dalla sua FORMA, bensì dal suo CONTENUTO.
Un po' come accade per gli "argomenti".
Un suggerimento, però: meglio scegliere un uovo molto "chiatto" e non troppo fresco (sennò è difficile strappare la "calaza")...ed anche così ci vuole polso molto fermo e qualche minuto, per metterlo in equilibrio (preferibilmente su una tovaglia).
***
E' ovvio che se la tua amica fosse stata di fianco all'altare, avrebbe potuto controllare meglio, ma, a giudicare dal contesto che mi hai descritto, dubito che si sia trattato di un trucco; molto più probabilmente si è trattato di un fenomeno spontaneo di autosuggestione isterica collettiva, che è un fenomeno molto più frequente di quanto si possa immaginare (io stesso, come ti ho raccontato la scorsa volta, ho avuto mododi assistervi di persona).
A parte il sangue di San Gennaro, infatti, spero che, almeno sull'altare, si eviti di ricorrere a trucchi di baraccone!
***
Riguardo al giochetto delle "quattro dita", che ho fatto più volte da ragazzo,  ricordo che quasi mai riusciva "alla prima botta", ma bisognava che i quattro "sollevatori" cogliessero l'attimo in sincronia; in tal caso, in effetti, lo sforzo fatto era molto minore di quello che uno si aspettava (anche se non proprio come sollevare una piuma).
Quando toccava a me essere sollevato, invece, la senzazione, almeno per un paio di secondi, di galleggiare nell'aria, sinceramente non l'ho mai provata: mi sono sempre sentito sostenuto dalle dita (o meglio, dai muscoli delle braccia e delle spalle) dei quattro sollevatori.
Cosa, peraltro, che in due occasioni verificammo sperimentalmente con 4 bilance; cioè, che la levitazione non c'entrava affatto, ma era solo frutto di forza muscolare.
In un'occasione lo ho fatto anche da adulto (circa 20 anni fa), ed il gioco è riuscito perfettamente!
***
Ma adesso, se vuoi perderci 10 minuti, ti propongo io un esperimento MOLTO singolare.
Innanzitutto, vai al seguente LINK:
http://biografieonline.it/categoria.htm?c=Arte&ob=b
E' un elenco di 260 artisti, pittori, pittrici e scultori italiani, ordinati per data di nascita; e, tra tutti costoro, ce ne sono 3 che festeggiano il compleanno nello stesso giorno (se non ho controllato male).
Ora, per non perdere troppo tempo, tu devi sceglierne "A CASO" 50 (un po' meno ti un quinto del totale 260), senza stare a controllare se, dentro, ci siano proprio quei 3 che festeggiano il compleanno nello stesso giorno; se "realmente" tu fai una scelta del tutto randomica e casuale, secondo il senso comune, dovrebbe risultare alquanto improbabile che dentro, ci siano proprio quei tre.
Ed invece, vedrai che, tra quei 50, beccherai SICURAMENTE almeno "due" artisti, che sono nati lo stesso giorno dell'anno.
Prova a ripetere l'esperimento più volte, e vedrai che (salvo che tu non lo voglia evitare coscientemente), abbandonandoti al caso beccherai SICURAMENTE almeno due artisti, che sono nati lo stesso giorno dell'anno.
Eppure sono 260 in tutto, più di 5 volte il campione randomico scelto casualmente.
Come te lo spieghi?
***
Quanto al tema dell'aldilà, o già espresso la mia opinione in altra sede, distinguendo (come mio solito), l'aspetto "fenomenico" da quello "noumenico"; per cui credo anche io che tutte le esperienze che uno può portare, anche se passassero attraverso l'eutidemico crivello, non gioverebbero un bel nulla.
***
Quanto al famoso passo: "Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi»." (Lc 16,31).
A me, invece, una cosa del genere persuaderebbe sicuramente; peccato, però, che non sia MAI accaduta.
Ed infatti, inviterei molto volentieri a cena Seneca, ovvero un'altra delle tante centinaia di personaggi storici e filosofici morti negli ultimi tremila anni di cui ho letto i libri; ma, purtroppo, nessuno di costoro (almeno finora), mi ha fatto una telefonata per dirmi che era "resuscitato".
NESSUNO!
Ed invero, nessuno ritorna: MAI (nevermore)!
Questo, peraltro, è uno dei motivi per cui non credo minimamente ai presunti "miracoli" di Lourdes; ed infatti, sono stati raccontati e "documentati" i miracoli più strabilianti avvenuti laggiù, ma mai che sia stato resuscitato un morto!
Quanto a me, mi accontenterei di molto meno; mi basterebbe vedere uno con le gambe segate via da anni, che torna da Lourdes zampettando su due gambe nuove di zecca...MA NON E' MAI SUCCESSO!!!
Peccato, vuol dire, evidentemente, che ci sono "miracoli" di varie categorie: miracoloni, miracoli, miracoletti e miracolucci.
Il che, però, non esclude che ci sia un MIRACOLISSIMO: il mondo così com'è!
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(http://funkyimg.com/i/2rama.jpg)
(http://funkyimg.com/i/2ramd.jpg)
(http://funkyimg.com/i/2ramg.jpg)
(http://funkyimg.com/i/2rami.jpg)
P.S.
Se avessi incontrato il fachiro della tua foto, gli avrei detto: "Complimenti, posso stringerle la mano?". Ma dubito molto che l'avrebbe tolta dal bastone per tendermela...se non voleva finire col culo per terra!!! (ho visto di meglio).
A parte gli scherzi, vuoi sapere come fa il fachiro della foto, per gabbare gli allocchi e spillare loro soldi?
La persona che levita è seduta su una base (1) attaccata ad un bastone (2), di cui stabilità ed equilibrio sono garantiti da una larga base in metallo di supporto (3) che solitamente si trova sotto il tappeto e che, insieme al palo, crea una struttura metallica molto resistente e nascosta negli abiti utilizzati dal fachiro. E' un trucco quasi invisibile e alcuni artisti di strada indossano anche dei guanti per nascondere la tecnica. La cosa fondamentale è che il centro di gravità dell'illusionista rimanga all'interno dell'area della base in metallo sottostante, in modo da non cadere.
(http://funkyimg.com/i/2rcxC.jpg)
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Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 08:22:30 AM
Nel caso del tuo fachiro, vista la posizione, probabilmente la "seduta" non è collegata al palo (come nella ricostruzione di sopra), bensì, come pure spesso si usa, alla "scocca" della sedia d'acciaio intelaiata; questo, per produrre un effetto migliore, tenendo il corpo il più distanziato possibile dal palo.
In effetti, guardano bene la foto, oltre all'"incasso" della "seduta" nella stessa "scocca" portante, sembra che ci sia un ulteriore supporto alla "seduta" che parte direttamente dal palo (che io ho indicato con una freccia); ma è quasi invisibile, e, forse, è solo un difetto della fotografia.
(http://funkyimg.com/i/2rcyq.jpg)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 02 Aprile 2017, 08:48:39 AM
Citazione di: sgiombo il 01 Aprile 2017, 21:18:52 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM

Einstein ha detto: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Citazione"IPSE DIXIT!"

(come al solito).

A noi piace ragionare, criticare, non credere acriticamente all' autorità di nessuno (e anche non stravolgere e caricaturalizzare, non avendole comprese, le affermazioni delle "autorità"; per esempio prendendo tropo alla lettera battute fatte a scopo elementarmente esplicativo).

L'esperimento della doppia fenditura dimostra chiaramente che le particelle subatomiche, in condizioni normali (cioè senza essere perturbate) si comportano come un'onda elettromagnetica.
Evidentemente non conosci tale esperimento.

Non si tratta di ragionare, ma, semplicemente, di osservare la Realtà per quella che essa è.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 02 Aprile 2017, 09:34:18 AM
Citazione di: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 08:02:19 AM

CitazioneConcordo con tutto il resto, ma propongo due piccole obiezioni decisamente pignole (specialmente la prima).


Ed invero, il motivo per cui è impossibile fare stare dritto un uovo in equilibrio, non dipende dalla sua FORMA, bensì dal suo CONTENUTO.
Un po' come accade per gli "argomenti".

CitazioneAnche la forma degli argomenti é importante e deve essere logicamente corretta per dare una dimostrazione razionale (si può in teoria anche convincere qualcuno di una tesi vera con argomenti logicamente sbagliati, ma allora mi sembra che non si tratti propriamente di una convinzione razionale, ma casomai erroneamente ritenuta tale).


Quanto al tema dell'aldilà, o già espresso la mia opinione in altra sede, distinguendo (come mio solito), l'aspetto "fenomenico" da quello "noumenico"; per cui credo anche io che tutte le esperienze che uno può portare, anche se passassero attraverso l'eutidemico crivello, non gioverebbero un bel nulla.

CitazioneMi sembra che non si tratti (almeno necessariamente, direttamente) di una distinzione fra fenomenico e noumenico (quest' ultimo per definizione non lo può controllare empiricamente nessuno), ma di fenomenico soggettivo e fenomenico intersoggettivo.
I contenuti delle allucinazioni (anche di quelle collettive), esattamente come quelli dei sogni e della fantasticherie, sono fenomenici, ma non constatabili da chiunque purché si collochi e osservi "nella giusta maniera"; invece quelli delle sensazioni constatabilli da chiunque purché si collochi ed osservi "nella giusta maniera" sono esattamente altrettanto fenomenici (non affatto noumenici) ma intersoggettivi e dunque appartenenti alla realtà fenomenica e non all' immaginazione (sia pure reale, ma solo in quanto tale) o allucinazione (idem) o sogno (iedm) altrettanto fenomenici.

Si può ipotizzare che ai due casi corrispondano diverse condizioni noumeniche (con presenza reale anche di oggetti di sensazione diversi dal soggetto nel primo, in assenza di oggetti diversi dal soggetto nel secondo).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 02 Aprile 2017, 09:53:31 AM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 08:48:39 AM
Citazione di: sgiombo il 01 Aprile 2017, 21:18:52 PM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM

Einstein ha detto: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Citazione"IPSE DIXIT!"

(come al solito).

A noi piace ragionare, criticare, non credere acriticamente all' autorità di nessuno (e anche non stravolgere e caricaturalizzare, non avendole comprese, le affermazioni delle "autorità"; per esempio prendendo tropo alla lettera battute fatte a scopo elementarmente esplicativo).

L'esperimento della doppia fenditura dimostra chiaramente che le particelle subatomiche, in condizioni normali (cioè senza essere perturbate) si comportano come un'onda elettromagnetica.
Evidentemente non conosci tale esperimento.

Non si tratta di ragionare, ma, semplicemente, di osservare la Realtà per quella che essa è.

CitazioneL' esperimento lo conosco benissimo da almeno trent' anni in diverse fra le sue numerose varianti; e infatti ho sempre scritto a chiarissime lettere che in determinate circostanze le particelle subatomiche presentano anche "comportamento di tipo corpuscolare" e dunque é più corretto parlare di "particelle-onde" subatomiche; fra le quali elettroni, protoni, neutroni sono dotati di massa).

Dunque sei tu che invece evidentemente non capisci quello che leggi.

Si tratta semplicemente di leggere quello che gli altri scrivono e di non sostituirlo con pretese diverse affermazioni immaginarie ad hoc.

Inoltre non esiste conoscenza (per lo meno conoscenza scientifica) costituita puramente e semplicemente da un' osservazione della realtà (che, ritenendola naturale e non divina, né comunque in alcun modo o senso "personale", per parte mia scrivo con l' iniziale minuscola) "per quella che essa é", senza ragionamenti, valutazioni critiche, pensieri predicati o giudizi sulle osservazioni stesse: pretendendolo si rischia di confondere le allucinazioni (che si osservano "per quello che esse realmente sono") con la realtà vera e propria.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: anthonyi il 02 Aprile 2017, 10:31:39 AM
Nel Post 117 Myfriend scrive: "Ma significa dire che le particelle sub-atomiche non hanno un "corpo" e una "massa", ma sono onde elettromagnetiche. Cioè sono "luce".
Quindi noi siamo fatti di "luce"."
Mi sembra ci siano delle imprecisioni, intanto la questione corpuscoli-onda è ancora irrisolta, le particelle si comportano come onde o corpuscoli a seconda dei contesti. Tutte le particelle hanno una massa, anzi la massa è il vero quantum universale, infatti il bosone di Higgs ha massa, e nessuna energia, al contrario anche il fotone che ha tanta energia, comunque ha un minimo di massa. Poi andiamo all'equivalenza massa-luce, la massa è si esprimibile in termini di energia e viceversa, ma non è energia, e il passaggio dall'una all'altra è qualcosa di improbabile, noi assistiamo solo alla trasformazione di piccole parti di massa in energia, non sappiamo se tutta la massa possa essere trasformabile in energia, ne riusciamo a concepire (almeno cosi mi sembra da quanto ne so) il processo inverso.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 02 Aprile 2017, 11:26:14 AM
Citazione di: myfriend il 01 Aprile 2017, 19:03:15 PM
Citazione di: Apeiron il 01 Aprile 2017, 18:10:11 PMTutte le particelle subatomiche hanno "massa" a parte fotoni e gluoni. Il concetto di "massa" però è diverso da quello "prerelativistico" e "prequantistico" (ma in realtà ci assomiglia molto), tuttavia per un fisico l'elettrone, un sasso e il corpo umano sono tutti massivi. La massa non è un "agglomerato di energia" e non è "energia congelata". Sono tutte immagini prese dalla divulgazione che lasciano il tempo che trovano. Comunque consiglio un po' tutti di non speculare troppo su questi concetti. Dire che la massa è un "agglomerato di energia" finisce per oscurare le cose più che chiarirle. Il punto è che ogni volta che cerchiamo di immaginarci queste cose le traduciamo in parole e immagini, ma non vanno prese troppo seriamente. Ancora una volta comunque la fisica non spiega COSA siano l'energia, la massa, la carica elettrica. Semplicemente dice che ci sono proprietà della materia a cui abbiamo dato tali nomi e interagiscono in un certo modo...
No Apeiron. Le particelle subatomiche sono al tempo stesso massa ed energia. E, al tempo stesso, non sono nè l'una nè l'altra cosa. Sono una "terza" entità la cui massa entra ed esce dalla Realtà, e che si comporta come un'onda elettromagnetica. Ho messo il filmato apposta per evitare di dire fregnacce. E guardatelo no? E dopo averlo guardato, commentate. Non pensare di avere la scienza infusa, perchè non ce l'hai. Einstein ha detto: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce". Perdonami, ma credo più ad Einstein che a te. ;)

Mi ricordi tanto me agli ultimi anni del liceo nei quali pensavo di sapere molte più cose di quelle fche effettivamente sapevo  ;D  Certo non ho la scienza infusa, infatti mentre TU affermi cosa sono la massa e la materia io invece semplicemente ti dico che quelle cose che tu dici come "verità" in realtà sono IMMAGINI divulgative. Non ho la scienza infusa anche perchè se l'avessi avuta non starei studiando da cinque anni fisica e non starei qui tanto a crucciarmi di capire (o meglio far finta di capire  ;D ) cose che in realtà so. Tu mi citi Einstein, video su youtube ecc ma visto che non ti fidi di me e non ti fidi di nessun altro di questo forum che ti critica, ti consiglio di visitare https://www.physicsforums.com/threads/are-mass-and-energy-the-same-thing.763603/ o simili sullo stesso sito, vedrai che mentre tu pensi che sia così lampante che la massa sia energia, non lo è per molti del settore.

E questo per la massa. Per la meccanica quantistica: non c'è un'interpretazione condivisa da tutti. Ce ne sono tante ed è giusto che una persona ne conosca un po' così da togliergli l'idea che la propria immagine sia l'unica "giusta". https://en.wikipedia.org/wiki/Interpretations_of_quantum_mechanics qui ne trovi un po' e ti garantisco che non sono tutte e che ogni interpretazione ha molte sottoscuole. Teorie come quella di Bohm levano di mezzo tutto il discorso del collasso e quindi riportano il realismo ma sono costrette ad assumere la non-località (ed altri problemi in realtà...). Motivo per cui io modestamente "confesso la mia ignoranza" e pur avendo la "mia" interpretazione "preferita" riconosco che è pur semplice un'immagine. Ciò non toglie che per i fisici elettroni e sedie abbiano entrambi una "massa" e dire che gli elettroni "non sono palline" non è dire che siano "luce".

In ogni caso se ritieni di avera una conoscenza della meccanica quantistica e della "massa" superiore a quella di questo forum e sei una persona curiosa, perchè non ti iscrivi a https://www.physicsforums.com/ e non ti metti a discutere con loro? Solitamente troverai gente che ti risponde "non so", "non è una domanda scientifica ma filosofica" ecc per il semplice fatto che tu confondi fisica e filosofia. Dalla conoscenza della fisica non puoi sapere cosa siano nella cose, al meglio ti fai un'idea di cosa NON sono (in verità più studio - in generale non solo in fisica - più mi sembra di non sapere niente. Magari sto diventando sempre più stupido  ;D ).


Buona Domenica  :D

P.S. Ho notato che è il mio post #400. Certo che ne ho sparate veramente troppe in questi mesi.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 02 Aprile 2017, 12:02:17 PM
Buona domenica a tutti.
@ Eutidemo
Sul giochetto mi piacerebbe sentire le esperienze di qualcun altro, se lo ha fatto, e sapere se i bambini lo fanno ancora.
Noto che sei un esperto di prestidigitazione; io non me ne sono mai interessato ma riconosco che, soprattutto in certe riunioni familiari, meglio un mago che la tombola.
Riguardo la statistica, ho letto da qualche parte che un professore stupì tutti dicendo che sicuramente in classe vi erano due che compivano gli anni lo stesso giorno, e ci azzeccò. Non sono per niente competente e prima dei compleanni vorrei conoscere l'indice di Gini.
Quello delle allucinazioni collettive è un concetto passepartout, come la vis vitalis prima di Redi e Spallanzani (oggi noi, più evoluti, pensiamo che lo spirito derivi dalla materia, che cioè l'energia o la luce o i bosoni, protoni, gluoni e tutti questi termini esoterici producano la coscienza dell'io, la capacità di astrazione e le verità matematiche).
Io non escludo che certi fenomeni esistano, che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).
Riguardo i miracoli so che a Lourdes, rispetto al numero dei visistatori sono percentualmente irrilevanti, so che gli ex-voto li portano solo i sopravvissuti, ma do per certo (anche per qualche esperienza personale) che avvengono.
(Ho il vago sospetto che se ti apparissero Cleopatra o Elena di Troia, col pretesto di un baciamano cercheresti di saggiare dov'è il trucco, perché non può essere altrimenti.)
@ Apeiron
Citazionein verità più studio - in generale non solo in fisica - più mi sembra di non sapere niente.
Se in buona compagnia (buona?), comunque sulla buona strada.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 02 Aprile 2017, 12:34:33 PM
@sgiombo (a anche indirettamente a Anthonyi)

e infatti ho sempre scritto a chiarissime lettere che in determinate circostanze le particelle subatomiche presentano anche "comportamento di tipo corpuscolare" e dunque é più corretto parlare di "particelle-onde"

in realtà tu, in un post precedente, avevi detto:
sono particelle subatomiche e hanno massa (anche se in certe circostanze hanno un comportamento "di tipo ondulatorio"; é più corretto chiamarle "particelle-onde".

Allora, mettiti d'accordo con te stesso: sono particelle corpuscolari dotate di massa che in certe circostanze si comportano come onde elettromagnetiche, o sono onde elettromagnetiche che in certe circostanza si somportano come particelle corpuscolari dotate di massa?

Rispondo io. Le due affermazioni che tu hai fatto sono vere entrambe.
In Realtà, le particelle subatomiche non possono essere classificate nè come corpuscoli dotati di massa, nè come onde elettromagnetiche che non hanno massa. Perchè sono entrambe le cose allo stesso momento. Cioè sono una "terza" classificazione della Realtà che sfugge alla nostra comprensione razionale.
Sono d'accordo con te: chiamiamo questa "terza" classificazione della Realtà col nome di "particelle-onde" che hanno sia una caratteristica (corpuscoli) che l'altra (onde elettromagnetiche).

E, quindi, ci poniamo queste domande:
1- è giusto affermare che le particelle-onda non hanno una massa? Si. Perchè esse sono onde elettromagnetiche.
2- è giusto affermare che le particelle-onda hanno una massa? Si. Perchè esse sono corpuscoli.

Entrambe le affermazioni sono giuste e sono vere.
Quindi quando io affermo che le particelle sub-atomiche non hanno massa e sono energia (onde elettromagntiche), sto affermando qualcosa di corretto. Perchè sto mettendo in risalto un loro aspetto reale.
Quindi, quando tu affermi che ciò che dico è sbagliato, stai commettendo un errore.
Non puoi dire che sto sbagliando. Al massimo puoi dire: "Ah! Ok. Se consideriamo la loro natura ondulatoria hai ragione."
Quindi hai montato un caso sul NULLA.

Abbiamo una "entità" che ha una natura di "mela" e una natura di "pera". Le ha entrambe e sono vere entrambe.
Ora...io sto parlando di questa "entità" mettendo l'accento sulla sua natura di "mela".
E tu mi dici: "no, stai sbagliando" mettendo l'accento sulla sua natura di "pera".
Ma se io sto parlando della sua natura di "mela", per dire che sto sbagliando, devi mettere in risalto l'errore rimandendo nella natura di "mela". Cioè rimanendo nel contesto all'interno del quale io sto enunciando la mia tesi (che è la natura di "mela")

Non c'è nulla di sbagliato nella affermazione di Einstein, quando dice: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Perchè tale affermazione si colloca nella "natura ondulatoria" delle particelle subatomiche.
E tu non puoi rispondere dicendo: "No, è sbagliato. Perchè la materia ha una massa". Perchè stai vedendo la materia nella sua natura corpuscolare. Quindi in un contesto diverso da quello - anche lui vero - in cui Einstein ha concepito la sua affermazione.

Ti ricordi la logica?
Questa è logica. E pure elementare.  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 12:41:03 PM
Caro Sgiombo,
***
ovviamente, quando ho scritto che il motivo per cui è impossibile fare stare dritto un uovo in equilibrio, non dipende dalla sua FORMAbensì dal suo CONTENUTO, "un po' come accade per gli argomenti", la mia era solo una battuta: più che altro mi riferivo, in generale, a chi dice o scrive eclatanti corbellerie, ma in bello stile, e con una splendida forma letteraria (senza riferirmi a nessuno in particolare). ;)
Sono infatti perfettamente d'accordo sul fatto che anche la forma degli argomenti é importante e deve essere logicamente corretta per dare una dimostrazione razionale; se si convince qualcuno di una tesi vera con argomenti sottili, ma logicamente sbagliati, si stanno evidentemente usando espedienti "dialettici", più che "logici":
Come spesso fanno gli avvocati ::)
***
Quanto alla distinzione fra "fenomenico"(1) e "noumenico" (2), il "fenomenico soggettivo" (1a) e il "fenomenico intersoggettivo"(1bsempre sul livello "fenomenico" si trovano, e non hanno niente a che vedere con il  vero e proprio "noumenico" (2); anche se ammetto che è molto difficile distinguere i due PIANI, soprattutto usando in "linguaggio formale", che ben si attaglia al piano "fenomenico", ma che è quasi impossibile da usare appropriatamente a livello "noumenico".
***
Peraltro, i contenuti delle allucinazioni e dei sogni pur essendo "fenomenici soggettivi" (1a)ma pur sempre fenomenici, con l'attuale progresso tecnico, sono (limitatamente) "osservabili" anche in modo "intersoggettivo" (1b), soprattutto con il metodo del "neuroimaging".
Ed invero, sono state monitorate le aree del cervello coinvolte nel fenomeno onirico, ovvero la corteccia visiva primaria (V1), secondaria (V2) e associativa (V3) normalmente collegate ai processi visivi e di decodificazione basilare dei tratti caratteristici delle scene visualizzate; per cui, alcuni ricercatori del Max Planck Institute hanno potuto pubblicamente dichiarare:
"Analizzando l'attività cerebrale per i nove secondi precedenti al momento in cui svegliavamo il soggetto, noi possiamo affermare, con una percentuale di accuratezza che si aggira intorno al 75-80%, quello che una persona sta sognando".
Questo, in base alle stesse dichiarazioni di chi aveva fatto il sogno; il cui contenuto, quindi, era stato "sperimentato", "verificato" e "decodificato" anche a livello "intersoggettivo".
***
Tutto ciò che è "noumeno", invece, "per definizione" non può essere "sperimentato", altrimenti, sarebbe di natura "fenomenica"anzi, in effetti, almeno in base a quanto io personalmente credo (sia pure con larghissimo beneficio d'inventario), essendo il "noumeno" di natura "mentale", e non "fisica", esso si riduce non al mio "solipsistico" IO individuale, bensì ad un ideale SE'/SOGGETTO universale, di cui tutte le restanti cose, semmai, dovrebbero essere definite "epifenemoni", più che "fenomeni".
Ma, al riguardo, come ho detto più volte, il linguaggio formale diventa inadeguato, per cui l'unico approccio possibile non può che essere APOFATICO, ed interiore.
Però ammetto che è impossibile rigettare logicamente l'obiezione, che, anche in tale caso, sempre di eventi psichici "fenomenici soggettivi" si potrebbe trattare; è vero che io avendo sperimentato direttamente questi ultimi (sogni ed allucinazioni),credo di poter rilevare una ben netta distinzione tra tali fenomeni soggettivi, e la "presa di coscienza" non sperimentale della mia "natura originaria"...però ammetto che potrei benissimo ingannarmi!
FELIX QUI POTUIT RERUM COGNOSCERE CAUSA ::)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 02 Aprile 2017, 13:01:12 PM
@Apeiron

E=M*C^2
Questo non significa che "massa" ed "energia" siano la stessa cosa.
Significa che la "massa" è una "forma" dell'energia.

E', ahimè, il principio che determina il funzionamento della bomba atomica.
Quando nelle reazioni nucleari si "perde" massa, tale massa "ritorna" (o si "trasforma") nel suo stato di energia. Non per niente abbiamo le esplosioni nucleari.

Ma senza scomodare la bomba atomica, possiamo far riferimento al nostro corpo.
Quando ti fai un'ora di corsa, tu consumi energia. Il consumo di energia si tramuta in una perdita di massa corporea.
Al contrario, quando ti fai una bella magnata, il tuo corpo trasforma materia in energia. E l'energia in eccesso si tramuta in "panza", cioè in massa corporea.  :D

La materia è, quindi, una forma dell'energia.
E' per questo che Einstein affermava:
"Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica."

Esiste un livello della Realtà in cui l'energia si manifesta e prende forma come materia. Esiste, invece, un livello più profondo in cui l'energia è nella sua forma originaria (le particelle sub-atomiche). Ed esiste un livello ancora più profondo in cui l'energia è "Coscienza".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 02 Aprile 2017, 14:18:19 PM
UN GIULLARE NELLA STANZA

All'Hotel vi  è una stanza
dove ci si misura ad oltranza.

Jean  ben pensò d'aizzar
quel che forse è meglio lasciar star.

In due fazioni ben distinte
ci si divide con opposte tinte.

Ci son quelli, che in nome della scienza,
pensan ben di giudicar ogni coscienza
e ci son quelli creduloni
che si gettan...nei burroni !

C'è chi, con la lente, scruta tutto spietatamente
e ci sta chi, innocente, un pò si fida della propria mente.

Or non saprei chi dei due più stolto è
ma di sicur io so che...non fa proprio per me.

Tutti pensan di saper
e lo metton per iscritto
ma lo sceglier tra mele e per
negar non deve ogni diritto.

Se è sogno o realtà
chi mai poi ce lo dirà?
Se siam sogno o realtà
nessun di noi lo sa già...

;D Buona domenica combattenti ....ma state attent!!! ;D  ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 15:18:29 PM
MATERIA ED ENERGIA
***
A) MATERIA
Al riguardo, come si sa, sono state formulate nel tempo le ipotesi descrittive più diverse, sin dai tempi degli antichi Greci.
1)
I "FISICISTI", che riducevano la materia, in genere, ad uno o a tutti e quattro gli  elementi (acqua, aria, terra, fuoco) che la Natura, come diceva Ovidio: "Dissociata locis concordi pace ligavit", in quanto tutti riconducibili ad una sostanziale omogeneità fisica; e, a riprova di questa sostanziale omogeneità, stava una certa affinità degli elementi costitutivi, che Democrito identificò per il tramite degli ATOMI.
2) 
I "METAFISICI",  invece, spostarono la loro attenzione dall'indagine sui costituenti ("mattoni" o "atomi") dell'universo, ai "princìpi" che ne spiegano l'esistenza; e al loro "mutamento", disquisendo se esso fosse reale o meno.
Peraltro, non mancarono altri tipi di approccio, tra cui quello MATEMATICO di Pitagora, che, in luogo degli "atomi", parlava geometricamente di "punti"; il che fa pensare un po' ai "punti materiali" della moderna meccanica razionale (sebbene i pitagorici non avessero esattamente la stessa concezione).
Nella  fisica classica, peraltro, con il termine materia, si indica genericamente:
- qualsiasi cosa che abbia massa e che occupi spazio; 
ovvero
- la "sostanza" di cui gli oggetti fisici sono composti (escludendo quindi l'energia, che è dovuta al contributo dei campi di forze).
(http://funkyimg.com/i/2rdzU.jpg)

***
B) ENERGIA
E' un concetto sicuramente molto più ambiguo, e che spesso viene interpretato in modo alquanto fumoso: tipo "energia dell'Universo", "energia vitale" ecc., che, secondo me posso essere definizioni valide solo in funzione metaforica.
Ma se mescoliamo i termini metaforici con i termini fisici, finiamo per fare una "frittura mista" ben poco digeribile.
Per cui, secondo me, il significato migliore è quello etimologico: "en ergon", cioè  "capacità di compiere lavoro" (a livello cinetico, chimico, termico ecc.)
(http://funkyimg.com/i/2rdt4.jpg)
******************************
Sintetizzando quanto sopra, perciò si potrebbe dire che la MATERIA sia il culo di un certo politico (di mia conoscenza), mentre l'ENERGIA è la forza del calcio con cui lo vorrei colpire.
Misurabile in circa 450 JOULE. ;D  ;D  ;D
*********************************+
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 02 Aprile 2017, 15:58:32 PM
Peccato che la fisica quantistica non funziona come la fisica classica.
E quando si parla di "atomo" non si parla di fisica classica, ma di fisica quantistica.  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 16:27:42 PM
Citazione di: lorenzo il 02 Aprile 2017, 12:02:17 PM
Buona domenica a tutti.
@ Eutidemo
Sul giochetto mi piacerebbe sentire le esperienze di qualcun altro, se lo ha fatto, e sapere se i bambini lo fanno ancora.
Noto che sei un esperto di prestidigitazione; io non me ne sono mai interessato ma riconosco che, soprattutto in certe riunioni familiari, meglio un mago che la tombola.
Riguardo la statistica, ho letto da qualche parte che un professore stupì tutti dicendo che sicuramente in classe vi erano due che compivano gli anni lo stesso giorno, e ci azzeccò. Non sono per niente competente e prima dei compleanni vorrei conoscere l'indice di Gini.
Quello delle allucinazioni collettive è un concetto passepartout, come la vis vitalis prima di Redi e Spallanzani (oggi noi, più evoluti, pensiamo che lo spirito derivi dalla materia, che cioè l'energia o la luce o i bosoni, protoni, gluoni e tutti questi termini esoterici producano la coscienza dell'io, la capacità di astrazione e le verità matematiche).
Io non escludo che certi fenomeni esistano, che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).
Riguardo i miracoli so che a Lourdes, rispetto al numero dei visistatori sono percentualmente irrilevanti, so che gli ex-voto li portano solo i sopravvissuti, ma do per certo (anche per qualche esperienza personale) che avvengono.
(Ho il vago sospetto che se ti apparissero Cleopatra o Elena di Troia, col pretesto di un baciamano cercheresti di saggiare dov'è il trucco, perché non può essere altrimenti.)
Buona domenica a te, Lorenzo (e a tutti gli altri).
***
Sul giochetto delle "quattro dita", piacerebbe anche a me sentire le esperienze di qualcun altro, se lo ha fatto, e sapere se i bambini lo fanno ancora. ;)
***
Non sono affatto un esperto di prestidigitazione; me ne sono interessato un po', solo quando avevo i figli piccoli, perchè, come appunto dici tu,  in certe riunioni familiari, meglio un mago che la tombola.
E poi, di tanto in tanto, mi sono preoccupato di smascherare qualche mistificatore, che, con la scusa del paranormale, cercava di spillare soldi a gente troppo credula; uno di costoro, ex art.640 del Codice Penale , l'ho pure fatto sbattere dentro per TRUFFA.
Ma non era all'altezza di Houdini, altrimenti sarebbe evaso! ;D
***
Riguardo alla statistica, hai ragione; molti presunti "sensitivi" ricorrono allo stesso trucco di quel professore, per stupire il pubblico in platea.
E' di grande effetto, ed è facile cascarci, perchè è basato sul CALCOLO DELLE PROBABILITA' ma è MOLTO "controintuitivo".
Se ti interessa, questo è il sito dove è spiegato meglio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_compleanno
***
Quanto alle "allucinazioni collettive" non è affatto un concetto "passepartout", bensì un fenomeno psichico ben conosciuto, e che non ha nulla di misterioso; come ti ho detto, vi ho anche assistito di persona.
Sinceramente, non ci vedo alcuna connessione col pensiero riduzionistico moderno, per cui lo spirito deriverebbe dalla materia; io, invero, penso esattamente la cosa opposta, e, cioè, che la verità primaria è quella mentale, mentre quella materiale e solo una supposizione (se vogliamo parlare a livello "noumenico").
Ma tengo ben distinto il piano "noumenico" da quello "fenomenico"; sul quale gli eventi si manifestano ordinariamente nel modo che la scienza "ci aiuta" a capire meglio...non certo la "magia"!
***
Nemmeno io escludo che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; sia che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).
Ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente; "NON ESCLUDERE" e "CREDERE" sono cose ben diverse!
Per me, cioè, vale l'antico motto: "AB ESSE AD POSSE VALET CONSEQUENTIA, SE A POSSE AD ESSE CONSEQUENTIA NON VALET"!
Il che significa che:
- se un fatto "è" incontrovertibilmente dimostrato come vero (ESSE), ne deriva che doveva essere per forza possibile (POSSE), altrimenti non si sarebbe verificato;
- se invece un fatto "è" soltanto possibile (POSSE), ma ancora non è incontrovertibilmente dimostrato come vero (ESSE), non si può asserire che esista realmente, fino a che non ne sia fornita una prova incontrovertibile.
Le testimonianze stanno a zero! ;)
***
Tu scrivi:
"Riguardo i miracoli so che a Lourdes, rispetto al numero dei visistatori sono percentualmente irrilevanti, so che gli ex-voto li portano solo i sopravvissuti, ma do per certo (anche per qualche esperienza personale) che avvengono."
Su questo punto dissento radicalmente!
Ed infatti, secondo me, sarebbe del tutto irrilevante che i miracoli a Lourdes, rispetto al numero dei visistatori, siano pochi o tanti;  ne basterebbe anche uno solo, PURCHE' ACCERTATO IN MODO INCONTROVERITIBILE (un resuscitato, appunto, ovvero uno a cui siano ricresciute le gambe da zero).
Di testimonianze di guarigioni, invero, ne ho sentite tante, ma:
- statisticamente, in alcuni casi, la regressione del male avviene spontaneamente, per cui è gratuito affermare che la causa della guarigione sia necessariamente imputabile a LOURDES; ed infatti ci sono stati casi di tumori diagnosticati con vari esami che dopo differenti storie cliniche sono letteralmente "scomparsi" ai controlli successivi, senza alcun plausibile motivo... in qualsiasi parte del mondo, non solo a Lourdes; 
- non c'è mai stato, a LOURDES, nessun caso di guarigione veramente "impossibile" (come ad uno a cui siano riscresciuti gli occhi o che sia resuscitato), ma solo relative a patologie "interne".
Quanto a ciò che "dai per certo" per esperienza personale (dando per scontata la tua buona fede), vista la tua sincera credulità rispetto ad altre "baracconate" di cui abbiamo parlato -preti e fachiri levitanti inclusi-, consentimi, senza offesa, di non farci molto affidamento! ::)
Comunque, se ti interessa l'argomento, leggi qui:
http://www.cicap.org/emilia/miracolo/
Anche se temo che sarebbe inutile, perchè tu ci vuoi credere PER FORZA, per cui nessun argomento razionale riuscirebbe mai a scuoterti...manco a cannonate!
***
Quanto al fatto che, se mi apparissero davanti Cleopatra o Elena di Troia (o meglio, quella Troia di Elena), col pretesto di un baciamano,  più che cercare di saggiare dov'è il trucco, correrei subito da uno psichiatra, perchè mi renderei conto di aver subito una allucinazione. ;D  ;D  ;D
E, se capitasse a te, ti consiglierei di fare lo stesso...di corsa!
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 02 Aprile 2017, 17:57:53 PM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 12:34:33 PM
@sgiombo (a anche indirettamente a Anthonyi)



in realtà tu, in un post precedente, avevi detto:
sono particelle subatomiche e hanno massa (anche se in certe circostanze hanno un comportamento "di tipo ondulatorio"; é più corretto chiamarle "particelle-onde".

Allora, mettiti d'accordo con te stesso: sono particelle corpuscolari dotate di massa che in certe circostanze si comportano come onde elettromagnetiche, o sono onde elettromagnetiche che in certe circostanza si Comportano come particelle corpuscolari dotate di massa?
CitazioneNon vedo come non possa accorgerti che si tratta della stessa cosa detta in due modi diversi!

(Questa é logica elementarissima).

In certe determinate circostanze si comportano come particelle corpuscolariin certe altre determinate circostanze si comportano come onde elettromagnetiche (senza per questo cessare di avere una determinata massa).

Più chiaro di così!?!?!?




In Realtà, le particelle subatomiche non possono essere classificate nè come corpuscoli dotati di massa, nè come onde elettromagnetiche che non hanno massa. Perchè sono entrambe le cose allo stesso momento. Cioè sono una "terza" classificazione della Realtà che sfugge alla nostra comprensione razionale.
Sono d'accordo con te: chiamiamo questa "terza" classificazione della Realtà col nome di "particelle-onde" che hanno sia una caratteristica (corpuscoli) che l'altra (onde elettromagnetiche).

CitazioneCOME VOLEVASI DIMOSTRARE !

(E per lo meno alcune di queste (come elettroni, protoni e neutroni) hanno massa > 0), contrariamente a quanto da te in precedenza affermato. 


E, quindi, ci poniamo queste domande:
1- è giusto affermare che le particelle-onda non hanno una massa? Si. Perchè esse sono onde elettromagnetiche.
2- è giusto affermare che le particelle-onda hanno una massa? Si. Perchè esse sono corpuscoli.

Entrambe le affermazioni sono giuste e sono vere.
Quindi quando io affermo che le particelle sub-atomiche non hanno massa e sono energia (onde elettromagntiche), sto affermando qualcosa di corretto. Perchè sto mettendo in risalto un loro aspetto reale.
Quindi, quando tu affermi che ciò che dico è sbagliato, stai commettendo un errore.
Non puoi dire che sto sbagliando. Al massimo puoi dire: "Ah! Ok. Se consideriamo la loro natura ondulatoria hai ragione."
Quindi hai montato un caso sul NULLA.

CitazioneInvece tu, assolutizzandone l' aspetto ondulatorio e negandone l' aspetto particellare (e massivo) sbagli proprio!
Il fatto che in determinate circostanze si comportano come onde elettromagnetiche non ne nega la loro propria determinata massa.

Abbiamo una "entità" che ha una natura di "mela" e una natura di "pera". Le ha entrambe e sono vere entrambe.
Ora...io sto parlando di questa "entità" mettendo l'accento sulla sua natura di "mela".
E tu mi dici: "no, stai sbagliando" mettendo l'accento sulla sua natura di "pera".
Ma se io sto parlando della sua natura di "mela", per dire che sto sbagliando, devi mettere in risalto l'errore rimandendo nella natura di "mela". Cioè rimanendo nel contesto all'interno del quale io sto enunciando la mia tesi (che è la natura di "mela")
CitazioneSe proprio vogliamo considerare questo paragone un po' ridicolo, io non  ho mai negato che in certe crcostanze si comportano come onde, mentre sei tu che hai recisamente negato che hanno massa: sei tu che affermi che hanno solo la natura di mele (onde, senza massa) negando che l' abbiano di pere (particelle massive) e non io, che invece ho sempre affermato a chiare lettere sia che hanno massa, sia che presentano comportamento particellare in determinate circostanze,  sia che presentano anche comportamento corpuscolare in determinate altre.

Non c'è nulla di sbagliato nella affermazione di Einstein, quando dice: "La materia è energia. L'energia è luce. Noi siamo fatti di luce".
Perchè tale affermazione si colloca nella "natura ondulatoria" delle particelle subatomiche.
E tu non puoi rispondere dicendo: "No, è sbagliato. Perchè la materia ha una massa". Perchè stai vedendo la materia nella sua natura corpuscolare. Quindi in un contesto diverso da quello - anche lui vero - in cui Einstein ha concepito la sua affermazione.

Ti ricordi la logica?
Questa è logica. E pure elementare.  ;)
CitazioneNo, caro questi sono illogicissimi sproloqui!

E quella che citi di Einstein era solo una battuta elementarmente esplicativa (vera in ultima analisi, ma "retoricamente esagerata"): stai a vedere che lo scopritore della relatività generale  e della deformazione dello spazio-tempo da parte delle masse negava l' esistenza delle masse ! ! !
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 02 Aprile 2017, 18:35:01 PM
Citazione di: Eutidemo il 02 Aprile 2017, 12:41:03 PM
Caro Sgiombo,

Peraltro, i contenuti delle allucinazioni e dei sogni pur essendo "fenomenici soggettivi" (1a), ma pur sempre fenomenici, con l'attuale progresso tecnico, sono (limitatamente) "osservabili" anche in modo "intersoggettivo" (1b), soprattutto con il metodo del "neuroimaging".
Ed invero, sono state monitorate le aree del cervello coinvolte nel fenomeno onirico, ovvero la corteccia visiva primaria (V1), secondaria (V2) e associativa (V3) normalmente collegate ai processi visivi e di decodificazione basilare dei tratti caratteristici delle scene visualizzate; per cui, alcuni ricercatori del Max Planck Institute hanno potuto pubblicamente dichiarare:
"Analizzando l'attività cerebrale per i nove secondi precedenti al momento in cui svegliavamo il soggetto, noi possiamo affermare, con una percentuale di accuratezza che si aggira intorno al 75-80%, quello che una persona sta sognando".
Questo, in base alle stesse dichiarazioni di chi aveva fatto il sogno; il cui contenuto, quindi, era stato "sperimentato", "verificato" e "decodificato" anche a livello "intersoggettivo".


Citazione
Lo so bene.

Ma in realtà intersoggettiva é l' osservazione degli eventi neurofisiologici cerebrali di chi ha allucinazioni (intersoggettiva, cioé rilevabile da parte di chiunque "osservi nel modo adeguato": altri, cioé degli osservatori degli allucinati, e non gli allucinati stessi, che mentre delirano non si stanno intersoggettivamente osservando); mentre le esperienze fenomeniche coscienti allucinatorie stesse (i qualia che le costituiscono) sono soggettive e non intersoggettive: le percepiscono solo gli allucinati e nessun altro, esattamente come sogni e immaginazioni fantastiche; anche se chiunque può osservare intersoggettivamente i cervelli di coloro che sognano, i quali sono altra cosa dei loro sogni).


***
Tutto ciò che è "noumeno", invece, "per definizione" non può essere "sperimentato", altrimenti, sarebbe di natura "fenomenica"; anzi, in effetti, almeno in base a quanto io personalmente credo (sia pure con larghissimo beneficio d'inventario), essendo il "noumeno" di natura "mentale", e non "fisica", esso si riduce non al mio "solipsistico" IO individuale, bensì ad un ideale SE'/SOGGETTO universale, di cui tutte le restanti cose, semmai, dovrebbero essere definite "epifenemoni", più che "fenomeni".
Ma, al riguardo, come ho detto più volte, il linguaggio formale diventa inadeguato, per cui l'unico approccio possibile non può che essere APOFATICO, ed interiore.
Però ammetto che è impossibile rigettare logicamente l'obiezione, che, anche in tale caso, sempre di eventi psichici "fenomenici soggettivi" si potrebbe trattare; è vero che io avendo sperimentato direttamente questi ultimi (sogni ed allucinazioni),credo di poter rilevare una ben netta distinzione tra tali fenomeni soggettivi, e la "presa di coscienza" non sperimentale della mia "natura originaria"...però ammetto che potrei benissimo ingannarmi!
FELIX QUI POTUIT RERUM COGNOSCERE CAUSA ::)

CitazioneIl noumeno o "cosa in sé" in senso kantiano non è di natura mentale (anche se può solo essere pensato, immaginato e non sentito-percepito sensibilmente; ma pure i fenomeni, oltre ad essere -contrariamente al noumeno stesso- sentiti, possono anche essere pensati); è invece il pensarlo (il pensiero del noumeno) che è sensazione fenomenica mentale.
Infatti il mentale è altrettanto fenomenico del materiale, anch' esso è "qualcosa che appare", di cui si ha coscienza, ed anche per esso, esattamente come per il materiale, l' "esse est percipi".
Non vedo perché mai il noumeno debba essere un "ideale sé/soggetto universale a meno di non cadere nel solipsismo per il quale esiste un' (ovvero: la) unica esperienza fenomenica cosciente. Se invece si ammette che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), allora noumeno possono essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; nel caso di fenomeni intersoggettivi i medesimi enti/eventi noumenici sono (per lo meno potenzialmente e in linea di principio) oggetti delle esperienze fenomeniche di qualsiasi soggetto (purché si diano le "adeguate circostanze di osservazione"), mentre nel caso di fenomeni puramente soggettivi (sogni, allucinazioni, ecc.) non ci sono oggetti diversi dai soggetti che possano essere osservati in linea di principio da parte di qualsiasi (altro) soggetto.
 
Credo perciò che la ben netta differenza che intuisci fra allucinazioni (sensazioni fenomeniche soggettive, oniriche, allucinatorie, ecc.) e sensazioni fenomeniche intersoggettive ("realistiche", "veritiere") stia nel fatto che nel caso delle prime non si danno oggetti noumenici (oltre ai soggetti noumenici di esse, bensì solo questi ultimi), mentre nel secondo caso si danno anche oggetti noumenici di esse, in linea di principio e almeno potenzialmente "percepibili fenomenicamente come fenomeni", per così dire impropriamente, -ovvero: a cui corrispondono fenomeni- da parte di qualunque soggetto (noumenico) si trovi "nelle adatte circostanze di osservazione".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 02 Aprile 2017, 18:55:52 PM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 13:01:12 PM


Esiste un livello della Realtà in cui l'energia si manifesta e prende forma come materia. Esiste, invece, un livello più profondo in cui l'energia è nella sua forma originaria (le particelle sub-atomiche). Ed esiste un livello ancora più profondo in cui l'energia è "Coscienza".
CitazioneE chi stabilirebbe e secondo quali criteri (che dovrebbero essere oggettivi, se scientifici) quale "livello" della materia sarebbe più "profondo" e quale più "superficiale", quale più "originario" e quale "derivato"?

Si tratta di termini stabiliti per mera convenzione linguistica (comoda ai fini comunicativi).

Massa ed energia (in continua reciproca trasformazione secondo proporzioni universali e costanti) sono (direttamente, per percezione empirica immediata, o indirettamente, tramite inferenze logiche da percezioni empiriche immediate) materia e in quanto tali sono "contenuti" di coscienza.
Il cervello (che é materia: massa ed enegia) non contiene "coscienza" come "forma ancor più profonda di energia -?-"; é invece contenuto nella coscienza di chi lo osserva (direttamente almeno come potenzialità in linea di principio; solitamente di fatto indirettamente, per il tramite dell' imaging neurologico funzionale).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 02 Aprile 2017, 23:15:39 PM
@Sari

Se l'uomo è la misura delle cose... due (o più) uomini messi assieme si troveranno inevitabilmente a confrontar i propri metri, interrogandosi qual sia il miglior  pollice (o piede) di re su cui stabilir gli intervalli e da quelli realizzar le migliori misure.

Prova tu che provo anch'io le misure non tornano (eh, usando due differenti tarature...) e il tuo invito a lasciar stare è nel caso si volesse ottenerla.

Ma se ci si limita a lasciarle per quel che sono, misure su cui ognuno è libero d'impostar il proprio arredamento (costrutto) mentale  senza volerlo imporre all'altro (io amo gli spazi vuoti...) non vedo come l'azione di uno potrebbe ripercuotersi sull'insieme... certo che se lo fan tutti... di misurar il salto delle pulci e rovistar negli intimi attributi delle povere particelle... oh, 'un ci si muove più di la!

Ma prima o poi le fazioni, se son davvero tali (qui siam davvero pochi... l'armata Brancaleone mi par analogia migliore), esaurite le tinte  fosche chissà che non mettan mano anche alle mezze, meno impattanti per i nostri sensi.
 
Qui si sta "cominciando" a fornir d'argomenti la questione delle questioni ed è inevitabile che ognuno ci metta quel che ha in saccoccia.

È grandemente apprezzato quindi ogni contributo qual che sia... e se qualcuno ritiene che sia il solo d'importante, discriminante e definitivo... beh, si tenga la sua certezza che non troverà alcuno disposto a pagargliela a peso d'oro... ma non adesso, intendo proprio in prossimità, al confine tra il nostro aldiquà e l'aldilà.

Inevitabilmente parlando d'aldilà ne consegue la mente, la coscienza e le scienze e in pratica tutto. 
Non per nulla è l'argomento degli argomenti... senza la morte che ci cammina a fianco dubito che la mente umana  sarebbe stata sollecitata come lo è stata a immaginar e trovar risposte, per sopravvivere nel contenitore che frequenta, qual ospite o prodotto.

Eutidemo, appassionato di Seneca (e delle lettere a Lucillo) sa bene come per il filosofo quello fosse l'argomento e tutto il resto a girarci attorno (questo è il poco che mi par d'aver capito leggiucchiandolo).

Qui parlare di morte e di tutto quel che vi si avvicina o ne è inerente in un modo o nell'altro, è di vitale importanza (cito un testo di E.K. Ross) per la nostra discussione e ognuno di voi può col suo contributo renderla quello che al momento è solo in possibilità: un luogo d'incontro nonostante la diversità... come lo è un funerale, giacchè, come 'a livella insegna...
 



@ acquario

Riporto un post del precedente forum che riguarda mio nonno.

"Mio nonno materno, grande fumatore, subì l'amputazione di una gamba. 
Lo stato generale, ammesso si fosse ripreso, non lasciava sperare una stabilizzazione delle sue condizioni, tanto che non gli furono né tolte né consigliato di abbandonare le sue amate/velenose (per lui) sigarette che l'avevano accompagnato, nel bene e nel male, per tutta la vita.

La grande ferita non cicatrizzava, tutt'altro... e a un punto non rimaneva che irrorare continuamente di alcool il grosso bendaggio, per tanti motivi. 

Quando ritornai a trovarlo, in quelle condizioni, sapevo che non ne avrebbe avuto per molto e naturalmente mi sentivo triste, domandandomi come potesse affrontare rimanendo tranquillo quello che anche per lui era ormai evidente. 
Così gli feci delle domande dirette, a che scopo fingere? 
Mi ascoltava, fumando la sua sigaretta, e rimaneva come in distanza, quasi le mie domande, ben calibrate, non lo raggiungessero davvero. 
Poi ebbi una specie d'intuizione e gli chiesi se avesse pensieri riguardo sua moglie (mia nonna) deceduta da molti anni. 

Gli occhi (eh sì, davvero lo specchio dell'anima) ripresero vita e mi guardò davvero... mi disse che aveva dei buoni pensieri, al ché gli chiesi se avesse anche qualche sensazione, se provasse delle emozioni e continuai:

" ... la senti vicina, nei tuoi ricordi..? " 

- ... sì, è così...

"...intendi che ne hai un'immagine chiara, reale? Forse la sogni?"

- ... no, non nel sogno... qui... (guardando la stanza)

Poi guardò da un'altra parte e gli occhi si spensero nuovamente, ma un attimo prima, nell'incrociare il mio sguardo vi colsi qualcosa che in parole si può tradurre così: "... ti ho detto più di quello che potevo... non insistere..." 

Non ho insistito, ho recitato la parte di chi fa finta, incoraggiandolo... e quello che mi ha detto lo considero il più bel regalo che mi ha mai fatto...

 


Jean
 

   
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 06:07:39 AM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 15:58:32 PM
Peccato che la fisica quantistica non funziona come la fisica classica.
E quando si parla di "atomo" non si parla di fisica classica, ma di fisica quantistica.  ;)

Ma sono entrambe vere ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 07:50:47 AM
Caro Sgiombo,
***
io parlavo di "sogni", "figli di una mente vagabonda, più leggeri dell'aria, e più veloci del vento", non di "allucinazioni"; al cui riguardo ignoro se siano stati condotti analoghi esperimenti.
Ma, restando ai  sogni, la sperimentazione che ti ho riportato non si è limitata ad osservare intersoggettivamente i cervelli di coloro che sognano (i quali sono altra cosa dei loro sogni), bensì è riuscita a INDOVINARE IL CONTENUTO DEI SOGNI STESSI nel 75-80% dei casi; cosa che, a quanto pare, è stata confermata dai sognatori stessi al loro risveglio.
Sempre che la cosa sia vera, poichè a me pare davvero sorprendente; ed invero, sembra che non si siano limitati a vedere le aree interessate dal cervello durante il sogno, bensì, tramite un metodo che non ho ben capito, pare che abbiano "decodificato" i segnali, riuscendo a capire lo stesso contenuto del sogno.
Però, come ho detto, nel 75-80% dei casi i sognatori hanno confermato.
***
Io non interpreto il noumeno o "cosa in sé" in senso kantiano (che, come dici tu, appunto, non è di natura mentale); il mio approccio è completamente differente!
Ed infatti io parto dalla incontestabile CONSTATAZIONE che c'è un SOGGETTO (diciamo "io", ora, per comodità di linguaggio) il quale esperimenta ESCLUSIVAMENTE "immagini mentali", tattili, visive, acustiche, olfattive, gustative, collegate alla presenza di  determinate "immagini mentali" di OGGETTI.
Ad esempio, ora, davanti a me, "vedo" il monitor di notebook, e ne "tocco" la tastiera; però, più correttamente, dovrei dire che esperisco SOLTANTO l'"immagine mentale" visiva e tattile di un notebook, e "IPOTIZZO" che tale "FENOMENO" sia CAUSATO dall'esistenza di un "NOUMENO" esterno alla mia mente.
Così come "IPOTIZZO" tutto il resto (te compreso)...ma ciò che realmente "SPERIMENTO", sono solo immagini mentali.
Ora, a ben vedere, non c'è dubbio alcuno che, istintivamente, se mi scotto con il fuoco, pur riducendosi il tutto ad esperienze soggettive (ed infatti esistono anche allucinazioni riguardo alle scottature da fuoco), tendo a dedurre che, almeno nella maggior parte dei casi, ci sia un OGGETTO ESTERNO (di natura noumenica), che ha CAUSATO la percezione di un OGGETTO INTERNO, di natura mentale.
Ma la cosa, a ben vedere, non solo non è "necessaria", in quanto "tutte" le esperienze fenomeniche possono,  a volte, manifestarsi senza alcuna "causa noumenica" esterna (come nelle allucinazioni e nei miraggi), ma, a livello razionale, è forse una "inferenza" del tutto indebita anche a livello generale.
Ed infatti:
A) Io riscontro l'esistenza di un NESSO CAUSALE (ammesso che tale concetto sia valido, e non si riduca tutto ad un "post hoc propter hoc"), ESCLUSIVAMENTE tra un'"immagine mentale" ed un altra; per esempio, all'"immagine mentale" di fuoco, segue quella di calore, e poi, eventualmente, di bruciatura, ma, sempre ammesso che ci sia una effettiva "consecutio causalis" tra i detti eventi, IO LA SPERIMENTO SOLO SUL PIANO FENOMENICO (sempre nella mia mente).
B) Ciò premesso, poichè il NESSO CAUSALE io  lo sperimento solo sul piano fenomenico, l'inferenza che tale NESSO CAUSALE  possa sussistere anche tra un presunto "mondo noumenico" ESTERNO ed un constatato "mondo fenomenico" INTERNO, di cui il primo sarebbe la "causa" del secondo, costituisce, secondo me, un'idebita illazione.
C) Se le precedenti premesse sono corrette, ne consegue che l'intero mondo ha NATURA MENTALE, e, cioè, che non c'è niente di MATERIALE ed ESTERNO che che ne sia la causa; però, ovviamente, sarebbe autocontraddittorio anche supporre, che tutto si riduca ad un sogno del piccolo "io" di Eutidemo (scadendo nel solipsismo), perchè anche lui, il suo cervelletto, e la sua coscienza individuale, ed i suoi stessi pensieri, rientrano nella categoria "fenomenica", nel momento stesso in cui costui viene "individuato" e "differenziato" all'interno di tale "mondo".
°
Per cui, tirando le fila del discorso, ci deve essere per forza un SOGGETTO NOUMENICO che sperimenta il TUTTO; e tale soggetto deve necessariamente "trascenderere" il piccolo "io" soggetto PARTICOLARE" di Eutidemo, bensi deve essere UNIVERSALE (SE' o DIO, come diceva Berkely -che era un empirista), e non individuale; sebbene la differenza sia come quella tra il MARE e le ONDE, perchè sempre di COSCIENZA si tratta.
Ed invero a tale tipo di realtà, pur sempre parzialmente, si può accedere non sperimentalmente, bensì solo per "coscienzalizzazione" interiore, in via apofatica (dall'"io" al "SE'"); ma, se si tenta di farlo con le parole (come ho cercato di farlo io), si incorre necessariamente in "inappropriatezze" più o meno gravi!
***
Premesso quanto sopra, per quanto concerne l'"io individuale", sono perfettamente d'accordo con quanto scrivi tu: il "mentale individuale" è altrettanto fenomenico del materiale, anch' esso è "qualcosa che appare", di cui si ha coscienza, ed anche per esso, esattamente come per il materiale, l' "esse est percipi".
Quanto al fatto che tu ti chiedi perché mai il noumeno debba essere un "ideale sé/soggetto universale a meno di non cadere nel "solipsismo", credo di aver già fornito la risposta sopra; ed infatti, il "solipsismo" vorrebbe ridurre il TUTTO all'esperienza del singolo individuo, mentre la cosa sarebbe autocontraddittoria, perchè, come tu dici, anche il singolo individuo è un epifenomeno di una realtà di cui, è, sì, parte, ma che lo trascende.
Ma poichè è indubbio che un SOGGETTO esiste, se non è individuale, deve necessariamente essere universale.
***
Quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), da tale considerazione non deriva affatto che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; ed infatti, sia gli uni che gli altri, rientrano tutti nel SOGNO di un'unica MENTE , che si credono autonomi (e fenomenicamente lo sono), ma, in realtà, sono tutti epifenomeni dell'UNICO SOGNATORE.
Come i tre personaggi con cui discutevo stanotte in sogno: sembravamo 4, lì a discutere, ma in REALTA' ERA UNO SOLO AD INTERPRETARE TUTTE LE PARTI.
***
Quanto alla ben netta differenza fra allucinazioni (sensazioni fenomeniche soggettive, oniriche, allucinatorie, ecc.) e sensazioni fenomeniche intersoggettive ("realistiche", "veritiere"), a dire il vero, 
non ho ben capito cosa intendi dire; per me, in entrambi i casi, si tratta di "fenomeni" (sia pure di diversa natura), i quali rientrano tutti nel discorso generale che facevo sopra.
Ricordo che due anni fa, quando soffrivo di sovente di allucinazioni acustiche, sognai di subirne una mentre ero in barca con una mia amica, e le dicevo: "Ma non la senti questa musica?" e lei "NO, deve essere la tua solita allucinazione acustica" ed io "E' vero, devi aver ragione...eppure ti assicuro che la seto come fosse reale".
Eppure, non eravamo "reali" nè l'"io sognato", nè la mia amica, nè l'allucinazione, ma era tutto frutto del sogno del  SOLO mio "io sognante"; o meglio eravamo "reali" ad un diverso livello, così come penso che sia di tutti noi adesso. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 03 Aprile 2017, 10:07:26 AM
Ogni volta che appare una A sullo schermo constatiamo che era stato premuto il tasto A...
oppure
Analizzando l'attività della tastiera nei 33,547 centesimi di secondo precedenti l'apparizione di un carattere sullo schermo constatiamo una corrispondenza biunivoca ecc. ecc.
ergo
L'apparizione del carattere dipende dalla pressione del tasto corrispondente!
Non è che in questa descrizione manchi qualcosa?
Inoltre:
Se noi andiamo ad analizzare la A che appare sullo schermo troviamo che in realtà si compone di una serie di pixel. Un'analisi più approfondita ci rivela che questi sono solo impulsi elettrici che i nostri occhi percepiscono come puntini luminosi.
Cos'è oggettivo? La A, i pixel, gli impulsi elettrici?

CitazioneCitazione da: Eutidemo - 02 Aprile 2017, 12:41:03 pm
Quanto alle "allucinazioni collettive" non è affatto un concetto "passepartout", bensì un fenomeno psichico ben conosciuto, e che non ha nulla di misterioso; come ti ho detto, vi ho anche assistito di persona.
No, tu hai assistito al fatto che alcuni percepivano qualcosa e altri no.

CitazioneSinceramente, non ci vedo alcuna connessione col pensiero riduzionistico moderno, per cui lo spirito deriverebbe dalla materia; io, invero, penso esattamente la cosa opposta, e, cioè, che la verità primaria è quella mentale, mentre quella materiale e solo una supposizione (se vogliamo parlare a livello "noumenico").
Le due supposizioni sono entrambe errate: la realtà si compone di una parte che appare ai nostri sensi fisici ed un'altra che percepiamo solo con la nostra mente (spirito), di percezione più concetto.

CitazioneNemmeno io escludo che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; sia che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).Ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente
Dimostra oggettivamente che io sto vedendo la dimostrazione del teorema di Gödel e non una serie di geroglifici.

CitazioneQuanto al fatto che, se mi apparissero davanti Cleopatra o Elena di Troia (o meglio, quella Troia di Elena), col pretesto di un baciamano,  più che cercare di saggiare dov'è il trucco, correrei subito da uno psichiatra, perchè mi renderei conto di aver subito una allucinazione.
Con ciò confermando la predisposizione ad accogliere solo ciò che rientra nei nostri parametri.

Citazione- non c'è mai stato, a LOURDES, nessun caso di guarigione veramente "impossibile" (come ad uno a cui siano riscresciuti gli occhi o che sia resuscitato), ma solo relative a patologie "interne".
Confermo il mio scetticismo sul fatto che i miracoli possano dimostrare qualcosa (non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere), forse a Lourdes no ma da Padre Pio sembra di sì
Parla la donna che vede senza pupille. Per la scienza? «Sono cieca»
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 16:19:59 PM
Caro Lorenzo,
***
Tu ti chiedi:
"Se noi andiamo ad analizzare la A che appare sullo schermo troviamo che in realtà si compone di una serie di pixel. Un'analisi più approfondita ci rivela che questi sono solo impulsi elettrici che i nostri occhi percepiscono come puntini luminosi. Cos'è oggettivo? La A, i pixel, gli impulsi elettrici?"
Sarebbe come chiedere:
"Se noi andiamo ad analizzare un libro, troviamo che in realtà si compone di una serie di parole. Un'analisi più approfondita ci rivela che queste parole sono, a loro volta, costituite da singoli caratteri ad inchiostro, e dalla carta su cui sono stampati. Cos'è oggettivo? Il libro, le parole, i caratteri, l'inchiostro o la carta?" ;D
Per me, la risposta ad entrambe le domande: è TUTTO oggettivo, in rapporto al livello ed al tipo di riscontro; cioè, nel primo caso, la A, i pixel, e gli impulsi elettrici, mentre, nel secondo caso, il libro, le parole, i caratteri, l'inchiostro, e la carta.
Non capisco proprio dove vuoi arrivare! ::)
***
Quanto alle allucinazioni collettive, io ho assistito al fatto che alcuni "credevano" di vedere qualcosa che io (ed altri) non vedevamo affatto, e che non veniva nemmeno registrato dalla videocamera TV, nè dalle rilevazioni atmosferiche ed astronomiche; per cui, io ed altre persone non suggestionabili, abbiamo semplicemente "constato" la stessa realtà (oggettiva) rilevata dalle strumentazioni, gli altri, invece, hanno solo immaginato di vedere cose che in realtà non esistevano affatto (soggettivamente)!
***
Quanto al fatto che la verità primaria è quella mentale, mentre quella materiale e solo una supposizione (se vogliamo parlare a livello "noumenico"), hai totalmente frainteso quello che intendevo dire.
Io intendevo semplicemente dire che tu sperimenti direttamente SOLO delle "immagini mentali" (visive, tattili, olfattive, gustative, auditive), che tu SUPPONI, siano generate da un oggetto "noumenico" esterno; il quale, però, non puoi direttamente esperire.
Tanto è vero che, in condizioni allucinatorie, tu percepisci mentalmente cose che non ci sono (o meglio, che sono solo nella tua testa).
***
Io ho scritto che non escludo affatto che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; sia che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).
Ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente.
Lo ribadisco fermamente!
Anche qui, hai completamente frainteso quello che ho scritto.
Ed infatti, io non ho affatto bisogno che tu mi dimostri  oggettivamente che stai vedendo la dimostrazione del teorema di Gödel e non una serie di geroglifici, perchè la cosa non è affatto straordinaria in se stessa, nè tu hai motivo per ingannarmi al riguardo (non ci guadagni niente), per cui mi fido della tua parola.
Ma se tu mi dicessi (come mi hai detto) che sei capace di svolazzare in aria, poichè si tratta di una cosa che va contro il buon senso e le leggi della fisica, non ti crederò MAI sulla parola, ma avrò senz'altro bisogno che tu mi dimostri  oggettivamente che stai veramente volando o che hai volato (cioè, credo alla tua buona fede, ma penso che potresti essere stato vittima di autosuggestione).
Possibile che tu non capisca la differenza? :-\
***
Quanto al fatto che, se mi apparissero davanti Cleopatra o Elena di Troia (o meglio, quella Troia di Elena), col pretesto di un baciamano,  più che cercare di saggiare dov'è il trucco, correrei subito da uno psichiatra, perchè mi renderei conto di aver subito una allucinazione, vedo che tu replichi che: "...con ciò, sto confermando la predisposizione ad accogliere solo ciò che rientra nei nostri parametri."
Ed invero, secondo l'"id quod plerumque accidit", cioè, secondo i parametri di comune esperienza, non è molto comune che i morti resuscitino e se ne vadano tranquillamente a spasso chiedendo il baciamano ai passanti; anzi, a dire il vero, "sembra" che NON SIA ACCADUTO MAI!
O sì? ;D
Tu troveresti del tutto normale, se io ti dicessi che ieri sono stato a cena con Napoleone Bonaparte, e mi crederesti sulla parola?
Sono sicuro di NO, sii sincero!
***
Quanto alla "donna che vede senza pupille", miracolata da Padre Pio (Gemma Canala Giorgi), a me sembra che le pupille ce l'abbia, almeno guardandola alla sua festa di compleanno su YOUTUBE, in un momento in cui si è tolta gli occhiali scuri; che, invece, porta sempre nelle interviste pubbliche, per non mostrare mai gli occhi.
Ma potrei sbagliarmi :o
Comunque, la cosa "risulterebbe"  da alcuni (presunti) certificati medici di 50 anni fa, compilati da dottori di "provata (?) esperienza"; ma, degli sconosciuti medici che dichiararono inguaribile la piccola, furono fatti soltanto i "cognomi" (Cucco, Contino Bonifacio), per cui, ignorandosi i "nomi", non furono MAI identificati con sicurezza, e, a volte, confusi con altri "cognomi" (Caramazza).
Ammesso che siano mai esistiti!
Inoltre, il caso non è mai stato preso minimamente  in considerazione dal Vaticano, perchè le "prove" fornite alla Congregazione per la Verifica dei Miracoli, non sono state minimamente ritenute sufficienti.
Inoltre, la storia raccontata da lei e dai suoi fan, fa acqua da tutte le parti, in quanto estremamente confusa e contraddittoria.
Per esempio:
1. In alcuni casi racconta che è lei che sogna il frate, in altri, invece, è la parente suora.
2. Si viene a sapere che non esiste una data "esatta" del viaggio da Padre Pio. Ne vengono citate almeno tre: il 1 il 6 e il 18 giugno del 1947.
3. Cambiano i "cognomi" dei medici (peraltro sconosciuti), come sopra detto.
4. Non si capisce bene se Gemma fu infermiera ad Agrigento oppure maestra a Messina (come dice lei). Ma da come si esprime nelle interviste televisive mostra uno scarso grado di scolarizzazione (ascoltare per credere).
Per cui, con "prove" del genere, si può sicuramente fare "scena" in TV, a beneficio dei gonzi; ma se un avvocato si azzardasse a portarle in tribunale, verrebbe subito cacciato via a calci in culo, tra le risate dei presenti! ;D
***
E adesso, non ti offendere, ma, ti prego, BASTA col farmi impiegare tempo ad indagare per tuo conto storie assurde di "fachiri levitanti" e "cieche vedenti", quando potresti verificare da solo che sono soltanto grossolane imposture da quattro soldi.
Qualche fatto VERAMENTE strano, invero, molto di rado, accade sul serio (come da me riportato nel TOPIC appena aperto sui viaggi nel tempo), ma non certo questi!
***
(http://funkyimg.com/i/2rgde.jpg)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 03 Aprile 2017, 16:44:30 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 07:50:47 AM
Caro Sgiombo,
***
io parlavo di "sogni", "figli di una mente vagabonda, più leggeri dell'aria, e più veloci del vento", non di "allucinazioni"; al cui riguardo ignoro se siano stati condotti analoghi esperimenti.
Ma, restando ai  sogni, la sperimentazione che ti ho riportato non si è limitata ad osservare intersoggettivamente i cervelli di coloro che sognano (i quali sono altra cosa dei loro sogni), bensì è riuscita a INDOVINARE IL CONTENUTO DEI SOGNI STESSI nel 75-80% dei casi; cosa che, a quanto pare, è stata confermata dai sognatori stessi al loro risveglio.
Sempre che la cosa sia vera, poichè a me pare davvero sorprendente; ed invero, sembra che non si siano limitati a vedere le aree interessate dal cervello durante il sogno, bensì, tramite un metodo che non ho ben capito, pare che abbiano "decodificato" i segnali, riuscendo a capire lo stesso contenuto del sogno.
Però, come ho detto, nel 75-80% dei casi i sognatori hanno confermato.

CitazionePer quel che ne so io di neurofisiologia (professionalmente, da medico) non è credibile che abbiano identificato i "contenuti concreti" dei sogni (fra l' altro sarebbe per assurdo- una scoperta da premio Nobel immediato!); casomai hanno capito se erano sogni costituiti da sensazioni visive e/o uditive, e/o tattili, e/o gustative, se implicavano componenti emotive-sentimentali o no, ecc.); tieni conto che, stante il capitalismo odierno, fra i ricercatori la tendenza a "magnificare" le loro scoperte onde "venderle al miglior prezzo" è sempre più spudoratamente diffusa.

***
Io non interpreto il noumeno o "cosa in sé" in senso kantiano (che, come dici tu, appunto, non è di natura mentale); il mio approccio è completamente differente!
Ed infatti io parto dalla incontestabile CONSTATAZIONE che c'è un SOGGETTO (diciamo "io", ora, per comodità di linguaggio) il quale esperimenta ESCLUSIVAMENTE "immagini mentali", tattili, visive, acustiche, olfattive, gustative, collegate alla presenza di  determinate "immagini mentali" di OGGETTI.

CitazioneMi sembra che tu con "immagini o sensazioni mentali" intenda ciò che io chiamo "fenomeni" (mentali: sensazioni di pensieri, sentimenti, ecc.; o anche materiali: sensazioni di alberi, case, pietre, ecc.): enti/eventi dei quali l' "esse est percipi" (Berkeley).
A questo proposito non sono d' accordo che la constatazione che ci sia un soggetto di sensazioni "fenomeniche" (secondo la mia dizione; "mentali" secondo la tua) sia incontestabile.
Gli unici eventi assolutamente indubitabili (incontestabili) sono gli eventi di coscienza ("fenomeni" o "immagini mentali" accadenti o immediatamente esperiti, punto e basta (N.B.: qui : la forma passiva del verbo -"esperiti"- è una mera convenzione linguistica).
La realtà potrebbe anche esaurirsi in essi senza implicare nient' altro (questo pensiero non è autocontraddittorio, illogico, insensato; ergo: questa è una possibilità, così può darsi che stiano le cose in realtà).

Ad esempio, ora, davanti a me, "vedo" il monitor di notebook, e ne "tocco" la tastiera; però, più correttamente, dovrei dire che esperisco SOLTANTO l'"immagine mentale" visiva e tattile di un notebook, e "IPOTIZZO" che tale "FENOMENO" sia CAUSATO dall'esistenza di un "NOUMENO" esterno alla mia mente.
Così come "IPOTIZZO" tutto il resto (te compreso)...ma ciò che realmente "SPERIMENTO", sono solo immagini mentali.

CitazioneD' accordo: "esse est percipi" (Berkeley)

Ora, a ben vedere, non c'è dubbio alcuno che, istintivamente, se mi scotto con il fuoco, pur riducendosi il tutto ad esperienze soggettive (ed infatti esistono anche allucinazioni riguardo alle scottature da fuoco), tendo a dedurre che, almeno nella maggior parte dei casi, ci sia un OGGETTO ESTERNO (di natura noumenica), che ha CAUSATO la percezione di un OGGETTO INTERNO, di natura mentale.
Ma la cosa, a ben vedere, non solo non è "necessaria", in quanto "tutte" le esperienze fenomeniche possono,  a volte, manifestarsi senza alcuna "causa noumenica" esterna (come nelle allucinazioni e nei miraggi), ma, a livello razionale, è forse una "inferenza" del tutto indebita anche a livello generale.

CitazioneQuasi d' accordo.
 
Preferisco le parola "fenomeni" a "oggetto interno di natura mentale"; anche perché "pure dei pensieri esse est percipi" (Hume); e in questo modo posso distinguere "oggetti interni di natura fenomenica" materiali (tipo res extensa) e "oggetti interni di natura fenomenica" mentali (tipo res cogitans).
 
Ma soprattutto preferisco non usare il concetto di "causazione" a proposito del fatto che un oggetto esterno di natura noumenica non dimostrabile (né men che meno constatabile empiricamente, per definizione) possa essere ritenuto, salvo in caso di sogni, allucinazioni e affini, coesistere con la sensazione fenomenica (od "oggetto interno mentale"); e questo sia perché c' è una contemporaneità che è per lo meno discutibile in caso di relazioni propriamente "causali", sia perchè mi sembra si tratti di relazioni un po' diverse da quelle comunemente e di fatto pressocchè universalmente ritenute !"causali" (senza che lo si possa dimostrare: a-ri-Hume, come direste voi a Roma) fra gli eventi fenomenici (o sensazioni interne o mentali) materiali ("res extensa"), che si possono rilevare con relativa precisione grazie alla misurabilità di tali eventi (ma non del noumeno e delle sue relazioni coi fenomeni; o sensazioni interne mentali).
 
Ma effettivamente si tratta di pignolerie.

Ed infatti:
A) Io riscontro l'esistenza di un NESSO CAUSALE (ammesso che tale concetto sia valido, e non si riduca tutto ad un "post hoc propter hoc"), ESCLUSIVAMENTE tra un'"immagine mentale" ed un altra; per esempio, all'"immagine mentale" di fuoco, segue quella di calore, e poi, eventualmente, di bruciatura, ma, sempre ammesso che ci sia una effettiva "consecutio causalis" tra i detti eventi, IO LA SPERIMENTO SOLO SUL PIANO FENOMENICO (sempre nella mia mente).
B) Ciò premesso, poichè il NESSO CAUSALE io  lo sperimento solo sul piano fenomenico, l'inferenza che tale NESSO CAUSALE possa sussistere anche tra un presunto "mondo noumenico" ESTERNO ed un constatato "mondo fenomenico" INTERNO, di cui il primo sarebbe la "causa" del secondo, costituisce, secondo me, un'idebita illazione.

CitazioneIdem come sopra (accordo sostanziale da parte mia con qualche piccola precisazione per lo più meramente terminologica. Indimostrabiltà "humeana" dei nessi causali anche interni al mondo fenomenico –o "interno mentale"- materiale; e inoltre diversità da essi di quelli del mondo propriamente mentale o "res cogitans" per la suddetta non  misurabilità del secondo).

C) Se le precedenti premesse sono corrette, ne consegue che l'intero mondo ha NATURA MENTALE, e, cioè, che non c'è niente di MATERIALE ed ESTERNO che che ne sia la causa; però, ovviamente, sarebbe autocontraddittorio anche supporre, che tutto si riduca ad un sogno del piccolo "io" di Eutidemo (scadendo nel solipsismo), perchè anche lui, il suo cervelletto, e la sua coscienza individuale, ed i suoi stessi pensieri, rientrano nella categoria "fenomenica", nel momento stesso in cui costui viene "individuato" e "differenziato" all'interno di tale "mondo".
°
Per cui, tirando le fila del discorso, ci deve essere per forza un SOGGETTO NOUMENICO che sperimenta il TUTTO; e tale soggetto deve necessariamente "trascenderere" il piccolo "io" soggetto PARTICOLARE" di Eutidemo, bensi deve essere UNIVERSALE (SE' o DIO, come diceva Berkely -che era un empirista), e non individuale; sebbene la differenza sia come quella tra il MARE e le ONDE, perchè sempre di COSCIENZA si tratta.
Ed invero a tale tipo di realtà, pur sempre parzialmente, si può accedere non sperimentalmente, bensì solo per "coscienzalizzazione" interiore, in via apofatica (dall'"io" al "SE'"); ma, se si tenta di farlo con le parole (come ho cercato di farlo io), si incorre necessariamente in "inappropriatezze" più o meno gravi!

CitazioneIl "solipsismo fenomenico", se così vogliamo chiamarlo, non è un' ipotesi autocontraddittoria (in linea di principio potrebbe essere vero).
Non è soddisfacente, ovvero non mi pace crederci.
Potrebbe non essere vero.
 
Ma allora (in questa ipotesi) come potrebbero "stare le cose"?
Non è necessario, ma è ipotizzabile (e di fatto mi piace crederlo) che ci sia qualcos', altro di reale, oltre gli eventi fenomenici immediatamente esperiti (accadenti).
Ma nemmeno è necessario che ci sia un soggetto (in sé, noumenico) universale e divino.
Può bastare che:
a)  esista una realtà in sé o noumenica in divenire,
b)  che in essa vengano (talora, in determinate circostanze) ad esistere determinati enti/insiemi-successioni di eventi (chiamiamoli "soggetti di sensazioni") tali che al divenire di ciascuno di essi corrisponda biunivocamente il divenire di un' esperienza fenomenica cosciente (insieme-successione di sensazioni interne mentali);
c)  che allorché un soggetto (noumenico) si viene a trovare in determinati rapporti con determinati altri enti/insiemi-successioni di eventi noumenici (chiamiamoli "oggetti di sensazioni") in esso accadono eventi biunivocamente corrispondenti, nell' ambito della rispettiva esperienza fenomenica cosciente di tale soggetto, all' accadere di determinate sensazioni fenomeniche coscienti (interne, "mentali") materiali o di tipo "res extensa";
d)  che quando un soggetto (noumenico) si viene a trovare in determinati rapporti con se stesso in esso accadono eventi biunivocamente corrispondenti, nell' ambito della rispettiva esperienza fenomenica cosciente di tale soggetto-oggetto, all' accadere di determinate sensazioni fenomeniche coscienti (interne "mentali") propriamente menali o "di pensiero", o di tipo "res cogitans".
 
In conclusione copio-incollo quanto appena risposto a Davintro nell' altra discussione sul riduzionismo:
Credo che si possa uscire dal solipsismo ammettendo (indimostrabilmente né mostrabilmente) che il soggetto (in sé, noumenico e non fenomenico) di un' esperienza fenomenica cosciente percepisce, nell' ambito della stessa, come "cose materiali" (sensazioni "tipo res extensa") oggetti (in sé, noumenici e non fenomenici) da esso stesso diversi (per esempio il tuo cervello nella mia esperienza cosciente); e come "cose mentali" (pensieri, sentimenti, ricordi, immaginazioni, desideri, ecc.) l' oggetto (in sé, noumenico e non fenomenico) identificantesi con (costituito da) il soggetto stesso ("riflessivamente" se stesso; per esempio il tuo "stato di coscienza", i tuoi pensieri e in generale sensazioni, anche materiali, mentre il tuo cervello viene percepito "esteriormente" da me): lo stesso noumeno, gli stessi enti ed eventi in sé sono percepiti fenomenicamente in quanto oggetti da un soggetto da essi diverso come materia (ad esempio il tuo cervello da me, nell' ambito della mia esperienza cosciente); e da un soggetto ad essi uguale, che con essi si identifica, riflessivamente, come mente (ad esempio i tuoi pensieri da te, nell' ambito della tua esperienza cosciente).
Ma circa tutte queste considerazioni, in particolare su ciò che pretendono di dire del noumeno (che non è percepibile, immaginabile, ma solo "oscuramente congetturabile"), sottoscrivo convintissimamente la tua affermazione che "invero a tale tipo di realtà, pur sempre parzialmente, si può accedere non sperimentalmente, bensì solo per "coscienzalizzazione" interiore, in via apofatica (dall'"io" al "SE'"; [vi si può solo "vagamente alludere" o "congetturare" o "elucubrare"; così mi piace esprimermi per parte mia]); ma, se si tenta di farlo con le parole (come ho cercato di farlo io), si incorre necessariamente in "inappropriatezze" più o meno gravi!".

CONTINUA
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 03 Aprile 2017, 16:47:04 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 07:50:47 AMCONTINUAZIONE
Caro Sgiombo,

***
Premesso quanto sopra, per quanto concerne l'"io individuale", sono perfettamente d'accordo con quanto scrivi tu: il "mentale individuale" è altrettanto fenomenico del materiale, anch' esso è "qualcosa che appare", di cui si ha coscienza, ed anche per esso, esattamente come per il materiale, l' "esse est percipi".
Quanto al fatto che tu ti chiedi perché mai il noumeno debba essere un "ideale sé/soggetto universale a meno di non cadere nel "solipsismo", credo di aver già fornito la risposta sopra; ed infatti, il "solipsismo" vorrebbe ridurre il TUTTO all'esperienza del singolo individuo, mentre la cosa sarebbe autocontraddittoria, perchè, come tu dici, anche il singolo individuo è un epifenomeno di una realtà di cui, è, sì, parte, ma che lo trascende.
Ma poichè è indubbio che un SOGGETTO esiste, se non è individuale, deve necessariamente essere universale.
CitazioneMa come ho esposto più sopra per superare il solipsismo non é necessario postulare un soggetto universale e divino (la Sostanza spinoziana!); e l' ipotesi "pluralistica non divina" che propongo in alternativa mi sembra più consona a quanto ci dicono le neuroscienze circa la necessaria coesistenza di determinate attività fisiologiche in determinati cervelli e determinati eventi fenomenici in determinate esperienze coscienti.Inoltre mi sembra che spieghi bene le differenze fra sogni, allucinazioni, ecc. e sensazioni "autentiche" o "veritiere".In entrambi i casi nel soggetto in sé o noumenico accado i medesimi eventi (corrispondenti alle medesime –reciprocamente indistinguibili- sensazioni fenomeniche nella sua coscienza). In caso di sogni o allucinazioni ciò non è dovuto ("conseguente") a determinati rapporti del soggetto noumenico con (reali) oggetti noumenici (ma a rapporti o eventi intrinseci a se stesso); in caso di sensazioni "veritiere" ciò è dovuto ("conseguente") a determinati rapporti estrinseci del soggetto noumenico con (reali) oggetti noumenici da esso diversi in seguito ai quali accadono quegli stessi, identici eventi noumenici (nel soggetto) cui corrispondo quelle stesse indistinguibili sensazioni fenomeniche materiali (tipo "res extensa").E le sensazioni "veritiere", contrariamente a quelle illusorie, sono intersoggettive, cioè ne accadono di biunivocamente corrispondenti ai medesimi oggetti in sé o noumenici (e dunque tutte "poliunivocamente corrispondenti" fra loro) anche nell' ambito delle esperienze coscienti di qualsiasi altro soggetto che si metta "nelle appropriate relazioni con" tali oggetti.




***
Quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), da tale considerazione non deriva affatto che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; ed infatti, sia gli uni che gli altri, rientrano tutti nel SOGNO di un'unica MENTE , che si credono autonomi (e fenomenicamente lo sono), ma, in realtà, sono tutti epifenomeni dell'UNICO SOGNATORE.
Come i tre personaggi con cui discutevo stanotte in sogno: sembravamo 4, lì a discutere, ma in REALTA' ERA UNO SOLO AD INTERPRETARE TUTTE LE PARTI.

CitazioneBeh, questo però non l' hai dimostrato.Si può benissimo ipotizzare (dove starebbe mai la contraddizione o incongruenza logica? Ma non dimostrare) sia che esista un' esperienza fenomenica cosciente singolare e distinta dalle altre per ciascun uomo (che ce ne parla col linguaggio!) e per lo meno per ciascun esemplare di moltissime altre specie animali.E si può anche ipotizzare un' unico soggetto universale che sogna (sensazioni fenomeniche mentali e materiali); ma in questo secondo caso:a)si tratterebbe comunque di solipsismo (un' unico soggetto cosciente, anche se "divino");b) non si capirebbe come mai io viva una ben determinata esperienza fenomenica cosciente correlata a un determinato cervello (il mio), distinta dalla tua e da quelle di tutti gli altri e non invece si viva tutti una medesima "babele di esperienze coscienti" correlate a tutti i cervelli vivi e funzionanti.

***
Quanto alla ben netta differenza fra allucinazioni (sensazioni fenomeniche soggettive, oniriche, allucinatorie, ecc.) e sensazioni fenomeniche intersoggettive ("realistiche", "veritiere"), a dire il vero,
non ho ben capito cosa intendi dire; per me, in entrambi i casi, si tratta di "fenomeni" (sia pure di diversa natura), i quali rientrano tutti nel discorso generale che facevo sopra.
Ricordo che due anni fa, quando soffrivo di sovente di allucinazioni acustiche, sognai di subirne una mentre ero in barca con una mia amica, e le dicevo: "Ma non la senti questa musica?" e lei "NO, deve essere la tua solita allucinazione acustica" ed io "E' vero, devi aver ragione...eppure ti assicuro che la seto come fosse reale".
Eppure, non eravamo "reali" nè l'"io sognato", nè la mia amica, nè l'allucinazione, ma era tutto frutto del sogno del  SOLO mio "io sognante"; o meglio eravamo "reali" ad un diverso livello, così come penso che sia di tutti noi adesso. ;)
CitazioneA questo credo di aver già esaurientemente obiettato più sopra considerando l' intersoggettività delle sensazioni "veritiere" e la mera soggettività di quelle illusorie.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 03 Aprile 2017, 17:24:26 PM
Citazione di: sgiombo il 02 Aprile 2017, 18:55:52 PM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 13:01:12 PM


Esiste un livello della Realtà in cui l'energia si manifesta e prende forma come materia. Esiste, invece, un livello più profondo in cui l'energia è nella sua forma originaria (le particelle sub-atomiche). Ed esiste un livello ancora più profondo in cui l'energia è "Coscienza".
CitazioneE chi stabilirebbe e secondo quali criteri (che dovrebbero essere oggettivi, se scientifici) quale "livello" della materia sarebbe più "profondo" e quale più "superficiale", quale più "originario" e quale "derivato"?

Si tratta di termini stabiliti per mera convenzione linguistica (comoda ai fini comunicativi).

Massa ed energia (in continua reciproca trasformazione secondo proporzioni universali e costanti) sono (direttamente, per percezione empirica immediata, o indirettamente, tramite inferenze logiche da percezioni empiriche immediate) materia e in quanto tali sono "contenuti" di coscienza.
Il cervello (che é materia: massa ed enegia) non contiene "coscienza" come "forma ancor più profonda di energia -?-"; é invece contenuto nella coscienza di chi lo osserva (direttamente almeno come potenzialità in linea di principio; solitamente di fatto indirettamente, per il tramite dell' imaging neurologico funzionale).

Einstein affermava:
"Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica."

Non voglio convincerti di nulla. Anche perchè vedo che sei estremamente pieno di te e della tua supponenza.
Perciò ti lascio quella frase di Einstein, sulla quale, se ti interessa potrai ragionarci sù.

La Realtà è una.
Ma esistono vari "livelli" (o frequenze, come le chiamava Einstein) nei quali la Realtà si può vedere.
A livello macrocospico noi vediamo corpi distinti e separati.
Se scendiamo a livello microscopico osserviamo le particelle subatomiche che sono onde elettromagnetiche.
Se scendiamo ancora sotto, può essere che vediamo quella che Max Planck aveva intuito essere la "Mente cosmica" o "Coscienza cosmica" che è l'elemento che Tutto accomuna e dai cui Tutto deriva. Certo...qui non siamo più nel campo della scienza, ma nel campo delle intuizioni (o, se preferisci, nella intuizione della teoria del Campo Unificato).

Che vuoi che ti dica?
Quella di Planck è una intuizione, non è scienza.
Io ci lavoro sù.
Te fai quello che ti pare.  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 03 Aprile 2017, 17:49:20 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 16:19:59 PME adesso, non ti offendere, ma, ti prego, BASTA col farmi impiegare tempo ad indagare per tuo conto storie assurde di "fachiri levitanti" e "cieche vedenti", quando potresti verificare da solo che sono soltanto grossolane imposture da quattro soldi.
Solo questo perché ora non posso altro:
- la foto del fachiro l'avevo messa io, sapevo il trucco, grazie;
- riguardo i miracoli ho premesso il mio scetticismo (come prova) anche se fossero veri.
Quando non so qualcosa e non riesco a trovarla, credo di avere l'abitudine di chiedere se qualcuno lo può fare.
Non ti offendere tu.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 19:12:45 PM
Citazione di: lorenzo il 03 Aprile 2017, 17:49:20 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 16:19:59 PME adesso, non ti offendere, ma, ti prego, BASTA col farmi impiegare tempo ad indagare per tuo conto storie assurde di "fachiri levitanti" e "cieche vedenti", quando potresti verificare da solo che sono soltanto grossolane imposture da quattro soldi.
Solo questo perché ora non posso altro:
- la foto del fachiro l'avevo messa io, sapevo il trucco, grazie;
- riguardo i miracoli ho premesso il mio scetticismo (come prova) anche se fossero veri.
Quando non so qualcosa e non riesco a trovarla, credo di avere l'abitudine di chiedere se qualcuno lo può fare.
Non ti offendere tu.

Non solo non mi offendo, ma, anzi, ti chiedo scusa, perchè forse, nel mio ultimo intervento, sono stato un po'  troppo aggressivo :)
Se  non sai qualcosa e non riesci a trovarla, chiedi pure il mio aiuto; per quanto posso, cercherò anche io di fare in merito qualche ricerca ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 03 Aprile 2017, 20:22:12 PM
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 17:24:26 PM
Citazione di: sgiombo il 02 Aprile 2017, 18:55:52 PM
Citazione di: myfriend il 02 Aprile 2017, 13:01:12 PM


Esiste un livello della Realtà in cui l'energia si manifesta e prende forma come materia. Esiste, invece, un livello più profondo in cui l'energia è nella sua forma originaria (le particelle sub-atomiche). Ed esiste un livello ancora più profondo in cui l'energia è "Coscienza".
CitazioneE chi stabilirebbe e secondo quali criteri (che dovrebbero essere oggettivi, se scientifici) quale "livello" della materia sarebbe più "profondo" e quale più "superficiale", quale più "originario" e quale "derivato"?

Si tratta di termini stabiliti per mera convenzione linguistica (comoda ai fini comunicativi).

Massa ed energia (in continua reciproca trasformazione secondo proporzioni universali e costanti) sono (direttamente, per percezione empirica immediata, o indirettamente, tramite inferenze logiche da percezioni empiriche immediate) materia e in quanto tali sono "contenuti" di coscienza.
Il cervello (che é materia: massa ed enegia) non contiene "coscienza" come "forma ancor più profonda di energia -?-"; é invece contenuto nella coscienza di chi lo osserva (direttamente almeno come potenzialità in linea di principio; solitamente di fatto indirettamente, per il tramite dell' imaging neurologico funzionale).

Einstein affermava:
"Tutto è energia e questo è tutto quello che esiste. Sintonìzzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c'è altra via. Questa non è filosofia, questa è fisica."

Non voglio convincerti di nulla. Anche perchè vedo che sei estremamente pieno di te e della tua supponenza.
Perciò ti lascio quella frase di Einstein, sulla quale, se ti interessa potrai ragionarci sù.

La Realtà è una.
Ma esistono vari "livelli" (o frequenze, come le chiamava Einstein) nei quali la Realtà si può vedere.
A livello macrocospico noi vediamo corpi distinti e separati.
Se scendiamo a livello microscopico osserviamo le particelle subatomiche che sono onde elettromagnetiche.
Se scendiamo ancora sotto, può essere che vediamo quella che Max Planck aveva intuito essere la "Mente cosmica" o "Coscienza cosmica" che è l'elemento che Tutto accomuna e dai cui Tutto deriva. Certo...qui non siamo più nel campo della scienza, ma nel campo delle intuizioni (o, se preferisci, nella intuizione della teoria del Campo Unificato).

Che vuoi che ti dica?
Quella di Planck è una intuizione, non è scienza.
Io ci lavoro sù.
Te fai quello che ti pare.  ;)
CitazioneSupponente e presuntuoso sarai casomai tu!
A me non interessano "intuizioni" (anche se dubito molto che tu abbia compreso Max Plank; e anche Einstein) ma argomentazioni razionali; né tantomeno sono disposto a farmi convincere dall' autorità di chichessia: sono razionalista critico!


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 20:51:23 PM
Caro Sgiombo,
***
Tu dici che, per superare il solipsismo non é necessario postulare un soggetto universale e divino, perchè, a quanto ci dicono le neuroscienze,  deve esistere una necessaria coesistenza di determinate attività fisiologiche in determinati cervelli e determinati eventi fenomenici in determinate esperienze coscienti, autonomi e indipendenti gli uni dagli altri.
Va bene!
Ma il problema è che, a livello "sperimentale", io "esperisco" <<solo nella mente>> l'esistenza di tali neuroscienziati; e quanto essi dicono circa le attività fisiologiche in determinati "altri" cervelli viene anche esso "esperito" a livello esclusivamente mentale.
Se così è, il fatto che tali neuroscienziati, ed "altri" cervelli, siano la manifestazione "fenomenica" (da me percepita) di neuroscienziati, e di "altri" cervelli "noumenici" che esistono indipendentemente e autonomamente dalla "mia" MENTE, è tutto da dimostrare; il che si può fare  solo SUPPONENDO un "rapporto causale" tra "mondo noumenico esterno" e "fenomeni mentali interni" (cioè, l'albero noumeno produce nella mia mente l'immagine di un albero fenomeno).
Il che, come ho detto, mi sembra una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo noumenico esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi); per cui, non potendo accertare un "mondo noumenico esterno"  in via deduttiva, sono portato a concludere che tutti i "fenomeni" OGGETTO, siano creati dallo stesso SOGGETTO MENTALE che li produce.
Ma tale SOGGETTO MENTALE non può ridursi ad un mero soggetto individuale, per non scadere in un assurdo solipsismo, bensì deve appunto trattarsi di SOGGETTO MENTALE  universale.
Che puoi definire DIO, secondo l'approccio Berkeleyano, oppure SE' (o UNO, ESSERE ecc.), secondo l'approccio Vedanta...o come altro ti pare.
***
Per questo, dicevo che, quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), da tale considerazione non deriva affatto che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; ed infatti, sia gli uni che gli altri, rientrano tutti nel SOGNO di un'unica MENTE , che si credono autonomi (e fenomenicamente lo sono), ma, in realtà, sono tutti epifenomeni dell'UNICO SOGNATORE.
Come i tre personaggi con cui discutevo stanotte in sogno: sembravamo 4, lì a discutere, ma in REALTA' ERA UNO SOLO AD INTERPRETARE TUTTE LE PARTI.
Tu dici che questo io non l'ho dimostrato; può darsi, come tu non hai dimostrato il contrario.
L'unica cosa certa, è che io esperisco te e i tuoi ragionamenti (e tutti gli altri esseri viventi) esclusivamente al livello mentale, e non altrimenti.
Quanto al fatto che si possa  benissimo "ipotizzare" che esista un' esperienza fenomenica cosciente singolare e distinta dalle altre per ciascun uomo, e che questo non   comporterebbe alcuna contraddizione o incongruenza logica, hai perfettamente ragione; ed invero, tale supposizione non comporta alcuna contraddizione o incongruenza logica, bensì solo una CARENZA dimostrativa.
Voglio dire che io perecepisco indubbiamente l"immagine mentale" di un uomo, che mi sta parlando ed esponendo le sue tesi, e, posso constatare sperimentalmente che l'"immagine mentale" della sua bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) sue parole, come che l'"immagine mentale" della mia bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) mie parole; e, se alla fine lui si incazza e mi tira un pugno, non c'è dubbio alcuno che l'"immagine mentale" del suo pugno, sia la causa palese dell''"immagine mentale" di DOLORE che prova il mio naso.
Ma il NESSO CAUSALE, io lo constato solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici e mentali sopra descritti, MA MAI  TRA DI ESSI, ED ELEMENTI NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA.
Per questo dicevo che la supposizione di un MONDO MATERIALE ESTERNO ALLA MENTE, non comporta alcuna contraddizione o incongruenza logica, bensì solo una carenza dimostrativa, perchè non è verificabile il nesso causale tra piano noumenico (esterno) e piano fenomenico (interno).
***
Quanto al fatto che (come tu scrivi) si può anche ipotizzare un' unico soggetto universale che sogna (sensazioni fenomeniche mentali e materiali), ma che, in questo secondo caso:
a)si tratterebbe comunque di "solipsismo" (un' unico soggetto cosciente, anche se "divino");
b) non si capirebbe come mai io viva una ben determinata esperienza fenomenica cosciente correlata a un determinato cervello (il mio), distinta dalla tua e da quelle di tutti gli altri e non invece si viva tutti una medesima "babele di esperienze coscienti" correlate a tutti i cervelli vivi e funzionanti.
Considerazioni molto acute ed interessanti, indubbiamente.
Posso solo "cercare" di risponderti nel modo che segue:
a)
Non si tratterebbe affatto di "solipsismo" di un' unico soggetto cosciente, anche se "divino", perchè la "Weltanschauung" solipsistica presuppone una specifica individualità personale; il che sarebbe autocontraddittorio, perchè, se un singolo individuo viene identificato come parte del tutto,  non può essere contemporaneamente anche il tutto.
O sei fetta di torta, o sei torta!
Anche se, nel nostro caso, trattandosi di diversi livelli coscienziali,la distinzione non è fra tutto e "parti" del tutto (come nel caso della torta), bensì fra tutto e "quote ideali" del tutto (come nella "comunione pro indiviso" di un'eredità).
Per cui, la MENTE SOGGETTO (o come altro la vuoi chiamare), non può essere in nessun caso di natura "solipsistica", perchè è il TUTTO.
b) 
Quanto al fatto che non si capirebbe come mai io viva una ben determinata esperienza fenomenica cosciente correlata a un determinato cervello (il mio), distinta dalla tua e da quelle di tutti gli altri e non invece si viva tutti una medesima "babele di esperienze coscienti" correlate a tutti i cervelli vivi e funzionanti, invece, la cosa, secondo me, è perfettamente comprensibile, perchè si tratta di livelli coscienziali (ovvero STATI) diversi, che non generano confusione alcuna.
Per fare un esempio (anche se calza solo parzialmente), la notte scorsa io ho sognato di discutere con tre mie amici, di un argomento filosofico molto simile a questo; ed era un sogno molto realistico, perchè ognuno diceva la sua, CONTROBATTENDO argomentativamente le tesi altrui, in modo molto accanito e differenziato, senza alcuna  "babele di esperienze coscienti".
Poi mi sono svegliato, ed ho preso coscienza che i quattro io "sognati", erano il prodotto di un unico io "sognante" (che, per giunta, come spesso mi accade, non si identificava con nessuno dei quattro).
***
Quanto all'altro sogno, che feci due anni fa, quando soffrivo di sovente di allucinazioni acustiche, in sostanza, vale il discorso che ho appena fatto.
***
Per concludere, aggiungo soltanto che, quando ho avuto esperienze di tipo allucinatorio (per esempio, le allucinazioni acustiche), ero ben cosciente che si trattava di "esperienze fenomeniche soggettive", non corrispondenti alle "esperienze fenomeniche oggettive", sia pure entrambe in ambito fenomenico; diversamente, nel caso di meditazione "zen soto", a volte lambisco a livello esperenziale noumenico interno sia (pure molto remotamente) questa dicotomia tra il mio "io" individuale ed il mio "sè universale", che, però, è solo transeunte.
Ma, anche se a me pare che ci sia una profonda differenza, non posso escludere che anche in tal caso si tratti soltanto di una mera "esperienza fenomenica soggettiva".
Come stanno veramente le cose, lo sapremo solo dopo morti; o,altrimenti, può darsi pure che non lo sapremo mai!
Chi morrà vedrà!  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Aprile 2017, 23:21:42 PM
Ciao Garbino e scusa del ritardo,

non aver la minima sensazione riguardo l'esistenza di un luogo detto aldilà è di molti, mentre non è di nessuno non averne affatto sentito parlare, dagli antichi egizi in avanti è uno degli argomenti fondamentali che interessa l'umanità e un po', preso da varie fonti e tempi, ne vado e andrò riportando.

Trovo appropriato considerare l'inconscio come (anche) il proprio aldilà e quando a causa di qualche evenienza vi si accede e qualcuno (o molti) dei suoi contenuti si fanno strada nel nostro conscio difficilmente se ne può uscir senza pagar pegno. 

Per cui credo di capirti assai bene (per esperienza personale) quando affermi d'avervi trovato uno dei minotauri che abitano l'abisso. 
Il mito lo colloca nel labirinto d'un palazzo edificato da Dedalo ed è una coincidenza che tu qui ed io nel vecchio forum (L'anello di Re Salomone) l'abbiamo collocato in basso, nell'abisso. 

Nel mio racconto è esso che si protende verso l'alto (il conscio) mentre mi par di capire che nel tuo caso vi è un "ricadere" dov'è confinato.
Comunque accada, il ritrovarselo nella propria casa (nella mente) può risultare devastante. 
La mente sino ad un certo punto può fronteggiarlo ed anche provar ad ucciderlo con la volontà - la spada avvelenata di Teseo – l'eroe che però era sia mortale che divino; nei casi umani se altro non interviene ad allontanarlo (i più si scordino di poter emular Virgilio) si posson però far, come dici, dei passi importanti e, alla disperata, ricorrer al filo per riguadagnar l'uscita (dall'incubo). 

Quello che cambia è solo la ricollocazione dei contenuti  costituenti la variegata e frantumata  esperienza cosciente. 
Il conscio è una barchetta sull'oceano dell'inconscio (il Tonal sul Nagual) che a causa di una momentanea calma di vento consideri acquetata la sua forza. 
Non è nel mare la forza, ma nel vento e quello non è l'inconscio.

Nei miti egizi l'ingresso nell'aldilà coincide con l'inizio di un viaggio, come nel  Bardo Tödröl  Chenmo tibetano, lett. "Suprema Liberazione con l'Ascolto nello stato intermedio", ad indicare uno stato di passaggio, dall'aldilà verso altro, nel migliore dei casi il Nirvana e nel peggiore una rinascita.

Ti ringrazio d'avermi fatto visita, cogliendo l'occasione per ritornar in argomento e contemporaneamente confidando che paul11 abbia speso tutti i suoi euro nel sociale e ritorni qui con la sua lira, simbolo di moderazione ed equilibrio, per condividere un po' delle sue conoscenze e trarre il conforto della sua compagnia...
 


Un caro saluto


Jean 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: acquario69 il 04 Aprile 2017, 06:33:47 AM
Citazione di: Jean il 02 Aprile 2017, 23:15:39 PM
@ acquario

Riporto un post del precedente forum che riguarda mio nonno.

"Mio nonno materno, grande fumatore, subì l'amputazione di una gamba.
Lo stato generale, ammesso si fosse ripreso, non lasciava sperare una stabilizzazione delle sue condizioni, tanto che non gli furono né tolte né consigliato di abbandonare le sue amate/velenose (per lui) sigarette che l'avevano accompagnato, nel bene e nel male, per tutta la vita.

La grande ferita non cicatrizzava, tutt'altro... e a un punto non rimaneva che irrorare continuamente di alcool il grosso bendaggio, per tanti motivi.

Quando ritornai a trovarlo, in quelle condizioni, sapevo che non ne avrebbe avuto per molto e naturalmente mi sentivo triste, domandandomi come potesse affrontare rimanendo tranquillo quello che anche per lui era ormai evidente.
Così gli feci delle domande dirette, a che scopo fingere?
Mi ascoltava, fumando la sua sigaretta, e rimaneva come in distanza, quasi le mie domande, ben calibrate, non lo raggiungessero davvero.
Poi ebbi una specie d'intuizione e gli chiesi se avesse pensieri riguardo sua moglie (mia nonna) deceduta da molti anni.

Gli occhi (eh sì, davvero lo specchio dell'anima) ripresero vita e mi guardò davvero... mi disse che aveva dei buoni pensieri, al ché gli chiesi se avesse anche qualche sensazione, se provasse delle emozioni e continuai:

" ... la senti vicina, nei tuoi ricordi..? "

- ... sì, è così...

"...intendi che ne hai un'immagine chiara, reale? Forse la sogni?"

- ... no, non nel sogno... qui... (guardando la stanza)

Poi guardò da un'altra parte e gli occhi si spensero nuovamente, ma un attimo prima, nell'incrociare il mio sguardo vi colsi qualcosa che in parole si può tradurre così: "... ti ho detto più di quello che potevo... non insistere..."

Non ho insistito, ho recitato la parte di chi fa finta, incoraggiandolo... e quello che mi ha detto lo considero il più bel regalo che mi ha mai fatto...



A prescindere da questi episodi (che per me hanno valenza a tutti gli effetti)
credo andrebbe sottolineato il fatto che esiste un diverso approccio alla conoscenza e che sia progressivamente venuto a mancare e che questa non riguarda soltanto al "credo solo a cio che vedo" poiché ritengo sia solo un grave limite alle nostre capacita...a mio modesto avviso e secondo le mie modeste parole, la realtà non la puoi circoscrivere e se lo fai (non mi riferisco a te,parlo in senso generale) poi sei tu stesso a rimanerci intrappolato dentro..

mi ritorna in mente un bellissimo racconto di Buzzati che ti riporto qui sotto...

"Il Babau"

L'ingegnere Roberto Paudi, assistente alla direzione della COMPRAX e assessore all'urbanistica, andò sulle furie quando una sera sorprese la bambinaia Ester che, per placare un capriccio del piccolo Franco, gli diceva:

«Guarda che se non fai il bravo, questa notte arriverà il Babau».

Era intollerabile, secondo lui, che per educare i bambini si ricorresse ancora a stolte superstizioni che potevano creare nell'acerba psiche dei penosi complessi. Fece una predica alla ragazza che se ne andò piangendo e lui stesso mise in letto il figliolo il quale ben presto si quietò.
La notte medesima il Babau, lievitando a mezzaria come era suo costume, si presentò nella camera dove l'ingegnere Paudi dormiva da solo, procurandogli qualche minuto di orgasmo.
Il Babau, come è noto, assumeva, a seconda dei paesi e delle costumanze locali, forme diverse. In quella città, da immemorabile tempo aveva le sembianze di un gigantesco animale di colore nerastro, la cui sagoma stava tra l'ippopotamo e il tapiro. Orribile a prima vista. Ma a ben osservarlo con occhi spassionati, si notava, per la piega benigna della bocca e il luccichìo quasi affettuoso
delle pupille, relativamente minuscole, una espressione tutt'altro che malvagia.
"Si intende che, in circostanze di una certa gravità, sapeva incutere trepidazione, e anche paura. Ma di solito eseguiva le sue incombenze con discrezione. Avvicinatosi al lettuccio del bambino da redarguire, non lo svegliava nemmeno, limitandosi a penetrare nei suoi sogni dove lasciava, questo sì, una traccia imperitura. Si sa bene infatti che pure i sogni degli infanti
piccolissimi hanno una capienza illimitata e accolgono senza sforzo anche bestioni mastodontici come il Babau, i quali possono compiervi tutte le evoluzioni del caso in piena libertà.
Naturalmente, presentandosi all'ingegnere Paudi, l'antica creatura non aveva una faccia troppo
bonaria, adottando anzi la fisionomia, si intende ingigantita, del professore Gallurio, da due mesi nominato commissario straordinario della COMPRAX, società che stava navigando in difficili acque. E questo professore Gallurio, uomo severissimo se non addirittura intrattabile, era appunto la bestia nera del Paudi, la cui eminente posizione nella ditta poteva, in tale regime commissariale, correre notevoli rischi.
Il Paudi, risvegliatosi in un sudario di gelida traspirazione, fece in tempo a scorgere il visitatore che se la filava attraverso il muro (la finestra non sarebbe bastata a tanta mole) mostrandogli la monumentale cupola del suo posteriore.
Si guardò bene il Paudi, il mattino successivo, dallo scusarsi con la povera Ester. L'avere constatato di persona che il Babau esisteva davvero accresceva anzi, insieme al suo sdegno, la ferma determinazione di fare tutto il possibile per togliere di mezzo il tipo.
Nei giorni successivi, in tono scherzoso come è naturale, egli andò tastando il terreno con la moglie, gli amici e i collaboratori. E rimase stupito nell'apprendere che l'esistenza del Babau era generalmente data per scontata, quale classico evento della natura, come la pioggia, il terremoto e l'arcobaleno. Soltanto il dottor Gemonio, dell'ufficio legale, sembrò cadere dalle nuvole: si, da piccolo aveva sentito parlare vagamente della cosa, ma poi si era ben persuaso ch'era un'ebete favola senza costrutto.
Quasi intuisse la sua aspra avversione, il Babau da allora prese a frequentare con notevole assiduità l'ingegnere, sempre con la sgradevole maschera del professore Gallurio, facendogli le boccacce, tirandolo per i piedi, scuotendogli il letto, e una notte giunse al punto da accucciarglisi sul petto, che per poco non lo soffocava.
Non c'è quindi da meravigliarsi se il Paudi, alla successiva riunione del Consiglio comunale, ne parlasse a qualche collega: si poteva consentire, in una metropoli che si vantava di essere all'avanguardia, il perpetuarsi di un simile sconcio, degno del medioevo? Non era il caso di provvedere finalmente, con mezzi risolutivi?
Furono dapprima fuggevoli pour-parler di corridòio, scambi informali di vedute. In breve, il prestigio di cui godeva l'ingegnere Paudi gli diede via libera. Non passarono due mesi che il problema veniva portato in Consiglio comunale. Va da sé che, a scanso di ridicolo, l'ordine del giorno non faceva parola del Babau ma al comma 5 accennava soltanto a "Un deplorevole fattore di disturbo per la quiete notturna della città"
Contrariamente a quanto il Paudi si aspettava, non solo l'argomento fu preso da tutti in seria considerazione ma la sua tesi, che poteva apparire ovvia, incontrò vivaci opposizioni. Si levarono voci a difendere una pittoresca quanto inoffensiva tradizione che si perdeva nella notte dei tempi, a sottolineare la complessiva innocuità del mostro notturno, tra l'altro del tutto silenzioso, a rilevare i benefìci educativi di quella presenza. Ci fu chi parlò addirittura di un "attentato al patrimonio culturale della città" qualora si fosse ricorsi a misure repressive; e l'oratore si ebbe una salva di applausi; D'altro canto, nella questione di merito, prevalsero alla fine gli irresistibili argomenti di cui troppo spesso si fa forte il cosiddetto progresso per smantellare le ultime rocche del mistero. Si accusò il Babau di lasciare una malsana impronta negli animi infantili, di suscitare talora incubi contrari ai principi della corretta pedagogìa.
Furono messi sul tappeto anche motivi di igiene: si, è vero, il mastodonte notturno non insudiciava la città né spargeva escrementi di alcun genere, ma chi poteva garantire non fosse portatore di germi e virus? Né si sapeva nulla di positivo circa il suo credo politico: come escludere che le sue suggestioni, in apparenza così elementari se non rozze, nascondessero insidie sovversive?
Il dibattito, a cui i giornalisti non erano stati ammessi data la delicatezza del tema, terminò alle due dopo mezzanotte. La proposta Paudi venne approvata con una esile maggioranza di cinque voti. In quanto alla sua applicazione pratica, si nominò una apposita commissione di esperti, di cui il Paudi stesso fu presidente.
Infatti: proclamare l'ostracismo al Babau era una cosa, un'altra il riuscire a eliminarlo. Chiaro che non si poteva fare assegnamento sulla sua disciplina civica, tanto più che era dubbio se fosse in grado di capire la lingua. Né era pensabile di catturarlo e di assegnarlo allo zoo municipale: quale gabbia avrebbe trattenuto un animale, se era animale, capace di volare attraverso i muri?
Anche il veleno era da scartare: mai il Babau era stato visto nell'atto di mangiare o di bere.
Il lanciafiamme allora? Una piccola bomba al napalm? Il rischio per la cittadinanza era eccessivo.
La soluzione, insomma, se non impossibile, si presentava assai problematica. E già il Paudi si sentiva sfuggire di mano il desiderato successo, quando gli si profilò un dubbio: sì, la composizione chimica e la struttura fisica del Babau erano ignote ma, come è di molte creature registrate nell'anagrafe delle leggende, non poteva per caso essere molto più debole e vulnerabile di quanto si supponesse? Chi lo sa, forse bastava una semplice pallottola tirata nel punto giusto, e giustizia era fatta.
Le forze di pubblica sicurezza, dopo la delibera del Consiglio comunale controfirmata dal sindaco, non potevano che collaborare. Fu istituita, in seno alla Squadra mobile, una pattuglia speciale, dotata di automezzi veloci radiocollegati. La cosa fu semplice. Unica circostanza strana: una certa riluttanza, da parte di sottufficiali ed agenti, a partecipare alla battuta; era paura?
era il timore oscuro di violare una porta proibita? o semplicemente un nostalgico attaccamento a certi esagitati ricordi di infanzia?
L'incontro avvenne in una notte gelida di plenilunio.
La pattuglia, appostata in un angolo scuro di piazza Cinquecento, avvistò il vagabondo che navigava placido a circa trenta metri di altezza, simile a dirigibile giovanetto. Gli agenti, il mitra puntato, avanzarono. Intorno, non un'anima viva. Il breve crepitìo delle raffiche si ripercosse, d'eco in eco, molto lontano.
Fu una scena bizzarra. Lentamente il Babau si girò su se stesso senza un sussulto e, zampe all'aria, calò fino a posarsi sulla neve. Dove giacque supino, immobile per sempre.
La luce della luna si rifletteva sul ventre enorme e teso, lucido come guttaperca.
«Una cosa che preferirei non rivedere una seconda volta» disse poi l'appuntato Onofrio Cottafavi. Una chiazza di sangue si allargò, incredibilmente, di sotto alla vittima, nera alla luce lunare.
Furono chiamati subito per telefono quelli della Sardigna per lo sgombero del relitto. Non arrivarono in tempo.
In quei pochi minuti il gigantesco coso, come fanno i palloncini bucati, si rattrappì a vista d'occhio, si ridusse a una povera larva, divenne un vermettino nero sul bianco della neve, infine anche il vermettino sparì, dissolvendosi nel nulla. Rimase soltanto la turpe chiazza di sangue che prima dell'alba gli idranti dei netturbini cancellarono.
Si disse che in cielo, mentre la creatura moriva, risplendesse non una luna, ma due. Si raccontò che per tutta la città uccelli notturni e cani si lamentassero lungamente. Si sparse voce che molte donne, vecchie e bambine, ridestate da un oscuro richiamo, uscissero dalle case, inginocchiandosi e pregando intorno all'infelice.
Tutto ciò non è storicamente provato.
Di fatto, la luna proseguì senza scosse il suo viaggio prescritto dall'astronomia, le ore passarono regolarmente ad una ad una, e tutti i bambini del mondo continuarono a dormire placidi, senza immaginare che il buffo amico-nemico se n'era andato per sempre.
Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse.
Era fatto di quell'impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero.

...Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 04 Aprile 2017, 12:03:22 PM
Buongiorno a tutti. Ciao Eutidemo, provo a risponderti
CitazioneTu ti chiedi:
"Se noi andiamo ad analizzare la A che appare sullo schermo troviamo che in realtà si compone di una serie di pixel. Un'analisi più approfondita ci rivela che questi sono solo impulsi elettrici che i nostri occhi percepiscono come puntini luminosi. Cos'è oggettivo? La A, i pixel, gli impulsi elettrici?"
Sarebbe come chiedere:
"Se noi andiamo ad analizzare un libro, troviamo che in realtà si compone di una serie di parole. Un'analisi più approfondita ci rivela che queste parole sono, a loro volta, costituite da singoli caratteri ad inchiostro, e dalla carta su cui sono stampati. Cos'è oggettivo? Il libro, le parole, i caratteri, l'inchiostro o la carta?" 
No. Carta, inchiostro, caratteri li percepiamo senza bisogno di strumenti; i pixel e gli impulsi elettrici no. Da questo, alcuni fanno derivare che quanto appare ai nostri sensi non è la vera realtà.
CitazioneNon capisco proprio dove vuoi arrivare!
Me ne rendo conto.
Sto cercando di argomentare che
- l'attività cerebrale non è causa delle percezioni (sia pure percezioni interne come sentimenti e volizioni), così come le orme sulla sabbia non lo sono delle passeggiate in riva al mare.
Non troveremo mai l'origine del pensare esplorando il cervello, così come non troverremmo l'origine della musica smontando la radio.
- per dare un senso a quanto percepisco ho bisogno di un concetto: se mi manca quello di scrittura le parole sono solo macchie.
CitazioneQuanto alle allucinazioni collettiveio ho assistito al fatto che alcuni "credevano" di vedere qualcosa che io (ed altri) non vedevamo affatto, e che non veniva nemmeno registrato dalla videocamera TV, nè dalle rilevazioni atmosferiche ed astronomiche; per cui, io ed altre persone non suggestionabili, abbiamo semplicemente "constatola stessa realtà (oggettiva) rilevata dalle strumentazioni, gli altri, invece, hanno solo immaginato di vedere cose che in realtà non esistevano affatto (soggettivamente)!
Tu hai assistito al fatto che alcuni riferivano di percepire cose che altri, e neppure le apparecchiature, registravano. E allora? Esiste solo la realtà quantificabile, misurabile? Certi fenomeni non sono rilevabili con comuni strumenti, e neppure certe percezioni.
Qualcosa sul sole, o attraverso il sole (che non è solo un corpo fisico-materiale, inanimato, ma ha anch'esso un'aura), come è avvenuto a Fatima può essere avvenuto alle Tre Fontane. Detto per inciso, a me quell'apparizione sta pure antipatica (ma lo scrivo una sola volta, non come la tua battutaccia su Elena). "Sono colei che sono nella Trinità divina" mi sembra una scemenza, la comunicazione medianica di uno spirito burlone o pretenzioso, detto con (o meglio la mancanza di) tutto il rispetto.
Comunque, va detto che la chiaroveggenza non è una facoltà conquistata una volta per tutte ma, pur se acquisita attraverso un lungo cammino di conoscenza, una severa disciplina (che, a scanso di equivoci, io non ho), rimane pur sempre un dono del mondo spirituale, che a volte può renderla manifesta ed altre no.
Gli spettatori  del fenomeno erano tutti chiaroveggenti? Certamente no ma, nell'occasione, può essergli stato donato di percepire qualcosa (non so per quali particolari meriti).
Però, di filmati con il sole pulsante è pieno youtube, forse in quei  casi si sono lasciati allucinare anche i telefonini.
(A proposito di autosuggestione, Teresa Neumann così rispose al medico che ne attribuivale le stigmate all'autosuggestione: "Provi lei a pensare ogni giorno ad un cervo e vediamo se le spuntano le corna".)
CitazioneQuanto al fatto che la verità primaria è quella mentale, mentre quella materiale e solo una supposizione (se vogliamo parlare a livello "noumenico"), hai totalmente frainteso quello che intendevo dire.
Questa frase mi è oscura, forse mi confondi con qualcun altro.
CitazioneIo intendevo semplicemente dire che tu sperimenti direttamente SOLO delle "immagini mentali" (visive, tattili, olfattive, gustative, auditive), che tu SUPPONI, siano generate da un oggetto "noumenico" esterno; il quale, però, non puoi direttamente esperire.
Quale è l'oggetto esterno che non posso direttamente esperire?
Conosco l'argomentazione kantiana, ma so che se alla [font='Arial Black', sans-serif]percezione[/font] (che mi arriva dall'esterno) non porto incontro un [font='Arial Black', sans-serif]concetto[/font] (che mi sorge internamente) io non sperimento un bel nulla, cioè non ho la possibilità di interpretare ciò che percepisco. Anche per dire che quella cosa non è un gatto ma un "oggetto" devo averne il concetto.
La realtà, che è una, ci appare da due lati: percezione e concetto. Solo la loro unione ci consente la conoscenza.
CitazioneIo ho scritto che non escludo affatto che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; sia che alcuni li vedano e altri no (come l'aura, che non è la radiazione elettromagnetica rilevata dalla camera Kirlian).
Ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente.
Lo ribadisco fermamente!
Anche qui, hai completamente frainteso quello che ho scritto.
Ed infatti, io non ho affatto bisogno che tu mi dimostri  oggettivamente che stai vedendo la dimostrazione del teorema di Gödel e non una serie di geroglifici, perchè la cosa non è affatto straordinaria in se stessa, nè tu hai motivo per ingannarmi al riguardo (non ci guadagni niente), per cui mi fido della tua parola.
Ma se tu mi dicessi (come mi hai detto) che sei capace di svolazzare in aria, poichè si tratta di una cosa che va contro il buon senso e le leggi della fisica, non ti crederò MAI sulla parola, ma avrò senz'altro bisogno che tu mi dimostri  oggettivamente che stai veramente volando o che hai volato (cioè, credo alla tua buona fede, ma penso che potresti essere stato vittima di autosuggestione).
Possibile che tu non capisca la differenza? 
Mi sembri molto capzioso: non ho mai detto che sono capace di svolazzare (eh?) ma che da bambino si faceva un gioco ecc. ecc. E ho scritto pure che da adulti non funziona, o almeno non mi pare.
Che una nave di ferro potesse galleggiare andava contro il buon senso e le leggi della fisica, che il fango potesse generare la vita per vis vitalis era un dato di buon senso...
Se tu non conoscessi le dimostrazioni matematiche e la loro simbologia, ti apparirebbe contro il buon senso ciò che quei geroglifici sono in realtà.
CitazioneTu troveresti del tutto normale, se io ti dicessi che ieri sono stato a cena con Napoleone Bonaparte, e mi crederesti sulla parola?
Sono sicuro di NO, sii sincero!
E invece è possibilissimo, ma direi improbabile, che tu ti sia trovato a cena, con Napoleone reincarnato. Temo, però, a tua insaputa, e quindi non me lo diresti.
***
Riguardo ai miracoli
Citazione- non c'è mai stato, a LOURDES, nessun caso di guarigione veramente "impossibile" (come ad uno a cui siano riscresciuti gli occhi o che sia resuscitato), ma solo relative a patologie "interne". 
Parole tue, neretto mio, che mi hanno portato alla mente quel (presunto) miracolo di Padre Pio. Confermando per l'ennesima volta il mio scetticismo sulla valenza probante dei miracoli (e quindi non so se vale la pena continuarne a discutere), direi però che – se proprio vuoi indagare – dovresti quantomeno leggere le testimonianze e non limitarti a copiare dal sito del cicap, peraltro senza citarlo.
Nell'intervista da me segnalata la signora dice:
 «No, [gli occhiali] li porto scuri e spessi perché la luce mi dà fastidio. Non avendo pupille che filtrano la luce ho questi fastidi». 
 E come si presenta oggi il suo occhio? Tutto scuro?
«No è come il vostro. Manca solo il foro centrale, la pupilla».
Ciao e ... alla prossima.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Garbino il 04 Aprile 2017, 12:42:02 PM
Al di là dell' aldilà.

Mio caro Jean,
di scuse non ce n' era bisogno, anche perché i post si susseguono a raffica e non c' era nulla di strano che potesse essere passato inosservato. Anzi ti ringrazio di avermi avvisato perché altrimenti e sempre per lo stesso motivo poteva passare inosservato anche a me.

Sarà quest' aria strana che fluttua da Marzo e che ha preso un po' tutti alla sprovvista, erano anni che non accadeva, ma mi sembra che vi sia anche una certa inquietudine che percorre un po' tutti i post e che comunque considero positiva. Infatti porta un po' ad esasgerare sulle proprie conoscenze e non sono rari i passi falsi, naturalmente anche da parte mia.

Ad esempio mi è molto piaciuta l' impostazione di MYFRIEND e ho molto volentieri visionato il video che ha consigliato e che ho trovato di una chiarezza eccezionale dato l' argomento. Chiarezza che però mi ha ancor più convinto della labilità della quantistica. MYFRIEND afferma di no, ma, a mio avviso, cosa se non una fede profonda sulla matematica come unica interpretazione della realtà può far credere che le cose stiano realmente così? Non so chi l' abbia visionato ma in pratica una funzione matematica è tutto quel che sappiamo sulla quantistica. Non ne conosciamo cioè né la forma né la sostanza, visto che non può ritenersi né un onda né un corpuscolo. E non sto inventando, è proprio ciò che nel video viene evidenziato senza possibilità di interpretazioni diverse.

Sono perfettamente d' accordo che la Storia ci parla dell' aldilà in mille ( forse ho esagerato ) modi diversi, e altrettanto ci viene narrato e dimostrato matematicamente sulla Scienza. Ma io le ritengo entrambe non vere, e di entrambe non solo non ho la benché minima sensazione, ma neanche la minima possibilità della loro veridicità a livello razionale. Come ho già detto altrove non ho fede. Non la avverto né ne provo necessità. Ecco perché mi è possibile come status quello di provare un sorriso ironico, non per beffa dell' altrui stato ma proprio perché non capisco la sua matrice negli altri se non immaginandola. Il che è tutto dire.

IL MINOTAURO

Come avrai immaginato è da molto tempo che uso addentrarmi nel mio abisso. E' ovvio che gli scotti da pagare sono pesanti, specialmente all' inizio. Col tempo, però si riesce a trarre notevoli vantaggi, almeno questo è il mio caso, perché sono riuscito a psicoanalizzarmi, grazie a Freud e a Dick, e sono riuscito a ripercorrere la mia vita fin all' asilo, e a liberarmi di diversi minotauri che avevo sepolto inconsciamente. 
Col passare del tempo sono anche riuscito a nascondervi altri Minotauri che rischiavano di impedirmi di essere quello che avevo intenzione di essere. Quelli cioè che mi si frapponevano tra me e le mie scelte. E che soprattutto erano malvisti dal mio istinto. Il mio istinto Garbino, Vento di Tempesta.
Infuria come un pazzo se provo a contrariarlo e da molto tempo lo ritengo molto più attendibile di molte scelte razionali. Quello è sicuramente il vento a cui penso che tu ti riferisca nella risposta, e in fondo la penso come te. Quella è l' energia vitale primaria. Quella che attraversa tutto il corpo, che scaturisce da ogni singola cellula, e che cerca anche di fluire nella psiche nonostante tutte le difficoltà che incontra sul suo cammino e che rendono la nostra vita psichica di quella complessità di cui Freud ha cercato di svelarne alcuni aspetti.

E quel Minotauro a cui mi riferivo nel post precedente è uno di quest' ultimi. Uno di quelli che ho rimosso volontariamente. Ed è l' unico che ogni tanto torna a tormentarmi. E trovo altrettanto ovvio che debba essere io a scendere e ad affrontarlo lì dov' è. Se lo lasciassi risalire si potrebbe determinare una situazione molto più delicata ed esplosiva.

Un saluto cordiale da Garbino, Vento di Tempesta.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 04 Aprile 2017, 12:55:05 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 20:51:23 PM
CitazioneCaro Eutidemo, la discussione si fa interessante e complessa.
Ho a disposizione un tempo limitato e comincerò a replicare "pezzo per pezzo", senza fretta ma con la necessaria calma e ponderazione (probabilmente mi ci vorrà qualche giorno), al tuo ultimo interessante intervento; ti pregherei, onde non "incasinare le cose", di aspettare a replicare (magari cominciando a scriverti fin da adesso le tue obiezioni da copiare-incollare in altri successivi interventi nel forum) alla fine delle "puntate" (probabilmente tre o quattro) in cui esporrò le mie obiezioni.

Caro Sgiombo,
***
Tu dici che, per superare il solipsismo non é necessario postulare un soggetto universale e divino, perchè, a quanto ci dicono le neuroscienze,  deve esistere una necessaria coesistenza di determinate attività fisiologiche in determinati cervelli e determinati eventi fenomenici in determinate esperienze coscienti, autonomi e indipendenti gli uni dagli altri.
Va bene!
Ma il problema è che, a livello "sperimentale", io "esperisco" <<solo nella mente>> l'esistenza di tali neuroscienziati; e quanto essi dicono circa le attività fisiologiche in determinati "altri" cervelli viene anche esso "esperito" a livello esclusivamente mentale.
Se così è, il fatto che tali neuroscienziati, ed "altri" cervelli, siano la manifestazione "fenomenica" (da me percepita) di neuroscienziati, e di "altri" cervelli "noumenici" che esistono indipendentemente e autonomamente dalla "mia" MENTE, è tutto da dimostrare; il che si può fare  solo SUPPONENDO un "rapporto causale" tra "mondo noumenico esterno" e "fenomeni mentali interni" (cioè, l'albero noumeno produce nella mia mente l'immagine di un albero fenomeno).
Il che, come ho detto, mi sembra una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo noumenico esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi); per cui, non potendo accertare un "mondo noumenico esterno"  in via deduttiva, sono portato a concludere che tutti i "fenomeni" OGGETTO, siano creati dallo stesso SOGGETTO MENTALE che li produce.
Ma tale SOGGETTO MENTALE non può ridursi ad un mero soggetto individuale, per non scadere in un assurdo solipsismo, bensì deve appunto trattarsi di SOGGETTO MENTALE  universale.
Che puoi definire DIO, secondo l'approccio Berkeleyano, oppure SE' (o UNO, ESSERE ecc.), secondo l'approccio Vedanta...o come altro ti pare.

CitazioneInnanzitutto ripeto che trovo il tuo uso del termine "mentale" (nel quale nel mio precedente intervento un po' "faticosamente" mi ero preso la briga di tradurre il mio lessico) non sufficientemente adeguato per esprimere i concetti di cui parliamo (naturalmente se, come peraltro credo, con essi intendiamo le stesse "cose": enti ed eventi, reali o immaginari a seconda dei casi); ora ti chiederei di fare tu la "fatica" di tradurre il lessico che impiego io nel tuo (un po' per uno non fa male a nessuno, si diceva quando eravamo bambini).
Infatti tutto ciò che percepiamo, di cui abbiamo coscienza è "fenomeno", ovvero apparenza (cosciente per l' appunto) la cui realtà si esaurisce nel fatto di essere percepito (allorché lo è): "esse est percipi"; e questo vale tanto per le percezioni materiali dei vari oggetti fisici in cui ci imbattiamo quotidianamente (che vediamo, udiamo, tocchiamo, gustiamo, ecc.), quanto per le percezioni mentali o di pensiero (ragionamenti, sentimenti, ecc.) che parimenti ci appaiono alla coscienza (di cui parimenti siamo coscienti, che parimenti sentiamo o percepiamo, anche se in questi casi "interiormente").
Mi sembra più chiaro e tale da dare meno adito ad equivoci denominare "fenomeni" ovvero "realtà o esperienza fenomenica" e "fenomenico" ciò cui tu ti riferisci rispettivamente con i termini "mente" e "mentale".


Quindi a livello sperimentale si percepiscono come (insiemi e successioni di) fenomeni di tipo materiale (res extensa), non propriamente come fenomeni mentali o di pensiero (res cogitans), neuroscienziati, cervelli ed eventi neurofisiologici che in essi accadono. Essi vengono esperiti a livello esclusivamente fenomenico, come meri insiemi e successioni di sensazioni (materiali, non mentali).
E queste sensazioni fenomeniche (ma invero tutte, anche le mentali indistintamente) se e quando accadono sono gli unici enti e/o eventi reali, l' unica "realtà complessiva" di cui può aversi certezza: tutto il resto di cui parliamo non è né dimostrabile logicamente né tantomeno constatabile empiricamente essere reale.(questo "solipsismo fenomenico" non è razionalmente superabile con certezza, ma solo irrazionalmente, con "atti di fede"; di tutto il resto in cui si può credere si può avere solo una certezza irrazionale, ovvero non dimostrata né constatata).
E' con un atto di fede che si crede che esistano realmente le esperienze coscienti singolari, individuali di cui altri uomini ci parlano (ciascun altro uomo della sua propria; ma in linea teorica o di principio i loro discorsi potrebbero anche essere mere fortuite apparenze false di discorsi, un po' come quegli scogli in Sardegna a forma di elefanti, che sono mere fortuite apparenze false di sculture intenzionalmente prodotte da agenti coscienti), nonché i loro noumenici soggetti.
Ma è sempre allo stesso identico modo con un atto di fede che si può in alternativa credere che esista realmente un soggetto universale dell' esperienza fenomenica cosciente che si vive.


Anche i termini "causa", "causale" e "causalismo" preferisco (perché mi sembra più preciso e tale da dare meno adito a dubbi e incomprensioni del contrario) limitarlo alla causalità materiale del mondo (fenomenico!) fisico ("res extensa") nel quale, per la sua misurabilità, si possono rilevare con limitata ma "buona" precisione modalità o "leggi" universali e costanti del divenire (o meglio, come ci ha insegnato sempre David Hume, nemmeno questo divenire ordinato può essere dimostrato logicamente né constatato -o verificato- empiricamente -casomai falsificato in determinati casi concreti: Popper- ma solo creduto irrazionalmente, per fede).
Certamente allo stesso modo (indimostrabile) una successione ordinata e caratterizzata da una discreta costanza nelle sue modalità generali astratte può essere rilevata anche nel mondo (fenomenico!) mentale (quando sono triste o frustrato tendo a consolarmi mangiando più di quel che dovrei,, altri bevendo alcoolici o assumendo droghe; ma ciò è decisamente più incerto e "vago", più insicuro; e infatti una conoscenza scientifica in senso stretto può darsi -o meglio credere indimostrabilmente che si dia: Hume- solo del mondo fenomenico materiale e non del mondo fenomenico mentale).
E se si ammette (come personalmente evito di fare, ma credo che anche tu sia d' accordo) che esista un' interazione (reciproca) fra mondo fenomenico mentale e materiale, allora si può parlare, ma sempre in un senso almeno in parte diverso da quello della causalità fisica – materiale (inquadrabile in precise e calcolabili modalità di divenire generali astratte universali e costanti) di causazione di eventi mentali da parte di eventi fisici e viceversa (si tratterebbe di un "dualismo interazionista" di tipo "cartesiano", incompatibile con la necessaria chiusura causale del mondo fisico; è per questo che credo che nemmeno tu vi dia credito).
E se si ammette un' interazione anche fra noumeno e fenomeni allora si può parlare, ma sempre in un senso almeno in parte diverso da quello della causalità fisica – materiale di causazione di eventi fenomenici da parte di eventi in sé o noumenici.
Personalmente preferisco considerare un divenire "parallelo, senza interazioni", ma semplicemente correlato in modo biunivocamente corrispondente fra noumeno e fenomeni (e dunque, transitivamente, "poliunivocamente corrispondente" fra ciascuna singola esperienza fenomenica cosciente): ad ogni certa determinata situazione del noumeno corrispondono necessariamente (ma non per interazione reciproca: entrambi divengono in modo reciprocamente trascendente onde salvaguardare la necessaria chiusura causale del mondo fisico) certe determinate situazioni dei fenomeni e nessun altra situazione (in ciascuna esperienza fenomenica cosciente individuale singolare, distinta da ciascun altra).


Fatta questa premessa terminologica forse un po' ridondante, che però mi sembra utile a intenderci, la tua affermazione

"il che [la causazione del fenomenico -o "mentale", secondo la tua dizione- da parte del noumeno], come ho detto, mi sembra una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo noumenico esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi) [e fin qui, a parte qualche pignoleria terminologica da parte mia, sono sostanzialmente d' accordo, N. d. R.]; per cui, non potendo accertare un "mondo noumenico esterno" in via deduttiva, sono portato a concludere che tutti i "fenomeni" OGGETTO, siano creati dallo stesso SOGGETTO MENTALE che li produce"

mi sembra che in realtà non vada oltre il "solipsismo fenomenologico".
Innanzitutto mi sembra che siamo d' accordo che i fenomeni sono quel che sono (insiemi e successioni di sensazioni, reali unicamente se e quando accadono come tali) e la realtà potrebbe limitarsi ad essi (potrebbe non esserci alcun noumeno): quando non vedo l' albero qui nel giardino in linea di principio potrebbe non esserci realmente alcunché di in sé o noumenico ad esso corrispondente: alcun oggetto di tali sensazioni (materiali – esterne) reale anche allorché esse non accadono, ovvero anche allorché l' oggetto stesso non è percepito (lo credo per fede); e parimenti quando non sento i miei pensieri, sentimenti, ecc. (la mia mente; per esempio quando dormo senza sognare) in linea di principio potrebbe realmente non esserci alcunché di in sé o noumenico ad essi (alla mia mente, a me) corrispondente: alcun oggetto-soggetto (riflessivamente) di tali sensazioni (mentali – interne) reale anche allorché esse non accadono, ovvero anche allorché l' oggetto-soggetto stesso non è percepito-percepisce (lo credo per fede).

Un soggetto (mentale -?-) dei fenomeni, così come loro oggetti, se reali oltre, "in aggiunta" ad essi (cosa indimostrabile né tantomeno mostrabile), sono reali anche allorché le sensazioni fenomeniche non accadono (se c' è realmente qualcosa di noumenico anche quando non vedo l' albero nel giardino o non sento i miei pensieri, tale che in determinate circostanze accade la mia visione dell' albero e il mio avvertire i pensieri, allora tali "cose noumeniche" ci sono realmente anche allorché non si danno tali determinate circostanze -noumeniche- e dunque nemmeno tali sensazioni fenomeniche; se invece tale "qualcosa" non c' è anche allorché non ho sensazioni fenomeniche, allora non vedo "che cosa ci stia a fare": è un' inutile illazione gratuita che da razionalista elimino applicando il rasoio di Ockam).

Ma se i fenomeni "oggetto" fossero creati tutti dallo stesso soggetto (universale) "mentale" (e cioè, secondo la tua terminologia, fenomenico anch' esso), allora si tratterebbe di pura e semplice causazione fenomenica (fenomeni che causano altri fenomeni), non rinviante ad alcuna (ulteriore) realtà in sé o noumenica; e allora non si uscirebbe dal "solipsismo fenomenico: la realtà sarebbe limitata al flusso delle sensazioni fenomeniche e basta.
E inoltre questo soggetto mentale universale, essendo fenomenico (poichè per "mentale" tu intendi sempre "fenomenico", non reale in sé ma unicamente nel suo "percipi") dovrebbe essere percepito come tale, ovvero in quanto universale, mentre io (come credo indimostrabilmente ciascun altro uomo, secondo quanto mi si dice, e inoltre molti altri animali per lo meno) ho percezione fenomenica di "me stesso" come singolo, particolare soggetto (-oggetto, riflessivamente) di sensazioni fenomeniche, diverso da quelli delle altre esperienze coscienti che credo realmente accadere, ciascuna in corrispondenza di ciascun cervello funzionante, reale in questa mia propria direttamente esperita).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 04 Aprile 2017, 14:29:38 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 20:51:23 PM
Caro Sgiombo,
***

Per questo, dicevo che, quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), da tale considerazione non deriva affatto che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; ed infatti, sia gli uni che gli altri, rientrano tutti nel SOGNO di un'unica MENTE , che si credono autonomi (e fenomenicamente lo sono), ma, in realtà, sono tutti epifenomeni dell'UNICO SOGNATORE.
Come i tre personaggi con cui discutevo stanotte in sogno: sembravamo 4, lì a discutere, ma in REALTA' ERA UNO SOLO AD INTERPRETARE TUTTE LE PARTI.
Tu dici che questo io non l'ho dimostrato; può darsi, come tu non hai dimostrato il contrario.
L'unica cosa certa, è che io esperisco te e i tuoi ragionamenti (e tutti gli altri esseri viventi) esclusivamente al livello mentale, e non altrimenti.
Quanto al fatto che si possa  benissimo "ipotizzare" che esista un' esperienza fenomenica cosciente singolare e distinta dalle altre per ciascun uomo, e che questo non   comporterebbe alcuna contraddizione o incongruenza logica, hai perfettamente ragione; ed invero, tale supposizione non comporta alcuna contraddizione o incongruenza logica, bensì solo una CARENZA dimostrativa.
CitazioneQuanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita, anche quelle degli altri uomini e per lo meno di gran parte degli altri animali: una per ciascuno di essi), da tale considerazione non deriva affatto necessariamente che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni, certo!
Infatti abbiamo "sempre" concordato (almeno così mi pare evidente) che ciò è indimostrabile né tantomeno mostrabile, e comunque per parte mia non l' ho mai negato, anzi l' ho sempre affermato a chiare lettere.

Ma esattamente allo stesso modo non ne deriva necessariamente nemmeno che sia gli uni che gli altri, rientrano tutti nel SOGNO di un'unica MENTE (e qui per "MENTE" mi sembra tu intenda invece qualcosa di in sé o noumenico, diverso dei fenomeni, che di solito denomini pure "sensazioni mentali"), che si credono autonomi (e fenomenicamente lo sono), ma, in realtà, sono tutti epifenomeni -perché, in che senso "epi-"?- dell' UNICO SOGNATORE.

Mi sembra che la mia ipotesi spieghi bene i risultati delle neuroscienze circa il fatto che inevitabilmente ogni determinato stato fenomenico cosciente coesiste con, corrisponde a un determinato stato funzionale di un determinato cervello e l' intersoggettività dei fenomeni materiali in quanto corrispondenti ai medesimi, unici per tutte le esperienze coscienti, enti ed eventi in sé o noumenici.
Secondo la tua ci sarebbe un determinato stato fenomenico cosciente coesistente con e corrispondente a ogni determinato stato funzionale di un determinato cervello potenzialmente o attualmente presente nelle varie esperienze fenomeniche, tutti "causati", nelle sue varie coscienze, dal medesimo soggetto in sé o noumenico universale; e le sensazioni materiali sarebbero intersoggettive semplicemente perché "causate" in maniera per così dire "armonicamente prestabilita a la Leibniz" dall' unico soggetto noumenico universale.
Effettivamente mi sembrano entrambe logicamente coerenti e compatibili con i dati fenomenici immediatamente esperiti (unica realtà certa).
Entrambe, del tutto parimenti, non presentano incongruenze logiche bensì solo evidenti, innegabili carenze dimostrative empiriche.

Ma c' è secondo me un' importante differenza.
Infatti la tua ipotesi si configura inevitabilmente a mio parere come un "solipsismo noumenico" o del soggetto, sia pure integrato da un "pluralismo fenomenico": un soggetto noumenico per l' appunto unico! Tante esperienze fenomeniche coscienti di cui "esse est percipi", ma un solo -"solipsisticamente", alla lettera- ente in sé o noumenico il cui "esse" non è limitato al "percipi", che le esperisce separatamente (peraltro in modo che trovo decisamente problematico, scarsamente comprensibile), senza inoltre (oltre all' unico, solipsistico soggetto) alcun oggetto in sé o noumenico il cui "esse" non sia limitato al "percipi").
Mi pare evidente che ciò significa che nell' ambito della realtà in sé o noumeno (cioè a parte dei meri fenomeni il cui "esse est -un mero- percipi" esisto solo "io" (divino) in quanto soggetto noumenico di molteplici esperienze coscienti (tutte "mie"; e non riesco a capire in che senso "questa immediatamente esperita" possa essere distinta dalle altre diverse, ma comunque proprie del medesimo soggetto, e dunque tutte mie).
Invece la mia ipotesi pluralistica supera il solipsismo noumenico, ammettendo più autonomi e distinti soggetti e soprattutto più oggetti anche (non sempre tutti necessariamente) da essi distinti reali in sé o come noumeno, oltre che, corrispondentemente, più esperienze fenomeniche coscienti (meri casi di "esse est percipi"): una per ciascuno di essi.



E infatti il tuo sogno che porti a metafora era solo tuo, non di ciascuno degli altri tre personaggi: se uno di essi fossi stato io (se tu avessi sognato me come uno dei tre personaggi) la mia esperienza fenomenica cosciente sarebbe stata diversa dalla tua, non sarebbe stata "di stare discutendo con te e altri due di filosofia" (infatti io stanotte ho invece sognato di cenare con numerosi vecchi compagni di scuola, fra l' altro senza discutere di filosofia): addio armonia prestabilita "a la Leibniz".




Voglio dire che io perecepisco indubbiamente l"immagine mentale" di un uomo, che mi sta parlando ed esponendo le sue tesi, e, posso constatare sperimentalmente che l'"immagine mentale" della sua bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) sue parole, come che l'"immagine mentale" della mia bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) mie parole; e, se alla fine lui si incazza e mi tira un pugno, non c'è dubbio alcuno che l'"immagine mentale" del suo pugno, sia la causa palese dell''"immagine mentale" di DOLORE che prova il mio naso.
Ma il NESSO CAUSALE, io lo constato solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici e mentali sopra descritti, MA MAI  TRA DI ESSI, ED ELEMENTI NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA.
Per questo dicevo che la supposizione di un MONDO MATERIALE ESTERNO ALLA MENTE, non comporta alcuna contraddizione o incongruenza logica, bensì solo una carenza dimostrativa, perchè non è verificabile il nesso causale tra piano noumenico (esterno) e piano fenomenico (interno).
***

CitazioneMa il NESSO CAUSALE che tu constati solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici (o mentali, secondo la tua dizione) qui sopra descritti, MA MAI TRA DI ESSI, ED ELEMENTI NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA, allo stesso identico modo non lo constati mai nemmeno tra di essi e il soggetto unico e universale di essi, che dunque ipotizzi del tutto parimenti senza dimostrarlo empiricamente (cosa che sarebbe peraltro impossibile per definizione).

E se invece il soggetto unico e universale delle diverse esperienze fenomeniche coscienti di cui parli non è un elemento noumenico esterno ai fenomeni stessi, allora necessariamente è esso stesso fenomenico, interno all' esperienza fenomenica cosciente immediatamente esperita (da te; l' unica di cui puoi avere certezza razionale), é anch' esso un insieme di mere sensazioni il cui "esse est percipi".
Ma in questo modo non si supera nemmeno un "solipsismo "meramente" fenomenico": reali sono solo le sensazioni, i dati di coscienza immediatamente esperiti, compreso il "soggetto universale", che non sarebbe un' entità in sé o noumenica, reale anche allorché non lo sono le sensazioni fenomeniche, ma soltanto una parte (un sottoinsieme) di queste; e dunque non si capisce nemmeno come, in che senso potrebbe essere il soggetto di eventuali altre, essendo solo un contenuto (una parte) di "questa" immediatamente esperita, l' unica certa (nella quale peraltro io non lo trovo).



Il mondo esterno ai fenomeni (al "mentale", per dirlo alla tua maniera) che io ipotizzo (e non ho mai preteso di dimostrare: non è dimostrabile altrettanto del soggetto unico e universale) non è "materiale (la materia è invece fenomenica: il suo "esse est percipi"), bensì in sé o noumenico.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 04 Aprile 2017, 18:42:36 PM
Citazione di: Eutidemo il 03 Aprile 2017, 20:51:23 PM
Caro Sgiombo,
***
Quanto al fatto che (come tu scrivi) si può anche ipotizzare un' unico soggetto universale che sogna (sensazioni fenomeniche mentali e materiali), ma che, in questo secondo caso:
a)si tratterebbe comunque di "solipsismo" (un' unico soggetto cosciente, anche se "divino");
b) non si capirebbe come mai io viva una ben determinata esperienza fenomenica cosciente correlata a un determinato cervello (il mio), distinta dalla tua e da quelle di tutti gli altri e non invece si viva tutti una medesima "babele di esperienze coscienti" correlate a tutti i cervelli vivi e funzionanti.
Considerazioni molto acute ed interessanti, indubbiamente.
Posso solo "cercare" di risponderti nel modo che segue:
a)
Non si tratterebbe affatto di "solipsismo" di un' unico soggetto cosciente, anche se "divino", perchè la "Weltanschauung" solipsistica presuppone una specifica individualità personale; il che sarebbe autocontraddittorio, perchè, se un singolo individuo viene identificato come parte del tutto,  non può essere contemporaneamente anche il tutto.
O sei fetta di torta, o sei torta!

CitazioneMa se quest' individuo è l' unico soggetto delle diverse esperienze coscienti c' è una e una sola persona (e nessun altro) che esperisce le varie coscienze e non è parte (una fetta) di una pluralità di individui, anche se quest' unico individuo (per me molto problematicamente) sperimenta diverse esperienze coscienti.

Anche se, nel nostro caso, trattandosi di diversi livelli coscienziali,la distinzione non è fra tutto e "parti" del tutto (come nel caso della torta), bensì fra tutto e "quote ideali" del tutto (come nella "comunione pro indiviso" di un'eredità).
Per cui, la MENTE SOGGETTO (o come altro la vuoi chiamare), non può essere in nessun caso di natura "solipsistica", perchè è il TUTTO.
CitazioneMa il solipsismo afferma per l' appunto proprio che esiste un unico soggetto pensante-senziente, e che questo, insieme alle sue sensazioni e pensieri, costituisce "il tutto", la realtà in toto (per quanto variegato, ricco e multiforme possa essere l' insieme delle sue sensazioni e pensieri).



b)
Quanto al fatto che non si capirebbe come mai io viva una ben determinata esperienza fenomenica cosciente correlata a un determinato cervello (il mio), distinta dalla tua e da quelle di tutti gli altri e non invece si viva tutti una medesima "babele di esperienze coscienti" correlate a tutti i cervelli vivi e funzionanti, invece, la cosa, secondo me, è perfettamente comprensibile, perchè si tratta di livelli coscienziali (ovvero STATI) diversi, che non generano confusione alcuna.
CitazioneScusa, ma io qui non trovo una spiegazione che renda comprensibile la cosa, ma solo la ripetizione, con enfasi (carattere maiusciolo), degli stessi concetti con altre parole ("livelli, ovvero STATI, diversi" anziché "diverse esperienze fenomeniche coscienti": dove starebbe la differenza fra il concetto da spiegare e gli argomenti che dovrebbero spiegare il concetto?).



Per fare un esempio (anche se calza solo parzialmente), la notte scorsa io ho sognato di discutere con tre mie amici, di un argomento filosofico molto simile a questo; ed era un sogno molto realistico, perchè ognuno diceva la sua, CONTROBATTENDO argomentativamente le tesi altrui, in modo molto accanito e differenziato, senza alcuna  "babele di esperienze coscienti".
Poi mi sono svegliato, ed ho preso coscienza che i quattro io "sognati", erano il prodotto di un unico io "sognante" (che, per giunta, come spesso mi accade, non si identificava con nessuno dei quattro).
CitazioneA parte la tua stessa ammissione che l' esempio calzerebbe solo parzialmente, se la realtà in toto stesse in questi termini, allora si tratterebbe proprio di solipsisimo: esisti solo tu che sogni e gli altri tre personaggi non sono che (contenuti dei) tuoi sogni.
Fino a prova contraria il sogno l' hai fatto solo tu (e chi altri? Non certo io! Ti garantisco che stanotte ho fatto altri, diversi sogni), è parte della tua sola esperienza fenomenica cosciente (non certo della mia, e credo proprio, salvo eventuali accadimenti paranomali, nemmeno di quella di alcun altro), anche se contraddittoriamente pretenderesti che l "io sognante" non si identificasse con nessuno dei quattro: l' unico "io sognatore" o "io sognante" di quel (solo tuo) sogno di stanotte eri tu!



***
Quanto all'altro sogno, che feci due anni fa, quando soffrivo di sovente di allucinazioni acustiche, in sostanza, vale il discorso che ho appena fatto.
***
Per concludere, aggiungo soltanto che, quando ho avuto esperienze di tipo allucinatorio (per esempio, le allucinazioni acustiche), ero ben cosciente che si trattava di "esperienze fenomeniche soggettive", non corrispondenti alle "esperienze fenomeniche oggettive", sia pure entrambe in ambito fenomenico; diversamente, nel caso di meditazione "zen soto", a volte lambisco a livello esperenziale noumenico interno sia (pure molto remotamente) questa dicotomia tra il mio "io" individuale ed il mio "sè universale", che, però, è solo transeunte.
Ma, anche se a me pare che ci sia una profonda differenza, non posso escludere che anche in tal caso si tratti soltanto di una mera "esperienza fenomenica soggettiva".
Come stanno veramente le cose, lo sapremo solo dopo morti; o,altrimenti, può darsi pure che non lo sapremo mai!
Chi morrà vedrà! ;)
CitazioneQui non ti capisco proprio.
Se erano allucinazioni, allora non potevi essere consapevole che si trattava di "esperienze fenomeniche soggettive" (ovvero di allucinazioni; mentre accadevano, mentre le esperivi), non corrispondenti alle "esperienze fenomeniche oggettive": l' allucinazione, come il sogno (in senso proprio, "a occhi chiusi"), è un' esperienza personale soggettiva, non verificata e anzi falsificata (o almeno falsificabile) da chiunque (altro dall' allucinato), estremamente realistica, cioè che sembra proprio "vera" come quelle intersoggettive, che, mentre la si ha, ci appare del tutto "vera", indistinguibile da quelle "autentiche" e intersoggettive; quando invece si è consapevoli che si tratta di "esperienze fenomeniche soggettive", non del tipo delle solite, generalmente più comuni "esperienze fenomeniche oggettive" si sta fantasticando o "sognando a occhi aperti" e non sognando o avendo allucinazioni (che invece si credono "vere" e intersoggettive); oppure si ripensa, si riconsiderano criticamente a posteriori i ricordi di allucinazioni (che non si stanno attualmente vivendo).

Inoltre "lambire a livello esperienziale noumenico interno, sia pure molto remotamente", è una locuzione che mi risulta incomprensibile: per definizione ciò che è noumenico non è fenomenico (ovvero non è esperienziale, bensì è in sé), e dunque non è percepibile, non appare, neanche "di striscio" (sensibilmente, fenomenicamente non può essere nemmeno "lambito").



Con questa terza "tranche" ho concluso (prima di quanto temessi) la repliche al tuo ultimo intervento.
In conclusione credo che il "fulcro" dei miei dissensi – incomprensioni sia il "soggetto" delle sensazioni fenomeniche (che chiami "mentali", ma includono sia pensieri che cose materiali, sia res cogitans che res extensa) e che ritieni esso stesso (oltre che unico e universale) fenomenico, id est: parte dell' insieme delle sensazioni coscienti il cui "esse est percipi"; e che non vedo in che modo sensato, comprensibile possa, oltre ad essere parte dell'esperienza fenomenica cosciente immediatamente esperita (l' unica realtà assolutamente certa e indubitabile; nella quale peraltro non riesco a scorgerlo fra le altre "cose" fenomeniche) esserne anche (contraddittoriamente!) il soggetto che continua ad esistere realmente anche allorché essa non accade (sonno senza sogni), il cui "esse" non sia limitato al "percipi" (= è in sé o noumenico).


Ringrazio te ed eventuali altri "eroici certosini" che mi avessero seguito fin qui per la paziente attenzione.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 08:06:16 AM
Caro Sgiombo,
va bene, cercherò di sforzarmi di comprendere meglio la tua terminolgia...ammesso che prima io abbia ben capito la mia.
***
MENTALE
Devo darti ragione ed ammettere che il mio uso del termine "mentale", non è sufficientemente adeguato ad esprimere i concetti di cui parliamo; anzi, a dire il vero, io stesso trovo inadeguati anche altri termini da me usati nel mio intervento.
Ma, come avevo premesso la volta precedente, ritengo quasi impossibile (almeno per le mie limitate capacità espressive), trovare termini veramente perspicui, per esprimere concetti utilizzabili in elucubrazioni così "border line"...per cui, per così dire, procedo un po' "a tentoni".
Comunque, io uso il termine "immagine mentale", più o meno nel senso in cui alcuni usano il termine "idea" (che io non utilizzo, per evitare il rischio di confusione con le "idee" platoniche), o altri  il termine "rappresentazione mentale" ( (che io non utilizzo, per evitare il rischio di implicare che ci sia un oggetto esterno rappresentato internamente); perciò, con  "immagine mentale", io intendo qualunque cosa si presenti alla mia mente, e, cioè, praticamente TUTTO quello che sperimento "direttamente".
Ed invero, al di fuori di ciò che si manifesta nella mia mente, e di cui ho coscienza "immediata", non c'è NIENTE che io possa esperire direttamente.
***
ESPERIRE E PERCEPIRE
Ora farò senz'altro la "fatica" di tradurre il lessico che impieghi tu nel tuo lessico (come giustamente mi chiedi); ed invero, un po' per uno non fa male a nessuno, si diceva quando eravamo bambini.
:)
In effetti, convengo con te che, tutto ciò che "esperiamo", di cui abbiamo coscienza è "fenomeno", ovvero apparenza, la cui realtà si esaurisce nel fatto di essere "esperito"; tu, usi il termine "percepito", che io, però, preferirei non usare, perchè, come nel caso dell'espressione "rappresentazione mentale", tale verbo semanticamente implica l'esistenza "esterna" dell'oggetto "percepito".
Ed infatti, su quasi tutti i dizionari, "percepire" significa "acquistare coscienza di una realtà ESTERNA per mezzo dei sensi" (GARZANTI); per cui, se tu usi tale termine, in realtà cadi in una sorta (magari involontaria) di "petizione di principio", perchè tale verbo implica ciò che deve ancora essere dimostrato, e, cioè,  l'esistenza  "di una realtà esterna".
***
FENOMENO
Quanto all'usare il termine  "fenomeni" ovvero "realtà o esperienza fenomenica" e "fenomenico", in verità, se rileggi quanto ho scritto, io uso molto di frequente tale termine; nel senso, cioè, di ciò che si esperisce "nella mente", perchè altrove io non esperisco un bel niente. 
"Fenomeno" è tutto ciò che si manifesta alla nostra coscienza:
- sia che già esista in essa, e da essa stessa generato;
- sia che si supponga che esso sia provocato da qualcosa di esterno e materiale, e "percepito" attraverso i sensi.
Come vedi, sono un EMPIRISTA estremo, che, proprio per questo, logicamente, approda all'IDEALISMO (in senso tecnico), poichè tutto ciò che sperimento è, comunque, un'IDEA!
***
 Poi tu scrivi:
"Quindi a livello sperimentale si percepiscono come (insiemi e successioni di) fenomeni di tipo materiale (res extensa), non propriamente come fenomeni mentali o di pensiero (res cogitans), neuroscienziati, cervelli ed eventi neurofisiologici che in essi accadono. Essi vengono esperiti a livello esclusivamente fenomenico, come meri insiemi e successioni di sensazioni (materiali, non mentali)."
Questo è il "bivio" in cui i nostri procedimenti logici "divergono" radicalmente (almeno a livello teorico, perchè nell'ottica di "mens individualis" la vedo come te) .
Ed infatti, per poter dire che, a livello sperimentale, si "percepiscono" come (insiemi e successioni di) fenomeni "di tipo materiale" (res extensa), non propriamente come fenomeni mentali o di pensiero, dovresti dimostrare, appunto,  che si tratta VERAMENTE di fenomeni di tipo materiale; ed invece, tu dai per scontato che ci siano oggetti/noumenici/materiali esterni, che sono la causa dei fenomeni, i quali noi sperimentiamo, al SOLO livello mentale, mentre tu, a tali oggetti, ci arrivi solo per deduzione, non per sperimentazione diretta della coscienza.
Ed invero, anche a voler presupporre l'esistenza di un mondo materiale esterno alla mente, in realtà NON ESISTONO MAI, COMUNQUE "FENOMENI MATERIALI"; in quanto, ciò che "si manifesta" a me come fenomeno (fainetai moi φαινόμενον), anche se causato da un oggetto materiale esterno alla mente "si manifesta" a me come esclusivo "FENOMENO MENTALE".
Ad esempio, se io "vedo" un albero,  in realtà lo vedo solo mentalmente, però "suppongo" che ci sia un oggetto materiale esterno (inconoscibile) che è causa di tale immagine mentale; ma, per quanto ne so REALMENTE, invece,potrebbe anche non esserci alcun oggetto esterno (come accade nelle allucinazione e nei miraggi).
***
FEDE
Quanto agli "atti di fede", in effetti, credere nell'esistenza di un "mondo materiale esterno" non comporta alcuna contraddizione (anche "io" mi comporto come se ci fosse); però, come dicevo la volta scorsa, la cosa non è logicamente dimostrabile, se non con una prova (a mio avviso) carente.
Ed infatti, si potrebbe tentare di dimostrarlo solo SUPPONENDO un "rapporto causale" tra "mondo MATERIALE esterno" e "fenomeni MENTALI interni" (cioè, che l'albero materiale produce nella mia mente l'immagine di un albero fenomeno); il che, come ho più volte cercato di spiegare, mi sembra costituire una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo materiale esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi).
Per cui, non potendo dimostrare un "mondo materiale esterno", sono portato a concludere che tutti i "fenomeni" OGGETTO, siano creati dallo stesso SOGGETTO MENTALE che li produce; perchè la mia coscienza è SOLO LI' che si ferma a sperimentare i fenomeni, ma non può risalire logicamente "indietro" tramite il "ragionamento causale".
Anche se, istintivamente, è una cosa che faccio tutti i giorni.
***
SOLIPSISMO
Sempre quanto agli atti di fede, però, secondo me il"solipsismo fenomenico" è razionalmente superabile con il ragionamento che ti ho già proposto.
Ed infatti, se esiste un SOGGETTO MENTALE a cui è riconducibile tutta l'esperienza reale, non è pensabile che esso sia riconducibile ad un unico SPECIFICO individuo pensante, sia perchè la cosa sarebbe paradossale, sia, soprattutto, perchè sarebbe una congettura illogica (molto più dell'ipotesi di un mondo materiale esterno).
Ed infatti, se un singolo individuo viene identificato come parte del tutto,  non può essere contemporaneamente anche il tutto, per "la contraddizion che nol consente"; ed invero, i singoli individui vengono indentificati per "genere prossimo" e "differenza specifica", ma se lui è "IL TUTTO PENSANTE L'UNIVERSO, non può logicamente essere identificato come come una parte di se stesso.
Per cui, la MENTE SOGGETTO (o come altro la vuoi chiamare), non può essere in nessun caso di natura "solipsistica", perchè è il TUTTO; di cui i singoli individui, ben possono essere mere "emanazioni"...reali nella stessa misura in cui lo sono le onde rispetto al mare.
Per cui, il fatto che esista realmente un soggetto universale dell' esperienza fenomenica cosciente (che si vive anche individualmente), secondo me, non è accessibile solo per fede, ma può essere assunto anche come utile ipotesi di lavoro, che, secondo me, spiega le cose molto meglio di altre tesi.
Ma mi rendo conto che è molto difficile spiegarmi.
Forse (sebbene per visione), meglio di me lo dice San Paolo, quando dice che DIO è TUTTO IN TUTTI, e che solo morendo ai "singoli sè", si può prendere coscienza della nostra natura originaria di "sè universale"; in quanto siamo destinati ad essere con LUI, "un solo spirito" (Corinzi 6,13-20).
***
CAUSA
Quanto al fatto che tu, con riferimento ai termini "causa", "causale" e "causalismo", preferisci limitarlo "alla causalità MATERIALE del mondo (fenomenico!) fisico ("res extensa")", in realtà lo vorresti limitare proprio all'ambito in cui detti concetti sono secondo me INAPPLICABILI; perchè, come ho detto, il meccanismo causale tu lo sperimenti solo tra una "immagine mentale" e l'altra, ma MAI tra il "mondo materiale" e le "immagini mentali".
Mondo materiale che tu non conosci affatto, ma che ti limiti meramente a supporre che esista, ipotizzando che sia esso che sia causa dei fenomeni mentali.
Voglio dire che io esperisco indubbiamente l"immagine mentale" di un uomo, che mi sta parlando ed esponendo le sue tesi, e, posso constatare sperimentalmente che l'"immagine mentale" della sua bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) sue parole, come che l'"immagine mentale" della mia bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) mie parole; e, se alla fine lui si incazza e mi tira un pugno, non c'è dubbio alcuno che l'"immagine mentale" del suo pugno, sia la causa palese dell''"immagine mentale" di DOLORE che prova il mio naso.
Ma il NESSO CAUSALE, io lo constato solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici e mentali sopra descritti, MA MAI  TRA DI ESSI, ED ELEMENTI NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA.
Tu, invece, secondo me, incorri continuamente nella "petizione di principio"di dare per scontata l'esistenza di ciò che invece dovresti dimostrare; cioè, l'esistenza di un MONDO MATERIALE ESISTENTE AL DI FUORI DELLA MENTE.
Cosa che, nella vita di tutti i giorni, faccio ovviamente anche io; però, a livello di ragionamento, io non devo dimostrare niente, perchè mi limito a constatare ciò di cui non posso dubitare, e, cioè,  l'esistenza direttamente esperita di un MONDO DI IMMAGINI MENTALI che si causano a vicenda.
***
MATERIA
Quanto al mondo materiale, nel quale, per la sua "misurabilità", si possono rilevare con limitata ma buona precisione modalità o "leggi" universali e costanti del divenire, ovvero alle critiche di Hume o di Popper...siamo sempre da capo a dodici ed alla "petizione di principio"; ed infatti, anche il metro con cui vuoi fare le misurazioni, i due illustri pensatori e tutti gli scienziati e le apparecchiature di questo mondo, hanno una REALTA' MERAMENTE SUPPOSTA, MA MAI DIRETTAMENTE SPERIMENTATA.
Ovviamente, se vogliamo limitarci a ragionare a livello di senso comune (cioè, nel mio livelo individuale di coscienza), sono perfettamente d'accordo con te; ma, in questo dibattito, noi stiamo cercando di rovesciare il tappeto, per vederne non solo la trama, ma anche l'ordito; cioè LA NATURA ORIGINARIA DEL REALE!
***
INTERAZIONE
Quanto a me, non credo affatto che esista un' interazione: o è tutto mentale (come propendo a credere per i motivi che ti ho già esposto), ovvero è tutto materiale (il che è pure possibile); secondo me, "tertium non datur".
Ed infatti, io propendo per una visione MONISTA della realtà e non DUALISTA.
Quanto ad un' interazione fra noumeno e fenomeni, cioè "di causazione di eventi fenomenici da parte di eventi in sé o noumenici", credo di aver esposto a sufficienza la mia opinione!
***
DIVENIRE PARALLELO
Poi tu scrivi: 
"un divenire "parallelo, senza interazioni", ma semplicemente correlato in modo biunivocamente corrispondente fra noumeno e fenomeni (e dunque, transitivamente, "poliunivocamente corrispondente" fra ciascuna singola esperienza fenomenica cosciente: per cui, ad ogni certa determinata situazione del noumeno corrispondono necessariamente, ma non per interazione reciproca, e che entrambi divengono in modo reciprocamente trascendente onde salvaguardare la necessaria chiusura causale del mondo fisico, certe determinate situazioni dei fenomeni e nessun altra situazione (in ciascuna esperienza fenomenica cosciente individuale singolare, distinta da ciascun altra)."
Mi vergogno a dirlo, ma non ci ho capito niente, per quanto mi sia sforzato di comprendere quello che intendi; per cui non sono in grado nè di essere d'accordo nè in disaccordo con quanto scrivi.
A meno che tu non faccia riferimento al cosiddetto "entanglement"; ma non ne sono molto sicuro, perchè la tua descrizione non si attaglia molto al concetto di correlazione quantistica...anche se un po' ci assomiglia. 
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 08:06:55 AM
***
DIVENIRE PARALLELO
Poi tu scrivi: 
"un divenire "parallelo, senza interazioni", ma semplicemente correlato in modo biunivocamente corrispondente fra noumeno e fenomeni (e dunque, transitivamente, "poliunivocamente corrispondente" fra ciascuna singola esperienza fenomenica cosciente: per cui, ad ogni certa determinata situazione del noumeno corrispondono necessariamente, ma non per interazione reciproca, e che entrambi divengono in modo reciprocamente trascendente onde salvaguardare la necessaria chiusura causale del mondo fisico, certe determinate situazioni dei fenomeni e nessun altra situazione (in ciascuna esperienza fenomenica cosciente individuale singolare, distinta da ciascun altra)."
Mi vergogno a dirlo, ma non ci ho capito niente, per quanto mi sia sforzato di comprendere quello che intendi; per cui non sono in grado nè di essere d'accordo nè in disaccordo con quanto scrivi.
A meno che tu non faccia riferimento al cosiddetto "entanglement"; ma non ne sono molto sicuro, perchè la tua descrizione non si attaglia molto al concetto di correlazione quantistica...anche se un po' ci assomiglia. 
***
ESSE EST PERCIPI
Poi tu scrivi:
"Un soggetto mentale dei fenomeni, così come dei loro oggetti, se reali oltre, "in aggiunta" ad essi (cosa indimostrabile né tantomeno mostrabile), sono reali anche allorché le sensazioni fenomeniche non accadono (se c' è realmente qualcosa di noumenico anche quando non vedo l' albero nel giardino o non sento i miei pensieri, tale che in determinate circostanze accade la mia visione dell' albero e il mio avvertire i pensieri, allora tali "cose noumeniche" ci sono realmente anche allorché non si danno tali determinate circostanze -noumeniche- e dunque nemmeno tali sensazioni fenomeniche; se invece tale "qualcosa" non c' è anche allorché non ho sensazioni fenomeniche, allora non vedo "che cosa ci stia a fare": è un' inutile illazione gratuita che da razionalista elimino applicando il rasoio di Ockam)."
Al che, ti rispondo con la famosa poesiola di Ronald Arbuthnott Knox (che sicuramente conoscerai, avendo letto "Storia della filosofia occidentale" di Russel quando eri ragazzo, come feci io):
"Si stupiva un dì un allocco "Certo Dio trova assai sciocco che quel pino ancora esista se non c'è nessuno in vista". Risposta: "Molto sciocco, mio signore, è soltanto il tuo stupore. Tu non hai pensato che se quel pino sempre c'è è perchè lo guardo io: ti saluto, e sono Dio.""
***
SOLIPSISMO FENOMENICO
Poi scrivi:
"Se i fenomeni "oggetto" fossero creati tutti dallo stesso soggetto (universale) "mentale" (e cioè, secondo la tua terminologia, fenomenico anch' esso), allora si tratterebbe di pura e semplice causazione fenomenica (fenomeni che causano altri fenomeni), non rinviante ad alcuna (ulteriore) realtà in sé o noumenica; e allora non si uscirebbe dal "solipsismo fenomenico: la realtà sarebbe limitata al flusso delle sensazioni fenomeniche e basta."
Forse mi sono spiegato male!
Ed invero, io non penso affatto che il soggetto (universale) "mentale",  sia fenomenico anch' esso, bensì penso esattamente il contrario; ed infatti, tale SOGGETTO, proprio perchè è "IL" "soggetto", è l'unico vero NOUMENO, in quanto è lui che "genera" IN SE' STESSO (non causa) tutti i fenomeni, che sono di natura "pensativa" come Lui.
Cioè, per dirla aristotelicamente, è "pensiero di pensiero" (nóesis noéseos).
Con l'aggettivo "mentale", invero,  io intendo sia la natura del soggetto conoscente, sia ciò che "fenomenicamente" si presenta alla sua mente (che, invece, dal punto di vista soggettivo universale, è "noumenica"), senza alcun fenomeno "percettivo" di oggetti materiali esterni. 
Tale aggettivo, quindi, deve essere inteso nelle due diverse accezioni di cui sopra.
Così come, per esempio, l'aggettivo "umano" ha accezioni diverse a seconda del contesto in cui viene usato: per esempio, si dice che Tizio è un essere "umano" (quanto alla sua natura), e che, quindi, ha delle esperienze "umane" (in quanto uomo), anche se le cose "esperenziate" non sono umane affatto.
Per esempio, se io assisto ad un film, sto avendo una esperienza umana; ma il film non ha natura umana, bensì semplicemente elettronica.
Meglio di così, non riesco a spiegarmi, chiedo venia. 
***
Quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita), sono d'accordo che, da tale considerazione non deriva affatto necessariamente che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; secondo me, infatti, sia i soggetti individuali che le loro sensazioni, sono  esperienze frammentate di un SE'UNIVERSALE, cioè il vero ed unico soggeto di natura noumenica che li sottende tutti. 
Cioè, "Omnia in omnibus".
Ma, in fondo, si tratta della solita duplice possibilità di approccio ad una stessa realtà: approccio "riduzionistico" ed approccio "olistico"; che, secondo me, non debbono per forza essere in contraddizione, perchè ciò che cambia è soltanto l'ottica.
Ad esempio, se io e te fossimo sulla battigia, ed uno chi chiedesse: "Cosa vedete?", ed io rispondessi "Il mare!", e tu "Le onde!", nessuno di noi sarebbe in errore, perchè entrambi sono reali, sebbene le seconde non siano altro che "individuali" manifestazioni del primo.
***
EPIFENOMENI
Secondo me, invero, tutto e tutti rientrano nel "SOGNO" (per usare un termine poetico) di un'unica MENTE; e qui per "MENTE" io intendo appunto qualcosa di "in sé" o noumenico, ben diverso dai singoli "fenomeni" sognati.
Questi ultimi, per quanto concerne i singoli individui "pensanti", li ho definiti (molto) impropriamente "epifenomeni", mentre, invece, avrei dovuti denominarli "epinoumeni"; perchè i singoli individui pensanti, quanto al loro complesso corporeo e cerebrale, sono indubbiamente di natura "fenomenica", ma quanto all'aspetto soggettivo e coscienziale, sono...come dire..." IPOSTASI (dal greco "ὑπόστᾱσις) , composto da hypo, «sotto», e stasis, «stare») del SE' UNIVERSALE, che puoi definire anche UNO, ESSERE, DIO, o come più ti piace a seconda del tipo di approccio.
Introduco qui tale termine, tratto dalla filosofia neoplatonica e in Plotino, perchè assomiglia molto alla concezione che io ho dei singoli "IO" individuali, rispetto al SE' UNIVERSALE; ed infatti, le IPOSTASI sono ognuna delle diverse dimensioni della realtà, appartenenti alla stessa sostanza divina, che le produce per una sorta di emanazione, altrimenti detta processione.
Ma io non intendo la cosa in modo così "gerarchizzato"!
Potrei definire le singoli individualità, "leibnizianamente" MONADI, cioè, una sorta di atomi psichici che, pur essendo chiusi in se stessi, sono però legati tra di loro in quanto tutti sono aspetti del SE' universale. 
Ma, forse, il termine più appropriato sarebbe "JIVA" è un termine sanscrito, che indica l'essere vivente individuale, rispetto all'ATMAN, cioè qualcosa di molto simile a quello che io chiamo SE'UNIVERSALE.
***
NEUROSCIENZE
Quanto alle "neuroscienze", di cui sono un accanito fautore quando mi dedico a disamine di carattere fenomenico, sono perfettamente d'accordo con te fino a che non "trasliamo" il livello del dibattito da "fisico" a "metafisico"; ecco, finalmente ho usato un termine che cerco sempre di evitare accuratamente, in quanto fonte di innumerevoli equivoci...ma qui mi viene proprio "a fagiolo"!
***
LEIBNIZ
Ed infatti, tu scrivi:
"Secondo la tua tesi ci sarebbe un determinato stato fenomenico cosciente coesistente con e corrispondente a ogni determinato stato funzionale di un determinato cervello potenzialmente o attualmente presente nelle varie esperienze fenomeniche, tutti "causati", nelle sue varie coscienze, dal medesimo soggetto in sé o noumenico universale; e le sensazioni materiali sarebbero intersoggettive semplicemente perché "causate" in maniera per così dire "armonicamente prestabilita a la Leibniz" dall' unico soggetto noumenico universale."
Io non mi sarei espresso proprio in questi termini, ma diciamo che, tutto sommato, la tua descrizione (o meglio, quella di Leibniz) si avvicina abbastanza alla mia (ipotetica) concezione della realtà.
***
SOLIPSISMO NOUMENICO
Poi approfondisci meglio, e scrivi:
"La tua ipotesi si configura inevitabilmente a mio parere come un "solipsismo noumenico" o del soggetto, sia pure integrato da un "pluralismo fenomenico": un soggetto noumenico per l' appunto unico! Tante esperienze fenomeniche coscienti di cui "esse est percipi", ma un solo -"solipsisticamente", alla lettera- ente in sé o noumenico il cui "esse" non è limitato al "percipi", che le esperisce separatamente (peraltro in modo che trovo decisamente problematico, scarsamente comprensibile), senza inoltre (oltre all' unico, solipsistico soggetto) alcun oggetto in sé o noumenico il cui "esse" non sia limitato al "percipi")."
A parte l'espressione "solipsismo noumenico", in effetti condivido abbastanza le tue critiche alla mia concezione; la quale, in effetti, presenta non pochi aspetti problematici (ad essere onesto, anche altri a cui tu non hai accennato)
Quanto alla tua "ipotesi pluralistica" è sicuramente più "istintivamente" recepibile della mia, in quanto ipotizza l'esistenza di più autonomi e distinti soggetti e soprattutto più oggetti anche (non sempre tutti necessariamente) da essi distinti reali in sé o come noumeno, oltre che, corrispondentemente, più esperienze fenomeniche coscienti (meri casi di "esse est percipi"): una per ciascuno di essi.
A dire il vero, è tanto più "istintivamente" recepibile della mia, che io stesso mi comporto ogni giorno (ed ogni giorno ragiono) molto più in base alla tua "concezione del mondo", che non alla mia; che preferisco, con cauto beneficio d'inventario, solo a livello astrattamente "logico".
Ma anche, nello stesso tempo, la ritengo accessibile anche a livello "empirico" e "mistico"; due concetti che sembrano agi antipodi, e che, invece, sono molto più prossimi di quanto comunemente si creda.
Per accedere "effettivamente" alla mia Weltanschauung, infatti, bisognerebbe prima "morire ai se stessi individuali"; o psicologicamente (spiritualmente), o fisicamente.
***
SOGNO
Quanto al mio sogno, ovviamente, aveva solo il valore di metafora; per "dimostrare" che, come può risultare inesistente l'illusoria autonomia fisica e coscienziale dei vari personaggi del sogno (che dibattono tra loro), in quanto sognati da un'altro individuo, così potrebbe essere anche di tutti gli attori presenti sulla scena del mondo, che, senza saperlo, magari sono solo attori che stanno recitando un copione scritto da un UNICO REGISTA (che "incorpora" tutti gli attori, anche se non se ne rendono conto).
***
CARENTE DIMOSTRABILITA' UN DI MONDO MATERIALE ESTERNO ALLA MENTE.
Per questo dicevo che la supposizione di un MONDO MATERIALE ESTERNO ALLA MENTE, non comporta alcuna contraddizione o incongruenza logica, bensì solo una carenza dimostrativa, perchè non è verificabile il nesso causale tra piano noumenico (esterno) e piano fenomenico (interno).
***
NESSO CAUSALE
Quanto al fatto che il NESSO CAUSALE io lo constato solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici mentali, , MA MAI TRA DI ESSI, ED ELEMENTI MATERIALI E NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA, questo non ha niente a che vedere con il SE' UNIVERSALE.
Ed infatti,  il SE' UNIVERSALE, è, sì, di natura "noumenica", ma è anche di NATURA NON MATERIALE, BENSI' MENTALE (o spirituale, se preferisci), così come sono mentali i "fenomeni" da esso generati, e non causati, all'interno della stessa MENTE...per cui non si verifica minimamente l'incongruenza di cui sopra.
***
NOUMENO
Il soggetto unico e universale delle diverse esperienze fenomeniche coscienti di cui parlo "è" non tanto un "elemento noumenico", quanto, piuttosto" il "NOUMENO" per antonomasia, che contiene (e da cui  emanano) i fenomeni stessi, tutti parimenti di natura MENTALE (o spirituale, se preferisci).
Niente viene "percepito", ma tutto "esperito" all'interno della MENTE/menti.
I problemi di cui sopra, ci sarebbero solo nel caso di una REALTA' DUALE, "mente/materia; ma se il mondo è solo mentale o solo materiale, tali problemi non si pongono.
***
CONCLUSIONE
Concludendo, perciò, mentre sono pressochè sicuro che la realtà ha natura UNITARIA, non lo sono altrettanto del fatto che sia o solo materiale o solo mentale (come, però, sono più propenso a credere per  le ragioni sopra esposte).
Comunque, per concludere in bellezza, e poichè casco da sonno, ti citerò il famoso "calembour" con cui i nonni di Bertrand Russel prendevano in giro il nipote...e con il quale sicuramente avrebbero preso in giro anche noi due:
WHAT'S MIND? NO MATTER!
WHAT'S MATTER? NEVER MIND!
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 05 Aprile 2017, 13:12:45 PM
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 08:06:16 AM
In effetti, convengo con te che, tutto ciò che "esperiamo", di cui abbiamo coscienza è "fenomeno", ovvero apparenza, la cui realtà si esaurisce nel fatto di essere "esperito"; tu, usi il termine "percepito", che io, però, preferirei non usare, perchè, come nel caso dell'espressione "rappresentazione mentale", tale verbo semanticamente implica l'esistenza "esterna" dell'oggetto "percepito".
Ed infatti, su quasi tutti i dizionari, "percepire" significa "acquistare coscienza di una realtà ESTERNA per mezzo dei sensi" (GARZANTI); per cui, se tu usi tale termine, in realtà cadi in una sorta (magari involontaria) di "petizione di principio", perchè tale verbo implica ciò che deve ancora essere dimostrato, e, cioè,  l'esistenza  "di una realtà esterna".
Citazione
Si, ho sempre usato "percezione" (questo probabilmente perché suggestionato da Berkeley) e "sensazione" (e derivati) esattamente nello stesso senso, come "sinonimi perfetti"; e concordo con il fatto che suggeriscono (entrambi) una realtà esterna di cui è lecito dubitare; e che comunque sarebbe diversa da esse (casomai ad esse corrispondente), in quanto reale anche allorché esse non sono reali.
Forse il termine più adatto è "fenomeno" (= apparenza, della quale l' "esse est percipi").




FENOMENO
Quanto all'usare il termine  "fenomeni" ovvero "realtà o esperienza fenomenica" e "fenomenico", in verità, se rileggi quanto ho scritto, io uso molto di frequente tale termine; nel senso, cioè, di ciò che si esperisce "nella mente", perchè altrove io non esperisco un bel niente.
"Fenomeno" è tutto ciò che si manifesta alla nostra coscienza:
Citazione
Quindi usi il termine "mente" come sinonimo di "coscienza", la quale comprende sia fenomeni di tipo "mentale" (pensieri, sentimenti, ecc.: res cogitans), sia fenomeni di tipo materiale (enti ed eventi fisici: res extensa).
Forse la terminologia cartesiana è quella più facilmente comprensibile e meno ambigua: res cogitans e res extensa sono entrambe fenomeni, il loro "esse es percipi"




- sia che già esista in essa, e da essa stessa generato;
- sia che si supponga che esso sia provocato da qualcosa di esterno e materiale, e "percepito" attraverso i sensi.
Come vedi, sono un EMPIRISTA estremo, che, proprio per questo, logicamente, approda all'IDEALISMO (in senso tecnico), poichè tutto ciò che sperimento è, comunque, un'IDEA!
Citazione
Non capisco come i fenomeni possano essere già presenti nella coscienza prima di accadervi (o esservi generati), ma questa mi sembra un' inezia.
 
Apprezzo molto il termine "provocato" anziché il più "tecnico" termine "causato", che limiterei agli eventi materiali (res extensa), misurabili e calcolabili, e non ai rapporti fra fenomeni e (se reale) noumeno).
Mi compiaccio del tuo empirismo, essendo anch' io un empirista (credo almeno altrettanto) estremo (piuttosto "humeiano", che "berkeleiano": mi sembra un modo più estremo, o meglio più conseguente di essere empirista).



Poi tu scrivi:
"Quindi a livello sperimentale si percepiscono come (insiemi e successioni di) fenomeni di tipo materiale (res extensa), non propriamente come fenomeni mentali o di pensiero (res cogitans), neuroscienziati, cervelli ed eventi neurofisiologici che in essi accadono. Essi vengono esperiti a livello esclusivamente fenomenico, come meri insiemi e successioni di sensazioni (materiali, non mentali)."
Questo è il "bivio" in cui i nostri procedimenti logici "divergono" radicalmente (almeno a livello teorico, perchè nell'ottica di "mens individualis" la vedo come te) .
Ed infatti, per poter dire che, a livello sperimentale, si "percepiscono" come (insiemi e successioni di) fenomeni "di tipo materiale" (res extensa), non propriamente come fenomeni mentali o di pensiero, dovresti dimostrare, appunto,  che si tratta VERAMENTE di fenomeni di tipo materiale; ed invece, tu dai per scontato che ci siano oggetti/noumenici/materiali esterni, che sono la causa dei fenomeni, i quali noi sperimentiamo, al SOLO livello mentale, mentre tu, a tali oggetti, ci arrivi solo per deduzione, non per sperimentazione diretta della coscienza.
Citazione
Qui mi fraintendi.
"fenomeni di tipo materiale (res extensa)" è ben altra cosa che "cose in sé o noumeno" (mi sembra che tu confonda costantemente questi due concetti).
I cervelli, ecc. sono innanzitutto "fenomeni" per i quali ' "esse est percipi"; e secondariamente, nell' ambito generale dei fenomeni, appartengono al sottoinsieme di quelli "materiali (res extensa)", accanto a e distintamente da quelli (pure del tutto parimenti fenomeni: "esse st percipi") mentali (res cogitans").
 
Per me "materia (res extensa)" non è affatto sinonimo di "noumeno", come mi sembra sia per te, ma è uno dei due tipi di "fenomeni" (l' altro essendo il "mentale" o res cogitans), dei quali l' "esse est percipi" (mentre invece del noumeno, se c'è, l' essere è indipendente dall' essere sentito o apparire alla -o meglio: nella- coscienza).
 
Ripeto che non do per scontato che ci siano oggetti/noumenici (non "materiali", che apparterrebbero a uno dei due tipi di fenomeni) esterni; i quali -se ci sono- non sono propriamente la causa dei fenomeni bensì ad essi sono biunivocamente corrispondenti "su un altro piano ontologico", cioè "trascendendoli", i quali noi non sperimentiamo ma invece pensiamo al SOLO a livello mentale: sperimentiamo il pensiero di essi, non essi stessi!
A tali oggetti ci si arriva solo per ipotesi , non per deduzione cogente, e men che meno  per sperimentazione diretta nella coscienza.



Ed invero, anche a voler presupporre l'esistenza di un mondo materiale esterno alla mente, in realtà NON ESISTONO MAI, COMUNQUE "FENOMENI MATERIALI"; in quanto, ciò che "si manifesta" a me come fenomeno (fainetai moi φαινόμενον), anche se causato da un oggetto materiale esterno alla mente "si manifesta" a me come esclusivo "FENOMENO MENTALE".
Ad esempio, se io "vedo" un albero,  in realtà lo vedo solo mentalmente, però "suppongo" che ci sia un oggetto materiale esterno (inconoscibile) che è causa di tale immagine mentale; ma, per quanto ne so REALMENTE, invece,potrebbe anche non esserci alcun oggetto esterno (come accade nelle allucinazione e nei miraggi).
Citazione
Secondo me dovresti distinguere "fenomenico" da "mentale".
"fenomenico" (il cui "esse est percipi") è tanto ciò che è avvertito dalla (appare alla) coscienza come pensiero, "mentale" (ragionamenti, sentimenti, desideri, ecc.), cioè res cogitans, tanto quello che le appare come materia (il mondo fisico), cioè res extensa.
Se si tiene conto di questa distinzione, mi sembra evidente e priva di ambiguità l' affermazione (su cui concordo) che
se io "vedo" un albero, in realtà lo vedo solo fenomenicamete (="mentalmente" con le tue parole; ma si ratta di materia fenomenica -= contenuto di coscienza- e non di mente = res cogitans), però "suppongo" che ci sia un oggetto "materiale" [secondo la tua dizione; "in sé" o "noumenico", secondo la mia, poiché materiali sono una parte dei fenomeni interni alla coscienza] esterno (inconoscibile) che è causa di [preferisco: in necessaria corrispondenza biunivoca su "piani ontologici reciprocamente trascendenti" con] tale immagine mentale; ma, per quanto ne so REALMENTE, invece, potrebbe anche non esserci alcun oggetto esterno (come accade nelle allucinazione e nei miraggi).



FEDE
Quanto agli "atti di fede", in effetti, credere nell'esistenza di un "mondo materiale esterno" non comporta alcuna contraddizione (anche "io" mi comporto come se ci fosse); però, come dicevo la volta scorsa, la cosa non è logicamente dimostrabile, se non con una prova (a mio avviso) carente.
Ed infatti, si potrebbe tentare di dimostrarlo solo SUPPONENDO un "rapporto causale" tra "mondo MATERIALE esterno" e "fenomeni MENTALI interni" (cioè, che l'albero materiale produce nella mia mente l'immagine di un albero fenomeno); il che, come ho più volte cercato di spiegare, mi sembra costituire una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo materiale esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi).
Citazione
Fin qui concordo pienamente "salva traductione".



Per cui, non potendo dimostrare un "mondo materiale esterno", sono portato a concludere che tutti i "fenomeni" OGGETTO, siano creati dallo stesso SOGGETTO MENTALE che li produce; perchè la mia coscienza è SOLO LI' che si ferma a sperimentare i fenomeni, ma non può risalire logicamente "indietro" tramite il "ragionamento causale".
Anche se, istintivamente, è una cosa che faccio tutti i giorni.
Citazione
Ammettendo (e per ora sospendendo il giudizio in proposito da parte mia) che si tratti di un' affermazione logicamente coerente (sensata), sei portato a crederlo, ma del tutto parimenti, non puoi affatto dimostrarlo (sono due ipotesi altrettanto plausibili, non certe.

 

Ma se questo soggetto é fenomenico, ragion per cui il suo "esse est percipi" (traduzione letterale dal tuo "mentale"), allora:

a)  non si supera il solipsismo (niente di male: basta saperlo, rendersene conto), dal momento che anch' esso fa parte della esperienza fenomenica immediatamente esperita, in cui si esaurisce la realtà in toto;

b)  lo dovrei immediatamente esperire come tutti gli altri fenomeni (pensieri, sentimenti, case, alberi, montagne, ecc., ecc., ecc.); ma invero non riesco a "scorgerlo", accanto e "in aggiunta" a tutte queste altre cose, nell' ambito della ("mia", immediatamente avvertita o vissuta) esperienza fenomenica cosciente.


CONTINUA
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 05 Aprile 2017, 13:16:19 PM
Citazione
Citazione
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 08:06:16 AM

CONTINUAZIONE

SOLIPSISMO
Sempre quanto agli atti di fede, però, secondo me il"solipsismo fenomenico" è razionalmente superabile con il ragionamento che ti ho già proposto.
Ed infatti, se esiste un SOGGETTO MENTALE a cui è riconducibile tutta l'esperienza reale, non è pensabile che esso sia riconducibile ad un unico SPECIFICO individuo pensante, sia perchè la cosa sarebbe paradossale, sia, soprattutto, perchè sarebbe una congettura illogica (molto più dell'ipotesi di un mondo materiale esterno).
Ed infatti, se un singolo individuo viene identificato come parte del tutto,  non può essere contemporaneamente anche il tutto, per "la contraddizion che nol consente"; ed invero, i singoli individui vengono indentificati per "genere prossimo" e "differenza specifica", ma se lui è "IL TUTTO PENSANTE L'UNIVERSO, non può logicamente essere identificato come come una parte di se stesso.

Citazione
Questo mi sembra un evidente paralogismo.
Si dà per scontato (ma andrebbe dimostrato; altrimenti non si fa che arbitrariamente stabilirlo per definizione e si rimane nell' ambito di giudizi analitici a priori che sono -se corretti- logicamente coerenti ma non dicono nulla sulla realtà) che il soggetto fenomenico (= mentale) a cui è riconducibile tutta l' esperienza reale (che dovendo, onde ottenere verità certe, attenersi al' indubitabile senza assumere asserzioni indimostrate è limitato alla sola "propria" esperienza fenomenica immediatamente esperita) non sia riconducibile a un unico specifico individuo.
E perché mai non dovrebbe?
Inoltre (scusa se mi ripeto), essendo, nella tua terminologia, "mentale" (= "fenomenico" = il cui "esse est percipi"), questo unico soggetto universale dovrebbe apparire accanto agli altri fenomeni; ma ciò non è (non riesco proprio a scorgerlo nella mia esperienza cosciente). E poi -se anche così fosse- sarebbe comunque puramente e semplicemente una parte dell' esperienza  fenomenica cosciente immediatamente esperita, alla quale dunque si ridurrebbe la realtà in toto: solipsismo fenomenico.
 
Per lo meno credo che dovresti chiarire in che senso il soggetto unico universale sia (da intendersi come) "mentale" (termine che mi sembra tu impieghi nel senso di "fenomenico") senza per questo essere un' oggetto di esperienza fenomenica cosciente qualsiasi fra gli altri.
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CAUSA
Quanto al fatto che tu, con riferimento ai termini "causa", "causale" e "causalismo", preferisci limitarlo "alla causalità MATERIALE del mondo (fenomenico!) fisico ("res extensa")", in realtà lo vorresti limitare proprio all'ambito in cui detti concetti sono secondo me INAPPLICABILI; perchè, come ho detto, il meccanismo causale tu lo sperimenti solo tra una "immagine mentale" e l'altra, ma MAI tra il "mondo materiale" e le "immagini mentali".
Mondo materiale che tu non conosci affatto, ma che ti limiti meramente a supporre che esista, ipotizzando che sia esso che sia causa dei fenomeni mentali.
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Citazione
Qui mi fraintendi proprio!
Certo (mi sembra evidentissimo) che limito il concetto di causazione all' ambito fisico per l' appunto (fenomenico) (quelle che tu chiami "immagini mentali"; anzi alla sola parte extensa di esse)!
Mentre nego recisamente (e mi sembrava davvero inequivocabilmente) che sia applicabile tra (tuo lessico) "mondo materiale" (traduzione nel mio: "noumeno) e (tuo lessico) "immagini mentali" (traduzione nel mio: "fenomeni").
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Voglio dire che io esperisco indubbiamente l"immagine mentale" di un uomo, che mi sta parlando ed esponendo le sue tesi, e, posso constatare sperimentalmente che l'"immagine mentale" della sua bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) sue parole, come che l'"immagine mentale" della mia bocca che si apre e si chiude, genera (cioè è causa delle) mie parole; e, se alla fine lui si incazza e mi tira un pugno, non c'è dubbio alcuno che l'"immagine mentale" del suo pugno, sia la causa palese dell''"immagine mentale" di DOLORE che prova il mio naso.
Ma il NESSO CAUSALE, io lo constato solo ed esclusivamente tra gli "eventi" fenomenici e mentali sopra descritti, MA MAI  TRA DI ESSI, ED ELEMENTI NOUMENICI ESTERNI CHE DOVREBBERO COSTUIRNE LA CAUSA "MATERIALE" ESTERNA.
Tu, invece, secondo me, incorri continuamente nella "petizione di principio"di dare per scontata l'esistenza di ciò che invece dovresti dimostrare; cioè, l'esistenza di un MONDO MATERIALE ESISTENTE AL DI FUORI DELLA MENTE.
Cosa che, nella vita di tutti i giorni, faccio ovviamente anche io; però, a livello di ragionamento, io non devo dimostrare niente, perchè mi limito a constatare ciò di cui non posso dubitare, e, cioè,  l'esistenza direttamente esperita di un MONDO DI IMMAGINI MENTALI che si causano a vicenda.
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Citazione
Ho sempre chiarissimamente affermato che il noumeno non lo conosco affatto con certezza ma mi limito ad ipotizzare e a credere per fede -non ricorro mai ad alcuna petitio principi!- la sua esistenza.
Del tutto esattamente come fai tu con il soggetto universale fenomenico ("mentale", che peraltro, come ho già rilevato, mi sembra un' ipotesi contraddittoria.
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MATERIA
Quanto al mondo materiale, nel quale, per la sua "misurabilità", si possono rilevare con limitata ma buona precisione modalità o "leggi" universali e costanti del divenire, ovvero alle critiche di Hume o di Popper...siamo sempre da capo a dodici ed alla "petizione di principio"; ed infatti, anche il metro con cui vuoi fare le misurazioni, i due illustri pensatori e tutti gli scienziati e le apparecchiature di questo mondo, hanno una REALTA' MERAMENTE SUPPOSTA, MA MAI DIRETTAMENTE SPERIMENTATA.
Ovviamente, se vogliamo limitarci a ragionare a livello di senso comune (cioè, nel mio livelo individuale di coscienza), sono perfettamente d'accordo con te; ma, in questo dibattito, noi stiamo cercando di rovesciare il tappeto, per vederne non solo la trama, ma anche l'ordito; cioè LA NATURA ORIGINARIA DEL REALE!
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Citazione
Il "metro di Hume e Popper" ha una realtà fenomenica ("esse est percipi"!) direttamente sperimentata e non meramente supposta!
Una realtà meramente supposta ce l' hanno invece le corrispondenti entità/eventualità in sé o noumeniche!
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INTERAZIONE
Quanto a me, non credo affatto che esista un' interazione: o è tutto mentale (come propendo a credere per i motivi che ti ho già esposto), ovvero è tutto materiale (il che è pure possibile); secondo me, "tertium non datur".
Ed infatti, io propendo per una visione MONISTA della realtà e non DUALISTA.
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CitazioneSe è tutto (tua dictione) "mentale" (traduzione nella mia "fenomenico"), allora siamo nel solipsismo fenomenico: non esiste altro che l' esperienza fenomenica cosciente immediatamente esperita.
Ma il tuo monismo e il fatto che tertium non datur dovresti dimostrarli.
Un' interazione fra noumeno e fenomeno l' ho sempre negata anch' io a chiarissime lettere, affermando che si tratta di "piani ontologico" distinti, separati, non reciprocamente comunicanti o interferenti, reciprocamente trascendenti (che nulla vieta possano coesistere in questi termini).
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DIVENIRE PARALLELO
Poi tu scrivi: 
"un divenire "parallelo, senza interazioni", ma semplicemente correlato in modo biunivocamente corrispondente fra noumeno e fenomeni (e dunque, transitivamente, "poliunivocamente corrispondente" fra ciascuna singola esperienza fenomenica cosciente: per cui, ad ogni certa determinata situazione del noumeno corrispondono necessariamente, ma non per interazione reciproca, e che entrambi divengono in modo reciprocamente trascendente onde salvaguardare la necessaria chiusura causale del mondo fisico, certe determinate situazioni dei fenomeni e nessun altra situazione (in ciascuna esperienza fenomenica cosciente individuale singolare, distinta da ciascun altra)."
Mi vergogno a dirlo, ma non ci ho capito niente, per quanto mi sia sforzato di comprendere quello che intendi; per cui non sono in grado nè di essere d'accordo nè in disaccordo con quanto scrivi.
A meno che tu non faccia riferimento al cosiddetto "entanglement"; ma non ne sono molto sicuro, perchè la tua descrizione non si attaglia molto al concetto di correlazione quantistica...anche se un po' ci assomiglia. 
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CitazioneL' intanglement quantistico non c' entra proprio.
 
La chiusura causale del mondo fisico vieta un' interazione "cartesiana" fra mente e materia (entrambe fenomeniche): non c' è epifisi che tenga!.
 
Però le neuroscienze dimostrano che necessariamente per ogni determinato evento fenomenico in una determinata esperienza cosciente vi sono determinati eventi neurofisiologici in un determinato cervello (che sono cose ben diverse, anche se necessariamente coesistenti! Impulsi nervosi lungo assoni e fra sinapsi, ecc. contra -per esempio- visioni di arcobaleni o sentimenti di amicizia, ecc.) e viceversa.
 
Spiego la cosa ammettendo che ci sia un divenire separato, trascendente ma reciprocamente correlato, biunivocamente corrispondente fra la determinata coscienza nell' ambito della quale accadono le determinate esperienze fenomeniche e (nell' ambito di altre esperienze coscienti, quelle dei neurologi che compiono le osservazioni e ricerche) il determinato cervello nel quale accadono i determinati eventi neurofisiologici.



Alla prossima!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 05 Aprile 2017, 19:21:25 PM
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 08:06:55 AMESSE EST PERCIPI
Poi tu scrivi:
"Un soggetto mentale dei fenomeni, così come dei loro oggetti, se reali oltre, "in aggiunta" ad essi (cosa indimostrabile né tantomeno mostrabile), sono reali anche allorché le sensazioni fenomeniche non accadono (se c' è realmente qualcosa di noumenico anche quando non vedo l' albero nel giardino o non sento i miei pensieri, tale che in determinate circostanze accade la mia visione dell' albero e il mio avvertire i pensieri, allora tali "cose noumeniche" ci sono realmente anche allorché non si danno tali determinate circostanze -noumeniche- e dunque nemmeno tali sensazioni fenomeniche; se invece tale "qualcosa" non c' è anche allorché non ho sensazioni fenomeniche, allora non vedo "che cosa ci stia a fare": è un' inutile illazione gratuita che da razionalista elimino applicando il rasoio di Ockam)."
Al che, ti rispondo con la famosa poesiola di Ronald Arbuthnott Knox (che sicuramente conoscerai, avendo letto "Storia della filosofia occidentale" di Russel quando eri ragazzo, come feci io):
"Si stupiva un dì un allocco "Certo Dio trova assai sciocco che quel pino ancora esista se non c'è nessuno in vista". Risposta: "Molto sciocco, mio signore, è soltanto il tuo stupore. Tu non hai pensato che se quel pino sempre c'è è perchè lo guardo io: ti saluto, e sono Dio.""
CitazioneMi ricorda molto la posizione di Berkeley.
Mi sembra comunque che concordi con me (non l' avevo capito dai tuoi precedenti interventi) che il noumeno (nel tuo caso Dio; un Dio che mi sembra alquanto "spinoziano"; absit iniuria verbis: anzi, ammiro molto Spinoza!) va inteso come reale anche indipendentemente dai fenomeni, anche allorché questi non sono reali; e mi sembra di poter dire che vi è una corrispondenza biunivoca fra fenomeni e noumeno (per te "il pensiero -più che lo sguardo- di Dio"; anche se per me, come spiegherò in risposta a quanto da te affermato più oltre, pure il pensiero, per lo meno quello "naturale", umano, è fenomeno e non noumeno)
 
(Di Russell, che comunque apprezzo molto ho letto da ragazzo "I problemi della filosofia", ma non la "Storia della filosofia occidentale").



***
SOLIPSISMO FENOMENICO
Forse mi sono spiegato male!
Ed invero, io non penso affatto che il soggetto (universale) "mentale",  sia fenomenico anch' esso, bensì penso esattamente il contrario; ed infatti, tale SOGGETTO, proprio perchè è "IL" "soggetto", è l'unico vero NOUMENO, in quanto è lui che "genera" IN SE' STESSO (non causa) tutti i fenomeni, che sono di natura "pensativa" come Lui.
Cioè, per dirla aristotelicamente, è "pensiero di pensiero" (nóesis noéseos).
Con l'aggettivo "mentale", invero,  io intendo sia la natura del soggetto conoscente, sia ciò che "fenomenicamente" si presenta alla sua mente (che, invece, dal punto di vista soggettivo universale, è "noumenica"), senza alcun fenomeno "percettivo" di oggetti materiali esterni.

***
Quanto al fatto di ammettere che esistano più esperienze fenomeniche coscienti (oltre alla "propria" immediatamente esperita), sono d'accordo che, da tale considerazione non deriva affatto necessariamente che "noumeno" possano essere tanto i soggetti individuali di sensazioni (di tali esperienze fenomeniche coscienti), quanto gli oggetti di sensazioni; secondo me, infatti, sia i soggetti individuali che le loro sensazioni, sono  esperienze frammentate di un SE'UNIVERSALE, cioè il vero ed unico soggeto di natura noumenica che li sottende tutti.
Cioè, "Omnia in omnibus".
Ma, in fondo, si tratta della solita duplice possibilità di approccio ad una stessa realtà: approccio "riduzionistico" ed approccio "olistico"; che, secondo me, non debbono per forza essere in contraddizione, perchè ciò che cambia è soltanto l'ottica.
Ad esempio, se io e te fossimo sulla battigia, ed uno chi chiedesse: "Cosa vedete?", ed io rispondessi "Il mare!", e tu "Le onde!", nessuno di noi sarebbe in errore, perchè entrambi sono reali, sebbene le seconde non siano altro che "individuali" manifestazioni del primo.
CitazioneQui credo che ci stiamo avvicinando al nocciolo della questione (e, mi pare, a una sostanziale intesa, un po' sorprendente e decisamente piacevole per parte mia; sempre se non sto prendendo lucciole per lanterne...)..
Il Dio-soggetto unico universale è noumeno.
Quindi, poiché fra i fenomeni (= ciò che appare alla coscienza il cui "esse est percipi") vi è anche la res cogitans (pensieri, ragionamenti, sentimenti, desideri, ecc.: "il mentale"), a mio parere sarebbe preferibile evitare di chiamarlo (il Dio-soggetto unico universale) anche "mentale" o "pensativo" onde non dare adito a confusioni con i fenomeni per l' appunto mentali o di pensiero, in questo modo distinguendo bene fra due ordini di enti/eventi (o per dirlo un po' pomposamente due "ambiti ontologici") ben diversi fra loro: la natura in sé o noumenica (il cui "esse" non è limitato al "percipi") del soggetto unico universale e i fenomeni (materiali e mentali, extensi e cogitantes) che esso "genera" nelle diverse esperienze fenomeniche coscienti particolari.
 
Se ho ben capito (come mi pare proprio sia) è così ben superata la mia obiezione che questo soggetto divino universale non riesco proprio a "scorgerlo" fra gli altri fenomeni.
Mi sembra proprio la posizione di Berkeley: i fenomeni sono ciò che percepiamo e "dietro -metaforicamente!- ad essi" c' è Dio.
Mi sembra inoltre di poter ribadire che secondo la tua ipotesi fra le diverse esperienze fenomeniche coscienti esiste una sorta di "leibniziana armonia prestabilita" (per l' appunto da parte del Dio-noumeno-soggetto universale); per la quale ad una determinata condizione funzionale di un determinato cervello (rilevabile empiricamente da parte di osservatori come insiemi-successioni di fenomeni materiali-extensi nell' ambito delle loro proprie esperienze coscienti) corrisponde una determinata condizione e non altre di una determinata esperienza fenomenica cosciente (di norma diversa da quelle degli osservatori stessi), in perfetto accordo con le moderne neuroscienze.

Che dire? Mi sembra un' ipotesi altrettanto plausibile ma non dimostrata essere necessariamente vera quanto la mia di un noumeno "articolato -pure metaforicamente!- in divenire".

D' altra parte siamo perfettamente d' accordo che del noumeno si può parlare solo vagamente, allusivamente, metaforicamente, apofanticamente: sono due modi di cercare di spiegare il "non immaginabile" (nell' accezione letterale di "non evocabile in forma di idee -in senso empiristico, "a la Locke-Berkeley-Hume"- ovvero di immagini mentali ricavate da immagini percettive, soprattutto visive, ricordate e variamente "ricombinate e/o rielaborate". Stiamo sostanzialmente dicendo che "è un po' come se..."; niente di più preciso, determinato, chiaramente pensabile.

Mi resta un punto di insoddisfazione a proposito della tua (di spiegazione "noumenica" dei fenomeni).
Si tratta della natura di ciascuno di noi in quanto soggetto-oggetto di autocoscienza.
Ciascuno di noi sente di sentire e di esistere, sente desideri, soddisfazioni e insoddisfazioni di desideri, imperativi etici, ecc.
Ora, secondo la mia ipotesi ciascuno di noi è un ente/insieme e successione di eventi in sé o noumenici, in base al divenire del quale e alle sue relazioni con il divenire del resto del noumeno e di se stesso (degli enti/eventi in sé) nella sua coscienza (di cui è il soggetto) accadono determinati enti/eventi fenomenici: ha senso parlare di se stessi (in quanto "entità in sé" o noumeniche), delle proprie inclinazioni, decisioni, affezioni e valutarle eticamente ed esteticamente.
Nel tuo caso invece è l' unico Dio-soggetto universale che indiscriminatamente "determina" (non nel senso di causare fisicamente, è ovvio! Diciamo: "da cui dipende") tutto ciò che accade in ciascuna particolare esperienza fenomenica cosciente (per esempio la tua e la mia): non mi sembra che ciò sia compatibile con il considerare noi stessi come soggetti autonomi delle nostre azioni ed omissioni, ma solo come passivi "recettori" della soggettività unica divina, per intendersi (e senza intenzioni gratuitamente polemiche) come delle specie di "droni telecomandati".
Non dico che questo sia meno (né più) plausibile dell' alternativa da me proposta; dico solo che lo trovo soggettivamente, arbitrariamente, "esteticamente se vogliamo, meno soddisfacente.



***
EPIFENOMENI
Secondo me, invero, tutto e tutti rientrano nel "SOGNO" (per usare un termine poetico) di un'unica MENTE; e qui per "MENTE" io intendo appunto qualcosa di "in sé" o noumenico, ben diverso dai singoli "fenomeni" sognati.
Questi ultimi, per quanto concerne i singoli individui "pensanti", li ho definiti (molto) impropriamente "epifenomeni", mentre, invece, avrei dovuti denominarli "epinoumeni"; perchè i singoli individui pensanti, quanto al loro complesso corporeo e cerebrale, sono indubbiamente di natura "fenomenica", ma quanto all'aspetto soggettivo e coscienziale, sono...come dire..." IPOSTASI (dal greco "ὑπόστᾱσις) , composto da hypo, «sotto», e stasis, «stare») del SE' UNIVERSALE, che puoi definire anche UNO, ESSERE, DIO, o come più ti piace a seconda del tipo di approccio.
CitazioneEcco, è appunto questo aspetto "soggettivo e coscienziale" delle singole esperienze fenomeniche individuali che non riesco bene a "incastrare" o "connettere" o a "mettere correttamente in relazione" (mi scuso, ma meglio che con termini metaforici non riesco ad esprimermi) con l' unico soggetto universale-divino: soggetto di ciascuna delle esperienze fenomeniche coscienti è questo "Dio spinoziano" (o per altri aspetti berkeleyano e per altri ancora leibniziano; Plotino lo conosco decisamente di meno, e la filosofia indiana meno ancora, ma se lo dici tu...) oppure una distinta entità personale (io, tu ...e le rose, cantava, se non erro, Orietta Berti)?
Infatti più avanti affermi che "tutti gli attori presenti sulla scena del mondo, che, senza saperlo, magari sono solo attori che stanno recitando un copione scritto da un UNICO REGISTA (che "incorpora" tutti gli attori, anche se non se ne rendono conto)".




Ed infatti,  il SE' UNIVERSALE, è, sì, di natura "noumenica", ma è anche di NATURA NON MATERIALE, BENSI' MENTALE (o spirituale, se preferisci), così come sono mentali i "fenomeni" da esso generati, e non causati, all'interno della stessa MENTE...per cui non si verifica minimamente l'incongruenza di cui sopra.
CitazionePreferisco "noumenica"; e "fenomeniche", sia materiali -res extensa- che mentali -res cogitans- le sensazioni (o, se non ti piace, "le esperienze", "gli esperiti") coscienti da esso non causate, e forse nemmeno "generate", ma forse sarebbe meglio dire "con esso correlate".




NOUMENO
Il soggetto unico e universale delle diverse esperienze fenomeniche coscienti di cui parlo "è" non tanto un "elemento noumenico", quanto, piuttosto" il "NOUMENO" per antonomasia, che contiene (e da cui  emanano) i fenomeni stessi, tutti parimenti di natura MENTALE (o spirituale, se preferisci).
Niente viene "percepito", ma tutto "esperito" all'interno della MENTE/menti.
I problemi di cui sopra, ci sarebbero solo nel caso di una REALTA' DUALE, "mente/materia; ma se il mondo è solo mentale o solo materiale, tali problemi non si pongono.
CitazionePer parte mia considero monistico il noumeno, dualistici (ma non reciprocamente interferenti, bensì trascendenti) i fenomeni.

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CONCLUSIONE
Concludendo, perciò, mentre sono pressochè sicuro che la realtà ha natura UNITARIA, non lo sono altrettanto del fatto che sia o solo materiale o solo mentale (come, però, sono più propenso a credere per  le ragioni sopra esposte).
Comunque, per concludere in bellezza, e poichè casco da sonno, ti citerò il famoso "calembour" con cui i nonni di Bertrand Russel prendevano in giro il nipote...e con il quale sicuramente avrebbero preso in giro anche noi due:
WHAT'S MIND? NO MATTER!
WHAT'S MATTER? NEVER MIND!
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CitazioneQUA' LA MANO, INTERESSANTISSIMO, INTELLIGENTE E COLTO INTERLOCUTORE ! ! !
 
(Come ben sai, non sono affatto un buonista, ma anzi sono addirittura un "perfido stalinista", e dunque non temo di essere frainteso nel dirti che sei stato finora l' interlocutore ragionare col quale più mi ha dato soddisfazione (almeno finora) per lo meno in questo meraviglioso forum!
E te ne ringrazio di cuore (anche i razionalsiti a volte si lasciano andare al sentimetalismo...).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 20:24:11 PM
Caro Sgiombo,
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FENOMENO
sì, forse il termine più adatto è "fenomeno", cioè, l'oggetto dell'esperienza.
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MENTE
Hai ragione, io ho spesso usato il termine "mente" come sinonimo di "coscienza"; però, a voler essere più precisi, avrei dovuto distinguere meglio.
Ed infatti, la "coscienza", più che la "mente", è l'"apex mentis", ovvero il "soggetto mentale conoscente", mentre la "mente", più in generale, è il "luogo" in cui si manifestano i fenomeni di cui la coscienza prende atto; però, in tale luogo, secondo il mio approccio, si manifestano esclusivamente fenomeni di tipo "mentale" psichico (pensieri, sentimenti, ecc), e  fenomeni di tipo "mentale" fisico (visione dell'albero).
Questi ultimi, sono quelli che, secondo te, sono causati dalla "percezione" di oggetti materiali esterni, mentre, secondo me, sono anch'essi di puro carattere mentale.
Comunque, credo che continuerò spesso ad usare "mente", senza stare a specificare ogni volta; ma, dal contesto si dovrebbe sempre capire in che senso ne parlo (cioè se di coscienza o meno).
:-)
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EMPIRISMO SPINTO
Quanto all'empirismo, io, magari, sono più  "berkeleiano" che "humiano" (sebbene Hume mi piaccia di più), in quanto, è proprio spingendo l'empirismo all'estremo, ti accorgi che QUELLO CHE VERAMENTE ESPERISCI E' SOLO NELLA TUA TESTA!
L'albero che sta là fuori, non sarà mai oggetto di una mia esperienza "diretta ed immediata"; ammesso che la materia "noumenicamente" esista, cosa di cui fortemente dubito.
:-)
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FENOMENI MATERIALI
Sono d'accordo sul fatto che i "cervelli",  quando li vedo "in vitro", o sul monitor di una TAC sono sicuramente anche essi "fenomeni"; e secondariamente, nell' ambito generale dei fenomeni, apparterebbero al sottoinsieme di quelli "materiali",SE la "materia" fosse reale.
In realtà, a quanto ne so in base a stretti principi empiristici, io vedo solo una "immagine mentale" di materia cerebrale "in vitro" o sul monitor di una TAC , e una "immagine mentale"  di  scienziati che gli si aggirano attorno, nonchè una "immagine mentale"  di un testo scritto che parla del cervello; ma, se esistano fuori di me un cervello, scienziati e libri "materiali", esula del tutto dalla mia esperienza "diretta".
Io posso esperire solo quello che è nella mia testa, non quello che c'è fuori!
Per cui io, nella mia mente, non esperisco MAI, quelli che tu definisci "...nell' ambito generale dei fenomeni, il sottoinsieme dei "fenomeni materiali" "
Per me, infatti, "fenomeno materiale" è una "contradtictio in adjecto", perchè tutto cio che "fainetai moi" , non si manifesta mai a me nella sua "materialità esterna", e, perciò, NON E' MAI FENOMENO. 
:-)
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APPARENZA E REALTA'
Quello che mi "appare" come materia (il mondo fisico), proprio per il fatto che mi "appare", NON E'; o, almeno, io non posso esperirlo direttamente come "reale".
Quando io scrivo che, se "vedo" un albero, in realtà lo vedo solo fenomenicamete (="mentalmente"), intendo dire che nego che esso sia "MATERIA" fenomenica, perchè la materia, se esiste, è solo "causa esterna" (a cui non posso accedere) della mia "immagine" interna di quell'albero; il fenomeno, per me, è solo "interno" e mentale, mai materiale.
:-)
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RES COGITANS e RES EXTENSA
Quanto al tuo continuo cartesiano richiamo alla "res cogitans" (pensiero) e la res extensa (la realtà materiale), secondo me si tratta di una terminologia che può ulteriormente confondere la nostra già contorta questione; anche perchè, mentre Cartesio identifica la "res cogitans" precipuamente con la "coscienza" io,  quando parlo "coscienza", più che alla "mente", mi riferisco l'"apex mentis", ovvero il "soggetto mentale conoscente" (che in effetti somiglia alla "res cogitans") , mentre, per me, la "mente", più in generale, è il "luogo" in cui si manifestano i fenomeni di cui la coscienza prende atto.
Cartesio, invero, si chiede:"Ma che cosa, dunque, sono io? Una cosa che pensa (res cogitans). E che cos'è una cosa che pensa? è una cosa che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche, e che sente.".
In contrapposizione ad essa, io non pongo una "res extensa" materiale, bensì una "res cogitata"; cioè tutto quello che viene esperito all'interno della mente, senza la necessità che sia percepito da un mondo materiale esterno.
Da notare, peraltro, che,  per Cartesio,  le sostanze sono due (la res cogitans e la res extensa), mentre, per me la sostanza è una e non può essere altro che una: MENTALE (sia nel ruolo soggettivo di "cogitans", sia nel ruolo oggettivo "cogitata")
Da notare pure, infine, che lo stesso Cartesio,  per superare tale dualismo, finì per asserire, che, in realtà, la sostanza è veramente unica: cioè Dio, creatore sia della "res cogitans" sia della "res extensa"!
:-)
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RAPPORTO CAUSALE
Ad un certo punto, "salva traductione", mi pare di aver capito, ora, che anche tu concordi con me sul fatto che l'esistenza DUALISTICA della realtà, si potrebbe tentare di dimostrarla solo SUPPONENDO un "rapporto causale" tra "mondo MATERIALE esterno" e "fenomeni MENTALI interni" (cioè, che l'albero materiale produce nella mia mente l'immagine di un albero fenomeno); il che, come ho più volte cercato di spiegare, mi sembra costituire una inferenza illecita, perchè il "rapporto causale" io lo sperimento soltanto tra "fenomeni mentali interni", e non tra tra "mondo materiale esterno" e "fenomeni mentali interni" (che costuiscono due piani diversi).
Mi fa piacere che tu, ora, concordi su questo punto, perchè mi era sembrato di capire che tu, al riguardo, dissentissi; ma, nell'ambito di discorsi così complessi, in effetti (soprattutto per colpa mia) è facile "equivocarci l'un l'altro".
Da parte mia, peraltro, riconosco onestamente che si tratta di due ipotesi altrettanto plausibili, ma non certe; "felix qui potuit rerum cognoscere causas".
:-)
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COGITO ERGO SUM
Poi, però, tu scrivi "...ma se questo soggetto é fenomenico...": cosa che, invece, non ho mai detto; e, se l'ho detta, mi sono espresso male.
Ed infatti, il "soggetto" dell'esperienza, non può mai essere "fenomenico" (come è invece lo è il cervello fisico), perchè quando io dico, con Cartesio: "Cogito ergo sum", in realtà, pur sotto forma di "pseudosillogismo", sto solo sperimentando che c'è "qualcosa" che pensa, ma non sto certo esperendo il mio IO, che non posso sperimentare, perchè il soggetto non può certo essere oggetto di se stesso.
A ben vedere, il sillogismo corretto dovrebbe essere : 
- tutto ciò che pensa esiste; 
- io penso ; 
- dunque esisto . 
Cartesio, invece, ha eliminato dal sillogismo la premessa maggiore ( tutto ciò che pensa esiste ) e così il "cogito ergo sum", si regge su un piede solo; ma, comunque, si regge lo stesso, perchè, in realtà, lui non sta sperimentando se stesso in quanto "io", ma sta solo prendendo coscienza del suo "io". 
Per cui, non mi sono ben chiare le tue lettere a) e b).
:-)
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SOLIPSISMO
Non mi sono ben chiare le tue lettere a) e b), perchè,  secondo me il"solipsismo fenomenico" (che poi non è affatto "fenomenico" bensì "noumenico") è razionalmente superabile con il ragionamento che ti ho già proposto la volta scorsa.
Ed infatti:
- se esiste un SOGGETTO MENTALE a cui è riconducibile tutta l'esperienza reale, non è pensabile che esso sia riconducibile ad un unico SPECIFICO individuo pensante, sia perchè la cosa sarebbe paradossale, sia, soprattutto, perchè sarebbe una congettura illogica (molto più dell'ipotesi di un mondo materiale esterno).
- se un singolo individuo viene identificato come parte del tutto,  non può essere contemporaneamente anche il tutto, per "la contraddizion che nol consente"; ed invero, i singoli individui vengono indentificati per "genere prossimo" e "differenza specifica", ma se lui è "IL TUTTO PENSANTE L'UNIVERSO, non può logicamente essere identificato come come una parte di se stesso.
Ma tu dici che è  un paralogismo, perchè invece, secondo te, sarebbe benissimo possibile ricondurre tutta l' esperienza reale a un unico specifico individuo; in effetti, anche io, da ragazzo, quando scrissi il mio trattatello sul solipsismo (intitolato "Un saggio ad uso di fantasmi") la pensavo allo stesso modo, ma poi cominciai a ripensarci, dopo aver letto la frase di Schopenaur, in cui il grande filosofo dice: "Chi sostiene una tesi solipsista, più che di una confutazione, avrebbe bisogno di una terapia".
E non aveva tutti i torti. :-D
Tra l'altro, feci anche un ragionamento, guardando la mia carta d'identità, con nome, cognome, città e data di nascita: "Se sono io che mi sto sognando l'intero Universo, a parte il fatto che sarebbe alquanto bizzarro che esso fosse il semplice sogno di un Pinco Panco qualsiasi tra 4 miliardi di altri Pinchi Panchi che gli stanno intorno (tutti sognati da lui), c'è anche da considerare, guardando la data di nascita, che effettivamente io non mi ricordo niente di antecedente; e questo sarebbe impossibile se io fossi davvero il SOGNATORE dell'Universo".
Poi feci altri ragionamenti un po' più filosofici, come quello sopra; che, però, tu definisci "paralogistico" (non capisco perchè)
:-)
***
SOGGETTO NOUMENICO
Il soggetto universale, peraltro, non  sarebbe affatto un fenomeno accanto agli altri fenomeni, in quanto (come pure i singoli "io", nel loro piccolo) ha natura SOGGETTIVA; ed il soggetto, anche individuale, è, sì, "mentale", ma MAI "fenomenico", perchè del proprio "io" si prende coscienza soggettiva, ma non lo si può "sperimentare".
Vale a dire che tutto ciò che è fenomenico è mentale, ma non tutto ciò che è mentale è anche fenomenico!
Ed invero, i "fenomeni" costituiscono l'"oggetto" della  esperienza (solo mentale) del SOGGETTO CONOSCENTE; e questo accade anche quando nella sua mente esperisce l'immagine di un'apparecchiatura di neuroimaging che sta scansionando il suo cervello...che non è certo il suo "io" (cioè l"epinoumeno" del suo SE' UNIVERSALE), nè tantomeno, il "SE' UNIVERSALE" stesso.
Io non ho mai postulato una equivalenza "mentale" = "fenomenico"; e, se l'ho fatto, è stato per una erronea formulazione espositiva.
Spero, così, di aver chiarito in che senso il soggetto unico universale sia (da intendersi come) "mentale"; termine che io non impiego affatto nel senso esclusivo di "fenomenico".
In altre parole (sempre che io mi ricordi bene la grammatica, del che è lecito dubitare), io uso "mentale" come aggettivo "attributivo" riguardo al soggetto, e  come aggettivo "referenziale", riguardo all'oggetto; ad esempio, se dico che io, in quanto essere umano, compio azioni umane,intendo dire che io sono uomo, ma non certo che anche le azioni che compio sono anche esse uomini.
:-)
***
Quanto al fatto che tu, con riferimento ai termini "causa", "causale" e "causalismo", preferisci limitarlo "alla causalità MATERIALE del mondo (fenomenico!) fisico ("res extensa")", e che, quindi, in realtà lo vorresti limitare proprio all'ambito in cui detti concetti sono secondo me INAPPLICABILI, qui, probabilmente, sono io che ho frainteso quello che volevi dire tu!
Chiedo venia.
 :-)
***
INCONOSCIBILITA' DEL NOUMENO
Quanto al fatto che tu hai sempre chiarissimamente affermato che il noumeno non lo conosci affatto con certezza, ma ti limiti ad ipotizzare la sua esistenza, ne prendo atto; e LA COSA VALE ANCHE PER ME.
La differenza è che:
- tu ne ipotizzi (dubitativamente) l'esistenza "sub specie" di UN MONDO MATERIALE, pieno di oggetti fisici, che noi percepiamo mediatamente, come fenomeni mentali, attraverso i sensi;
- io, invece, ipotizzo (dubitativamente), che UN MONDO MATERIALE, pieno di oggetti fisici, che noi percepiamo mediatamente, come fenomeni mentali, attraverso i sensi, in realtà non esiste, e che invece noi esperiamo soltanto fenomeni mentali, sia a livello di "io" individuale (epinoumenico), sia, trascendentalmente (o immanentemente, ci dovrei pensare) a livello di un SE'UNIVERSALE (noumenico). 
:-)
***
IL METRO DI HUME E POPPER
Quanto al fatto che il "metro di Hume e Popper" ha una realtà fenomenica ("esse est percipi"!) direttamente sperimentata e non meramente supposta, la ritengo la tua solita petizione di principio, per cui tu continui a dare per scontato quello che, invece, devi ancora dimostrare.
Ed infatti, se vogliamo essere precisi, tu hai sperimentato "fenomenicamente", soltanto a livello "mentale" un testo scritto o un documentario in cui si parlava del "metro di Hume e Popper" (o di qualsiai altra cosa), ed hai "presunto" che tali immagini mentali fossero state da te percepite, a causa da una realtà esterna alla tua mente, appresa attraverso la vista e l'udito; il che è possibilissimo, ma, in realtà, si tratta -per quanto spontanea- di una tua mera illazione...perchè ciò che tu hai "effettivamente e direttamente sperimentato" sono ESCLUSIVAMENTE IMMAGINI MENTALI.
Questo è indiscutibile...anche se poi possiamo dibattere se erano immagini mentali causate da oggetti esterni, oppure soltanto di origine mentale; ed infatti, gli oggetti esterni, ammesso che esistano, non li puoi mai "effettivamente e direttamente sperimentare", perchè, quello che puoi "effettivamente e direttamente sperimentare", è solo nella tua testa.
 La realtà "noumeniche-soggettive", invece, non sono nè supposte nè sperimentate, bensì frutto di autocoscienza; cioè, appunto "cogito ergo sum"!
:-)
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MONISMO
Quanto al fatto che il mio monismo e il fatto che "tertium non datur" dovrei dimostrarli, mi pare che sia proprio quello che ho cercato di fare, argomentando i motivi dell'inesistenza di un mondo esterno materiale, e, quindi, la "non duale" esistenza di un solo mondo mentale.
Magari la mia dimostrazione tu non la condividi (e magari è pure oggettivamente sbagliata), ma questo è un altro discorso.
:-)
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INTERAZIONE
Quanto al fatto che tu abbia sempre negato una interazione fra "noumeno" e "fenomeno", sinceramente non mi sembra proprio (anche se posso sbagliarmi).
Ed infatti mi pareva di aver capito che, secondo, te esiste un albero materiale, "noumenico" ed esterno alla nostra mente (inconoscibile "in stesso"), che, però, noi possiamo conoscere in modo "fenomenico" attraverso la percezione dei sensi; se così fosse, invero, si tratterebbe, appunto, di una interazione fra "noumeno" e "fenomeno".
O no?
:-)
 ***
Prendo atto che l' "intanglement quantistico" non c' entra proprio; ed invero, come avevo già  scritto, anche io non capivo proprio cosa c'entrasse.
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Quanto alla ghiandola pineale, non ci mai creduto nemmeno io.
Idem dicasi per qualsiasi altra forma di interazione "cartesiana" fra mente e materia (posto che questa esista davvero).
Quanto alla mente, però, come ho già detto, sono d'accordo con te sul fatto che essa costuisca il campo di manifestazione dei "fenomeni", ed anche che sia "fenomenicamente" osservabile il funzionamento del cervello; ma non sono d'accordo sul fatto che l'IO, in funzione "soggettiva", possa essere "oggettivamente" considerato alla stregua dei "fenomeni" mentali. 
Ed invero, sempre parlando sul "piano fenomenico", non c'è dubbio che le neuroscienze dimostrano che necessariamente per ogni determinato evento fenomenico in una determinata esperienza cosciente vi sono determinati eventi neurofisiologici in un determinato cervello (che sono cose ben diverse, anche se necessariamente coesistenti! Impulsi nervosi lungo assoni e fra sinapsi, ecc. contra -per esempio- visioni di arcobaleni o sentimenti di amicizia, ecc.) e viceversa; però l'IO in quanto tale, non può essere osservato, e, quindi, non rientra nella categoria dei fenomeni.
Quanto alla tua spiegazione che dai della cosa, ammettendo che ci sia un divenire separato, trascendente ma reciprocamente correlato, biunivocamente corrispondente fra la determinata coscienza nell' ambito della quale accadono le determinate esperienze fenomeniche e (nell' ambito di altre esperienze coscienti, quelle dei neurologi che compiono le osservazioni e ricerche) il determinato cervello nel quale accadono i determinati eventi neurofisiologici, non ci avevo mai riflettuto, ma mi sembrano considerazioni molto interessanti e da approfondire.
Alla prossima!
:-)
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PS
OPS, scusa, non avevo visto il tuo post successivo!
Risponderò domani.
:-)
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Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Aprile 2017, 12:49:20 PM
Caro Sgiombo,
domani è arrivato!
:-)
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FILOSOFI
Che la mia " Weltanschauung" sia molto simile a quella di Berkeley e fuori di dubbio (sebbene ci siano anche notevoli differenze), così come è molto simile a quella di altri filosofi.
Leggi, per esempio, il seguente brano di Schopenauer, in cui si rileva facilmente che la sua VOLUNTAS, per molti aspetti (anche se non tutti) corrisponde alquanto al SE' UNIVERSALE di cui parlo io:
(http://funkyimg.com/i/2rnUM.jpg)
Hai pure ragione nel rilevare che il mio SE', assomiglia anche, per certi aspetti, al "Dio spinoziano"; sia pure, anche qui, con notevoli differenze.
Per non parlare dell'"IO fichtiano".
Quanto a Russel, ho letto entrambi i libri, che tutt'ora conservo: "I problemi della filosofia", e la "Storia della filosofia occidentale", ma anche tutti gli altri da lui pubblicati a fini divulgativi.
Da giovane, infatti, avevo una visione filosofica praticamente identica alla sua (e un po' anche ora); ma, se adesso potesse leggere quello che sto scrivendo qui, si rivolterebbe nella tomba!
:-)
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DIO NOUMENO
Non stai affatto prendendo lucciole per lanterne; ed infatti, per come la vedo io, il "Dio-soggetto unico universale" (se così proprio lo vogliamo chiamare) è NOUMENO.
Non l'ho mai concepito diversamente!
E sono anche d'accordo che sarebbe preferibile evitare di qualificarlo con gli aggettivi "mentale" o "pensativo", perchè la cosa può dare adito a confusioni con i fenomeni "cerebrali" o "neurologici";  ma mi trovo in difficoltà anche ad usare altre aggettivazioni (tipo "spirituale" e simili), perchè potrebbero dare luogo ad altri tipi di equivoci.
In effetti, trattandosi del CONOSCENTE INCONOSCIBILE, ogni qualificazione diventa impropria; ma, in qualche modo, sia pure impropriamente, è pur necessario esprimersi.
:-)
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PERCEPIRE - ESPERIRE
Come dicevamo sopra, la mia posizione assomiglia a quella di Berkeley, ma non del tutto; ed infatti io non mi esprimerei mai dicendo che:
- "i fenomeni sono ciò che <<percepiamo>> e "dietro -metaforicamente!- ad essi" c' è Dio", 
- bensì direi ""i fenomeni sono ciò che si esperisce mentalmente, sia, in prima  battuta col nostro IO soggetto individuale, sia, in seconda battuta, col SE' soggetto universale."
Berkeley, invece, essendo un vescovo anglicano, non si sarebbe mai espresso così, per evitare il rischio di essere accusato di "immanentismo" (il che, per l'anglicanesimo, avrebbe costituito una grave eresia); mentre invece, a ben vedere, non sono proprio sicuro che il mio approccio sia di tipo immanentista...anche se ammetto che può sembrarlo.
Forse, il SE' UNIVERSALE di cui parlo io, potrebbe essere definito con la famosa formula: "Intra omnia non inclusum, extra omnia non exclusum, supra omnia non elatum, infra omnia non prostratum."
Però, dovrei pensarci meglio.
:-)
***
ARMONIA LEIBNIZIANA
Poi tu scrivi:
"Mi sembra inoltre di poter ribadire che secondo la tua ipotesi fra le diverse esperienze fenomeniche coscienti esiste una sorta di "leibniziana armonia prestabilita" (per l' appunto da parte del Dio-noumeno-soggetto universale); per la quale ad una determinata condizione funzionale di un determinato cervello (rilevabile empiricamente da parte di osservatori come insiemi-successioni di fenomeni materiali-extensi nell' ambito delle loro proprie esperienze coscienti) corrisponde una determinata condizione e non altre di una determinata esperienza fenomenica cosciente (di norma diversa da quelle degli osservatori stessi), in perfetto accordo con le moderne neuroscienze."
Non sarei molto d'accordo quanto alla definizione di "leibniziana armonia prestabilita" (vista l'armonia che regna nel mondo), ma, più o meno, mi sembra che la tua descrizione sia abbastanza azzeccata.
Però non direi mai, come Pangloss diceva a Candido: "In questo migliore dei mondi possibili, tutti i fatti son connessi fra loro."
Sì, sono connessi tra loro, ma non proprio nel modo migliore, secondo me! 
:-)
***
APOFASIA
Mi fa piacere sul fatto che  siamo perfettamente d' accordo che del NOUMENO si può parlare solo vagamente, allusivamente, metaforicamente, apofaticamente: stiamo sostanzialmente dicendo che "è un po' come se..."; niente di più preciso, determinato, chiaramente pensabile.
Nietzsche diceva: "Di grandi cose bisognerebbe parlare nobilmente o tacere"; forse sarebbe meglio se alla fine io tacessi, quindi.
:-)
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SPIEGAZIONE NOUMENICA DEI FENOMENI
Non ho ben chiaro cosa tu intenda per mia "spiegazione noumenica dei fenomeni".
Ed infatti, secondo me, non si tratta "esattamente" della natura di ciascuno di noi in quanto soggetto-oggetto di autocoscienza; cioè, come tu scrivi, ciascuno di noi "sentirebbe" di sentire e di esistere, e, allo stesso tempo, "sentirebbe" desideri, soddisfazioni e insoddisfazioni di desideri, imperativi etici, ecc.
Non mi sembra che sia esattamente così.
Ed infatti, "Io" non posso esperire me stesso in quanto "io", perchè il soggetto non può MAI  porsi come oggetto di se stesso; anche sintatticamente, infatti, pur volendo forzare la realtà e la sintassi (che è logica), se voglio per forza dire una cosa del genere, devo cambiare il pronome e devo dire: "Io esperisco ME", non posso dire "Io esperisco IO".
E bada che non si tratta solo di sottigliezze sofistiche, bensì della realtà delle cose; puoi fare tu stesso la "prova mentale" di quanto dico.
Ed infatti, prova a:
- guardare consapevomente il PC davanti a te (fenomeno di "presunta" origine fisica)
- prova a pensare ad un gatto (fenomeno mentale).
Fatto?
Ok.
Ora, cerca di autoanalizzare quello che avviene nella tua mente, e ti accorgerai che nessuna delle due "esperienze" che hai appena fatto, è possibile riguardo all'IO; ed infatti, tu l'IO non lo "esperisci", MA, PIU' SEMPLICEMENTE, LO SEI (E LO SAI).
Il che è una cosa ben diversa, perchè si tratta di mera "presa di coscienza" del tuo essere "noumenico", non dell'"esperienza" di un "fenomeno" "IO"; e tale coscienzializzazione può avvenire sia a livello del tuo essere "noumenico" individuale (cosa che accade ordinariamente tutti i giorni), sia anche a livello del tuo essere "noumenico" universale (ed allora sarebbe una esperienza mistica).
In effetti, la maggior parte delle cosiddette "esperienze mistiche" (direi il 90%) sono frutto di mera autosuggestione allucinatoria (soprattutto se correlate a fenomeni paranormali, a cui io non credo affatto); ma, dai tentativi di descrizione fattane da grandi filosofi e mistici di diverse epoche, paesi e religioni, a me sembra di intravedere un tratto comune, che a tutto fa pensare, meno che ad una autosuggestione allucinatoria.
:-)
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NEUROIMAGING
Ma, per restare al nostro "piccolo" essere "noumenico" individuale, con lo stesso "neuroimaging" si è rilevato che, a seconda dell'"oggetto" a cui ti invitano a pensare, sul monitor vengono evidenziate le diverse aree cerebrali interessate; ed è stato pure rilevato che, se ti invitano a pensare al tuo IO, pur specificando che ti devi concentrare sul tuo io come SOGGETTO DI COSCIENZA, viene sempre e comunque evidenziata la stessa area cerebrale che si attiva quando, invece, ti invitano a pensare al tuo corpo (e/o al tuo volto). Il che, secondo me, è significativo, perchè dimostra che l'io come SOGGETTO DI COSCIENZA non può essere oggetto della coscienza stessa...e, quindi, NON E' UN FENOMENO.
Putroppo non riesco a ritrovare dove ho letto dell'esperimento di cui sopra, ma ci proverò ancora.
Comunque, sempre per quanto concerne il nostro "piccolo" IO "noumenico" (o meglio, "epinoumenico"), si tratta pur sempre di un'entità caduca e transeunte, un accidente dell'ESSERE, poichè, avendo avuto un inizio, avrà sicuramente anche una fine; così come le onde vengono riassorbite dal mare.
Ma il mare (che in fondo è la sua stessa SOSTANZA) c'era prima, e resterà anche dopo.  
:-)
***
Poi tu scrivi:
"Ora, secondo la mia ipotesi ciascuno di noi è un ente/insieme e successione di eventi in sé o noumenici, in base al divenire del quale e alle sue relazioni con il divenire del resto del noumeno e di se stesso (degli enti/eventi in sé) nella sua coscienza (di cui è il soggetto) accadono determinati enti/eventi fenomenici: ha senso parlare di se stessi (in quanto "entità in sé" o noumeniche), delle proprie inclinazioni, decisioni, affezioni e valutarle eticamente ed esteticamente."
Mi sembra di poter condividere tutto parola per parola, nè mi sembra che contraddica la mia concezione.
:-)
***
Ed invece (da parte mia, forse mi sono espresso male), ma io non penso affatto che l' unico Dio-soggetto universale indiscriminatamente "determini" tutto ciò che accade in ciascuna particolare esperienza fenomenica cosciente (per esempio la tua e la mia): ed infatti, anche a me non  sembra che ciò sia compatibile con il considerare noi stessi come soggetti autonomi delle nostre azioni ed omissioni, ma solo come passivi "recettori" della soggettività unica divina, per intendersi (e senza intenzioni gratuitamente polemiche) come delle specie di "droni telecomandati".
NON LA VEDO ASSOLUTAMENTE COSI' (al "libero arbitrio" individuale ci credo).
Secondo me, infatti, il SE' universale, è la "quintessenza" dei singoli enti transeunti, di cui condivide la natura "noumenica", cioè la peculiarità essenziale di di tutti i singoli IO; il SE', e solo il livello di coscienza superiore ed eterno dei vari IO, che ne costituiscono autonome e e provvisoriamente indipendenti manifestazioni...ma sempre QUELLO sono!
Le Upanisad dichiarano enfaticamente "Tat Tvam Asi" (Tu sei QUELLO). 
Come la schiuma dell'onda diventa tutt'uno con l'oceano quando si dissolve, come lo spazio all'interno di un vaso diventa tutt'uno con con lo spazio universale quando il vaso si spezza, così l'IO empirico diviene uno con col SE', quando annulla se stesso, o muore. 
:-)
***
EPINOUMENI
Anche a me, peraltro, resta un po' difficile mettere correttamente in relazionequesto aspetto "soggettivo e coscienziale" delle singole esperienze fenomeniche individuali con l' unico soggetto universale-divino: ma, secondo me, per rendere l'idea, potrei proporti il seguente esempio.
Quando l'acqua lambisce la battigia, cos'è che veramente la lambisce: l'acqua del mare o l'acqua dell'onda? Io direi che si tratta della stessa cosa, in forme e livelli diversi. 
Così pure, quando la coscienza esperisce un fenomeno, di quale coscienza si tratta: di quella dell'IO individuale, o di quella del SE' universale? Anche in questo caso Io direi che si tratta della stessa cosa, in forme e livelli diversi. 
:-)
***
PLOTINO E FILOSOFIA INDIANA
Plotino lo sto leggendo proprio in questi giorni, ma, ad essere sincero, ne capisco e ne condivido solo pochi passi; che, però, a volte solo bellissimi!
Come questo:
(http://funkyimg.com/i/2rofh.jpg)
Quanto alla filosofia indiana, ho letto quasi tutti i libri della Collana Avidya; ma, per farsene un'idea precisa (anche storica), completa, semplice e lineare, l'opera migliore è la "FILOSOFIA INDIANA" di Radhakrishnan.
Ha il difetto di essere monumentale (io sono ancora neanche a metà del secondo volume, leggendono circa 10 pagine al giorno), però ha il grande pregio di essere, nello stesso tempo CHIARA (quasi al livello divulgativo di Bertrand Russel) e molto ACCURATA.
Su INTERNET si trova gratis il primo volume, scaricabile da qui: 
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/varia/sarvepalli1.pdf
:-)
***
DEFINIZIONI
Quanto alle definzioni, puoi benissimo usare quelle che preferisci: "noumenica"; e "fenomeniche", sia materiali -res extensa- che mentali -res cogitans- le sensazioni (o, se non ti piace, "le esperienze", "gli esperiti") coscienti da esso non causate, e forse nemmeno "generate", ma forse sarebbe meglio dire "con esso correlate" ecc.
Purtroppo, data la materia, si fa molta fatica a capirsi, data l'ambiguità dei termini; che io, peraltro, a volte aggravo, perchè, per il vezzo "letterario" di evitare le ripetizioni, spesso complico il discorso usando pure i sinonimi!
:-)
***
MONISMO E PLURALISMO
Come ti ho già detto, io sono un MONISTA convinto, perchè credo che la REALTA' abbia natura unitaria (o tutta materiale, o tutta ideale); peraltro, essendo il mio un MONISMO IDEALE, secondo me la pluralità dei fenomeni, è solo APPARENTE.
Quello che Schopenhauer chiamava il velo di Maya.
Ma, ovviamente, posso sbagliarmi!
:-)
*** 
GRAZIE!!!
Ti ringrazio per il triplice complimento (CHE RICAMBIO), ma che, però, non ritengo di meritare; o, comunque, ritengo di meritare molto meno di te.
:-)
***
Però, adesso, per rispetto di Jean che ha aperto il TOPIC su un altro tema, e per non occupare troppo spazio con i nostri chilometrici "post" a scapito degli altri partecipanti al FORUM, io suggerirei di cambiare argomento. Anche perchè mi pare che su questo siamo pervenuti a conclusioni abbastanza convergenti.
Però, se vuoi riparlare di qualche singolo punto, per me va benissimo.
:-)
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Aprile 2017, 14:25:22 PM
Caro Eutitano... (Eutidemo +titano da titan/titanic),
 
son stato onorato d'aver (e mi auguro continui) ospitato una tale discussione approfondita tra te e Sgiombo e il modo cui l'avete condotta. 
Non la ritengo fuor del topic... infatti ogni nostra congettura proviene dalla nostra intima ed attiva visione delle cose che in filosofia può ben esser riferita alla realtà ultima (verità). 
E legger come sia possibile intendere anche posizioni normalmente distanti dalle nostre per confrontarci senza preclusioni mi fa ben sperare per quelle di tutti.

Così colgo l'occasione per richiederti nuovamente una risposta al fatto cui son stato testimone, qui cambiandolo in forma di domanda rivolta ad un amico fidato...
 
 

Eutidemo,

 
se un domani ti capitasse di sognar di discender le scale per andar in cantina e man mano la luce si affievolisce mentre le scale non terminano mai...  e sentissi  crescer in te una sensazione dapprima di timore, poi paura e alfine terrore... e ti venisse di nominar urlandolo a gran voce il mio nome, implorando aiuto... (raccontando il tutto a tua moglie, che hai destato a sua volta, essendoti appresso risvegliato)...

... e il mattino seguente, di buon'ora, mi vedi comparir, impaziente di incontrarti, e ti dicessi che mi son svegliato in piena notte per aver udito, spaventandomi grandemente, chiamare, urlandolo, il mio nome da te, e che solo mia moglie m'impedì di telefonarti  nel cuore della notte...

cosa penseresti?
 

Come col fucile Eutidemo, un colpo-un morto... (domanda secca-risposta secca...). ;)

 

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 06 Aprile 2017, 16:28:06 PM
Citazione di: Jean il 06 Aprile 2017, 14:25:22 PM
Caro Eutitano... (Eutidemo +titano da titan/titanic),

son stato onorato d'aver (e mi auguro continui) ospitato una tale discussione approfondita tra te e Sgiombo e il modo cui l'avete condotta.
Non la ritengo fuor del topic... infatti ogni nostra congettura proviene dalla nostra intima ed attiva visione delle cose che in filosofia può ben esser riferita alla realtà ultima (verità).
E legger come sia possibile intendere anche posizioni normalmente distanti dalle nostre per confrontarci senza preclusioni mi fa ben sperare per quelle di tutti.

Così colgo l'occasione per richiederti nuovamente una risposta al fatto cui son stato testimone, qui cambiandolo in forma di domanda rivolta ad un amico fidato...



Eutidemo,


se un domani ti capitasse di sognar di discender le scale per andar in cantina e man mano la luce si affievolisce mentre le scale non terminano mai...  e sentissi  crescer in te una sensazione dapprima di timore, poi paura e alfine terrore... e ti venisse di nominar urlandolo a gran voce il mio nome, implorando aiuto... (raccontando il tutto a tua moglie, che hai destato a sua volta, essendoti appresso risvegliato)...

... e il mattino seguente, di buon'ora, mi vedi comparir, impaziente di incontrarti, e ti dicessi che mi son svegliato in piena notte per aver udito, spaventandomi grandemente, chiamare, urlandolo, il mio nome da te, e che solo mia moglie m'impedì di telefonarti  nel cuore della notte...

cosa penseresti?


Come col fucile Eutidemo, un colpo-un morto... (domanda secca-risposta secca...). ;)



Jean

Eutidemo, 
 se un domani ti capitasse di sognar di discender le scale per andar in cantina e man mano la luce si affievolisce mentre le scale non terminano mai...  e sentissi  crescer in te una sensazione dapprima di timore, poi paura e alfine terrore... e ti venisse di nominar urlandolo a gran voce il mio nome, implorando aiuto... (raccontando il tutto a tua moglie, che hai destato a sua volta, essendoti appresso risvegliato)...
... e il mattino seguente, di buon'ora, mi vedi comparir, impaziente di incontrarti, e ti dicessi che mi son svegliato in piena notte per aver udito, spaventandomi grandemente, chiamare, urlandolo, il mio nome da te, e che solo mia moglie m'impedì di telefonarti  nel cuore della notte...
cosa penseresti? 
 Come col fucile Eutidemo, un colpo-un morto... (domanda secca-risposta secca...). ;) 

***
Risposta secca: 
PENSEREI AD UNA COINCIDENZA!  :)
***
Risposta bagnata: 
Penserei che, ogni notte, i 7 miliardi di persone che popolano la Terra sognano per più di un'ora, avendo una media di 3 sogni a notte, e circa 5 miliardi ricordano i sogni che hanno fatto.
Questi 15 miliardi di sogni li potremmo moltiplicare per i 3650 giorni di un decennio, ma limitiamoci ad una sola notte; statisticamente, ce ne saranno di sicuro almeno qualche migliaio che, casualmente, si incrociano (con trame combacianti) a sogni di altre persone amiche tra loro, che li hanno fatti la stessa notte... e che poi li confrontano.
Anzi, è statisticamente MOLTO probabile (se non necessario) che questo accada!
Ed invero, il fatto che il nero esca  alla roulette  15 volte di fila ,  sembra un evento davvero "straordinario"; ed invece, una volta ogni 32768 girate, c'è il 99,9% di probabilità che questo accada!
Per cui, contando, i MILIARDI DI MILIARDI di sogni che avvengono nel mondo ogni anno,  non trovo affatto strano che uno si sogni di chiamare in aiuto un amico mentre scende in cantina, e che l'amico, la stessa notte, si sogni di essere stato chiamato in aiuto (o qualunque altro sogno di "natura incrociata").
Così come, ci saranno stati almeno qualche migliaio di casi analoghi; ed infatti, a dire il vero, penso che sarebbe davvero strano, per il calcolo delle probabilità, e la legge dei grandi numeri, se questo non accadesse mai!
***
Diversamente, se ogni notte (o anche una volta a settimana o al mese), a te ed al tuo amico capitasse di fare "sogni incrociati", come quello che mi hai appena raccontato, allora, in effetti, ammetterei che qualcosa di strano è veramente accaduto.
E riterrei opportuna una verifica più circostanziale.
***
Tieni peraltro presente che tendiamo tutti a dimenticare rapidamente i sogni che contengono episodi che non si verificano nella realtà, mentre ricordiamo con grande enfasi quelli in cui gli eventi si realizzano (come nei sogni incrociati); ma, se si facesse un'analisi statistica tra le previsioni avveratesi e quelle non avveratesi, si scoprirebbe di essere perfettamente all'interno delle leggi probabilistiche. 
***
Infine, va fatta un'ulteriore considerazione; di solito i sogni si ricordano sempre un po' imperfettamente, per cui, se io ed il mio amico facciamo due sogni "abbastanza" combacianti, è abbastanza normale che,  che ognuno di noi, in perfetta buona fede e del tutto inconsapevolmente, aggiusti a posteriori il ricordo del sogno per farlo combaciare con con il sogno dell'altro.
***
;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 06 Aprile 2017, 20:23:41 PM
Citazione di: Eutidemo il 05 Aprile 2017, 20:24:11 PM
CitazioneSolo qualche ulteriore precisazione:

fenomeni di tipo "mentale" psichico (pensieri, sentimenti, ecc), e  fenomeni di tipo "mentale" fisico (visione dell'albero).
Questi ultimi, sono quelli che, secondo te, sono causati dalla "percezione" di oggetti materiali esterni, mentre, secondo me, sono anch'essi di puro carattere mentale.

CitazioneCredo che si sia capito che indubbiamente anche per me sono meramente fenomenici, facenti parte dell' esperienza fenomenica cosciente: "esse est percipi".

***
EMPIRISMO SPINTO
Quanto all'empirismo, io, magari, sono più  "berkeleiano" che "humiano" (sebbene Hume mi piaccia di più), in quanto, è proprio spingendo l'empirismo all'estremo, ti accorgi che QUELLO CHE VERAMENTE ESPERISCI E' SOLO NELLA TUA TESTA!
Citazione"Nella tua testa in senso meramente metaforico" per "nell' ambito della tua esperienza fenomenica cosciente:

Non é l' esperienza cosciente ad essere nei cervelli ma invece i cervelli ad essere nelle (fa parte delle) esperienze fenomeniche coscienti

***
FENOMENI MATERIALI
Sono d'accordo sul fatto che i "cervelli",  quando li vedo "in vitro", o sul monitor di una TAC sono sicuramente anche essi "fenomeni"; e secondariamente, nell' ambito generale dei fenomeni, apparterebbero al sottoinsieme di quelli "materiali",SE la "materia" fosse reale.
In realtà, a quanto ne so in base a stretti principi empiristici, io vedo solo una "immagine mentale" di materia cerebrale "in vitro" o sul monitor di una TAC , e una "immagine mentale"  di  scienziati che gli si aggirano attorno, nonchè una "immagine mentale"  di un testo scritto che parla del cervello; ma, se esistano fuori di me un cervello, scienziati e libri "materiali", esula del tutto dalla mia esperienza "diretta".
Io posso esperire solo quello che è nella mia testa, non quello che c'è fuori!
Per cui io, nella mia mente, non esperisco MAI, quelli che tu definisci "...nell' ambito generale dei fenomeni, il sottoinsieme dei "fenomeni materiali" "
Per me, infatti, "fenomeno materiale" è una "contradtictio in adjecto", perchè tutto cio che "fainetai moi" , non si manifesta mai a me nella sua "materialità esterna", e, perciò, NON E' MAI FENOMENO.

CitazioneMa per "materia" intendo la cartesiana "res extensa", il cui "esse est percipi" (per me, non per Cartesio), dunque sono fenomeni e non certo il noumeno.

Naturalmente non ripeterà questa precisazione d' ora in avanti (di seguito) per ogni ulteriore identico fraintendimento delle mie convinzioni; per esempio non credo esista alcun "albero materiale esterno" (bensì "qualcosa di noumenico" ad esso corrispondente) che "causa" (bensì che diviene in corrispondenza biunivoca del divenire de-) la mia visione dell' albero fenomenico interno alla mia coscienza.
La precisazione vale inoltre per quanto affermi sotto i titoli "Inconoscibilità del noumeno", "Il metro di Hume e Popper" e "Interazione".

Anzi, dirò di più:
Che esistano fuori di me un cervello, scienziati e libri "materiali" non solo esula del tutto dalla mia esperienza "diretta", ma lo posso escludere del tutto:

Se qualcosa di noumenico esiste fuori della mia esperienza cosciente ad essi corrispondente, allora tale "qualcosa", essendo noumenico e non fenomenico ed esistendo anche indipendentemente dal mio esperire i corrispondenti fenomeni (cervelli, scienziati,e cc.), per necessità logica deve essere altro da essi, (cervelli scienziati, libri, ecc. che sono insiemi di sensazioni delle quali l' "esse est percipi"),altrimenti mi contraddirei pretendendo di affermare che qualcosa accade (anche) quando non accade.

:-)
***
APPARENZA E REALTA'
Quello che mi "appare" come materia (il mondo fisico), proprio per il fatto che mi "appare", NON E'; o, almeno, io non posso esperirlo direttamente come "reale".
Quando io scrivo che, se "vedo" un albero, in realtà lo vedo solo fenomenicamete (="mentalmente"), intendo dire che nego che esso sia "MATERIA" fenomenica, perchè la materia, se esiste, è solo "causa esterna" (a cui non posso accedere) della mia "immagine" interna di quell'albero; il fenomeno, per me, è solo "interno" e mentale, mai materiale.
:-)
***
RES COGITANS e RES EXTENSA
Quanto al tuo continuo cartesiano richiamo alla "res cogitans" (pensiero) e la res extensa (la realtà materiale), secondo me si tratta di una terminologia che può ulteriormente confondere la nostra già contorta questione; anche perchè, mentre Cartesio identifica la "res cogitans" precipuamente con la "coscienza" io,  quando parlo "coscienza", più che alla "mente", mi riferisco l'"apex mentis", ovvero il "soggetto mentale conoscente" (che in effetti somiglia alla "res cogitans") , mentre, per me, la "mente", più in generale, è il "luogo" in cui si manifestano i fenomeni di cui la coscienza prende atto.
CitazioneQui devo dire che proprio non ti capisco.

Potrebbe essere il caso che dessi ulteriori spiegazioni (scusandoci con gli altri frequentatori del forum).
Il soggetto mentale cosciente non può che essere noumenico, diverso dai "contenuti" dell' esperienza fenomenica cosciente (sia quelli materiali che i pensieri).

Come un oggetto noumenico "esterno" é correlato alla coscienza "del" (biunivocamente corrispondente al) soggetto noumenico da esso diverso (due """entità noumeniche""" diverse) allorché in questa coscienza stessa accadono sensazioni fenomeniche materiali (extensae in senso fenomenico: esse est percipi), così l' oggetto noumenico costituito dal (identificantesi con: la stessa, identica """entità noumenica""" del) soggetto (soggetto-oggetto riflessivamente) é correlato alla coscienza "sua" (biunivocamente corrispondente ad esso stesso) allorché in questa coscienza stessa accadono sensazioni fenomeniche mentali (cogitantes in senso fenomenico: esse est percipi).

Ecco perché determinati eventi neurofisiologici in un determinato cervello osservato dai neuroscienziati (sensazioni fenomeniche -di fatto solitamente indirette- nell' ambito della loro coscienza fenomenica) corrispondono a determinati eventi fenomenici (materiali e/o mentali -nella mia- accezione dei termini a seconda dei casi) in una determinata esperienza cosciente (diversa da quelle degli osservatori, quella dell' osservato): stessi enti/eventi noumenici con corrispondenze fenomeniche """esterne""" ed """interne""" in esperienze coscienti corrispondenti a soggetti noumenici rispettivamente diversi dal ed identici all' oggetto-oggetti noumenico-i.


SOLIPSISMO

Tra l'altro, feci anche un ragionamento, guardando la mia carta d'identità, con nome, cognome, città e data di nascita: "Se sono io che mi sto sognando l'intero Universo, a parte il fatto che sarebbe alquanto bizzarro che esso fosse il semplice sogno di un Pinco Panco qualsiasi tra 4 miliardi di altri Pinchi Panchi che gli stanno intorno (tutti sognati da lui), c'è anche da considerare, guardando la data di nascita, che effettivamente io non mi ricordo niente di antecedente; e questo sarebbe impossibile se io fossi davvero il SOGNATORE dell'Universo".
Poi feci altri ragionamenti un po' più filosofici, come quello sopra; che, però, tu definisci "paralogistico" (non capisco perchè)
CitazioneNon c' é nulla di autocontraddittorio nell' ipotizzare che (mi metto nei tuoi panni ammettendo ma non concedendo, momentaneamente, il superamento del solipsismo) tutto ciò che esiste é la tua esperienza, le tue sensazioni, comprese quelle della visione della tua carta d' identità e tutto ciò che hai letto sull' universo prima della tua data di nascita e nient' altro.
Quella solipsistica (anche se concordo con Schopenauer che se qualcuno ci crede é pazzo) é un' ipotesi superabile solo per fede e non razionalmente (per dimostrazione logica o constatazione empirica).



:-)
***
SOGGETTO NOUMENICO
Il soggetto universale, peraltro, non  sarebbe affatto un fenomeno accanto agli altri fenomeni, in quanto (come pure i singoli "io", nel loro piccolo) ha natura SOGGETTIVA; ed il soggetto, anche individuale, è, sì, "mentale", ma MAI "fenomenico", perchè del proprio "io" si prende coscienza soggettiva, ma non lo si può "sperimentare".
Vale a dire che tutto ciò che è fenomenico è mentale, ma non tutto ciò che è mentale è anche fenomenico!
CitazioneDistinguerei due diversi significati di "mentale":

"mentale-1" (esperito come pensieri, ragionamenti, sentimenti, ecc.: "res cogitans" intesa come fenomenica -esse st percipi- e non "sostanziale à la Cartesio");

e "mentale-2" (pensato, oggetto di pensiero: si possono pensare sensazioni fenomeniche, comprese quelle "cogitantes" o mentali oltre a quelle materiali, ma anche il noumeno, le cose in sé; anche se in quest' ultimo caso si tratta di pensieri alquanto "vaghi ed oscuri", non includenti ricordi "di tipo immaginale", se non intesi in senso meramente metaforico od "oscuramente allusivo")

Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Aprile 2017, 20:28:59 PM
Grazie della risposta Eutidemo (che riprenderò in seguito),
 
nel mio ambito familiare posso annoverare molte di tali coincidenze fuor di significative ricorrenze "statistiche", e in un forum di ricerca e riflessione trovo che lo scambio di episodi personali (come hai fatto tu riferendo i tuoi) sia un valore aggiunto più che una perdita di tempo.

Non di sole riflessioni vive l'uomo, ma anche di pane e fatti (fenomeni, parafrasando all'incontrario, senza alcun intento denigratorio un assunto importante) e se questi (tuttavia riportati con moderazione e da ben pochi come noi che usano inserirli nel loro discorrere) purtroppo allontanano chi non li reputi inerenti me ne scuso, ma come per costoro è congruo il loro modo di sviluppar il tema, così, attingendo a certe circostanze della vita reale, lo è per me.

Naturalmente il mio scopo non è di influir sulla statistica dei sogni o difender a spada tratta l'importanza o la diversa interpretazione di un evento (possiamo escluder del tutto un'ipotesi?) ma semplicemente, poiché qui si tratta di filosofia e quella del come viver non mi par poca cosa, attraverso la descrizione dei fenomeni (lo son anche questi, no?) che io (e altri, mi auguro) andrò riportando, aprire al confronto chi al riguardo sente più confacenti alla sua sensibilità e al proprio vissuto, delle prospettive che via via son andate prendendo non poco piede anche nel consesso scientifico.

Immaginavo la tua risposta che è analoga a quella fatta intendere da Sgiombo – coincidenza - che significa l'accader allo stesso tempo (che vedo t'interessa, riguardo l'ipotesi del poterci viaggiare...) di due fenomeni, come fossero in correlazione.

Da una coincidenza Jung trasse importanti elementi per sviluppar la sua opera:

JUNG APRE LA FINESTRA DELLA COINCIDENZA

Una giovane donna di alta educazione e contegno entrò nell'ufficio di Jung. Jung vide che la ricerca della donna per il cambiamento psicologico sarebbe stata condannata a meno che lui non fosse stato in grado di ammorbidire il suo guscio razionalista con «una conoscenza un po' più umana».

Jung aveva bisogno della magia della coincidenza. 
La richiedeva e cercava di trovarla attorno a sé. 
Così è rimasto attento alla giovane donna, sperando che qualcosa d'inaspettato e irrazionale venisse fuori.

Mentre lei descriveva uno scarabeo dorato – un costoso pezzo di gioielleria – che aveva ricevuto in sogno la notte prima, Jung sentì un picchiettare sulla finestra.

Quando guardò vide un luccichio verde-oro.

Jung aprì quella che era la finestra della coincidenza, e prese lo scarabeo che volteggiava nell'aria. Il coleottero, molto simile a quello d'oro, era proprio quello di cui aveva bisogno, oppure ciò di cui lei aveva bisogno.

«Ecco il tuo scarabeo», disse alla donna, mentre le porgeva il legame tra i suoi sogni e il mondo reale.
.............

Proprio come Jung è stato determinante nel far emergere la coincidenza dello scarabeo, lo è stato anche nel portare l'idea della sincronicità al mondo. 
La sincronicità è come lo scarabeo d'oro, che ci è stato consegnato con aria di grande mistero, con la magia di una fiaba.

http://epochtimes.it/n2/news/come-potremmo-utilizzare-le-coincidenze-in-psicoterapia-lo-scarabeo-di-jung-2581.html
 
... un argomento (per me) estremamente interessante e correlato al tema del topic che cercheremo di approfondire.
 

Non misurando il grado d'attendibilità statistica... dei due polli del Trilussa... e del valore assoluto dei numeri...
 
LA STATISTICA

Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì,la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:

e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.

 

NUMMERI

- Conterò poco, è vero: 
- diceva l'Uno ar Zero - 
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te, 
lo sai quanto divento? Centomila. 
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore 
che cresce de potenza e de valore 
più so' li zeri che je vanno appresso. 


TRILUSSA
 

... mi permetto di riportar un altro evento di cui son stato testimone.
 
Alcuni membri della mia famiglia han fatto dei ben strani sogni, ad esempio mia madre sognò un suo cugino che non vedeva da quasi un anno. 
A costui, che viveva in ristrettezze economiche (è dir poco) talvolta usava lavar e stirar i pochi panni e fornir del cibo (e qualcos'altro) all'occasione.

Ordunque una notte eccolo presentarsi in sogno a mia madre, sbarbato e ben vestito. 
Con far gentile ed educato (una sua squisita caratteristica) le dice ch'è venuto a salutarla e di non aver più bisogno di quel saltuario servizio di lavaggio e stiratura... e che le cose ora van bene e la ringrazia con enfasi, togliendosi il cappello come usava fare...

Al mattino mia madre riferì il sogno a mio padre che si mise in viaggio per raggiunger il cugino (non aveva telefono) che viveva da solo.

Era morto quella notte.


 
Un cordiale saluto


Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 06 Aprile 2017, 21:51:04 PM
Citazione di: Eutidemo il 06 Aprile 2017, 12:49:20 PM
CitazioneAltre precisazioni che mi sembrano utili e interessanti (confortato in questo dal moderatore Jaean)

SPIEGAZIONE NOUMENICA DEI FENOMENI
Non ho ben chiaro cosa tu intenda per mia "spiegazione noumenica dei fenomeni".
Ed infatti, secondo me, non si tratta "esattamente" della natura di ciascuno di noi in quanto soggetto-oggetto di autocoscienza; cioè, come tu scrivi, ciascuno di noi "sentirebbe" di sentire e di esistere, e, allo stesso tempo, "sentirebbe" desideri, soddisfazioni e insoddisfazioni di desideri, imperativi etici, ecc.
Non mi sembra che sia esattamente così.
Ed infatti, "Io" non posso esperire me stesso in quanto "io", perchè il soggetto non può MAI  porsi come oggetto di se stesso; anche sintatticamente, infatti, pur volendo forzare la realtà e la sintassi (che è logica), se voglio per forza dire una cosa del genere, devo cambiare il pronome e devo dire: "Io esperisco ME", non posso dire "Io esperisco IO".
E bada che non si tratta solo di sottigliezze sofistiche, bensì della realtà delle cose; puoi fare tu stesso la "prova mentale" di quanto dico.
Ed infatti, prova a:
- guardare consapevomente il PC davanti a te (fenomeno di "presunta" origine fisica)
- prova a pensare ad un gatto (fenomeno mentale).
Fatto?
Ok.
Ora, cerca di autoanalizzare quello che avviene nella tua mente, e ti accorgerai che nessuna delle due "esperienze" che hai appena fatto, è possibile riguardo all'IO; ed infatti, tu l'IO non lo "esperisci", MA, PIU' SEMPLICEMENTE, LO SEI (E LO SAI).
Il che è una cosa ben diversa, perchè si tratta di mera "presa di coscienza" del tuo essere "noumenico", non dell'"esperienza" di un "fenomeno" "IO"; e tale coscienzializzazione può avvenire sia a livello del tuo essere "noumenico" individuale (cosa che accade ordinariamente tutti i giorni), sia anche a livello del tuo essere "noumenico" universale (ed allora sarebbe una esperienza mistica).
CitazioneNon trovo per nulla autocontraddittoria la condizione riflessiva di soggetto-oggetto (in sé, noumenico) di coscienza (fenomenica).
Infatti linguisticamente "io" e "me" sono la stessa cosa diversamente considerata (sono sicuro che esistono lingue nelle quali il pronome personale della prima persona non si declina, così come in molte altre, compreso l' italiano, di norma non si declinano nomi e aggettivi che si declinano in altre ancora) ma rimane immutato e solo accompagnato da preposizioni (e in generale declinazioni e preposizioni mi sembrano modi perfettamente equivalenti di esprimere le diverse connessioni logico-sintattiche fra sostantivi, pronomi, ecc. nelle varie lingue).

Con David Hume sono convinto (oltre a tantissime importantissime altre cose!) che l' io (come cosa in sé o noumeno, soggetto-oggetto delle sensazioni fenomeniche mentali, cioé dei miei pensieri, e soltanto soggetto di quelle materiali fenomeniche: il loro esse est percipi!), esattamente come le altre cose in sé (come cose in sé o noumeno, oggetti delle mie sensazioni fenomeniche -esse st percipi!- materiali) non sia dimostrabile (esistere realmente), né tantomeno mostrabile o empiricamente constatabile.

Quel che con sicurezza accade sono le sensazioni fenomeniche in generale; e in particolare quelle "cogitantes" che includono i miei pensieri, ragionamenti, emozioni, sentimenti, ecc.; queste sono fenomeni ai quali é indimostrabile ma lecito ipoteticamente considerare corrispondente un """entità/insieme di eventualità in sé""" o """ente noumenico""" che sarei "io", e a cui nell' ambito della rispettiva, propria (la "mia") esperienza cosciente corrispondono le sensazioni fenomeniche "extensae" allorché viene a trovarsi in determinate condizioni essendo in determinate relazioni con altre da sé diverse entità/eventualità in sé o noumeniche e invece corrispondono le sensazioni fenomeniche "cogitantes" allorché viene a trovarsi in determinate condizioni essendo in determinate relazioni con se stesso -o comunque trovandosi in determinate circostanze sue proprie "intrinseche, indipendentemente dal resto della realtà in sé o noumeno- cioé con quell' """entità/insieme di eventualità in sé""" o """ente noumenico""" che esso stesso é; "extensae" e "cogitantes" tra virgolette, naturalmente, perché intese come fenomeni: esse est percipi!

Quando sento mentalmente (fenomeni!) che desidero bere un buon bicchiere di vino si sentono "cose" (= accadono fenomeni; di tipo "cogitans") diversi sia dalla visione "extensa" del computer sia dalla sensazione "cogitans" del ricordo del gatto; e mi sembra di notare una molto maggiore "dominabiità volontaria", per quanto sempre relativa, delle cogitantes come "il mio pensiero del gatto" (molto di piu) e il mio "desiderio del buon vino" (molto meno), piuttosto delle "extensae" (per non vedere il computer non basta che non lo voglia, ma devo "adeguarmi" chiudendo gli occhi o guardando altrove).


Purtroppo, data la materia, si fa molta fatica a capirsi, data l'ambiguità dei termini; che io, peraltro, a volte aggravo, perchè, per il vezzo "letterario" di evitare le ripetizioni, spesso complico il discorso usando pure i sinonimi!
CitazioneBeh, questo vezzo, almeno in qualche non trascurabile misura, credo di averlo anch' io: si vede che abbiamo studiato nelle scuole "di una volta" e non abbiamo (per fortuna) imparato a parlare sentendo i giornalisti della TV o i D.J della radio!!!"


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 07 Aprile 2017, 07:22:22 AM
Citazione di: Jean il 06 Aprile 2017, 20:28:59 PM
Grazie della risposta Eutidemo (che riprenderò in seguito),

nel mio ambito familiare posso annoverare molte di tali coincidenze fuor di significative ricorrenze "statistiche", e in un forum di ricerca e riflessione trovo che lo scambio di episodi personali (come hai fatto tu riferendo i tuoi) sia un valore aggiunto più che una perdita di tempo.

Non di sole riflessioni vive l'uomo, ma anche di pane e fatti (fenomeni, parafrasando all'incontrario, senza alcun intento denigratorio un assunto importante) e se questi (tuttavia riportati con moderazione e da ben pochi come noi che usano inserirli nel loro discorrere) purtroppo allontanano chi non li reputi inerenti me ne scuso, ma come per costoro è congruo il loro modo di sviluppar il tema, così, attingendo a certe circostanze della vita reale, lo è per me.

Naturalmente il mio scopo non è di influir sulla statistica dei sogni o difender a spada tratta l'importanza o la diversa interpretazione di un evento (possiamo escluder del tutto un'ipotesi?) ma semplicemente, poiché qui si tratta di filosofia e quella del come viver non mi par poca cosa, attraverso la descrizione dei fenomeni (lo son anche questi, no?) che io (e altri, mi auguro) andrò riportando, aprire al confronto chi al riguardo sente più confacenti alla sua sensibilità e al proprio vissuto, delle prospettive che via via son andate prendendo non poco piede anche nel consesso scientifico.

Immaginavo la tua risposta che è analoga a quella fatta intendere da Sgiombo – coincidenza - che significa l'accader allo stesso tempo (che vedo t'interessa, riguardo l'ipotesi del poterci viaggiare...) di due fenomeni, come fossero in correlazione.

Da una coincidenza Jung trasse importanti elementi per sviluppar la sua opera:

JUNG APRE LA FINESTRA DELLA COINCIDENZA

Una giovane donna di alta educazione e contegno entrò nell'ufficio di Jung. Jung vide che la ricerca della donna per il cambiamento psicologico sarebbe stata condannata a meno che lui non fosse stato in grado di ammorbidire il suo guscio razionalista con «una conoscenza un po' più umana».

Jung aveva bisogno della magia della coincidenza.
La richiedeva e cercava di trovarla attorno a sé.
Così è rimasto attento alla giovane donna, sperando che qualcosa d'inaspettato e irrazionale venisse fuori.

Mentre lei descriveva uno scarabeo dorato – un costoso pezzo di gioielleria – che aveva ricevuto in sogno la notte prima, Jung sentì un picchiettare sulla finestra.

Quando guardò vide un luccichio verde-oro.

Jung aprì quella che era la finestra della coincidenza, e prese lo scarabeo che volteggiava nell'aria. Il coleottero, molto simile a quello d'oro, era proprio quello di cui aveva bisogno, oppure ciò di cui lei aveva bisogno.

«Ecco il tuo scarabeo», disse alla donna, mentre le porgeva il legame tra i suoi sogni e il mondo reale.
.............

Proprio come Jung è stato determinante nel far emergere la coincidenza dello scarabeo, lo è stato anche nel portare l'idea della sincronicità al mondo.
La sincronicità è come lo scarabeo d'oro, che ci è stato consegnato con aria di grande mistero, con la magia di una fiaba.

http://epochtimes.it/n2/news/come-potremmo-utilizzare-le-coincidenze-in-psicoterapia-lo-scarabeo-di-jung-2581.html

... un argomento (per me) estremamente interessante e correlato al tema del topic che cercheremo di approfondire.


Non misurando il grado d'attendibilità statistica... dei due polli del Trilussa... e del valore assoluto dei numeri...

LA STATISTICA

Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.

Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì,la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.

Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:

e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.



NUMMERI

- Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.


TRILUSSA


... mi permetto di riportar un altro evento di cui son stato testimone.

Alcuni membri della mia famiglia han fatto dei ben strani sogni, ad esempio mia madre sognò un suo cugino che non vedeva da quasi un anno.
A costui, che viveva in ristrettezze economiche (è dir poco) talvolta usava lavar e stirar i pochi panni e fornir del cibo (e qualcos'altro) all'occasione.

Ordunque una notte eccolo presentarsi in sogno a mia madre, sbarbato e ben vestito.
Con far gentile ed educato (una sua squisita caratteristica) le dice ch'è venuto a salutarla e di non aver più bisogno di quel saltuario servizio di lavaggio e stiratura... e che le cose ora van bene e la ringrazia con enfasi, togliendosi il cappello come usava fare...

Al mattino mia madre riferì il sogno a mio padre che si mise in viaggio per raggiunger il cugino (non aveva telefono) che viveva da solo.

Era morto quella notte.



Un cordiale saluto


Jean

Ciao Jean,
come ti avevo detto, "una rondine non fa primavera"; anzi, è probalisticamente necessarioche anche le più strane coincidenze, di tanto in tanto, si verifichino.
Però, se esse si ripetono a breve distanza e con le stesse circostanze (sempre che la cosa sia inequivocabilmente dimostrabile) allora il discorso cambia, perchè la spiegazione meramente "probabilistica" non regge più :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 07 Aprile 2017, 20:12:48 PM
Ciao Jean,

come ti avevo detto, "una rondine non fa primavera"; anzi, è probabilisticamente necessario che anche le più strane coincidenze, di tanto in tanto, si verifichino.
Però, se esse si ripetono a breve distanza e con le stesse circostanze (sempre che la cosa sia inequivocabilmente dimostrabile) allora il discorso cambia, perchè la spiegazione meramente "probabilistica" non regge più
                   




 

Necessario e sufficiente


Ciao Eutidemo,

necessariamente una rondine non fa primavera ma, per chi ne segua nel tempo gli spostamenti, potrebbe esser sufficiente ad annunciarla. 

Poi ci son rondini malate, confuse... e quant'altro possa alterare il loro orologio biologico sino a farle confonder notte per giorno (si riconoscono per aver, a causa di ciò, pupille dell'occhi al par dei gufi... in verità rare tal quelle della signora riportata da Lorenzo... di cui non mi interesso e qui richiamo solo per soddisfar il mio sense of humor...).

Che le probabilità necessitino comportamenti fuor di gaussiana è un prender atto che tali eventi non son impossibili, e se son nella sequenza in analisi son prontamente espulsi da un buon test di Dixon. 

E tal antipatici, inestetici ed aberranti punti non compaiono di certo nella bella campana che risolve la sequenza.

Eppur la rondine anomala - quel punto - annunciò la primavera... e a breve, visto che oggi le primavere anticipano almeno di un paio di settimane se non quasi un mese, come mi dice un amico apicoltore ed un altro, un agricoltore che smarrito vede fiorir in anticipo i suoi olivi in Toscana, senz'acqua a sorreggerne lo sviluppo, quella rondine diventerà la norma e anomalo il comportamento dell'altre che non vi si adeguassero... 
 
Come anch'io ti avevo detto non disquisisco qui matematicamente, se per te di un milione di miracoli (per intender un comportamento fuor dalle "regole") sottoposti a (eu)titanica indagine ne rimangono forse un 10% o un solo 1%  o ancor meno, uno 0,01% vale a dir, nel minor caso appena 100 (se poi vuoi escluderli tutti passa oltre e non mi dar più bada) e tal numero mi dimostri esser "mangiato" da un'ottima deviazione standard ottenuta con tutti l'altri, sì che ritieni confermata la chiusura causale dell'universo...

(o meglio del mondo? Perché dell'universo non si conosce ancora che forma abbia, come la topologia insegna... e potrebbe riservar sorprese, dimensioni attorcigliate e orribili cunicoli spaziotemporali, lo dicon fior di scienziati, addirittura qualcuno che ha ottenuto ben più di un Nobel, vedi: https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/14675-la-congettura-di-poincare-e-la-domanda-nascosta.html)

... e ritieni necessario escluderli dall'aver titolo a por questioni sull'esistenza a causa della loro devianza o mostruosità... ci son altri, come il sottoscritto, per cui quello 0,01% è ben più che sufficiente invece per includerli tra gli eventi che conferiscono all'esistenza un certo, soggettivo, fascino... che merita d'esser indagato con mente aperta a più prospettive.

Si presuppone non si possa chieder ad un evento fuor di gaussiana di ripresentarsi nella stessa posizione nel quadrante grafico... che dato aberrante sarebbe se manifestasse ripetitività? 

Nel qual caso rivelerebbe una funzione che lo sottende... così i miracoli, i sogni come quello di mia madre (... ma ne ha fatti altri abbastanza simili, tuttavia un po' troppo "oltre" per sottoporteli), il comportamento in prossimità della morte del mio e del nonno di Acquario, le NDE come quella sperimentata da Duc... non son riproducibili per un numero di volte atte a soddisfar una inequivocabile dimostrazione.

Ma son certo che per guadagnar un'anima al cielo il buon Duc non esiterebbe a rivivere (... mmh... forse "rimorire" par più appropriato) il suo evento... così si potrebbe organizzar la dimostrazione e se proprio non accade come accadde... beh, Duc, t'era andata bene una volta... saresti il primo martire per il bene della nuova scienza dello spirito, matematicamente supportata...

 
Accidenti, Euti...

qui siam in filosofia e un po' mi aspettavo che il tema dell'aldilà (che per quello dell'oltre presumo esser pochi gli interessati... una nicchia al par di quanti posson dire di comprendere Severino...) venisse discusso appunto in termini filosofici da chi ne ha competenza...

ad esempio, sul tema morte (...molto vicino a quello dell'aldilà, no?)      
WIKI- Leibniz sul piano esistenziale rifiuta l'idea della morte come fine definitiva («la morte non sia altro che la corruzione di un animale che per questo non cessa di esistere»)

qualcuno potrebbe spiegarmi cosa intenda Leibniz?

Credo vi sia molto al riguardo e in questo molto anche il non-inerente, non conclamato e validato che vado proponendo troverebbe la sua appropriata collocazione, qual ipotesi tra altre ipotesi... che la verità, l'abbia qualcuno... oh, ci si mette in società e la si vende a peso d'oro, che sin che siam qui... poi si vedrà... come, mi contraddico?

Eh, ma siam sicuri che la verità dell'aldilà se c'è sia immutabile? O magari il viaggio continua... al di là dell'aldilà?  

 
Un umoristico saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 07:09:37 AM
Ciao Jean,
niente è impossibile, ma non tutto è ugualmente probabile. :)
***
ESSE et POSSE
"Ab esse ad posse valet, sed a posse ad esse non valet consequentia!"
Cioè, se un fatto si è EFFETTIVAMENTE verificato (esse), vuol dire che per forza doveva essere possibile, altrimenti non si sarebbe verificato; però, il mero fatto che un fatto "possa" essere astrattamente possibile (posse), non significa che debba verificarsi per forza.
***
RONDINI
Quanto alle rondini, è vero: ci son rondini malate, confuse ed anche credulone...che, magari, vedendo sfrecciare sopra di loro un jet, pensano che sia un somaro che vola! :D
***
DEVIANZA
Credo di essermi spiegato male; io non  ritengo affatto necessario di escludere la possibilità di un evento, solo a causa della sua "devianza o mostruosità".
Ed infatti:
- nel caso del tuo sogno, non lo ritengo affatto un evento "straordinario", in quanto, tra i sette miliardi di persone che sognano ogni notte, "sogni combacianti" come quello tuo e del tuo amico, se ne verificano centinaia a settimana; e, dato l'elevatissimo numero dei sognanti, sarebbe davvero strano se ciò non si verificasse!
- se invece tu, in particolare, facessi dozzine di simili "sogni combacianti" (o "premonitori") ogni mese, o anche ogni anno, allora sì che si tratterebbe di un fatto fuori della norma, meritevole di "stupore", nonchè di ulteriori indagini circa l'effettiva esistenza del fenomeno, e la sua spiegazione.
Si tratta di due cose ben diverse, mi pare!
***
GAUSS NEL CASINO'
Quanto a Gauss, se, in un Casinò, tu riuscissi  a battere il banco per 20 volte di fila, ti beccheresti sicuramente un applauso; ma se tu lo battessi 200 volte di fila, temo proprio che ti butterebbero fuori...dopo averti spezzato le gambe. :-\
Non credo proprio che il buttafuori si berrebbe la storia del "miracolo"! ;D
***
EINSTEIN
Einstein sosteneva di aver trovato un modo matematicamente infallibile per vincere alla "roulette".
Sai quale?
Diceva: "Trovati una bella complice che distragga il "croupier"; e, quando è distratto, fregati un po' di "fiches" dal tavolo verde! Questo è l'unico modo per vincere alla "roulette". ;D
MIRACOLI
Quanto ai miracoli, non è necessario che siano riproducibili per un numero di volte atte a soddisfar una inequivocabile dimostrazione; può anche bastare una volta sola. 
Per esempio, se un mio amico che ha perso le gambe da dieci anni, dopo essere stato a Lourdes, tornasse saltellando su due gambe nuove di zecca, non pretenderei certo che tornasse a Lourdes, per farsi spuntare anche le ali, per convincermi che c'è stato veramente un miracolo.
Mi basterebbe anche una sola volta , per convincermi! ;)
Ma, "stranamente", tale tipo di miracoli, NON ACCADONO MAI se non per racconto altrui ; e, in questo campo, per me le testimonianze valgono meno di ZERO!
LEIBNIZ
Quanto alla frase di Leibniz, che diceva che: "...la morte non è altro che la corruzione di un animale che per questo non cessa di esistere", non la conoscevo; ma penso che lui volesse riferirirsi al "ciclo dell'azoto", in quanto il sistema biologico può rilasciare l'azoto attraverso la decomposizione del cadavere, concimando il terreno, e, quindi, convertendosi in nuova vita. 
***
MORTE
Quanto al tema della morte, ho già espresso in altri "post" il mio pensiero al riguardo (anche in questo TOPIC):
- poichè tutto ciò che ha inizio deve necessariamente anche avere una fine, e poichè il nostro "IO INDIVIDUALE" ha avuto un inizio, sono pressochè sicuro che esso, con la morte, avrà definitivamente fine;
- però, io penso pure che il nostro "IO INDIVIDUALE" non sia altro che un "epinoumeno" del nostro "SE' UNIVERSALE, per cui, non essendo questo mai nato, non morirà mai.
San Paolo diceva che siamo destinati ad essere con DIO un UNICO spirito...non fonderne DUE! :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Garbino il 08 Aprile 2017, 08:43:50 AM
Al di là dell' aldilà.

X Jean.

Ho effettuato delle ricerche sulla filosofia di Leibniz, devo ammettere che la mia conoscenza sul suo pensiero risale al periodo scolastico ed allora studiavo veramente poco, e mi sono ritrovato di fronte ad un vero e proprio delirio della ragione. Al cospetto cioè di un credente di grandissima intelligenza che supera il pensiero della morte attribuendo alle monadi l' immortalità. Una immortalità non solo fisica ma anche spirituale.

Ed è proprio in questa ottica che va interpretata la frase che tu citi. Il corpo umano perciò, secondo Leibniz, è una delle infinite forme che le monadi assumono, in un ciclo vitale che prevede una ascesa e una degradazione che porta ad una morte che è fine soltanto a livello apparente. 

Il delirio a cui mi riferisco si basa sul mio rapporto con la stessa possibilità che una forma di intelligenza possa sussistere, e che è legata indissolubilmente, sempre a mio avviso, ad un organo fisico in cui possa apparire. Il cervello umano è appunto questa forma. Pensare ad uno spirito che possa racchiudere una forma cosciente senza un organo specifico dal mio punto di vista è impossibile. 

E è da questo punto che si rende necessaria la fede. Qualsiasi tentativo di spiegare qualsiasi fenomeno metafisico attraverso la razionalità è destinato miseramente a fallire, compresa la teoria delle monadi di Leibniz.

Spero di essere stato chiaro.

Con stima Garbino Vento di Tempesta,
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 08 Aprile 2017, 09:21:32 AM
@Eutidemo scrive:

MORTE
Quanto al tema della morte, ho già espresso in altri "post" il mio pensiero al riguardo (anche in questo TOPIC):
- poichè tutto ciò che ha inizio deve necessariamente anche avere una fine, e poichè il nostro "IO INDIVIDUALE" ha avuto un inizio, sono pressochè sicuro che esso, con la morte, avrà definitivamente fine;
- però, io penso pure che il nostro "IO INDIVIDUALE" non sia altro che un "epinoumeno" del nostro "SE' UNIVERSALE, per cui, non essendo questo mai nato, non morirà mai.
San Paolo diceva che siamo destinati ad essere con DIO un UNICO spirito...non fonderne DUE! (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif)

Questo non è Cristianesimo, ma bensì una forma di Vedanta.  
Il Cristianesimo non ammette l'unione  in essenza con Dio, ma il 'godimento' da parte di anime individuali della presenza di Dio. E per godere della presenza è necessaria la 'separazione'. La creatura non può essere il creatore e il concetto di Creatore , creatura e creato è primario nel Cristianesimo. L'argilla e il vasaio non sono la stessa cosa... E le anime individuali sono proprio quell'"Io individuale" che affermi  si dissolverà alla morte corporale. Infatti quale premio o punizione sarebbe possibile se i meriti e le colpe, prodotti dall'io individuale, si dissolveranno con esso? Non sarebbe possibile alcuna forma di etica cristiana. San Paolo non pensa affatto di essere lui stesso Dio e la sua affermazione viene vista nel contesto della manifestazione trinitaria di Dio. Nel Cristianesimo Dio non è un generico Sè universale indifferenziato, ma vero Essere pensante uno e trino ( Tre in uno, uno in tre) la cui natura è agape ( amore/dono). Yeoshwa sulla Croce non dice al ladrone " Tu sarai in me o come me" ma "Tu sarai Con me " in Paradiso. La differenza è fondamentale, Poi vi è tutta la dimensione escatologica che prevede la resurrezione dei corpi alla Parusia con la reintegrazione dell'unita spirito/materia ( anima individuale/corpo caduco). Poi ci sono tutte le varie parabole di Yeoshwa stesso con "la separazione del grano dalla pula", "Il Padrone della vigna e i vignaioli", ecc. Se non ci fosse differenza non avrebbe alcun senso l'irruzione della caducità nel mondo attraverso un atto individuale e quindi non vi sarebbe necessità di  avvento del Salvatore e il valore della Resurrezione dai morti. La preghiera stessa perderebbe qualunque significato ( che senso avrebbe pregare un qualcosa che già si è?... assurdo) e Yeoshwa pregava spesso e insegnava a pregare il Padre. Negare l'anima individuale non è Cristianesimo. E' una critica che ti ho già mosso, mi pare... :)
P.S. Muovo questa critica non per disquisire sulla tua personale visione metafisica della realtà ma  perché in più occasioni hai affermato di essere cristiano ( anche cattolico mi pare) e quindi trovando questo contraddittorio con le varie affermazioni di pensiero come sopra...Poi ognuno è liberissimo di costruirsi una sua personale teoria...ma magari sarebbe preferibile non definirla all'interno di una religione o forma spirituale che ha già dei dogmi ben definiti che la caratterizzano...

"Polveri eri e polvere ritornerai"...
Per questo io non spolvero...potrebbe essere qualcuno che ho conosciuto. ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 13:24:20 PM
Ciao Sariputra,
hai perfettamente ragione, anche se, forse, sarebbe più esatto scrivere: "Questo non è <<Cattolicesimo>>, ma bensì una forma di Vedanta."
Quanto al <<Cristianesimo>>, invero, dipende da quali passi delle Scritture si scelgono, e da come li si interpretano; per esempio, oltre a quello da me sopra riportato, San Paolo disse pure che "DIO E' TUTTO IN TUTTI!"( "Deus est omnia in omnibus" (Epistola ai Colossesi 3, 11).
E, di approcci molto "simili" al VEDANTA, li troviamo in una infinità di scrittori cristiani (ed anche di Santi) cattolici: da San Dionigi L'aeropagita, fino a Meister Eckart, Suso, Taulero, Silesius e molti altri!
Nessuno di essi è stato dichiarato eretico (a parte 24 singole proposizioni di Eckart, nella "BOLLA IN AGRO DOMINICO").
Ti cito, al riguardo, solo alcuni bellissimi aforismi, tratti dal PELLEGRINO CHERUBICO, di Angelo Silesius:
"Dio si fonda senza fondo, si misura a dismisura; se con lui sei un sol spirito, uomo, lo capisci." (I, 42)
"Dio abita in una luce cui strada non conduce; chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
"Spogliati delle immagini, così sei pari a Dio; ed in perfetta quiete sei per te il tuo cielo. (II, 54)
"Non devi invocar Dio! La sorgente è in te, e se non la fermi tu, scorre di continuo." (I, 55)
"L'abisso della mia anima chiama sempre a gran voce l'abisso di Dio: dimmi, quale è più profondo?" (I, 68) -ripreso "tel quel" dal salmo 41.
Oppure, meno poetico, ma più lapidario, Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me".
***
Ciò premesso, hai perfettamente ragione nel dire che la teologia cattolica ortodossa non ammette l'"unione  in essenza"(ovvero, per "natura increata") con Dio; ma sbagli nel dire che è consentito solo il 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio.
Ed invero si ammette esplicitamente, in tutta la dottrina cattolica, la "partecipazione"alla divinità, sia pure non per "natura", ma per "grazia"; vale a dire ad avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa.
"Io ho detto: voi siete divinità, siete tutti figli dell'Altissimo" (Sal 82, 6).
Ad ogni modo, a parte le "ambiguità" di cui sopra, non c' è dubbio alcuno che la teologia cattolica si discosti notevolmente (per usare un eufemismo) dalla visione Vedanta, e che sia precipuamente DUALE e devozionale
Sebbene, in effetti, la visione DUALE e devozionale del "Bhakti Yoga" (di tipo cristiano), che è considerato il sentiero realizzativo più semplice da seguire, non sia affatto in contrasto con la più evoluta visione MONISTA dell'"Jnana Yoga" (o anche dell'"Asparsa Yoga"), ma semplicemente uno dei gradini nella scala dell'attingimento dell'ESSERE SUPREMO.
Come insegna anche la Bhagavadgītā .
Qualcosa di simile, sebbene in forme MOLTO diverse, è secondo me rinvenibile anche nel percorso cristiano; come la lettura degli autori cristiani (e cattolici) di cui sopra mi ha rivelato.
Tutto quanto tu scrivi, è esatto; ma secondo me, va visto nella prospettiva di cui sopra.
Quanto al fatto di essere cristiano o cattolico "io", a prescindere dal fatto che non credo molto nelle etichette (anche se a volte le uso), a sentire il giudizio dei sacerdoti che conosco, in effetti, la maggioranza non mi giudica tale, ma una minoranza sì; mi accontento!
Però, SICURAMENTE il mio è un approccio di tipo "vedantino"; non ho nessuna intenzione di negarlo. :)
P.S.
Non è escluso, però, che, a livello subconscio (o meglio di condizionamento culturale), io voglia dirmi cristiano, anche se in realtà non lo sono.
Non saprei dire...è possibile!
Tuttavia, fino a 45 anni ero ATEO dichiarato (non semplicemente "agnostico"), e non mi vergognavo affatto di proclamarlo. :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 08 Aprile 2017, 14:13:22 PM
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 13:24:20 PM
Ciao Sariputra,
hai perfettamente ragione, anche se, forse, sarebbe più esatto scrivere: "Questo non è <<Cattolicesimo>>, ma bensì una forma di Vedanta."
Quanto al <<Cristianesimo>>, invero, dipende da quali passi delle Scritture si scelgono, e da come li si interpretano; per esempio, oltre a quello da me sopra riportato, San Paolo disse pure che "DIO E' TUTTO IN TUTTI!"( "Deus est omnia in omnibus" (Epistola ai Colossesi 3, 11).
E, di approcci molto "simili" al VEDANTA, li troviamo in una infinità di scrittori cristiani (ed anche di Santi) cattolici: da San Dionigi L'aeropagita, fino a Meister Eckart, Suso, Taulero, Silesius e molti altri!
Nessuno di essi è stato dichiarato eretico (a parte 24 singole proposizioni di Eckart, nella "BOLLA IN AGRO DOMINICO").
Ti cito, al riguardo, solo alcuni bellissimi aforismi, tratti dal PELLEGRINO CHERUBICO, di Angelo Silesius:
"Dio si fonda senza fondo, si misura a dismisura; se con lui sei un sol spirito, uomo, lo capisci." (I, 42)
"Dio abita in una luce cui strada non conduce; chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
"Spogliati delle immagini, così sei pari a Dio; ed in perfetta quiete sei per te il tuo cielo. (II, 54)
"Non devi invocar Dio! La sorgente è in te, e se non la fermi tu, scorre di continuo." (I, 55)
"L'abisso della mia anima chiama sempre a gran voce l'abisso di Dio: dimmi, quale è più profondo?" (I, 68) -ripreso "tel quel" dal salmo 41.
Oppure, meno poetico, ma più lapidario, Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me".
***
Ciò premesso, hai perfettamente ragione nel dire che la teologia cattolica ortodossa non ammette l'"unione  in essenza"(ovvero, per "natura increata") con Dio; ma sbagli nel dire che è consentito solo il 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio.
Ed invero si ammette esplicitamente, in tutta la dottrina cattolica, la "partecipazione"alla divinità, sia pure non per "natura", ma per "grazia"; vale a dire ad avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa.
"Io ho detto: voi siete divinità, siete tutti figli dell'Altissimo" (Sal 82, 6).
Ad ogni modo, a parte le "ambiguità" di cui sopra, non c' è dubbio alcuno che la teologia cattolica si discosti notevolmente (per usare un eufemismo) dalla visione Vedanta, e che sia precipuamente DUALE e devozionale
Sebbene, in effetti, la visione DUALE e devozionale del "Bhakti Yoga" (di tipo cristiano), che è considerato il sentiero realizzativo più semplice da seguire, non sia affatto in contrasto con la più evoluta visione MONISTA dell'"Jnana Yoga" (o anche dell'"Asparsa Yoga"), ma semplicemente uno dei gradini nella scala dell'attingimento dell'ESSERE SUPREMO.
Come insegna anche la Bhagavadgītā .
Qualcosa di simile, sebbene in forme MOLTO diverse, è secondo me rinvenibile anche nel percorso cristiano; come la lettura degli autori cristiani (e cattolici) di cui sopra mi ha rivelato.
Tutto quanto tu scrivi, è esatto; ma secondo me, va visto nella prospettiva di cui sopra.
Quanto al fatto di essere cristiano o cattolico "io", a prescindere dal fatto che non credo molto nelle etichette (anche se a volte le uso), a sentire il giudizio dei sacerdoti che conosco, in effetti, la maggioranza non mi giudica tale, ma una minoranza sì; mi accontento!
Però, SICURAMENTE il mio è un approccio di tipo "vedantino"; non ho nessuna intenzione di negarlo. :)
P.S.
Non è escluso, però, che, a livello subconscio (o meglio di condizionamento culturale), io voglia dirmi cristiano, anche se in realtà non lo sono.
Non saprei dire...è possibile!
Tuttavia, fino a 45 anni ero ATEO dichiarato (non semplicemente "agnostico"), e non mi vergognavo affatto di proclamarlo. :)

Io direi di lasciar fuori dal contesto la terminologia mistica, che è una terminologia non teologica, ma di cui , a volte, si serve la teologia per chiarire alcuni passi o nterpretazioni. Il partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa natura divina, come tu affermi. Infatti la grazia si concede , non la si scopre da sé. Implica sempre una dualità ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve). Dio ci fa partecipare della sua divinità, non ci fa essere Dio. Se la natura di Dio è l'agape, vuol dire che posso partecipare in pienezza dell'agape stesso , e questa pienezza è divina, ma questo non significa che io sono la fonte della pienezza. E' come , sempre nella Bibbia, si dice "E i due lasciati i propri genitori, sono una sola carne". L'unità avviene nell'esperienza dell'Amore, ma i due non diventano certo una sola persona. Anche "Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo" non annulla la diversità creatura/ creatore ( come intesa nel Vedanta in cui atman riconosce di essere Brahman stesso..). Infatti si parla di 'figli' : Ben altra cosa sarebbe dire "Io  ho detto voi siete divinità, siete l'altissimo". E' una differenza sostanziale e fondamentale.
La tua è un'interpretazione soggettiva del cristianesimo su base vedantina e che si basa su similitudini linguistiche tra una terminologia e l'altra,in riferimento alle varie esperienze mistiche ( poi estrapolare un versetto senza inserirlo nel contesto ci dice tutto e niente...). Nessun problema, basta considerare che si tratta di due approcci fondamentalmente diversi... :)

P.S.Il sincretismo religioso non mi ispira per niente.  Gli stessi termini cambiano notevolmente di significato da una cultura all'altra, da un'epoca all'altra. Metterli insieme a mò di 'minestrone' per dimostrare usando questi la veridicità di quelli non mi ha mai convinto...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 16:07:22 PM
Ciao  Sariputra.
TEOLOGIA E MISTICA
io direi che la "teologia dogmatica" costituisca la "burocrazia" delle religioni "strutturate", mentre le "mistica" (essendo di natura "esperenziale"), ne è la vera "scienza"; o meglio, la "sapienza" (sapida scienza), che, però, spesso si esprime sotto forma di "poesia"! :)
***
PARTECIPAZIONE PER NATURA E PER GRAZIA
Comunque, è indubbiamente vero che il  partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa "natura increata",  divina, bensì solo di quella "partecipata" ; ma mi concederai che è molto di più, come tu affermi,  di limitarsi a fruire del :" 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio."
Ed infatti "essere" comproprietario del patrimonio di qualcuno, avendolo posseduto con lui da sempre, è cosa diversa dal "partecipare" al patrimonio di qualcuno, solo perchè ha avuto la bontà di volercelo donare LUI, integralmente, per quota ideale; ma sempre di COMUNIONE si tratta, altrimenti San Paolo non avrebbe scritto che siamo destinati ad ESSERE UN SOLO SPIRITO CON LUI! :)
Peraltro è vero che  la grazia la si concede, e non la si scopre da sé; ma questo che c'entra? 
***
DUALITA' E UNITA'
Comunque, come avevo già detto anche io, e come è EVIDENTE a tutti, la religione cristiana implica pur sempre una DUALITA' "procedurale" ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve); Dio ci fa partecipare della sua divinità, cioè ci fa avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa...e allora, come dice San Paolo, diventiamoUN UNICO SPIRITO CON LUI!
Comunque hai perfettamente ragione, quando dici che l'"UNITA'" avviene nell'esperienza dell'Amore; e ti faccio notare che tu stesso usi il termine "UNITA'" e non "UNIONE", che hanno un significato simile, ma tutt'altro che identico.
Ed invero, a conferma di quanto dici, nelle  scritture sta scritto: "Dio è AMORE; per cui chi è nell'amore è in Dio, e Dio è in lui. (GIOVANNI 4). :)
***
VOI SIETE TUTTI DEI E FIGLI DELL'ALTISSIMO
Quanto al fatto che, il passo salmistico  dell'"Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo", secondo te, non annulla affatto la diversità creatura/ creatore perchè  si parla di 'FIGLI', e, cioè, di cosa diversa dal Dio Padre e Creatore, è interessante rilevare che lo stesso passo salmistico  viene ricordato da Gesù, quando i Farisei gli dicono:"Noi intendiamo lapidarti per una bestemmia: perché tu, che sei UOMO, ti fai DIO".
E Gesù risponde: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete tutti DIVINITA'? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono FIGLIO di Dio? Sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (cioè, della stessa sostanza, sebbene nel ruolo di padre e di figlio)".
Per cui, per la stessa parola del Cristo, risulta evidente che essere FIGLIO DI DIO, è un modo metaforico per dire che si può essere della stessa sostanza di Dio, pur essendo uomini; il che è ribadito anche da San Paolo quando scrive: "Tutti voi infatti siete FIGLI DI DIO, per la fede in Cristo Gesù (Gal3,1-5,12)"
Con il che non voglio affatto equipare Gesù al resto degli altri uomini (ci mancherebbe), ma voglio soltanto dire che il fatto di essere "figlio di Dio", non implica di avere una SOSTANZA diversa dalla sua; e, chi crede in Cristo, diventa anch'esso FIGLIO di DIO, e destinato a formare con lui un UNICO SPIRITO.
Mica l'ho detto io, sta nelle scritture! ::)
Peraltro, come già avevo ammesso, la mia è senz'altro "un'interpretazione soggettiva" del cristianesimo su base vedantina; e non sono il solo. 
Ma, partendo dal presupposto che ogni interpretazione è necessariamente soggettiva, ritengo che la mia abbia lo stesso diritto di cittadinanza di qualsiasi altra interpretazione del cristianesimo; ed infatti, non riconosco, al riguardo, alcun titolo ermeneutico privilegiato al Papa ed al Clero, in quanto non mi sembra che una procura che rechi la sola firma del procuratore possa mai ritenersi pienamente valida. ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 08 Aprile 2017, 16:12:33 PM
Concordo con Sariputra: il problema del sincretismo religioso è che si dimentica completamente del contesto in cui nasce una religione. Al massimo si possono trovare importanti analogie. Il versetto famoso del "Dio tutto in tutti" è in realtà nell'Epistola ai Corinzi (il contesto dei Colossesi è ben diverso...parla della condizione di essere "in Cristo" in questa vita): E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. Questo versetto è citato dai difensori della teoria dell'Apocatastasi che girava tra i padri della Chiesa e che negli ultimi secoli ha avuto un "revival" anche grazie ad eseperienze mistiche di santi occidentali e orientali che ha anche ridimensionato il concetto di "ira divina". Ad esempio l'inferno oggi è visto dalla stessa Chiesa come una "auto-condanna" come si può leggere qui: http://www.monasterodibose.it/fondatore/articoli/articoli-su-quotidiani/7304-inferno-quel-fuoco-acceso-dalla-nostra-liberta (articolo molto bello che consiglio). Ora il fatto che Dio sarà "tutto in tutti" in ogni caso - Apocatastasi o meno - è ben diverso dalla concezione Advaitina (in  realtà ci sono moltissime scuole Vedanta, l'Advaita è quella più famosa ma ci sono anche la Dvaita, la Vishistadvaita ecc - ciò significa che l'"induismo" è una creazione occidentale, non è mai esistita una religione "induista") visto che si parla di resurrezione dei "corpi"!!

Ad esempio il Capitolo 78 del Tao Te Ching dice: "chi prende su di sé le sozzure del regno
è signore dell'altare della terra e dei grani,
chi prende su di sé i mali del regno
è sovrano del mondo.
Un detto esatto che appare contraddittorio.
" Che è molto simile alla "kenosis" di Gesù. Tuttavia il Tao è impersonale, vuoto (per questo può riempirsi), senza sé ecc. Il Dio cristiano è personale, ergo il Taoismo e il Cristianesimo sono cose diversissime con aspetti simili. 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 08 Aprile 2017, 17:26:57 PM
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 16:07:22 PMCiao Sariputra. TEOLOGIA E MISTICA io direi che la "teologia dogmatica" costituisca la "burocrazia" delle religioni "strutturate", mentre le "mistica" (essendo di natura "esperenziale"), ne è la vera "scienza"; o meglio, la "sapienza" (sapida scienza), che, però, spesso si esprime sotto forma di "poesia"! :) *** PARTECIPAZIONE PER NATURA E PER GRAZIA Comunque, è indubbiamente vero che il partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa "natura increata", divina, bensì solo di quella "partecipata" ; ma mi concederai che è molto di più, come tu affermi, di limitarsi a fruire del :" 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio." Ed infatti "essere" comproprietario del patrimonio di qualcuno, avendolo posseduto con lui da sempre, è cosa diversa dal "partecipare" al patrimonio di qualcuno, solo perchè ha avuto la bontà di volercelo donare LUI, integralmente, per quota ideale; ma sempre di COMUNIONE si tratta, altrimenti San Paolo non avrebbe scritto che siamo destinati ad ESSERE UN SOLO SPIRITO CON LUI! :) Peraltro è vero che la grazia la si concede, e non la si scopre da sé; ma questo che c'entra? *** DUALITA' E UNITA' Comunque, come avevo già detto anche io, e come è EVIDENTE a tutti, la religione cristiana implica pur sempre una DUALITA' "procedurale" ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve); Dio ci fa partecipare della sua divinità, cioè ci fa avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa...e allora, come dice San Paolo, diventiamoUN UNICO SPIRITO CON LUI! Comunque hai perfettamente ragione, quando dici che l'"UNITA'" avviene nell'esperienza dell'Amore; e ti faccio notare che tu stesso usi il termine "UNITA'" e non "UNIONE", che hanno un significato simile, ma tutt'altro che identico. Ed invero, a conferma di quanto dici, nelle scritture sta scritto: "Dio è AMORE; per cui chi è nell'amore è in Dio, e Dio è in lui. (GIOVANNI 4). :) *** VOI SIETE TUTTI DEI E FIGLI DELL'ALTISSIMO Quanto al fatto che, il passo salmistico dell'"Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo", secondo te, non annulla affatto la diversità creatura/ creatore perchè si parla di 'FIGLI', e, cioè, di cosa diversa dal Dio Padre e Creatore, è interessante rilevare che lo stesso passo salmistico viene ricordato da Gesù, quando i Farisei gli dicono:"Noi intendiamo lapidarti per una bestemmia: perché tu, che sei UOMO, ti fai DIO". E Gesù risponde: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete tutti DIVINITA'? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono FIGLIO di Dio? Sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (cioè, della stessa sostanza, sebbene nel ruolo di padre e di figlio)". Per cui, per la stessa parola del Cristo, risulta evidente che essere FIGLIO DI DIO, è un modo metaforico per dire che si può essere della stessa sostanza di Dio, pur essendo uomini; il che è ribadito anche da San Paolo quando scrive: "Tutti voi infatti siete FIGLI DI DIO, per la fede in Cristo Gesù (Gal3,1-5,12)" Con il che non voglio affatto equipare Gesù al resto degli altri uomini (ci mancherebbe), ma voglio soltanto dire che il fatto di essere "figlio di Dio", non implica di avere una SOSTANZA diversa dalla sua; e, chi crede in Cristo, diventa anch'esso FIGLIO di DIO, e destinato a formare con lui un UNICO SPIRITO. Mica l'ho detto io, sta nelle scritture! ::) Peraltro, come già avevo ammesso, la mia è senz'altro "un'interpretazione soggettiva" del cristianesimo su base vedantina; e non sono il solo. Ma, partendo dal presupposto che ogni interpretazione è necessariamente soggettiva, ritengo che la mia abbia lo stesso diritto di cittadinanza di qualsiasi altra interpretazione del cristianesimo; ed infatti, non riconosco, al riguardo, alcun titolo ermeneutico privilegiato al Papa ed al Clero, in quanto non mi sembra che una procura che rechi la sola firma del procuratore possa mai ritenersi pienamente valida. ;)


Ma io infatti non metto affatto in dubbio la tua soggettiva interpretazione e il suo diritto di cittadinanza ( faccio notare 'en passant' che spesso mi sembra, ma posso sbagliare, che sei invece tu che rifiuti le visioni 'soggettive' degli altri, ma questa è un'altra storia...), ma solamente il fatto che è una forma di sincretismo molto lontano dalla visione ortodossa del cristianesimo. Poi ovviamente ogni interpretazione merita riflessione, alcuni punti convincono altri meno, ecc. Come in ogni interpretazione soggettiva d'altronde. Il misticismo lo prendo con 'i piedi di piombo' perchè l'esperienza mistica è una cosa , la descrizione della stessa tramite uno strumento assolutamente inadeguato come il linguaggio un'altra, che si presta a troppe interpretazioni. Io, in questioni come queste, mi sento di sposare la visione buddhista delle origini a riguardo di queste esperienze 'mistiche' ( ma ci vorrebbe un topic apposito e in questo periodo non ne ho assolutamente la forza...e la voglia :( ho scritto qualcosa nel topic "estasi" per i due, tre gatti a cui può interessare... ).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 18:49:25 PM
Ciao Sariputra.
***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Come ho già avuto modo di rilevare nel precedente "post", la locuzione "interpretazione soggettiva" che tu utilizzi, a mio parere, costituisce una inutile "superfetazione" pleonastica del linguaggio, in quanto qualsiasi interpretazione è necessariamente "soggettiva"; questo, in quanto essa è costituita dall'esegesi che un  "soggetto" propone di un determinato "oggetto" (evento o scritto), basandosi sul suo "soggettivo" criterio di giudizio.
Ed invero, le "Interpretazioni oggettive" non esistono; altrimenti non sarebbero "interpretazioni", bensì semplici "constatazioni". :)
***
CONTRASTO DI INTERPRETAZIONI
Quanto al fatto che io spesso "RIFIUTO le visioni 'soggettive' degli altri", è totalmente FALSO; ed infatti, nel caso di concenzioni interpretative che non condivido, io non le "rifuto" MAI in modo anapodittico, bensì cerco sempre di dimostrarne l'infondatezza in modo argomentativo.
A volte ci riesco, e a volte no, ma questo è un altro discorso.
Vale a dire che:
RIFIUTARE un'affermazione o una tesi, significa meramente ricusarla, senza spiegare perchè  (abitudine sin troppo diffusa, purtroppo)
CONFUTARE  un'affermazione o una tesi, significa replicare argomentativamente ad essa, adducendo prove e argomenti diretti a dimostrarla erronea o falsa (cosa molto rara, purtroppo).
Mi puoi accusare della seconda cosa (che, peraltro, ritengo perfettamente legittima), ma non della prima (che, in effetti, trovo anch'io disdicevole). :)
***
SINCRETISMO
Sul fatto, invece, che la mia sia una forma di sincretismo molto lontana dalla "visione ortodossa" (cioè "vaticana") del cristianesimo, sono perfettamente d'accordo con te; ma questo l'avevo già ammesso.
Tuttavia, ti ho anche fatto un elenco di pensatori cattolici (anche santi), che hanno manifestato al riguardo idee molto simili alle mie; o meglio, ad essere più onesti e più modesti, sono io che manifesto molte idee simili alle loro (per esempio, San Dionigi l'Aeropagita). :)
***
MISTICISMO
Sono anche perfettamente d'accordo con te sul fatto che il "misticismo" va preso con 'i piedi di piombo' perchè l'esperienza mistica è una cosa , mentre la descrizione della stessa tramite uno strumento assolutamente inadeguato come il linguaggio un'altra, che si presta a troppe interpretazioni. 
Questo è verissimo! ;)
***
ESTASI
Quanto al tuo TOPIC "ESTASI", sono uno dei tre gatti a cui può interessare...ma non riesco a trovarlo.
Puoi indicarmi  il LINK?
Grazie! :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 08 Aprile 2017, 19:23:14 PM
***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Come ho già avuto modo di rilevare nel precedente "post", la locuzione "interpretazione soggettiva"che tu utilizzi, a mio parere, costituisce una inutile "superfetazione" pleonastica del linguaggio, in quanto qualsiasi interpretazione è necessariamente "soggettiva"; questo, in quanto essa è costituita dall'esegesi che un  "soggetto" propone di un determinato "oggetto" (evento o scritto), basandosi sul suo "soggettivo" criterio di giudizio.
Ed invero, le "Interpretazioni oggettive" non esistono;altrimenti non sarebbero "interpretazioni", bensì semplici "constatazioni". (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif)
***

Tutte le interpretazioni sono soggettive, io contesto solo la tua pretesa di dimostrare con mezzi che tu ritieni oggettivi colui che al contario , parla di esperienze soggettive (come in esperienze di stati di coscienza, ecc.). la superfetazione pleonastica del linguaggio non la conosco...conosco la superaffettazzione della sopressa, ma penso sia un'altra cosa  ;D

SINCRETISMO
Sul fatto, invece, che la mia sia una forma di sincretismo molto lontana dalla "visione ortodossa" (cioè "vaticana") del cristianesimo, sono perfettamente d'accordo con te; ma questo l'avevo già ammesso.
Tuttavia, ti ho anche fatto un elenco di pensatori cattolici (anche santi), che hanno manifestato al riguardo idee molto simili alle mie; o meglio, ad essere più onesti e più modesti, sono io che manifesto molte idee simili alle loro (per esempio, San Dionigi l'Aeropagita). (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif)
***

Infatti è una tua interpretazione soggettiva che i suddetti autori cattolici esprimano idee simili alle tue. Penso infatti che molti altri cristiani non li interpretino come te...personalmente infatti, pur non dichiarandomi cristiano, per quel che li interpreto non mi sembrano affatto vedantini...
E comunque non è solo la lontananza dalla posizione cristiana cattolica , la tua è una lontananza da qualunque forma costituita di cristianesimo ( nessuna nega l'anima individuale). E siccome un termine serve anche per identificare , direi che non lo si dovrebbe assumere sentendosi lontano da ogni interpretazione comunemente costituita. Altrimenti genera confusione nell'interlocutore. Meglio quindi, a mio modesto parere ovviamente, non dichiararsi affatto...poi ognuno fa quello che ritiene più giusto, ovviamente. Questo per una sorta di 'precisione' terminologica che altrimenti può generare incomprensioni...
Il Cristianesimo, in tutte le sue declinazioni, mette al centro l'assemblea dei credenti, la comunità. Una comunità che crede nella linea dell'assemblea e cerca di viverla , anche e soprattutto nella ritualità, nella celebrazione del Sacrificio. Molto importante, direi decisivo, l'aspetto comunitario in questa particolare forma religiosa che, spogliata dell'aspetto ritualistico, perde la sua stessa definizione...diventando qualcos'altro, ma non Cristianesimo, a parer mio (Ovviamente non so se tu partecipi all'attività rituale della comunità cristiana, ma è un aspetto da tener in conto se così non fosse ai fini della definizione, ritengo). Si potrebbe benissimo rientrare nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee di una posizione, ma ne rifiutano altre...
Il topic su "estasi" lo trovi nella sezione spiritualità, pag 2 mi sembra.

P.S. Oè Euti, semo diversi, non è necessario che andiamo d'accordo e ci comprendiamo su tutto... ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 21:37:29 PM
***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Tu contesti la mia pretesa di dimostrare con mezzi che che io ritengo "oggettivi" colui che al contrario, parla di "esperienze" soggettive; non capisco a cosa ti riferisci.
Se me lo dici ne possiamo parlare. :)
***
SUPERFETAZIONE PLEONASTICA DEL LINGUAGGIO.
Significa "aggettivazione superflua", perchè è inutile dire che una interpretazione è soggettiva, essendo implicito che essa lo è per sua stessa natura; ho usato la ridicola formulazione di cui sopra per scherzare, in quanto anche scrivere "superfetazione pleonastica" è una  inutile "aggettivazione superflua".  :P
***

SINCRETISMO
Il fatto che sia una mia "interpretazione soggettiva" (aridaje) che i suddetti autori cattolici esprimano idee simili alle mie, mi sembra una asserzione "oggettivamente" non corrispondente ai fatti, visto che io (sia in questa sede che altrove), riporto e spesso condivido "tel quel" alcune che hanno scritto loro.
Per esempio, io "constato oggettivamente" di condividere  quanto scrive Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me"....ed altro ancora!
Lui lo ha scritto, ed io lo condivido; possiamo sbagliarci entrambi, ma è questo è un fatto...che IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.
E così per altre cose da me riportate.
Il che non vuol dire affatto che il mio pensiero sia del tutto identico a quello di Eckhart o di altri; noto solo che ci sono delle somiglianze (e delle frasi identiche a quelle delle Upanisad).
***
VEDANTINI
Quanto al fatto che gli autori da me citati siano "vedantini", io non ho mai asserito una simile castroneria (ci mancherebbe altro); ho solo detto, e lo ripeto, che alcuni dei loro passi, sono "molto simili" alla concezione Vedanta, come vari studiosi  hanno rilevato prima di me.
Gli autori che ti ho citato, comunque, li ho letti TUTTI direttamente nei loro testi, per cui mi sento anche io in grado di esprimere tale giudizio (soggettivo ed opinabile, ovviamente).
QUALI di essi hai letto tu, per affermare che il mio giudizio è erroneo? E per quale motivo?
Qualche passo te l'ho pure riportato testualmente, ed a me sembra che la somiglianza col VEDANTA sia evidente; anche se la cosa è ovviamente opinabile.
Comunque, tra parentesi, neanche io sono "vedantino" in tutto e per tutto; così come non sono "cristiano" in tutto e per tutto .
Secondo me, in tutto e per tutto, nessuno lo è!
:)

***
ANIMA INDIVIDUALE
Quanto all'"anima individuale", forse non hai letto bene i miei post, perchè -denominazioni a parte-io ci credo eccome, anche se la definisco in modi diversi; e credo pure che sopravviva alla morte, ma non in forma individuale, bensì UNITA A DIO IN UN UNICO SPIRITO(come scrive San Paolo).
Però, pur credendo nell'anima individuale, non nego che la mia concezione sia molto diversa, dalla concezione che la Chiesa Cattolica Cattolica ha al riguardo (ed anche dalla concezione di altre confessioni); questo sì!
***
ETICHETTE 
Sul fatto che sarebbe meglio non dichiararsi affatto, in verità, ritengo che tu abbia sostanzialmente ragione...perchè altrimenti si genera confusione nell'interlocutore.  
E' anche vero che il Cristianesimo, in (quasi) tutte le sue declinazioni, mette al centro l'assemblea dei credenti, e la comunità; anche se c'è l'eccezione degli anacoreti, sebbene, in realtà, non è del tutto esatto dire che sia una vera eccezione.
Per cui, in effetti, sarebbe MOLTO più corretto da parte mia dire che rientro nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee del cattolicesimo, ma ne rifiutano altre; così come, peraltro, anche la stragrande maggioranza di tutti i sedicenti cattolici, che condividono, magari, l'idea di andare a messa, ma rifiutano quella di fare sesso senza preservativo (e non sempre e solo con la propria moglie).
***
LINK
Grazie per il LINK
***
ECCERTO, MICA DOVEMO ESSE D'ACCORDO PE' FORZA:D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 08 Aprile 2017, 23:39:20 PM
@Eutidemo
Comunque, tra parentesi, neanche io sono "vedantino" in tutto e per tutto; così come non sono "cristiano" in tutto e per tutto .
Secondo me, in tutto e per tutto, nessuno lo è!


Il Sari invece è proprio, in tutto e per tutto, un Sari... ;D

Per cui, in effetti, sarebbe MOLTO più corretto da parte mia dire che rientro nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee del cattolicesimo, ma ne rifiutano altre; così come, peraltro, anche la stragrande maggioranza di tutti i sedicenti cattolici, che condividono, magari, l'idea di andare a messa, ma rifiutano quella di fare sesso senza preservativo (e non sempre e solo con la propria moglie).

Aridaje  :)  con 'sto sesso . Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede... Le tue invece sono convinzioni profonde. Ritieni sia un paragone azzeccatissimo? "Sedicenti cattolici" sa molto di dispregiativo, non trovi? La coerenza è una virtù rara, ma non ne vedo molta nemmeno in chi non è un sedicente cattolico...

IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.

Cioè stabilisci come reale l'uguaglianza della tua interpretazione con quella di M.E. ? L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' è molto complessa e richiede che colui che la interpreta ne abbia fatto esperienza. Personalmente sono piuttosto critico sull'intera esperienza mistica cristiana ( salvo solo la piccola Terese Martin, per la sua fresca spontaneità e per il suo non continuar a parlare di estasi...ma bensì di fiori e uccellini, immensa...)., per il suo continuo bisogno di definire, di spiegare e di tradurre in immagini o in scritti ciò che non è descrivibile, che è privo di segni. Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale. E allora si scrivono frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e amenità varie quando si sta facendo semplicemente esperienza della possibilità della mente di "entrare nella propria natura" ( anche questa è una semplice definizione verbale ovviamente...). Sono semplicemente stati mentali soggetti all'impermanenza, come tutti...

Buona nottata.

P.S. Se fossi stato nell'Inquisizione, avrei dato personalmente alle fiamme M.Eckhart, semplicemente per il profluvio di parole...che mi sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli , e pure ben documentata... ;D
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 08:24:14 AM
Ciao Sariputra
***
CEDIMENTO E CONVINZIONE
Tu scrivi: "Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede."
Non credo affatto che sia così.
Ed infatti, per la mia consolidata "esperienza" (non per la mia "interpretazione soggettiva"), TUTTI i cattolici che ho conosciuto nella mia non breve vita,  e quelli che conosco tutt'ora, usano sistematicamente un qualche mezzo contraccettivo per fare sesso....SEMPRE (a meno che non siano più fertili).
Ma NON SI TRATTA DI "CEDIMENTO", BENSI' DI "CONVINZIONE" MORALE!!!
Quando gli chiedo come come possano conciliare tale "convinzione" con il loro cattolicesimo, mi rispondono tutti che non c'è problema, perchè, "secondo loro", a Dio non gliene frega una ceppa se uno usa o o meno il preservativo...e che i preti "rompessero meno le palle". :)
Peraltro, tutti i miei amici cattolici "divorziati" (che sono ormai quasi la maggioranza), si ritengono parimenti "buoni cattolici" anche se si sono risposati o semplicemente riaccoppiati!
Ma, per non parlare solo di sesso, la maggior parte dei cattolici che conosco, non credono minimamente al Diavolo, alla Verginità della Madonna, al Purgatorio, agli Angeli e ad una infinità di altre cose del genere.
Eppure si definiscono egualmente cristiani; ed allora, perchè non dovrei farlo io?
Non so se "sedicenti cattolici" cattolici possa suonare dispregiativo o meno, ma descrive la realtà dei fatti; se non sono "sedicenti" loro, allora non lo sono neanche io!
***

IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.
Io non stabilisco affatto come reale l'uguaglianza della mia visione generale con quella di M.E. , ma posso fattualmente constatare che alcune cose che lui scrive corrispondono esattamente a quello che io credo.
***
OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Non ho mica detto che abbiamo avuto le stesse esperienze interiori, perchè nessuno può conoscere le esperienze interiori altrui; nè io le sue, nè tu le mie!
L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' altrui, secondo me, più che complessa, è impossibile; uno, al massimo, può cercare di interpretare le proprie, e, attraverso quello che scrivono gli altri, cercare qualche corrispondenza.
Ma non di più!
***
ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Secondo me, tu confondi l'"esperienza mistica" con l'"esperienza estatica", che sono simili, e possono anche essere concomitanti, ma non sono esattamente la stessa cosa.
Ho notato, infatti, che spesso si fa tutta l'erba un fascio tra allucinazioni, esperienze paranormali, estasi, trance e chi più ne ha ne metta.
A dire il vero, invece, secondo la mia SOGGETTIVISSIMA opinione, bisognerebbe evitare la locuzione "esperienza mistica" (anche se io pure la uso in abbondanza), perchè tutto ciò che si può "esperire" ha natura "fenomenica", mentra la verità ultima ha natura "noumenica".
In realtà, quindi, a mio avviso sarebbe più acconcio parlare di:
- RIFLESSIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, attraverso una pacata e profonda MEDITAZIONE cerca di prendere coscienza di un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero di DIO, o di qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale);
- ILLUMINAZIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, viene direttamente illuminato da un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero  da DIO, o da qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale).
Tutto ciò, peraltro, non deve necessariamente avvenire in modo "scenografico", bensì in modo tutt'altro che eclatante: "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera, e Dio era lì." (1Re 19,11-13).
***
AUTOINGANNO
Tu scrivi: "Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale."
Su questo hai perfettamente ragione, ed infatti è quello che io ripeto sempre a me stesso; ho persino un post attaccato vicino al letto dove ho scritto: "ATTENTO A NON LASCIARTI INGANNARE DAGLI ALTRI, MA, SOPRATTUTTO, DA TE STESSO!"
Ed invero, frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e cose del genere, possono ingannare, se ci si lascia prendere dall'autosuggestione; anzi, di solito è proprio così.
Però, possono anche essere di stimolo a guardare in se stessi, perchè DIO (o il SE' UNIVERSALE o come altro lo vogliamo chiamare), è proprio lì DENTRO DI NOI!
Sant'Agostino diceva: "Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera religione. 39, 72).
IN INTERIORE HOMINE HABITAR VERITAS!
***
ECKART
Vedo che sei male informato, in quanto Eckhart non è mai stato considerato un eretico; tanto è vero che quasi tutti i suoi libri (che ovviamento ho letto, meno il "COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI"), sono pubblicati dalle EDIZIONI PAOLINE.
Come avevo già scritto, infatti, solo 24 (tra migliaia di sue proposizioni) furono dichiarate eretice dalla BOLLA IN AGRO DOMINICO; ma lui morì senza alcuna scomunica, nel suo letto, e non sul rogo.
Cosa hai letto di lui, per darne un giudizio così aspramente critico?
Se vuoi, ne possiamo discutere!
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!
***
Come vedi, io non "rifiuto" affatto le tue affermazioni, ma:
- alcune le recepisco in pieno;
- altre solo in parte;
- altre ancora non le recepisco affatto.
Ma, queste ultime, non mi limito a "rifiutarle", bensì cerco di "confutarle" argomentativamente; che è cosa ben diversa.
:)
***
Buona giornata! ;)
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 09 Aprile 2017, 09:04:42 AM
CEDIMENTO E CONVINZIONE
Tu scrivi: "Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede."
Non credo affatto che sia così.
Ed infatti, per la mia consolidata "esperienza" (non per la mia "interpretazione soggettiva"), TUTTI i cattolici che ho conosciuto nella mia non breve vita,  e quelli che conosco tutt'ora, usano sistematicamente un qualche mezzo contraccettivo per fare sesso....SEMPRE (a meno che non siano più fertili).
Ma NON SI TRATTA DI "CEDIMENTO", BENSI' DI "CONVINZIONE" MORALE!!!
Quando gli chiedo come come possano conciliare tale "convinzione" con il loro cattolicesimo, mi rispondono tutti che non c'è problema, perchè, "secondo loro", a Dio non gliene frega una ceppa se uno usa o o meno il preservativo...e che i preti "rompessero meno le palle". (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif)
Peraltro, tutti i miei amici cattolici "divorziati" (che sono ormai quasi la maggioranza), si ritengono parimenti "buoni cattolici" anche se si sono risposati o semplicemente riaccoppiati!
Ma, per non parlare solo di sesso, la maggior parte dei cattolici che conosco, non credono minimamente al Diavolo, alla Verginità della Madonna, al Purgatorio, agli Angeli e ad una infinità di altre cose del genere.
Eppure si definiscono egualmente cristiani; ed allora, perchè non dovrei farlo io?
Non so se "sedicenti cattolici" cattolici possa suonare dispregiativo o meno, ma descrive la realtà dei fatti; se non sono "sedicenti" loro, allora non lo sono neanche io!
***


Conosci personalmente TUTTI i cattolici e TUTTI si confidano con te? Per me stai facendo 'di tutta l'erba un fascio'.  E rivela, se mi permetti, un profondo disprezzo. Ma sono affari tuoi, ovviamente...come sono affari tuoi se desideri definirti un 'cristiano' o meno.

***
OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Non ho mica detto che abbiamo avuto le stesse esperienze interiori, perchè nessuno può conoscere le esperienze interiori altrui; nè io le sue, nè tu le mie!
L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' altrui, secondo me, più che complessa, è impossibile; uno, al massimo, può cercare di interpretare le proprie, e, attraverso quello che scrivono gli altri, cercare qualche corrispondenza.
Ma non di più!
***
Concordo  :)

***
ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Secondo me, tu confondi l'"esperienza mistica" con l'"esperienza estatica", che sono simili, e possono anche essere concomitanti, ma non sono esattamente la stessa cosa.
Ho notato, infatti, che spesso si fa tutta l'erba un fascio tra allucinazioni, esperienze paranormali, estasi, trance e chi più ne ha ne metta.
A dire il vero, invece, secondo la mia SOGGETTIVISSIMA opinione, bisognerebbe evitare la locuzione "esperienza mistica" (anche se io pure la uso in abbondanza), perchè tutto ciò che si può "esperire" ha natura "fenomenica", mentra la verità ultima ha natura "noumenica".
In realtà, quindi, a mio avviso sarebbe più acconcio parlare di:
- RIFLESSIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, attraverso una pacata e profonda MEDITAZIONE cerca di prendere coscienza di un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero di DIO, o di qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale);
- ILLUMINAZIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, viene direttamente illuminato da un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero  da DIO, o da qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale).
Tutto ciò, peraltro, non deve necessariamente avvenire in modo "scenografico", bensì in modo tutt'altro che eclatante: "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera, e Dio era lì." (1Re 19,11-13).
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Non commento perché sono valutazioni soggettive basate su 'fede'. L'evento mistico in realtà si riduce a molto poco, importante a parer mio gustarlo senza farsene un'immagine mentale o cercare di darne una spiegazione basata su fede o approccio culturale o di saltare a conclusioni che non appartengono all'evento in sé...

AUTOINGANNO
Tu scrivi: "Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale."
Su questo hai perfettamente ragione,ed infatti è quello che io ripeto sempre a me stesso; ho persino un post attaccato vicino al letto dove ho scritto: "ATTENTO A NON LASCIARTI INGANNARE DAGLI ALTRI, MA, SOPRATTUTTO, DA TE STESSO!"
Ed invero, frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e cose del genere, possono ingannare, se ci si lascia prendere dall'autosuggestione; anzi, di solito è proprio così.
Però, possono anche essere di stimolo a guardare in se stessi, perchè DIO (o il SE' UNIVERSALE o come altro lo vogliamo chiamare), è proprio lì DENTRO DI NOI!
Sant'Agostino diceva: "Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera religione. 39, 72).
IN INTERIORE HOMINE HABITAR VERITAS!

Direi come sopra. Valutazioni condizionate e strutturate da 'fede'. Leggittimissima, ovviamente. Non mi sembra il caso da parte mia dire alcunchè...

ECKART
Vedo che sei male informato, in quanto Eckhart non è mai stato considerato un eretico; tanto è vero che quasi tutti i suoi libri (che ovviamento ho letto, meno il "COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI"), sono pubblicati dalle EDIZIONI PAOLINE.
Come avevo già scritto, infatti, solo 24 (tra migliaia di sue proposizioni) furono dichiarate eretice dalla BOLLA IN AGRO DOMINICO; ma lui morì senza alcuna scomunica, nel suo letto, e non sul rogo.
Cosa hai letto di lui, per darne un giudizio così aspramente critico?
Se vuoi, ne possiamo discutere!
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!
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Guarda che la mia era una battuta su Eckhart! Semplice Ironia... ( ma sei sempre così pignolo? Ho messo pure la faccina sorridente accanto... ). Non fu mai condannato perché, a quanto ne so, ritrattò ( ma sicuramente saprai più particolari e con più dovizia...).
Vedo che fai molta fatica a capire il 'tono conviviale e scherzoso' e prendi e analizzi ogni parola, quasi con la lente d'ingrandimento...un metodo che poco si presta allo scambia in amicizia, a parer mio.
Ti faccio un esempio di tono conviviale e scherzoso:
Eutidemo:
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!

Sari:
Certamente! E per questo sarebbero stati i primi a cui avrei appiccato il fuoco!... ;D (O pensi veramente che l'avrei fatto sul serio?...)
Tieni presente che ho molto rispetto per TUTTI quegli autori. Ma quando parlo di spiritualità preferisco, spesso sbagliando , che le parole escano dal mio cuore e non che siano solo citazioni o ripetizioni di qulacosa già masticato da altri...Il buon vino lo devo gustare io, non mi interessa molto il sapore che mi raccontano gli altri...
Buona domenica
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Aprile 2017, 11:42:40 AM
Quando mi riferisco ai "comportamenti" (fenomeni) fuor dalle regole", dalle semplici coincidenze appena oltre la gaussiana della prevedibilità statistica, alle esperienze in vicinanza di una possibile morte e poi fenomeni d'ogni sorta sino a giungere ai miracoli propriamente detti, evidenzio come lo stesso evento sia interpretabile diversamente.

Ad esempio (non controllo sia vero, mi fido salvo riprova... nel caso per cambiar esempio) il profeta che tracciato un cerchio proclama di non uscirne salvo arrivi l'agognata pioggia, fenomeno che poi accade, giustifica la fede in chi fosse stato presente confermando la presenza dello "spirito" nel servitore di Dio oppure, vista in altro modo, una coincidenza, forse l'ennesima di una serie, sì che potremmo esser vicini alle 200 volte e il profeta rischiar non solo le gambe ma la vita... non prender alla lettera il mio modo talora ironico d'esprimermi, pur se l'esempio del giocatore non è sovrapponibile a quello del profeta, se la reazione di chi li legga entrambi è la stessa, ciò è sufficiente in lui ad accomunarli come categoria... come fa Eutidemo, spogliandoli di tutto e riducendoli a nudi "numeri".

Per te (e InVerno) i "miracoli" son solo d'un tipo, il sette che compare sulla faccia d'un dado o il rispuntar di gambe... va bene stiamo al gioco, vediamo qualcosa del genere:  
L'unico miracolo a cui é impossibile non credere

Stefano Paci intervista Vittorio Messori, su "tracce" nel 1999. Il tema dell'articolo é un miracolo, anzi non un miracolo qualsiasi ma il miracolo per eccellenza.
Elogio al materialismo

A stupire, Vittorio Messori è abituato. In un Paese in cui trentamila copie di un volume bastano a fare un bestseller, il suo primo libro, Ipotesi su Gesù, di copie ne ha vendute oltre un milione. Non pago, ha poi "sequestrato" il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, l'austero cardinale Joseph Ratzinger, e per una settimana l'ha sottoposto ad un vero e proprio interrogatorio e ne ha registrato le risposte. Non era mai accaduto nella storia della Chiesa, e il libro-intervista Rapporto sulla fede per anni è stato al centro del dibattito sul cattolicesimo. Poi, ha rivolto ad un'altra persona le sue domande, e questa volta si trattava dell'attuale Pontefice, papa Wojtyla. Varcare la soglia della speranza è stato tradotto in 53 lingue.
Ma adesso, forse, Messori ha esagerato. Il suo nuovo libro (Il Miracolo, Rizzoli) ha la pretesa di raccontare che almeno una volta, nella storia, il prodigio per eccellenza, quel miracolo "impossibile" su cui così spesso si ironizza, è avvenuto: un arto tagliato è ricresciuto. Tra le dieci e le undici di sera del 29 marzo 1640 un giovane contadino spagnolo, Miguel Juan Pellicer, si sarebbe risvegliato avendo di nuovo la gamba che gli era stata amputata due anni e mezzo prima. Il miracolo -compiuto per intercessione di Nostra Signora del Pilar, la veneratissima Madonna di Saragozza davanti al cui santuario Miguel Juan aveva per anni mendicato- avvenne nel villaggio aragonese di Calanda, dove il giovane era ritornato per salutare i genitori. Un evento sconvolgente di cui quasi si era persa la memoria.
Difficile da credere? Noi abbiamo fatto la parte dell'"avvocato del diavolo". Abbiamo cioè posto a Messori, che scrive come un giornalista ma si documenta come un diligente professore universitario, alcune di quelle obiezioni che su questo "miracolo impossibile" formulerebbe l'uomo comune.

I cristiani credono ai miracoli, certo. Ma sembra che Dio si sia sempre dato una specie di limitazione per rispettare la libertà dell'uomo. I prodigi, cioè, non sono mai così clamorosi da rendere automatico il credere. Per spiegarli si può sempre ricorrere a qualche causa scientifica che non è ancora stata scoperta. Questo miracolo, invece, sembra del tutto "impossibile". Davvero lei crede che una gamba amputata sia rispuntata?

VITTORIO MESSORI: Non lo nego, questo miracolo è sconcertante. Lo è stato anche per me. In realtà anch'io avevo uno schema in testa, e la scoperta di questo prodigio lo ha messo in crisi. Il mio era lo schema di Pascal: Dio non impone la fede, la propone. Mi dicevo: se Dio compisse un "miracolo spettacolo", se facesse ricrescere un arto tagliato, la nostra libertà sarebbe annullata, saremmo messi con le spalle al muro e dovremmo arrenderci all'evidenza.
Così, quando trovai rari accenni a questo miracolo avvenuto nel paesino di Calanda, non mi sentii spinto ad approfondirlo, non lo presi sul serio. Io stesso non volevo arrendermi fino a quando, studiando i documenti, ho riscontrato l'indubitabilità del fatto. Alla fine ho allargato le braccia: ho accettato il mistero, perché a questo mi costringeva l'evidenza. È il modo più ragionevole per usare la ragione.

Però non era mai accaduto un miracolo simile nella storia: è come se qui, a Dio, fosse sfuggita la mano...

MESSORI: O, se è possibile scherzarci sopra, fosse sfuggita la gamba. Sì, è vero, si tratta di un caso unico: in questo caso Dio è andato al di là di quello che ha sempre fatto, sia prima che dopo. Ho studiato a lungo i 65 miracoli riconosciuti a Lourdes. In tutti ho sempre trovato questa sorta di strategia del Deus absconditus. Anche in quelli più clamorosi ci sono ottime ragioni per credere, ma ci sono sempre scappatoie per non credere. C'è il caso di Peter van Rudder, il belga a cui per miracolo venne ricostruita la gamba spezzata e si riformarono sei centimetri d'osso. Il miracolo però si vede solo con le radiografie, e uno può dire: magari non era rotta davvero. Tanto che Émile Zola, di fronte alla grotta di Lourdes, disse, beffardo: "Qui vedo molte stampelle, ma nessuna gamba di legno". Invece, almeno una volta nella storia, questo è accaduto: nel santuario di Nostra Signora del Pilar, a Saragozza, fu appesa una gamba di legno.
E, fatto ancor più straordinario, il miracolo è perfettamente documentato: 62 ore dopo l'evento questo fu registrato dal rogito di un notaio reale. Al processo davanti al tribunale dell'arcivescovado di Saragozza sfilarono decine di testimoni giurati, ma migliaia di altre persone avrebbero potuto testimoniare: il prodigio fu un fatto pubblico. Il giovane miracolato era un monco che tutta Saragozza per due anni e mezzo aveva visto tutti i giorni alle stesse ore alla stessa porta chiedere l'elemosina.
Per quanto straordinario, il fatto è attestato in modo così granitico che se negassimo che fino alle ore 22 del 29 marzo 1640 Miguel Juan Pellicer aveva una gamba sola, e mezz'ora dopo ne aveva due, dovremmo negare la storia stessa. Che so, l'esistenza di Napoleone.

D'accordo, un notaio ha certificato il miracolo. Ma il miracolo è accaduto secoli fa, e si sa come andavano le cose in quei tempi. Le testimonianze che lo documentano non saranno poi così certe

MESSORI: Il rogito del notaio reale, il dottor Miguel Andréu, steso seguendo ogni regola del diritto, è inattaccabile. E, sul piano storico, è garanzia di straordinario valore che un evento di questo genere si sia verificato in quel periodo in Aragona, patria dell'Inquisizione spagnola, allora al culmine della sua potenza. L'Inquisizione era un'istituzione dettata dal razionalismo della religione cattolica, ed assai più dell'eresia temeva e reprimeva la superstizione, i falsi miracoli. Era assolutamente implacabile nell'intervenire laddove c'era anche solo semplicemente il sospetto di visionari o di annunciatori di prodigi fasulli. Basti dire che nei secoli in cui l'Inquisizione controlla la Spagna non ci sono notizie di apparizioni mariane, al contrario di quanto avviene in Italia, in Francia o in Germania.
Così nel lungo, rigoroso processo canonico iniziato due mesi appena dopo l'evento nella diocesi di Saragozza, si sente che l'arcivescovo ha sul collo il fiato del grande inquisitore. Basti ricordare che il grande inquisitore di Spagna mise in galera il cardinale arcivescovo di Toledo. Il tribunale dell'Inquisizione veniva chiamato la "Suprema" perché aveva un potere quasi onnipotente, e poteva mettere in difficoltà anche il re.
Il fatto che l'Inquisizione lasci che il processo si svolga e che addirittura si proclami il prodigio, il 27 aprile del 1641, per lo storico è una garanzia assolutamente straordinaria.

Documenti su questo prodigio, dunque, ce ne sono a bizzeffe. Ma documenti risalenti al Seicento hanno la stessa validità storica di una inchiesta fatta oggi?

MESSORI: No, non la stessa: maggiore. Oggi probabilmente quel rigore d'inchiesta storica si è perso, e se volessimo ricostruire la storia sulle pagine dei giornali, staremmo freschi. Il processo non si svolse nel Medioevo, ma un secolo dopo il Concilio di Trento e sotto il pontificato di Urbano VIII che aveva proprio allora emanato nuove, rigorose norme per il riconoscimento dei miracoli. Le regole con le quali si svolge quel processo sono le stesse che verranno usate per più di tre secoli, fino a dopo il Vaticano II. E il problema dell'arcivescovo non fu trovare testimoni, ma limitarne il numero. Il miracolato -un giovanotto di ventitré anni con la gamba tagliata che per due anni e mezzo staziona sempre allo stesso posto, all'ingresso del santuario della Madonna del Pilar, dove per tradizione gli abitanti di Saragozza vanno ogni giorno- era diventato un personaggio che tutti conoscevano. A favore della garanzia storica c'è anche il fatto che non si sia mai levata nessuna voce di dubbio o di esitazione. E tutto questo senza alcun fine di lucro: Calanda non è mai diventata una Lourdes o una Fatima.

E se si fosse trattato di un gemello, o di un sosia di Miguel Juan Pellicer?

MESSORI: Un gemello no, perché i registri parrocchiali di Calanda sono stati conservati, e Miguel Juan Pellicer non aveva alcun gemello. Nelle decine di pagine del processo viene esaminata tutta la situazione familiare e vengono fatte tutte le domande possibili, anche le più insidiose. Un sosia, invece... uscito da dove? E come si fa ad ingannare dei compaesani sospettosi? E, soprattutto, perché? Questo è un miracolo gratuito in cui nessuno ci guadagna nulla, nemmeno la famiglia. Filippo IV, il re di tutte le Spagne -c'era ancora l'impero su cui non tramontava mai il sole- dopo il processo s'inginocchiò a baciare la gamba risanata di questo contadino, ma a Miguel Juan non venne mai data una pensione: muore da mendicante come era vissuto.
Il ragazzo è stato riconosciuto da tutti, ed era stato operato dal più noto chirurgo di Saragozza, il professor Estanga, assistito da due ottimi medici e da tre infermieri: era presente anche un prete, amministratore dell'ospedale. Tutti testimoniarono al processo, parlando anche del luogo in cui era sepolta, secondo le usanze, la gamba tagliata. Coloro che gli facevano l'elemosina hanno ricordato che non solo Miguel Juan non nascondeva la gamba, ma che mostrava il moncone con la ferita cicatrizzata per esortare all'elemosina.

Insomma, secondo lei è impossibile non credere a questo miracolo. È davvero convinto che questa volta non ci sia spazio per l'incredulità?

MESSORI: Non ci sono dubbi e, ripeto, mi sono arreso a fatica. Ho studiato il caso per anni e non ho lesinato tempo, fatica e viaggi. Quello che ho scritto è un libro di storia, una storia che però cozza contro il mistero. Ogni storico farebbe salti di gioia se gli eventi che studia fossero attestati in questo modo, con tale ricchezza e sicurezza documentaria.

Ma se tutto è così evidente, così perfettamente documentato e incontrovertibile, perché un miracolo così clamoroso è stato dimenticato per tanto tempo?

MESSORI: Il 1640 non è un anno come gli altri per la Spagna. Nei manuali di storia è indicato come il discrimine in cui inizia il rapido e rovinoso declino del dominio spagnolo e della sua influenza politica ed economica. Poche settimane dopo el gran milagro, scoppiano due insurrezioni terribili: il Portogallo si distacca dalla Spagna, e contemporaneamente insorge anche la Catalogna. In quell'anno cominciano le disfatte dei reggimenti spagnoli nelle Fiandre. Ci sono insurrezioni anche nell'Italia spagnola: Masaniello guida la rivolta nel Regno di Napoli. È l'anno in cui il conte-duca Gaspar de Olivares, quello citato nei Promessi sposi, scrive al re: "Non sappiamo se l'anno prossimo ci sarà ancora una Spagna". E arrivarono la peste, la carestia: tutto congiurò perché questo miracolo fosse poco conosciuto al di fuori del Paese. Poi vennero i secoli dell'Illuminismo e dello scientismo, che fecero di tutto per nasconderlo, perché imbarazzante. Era l'esatta risposta a quello che veniva chiesto da tutti i Voltaire dell'epoca: poter vedere una gamba recuperata. 

segue
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Aprile 2017, 11:43:29 AM
Secondo le testimonianze, la gamba "miracolosa" di Miguel Juan Pellicer non è, se così si può dire, ricresciuta: è proprio la stessa gamba che era stata amputata più di due anni prima -e che, sepolta nella terra, era necessariamente imputridita- ad essere ricomparsa. Una specie di resurrezione della carne avvenuta prima della fine dei tempi. Questo sembra più difficile da credere...

MESSORI: Sì, la gamba fu subito riconosciuta. Aveva tutti i segni, inconfondibili, che c'erano sull'arto amputato: la cicatrice causata dalla ruota del carro che aveva fratturato la tibia nell'incidente che aveva provocato l'amputazione, le tracce del morso di un cane sul polpaccio, i resti di una grossa cisti asportata, due profondi graffi lasciati da una pianta spinosa. Insomma, una gamba tagliata quando già era divorata dalla cancrena e sepolta per due anni e mezzo nel cimitero dell'ospedale di Saragozza, viene reimpiantata di colpo a Calanda, a cento chilometri di distanza. Quando andarono a controllare il posto in cui era stato sotterrato l'arto, trovarono la buca vuota. I primi giorni la gamba, secondo le testimonianze, aveva un aspetto come di carne morta: era fredda, bluastra. Col passare del tempo, e lo scorrere del sangue, tornò normale.
Forse, se questo miracolo è rimasto nascosto per tanto tempo, è perché ne avevamo bisogno proprio noi, uomini di oggi. Perché questo prodigio non è soltanto un segno dell'esistenza di Dio: è un segno di sano materialismo cristiano. E ciò che oggi minaccia il cattolicesimo non è certo il materialismo, ma lo spiritualismo, la gnosi: molta della nuova teologia cattolica è una teologia gnostica.
Questo è un miracolo "teologicamente scorretto" perché contrasta con il regno dello spiritualismo che ci minaccia. Basta un Platone qualunque per credere nell'immortalità dell'anima. I cristiani, invece, credono nella resurrezione dei corpi, proprio ciò che tanta teologia oggi non annuncia più.

Quali sono state le reazioni al suo libro?

MESSORI: Da manuale. Prima ancora che il libro uscisse sono bastati tre annunci dell'editore e Beniamino Placido su la Repubblica ha scritto un articolo dal titolo significativo: Un libro su un miracolo: non vedo l'ora di non leggerlo. Placido, a nome dell'intellighenzia laica, ha detto che si trattava certamente di una bufala, e non bisognava perdere tempo e soldi per leggere un libro così. Rifiuto previo. In realtà, è il credente il vero libero pensatore. Perché ha un concetto di ragione libera da gabbie ideologiche. Come diceva Gilbert Keith Chesterton: "Un credente è un signore che accetta il miracolo, se ve lo obbliga l'evidenza. Un non credente è, invece, un signore che non accetterà neppure di discutere di miracoli, perché a questo lo obbliga la dottrina che professa e che non può smentire".

E le reazioni da parte cattolica?

MESSORI: Appena il libro è uscito, un guru dell'intellighenzia cattolica, Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, cattolico aggiornato e teologicamente corretto, ne ha fatto una stroncatura feroce su Tuttolibri, l'inserto letterario della Stampa. Anche lui senza confrontarsi con il libro. Ha detto che qualunque cosa ci fosse scritta era "inutile e dannosa". Inutile, perché quelli come lui, che hanno una fede pura e dura, non hanno bisogno di miracoli; dannosa perché prodigi, madonne, santuari e pellegrini, sono cose alienanti per chi ha una fede "adulta".
Quando ho letto queste due recensioni, ho sorriso compiaciuto: nel libro avevo previsto esattamente queste reazioni. Ma avevo anche previsto altro: due mesi dopo l'uscita, Il Miracolo era alla quarta ristampa e stanno per essere pubblicate molte traduzioni.

https://lin4matore.wordpress.com/2007/09/17/lunico-miracolo-a-cui-non-e-possibile-credere/

.................


A me è parso un buon articolo e chi abbia domande le invii all'autore, del quale non son portavoce.

Ma se codesto "presunto" miracolo non è valido perché non avvenuto davanti ai tuoi occhi... come infinite cose non son avvenute e non avverranno... allora tutto ciò di analogo, come afferma Thomas Paine:

« Tutti i racconti di miracoli, di cui l'antico e il nuovo testamento sono colmi, sono adatti solo a impostori che predicano e stolti che credono. »

è una questione di impostori e stolti...

... fortunatamente non esistono solo queste due categorie, ma poiché son di larghissime vedute dubito di poter appartenere alla terza... e nel caso preferirei esser stolto che impostore. 
Uno che pensa le leggi naturali non siano del tutto svelate e quello che ci appare un evento straordinario, un fatto eccezionale, possa un domani venir interpretato.

 
Wiki - Si definisce miracolo (dal latino «miraculum», cosa meravigliosa), in teologia, un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia
 

Certamente l'intero universo sia un evento straordinario, un miracolo per chi disponga della coscienza per percepirlo e della conoscenza per pensarlo (o pensarci) e tuttavia come c'è una gradazione in ogni cosa, dalla stoltezza alla saggezza... vi son fenomeni che destan più meraviglia d'altri... alcuni li ho riportati e seguiterò a farlo, ripeto non per convincer chicchessia ma per avvicinarmi all'argomento della discussione, che richiede una certa disposizione a non considerare (sbarazzandosene) le "suggestioni" provenienti da ambiti diversi dai propri come figli di un Dio minore e ritenere il proprio (Spirito, scienza, logica ecc.) l'unico a cui far riferimento.

Ci son più cose...


 
Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 12:25:14 PM
CARO SARIPUTRA
***
CONCETTO ASSOLUTO E RELATIVO DI "TUTTI".
Se vuoi confutare adeguatamente un interlocutore, devi prima leggere "bene" quello che ha scritto.
Ed infatti, io avevo testualmente fatto riferimento a:
".... TUTTI i cattolici <<che ho conosciuto>> nella mia non breve vita,  e quelli che <<conosco>> tutt'ora...", ma non ho mai detto, ovviamente, di <<conoscere>> o di <<aver conosciuto>> tutti i cattolici che abitano il pianeta.
Per cui, con la tua domanda retorica: "<<Conosci>> personalmente TUTTI i cattolici?", manifesti di non aver letto bene quello che ho scritto, o di averlo totalmente equivocato.
Ed infatti, "TUTTI i cattolici che ho conosciuto" e "TUTTI i cattolici" (cioè, compresi quelli che non ho mai conosciuto)", sono due concetti che non hanno niente a che vedere tra di loro.
O sì?
***
DISPREZZO
Io non manifesto affatto disprezzo:
- nè per i cristiani "integrali",che si conformano a tutti i dogmi e prescrizioni della Chiesa;
- nè per i cristiani "parziali",che si conformano ad alcuni dogmi e prescrizioni della Chiesa, mentre ad altri no.
Quelli per cui, invece, provo profondo disprezzo, sono i "Farisei", che si ritengono cristiani "integrali", mentre invece sono  solo cristiani "parziali", come me; però pretendono di definirsi cristiani "solo loro" , negando lo stesso diritto a me e ad altri.
Stimo, invece, moltissimo quei cristiani "parziali", che ammettono di essere tali, e riconoscono che la mia visione è fondamentalmente cristiana (sebbene io non condivida molti aspetti dogmatici e prescrizionali dell'ortodossia).
***
OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Su questo concordiamo in pieno...meno male!
***
ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Anche su questo mi pare che più o meno concordiamo; ed infatti, a qualsiasi cosa si riduca il vero o presunto evento mistico, anche secondo me è importante a parer mio esperirlo senza farsene un'immagine mentale o cercare di darne una spiegazione basata su fede o approccio culturale o di saltare subito a conclusioni che, magari, non hanno niente a che vedere con l'evento in sé (come per la mia "OBE", che fu evidentemente, un fenomeno allucinatorio, e non certo una "levitazione al terzo cielo").
Magari aggiungerei che, se quello che si sperimenta assomiglia molto alla descrizione di fenomeni simili sperimentati da altri (raccontati o letti sui libri), aumenta la probabilità che l'evento in sè sia autentico.
Ma anche così bisogna andarci MOLTO CAUTI, perchè è egualmente  facile ingannarsi!
***
AUTOINGANNO
Come sopra.
ECKART
Anche qui hai ragione: non avevo capito che stavi scherzando.
Chiedo venia!
Non sono invece molto d'accordo sulla tua conclusione, in quanto ritengo che la "lectio" costuisca il primo gradino di un approccio graduale sia al testo biblico, sia all'attingimento della Verità interiore (come insegnato dai Padri): lectio, meditatio, oratio, contemplatio.
*** :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:37:11 PM
@jean

La questione dei "miracoli che superano le leggi fisiche" è assai interessante.
E sai perchè?
Perchè le leggi fisiche esistono solo dopo che esse si sono manifestate.  :D

Che significa questo?
Bè...se andiamo indietro nel tempo a quando la terra era solo rocce e acqua, esistevano le leggi fisiche "roccia e acqua".
Una roccia si guardava in giro - ammesso che potesse guardarsi in giro - e diceva tra sè e sè - ammesso che potesse dire qualcosa: "non esistono altre leggi fisiche oltre a quelle che regolano rocce e acqua".


Poi che è successo?
Sono spuntate le piante.
Oddio....miracolo!
La comparsa di una pianta, dal punto di vista di una roccia, deve essere stato un vero e proprio miracolo. Questa cosa andava oltre le leggi fisiche! (Almeno a quelle che c'erano in un mondo fatto di rocce e acqua).
Strano.
Quello che per una roccia fu indubbiamente un miracolo che andava oltre le leggi fisiche che lei conosceva, noi oggi lo chiamiamo "evoluzione".  :D



Lo stesso fu per le piante. Quando una pianta vide il primo animale, disse: "E' un miracolo!". Perchè la comparsa di un animale andava indubbiamente oltre le leggi fisiche che una pianta conosceva.
Eppure anche questo noi lo chiamiamo evoluzione.


Lo stesso accadde quando comparve l'homo sapiens.
Tutti gli altri animali e le piante avranno detto: "Miracolo!". Poichè l''homo sapiens andava oltre le leggi fisiche che animali e piante conoscevano.


In sostanza: le leggi fisiche esistono nel momento in cui appaiono nella Realtà. E questo noi lo chiamiamo "miracolo".
In realtà non c'è nessun miracolo.
L'evoluzione ci ha ampiamente dimostrato che nella Realtà si manifestano "nuove entità" e queste nuove entità, con la loro comparsa, si portano dietro nuove leggi fisiche.
Vedi...io penso che la Realtà sia come il palcoscenico di un teatro. Noi siamo sul palcoscenico. E dietro le quinte c'è "qualcosa" che ogni tanto butta un nuovo attore sul palcoscenico della Realtà. E la Realtà si arricchisce di nuove entità e, quindi, di nuove "leggi fisiche".
La Realtà è solo un palcoscenico.
Ma esiste un "dietro le quinte" di cui ignoriamo la natura e che, ogni tanto, ci butta qualche nuovo attore sul palcoscenico.
Noi siamo calati nel palcoscenico. E non ci rendiamo conto che esiste anche un "dietro le quinte". E quando qualcosa appare sul palcoscenico diciamo "miracolo!".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 09 Aprile 2017, 13:11:16 PM
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:37:11 PM
le leggi fisiche esistono solo dopo che esse si sono manifestate.  :D
[...]In sostanza: le leggi fisiche esistono nel momento in cui appaiono nella Realtà. E questo noi lo chiamiamo "miracolo".
In realtà non c'è nessun miracolo.
L'evoluzione ci ha ampiamente dimostrato che nella Realtà si manifestano "nuove entità" e queste nuove entità, con la loro comparsa, si portano dietro nuove leggi fisiche.
Non sono pratico di fisica, e per questo ti chiedo chiarimenti: le leggi fisiche vengono scoperte, e non inventate, giusto?
La comparsa di una nuova forma di vita o un evento senza precedenti, non credo possano violare le leggi fisiche pre-esistenti e istituirne di nuove (ma le "novità" possono sicuramente servire a perfezionare la formulazione delle leggi esistenti): se nascesse una nuova specie animale credo sarebbe comunque soggetta alla legge di gravità, ai principi della termodinamica, etc. difficile supporre che da domani ci si possa ritrovare senza gravità e quindi nasca una nuova legge di gravitazione... le leggi hanno una data di "nascita convenzionale" coincidente con la loro formalizzazione in linguaggio umano, ma credo che tali scoperte siano sempre retroattive (la forza di gravità esisteva anche prima di Newton, no?).
Ribadisco comunque la mia scarsa preparazione in materia  :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: myfriend il 09 Aprile 2017, 13:18:28 PM
Citazione di: Phil il 09 Aprile 2017, 13:11:16 PM
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:37:11 PM
le leggi fisiche esistono solo dopo che esse si sono manifestate.  :D
[...]In sostanza: le leggi fisiche esistono nel momento in cui appaiono nella Realtà. E questo noi lo chiamiamo "miracolo".
In realtà non c'è nessun miracolo.
L'evoluzione ci ha ampiamente dimostrato che nella Realtà si manifestano "nuove entità" e queste nuove entità, con la loro comparsa, si portano dietro nuove leggi fisiche.
Non sono pratico di fisica, e per questo ti chiedo chiarimenti: le leggi fisiche vengono scoperte, e non inventate, giusto?
La comparsa di una nuova forma di vita o un evento senza precedenti, non credo possano violare le leggi fisiche pre-esistenti e istituirne di nuove (ma le "novità" possono sicuramente servire a perfezionare la formulazione delle leggi esistenti): se nascesse una nuova specie animale credo sarebbe comunque soggetta alla legge di gravità, ai principi della termodinamica, etc. difficile supporre che da domani ci si possa ritrovare senza gravità e quindi nasca una nuova legge di gravitazione... le leggi hanno una data di "nascita convenzionale" coincidente con la loro formalizzazione in linguaggio umano, ma credo che tali scoperte siano sempre retroattive (la forza di gravità esisteva anche prima di Newton, no?).
Ribadisco comunque la mia scarsa preparazione in materia  :)
Hai ragione Phil, quello che dici è corretto.
Ma ho usato il termine "leggi fisiche" nella accezione più generale possibile del termine. Ad esempio includendo anche le leggi della genetica.
E' ovvio che prima che comparissero gli esseri viventi non esistevano le leggi della genetica.
Oddio....già esistevano, in realtà. Ma ancora non si erano manifestate nel palcoscenico della Realtà.  :D
E' questo il concetto che volevo esprimere.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 13:51:44 PM
CIAO JEAN
***
MIRACOLONI e MIRACOLINI
Sinceramente non proprio riesco a scorgere la differenza tra il "miracolo"  del giocatore e quello del "profeta"; ma forse si tratta di una mia carenza di "esprit de finesse" (lo dico senza ironia).
***
FENOMENI PARANORMALI
L'unico miracolo a cui é impossibile non credere, sarebbe quello raccontato da Vittorio Messori, su "tracce" nel 1999; il tema dell'articolo é un miracolo, anzi non un miracolo qualsiasi ma il miracolo per eccellenza.
Al riguardo il tutto sarebbe documentato da vecchi verbali notarili e processuali (molti dei quali persi, e quindi riportati solo "de relato", e senza la trascrizione di alcune testimonianze), la cui consistenza non ha molto più spessore di molti analoghi molto più "attuali" miracoli, che non sono serviti ad evitare una condanna per truffa a chi li aveva esibiti in Tribunale.
Tutto, invero, si basa su "testimonianze" di molto dubbia attendibilità; ma, stranamente, nessuno ha invece pensato a riesumare lo scheletro, per verificare la differente età molecolare del presunto osso ricresciuto (che dovrebbe essere più giovane, rispetto a all'età dell'osso superiore alla cesura). ;)
Questo sì, che sarebbe davvero "probatorio"!
:)
***
FENOMENI PARACULARI
Questo Miguel Pellicer, invero, pare che, poco prima del miracolo, esercitasse il "mestiere" di mendicante, girando ogni giorno per i paesi circonvicini a cavallo di un asino: molte persone così poterono constatare la sua "apparente" mutilazione, e sganciargli caritatevolmente quattrini in elemosina.
Occorre però tenere ben presente, che il "trucco della gamba mutilata", per poter accattonare con più successo agli angoli delle strade, veniva praticato con successo sin dai tempi dell'Antica Roma; e continuò ad essere praticato fino ad oggi, negli ultimi secoli anche avvalendosi di fasulle certificazioni mediche di amputazione, ricostruite a posteriori a fini processuali.
Ora, secondo i resoconti, una sera come le altre,  Pellicer va a dormire: ma poiché il suo letto è occupato da un soldato di una guarnigione che quella notte sosta a Calanda, è costretto a coricarsi su un giaciglio provvisorio allestito nella stanza dei suoi genitori. 
Sempre secondo le testimonianze, tra le dieci e mezzo e le undici, sua madre entra nella stanza e vede due piedi spuntare dal mantello: inizialmente pensa che il soldato e Miguel Juan si siano scambiati di posto, e chiama suo marito (il padre di Miguel) per chiarire il malinteso. 
Però, scostando il mantello, i due coniugi esterrefatti constatano che si tratta proprio del loro figlio, con la gamba al suo posto e subito lo scuotono e gli urlano di svegliarsi: occorrono alcuni minuti perché Pellicer si risvegli da un sonno molto profondo, e, la prima cosa che dice, rivolto al padre, è:
"Padre mio, perdonatemi" invece di un più spontaneo "Miracolo! Miracolo!".
Ed infatti,  "Padre mio, perdonatemi" de che? :D  :D  :D
Evidentemente chiedeva perdono del fatto che, per qualche anno, aveva "cojonato" non solo gli elimosinieri, ma persino i suoi stessi genitori (dormendo solitamente in una stanza appartata).
Sembra proprio la classica SCENEGGIATA NAPOLETANA, con TOTO' TITINA e PEPPINO.
Per "metterci una pezza" (visto che pare fosse accorso anche il soldato), il detto Pellicer, con stupefacente prontezza -questa, sì, miracolosa- improvvisa di aver sognato che si trovava nel santuario del Pilar e che stava ungendosi la gamba con l'olio benedetto, come molte volte aveva fatto...il che, però, a quanto pare, aveva funzionato un po' in ritado  :D
Tutti e tre, perciò, non si sa se in buona o in mala fede (visto che, all'epoca, i finti mendicanti che simulavano mutilazioni subivano pene MOLTO severe), sono subito concordi nel concludere che la ricomparsa della gamba si deve certamente all'intercessione della Vergine del Pilar.
Dopodichè, si cominciano ad accumulare prove più o meno circostanziate del presunto miracolo, con vicende molto contorte e complicate, che, a distanza di tanto tempo, lasciano il tempo che trovo, e sulle quali, per ragioni di spazio sorvolo!
***
A questo punto, mi si potrebbe obbiettare: 
"Ma come fai ad escludere che la gamba gli sia veramente ricresciuta?"
Infatti non lo escludo affatto a priori, bensì lo escludo in base al RASOIO DI OCCAM; in quanto, viste le circostanze, tra una truffa ben architettata (a parte la piccola involontaria "gaffe" al risveglio) ed un evento così fisicamente straordinario, scelgo senz'altro la prima opzione.
Mi pare semplice buon senso!
Tutto infatti si può dire, meno che la cosa sia stata "incontrovertibilmente" dimostrata!
Ma n'dove, stamo a scherzà? ;D

***
INCREDIBILE CREDULITA'
Di miracolosa, secondo me, c'è solo l'"incredibile credulità" della gente (se mi consenti il "calembour"), sfruttata astutamente da marpioni televisivi come Bruno Vespa, attorniato dalla solita compagnia di giro i cui nomi in ditta si sarebbero potuti elencare con precisione assoluta ancor prima dell'inizio del programma: Massimo Giletti, benemerito dell'UNITALSI, Vittorio Messori, la Penna di Dio, Claudia Koll, folgorata in desabillè sulla via di Damasco, e Piergiorgio Odifreddi (l'unico isolato Avvocato del Diavolo in sala).
:D
***
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Aprile 2017, 22:23:01 PM
Post in filosofia...

 
DIAMONOLOGO  
da Eutidemo, oggi
 
Un po' come la nave di Teseo!"
Computer:
"Già...l'antico paradosso della nave di Teseo.
Che esprime la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria, per un'entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili)."
Monna Lina:
"Brava.
Ma che te lo dico a fare...tanto sei me."
(Rivolta al pubblico).
"Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.
Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l'entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?"

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/diamonologo/
 
 

LA NAVE DI TESEO
da Sariputra 29.09.2016

Mi sono imbattuto in questo famosissimo paradosso che sottopongo alla vostra cortese attenzione ( anche se presumo lo conosciate già...):

Si racconta che la nave in legno sulla quale viaggiò l'eroe mitico Teseo si sia conservata intatta attraverso il tempo, sostituendo le parti che , una dopo l'altra, si rovinavano. Arrivò quindi il momento in cui tutte le parti usate in origine erano state sostituite, benchè la nave conservasse l'esatta sua forma originale. Riflettendo su questa situazione ( la nave è stata completamente sostituita, ma nello stesso tempo è rimasta la nave di Teseo) la domanda che ci si può porre è: la nave si è conservata , oppure no? Ossia: l'entità nave, modificata nella sostanza ma senza cambiamenti nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia semplicemente?
Questo quesito si può applicare a molteplici altri casi, ma soprattutto si può rivolgere il paradosso riguardo all'identità della nostra stessa persona, che nel corso degli anni di vita , cambia notevolmente, sia nella sostanza che nella forma, ma che sembra rimanere proprio quella stessa persona.
Permane identità all'entità nave, oppure no? E alla persona  che muta continuamente?

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-nave-di-teseo/
 
 
LA NAVE DEL FILOSOFO E LA GAMBA DI TESEO
da Jean 6.10.2016

Tempo addietro un amico (di professione attore teatrale, uno che il nessuno e centomila è un po' il suo pane) riferendosi alle frequentazioni con dei filosofi, mi riportava l'impressione di persone eccellenti nell'astrazione e un po' distanti dal piano pratico, (in verità l'osservazione era ben più marcata). 

Beh, non certo un'osservazione originale, un po' un luogo comune... forse l'avrebbe pensata diversamente se si fosse imbattuto in filosofi (o amanti della filosofia) qual il nostro amico sgiombo e altri che frequentano il nostro forum.

Partecipando (pur se poco) ai dibattiti in questa sezione mi sento un po' chiamato in causa dalla mia coscienza che conserva il ricordo di quella conversazione e oggi, con questa discussione, ho finalmente trovato un modo per saggiare la stoffa dei nostri abiti (mentali/emotivi), sempre che vogliate partecipare rispondendo alla domanda diretta che incontrerete al termine delle necessarie premesse.

La prima riguarda il titolo, che esplicitamente si rifà a quello della pregevole discussione (per partecipazione e contenuti) avviata dall'amico Sariputra. 
Questa potremmo considerarla una piccola appendice o ancor meglio la parte pratica (... di laboratorio) delle lezioni teoriche colà dispensate, nelle quali si sono sviscerati molti temi, due in particolare quelli che mi interessano: identità e appartenenza.  

La seconda premessa è un antefatto, dal quale nasce la domanda che vi porrò.
 


Antefatto
 
Mio nonno ad un'età purtroppo non troppo avanzata dovette subire (causa morbo di Buerger, essendo stato un forte fumatore) l'amputazione di una gamba che pur operata non fu possibile salvargli dalla cancrena. 

Dopo l'amputazione le sue condizioni non si risollevarono, anzi... considerato l'inevitabile, imminente destino, gli fu permesso il suo veleno preferito.

Ai familiari (ero presente anch'io) chiesero le disposizioni riguardo l'arto amputato, lasciare che se ne occupasse l'ospedale oppure conservarlo... in attesa...

Dovrei forse riferirvi le condizioni mentali di mio nonno e altri esaurienti particolari e in ultima riferirvi la decisione presa, ma qui non si parla della gamba di mio nonno che è solo il pretesto per parlar della vostra, nel caso capitasse a voi, per voi, decidere.

Tutti più o meno siamo capaci di valutare con il necessario distacco le questioni che riguardano gli altri, e lo facciamo così bene che a volte par ne capiamo più noi dell'interessato, tanto che la nave di Teseo sembra più nostra, appartenere più a noi che al proprietario. 

Per quello, nel titolo uso l'espressione "la nave del filosofo"; (in un certo senso) avete preso possesso della nave parlandone, discutendone. 

Condividendo così un po' della vita del suo capitano, Teseo... che si è ammalato e dovendogli tagliar la gamba vi domanda, al posto suo, cosa fareste dell'arto amputato?

Vi ricordo che è (una lezione di) filosofia pratica, di laboratorio come dicevo (mi scuso per l'involontario umorismo macabro).

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/la-nave-del-filosofo-e-la-gamba-di-teseo/
 

AL DI LÀ DELL'ALDILÀ  
post 191 da Jean e post 197 da Eutidemo, oggi
 
...la gamba di Miguel Juan Pellicer, (del presunto miracolo della)
 
 .............................


... banali, sciocche coincidenze... o plausibili sincronicità?
 
 

Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 10 Aprile 2017, 00:17:33 AM
@ Eutidemo scrive:
CONCETTO ASSOLUTO E RELATIVO DI "TUTTI".
Se vuoi confutare adeguatamente un interlocutore, devi prima leggere "bene" quello che ha scritto.
Ed infatti, io avevo testualmente fatto riferimento a:
"...TUTTI i cattolici <<che ho conosciuto>> nella mia non breve vita,  e quelli che <<conosco>> tutt'ora...", ma non ho mai detto, ovviamente, di <<conoscere>> o di <<aver conosciuto>> tutti i cattolici che abitano il pianeta.
Per cui, con la tua domanda retorica: "<<Conosci>> personalmente TUTTI i cattolici?"manifesti di non aver letto bene quello che ho scritto, o di averlo totalmente equivocato.
Ed infatti, "TUTTI i cattolici che ho conosciuto" e "TUTTI i cattolici" (cioè, compresi quelli che non ho mai conosciuto)", sono due concetti che non hanno niente a che vedere tra di loro.
O sì?

Hai perfettamente ragione e ti chiedo perdono per la svista, senz'altro dovuta alla fretta di leggere e ai miei ben noti problemi di vista. Approfitto per scusarmi con  tutti quelli con cui possono nascere, o sono nati, malintesi per questo motivo.
Oltre a ciò ti chiedo perdono per il fatto di aver sindacato nelle tue personali convinzioni e per avere ceduto ad una istintiva, e immotivata, antipatia verso i tuoi scritti. Un giorno qualcuno mi ha detto di osservare che proprio ciò che più ci urta è il nostro migliore maestro. Credevo di aver fatto tesoro di questo grande insegnamento, ma la natura umana è imperfetta.
Proprio oggi, in ospizio, risuonava un canto che mi ha fatto riflettere molto e che sentivo adeguato al mio stato d'animo, pieno di vergogna.
Faceva così:

Silenzio di chi vigila,
Silenzio di chi attende,
Silenzio di chi scopre una presenza.

Silenzio di chi dialoga,
Silenzio di chi accoglie,
Silenzio di chi vive in comunione.

Silenzio di chi prega,
Silenzio di chi è in pace,
Silenzio di chi è uno nel suo spirito.

Silenzio di chi è povero,
Silenzio di chi è semplice,
Silenzio di chi ama ringraziare.

Ho aggiunto di mio solo questo:
Silenzio di chi sa chiedere perdono.

Ecco un piccolo, umile e semplice al di là al quale tutti possiamo attingere. E soprattutto vorrei sottolineare, in questa sera in cui una stanca luna si nasconde tra le nuvole:
Silenzio di chi è povero.
Povero di tutto...di averi, di intelletto, di amicizia, d'amore.  Una povertà e una solitudine come quella degli innumerevoli petali che , ormai stanchi, si stanno posando sul terreno della nostra aridità di cuore.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 10 Aprile 2017, 06:18:54 AM
Caro Sariputra
PROBLEMI DI VISTA
Mi dispiace per i tuoi problemi di vista, ma non lo sapevo; spero che si tratti solo di un problema temporaneo.
Ti suggerisco di usare questo programma.
https://textaloud.it.uptodown.com/windows
E' estremamente semplice da utilizzare, e costa molto poco!
Io lo uso spesso per riposare gli occhi, ed anche per leggere con le orecchie quando sono bloccato nel traffico; però va bene solo per la saggistica, perchè la voce, sebbene umana (sintetizzata) è molto monotona.
;)
***
SINDACATO
Quanto al fatto di aver sindacato le mie opinioni, non ti devi affatto scusare per questo; anzi, ti rigrazio di averlo fatto, perchè la cosa mi è di aiuto per rifletterci sopra meglio.
***
:)
ANTIPATIA PER I MIEI SCRITTI
Quanto alla tua istintiva antipatia verso i miei scritti, me ne dispiace; ma, ad essere onesto, non mi sembra del tutto immotivata.
Ed infatti, io stesso, a rileggere alcuni dei miei scritti, a volte mi irrito da solo con me stesso: ed infatti, non di rado, essi trasudano delle due "S" che detesto (Saccenza e Supponenza), e, a volte, anche di una terza (Stronzaggine).
Per cui, non ti devi scusare della tua istintiva antipatia verso i miei scritti, perchè spesso io sono il primo a condividerla!
:)
***
OSPIZIO
Il canto di cui hai riportato il testo è bellissimo!
Sembra una preghiera.
Bella soprattutto la tua conclusione:
"Silenzio di chi è povero. Povero di tutto...di averi, di intelletto, di amicizia, d'amore.  Una povertà e una solitudine come quella degli innumerevoli petali che , ormai stanchi, si stanno posando sul terreno della nostra aridità di cuore."
:-\
Ciao
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 10 Aprile 2017, 08:39:56 AM
CitazioneBeh, i miei due interlocutori preferiti del forum sono sempre grandi!

Concordo e mi associo: l' autocritica, il saper ammettere i propri errori e limiti é una gran virtù, oltre che una conditio sine qua non per migliorare.
E poiché tutti si sbaglia é una gran cosa anche saper perdonare gli altri!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 10 Aprile 2017, 14:12:36 PM
Ciao Lorenzo
***
PIXEL E CARATTERI
Sinceramente, non ci vedo alcuna differenza tra La A, i pixel, gli impulsi elettrici, rispetto al libro, le parole, i caratteri, l'inchiostro o la carta; sempre di percezione di oggetti esterni si tratta (se vogliamo restare a livello fenomenico, per non complicare le cose). 
Il fatto che inchiostro, caratteri li percepiamo senza bisogno di strumenti, mentre i pixel e gli impulsi elettrici no, mi ricorda il ragionamento che facevano i giudici dell'inquisizione a Galileo, il quale mostrava loro attraverso il cannocchiale che la superficie della luna non era glabra; ed infatti, loro sostenevano che la luna vera è quella, liscia e labra, che si vede ad occhio nudo, senza mezzo di strumenti come il cannocchiale, che non costituiva "percezione diretta" della realtà.
Quanto sopra, come ho detto, se poniamo la faccenda solo sul piano "meramente fenomenico", per il quale sia il testo del PC che quello del libro sono la stessa cosa.
Quanto al fatto che l'attività cerebrale non è causa delle percezioni (sia pure percezioni interne come sentimenti e volizioni), così come le orme sulla sabbia non lo sono delle passeggiate in riva al mare, sempre sul piano "meramente fenomenico", è OVVIO .
Al livello "noumenico" il discorso, invece, cambia (vedi la mia discussione con Sgiombo).
***
ALLUCINAZIONI COLLETTIVE
Quanto alle allucinazioni collettive, sinceramente, i parametri a cui fai riferimento tu, mi sfuggono nel modo più completo; un fenomeno si verifica o non si verifica..."tertium non datur"
Quando tu dici che qualcosa sul sole, o attraverso il sole (che non è solo un corpo fisico-materiale, inanimato, ma ha anch'esso un'aura), come è avvenuto a Fatima può essere avvenuto alle Tre Fontane, mi sembra che il nostro "battibecco" assomigli molto a quello tra Romeo e Mercuzio: :D
Romeo: "Basta, Mercuzio, basta! Stai parlando di niente".
Mercuzio: "È vero, parlo di sogni, che sono figli di una mente vagabonda, pieni soltanto di vana fantasia, fatta di una sostanza tenue come l'aria e più incostante del vento".
Ed invero, che diamine sarebbe questa magica "AURA"?
Però, sonod'accordo con te che quello che è avvenuto a Fatima può benissimo essere avvenuto anche alle Tre Fontane: una allucinazione collettiva, appunto.
Analoghe allucinazioni collettive, infatti, si sono sempre  verificate in un sacco di luoghi sacri ad altre religioni (a cominciare da Delfi), però, invece della Madonna, appariva -magari- Afrodite o la dea Kalì.
Il che, indirettamente, dimostra che si tratta di fenomeni di origine "psichica", perchè ognuno si autosuggestiona, credendo di assistere all'apparizione dei "proprii" Dei...mica di quelli altrui!
***
COLEI CHE SONO
Quanto a quell'apparizione in cui viene (blasfemicamente ) detto "Sono colei che sono nella Trinità divina" non ne avevo mai sentito parlare; di che (pseudo)apparizione si tratta?
***
CHIARROVEGGENZA
Quando mi darai una prova inconfutabile che essa esiste, potremo discuterne; altrimenti, come diceva Romeo, stiamo perdendo tempo a parlare di "niente" (ovvero di "sogni", come rispondeva Mercuzio).
***
SOLI PULSANTI
Quanto ai filmati con il sole pulsante, di cui è pieno youtube, anche io (per fare uno scherzo ad amici creduloni), ho realizzato la stessa cosa col mio telefonino; basta premere alternativamente il pulsante flash (oppure usare una torcetta elettrica). 
Provaci anche tu, è facilissimo (anche se ci sono trucchi molto più sofisticati).
***
STIGMATE
Quanto alle "stigmate", è ormai scientificamente dimostrato che si tratta di un fenomeno "psicosomatico" (in genere di carattere isterico), ma non solo (vedi  Herbert Thurston, The Physical Phenomena of Mysticism, Roman Catholic Books, 1º febbraio 2007, ISBN 1-929291-91-4, , 9781929291915.)
A parte la scienza, peraltro, il fatto che le "stigmate" abbiano origine di carattere soggettivo, è dimostrato dal fatto che Cristo venne inchiodato nei polsi, NONnei palmi delle mani; come sempre avveniva nella crocefissioni, per ovvi motivi.
Però le "stigmate" appaiono sempre nei palmi, per rispetto di una (erronea) tradizione figurativa, a cui il soggetto crede per ignoranza.
***
NOUMENO
Quanto al fatto che la verità primaria è quella mentale, mentre quella materiale e solo una supposizione (se vogliamo parlare a livello "noumenico"), è un discorso diverso e molto complicato; puoi vedere di che si tratta nel mio lungo dibattito con Sgiombo in "al di là dell'aldilà.
Qui, è meglio evitare!
***
RASOIO DI OCCAM
Io ho scritto più volte che non escludo affatto che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente.
E mi fa piacere che tu condivida tale assunto!
Ed infatti, che una nave di ferro potesse galleggiare, ovvero che un oggetto più pesante dell'aria potesse volare, solo due secoli fa, sembrava assurdo; ma, quando fu dimostrato inequivocabilmente che entrambe le cose erano possibili, nessuno le ha più messe in discussione.
E' esattamente quello che sostengo io!
***
NAPOLEONE
Dubito che tu sia sincero; se io ti dicessi che ieri sono stato a cena con Napoleone Bonaparte, sono sicuro che non mi crederesti affatto.
Comunque, se poi proprio la tua fiducia in me fosse davvero eccelsa, al massimo mi chiederesti di fare una cena "a tre", per verificare "de visu" se veramente Napoleone  sia un mio commensale abituale; e solo dopo, eventualmente, mi crederesti.
O no?
***
LOURDES E ALTRI MIRACOLI
E' inutile starci a girare intorno...servono PROVE INCONFUTABILI, non storie e discutibili documenti e testimonianze!
Ragiona:
-due secoli fa, nessuna persona di buon senso avrebbe creduto al fatto che saremmo sbarcati sulla luna (se non per "magia", come Cyrano);
-oggi, nessuna persona di buon senso negherebbe il fatto che che possiamo sbarcare sulla luna quando ci pare.
PERCHE?
Perchè è stato SPERIMENTALMENTE  dimostrato che si può fare....E NESSUNO SI SOGNA DI METTERLO IN DUBBIO...i fatti non si discutono....se se ne discute vuol dire che ancora non sono fatti accertati.
E' tutto qui!
:)


-
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 10 Aprile 2017, 23:02:17 PM
(Benvenuti alla trasmissione: Ai confini della realtà...
chi ha una certa età, prossima o superiore ai sessanta la ricorderà certamente.)  ???
 
Giorni addietro M. indossava un soprabito color ciclamino che mi ha fatto ricordar la canzone "Aveva un bavero" del quartetto Cetra che tanto successo ebbe al festival di Sanremo del 1954, ispirata alla composizione musicale del maestro Paolo Giorza (1858) "La bella Gigogin", intonata durante l'ingresso in Milano delle truppe franco-piemontesi (2^ guerra d'indipendenza).

Gigogin, vezzeggiativo per Teresina (e questa per Lombardia) fuggì dal collegio per combattere nelle barricate e fu arruolata nelle truppe dei bersaglieri volontari di Luciano Manara. 

Si narra della sua storia d'amore con Goffredo Mameli che salvò dagli austriaci che lo pedinavano e perciò arrestata (e in seguito liberata dai bersaglieri). Storia che durò appena un anno per la morte del Mameli in difesa della repubblica Romana a Villa Spada.

Belle pagine di storia italiana, per chi le sappia apprezzare immedesimandosi in quei tempi...

Mi ricordavo d'aver letto che l'esercito Austriaco avesse una divisa dove il bavero era color zafferano (colore dell'Austria, assimilato a quello della "polenta") e la marsina (sorta di frack) appunto color ciclamino... e lo feci presente ad M., che apprezza le qualità del quartetto.

Domenica scorsa, 9 aprile, dopo aver scritto il post 191, ci recavamo a far finalmente visita dopo più di un anno ad una nostra cara amica, al nord. 
Ci fu il tempo per una breve passeggiata, io, M. e la nostra amica che usa vestir in modo molto personale con i  colori che ama, essendo una brava pittrice.  

Che strano, M. con il suo soprabito ciclamino e l'amica con uno... assolutamente zafferano, con un ampio collo... così pregai M. di por sulle spalle dell'amica l'indumento ciclamino per ricomporre quella divisa... e chiesi all'amica quale canzone le veniva in mente con quei colori... qualche istante e ci siam messi a cantarla insieme... la conosceva assai bene, fin troppo... ci disse che era la preferita di suo padre ed anzi, che nel ricordarlo l'associava a quella musica...

Al ritorno visitai il nostro amato Hotel, lessi la replica di Eutidemo e forse la coincidenza vissuta poco prima mi guidò nella replica al post 197 dell'amico Eutidemo, che approfondirò appena troverò un po' di tempo...
 


Un cordiale saluto
Jean
 

(P.S. – ho sempre detto che ci son belle persone in questo posto...) 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 11 Aprile 2017, 06:01:56 AM
Citazione di: Jean il 10 Aprile 2017, 23:02:17 PM
(Benvenuti alla trasmissione: Ai confini della realtà...
chi ha una certa età, prossima o superiore ai sessanta la ricorderà certamente.)  ???

Giorni addietro M. indossava un soprabito color ciclamino che mi ha fatto ricordar la canzone "Aveva un bavero" del quartetto Cetra che tanto successo ebbe al festival di Sanremo del 1954, ispirata alla composizione musicale del maestro Paolo Giorza (1858) "La bella Gigogin", intonata durante l'ingresso in Milano delle truppe franco-piemontesi (2^ guerra d'indipendenza).

Gigogin, vezzeggiativo per Teresina (e questa per Lombardia) fuggì dal collegio per combattere nelle barricate e fu arruolata nelle truppe dei bersaglieri volontari di Luciano Manara.

Si narra della sua storia d'amore con Goffredo Mameli che salvò dagli austriaci che lo pedinavano e perciò arrestata (e in seguito liberata dai bersaglieri). Storia che durò appena un anno per la morte del Mameli in difesa della repubblica Romana a Villa Spada.

Belle pagine di storia italiana, per chi le sappia apprezzare immedesimandosi in quei tempi...

Mi ricordavo d'aver letto che l'esercito Austriaco avesse una divisa dove il bavero era color zafferano (colore dell'Austria, assimilato a quello della "polenta") e la marsina (sorta di frack) appunto color ciclamino... e lo feci presente ad M., che apprezza le qualità del quartetto.

Domenica scorsa, 9 aprile, dopo aver scritto il post 191, ci recavamo a far finalmente visita dopo più di un anno ad una nostra cara amica, al nord.
Ci fu il tempo per una breve passeggiata, io, M. e la nostra amica che usa vestir in modo molto personale con i  colori che ama, essendo una brava pittrice.  

Che strano, M. con il suo soprabito ciclamino e l'amica con uno... assolutamente zafferano, con un ampio collo... così pregai M. di por sulle spalle dell'amica l'indumento ciclamino per ricomporre quella divisa... e chiesi all'amica quale canzone le veniva in mente con quei colori... qualche istante e ci siam messi a cantarla insieme... la conosceva assai bene, fin troppo... ci disse che era la preferita di suo padre ed anzi, che nel ricordarlo l'associava a quella musica...

Al ritorno visitai il nostro amato Hotel, lessi la replica di Eutidemo e forse la coincidenza vissuta poco prima mi guidò nella replica al post 197 dell'amico Eutidemo, che approfondirò appena troverò un po' di tempo...



Un cordiale saluto
Jean


(P.S. – ho sempre detto che ci son belle persone in questo posto...)

Ai confini della realtà... :)
Ho visto tutta la serie da bambino, e adesso la possiedo su DVD.
Ero un appassionato di fantascienza, e leggevo URANIA dai tempi remoti in cui aveva la copertina in ROSSO E NERO. :)
Forse mi dovrò assentare per qualche tempo, oppure fare interventi "a scartamento ridotto".
Un cordiale saluto :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 11 Aprile 2017, 22:27:27 PM
Caro Euti, :)                  

anch'io ero un appassionato di fantascienza... mio fratello, di due anni maggiore, comperava gli Urania che leggevamo (prima lui, ovviamente...) con passione.

Sarà stata l'immaginazione dei nostri verdi anni... ma quei mondi, situazioni, eventi... si delineavano dentro di me con una precisione quasi l'osservassi nella realtà...

Uno dei miei preferiti fu la saga del pianeta Tschai, di Jack Vance,  il primo libro procurò a me e mio fratello una profonda crisi d'astinenza, tanto ci si era immersi nella storia.

Per fortuna venne il secondo e poi altri due... che spettacolo, che fantasia e che stile!

Ricordo ancora una copertina con un frutto dai semi rossi che pareva un melograno e comunque tutte le copertine di quei romanzi, magnificamente realizzate, erano oggetto di contemplazione, quasi si potesse raggiungere un livello nascosto... forse anche all'autore, ma reale per me, che dedicavo parecchio tempo ad osservarle sin nei minimi dettagli...

... osservare i minimi dettagli... realizzare qualcosa nei minimi dettagli, pensare i minimi dettagli... e vivere i minimi dettagli della nostra irripetibile esistenza, qual che sia lo stato attuale...
 
 

... se la verità

fosse nera come la notte

ti metteresti in viaggio

per raggiungerla?

Non è forse perché

hai visto una piccola luce,

(... come la piccola candela dell'amico Sari...)

che hai preso le tue cose

e sei partito fiducioso?

Dentro di te,

confidando di raggiungere

quella luce,

prima o poi.

 
Come si fan le cose

È più importante

Delle cose fatte

Come si dicon le parole

È più importante

Delle parole dette

Per la nostra

Piccola luce.
 

 
Un amichevole e caldo saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 12 Aprile 2017, 06:30:00 AM
Citazione di: Jean il 11 Aprile 2017, 22:27:27 PM
Caro Euti, :)                  

anch'io ero un appassionato di fantascienza... mio fratello, di due anni maggiore, comperava gli Urania che leggevamo (prima lui, ovviamente...) con passione.

Sarà stata l'immaginazione dei nostri verdi anni... ma quei mondi, situazioni, eventi... si delineavano dentro di me con una precisione quasi l'osservassi nella realtà...

Uno dei miei preferiti fu la saga del pianeta Tschai, di Jack Vance,  il primo libro procurò a me e mio fratello una profonda crisi d'astinenza, tanto ci si era immersi nella storia.

Per fortuna venne il secondo e poi altri due... che spettacolo, che fantasia e che stile!

Ricordo ancora una copertina con un frutto dai semi rossi che pareva un melograno e comunque tutte le copertine di quei romanzi, magnificamente realizzate, erano oggetto di contemplazione, quasi si potesse raggiungere un livello nascosto... forse anche all'autore, ma reale per me, che dedicavo parecchio tempo ad osservarle sin nei minimi dettagli...

... osservare i minimi dettagli... realizzare qualcosa nei minimi dettagli, pensare i minimi dettagli... e vivere i minimi dettagli della nostra irripetibile esistenza, qual che sia lo stato attuale...



... se la verità

fosse nera come la notte

ti metteresti in viaggio

per raggiungerla?

Non è forse perché

hai visto una piccola luce,

(... come la piccola candela dell'amico Sari...)

che hai preso le tue cose

e sei partito fiducioso?

Dentro di te,

confidando di raggiungere

quella luce,

prima o poi.


Come si fan le cose

È più importante

Delle cose fatte

Come si dicon le parole

È più importante

Delle parole dette

Per la nostra

Piccola luce.



Un amichevole e caldo saluto

Jean

Ciò che mi piacque di più, su URANIA, fu la saga della TRILOGIA GALATTICA, di Isaac Asimov.
Un amichevole e caldo saluto :)
Eutidemo
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 12 Aprile 2017, 08:54:05 AM
Citazione di: Jean il 11 Aprile 2017, 22:27:27 PMCaro Euti, :) anch'io ero un appassionato di fantascienza... mio fratello, di due anni maggiore, comperava gli Urania che leggevamo (prima lui, ovviamente...) con passione. Sarà stata l'immaginazione dei nostri verdi anni... ma quei mondi, situazioni, eventi... si delineavano dentro di me con una precisione quasi l'osservassi nella realtà... Uno dei miei preferiti fu la saga del pianeta Tschai, di Jack Vance, il primo libro procurò a me e mio fratello una profonda crisi d'astinenza, tanto ci si era immersi nella storia. Per fortuna venne il secondo e poi altri due... che spettacolo, che fantasia e che stile! Ricordo ancora una copertina con un frutto dai semi rossi che pareva un melograno e comunque tutte le copertine di quei romanzi, magnificamente realizzate, erano oggetto di contemplazione, quasi si potesse raggiungere un livello nascosto... forse anche all'autore, ma reale per me, che dedicavo parecchio tempo ad osservarle sin nei minimi dettagli... ... osservare i minimi dettagli... realizzare qualcosa nei minimi dettagli, pensare i minimi dettagli... e vivere i minimi dettagli della nostra irripetibile esistenza, qual che sia lo stato attuale...   ... se la verità fosse nera come la notte ti metteresti in viaggio per raggiungerla? Non è forse perché hai visto una piccola luce, (... come la piccola candela dell'amico Sari...) che hai preso le tue cose e sei partito fiducioso? Dentro di te, confidando di raggiungere quella luce, prima o poi.  Come si fan le cose È più importante Delle cose fatte Come si dicon le parole È più importante Delle parole dette Per la nostra Piccola luce.   Un amichevole e caldo saluto Jean

Da piccolo compravo i romanzi della casa editrice Nord, la famosa serie Cosmo Oro e Cosmo Argento . Però i miei preferiti erano quelli della Fantacollana che scivolavano più nel fantasy che non nella science fiction . Il mio autore preferito era naturalmente R.E. Howard con i suoi personaggi di Conan, Kull di Valusia e Salomon Kane ( più erano muscolosi e forti più mi piacevano...visto che ero l'esatto contrario ;D ). Qualche anno dopo li ho venduti per pagarmi un fantastico nuovo incisivo in resina, spezzatosi in una rovinosa caduta da un olmo di Villa Sariputra. Mio padre mi disse, mentre piangente mi passavo la lingua sul moncherino: "TI avevo detto di non salire ancora sull'albero? Adesso ti paghi da solo il dente, con i tuoi soldi ( che non avevo naturalmente...)". Fu la mia punizione per la disobbedienza. Trovai un negozietto della Contea, che trattava testi scolastici usati e libri vari, che me li comprò ( il resto del denaro me lo diede mia mamma...all'insaputa di mio padre e senza dirmi una parola). Ancora adesso, dopo anni e anni, quando ripenso a tutti quei libri svenduti mi vien...da passare la lingua sul dente finto e tentare quasi di succhiarmelo! Bisogna dire che, mentre tutto intorno i denti veri stanno invecchiando, l'incisivo si staglia quasi luccicante con dei riflessi, quando viene colpito dai raggi del sole, che sembrano quasi oro o argento... :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 14 Aprile 2017, 10:41:47 AM
Buongiorno a tutti. Buongiorno Eutidemo, grazie della risposta cui rispondo con indecoroso ma soggettivamente giustificabile ritardo, di cui comunque mi scuso.

Caratteri e impulsi elettrici
Della A abbiamo una percezione alla quale possiamo fondatamente unire un concetto. Sugli impulsi elettrici, sul movimento degli elettroni (per non parlare di entità ancor più impercettibili) possiamo solamente farci una rappresentazione astratta, sulla quale elucubrare tutte le possibili fantasticherie.

Citazioneun fenomeno si verifica o non si verifica..."tertium non datur"
Un fenomeno alcuni lo percepiscono e altri no
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia."

Citazioneinvece della Madonna, appariva -magari- Afrodite o la dea Kalì.Il che, indirettamente, dimostra che si tratta di fenomeni di origine "psichica", perchè ognuno si autosuggestiona, credendo di assistere all'apparizione dei "proprii" Dei...mica di quelli altrui!
Certo: ognuno unisce alla percezione un concetto tratto dal suo patrimonio concettuale. Ma questo non nega la realta del dato percettivo.

CitazioneCHIAROVEGGENZA
Quando mi darai una prova inconfutabile che essa esiste, potremo discuterne; altrimenti, come diceva Romeo, stiamo perdendo tempo a parlare di "niente" (ovvero di "sogni", come rispondeva Mercuzio).
Credo che un vero chiaroveggente, un iniziato non ti darà mai la prova che vuoi tu ma, nel caso, fammi sapere. Io le prove inconfutabili le ho, ma valgono solo per me.

Ho provato (ti dirò, con un po' di malavoglia) a documentarmi sul sole pulsante e ho trovato questi
http://www.uccronline.it/2016/06/06/il-sole-pulsante-di-medjugorje-smentita-la-frode-e-lallucinazione-collettiva/
che sono cattolici razionali.
Invece, in un sito di cattolici romani (a proposito di esperienze di pre-morte e di obe) ho trovato un video dove min. 10:20 si riferisce di un cieco che in condizioni di pre-morte è tornato poi indietro e racconta com'era la sala operatoria come se l'avesse vista nei dettagli.
http://www.cattoliciromani.com/39-lo-scaffale-di-cr/51349-alle-soglie-dell-eternita-testimonianze-di-persone-uscite-dal-coma-mons-aupetit?p=1651224#post1651224
Per alcuni di loro:
"Affermare che un animella può andarsene in giro fuori da un corpo vivente contraddice il Magistero (Concilio di Vienne, anima forma del corpo), la Bibbia (che concepisce l'essere umano come unità) e la migliore tradizione teologica. Si tratta di una visione dualista che non è cristiana ed inoltre è incompatibile con le interpretazioni filosofiche più verosimili del dato scientifico."
Fatti i debiti distinguo, mi par di sentire te.

CitazioneSTIGMATE
Quanto alle "stigmate", è ormai scientificamente dimostrato che si tratta di un fenomeno "psicosomatico"(in genere di carattere isterico), ma non solo (vedi  Herbert Thurston, The Physical Phenomena of Mysticism, Roman Catholic Books, 1º febbraio 2007, ISBN 1-929291-91-4, , 9781929291915.)
All'esimio Herbert Thurston la buona Teresa Neumann darebbe la risposta già riportata (ma forse era un bue e non un cervo). E poi, non credo si possa spiegare con l'isteria il fatto che non toccò cibo per trentasei anni, dal 1926 fino alla morte.
Ma ce ne furono anche altre.
http://giovanni57.altervista.org/sapete-fu-la-mistica-digiuno-piu-lungo-perche/
Oggi, a mia conoscenza, è Judith von Halle, pure lei stigmatizzata (ma non cattolica) che vive senza cibarsi
http://www.liberopensare.com/biblioteca-sx/judith-von-halle

RASOIO DI OCCAMIo ho scritto più volte che non escludo affatto che certi fenomeni "possano" esistere, se non sono intrinsecamente autocontraddittori; ma questo non significa che esistano sul serio, se non vengono dimostrati oggettivamente.E mi fa piacere che tu condivida tale assunto!Ed infatti, che una nave di ferro potesse galleggiare, ovvero che un oggetto più pesante dell'aria potesse volare, solo due secoli fa, sembrava assurdo; ma, quando fu dimostrato inequivocabilmente che entrambe le cose erano possibili, nessuno le ha più messe in discussione.E' esattamente quello che sostengo io!
Appunto! Tu avresti sostenuto che è autocontraddittorio che il ferro possa galleggiare sull'acqua... fino a un momento prima di salire sul ferry-boat, anzi fino a un momento dopo.

CitazioneNAPOLEONE
Dubito che tu sia sincero; se io ti dicessi che ieri sono stato a cena con Napoleone Bonaparte, sono sicuro che non mi crederesti affatto.Comunque, se poi proprio la tua fiducia in me fosse davvero eccelsa, al massimo mi chiederesti di fare una cena "a tre", per verificare "de visu" se veramente Napoleone  sia un mio commensale abituale; e solo dopo, eventualmente, mi crederesti.O no?
Mah. Eventualmente ti chiederei di invitarmi quando ci fossero Cleopatra o Marlene Dietrich, ma vanno bene anche Scarlett Johansson o una qualche belen, che è più facile.
Ciao.
-
"Sono Colei che sono nella Trinità": rivelazione a Bruno Cornacchiola, 12 aprile 1947, alle Tre Fontane.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 14 Aprile 2017, 20:46:47 PM
Buonasera a tutti. Buonasera Lorenzo.
Non ti scusare per il ritardo nel rispondere, perchè anche io mi assenterò per un po'. 
***
Caratteri e impulsi elettrici
E' vero che della A abbiamo una percezione alla quale possiamo fondatamente unire un concetto, mentre sugli impulsi elettrici, sul movimento degli elettroni (per non parlare di entità ancor più impercettibili) possiamo solamente farci una rappresentazione astratta, sulla quale elucubrare; ma non su cui fare tutte le possibili fantasticherie, in quanto ci sono puntuali spiegazioni tecniche su come funzionano detti fenomeni, oltre che ipotesi matematiche. 
***
Shakespeare
Sicuramente: "Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.".
E' proprio la mia massima preferita di Amleto.
Ed infatti, le cose che sono in cielo e in terra, sono appunto quelle verificabili come reali o nel cielo o nella terra; non sono certe quelle frutto di sogni indimostrati, o di realtà magiche ed astrali...meramente "raccontate"
***
Apparizioni
Tu confondi il dato "percettivo" col dato "immaginativo", che dipende solo dall'autosuggestione derivante dalle specifiche credenze del soggetto; se l'apparizione fosse oggettiva, infatti, apparirebbe a tutti la stessa cosa.
Come la percezione visiva di una una stella cadente, che a tutti appare nello stesso modo!
***
Fenomeni strani
Quanto ai siti che sostengono la veridicità di certi presunti bizzarri fenomeni, tipo "uccroline", su INTERNET ne puoi trovare a centinaia che ne sparano di tutti i colori e per tutti i gusti; se vuoi ti posso fornire anche i riferimenti di altri...ma io non intendo perdere ulteriore tempo per andare "a caccia di elfi e di gnomi".
Ti suggerisco un sistema molto semplice, per evitare di perdere tempo anche tu, di fronte a determinati fenomeni un po' fuori dell'ordinario: 
- se, come la pioggia di pesci e di rane, ad un certo punto vengono oggettivamente constatati, NON TROVERAI PIU' NESSUNO CHE LI METTA IN DISCUSSIONE, IN NESSUN SITO INTERNET O IN NESSUN LIBRO;
- se, invece, altri bizzarri fenomeni, CONTINUI A TROVARE CHI LI CONTESTA, considerali come NON ESISTENTI, almeno fino al momento in cui, anche con riguardo a loro, NON TROVERAI PIU' NESSUNO CHE LI METTA IN DISCUSSIONE, IN NESSUN SITO INTERNET O IN NESSUN LIBRO.
In tal modo, potrai stare tranquillo di non cadere MAI in errore.
***
Judith von Halle
Ovviamente, nel caso di palesi corbellerie, tipo quella di Judith von Halle, che "vive senza cibarsi", stai tranquillo che si tratta di cose così assurde, che non vale neanche la pena di controllare di tanto in tanto su INTERNET se tale fenomeno venga alla fine accertato incontrovertibilmente come vero...perchè è ovviamente IMPOSSIBILE!
Però, se proprio ci vuoi perdere tempo, ogni tanto dai un'occhiata!
***
Autocontraddittorietà.
Ti sbagli, in quanto nè io nè alcun altro individuo logico avremmo mai sostenuto che sia "autocontraddittorio" che il ferro possa galleggiare sull'acqua; anche duemila anni fa, infatti, non ci sarebbe stato assolutamente NIENTE niente di "autocontraddittorio" in tale affermazione, ma sarebbe apparsa solo contraria alla comune esperienza (come effettivamente era).
Dal momento in cui, invece, la cosa fosse stata sperimentalmente dimostrata (come lo è stata), ci avrei necessariamente creduto subito, e più nessuno avrebbe avuto motivo di contestarla.
Per capirci meglio:
- se tu mi dici che hai visto un UNICORNO, io tendo a non crederci, ma, non essendo una affermazione in sè autocontraddittoria, sospendo il giudizio fino a quando non mi dimostri che è vera; 
- se, invece, mi dici che hai visto un "UN CANE CHE NON E' UN CANE", io non ci credo, perchè una affermazione autocontraddittoria, e non sospendo il giudizio fino a quando non mi dimostri che è vera, perchè è impossibile che me lo dimostri (salvo giochetti verbali di tipo sofistico).
***
Cena
Sicuramente ti inviterei a cena quando ci fossero Cleopatra o Marlene Dietrich, ma dubito di poterti soddisfare; se ti vanno bene anche Scarlett Johansson o una qualche Belen,  in teoria sicuramente è più facile... ma, in pratica, temo che, almeno per me, avrei più o meno la stessa difficoltà a soddisfare le tue esigenze.
Ciao e BUONA PASQUA!.
:)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 14 Aprile 2017, 21:49:42 PM
Eccoci appunto ai confini della realtà... come avevo premesso:

Per te (e InVerno) i "miracoli" son solo d'un tipo, il sette che compare sulla faccia d'un dado o il rispuntar di gambe... va bene stiamo al gioco, vediamo qualcosa del genere... 
 
Tra tutti i miracoli abbiamo preso quello che Eutidemo (e Voltaire prima di lui... gente davvero in gamba, senza ironia... se non per la gamba...) proponeva per riconsiderare la chiusura causale del mondo fisico.

Io ho postato un contributo e Euti da par suo ha risposto... questione finita?

Di là i pragmatici indagatori e di qua i possibilisti qual mi dichiaro d'appartenere che, apponendo in principio di frase "SE" son disposti a veder dove conduca anche l'incredibile (tanto che mi costa? al massimo un po' del mio tempo).

Amici eravamo e son certo rimarremo... però, devo dire... più facile (per chi non s'avvalga della fede) non credere che credere... battaglie di tal genere paion perse in partenza... ma perse su tutta la linea, o solo/principalmente su quella "retta" della realtà "A"?

Così, dopo aver letto il post di Euti in risposta al miracolo citato pur se "per gioco"  un po' m'è parso d'esser stato sconfitto... nel senso di non aver portato qualcosa di più "solido"... ma, accidenti, Euti voleva la gamba e al riguardo quel che ho trovato appariva il massimo... forse era più saggio, dopo d'averlo trovato, lasciar perdere codesto miracolo, prontamente  impallinato dall'abile tiratore... ma le cose, se son andate come son andate, forse vuol dir che proprio così dovevano andare...

Va beh, passiamo oltre, mi son detto... e scorrendo il sito... toh, guarda, l'Euti ha postato un suo racconto fantascientifico (per il momento...)... ma vedi un po' come termina... con il riferimento alla nave di Teseo... discussione assurta a "cult" grazie a Sariputra che l'ha sapientemente condotta... che coincidenza...

E che dir della mia (in appendice a quella): "esercitazione di laboratorio" nella quale capitan Teseo invita chi lo legga a dir cosa farebbe al suo posto, quando gli fosse comunicato di doversi privar d'una gamba... qui l'identificazione tra chi la conduce e la nave è compiuta nella persona del filosofo, quelli di professione e altri per passione...

... metaforicamente il privarsi della gamba si potrebbe assimilar al privarsi di qualcosa che si dava per certo...

Tuttavia, per impossibile che sia, Euti vorrebbe esser presente al miracolo della gamba che prima tolta poi riappare... ma il sottoscritto un tal potere non l'ha (né lo desidera), son quasi un minimalista (affine in ciò all'amico Paul11) a cui compete ovviamente una minima capacità d'intervento, vale a dire, come ho scritto:

... osservare i minimi dettagli... realizzare qualcosa nei minimi dettagli, pensare i minimi dettagli... e vivere i minimi dettagli della nostra irripetibile esistenza, qual che sia lo stato attuale...

E in piccolo, come potrebbe risolversi la cosa..? ad esempio...
 

Eccola qui!

Proclamo in questa differente realtà il comparir della gamba scomparsa, sottratta, sparita... volatilizzata dopo averne subito il taglio nell'altra discussione "La nave del filosofo e la gamba di Teseo" a beneficio del mio amico Euti, affinché da tal evento possa trarne un suggerimento, qual che sia, confidando (da scrittore teatrale qual s'è presentato) sappia cogliere il valore sotteso ai fenomeni qual che siano, quando siano organizzati in una prospettiva che pur se non ci appartiene tuttavia manifesta una logica che rimanda, come tutte le logiche, all'intelligenza che le dispone...

Ma... dite che non la vedete, quella gamba magicamente scomparsa di là ed apparsa di qua? 

Ma, scusate, in che altro modo potrei, considerata la realtà virtuale di questo posto, mostrarvela se non con le parole?

Mmh... se ne fate questione di fede... non avete ben seguito il percorso che ha portato qui la gamba... una serie di coincidenze che son maturate in questo momento, da quel lontano 6 ottobre 2016 (La nave del filosofo...) al 6 aprile 2017 quando ho richiamato in questa discussione Jung e la sincronicità...

Ci son più cose, Euti... tua e mia citazione preferita, naturalmente da prospettive diverse... il bello (e vario) della vita...
 

PS- mi rendo conto della difficoltà del lettore a seguire, se lo sono, i miei  "pensieri laterali" (o anche "immaginazioni, suggestioni estemporanee") ma in un universo topologicamente non Euclideo la retta (via) talora non è la più breve... e a me interessa seguirne anche altre che si presentano.
 

Un cordiale saluto

J4you
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 15 Aprile 2017, 09:54:38 AM
Buona Pasqua a te, caro Eutidemo, e a tutti gli amici del forum, o del Logos (ma anche ai nemici).
Penso che ci siamo ormai detti un po' tutto, o almeno io credo di avere sparato tutte le mie cartucce. Voglio solo rispondere su un punto
CitazioneJudith von Halle
Ovviamente, nel caso di palesi corbellerie, tipo quella di Judith von Halle, che "vive senza cibarsi", stai tranquillo che si tratta di cose così assurde, che non vale neanche la pena di controllare di tanto in tanto su INTERNET se tale fenomeno venga alla fine accertato incontrovertibilmente come vero...perchè è ovviamente IMPOSSIBILE!
Già, Impossibile vivere senza cibarsi. peccato che questo sia stato accertato
Teresa Neumann fu sottoposta a una minuziosa e severa sorveglianza da parte di una commissione medica e di quattro suore. [...]
A due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzioni mediche ed ecclesiastiche. Fu misurata l'acqua per sciacquarsi la bocca, furono controllate tutte le secrezioni, fotografate le stigmate, esaminato il sangue. [...] Nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti. Il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerdì a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame ritornò al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno. [...] La curia di Ratisbona si dichiarò completamente soddisfatta dell'esito del controllo e ne lasciò dichiarazione scritta.
Il digiuno della Neumann ebbe una conferma indiretta: durante il Terzo Reich Teresa fu cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non le fu data la tessera alimentare. Le fu concessa invece una doppia razione di detersivi per lavare la biancheria che ogni venerdì, quando riviveva in tempo reale la passione di Gesù, inondava di sangue.
http://it.aleteia.org/2016/03/30/sapete-chi-fu-la-mistica-che-digiuno-piu-a-lungo-e-perche/5/
"Pfui, dirai, le suore, la curia..." ma ci sono anche la commissione medica e le liste annonarie.
E Alexandrina Maria da Costa?
Dal 27 marzo 1942 cessò di alimentarsi, assumendo ogni giorno soltanto l'Eucaristia. Nel 1943, per quaranta giorni, ne furono strettamente controllati dai medici il digiuno praticamente assoluto e l'anuria, nell'ospedale della Foce del Duero presso Porto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Alexandrina_Maria_da_Costa
Judith von Halle è viva e vegeta, tiene conferenze e scrive libri, è stigmatizzata e non è cattolica.
Se le stigmate sono evidenti al punto che anche la scienza e la stampa tedesca hanno dovuto ammetterlo (le ferite non si rimarginano né si infettano), sono leciti i dubbi sul "viaggio astrale" che Judith von Halle compie ogni anno, come sui poteri che pare abbia acquisito (sentire voci lontane anche migliaia di chilometri, ad esempio). Ma si aggiunge un altro elemento, verificato scientificamente: da quella Pasqua del 2004, la signora non ingerisce cibo, non riesce e non ne ha alcun bisogno. Tollera solo un poco di acqua ogni tanto. Eppure non ha perso peso, continua a vivere e a lavorare come architetto.
http://www.barbadillo.it/4428-settimana-santa-stimmate-e-fede-da-san-francesco-a-padre-pio-fino-a-judith-von-halle/
Infine, per te e tutti quelli che si distraggono proprio quando il cucchiaio si piega, questo raccontino, mi pare di Montanelli:
L'infelice paventava che la moglie lo tradisse, e un giorno decise di pedinarla. Vide che s'incontrava con un uomo e li seguì fino all'albergo.
Pagò il portiere e potè così spiare dal buco della chiave. La vide spogliarsi, abbandonarsi sul letto e... spegnere la luce.
"Ohimé, pensò affranto il meschinello, restare ancora col mio atroce dubbio!"
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 15 Aprile 2017, 15:02:13 PM
Citazione di: lorenzo il 15 Aprile 2017, 09:54:38 AM
Buona Pasqua a te, caro Eutidemo, e a tutti gli amici del forum, o del Logos (ma anche ai nemici).
Penso che ci siamo ormai detti un po' tutto, o almeno io credo di avere sparato tutte le mie cartucce. Voglio solo rispondere su un punto
CitazioneJudith von Halle
Ovviamente, nel caso di palesi corbellerie, tipo quella di Judith von Halle, che "vive senza cibarsi", stai tranquillo che si tratta di cose così assurde, che non vale neanche la pena di controllare di tanto in tanto su INTERNET se tale fenomeno venga alla fine accertato incontrovertibilmente come vero...perchè è ovviamente IMPOSSIBILE!
Già, Impossibile vivere senza cibarsi. peccato che questo sia stato accertato
Teresa Neumann fu sottoposta a una minuziosa e severa sorveglianza da parte di una commissione medica e di quattro suore. [...]
A due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzioni mediche ed ecclesiastiche. Fu misurata l'acqua per sciacquarsi la bocca, furono controllate tutte le secrezioni, fotografate le stigmate, esaminato il sangue. [...] Nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti. Il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerdì a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame ritornò al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno. [...] La curia di Ratisbona si dichiarò completamente soddisfatta dell'esito del controllo e ne lasciò dichiarazione scritta.
Il digiuno della Neumann ebbe una conferma indiretta: durante il Terzo Reich Teresa fu cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non le fu data la tessera alimentare. Le fu concessa invece una doppia razione di detersivi per lavare la biancheria che ogni venerdì, quando riviveva in tempo reale la passione di Gesù, inondava di sangue.
http://it.aleteia.org/2016/03/30/sapete-chi-fu-la-mistica-che-digiuno-piu-a-lungo-e-perche/5/
"Pfui, dirai, le suore, la curia..." ma ci sono anche la commissione medica e le liste annonarie.
E Alexandrina Maria da Costa?
Dal 27 marzo 1942 cessò di alimentarsi, assumendo ogni giorno soltanto l'Eucaristia. Nel 1943, per quaranta giorni, ne furono strettamente controllati dai medici il digiuno praticamente assoluto e l'anuria, nell'ospedale della Foce del Duero presso Porto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Alexandrina_Maria_da_Costa
Judith von Halle è viva e vegeta, tiene conferenze e scrive libri, è stigmatizzata e non è cattolica.
Se le stigmate sono evidenti al punto che anche la scienza e la stampa tedesca hanno dovuto ammetterlo (le ferite non si rimarginano né si infettano), sono leciti i dubbi sul "viaggio astrale" che Judith von Halle compie ogni anno, come sui poteri che pare abbia acquisito (sentire voci lontane anche migliaia di chilometri, ad esempio). Ma si aggiunge un altro elemento, verificato scientificamente: da quella Pasqua del 2004, la signora non ingerisce cibo, non riesce e non ne ha alcun bisogno. Tollera solo un poco di acqua ogni tanto. Eppure non ha perso peso, continua a vivere e a lavorare come architetto.
http://www.barbadillo.it/4428-settimana-santa-stimmate-e-fede-da-san-francesco-a-padre-pio-fino-a-judith-von-halle/
Infine, per te e tutti quelli che si distraggono proprio quando il cucchiaio si piega, questo raccontino, mi pare di Montanelli:
L'infelice paventava che la moglie lo tradisse, e un giorno decise di pedinarla. Vide che s'incontrava con un uomo e li seguì fino all'albergo.
Pagò il portiere e potè così spiare dal buco della chiave. La vide spogliarsi, abbandonarsi sul letto e... spegnere la luce.
"Ohimé, pensò affranto il meschinello, restare ancora col mio atroce dubbio!"

Questa volta ti faccio rispondere da TOTO'
https://www.youtube.com/watch?v=Q_OFmoJ1z0M
:)
BUONA PASQUA!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 15 Aprile 2017, 16:23:12 PM
Ebbravo! Copi tutto il mio messaggio per rispondere (?) con due righe, il cui giudizio lascio ai lettori.
(ma dai... credi che non saprei inserire il video della pernacchia di De Filippo?)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Eutidemo il 15 Aprile 2017, 18:39:14 PM
Caro Lorenzo,
daiiiii, scherzavooooo!
Scusaaaaa!
Non ti sarai mica offeso?
:-)
***
QUANTO SI PUO' RESISTERE SENZA MANGIARE
Non riesco a credere che tu insista ancora a riportarmi sistematicamente come PROVA delle ridicole BUFALE  come quella di Judith von Halle; è evidente, infatti, che NON SI PUO' VIVERE SENZA MANGIARE!
Ovviamente, non è facile determinare quanto tempo si può restare senza mangiare, tuttavia molte ricerche scientifiche hanno cercato di calcolare la resistenza che una persona adulta può avere in assenza di cibo.
I fattori che influenzano il tempo in cui qualcuno può resistere senza cibo sono:
- la quantità di glucosio o zucchero conservato nel corpo.
- la quantità di grasso conservato nel corpo.
- le proteine conservate.
- la densità muscolare del singolo individuo.
Quando il corpo non riceve il cibo necessario deve prendere ciò che gli serve dalle riserve per mantenere l'energia e il funzionamento degli organi; in principio comincia a prendere il glucosio o zucchero accumulato per operare, una volta che questo finisce passa alle riserve di grasso (più grasso abbiamo e più resisteremo), poi fa ricorso alla riserva di proteine e infine ai muscoli. 
Per cui, in base ai dati e agli studi effettuati, la scienza ha stabilito che l'uomo può resistere un massimo di 60 giorni senza mangiare prima di morire; questo periodo, però, può prolungarsi se la persona riceve una minima quantità di alimenti e sostanze nutritive.
Per cui, mi dispiace per te, ma è stato accertato che è impossibile vivere senza cibarsi; peccato, perchè, si risparmierebbe molto. :D
:-)
***
DOCUMENTAZIONE INCONFUTABILE
Quanto a Judith von Halle, è ovvio che ognuno può mettere nero su bianco le balle che vuole, ma questo non dimostra NIENTE!
1)
Chi è che ci garantisce che Judith  fu sottoposta a una minuziosa e severa sorveglianza da parte di una commissione medica e di quattro suore? 
2)
Come si chiamavano i membri della Commissione medica e le 4 suore?
3) 
Chi è che ci garantisce che a due a due le suore, sotto giuramento, osservarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzioni mediche ed ecclesiastiche?
4)
Chi ci garantisce che nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di alimenti?
5) Chi ci garantisce che il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerdì a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame ritornò al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno (questo prova, semmai, che qualcuno l'ha nutrita di nascosto, altrimenti il peso da dove mai sarebbe tornato)? 
6) Dov'è  dichiarazione scritta della curia di Ratisbona? Firmata da chi? Quando?
OPS, scusa, dimenticavo la prova principe: poichè campava d'aria, fu persino cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non le fu data la tessera alimentare. 
;D  ;D  ;D  ;D
Chi potrebbe continuare a negare, di fronte ad una simile prova?
Questa sì che è buona!!!!!
:-)
***
CHI NON MANGIA NON CACA
Comunque, se Judith von Halle è viva e vegeta, tiene conferenze e scrive libri, è stigmatizzata e non è cattolica, ci vorrebbe poco a capire il trucco.
Ed infatti, basterebbe:
- chiuderla in una cella sotto il controllo di due medici, e, soprattutto, di due prestigiatori;
- metterle un tappo nel sedere, chiuso a chiave con una cintura di castità (o meglio, di cachità).
Lo ha mai fatto nessuno?
Ed infatti, se veramente non mangia niente, non dovrebbe neanche cacare niente, non ti pare? ;)
Altrimenti, basta analizzarle le feci per scoprire cosa ha mangiato!
:-)
***
STIMMATE
A quelle ci credo, perchè è un fenomeno riscontrato in molti soggetti isterici (e non solo), e che non ha assolutamente nulla di sorprendente.
:-)
***
VIAGGI ASTRALI E VOCI REMOTE
Non sarebbe stata una "cazzara" completa, se non si fosse inventata anche corbellerie del genere!
:-)
***
AUTENTICI FENOMENI PARANORMALI
Stento ancora a credere che qualcuno possa bersi simili eclatanti fandonie, e, quindi, a volte ho il dubbio che tu voglia prendermi in giro...a farmi credere che ci credi veramente!
Ma, se ci credi veramente, questo sì che sarebbe un autentico fenomeno paranormale!
:-)
***
BUONA PASQUA! :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 16 Aprile 2017, 07:00:37 AM
Pezo el tacòn del buso!
Forse potresti dedicare meno tempo a scrivere e un pochino di più a leggere.
Gli auguri li avevo già fatti, comunque ringrazio e rinnovo.
Ciao.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Maggio 2017, 18:54:42 PM
Dov'eravamo rimasti?
 
... c'è stato un bello scambio d'opinioni su prove certe, presunte o fallaci in riferimento ad accadimenti non comuni: miracoli, guarigioni, eventi definiti paranormali (con enfasi da taluni e simil disprezzo all'altro estremo) e in coda eventi sincronici o coincidenze.

Nel ringraziare Lorenzo e Eutidemo (quali portabandiera degli opposti schieramenti) per il contributo, ricordo che uno dei motivi (quello che maggiormente mi interessa e riguarda il titolo del topic) che ha originato una tale discussione riguarda quanto accade e viene riportato da molte persone che si approssimano al confine tra la vita e la morte.

Vorrei dire che il mio interesse non è dovuto a paura, bisogno d'esser rassicurato o qualche altra forma di conforto, neppur perché testimone della fine di familiari ed amici o perché indignato del misero destino umano e perciò in cerca d'una prospettiva o d'una spiegazione  che lo possa giustificare. 
Forse  in tempi lontani, mentre l'attuale (interesse) origina dall'essermi proprio collocato su quell'ipotetica linea di confine, divenuta riferimento per le mie azioni e pensieri.

L'incredibile condizione d'esser vivi spinge molti, nei loro precipui modi, ad esplorarne i confini, vieppiù rivolti alla condizione maggiormente, se non del tutto, conosciuta, quella vitale appunto. 
Tanto arriverà il tempo del suo esaurimento... quindi perché anticipar la sorpresa? 
Tra le molte, una lecita e logica risposta, che permette di indirizzare le proprie energie (vitali, appunto) senza disperderle in ipotesi non verificabili (scientificamente).

Tuttavia, dopo aver letto per qualche anno la maggior parte (non tutti) dei contributi postati nel vecchio e nuovo forum, son ormai (quasi) certo d'una cosa... che non vi sono direzioni preferenziali, significative rispetto ad altre in ordine all'acquisir terreno solido sotto i piedi.  

Non vi son formule che vengano lette nello stesso modo da tutti... e alfine l'oggettività stessa non è che la soggettività senza la "s" di "se...",  sovente messa da parte per poter percorrere qualche metro in più (considerata la lunghezza di tanti post...) nelle discussioni. 
Che fatalmente si concludono ognuno rimanendo (quando non si rafforza) nella propria posizione iniziale... anche quando si parli di scienza, interpretandone le risultanze (leggi e formule) col proprio metro di conoscenza...   

Che allora non bisognerebbe dir nulla?

Assolutamente, si può e si deve dir tutto, ma ricordando quel "se..." (che andrebbe posto all'inizio come in matematica, dove 1 è implicito nel termine se non diversamente indicato), alla fine della discussione quando ritorniamo la lumachina che siamo, rientriamo nella nostra casa (ah... ce l'abbiamo sulle spalle, fatalità) e non ci è dato di poter portar alcuno, dentro, con noi...

La nostra casina, senza la quale non saremmo quel che siamo e qual glabro animaletto verremmo subitamente divorati dal falco (in una forma o nell'altra), è cresciuta con noi ed è diventata noi stessi. Pur se ci par di conoscere il mondo (per qualcuno addirittura l'universo e le sue leggi) non "conosciamo" che quel che succede lì dentro, dopo d'averlo introdotto e successivamente portato fuori, digerito o meno.

Quel "lì dentro" verrà a cessare, la casina crollerà o si dissolverà pian piano e "noi" con essa. 
Forse avremo tempo e modo di realizzare che tutto il nostro portar dentro e portar fuori... "è tutto gnent", come diceva Rigoni Stern.

Però... accadono delle cose lì dentro, semplicemente chiudendo gli occhi e lasciandosi assopire "noi" si cambia modalità... e ancora quando interviene il sognare... e poi ancora una condizione, di sonno profondo, dalla quale non possiam riportar nulla.

Succedono invero tante cose, quotidianamente, lì dentro e pur se dobbiamo accettar che la corazza della casina muti e rattoppata invecchi, quel glabro animaletto insiste e resiste nel mantener l'ordine interno... e quando non ci riuscirà più... che accadrà?

Beh, ascoltiamo chi abbia da dir qualcosa a riguardo, tuttavia ponendo un bel "se..." davanti, che imbroglioni e quanto di peggio pullulano ovunque... si può anche ascoltar noi stessi, quanto ci è accaduto e vi è accaduto, al di là della significatività statistica. 

E, chissà perché, ho la sensazione che anche "strane" evenienze e fenomeni invero abbastanza frequenti, siano collegati in qualche modo a quanto ci accade all'interno della nostra casa di lumaca... quasi a fornir delle indicazioni di quell'ignota (... forse non completamente) architettura interna...

Mmh... l'anima? Quella di Platone, degli Egizi, dei Tibetani, dei Cristiani... eh, non par argomento da poco...

Qualche suggerimento?
 

Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 16 Maggio 2017, 09:09:20 AM
Ciao Jean, grazie dell'implicito invito, che purtroppo devo declinare perché non me la sento di parlare di anima, e di spirito, con chi ritiene che il teorema di Pitagora o l'incommensurabilità della diagonale con il lato del quadrato siano frutto del collegamento di alcune sinapsi o del movimento di qualche elettrone.
Scusandomi del ritardo, un cordiale saluto a te e a tutti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 16 Maggio 2017, 22:36:59 PM
Ciao a te, Lorenzo

permettimi di entrare un po' nella tua risposta... immaginiamo metaforicamente che corrisponda ad una casa, la tua casa...
naturalmente ognuno è padrone a casa sua e decide chi abbia i requisiti per accedervi, s'intende come ospite che per parenti ed amici si presuppone una fiducia di già consolidata.

E continuiamo ad immaginare che tu dia un ricevimento, in onor di qualche cosa o di un evento che t'ha spinto ad agir in tal modo... cercando di condividere qualcosa di cui disponi (o credi in buona fede di disporre) con altri.

Tra i molti (o pochi) ospiti  ve ne sono quasi certamente di vedute ben diverse dalle tue, financo opposte... e forse vuoi risparmiare i tuoi sforzi per tentar di giungere ad un qualche punto in comune con questi, perché magari ci hai provato e non è andata granché bene, tutt'altro.

Così si prende atto che pur nel buio (... chi mette per primo la mano sul fuoco per la propria verità?) non tutte le mucche son nere... magari non son neanche tutte mucche, che so, qualche istrice o un (basso) tasso (d'interesse) si son infiltrati cercando d'imitar il muggito della specie prevalente... ma ci son tutte le altre che fuor di metafora corrispondono alle persone che ci leggono, non escludendo del tutto una loro possibile partecipazione.

Personalmente scrivo su argomenti che mi interessano, cercando (non sempre riesce) di rimaner indifferente al destino dei miei post, se abbiano o meno stimolato una discussione.

Come nel presente caso, arrivato al punto dove necessariamente tocca parlar di codesta cosa denominata anima... (leggo da wiki):

Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, che ne fece il centro degli interessi della filosofia. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al mondo o la natura, e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente mitologici, ad esempio negli autori epici come Omero e Virgilio, dove era assimilata ad un "soffio" che abbandona il corpo nel momento della morte;[9]allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un'ombra, capace di sopravvivere nell'Ade ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice.

È solo con Socrate, e col suo discepolo Platone, che sarà utilizzato il termine psyché (anima) per designare il mondo interiore dell'uomo, a cui viene ora assegnata piena dignità.[10]










« Il concetto di psiche inventato da Socrate e codificato da Platone è centrale a questo proposito: Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma, nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia la psyche. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di psyche è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da qui. »

(Giovanni Reale, Storia della filosofia antica, Vita e pensiero, Milano 1975)
... e già da tali iniziali informazioni non par di poco conto, se è riportato correttamente l'interesse di Socrate.

Con ciò, pur apprezzando ogni contributo (i ricevimenti nella mia casa son alquanto informali... scrivete e vi sarà aperto...) non è nelle mie prospettive un esauriente escursus sul significato di tal termine (o concetto), non son un intellettuale e non potrei mantenere un flusso di scambio solo a quel livello... necessito, prima o poi, d'andar sul "pratico", di raccontar un pezzetto della mia vita e di sentir quella altrui... e in questo una visione solo scientifica (Pitagora, elettroni e sinapsi) non è che un modo per descrivere l'indescrivibile (... la vita, of course...) e chi lo voglia considerar l'unico... deve dar conto delle proprie inquietudini... oceani di inquietudini... nostre e del mondo.

Per dir se vi sia un al di là dell'aldilà occorre considerare "un veicolo" che intanto possa giungere a codesto aldilà, le sue (presunte o meno) caratteristiche e quali "informazioni" sia in grado di trasportare...
 
« Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t'appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti. »

 
(poesia scritta realmente dall'Imperatore Adriano in punto di morte)
 
 
Perché esser di fretta
se alcun giunge in ritardo?
Ognun vorria disdetta
ma per tutti arriva il dardo.


 
Un cordiale saluto
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Garbino il 17 Maggio 2017, 09:59:20 AM
Al di là dell' aldilà.

  Dove sei tu anima persa?
  Persa senza di me,
  ed io perso senza di te, 
  dove sono io anima persa?

Mio caro Jean, questi pochi versi  mi sono stati riportati alla memoria dal tuo intervento. Versi di una vita fa, quando ancora brancolavo nel buio nella ricerca della mia anima gemella. L' anima in definitiva può essere ed identificare molte cose, anche gli strati più profondi della psiche, senza che con ciò, anche se cioè non soprannaturale, possa determinarsi una riduzione della sua importanza. L' unica cosa che conta, a mio avviso, sia per chi la consideri soprannaturale o destinata a seguire la psiche nel suo deterioramento e quindi ad affievolirsi sempre di più fino a scomparire con il corpo, è, a mio avviso, la determinazione che non esiste un corpo e un' anima, ma che comunque si fondono in un accadere in cui l' individuo si manifesta in una miriade di sfaccettature che è ciò che rendono poi la vita interessante. Aldilà o non aldilà. Vivere per un mondo altro significa soltanto rovinarsi la vita, declassarla in rapporto a quel che sarà, cosa che poi corrisponde al vero messaggio del Cristo, che parlava di un Regno di Dio, di un Paradiso già qui in Terra. 

Un Paradiso in Terra!!! Questo potrebbe significare ed essere l' unico punto di congiunzione tra chi crede e chi non crede. Poi sulla morale si potrà anche discutere, ma intanto ridiamo valore alla vita, per il resto c' è sempre tempo.
Naturalmente sono dell' opinione che non sia facile, anche perché ha contro tutto ciò che il Cristianesimo è diventato per colpa dell' uomo nel tempo. Che poi questo uomo sia l' uomo di Chiesa o La Chiesa nel suo insieme, o tutta la filosofia teologica da S. Agostino in poi, ha poca importanza. Pessimismo a parte, sull' uomo e su ciò che lo concerne, se si ha veramente l' intento di superare le difficoltà tra chi e chi non crede, con tutti i distinguo che sarebbe troppo lungo argomentare, non c' è che da rivedere proprio la differenza fondamentale tra la vita e l' aldilà.

Per quanto riguarda il fatto che sia stato Socrate a parlare per primo di anima, avrei qualche dubbio. Tutto quello che sappiamo di Socrate lo conosciamo quasi esclusivamente basandoci sui dialoghi di Platone. E Platone non ci dice mai ciò che appartiene a Socrate e ciò che appartiene a lui. E ripeto, nel senso che già l' ho detto altrove, che se Socrate è sicuramente chi ha affermato di non sapere, sarebbe molto strano che poi ponesse qualcosa di non visibile come verità.  Quello che intendo dire è che Socrate potrebbe averla ipotizzata ma non data come verità immanente. Cosa invece che sembra molto più credibile per Platone. Il discorso e l' argomento sono molto difficili e complessi ma spero di essere stato chiaro e di aver dato un' idea della mia opinione sull' argomento.

Mio caro Jean, non ti stupire più di tanto per alcuni comportamenti di cui a te sfugge la logica. Perché spesso non c' è, o è talmente importante da far fare delle scelte a volte discutibili dal punto di vista umano, discutibili per molti ma non in chi le manifesta.

Garbino Vento di Tempesta.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Marco264 il 18 Maggio 2017, 21:29:16 PM
Citazione di: Jean il 06 Maggio 2017, 18:54:42 PMDov'eravamo rimasti?  ... c'è stato un bello scambio d'opinioni su prove certe, presunte o fallaci in riferimento ad accadimenti non comuni: miracoli, guarigioni, eventi definiti paranormali (con enfasi da taluni e simil disprezzo all'altro estremo) e in coda eventi sincronici o coincidenze. Nel ringraziare Lorenzo e Eutidemo (quali portabandiera degli opposti schieramenti) per il contributo, ricordo che uno dei motivi (quello che maggiormente mi interessa e riguarda il titolo del topic) che ha originato una tale discussione riguarda quanto accade e viene riportato da molte persone che si approssimano al confine tra la vita e la morte. Vorrei dire che il mio interesse non è dovuto a paura, bisogno d'esser rassicurato o qualche altra forma di conforto, neppur perché testimone della fine di familiari ed amici o perché indignato del misero destino umano e perciò in cerca d'una prospettiva o d'una spiegazione che lo possa giustificare. Forse in tempi lontani, mentre l'attuale (interesse) origina dall'essermi proprio collocato su quell'ipotetica linea di confine, divenuta riferimento per le mie azioni e pensieri. L'incredibile condizione d'esser vivi spinge molti, nei loro precipui modi, ad esplorarne i confini, vieppiù rivolti alla condizione maggiormente, se non del tutto, conosciuta, quella vitale appunto. Tanto arriverà il tempo del suo esaurimento... quindi perché anticipar la sorpresa? Tra le molte, una lecita e logica risposta, che permette di indirizzare le proprie energie (vitali, appunto) senza disperderle in ipotesi non verificabili (scientificamente). Tuttavia, dopo aver letto per qualche anno la maggior parte (non tutti) dei contributi postati nel vecchio e nuovo forum, son ormai (quasi) certo d'una cosa... che non vi sono direzioni preferenziali, significative rispetto ad altre in ordine all'acquisir terreno solido sotto i piedi. Non vi son formule che vengano lette nello stesso modo da tutti... e alfine l'oggettività stessa non è che la soggettività senza la "s" di "se...", sovente messa da parte per poter percorrere qualche metro in più (considerata la lunghezza di tanti post...) nelle discussioni. Che fatalmente si concludono ognuno rimanendo (quando non si rafforza) nella propria posizione iniziale... anche quando si parli di scienza, interpretandone le risultanze (leggi e formule) col proprio metro di conoscenza... Che allora non bisognerebbe dir nulla? Assolutamente, si può e si deve dir tutto, ma ricordando quel "se..." (che andrebbe posto all'inizio come in matematica, dove 1 è implicito nel termine se non diversamente indicato), alla fine della discussione quando ritorniamo la lumachina che siamo, rientriamo nella nostra casa (ah... ce l'abbiamo sulle spalle, fatalità) e non ci è dato di poter portar alcuno, dentro, con noi... La nostra casina, senza la quale non saremmo quel che siamo e qual glabro animaletto verremmo subitamente divorati dal falco (in una forma o nell'altra), è cresciuta con noi ed è diventata noi stessi. Pur se ci par di conoscere il mondo (per qualcuno addirittura l'universo e le sue leggi) non "conosciamo" che quel che succede lì dentro, dopo d'averlo introdotto e successivamente portato fuori, digerito o meno. Quel "lì dentro" verrà a cessare, la casina crollerà o si dissolverà pian piano e "noi" con essa. Forse avremo tempo e modo di realizzare che tutto il nostro portar dentro e portar fuori... "è tutto gnent", come diceva Rigoni Stern. Però... accadono delle cose lì dentro, semplicemente chiudendo gli occhi e lasciandosi assopire "noi" si cambia modalità... e ancora quando interviene il sognare... e poi ancora una condizione, di sonno profondo, dalla quale non possiam riportar nulla. Succedono invero tante cose, quotidianamente, lì dentro e pur se dobbiamo accettar che la corazza della casina muti e rattoppata invecchi, quel glabro animaletto insiste e resiste nel mantener l'ordine interno... e quando non ci riuscirà più... che accadrà? Beh, ascoltiamo chi abbia da dir qualcosa a riguardo, tuttavia ponendo un bel "se..." davanti, che imbroglioni e quanto di peggio pullulano ovunque... si può anche ascoltar noi stessi, quanto ci è accaduto e vi è accaduto, al di là della significatività statistica. E, chissà perché, ho la sensazione che anche "strane" evenienze e fenomeni invero abbastanza frequenti, siano collegati in qualche modo a quanto ci accade all'interno della nostra casa di lumaca... quasi a fornir delle indicazioni di quell'ignota (... forse non completamente) architettura interna... Mmh... l'anima? Quella di Platone, degli Egizi, dei Tibetani, dei Cristiani... eh, non par argomento da poco... Qualche suggerimento?   Un cordiale saluto Jean

Buonasera a tutti,

Già il trovarsi qui a parlare significa già aver percorso alcuni passi verso l'argomento introdotto da Jean. Non pensate che l'apertura stessa di questo argomento un semplice corpo vuoto non l'avrebbe potuta fare? Che senza un impulso, simile a quello elettrico che porta la musica dal supporto alle cuffie e fa in modo che due pallini concentrici altresì silenziosi improvvisamente "esplodano" di armonia, non saremmo qui stasera (o domani mattina, o insomma qualunque sarà il momento della vostra lettura) a dialogare e interrogarci su una questione tanto importante? Personalmente penso che crescendo perdiamo un po' di quello smalto che si aveva quando si era bambini (penso sempre alla semplice dolcezza di quei bimbi che in autostrada salutano tutti i passanti dai vetri posteriori delle auto); poi, facendo conoscenza della dissimulazione e ipocrisia che caratterizza coloro che vengono chiamati adulti (in realtà penso siano lontani da ciò che è veramente Uomo), a poco a poco i nostri occhi si abituano a vedere solo ciò che appare loro, quindi non riuscendo più a cogliere la trasparenza si inizia a credere che nulla esiste se non ciò che si presenta ai nostri occhi. E l'Anima non si vede come ora vedo le dita che scrivono sulla tastiera. Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero al riguardo.

Concordo con Garbino; anzi, dal mio punto di vista ritengo che parlare di chi per primo ha trattato il concetto di Anima sia fuorviante. La Filosofia nasce come ricerca dell'essenza delle cose, del loro principio; chi lo identifica nell'acqua, nel numero o nel fuoco è spinto dalla medesima volontà di scavalcare il luogo comune del regno dell'ovvietà, che guidò poi Socrate e lo rese Socrate. Per tutti i Filosofi pre e post-socratici vige la massima eraclitea del "Non vivere semplicemente come figlio dei tuoi genitori".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 19 Maggio 2017, 09:39:37 AM
Citazione di: Marco264 il 18 Maggio 2017, 21:29:16 PM
Citazione di: Jean il 06 Maggio 2017, 18:54:42 PMDov'eravamo rimasti? ... c'è stato un bello scambio d'opinioni su prove certe, presunte o fallaci in riferimento ad accadimenti non comuni: miracoli, guarigioni, eventi definiti paranormali (con enfasi da taluni e simil disprezzo all'altro estremo) e in coda eventi sincronici o coincidenze. Nel ringraziare Lorenzo e Eutidemo (quali portabandiera degli opposti schieramenti) per il contributo, ricordo che uno dei motivi (quello che maggiormente mi interessa e riguarda il titolo del topic) che ha originato una tale discussione riguarda quanto accade e viene riportato da molte persone che si approssimano al confine tra la vita e la morte. Vorrei dire che il mio interesse non è dovuto a paura, bisogno d'esser rassicurato o qualche altra forma di conforto, neppur perché testimone della fine di familiari ed amici o perché indignato del misero destino umano e perciò in cerca d'una prospettiva o d'una spiegazione che lo possa giustificare. Forse in tempi lontani, mentre l'attuale (interesse) origina dall'essermi proprio collocato su quell'ipotetica linea di confine, divenuta riferimento per le mie azioni e pensieri. L'incredibile condizione d'esser vivi spinge molti, nei loro precipui modi, ad esplorarne i confini, vieppiù rivolti alla condizione maggiormente, se non del tutto, conosciuta, quella vitale appunto. Tanto arriverà il tempo del suo esaurimento... quindi perché anticipar la sorpresa? Tra le molte, una lecita e logica risposta, che permette di indirizzare le proprie energie (vitali, appunto) senza disperderle in ipotesi non verificabili (scientificamente). Tuttavia, dopo aver letto per qualche anno la maggior parte (non tutti) dei contributi postati nel vecchio e nuovo forum, son ormai (quasi) certo d'una cosa... che non vi sono direzioni preferenziali, significative rispetto ad altre in ordine all'acquisir terreno solido sotto i piedi. Non vi son formule che vengano lette nello stesso modo da tutti... e alfine l'oggettività stessa non è che la soggettività senza la "s" di "se...", sovente messa da parte per poter percorrere qualche metro in più (considerata la lunghezza di tanti post...) nelle discussioni. Che fatalmente si concludono ognuno rimanendo (quando non si rafforza) nella propria posizione iniziale... anche quando si parli di scienza, interpretandone le risultanze (leggi e formule) col proprio metro di conoscenza... Che allora non bisognerebbe dir nulla? Assolutamente, si può e si deve dir tutto, ma ricordando quel "se..." (che andrebbe posto all'inizio come in matematica, dove 1 è implicito nel termine se non diversamente indicato), alla fine della discussione quando ritorniamo la lumachina che siamo, rientriamo nella nostra casa (ah... ce l'abbiamo sulle spalle, fatalità) e non ci è dato di poter portar alcuno, dentro, con noi... La nostra casina, senza la quale non saremmo quel che siamo e qual glabro animaletto verremmo subitamente divorati dal falco (in una forma o nell'altra), è cresciuta con noi ed è diventata noi stessi. Pur se ci par di conoscere il mondo (per qualcuno addirittura l'universo e le sue leggi) non "conosciamo" che quel che succede lì dentro, dopo d'averlo introdotto e successivamente portato fuori, digerito o meno. Quel "lì dentro" verrà a cessare, la casina crollerà o si dissolverà pian piano e "noi" con essa. Forse avremo tempo e modo di realizzare che tutto il nostro portar dentro e portar fuori... "è tutto gnent", come diceva Rigoni Stern. Però... accadono delle cose lì dentro, semplicemente chiudendo gli occhi e lasciandosi assopire "noi" si cambia modalità... e ancora quando interviene il sognare... e poi ancora una condizione, di sonno profondo, dalla quale non possiam riportar nulla. Succedono invero tante cose, quotidianamente, lì dentro e pur se dobbiamo accettar che la corazza della casina muti e rattoppata invecchi, quel glabro animaletto insiste e resiste nel mantener l'ordine interno... e quando non ci riuscirà più... che accadrà? Beh, ascoltiamo chi abbia da dir qualcosa a riguardo, tuttavia ponendo un bel "se..." davanti, che imbroglioni e quanto di peggio pullulano ovunque... si può anche ascoltar noi stessi, quanto ci è accaduto e vi è accaduto, al di là della significatività statistica. E, chissà perché, ho la sensazione che anche "strane" evenienze e fenomeni invero abbastanza frequenti, siano collegati in qualche modo a quanto ci accade all'interno della nostra casa di lumaca... quasi a fornir delle indicazioni di quell'ignota (... forse non completamente) architettura interna... Mmh... l'anima? Quella di Platone, degli Egizi, dei Tibetani, dei Cristiani... eh, non par argomento da poco... Qualche suggerimento? Un cordiale saluto Jean
Buonasera a tutti, Già il trovarsi qui a parlare significa già aver percorso alcuni passi verso l'argomento introdotto da Jean. Non pensate che l'apertura stessa di questo argomento un semplice corpo vuoto non l'avrebbe potuta fare? Che senza un impulso, simile a quello elettrico che porta la musica dal supporto alle cuffie e fa in modo che due pallini concentrici altresì silenziosi improvvisamente "esplodano" di armonia, non saremmo qui stasera (o domani mattina, o insomma qualunque sarà il momento della vostra lettura) a dialogare e interrogarci su una questione tanto importante? Personalmente penso che crescendo perdiamo un po' di quello smalto che si aveva quando si era bambini (penso sempre alla semplice dolcezza di quei bimbi che in autostrada salutano tutti i passanti dai vetri posteriori delle auto); poi, facendo conoscenza della dissimulazione e ipocrisia che caratterizza coloro che vengono chiamati adulti (in realtà penso siano lontani da ciò che è veramente Uomo), a poco a poco i nostri occhi si abituano a vedere solo ciò che appare loro, quindi non riuscendo più a cogliere la trasparenza si inizia a credere che nulla esiste se non ciò che si presenta ai nostri occhi. E l'Anima non si vede come ora vedo le dita che scrivono sulla tastiera. Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero al riguardo. Concordo con Garbino; anzi, dal mio punto di vista ritengo che parlare di chi per primo ha trattato il concetto di Anima sia fuorviante. La Filosofia nasce come ricerca dell'essenza delle cose, del loro principio; chi lo identifica nell'acqua, nel numero o nel fuoco è spinto dalla medesima volontà di scavalcare il luogo comune del regno dell'ovvietà, che guidò poi Socrate e lo rese Socrate. Per tutti i Filosofi pre e post-socratici vige la massima eraclitea del "Non vivere semplicemente come figlio dei tuoi genitori".

Il concetto di "anima" secondo me nasce dal fatto che era inspiegabile concepire il mutamento delle cose. Voglio dire: la materia ci sembra una sorta di "oggetto" completamente passivo e quindi il movimento della materia non lo si può spiegare. Perchè la mela cade? Perchè il gatto si muove, mangia, ecc? Semplice, dicevano gli antichi, perchè perchè c'è "qualcosa" - "il soffio vitale" - che "fa muovere" le cose. Arrivi poi all'uomo e noti che riesce a "distinguersi" dal resto delle cose. Allora, dicevano i pensatori, l'uomo ha un "io" indipendente che lo fa muovere ecc. Il problema è che la distinzione tra "anima" e "corpo" è una falsa distinzione perchè l'anima non esiste mai "da sola" se la si intende correttamente come "processo" (così come il software non può esistere senza un "hardware"). Ergo a mio giudizio anche l'Uomo è una parte di tutto questo Processo e non è indipendente da esso. E in un certo senso siamo "immortali" e c'è "vita dopo la morte" se ci consideriamo parte di questo Processo e non come indipendenti da esso: se vediamo le cose in questo modo passiamo da una prospettiva individuale ad una "cosmica". E visto che non ci identifichiamo più con la nostra prospettiva in un certo senso "non moriamo". La difficoltà è passare da queste parole a fatti, ossia a "crederlo veramente" :)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 19 Maggio 2017, 12:37:53 PM
Secondo me l' "anima", intesa (con varie sfumature e divergenze di interpretazione nei diversi casi) dalle religioni e dalle filosofie che la ritengono esistere, come "elemento non naturale (naturalistico) proprio dell' uomo ed eventualmente di altri animali, causalmente interferente con il divenire naturale - materiale" non é più ammissibile (come reale) dopo lo sviluppo della biologia moderna, che ha evidenziato che tutto ciò che accade nel mondo vivente accade solo per cause naturali, senza interferenze con ulteriori "ingredienti" vitalistici, sopra- o preter- naturali.
Anche perché lo esige, se ci vogliamo collocare su un piano piuttosto filosofico che scientifico, la chiusura causale del mondo fisico, necessaria, a mio parere, affinché la sua conoscenza scientifica semplicemente possa darsi.

A questo punto secondo me si pone il problema fondamentale (piuttosto filosofico che scientifico a mio parere) del rapporto materia-pensiero (cervello-mente), o meglio materia-coscienza (cervello-coscienza).

Ne parliamo spesso nel forum (ovviamente).
Esporre quanto ne penso richiederebbe troppo tempo e spazio. Mi permetto di rinviare (chi avesse tempo, voglia e pazienza, e scusandomi con chi me le ha già sentite ripetutamente indicare) a una lettera-on-line e a un altro scritto che ho inviato al nostro sito "Riflessioni":

https://www.riflessioni.it/lettereonline/paradosso-moderne-neuroscienze.htm

https://www.riflessioni.it/angolo_filosofico/critica-a-vedere-le-cose-come-sono-di-john-searle.htm
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 19 Maggio 2017, 20:54:35 PM
Il punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni  :P

Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale. La materia ha già se vogliamo un principio di "anima" visto che si muove, interagisce ecc. Una pura oggettività sarebbe completamente statica e passiva. L'uomo dispone di auto-coscienza e lo rende "speciale": ma nuovamente l'anima non è davvero separata dalla materia. Il "problema" dell'uomo è che è talmente auto-cosciente e ciò crea l'illusione della separazione e l'egocentrismo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 19 Maggio 2017, 21:07:30 PM
Citazione di: Apeiron il 19 Maggio 2017, 20:54:35 PM
Il punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni  :P

Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale. La materia ha già se vogliamo un principio di "anima" visto che si muove, interagisce ecc. Una pura oggettività sarebbe completamente statica e passiva. L'uomo dispone di auto-coscienza e lo rende "speciale": ma nuovamente l'anima non è davvero separata dalla materia. Il "problema" dell'uomo è che è talmente auto-cosciente e ciò crea l'illusione della separazione e l'egocentrismo.
CitazioneQuella a cui fai riferimento qui é piuttosto l' anima dell' atomismo antico e dell' epicureismo (atomi, materiali quanto qualunque altro tipo di atomo, ma particolarmente "sottili" e "dinamici"), e probabilmente di molte religioni animistiche o politeistiche (ho scarsissime conoscenze in materia).

Quella di cui parlavo io é quella propria del cristianesimo, dell' islam e probabilmente dell' ebraismo (per lo meno dal periodo ellenistico in poi), nonché di filosofi come Cartesio: immateriale eppure interagente causalmente con il corpo materiale.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 19 Maggio 2017, 21:23:09 PM
Caro Garbino,
 
chissà (te lo auguro) se poi l'hai trovata la tua anima gemella o quell'insondabile impeto che t'ha spinto a ricercarla, col tempo si sia rivelato un'effervescenza prodotta da uno (o più) di quelli che chiami strati profondi della psiche, senza, come affermi, sia venuta meno la sua importanza.

Oltre l'uomo l'anima è riconducibile a molte cose, potrebbe ad esempio anche esser la matematica (per dire, una sorta di matematica "vivente" e non la sua formalizzazione ideata e ampliata nei secoli dall'uomo) che guida i processi del divenire (fisico) delle cose e dell'universo stesso?

Oppur l'anima quale più profonda e irriducibile scintilla che permette alle forme d'ancorarsi alla realtà, qual che sia, anche di sogno.

Anche una sorta di corrente elettrica che si sprigiona quando si unisca il morsetto alla sorgente, con l'immediato flusso d'energia (elettroni) nel dispositivo, nelle cellule... che fa funzionare innumerevoli componenti collegati tra loro.

Certo son d'accordo con te che non esistono corpi e anime, son tutte nostre formulazioni, costrutti ed astrazioni... al par d'ogni modello a mezzo del quale aneliamo a com-prendere (in noi) il mondo... raffigurazioni, non la cosa in sé che non è neppur l'energia che è un nome, un'idea pure quella, scaturita dagli effetti, a posteriori.

Ad arrivar al mistero il passo è breve, altrettanto l'allontanarsene per agire e fruire del mondo e di tutte le "cose" che contiene, ognuna capace (in potenza) di render la vita davvero interessante.

Ma, caro amico, sarei cauto ad affermar che chi viva per un mondo altro (non necessariamente l'ipotetico aldilà) declassi e rovini la propria vita... perché così introduciamo criterio e valore e io non son senza peccato per scagliar alcunché contro alcun-chi...

Immaginare, figurarsi un Paradiso in terra (chi non vorrebbe cambiar qualcosa dell'oggi, se davvero è diversa dall'ieri...) tuttavia rimanda a quel luogo ove Dio (secondo l'ebraismo biblico) pose l'uomo dopo d'averlo creato, il giardino dell'Eden, che pur se non recintato come usavano fare i re iranici (dai quali proviene il concetto ebraico) per riservarlo a sé stessi, tuttavia è delimitato da confini precisi, fisici e morali (l'albero della conoscenza)... bene o male l'uomo è soggetto ai confini, alle regole... da sé non s'amministra a modo...

Quindi l'aldilà, come concetto, è l'affrancarsi dalle regole conosciute per approdare... chi dice al nulla, chi ad altre regole... oppur dell'altro ancora... chi morrà (forse) vedrà...
.
I miei cari e quelli di chi conosco, già diversi amici... mi han permesso di conoscere la morte (fisica) per interposta persona. 
Ognuno di noi (come un potenziale Buddha) dovrà confrontarsi con la realtà della nostra finitezza, quale altro argomento val più di questo (che personalmente trovo il più affascinante e degno d'esser investigato) nel mentre s'attende di passar il testimone a chi ci segue?

Ancora personalmente, il frequentar la linea di confine tra i due mondi a me ha prodotto d'appassionarmi ancor più a quello della  vita, d'assaporarne sovente i minimi dettagli e godere di quanto m'è dato ricevere, ad esempio oggi una pastasciutta al pomodoro, il mio piatto preferito...



Quando affermi

... se si ha veramente l'intento di superare le difficoltà tra chi e chi non crede, con tutti i distinguo che sarebbe troppo lungo argomentare, non c'è che da rivedere proprio la differenza fondamentale tra la vita e l'aldilà.

intendi il semplice fatto d'aver da vivi un corpo fisico o qualcosa d'altro? 
 


P.S. 

Ritornando agli strati profondi della psiche cui accennavi...

·   dove ritieni (perdona la semplificazione e il termine non appropriato) siano "localizzati" ?
 
·   appartengono (tali strati) all'individuo, prodotti dalla sua mente (inconscia, suppongo) nel corso della vita o l'individuo, pur partecipando alla costruzione degli stessi, ne ritrova la maggior parte (... molto maggiore...) già bell'è fatti (spesso codificati in linguaggi ben oltre le sue capacità) quando per qualche motivo vien aperta una porta (dentro di sé) che conduce, prima che in un giardino dell'Eden, in una foresta selvaggia che se la ride del temperino col qual intende con-formarla a suo vantaggio?
 
 
un caro saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 19 Maggio 2017, 21:29:00 PM
Ciao Marco,

e grazie dell'intervento... poiché anche tu la ritieni una questione importante ti riporto l'esito di una semplice ricerca (digitando la parola) in internet:

Sant'Antonio –  25.300.000  visualizzazioni
Religione      –  26.100.000
Scienza        –  32.200.000
Filosofia       –  85.300.000
Anima         – 115.000.000
Buddha       – 168.000.000
Cristo          – 174.000.000
Amore         – 213.000.000
Dio              – 310.000.000
 
a significare solamente che non poche persone si son interessate (per via telematica) dell'anima e degli altri argomenti...

Vi son molti modi di condividere la comprensione e/o l'interesse, nel mio talora riporto eventi/fenomeni che son accaduti a me o a persone di cui ho fiducia. 

Ma anche parlando con persone fuor della mia cerchia mi son reso conto che accadono a tanti, tante cose... sì che son quasi certo che alcuno, al domandar ai propri conoscenti di qualche fatto o evento almeno un po' fuor dall'usuale, non ne ricaverebbe qualcosa d'interessante.

Mi associo a quanto hai scritto nella tua presentazione, quando dici che l'anima è curiosa... magari aggiungendoci  "di se stessa", e visto che non ha modo né dispone di mezzi propri non può che ascoltar quanto le venga riportato... dall'io?

 
Un cordiale saluto (e mi auguro lunga permanenza)

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 20 Maggio 2017, 09:38:16 AM
Citazione di: sgiombo il 19 Maggio 2017, 21:07:30 PM
Citazione di: Apeiron il 19 Maggio 2017, 20:54:35 PMIl punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni :P Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale. La materia ha già se vogliamo un principio di "anima" visto che si muove, interagisce ecc. Una pura oggettività sarebbe completamente statica e passiva. L'uomo dispone di auto-coscienza e lo rende "speciale": ma nuovamente l'anima non è davvero separata dalla materia. Il "problema" dell'uomo è che è talmente auto-cosciente e ciò crea l'illusione della separazione e l'egocentrismo.
CitazioneQuella a cui fai riferimento qui é piuttosto l' anima dell' atomismo antico e dell' epicureismo (atomi, materiali quanto qualunque altro tipo di atomo, ma particolarmente "sottili" e "dinamici"), e probabilmente di molte religioni animistiche o politeistiche (ho scarsissime conoscenze in materia). Quella di cui parlavo io é quella propria del cristianesimo, dell' islam e probabilmente dell' ebraismo (per lo meno dal periodo ellenistico in poi), nonché di filosofi come Cartesio: immateriale eppure interagente causalmente con il corpo materiale.

Nel cristianesimo (ma anche nell'ebraismo -almeno in certe sette) l'anima non è davvero separabile dal corpo. Tant'è che la resurrezione è una resurrezione "dei corpi". Ma anche l'anima degli animisti in un certo senso è immateriale ma questo non significa che sia separata (indipendente) dal corpo e che sia "non-naturale". Il software è "immateriale" ma per "attualizzarsi" ha bisogno dell'hardware.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Garbino il 20 Maggio 2017, 09:53:58 AM
Al di là dell' aldilà.

X Jean

Mio caro Jean, se si vuole fare insieme un viaggio è opportuno che si abbiano per lo meno in comune le cose più importanti. Ed è ovvio che se per il credente è l' aldilà e per il non credente l' aldiquà, nulla è possibile. Un accordo, un piano comune non è proprio possibile in presenza di un tale divario. Ed ecco perché io mi riferivo al recupero del messaggio del Cristo sul Paradiso in Terra e che anche per molti credenti è il vero messaggio del Cristo. E' uno spunto, qualcosa su cui discutere, sul resto ci sarà sempre tempo per trovare un accordo.

I miei complimenti per l' ubicazione del profondo, ma ancor di più per l' ilarità che mi hai provocato con il temperino come arma per districarsi in quella giungla che se ne ride del nostro tentativo di conformarla a nostro vantaggio. Sei stato veramente grande. Per altro posso garantirti che non sei lontano da quella che è la mia opinione.

Sempre con stima.

Garbino Vento di Tempesta.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 20 Maggio 2017, 11:04:40 AM
Citazione di: Apeiron il 20 Maggio 2017, 09:38:16 AM

Nel cristianesimo (ma anche nell'ebraismo -almeno in certe sette) l'anima non è davvero separabile dal corpo. Tant'è che la resurrezione è una resurrezione "dei corpi". Ma anche l'anima degli animisti in un certo senso è immateriale ma questo non significa che sia separata (indipendente) dal corpo e che sia "non-naturale". Il software è "immateriale" ma per "attualizzarsi" ha bisogno dell'hardware.
CitazioneNel cristianesimo (l' ebraismo lo conosco solo per vaghissimi "sentiti dire"; idem circa l' islam e l' animismo) l' anima si separa dal corpo per lo meno dalla morte alla "resurrezione della carne": solo allora vi si ricongiunge.
Dunque ne é ben separabile (se se ne separa di fatto, allora a maggior ragione ha la possibilità di separarsene).

Sempre nel cristianesimo, islam, per lo meno buona parte dell' ebraismo (e almeno sostanzialmente in Cartesio e altre filosofie con queste religioni compatibili come la scolastica del medioevo occidentale, probabilmente quelle di Avicenna, di Averroè e altre ancora) l' anima é immateriale e "soprannaturale", come gli spiriti angelici o diabolici e Dio stesso, esistendo anche al di fuori della natura (contrariamente al corpo umano, che infatti é invece materiale e "naturale"); e malgrado ciò si avrebbe una -oggi a mio parere insostenibile, assurda- interazione causale fra l' una e l' altro.

Il software (che a mio avviso assolutamente non sta all' hardware nei computer come il pensiero e nemmeno la coscienza stanno al corpo -in generale; e in particolare al cervello- negli uomini ed eventualmente altri animali) é un aspetto del mondo materiale astraibile, considerabile separatamente nell' ambito del pensiero circa la realtà (come lo sono le caratteristiche generali di più individui particolari concreti) da altri suoi aspetti come l' hardware.
E' il modo (materiale naturale) in cui l' hardware (altrettanto materiale naturale) di volta in volta funziona e non qualcosa di immateriale e non naturale (se non nel senso di artificiale, di prodotto intenzionalmente dall' uomo, comunque nell' ambito naturale e materiale della realtà, compatibilmente e non contraddittoriamente rispetto ad esso), al contrario del' anima per il cristianesimo, probabilmente per l' islam e almeno buona parte dell' ebraismo, nonché per alcune filosofie con queste religioni compatibili.


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 21 Maggio 2017, 10:05:40 AM
Citazione di: sgiombo il 20 Maggio 2017, 11:04:40 AM
Citazione di: Apeiron il 20 Maggio 2017, 09:38:16 AMNel cristianesimo (ma anche nell'ebraismo -almeno in certe sette) l'anima non è davvero separabile dal corpo. Tant'è che la resurrezione è una resurrezione "dei corpi". Ma anche l'anima degli animisti in un certo senso è immateriale ma questo non significa che sia separata (indipendente) dal corpo e che sia "non-naturale". Il software è "immateriale" ma per "attualizzarsi" ha bisogno dell'hardware.
CitazioneNel cristianesimo (l' ebraismo lo conosco solo per vaghissimi "sentiti dire"; idem circa l' islam e l' animismo) l' anima si separa dal corpo per lo meno dalla morte alla "resurrezione della carne": solo allora vi si ricongiunge. Dunque ne é ben separabile (se se ne separa di fatto, allora a maggior ragione ha la possibilità di separarsene). Sempre nel cristianesimo, islam, per lo meno buona parte dell' ebraismo (e almeno sostanzialmente in Cartesio e altre filosofie con queste religioni compatibili come la scolastica del medioevo occidentale, probabilmente quelle di Avicenna, di Averroè e altre ancora) l' anima é immateriale e "soprannaturale", come gli spiriti angelici o diabolici e Dio stesso, esistendo anche al di fuori della natura (contrariamente al corpo umano, che infatti é invece materiale e "naturale"); e malgrado ciò si avrebbe una -oggi a mio parere insostenibile, assurda- interazione causale fra l' una e l' altro. Il software (che a mio avviso assolutamente non sta all' hardware nei computer come il pensiero e nemmeno la coscienza stanno al corpo -in generale; e in particolare al cervello- negli uomini ed eventualmente altri animali) é un aspetto del mondo materiale astraibile, considerabile separatamente nell' ambito del pensiero circa la realtà (come lo sono le caratteristiche generali di più individui particolari concreti) da altri suoi aspetti come l' hardware. E' il modo (materiale naturale) in cui l' hardware (altrettanto materiale naturale) di volta in volta funziona e non qualcosa di immateriale e non naturale (se non nel senso di artificiale, di prodotto intenzionalmente dall' uomo, comunque nell' ambito naturale e materiale della realtà, compatibilmente e non contraddittoriamente rispetto ad esso), al contrario del' anima per il cristianesimo, probabilmente per l' islam e almeno buona parte dell' ebraismo, nonché per alcune filosofie con queste religioni compatibili.

Sono più o meno d'accordo con quanto dici. Credo che la questione dell'anima sia tuttavia abbastanza ambigua nel cristianesimo e anche abbastanza dibattuta. Se davvero per l'anima, per vivere, non ci fosse bisogno di un corpo perchè pensare alla resurrezione dei corpi?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 23 Maggio 2017, 18:14:38 PM
Cit. Sgiombo

 ... perché lo esige, se ci vogliamo collocare su un piano piuttosto filosofico che scientifico, la chiusura causale del mondo fisico, necessaria, a mio parere, affinché la sua conoscenza scientifica semplicemente possa darsi.
 

Cit. Apeiron

Il punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni.
Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale.

 


Riguardo la chiusura causale del mondo fisico, questo signore (scienziato) mi par persona seria, ma io non ho titoli per dirlo... lui però sembra disporne per sostanziare quel che afferma...

Se anche un solo esperimento sottoposto alle controllate condizioni del metodo scientifico convalidasse un comportamento  difforme dall'atteso (in questo caso l'atteso scientifico sarebbe un effetto nullo), disponendo di sufficiente interesse e senza un atteggiamento aprioristico di chiusura si dovrebbe tenerne conto. 
Le implicazioni, per uno scienziato, non sarebbero di poco conto. 
Per un filosofo... non so...
 

 
L'Intenzione modifica la Materia e può essere registrata
 
Dr William Tiller, della Stanford University: "Tutto ciò a cui una persona pensa con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati". 
Il potere del pensiero intenzionale e dell'azione deliberata è molto più grande di ciò che la più parte della gente crede. 
 
Uno scienziato della Stanford University afferma di aver accidentalmente trovato un modo per imbottigliare e immagazzinare questo intento per un uso futuro, anche quando le persone, che hanno vissuto l'esperienza originaria, non sono fisicamente presenti
.
Questo concetto un po' metafisico è stato portato alla luce dal Dr. William Tiller, un ex accademico le cui riflessioni meditative lo hanno portato ad una insolita scoperta: tutto ciò a cui una persona pensa, pianifica o per cui si impegna, con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati o che non sono pienamente compresi.

Nel 1997 William Tiller, ancora professore all'università di Stanford nel dipartimento di Scienza della materia e ingegneria, decise di fare un esperimento per vedere se l'intenzione umana potesse essere "ingabbiata" e poi usata per influenzare un processo chimico.

Per fare questo utilizzò una semplice "scatola nera", dalle dimensioni di un telecomando, e dotata di una memoria di sola lettura programmabile e cancellabile elettricamente. 
Il suo esperimento si sarebbe basato sulla presupposizione che i pensieri potessero essere "imprigionati" in un bit di memoria elettronica e in seguito "rilasciati" per influenzare il mondo fisico.

L'obiettivo scelto fu quello di cambiare il pH dell'acqua (la misura di acidità o alcalinità di una soluzione), in quanto rimane all'incirca stabile ed è possibile rilevare anche cambiamenti piccolissimi. 
Un cambiamento di un'intera unità sulla scala del pH rappresenterebbe un enorme cambiamento.

Tiller convocò quindi un gruppo di meditatori che, focalizzandosi intensamente sulla scatola nera per quindici minuti, impressero l'intento di cambiare il pH dell'acqua aumentandolo e diminuendolo di un'intera unità.

La scatola nera con l'intento, fu poi avvolta da Tiller in un foglio di alluminio e messa in una gabbia di Faraday (contenitore in grado di isolare l'ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico esterno). 
Tiller preparò anche una scatola nera "di controllo" dove non era stata impressa alcuna intenzione.

Le scatole furono poi spedite in un laboratorio a duemilaquattrocento Km. di distanza, senza specificare quale delle due fosse quella "impressa". 

Una volta nel laboratorio, fu condotto uno studio utilizzando delle provette piene d'acqua.

L'esperimento ebbe un successo straordinario. 
Infatti le provette che vennero in contatto con la scatola nera "impressa", modificarono il pH aumentandolo o diminuendolo di un'unità mentre il pH delle provette che furono esposte alla scatola nera di controllo, rimase invariato.

Tiller riuscì così a dimostrare che l'intenzione può essere "ingabbiata" attraverso la focalizzazione.
Ognuno di noi più o meno consciamente modella la realtà in cui vive, ma solo pochi attivamente. 
Come afferma Joe Dispenza, uno dei maggiori esperti sul cervello a livello mondiale: "Il mondo subatomico risponde alla nostra osservazione, ma la persona media perde l'attenzione nell'arco di sei-dieci secondi". 

Quando la mente è libera dal rumore e viene a riposare nel silenzio, l'intenzione è focalizzata, coerente, non è dispersa tra pensieri ed emozioni contraddittorie e quindi l'azione diventa chiara ed efficace.
Oggi possiamo dire che la scienza lo dimostra.

fonte:attraversololtrehttps://ununiverso.it/2017/05/22/lintenzione-modifica-la-materia-e-puo-essere-registrata/
 
 
 
Education and career 

Tiller gained his academic reputation for his scientific work in the field of crystallization. He studied at the University of Toronto and obtained his B.A.Sc. in 1952 with a degree in Engineering Physics. He also obtained M.A.Sc. and a Ph.D. degrees from the same university. Altogether, he worked nine years as an advisory physicist with the Westinghouse Research Laboratories and 34 years in academia.[3] From 1964 to 1992 William A. Tiller was a professor in the Department of Materials Science and Engineering at Stanford University, and during this time he held the position of department chairman from 1966 to 1971. In 1970, he was awarded a Guggenheim Fellowship grant in Natural Sciences - Engineering.[4][5] In 1992 he became professor emeritus. [6] Tiller is a Physics Fellow of the American Association for the Advancement of Science.[7]

https://en.wikipedia.org/wiki/William_A._Tiller
 
 
 
"For the last four hundred years, an unstated assumption of science is that human intention cannot affect what we call 'physical reality.' Our experimental research of the past decade shows that, for today's world and under the right conditions, this assumption is no longer correct. We humans are much more than we think we are and Psychoenergetic Science continues to expand the proof of it."
http://www.tillerinstitute.com/
 
 

(10.700.000 visualizzazioni cercando William_A._Tiller)
 

Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 23 Maggio 2017, 18:52:24 PM
Sono assai perplesso... prima di verificare l'effetto a distanza, non so se abbiano verificato l'effetto diretto, ovvero se un gruppo di persone che si concentra su dell'acqua per 15 minuti è in grado di modificarne il ph... se l'intenzione impressa in una memoria da computer (tutta questione di omonimia?!) può fare effetto a distanza (di spazio e di tempo), dovrebbe essere almeno altrettanto efficace l'intenzione che "arriva" direttamente all'oggetto... oppure no?
Inoltre, ma forse è solo una questione soggettiva, come si pensa "l'intento di modificare il ph"? Nel mio piccolo, potrei sforzarmi di pensare di spostare un oggetto, cambiargli il colore, deformarlo, ma... per modificare il ph di qualcosa che nemmeno ho sotto gli occhi, non saprei "strutturare" e focalizzare un intenzione mentale precisa su cui indugiare per un quarto d'ora  ;D

P.s.
Il fatto che l'anno dopo quell'esperimento sia andato in pensione e si sia dedicato all'esoterismo, aumenta la mia perplessità sulla questione  ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 23 Maggio 2017, 21:28:45 PM
Citazione di: Jean il 23 Maggio 2017, 18:14:38 PM
Cit. Sgiombo

... perché lo esige, se ci vogliamo collocare su un piano piuttosto filosofico che scientifico, la chiusura causale del mondo fisico, necessaria, a mio parere, affinché la sua conoscenza scientifica semplicemente possa darsi.


Cit. Apeiron

Il punto è che l'anima è in realtà "naturale" in quasi tutte le religioni.
Non è che abiti in un altro mondo ma in realtà è in questo mondo materiale.




Riguardo la chiusura causale del mondo fisico, questo signore (scienziato) mi par persona seria, ma io non ho titoli per dirlo... lui però sembra disporne per sostanziare quel che afferma...

Se anche un solo esperimento sottoposto alle controllate condizioni del metodo scientifico convalidasse un comportamento  difforme dall'atteso (in questo caso l'atteso scientifico sarebbe un effetto nullo), disponendo di sufficiente interesse e senza un atteggiamento aprioristico di chiusura si dovrebbe tenerne conto.
Le implicazioni, per uno scienziato, non sarebbero di poco conto.
Per un filosofo... non so...



L'Intenzione modifica la Materia e può essere registrata

Dr William Tiller, della Stanford University: "Tutto ciò a cui una persona pensa con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati".
Il potere del pensiero intenzionale e dell'azione deliberata è molto più grande di ciò che la più parte della gente crede.

Uno scienziato della Stanford University afferma di aver accidentalmente trovato un modo per imbottigliare e immagazzinare questo intento per un uso futuro, anche quando le persone, che hanno vissuto l'esperienza originaria, non sono fisicamente presenti
.
Questo concetto un po' metafisico è stato portato alla luce dal Dr. William Tiller, un ex accademico le cui riflessioni meditative lo hanno portato ad una insolita scoperta: tutto ciò a cui una persona pensa, pianifica o per cui si impegna, con un intento specifico, ha un vasto potere sul regno fisico, spesso in modi che non vengono notati o che non sono pienamente compresi.

Nel 1997 William Tiller, ancora professore all'università di Stanford nel dipartimento di Scienza della materia e ingegneria, decise di fare un esperimento per vedere se l'intenzione umana potesse essere "ingabbiata" e poi usata per influenzare un processo chimico.

Per fare questo utilizzò una semplice "scatola nera", dalle dimensioni di un telecomando, e dotata di una memoria di sola lettura programmabile e cancellabile elettricamente.
Il suo esperimento si sarebbe basato sulla presupposizione che i pensieri potessero essere "imprigionati" in un bit di memoria elettronica e in seguito "rilasciati" per influenzare il mondo fisico.

L'obiettivo scelto fu quello di cambiare il pH dell'acqua (la misura di acidità o alcalinità di una soluzione), in quanto rimane all'incirca stabile ed è possibile rilevare anche cambiamenti piccolissimi.
Un cambiamento di un'intera unità sulla scala del pH rappresenterebbe un enorme cambiamento.

Tiller convocò quindi un gruppo di meditatori che, focalizzandosi intensamente sulla scatola nera per quindici minuti, impressero l'intento di cambiare il pH dell'acqua aumentandolo e diminuendolo di un'intera unità.

La scatola nera con l'intento, fu poi avvolta da Tiller in un foglio di alluminio e messa in una gabbia di Faraday (contenitore in grado di isolare l'ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico esterno).
Tiller preparò anche una scatola nera "di controllo" dove non era stata impressa alcuna intenzione.

Le scatole furono poi spedite in un laboratorio a duemilaquattrocento Km. di distanza, senza specificare quale delle due fosse quella "impressa".

Una volta nel laboratorio, fu condotto uno studio utilizzando delle provette piene d'acqua.

L'esperimento ebbe un successo straordinario.
Infatti le provette che vennero in contatto con la scatola nera "impressa", modificarono il pH aumentandolo o diminuendolo di un'unità mentre il pH delle provette che furono esposte alla scatola nera di controllo, rimase invariato.

Tiller riuscì così a dimostrare che l'intenzione può essere "ingabbiata" attraverso la focalizzazione.
Ognuno di noi più o meno consciamente modella la realtà in cui vive, ma solo pochi attivamente.
Come afferma Joe Dispenza, uno dei maggiori esperti sul cervello a livello mondiale: "Il mondo subatomico risponde alla nostra osservazione, ma la persona media perde l'attenzione nell'arco di sei-dieci secondi".

Quando la mente è libera dal rumore e viene a riposare nel silenzio, l'intenzione è focalizzata, coerente, non è dispersa tra pensieri ed emozioni contraddittorie e quindi l'azione diventa chiara ed efficace.
Oggi possiamo dire che la scienza lo dimostra.

fonte:attraversololtrehttps://ununiverso.it/2017/05/22/lintenzione-modifica-la-materia-e-puo-essere-registrata/



Education and career

Tiller gained his academic reputation for his scientific work in the field of crystallization. He studied at the University of Toronto and obtained his B.A.Sc. in 1952 with a degree in Engineering Physics. He also obtained M.A.Sc. and a Ph.D. degrees from the same university. Altogether, he worked nine years as an advisory physicist with the Westinghouse Research Laboratories and 34 years in academia.[3] From 1964 to 1992 William A. Tiller was a professor in the Department of Materials Science and Engineering at Stanford University, and during this time he held the position of department chairman from 1966 to 1971. In 1970, he was awarded a Guggenheim Fellowship grant in Natural Sciences - Engineering.[4][5] In 1992 he became professor emeritus. [6] Tiller is a Physics Fellow of the American Association for the Advancement of Science.[7]

https://en.wikipedia.org/wiki/William_A._Tiller



"For the last four hundred years, an unstated assumption of science is that human intention cannot affect what we call 'physical reality.' Our experimental research of the past decade shows that, for today's world and under the right conditions, this assumption is no longer correct. We humans are much more than we think we are and Psychoenergetic Science continues to expand the proof of it."
http://www.tillerinstitute.com/



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Un cordiale saluto

Jean
CitazioneDal punto di vista scientifico mi sembrano colossali bufale "alla Giacobbo" (almeno San Gennaro e Padre Pio presentano un minimo di interesse antropologico).




Da un punto di vista filosofico:

o la natura diviene in modo ordinato, secondo modalità o leggi universali e costanti (deterministiche oppure probabilistiche), e allora é conoscibile scientificamente;

oppure diviene in maniera cotica, disordinata, senza alcunché di costante, e allora non la é.

La prima ipotesi non ammette eccezioni. Se anche una sola si verificasse, allora tutto il restante divenire ordinato che si sarebbe ritenuto di rilevare sarebbe un semplice malinteso; come nel caso in cui in 100 lanci di un dado non truccato si fossero rilevati 100 risultati "testa", si tratterebbe di una mera inverosimile serie di circostanze fortuite nell' ambito di una successione in realtà casuale di eventi e non di una autentica legge di natura (che non esisterebbe, non "vigerebbe", non si darebbe realmente).

Perciò se  anche un solo esperimento sottoposto alle controllate condizioni del metodo scientifico convalidasse un comportamento difforme dall' atteso, allora:

o si tratterbbe di una bufala da prestigiatore (caso frequentissimo);

oppure si tratterebbe di un fatto vero che imporrebbe revisioni delle conoscenze scientifiche (caso alquanto raro ma non impossibile).

Questo ovviamente nel caso (indimostrabile: David Hume!) la conoscenza scientifica fosse vera; ovvero questo é da credersi se si crede (indimostrabilmente: David Hume!) alla (verità della) conoscenza scientifica e si intende essere logicamente coerenti, ossia evitare di cadere in contraddizione; in alternativa si può sempre decidere di non credere che la realtà (la sua componente naturale - materiale) sia scientificamente credibile.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 24 Maggio 2017, 11:33:55 AM
Per me l'esperimento di William Tiller è una sciocchezza colossale, mi ricorda per analogia i mie esperimenti bambineschi di magia e, purtroppo, il tragitto intellettuale discendente di uno psicanalista geniale quale Wilhelm Reich, perso nell'organon.

In ogni caso il tutto è inficiato in partenza dalla semplice osservazione che l'organizzatore dell'esperimento non sa che cosa hanno effettivamente pensato i meditatori.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 08 Giugno 2017, 18:05:17 PM
Gli interventi di Phil, Sgiombo e baylham mi hanno portato a considerare una risposta adeguata alle loro convinzioni e perplessità.

Fortunatamente la faccenda è meno complessa rispetto a quella dei "miracoli", che in precedenza han favorito un dibattito (quel che è stato possibile) sin allora mancante.

Qui ho riportato degli esperimenti e volendo ne potevo richiamare altri dello stesso genere, ad esempio questo:

https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/

ma forse il risultato sarebbe stato analogo.

Così, favorito dalla circostanza di procurami da vivere grazie al metodo scientifico (e d'aver delle abilità in quello) e potendo usare attrezzature chimico-analitiche moderne di alta sensibilità... mi son proposto di replicar (con le semplici modalità che illustrerò) codesto esperimento.

Son persona (anche) pratica, infatti il mio insister sul tema (dell'aldilà e al di là di quello) rispecchia l'interesse per una situazione che sicuramente dovremo affrontare, sì che farci un po' d'allenamento, ragionarci sopra e sentir ogni campana al riguardo personalmente m'acquieta più che l'incontrario... come tutti mi sto avvicinando all'ultima meta, perché non salir sulla torretta e scrutar l'orizzonte?


Alcune considerazioni prima di passare ai risultati:

·Ogni dialogo necessita della fiducia nell'interlocutore, senza non convien neppur provarci, non sarà tale, ma un ripropor il proprio punto di vista. Ad obiezioni e domande che per primo mi son posto cercherò di rispondere, augurandomi possiate apprezzare il gesto (esperimento) compiuto allo scopo di approfondire l'argomento.

·Probabilmente questa non è la sede appropriata per inserirvi nozioni e misure scientifiche ma, se non si fan dei passi verso quell'interdisciplinarietà che come spesso leggo molti si prefiggono, rimane sol l'intento (di questo arriveremo a parlare) che senza un punto d'applicazione non può esercitare alcuna forza (né aversi un susseguente effetto).

·Tuttavia considero d'aver aperto un fronte (o, per meglio dire, d'essermi avvicinato ad una frontiera) che mi riprometto (col mio andamento lento...) di collocar propriamente (per gli aspetti scientifici correlati alle misure) nella sezione maggiormente idonea, quella scientifica, aprendovi una discussione.


MISURE






















































































































Parametri analizzati                    


    controllo        

  test            

differenza        

variazione    %

pH

12,348

12,106

0,242

-1,96

Conducibilità (uS)

312

286

26

-8,33

Sodio (ppm)

0,429

0,852

0,423

98,60

Magnesio (ppm)

<0,001

0,020

0,020

100,00

Potassio (ppm)

58,00

58,50

0,50

0,86

Calcio (ppm)

<0,001

<0,001

0

0

Condizioni operative

una soluzione in acqua distillata ottenuta addizionando KOH alcolica (etanolo) e un po' di acido solforico diluito, viene successivamente trasferita in due matracci uguali da 100 ml (classe A) puliti, asciutti ed avvinati, denominati CONTROLLO e TEST.

I matracci sono stati posti in due diversi stipetti chiusi.

Quello denominato (e soggetto al) TEST posto ulteriormente all'interno di un foglio di carta (A4) arrotolato e chiuso a cilindro al cui interno è stato scritto: per cortesia riduci il pH e il sodio e aumenta il potassio, grazie.

Durante un periodo di 5 giorni (all'inizio per una decina di minuti ed in seguito quando me ne ricordavo) ho visualizzato il TEST, rivolgendovi un pensiero "intenzionale", chiedendo fossero realizzate le condizioni scritte.

Le misure analitiche sono state effettuate in un laboratorio chimico dotato di strumentazioni moderne e calibrate (pH metro Mettler al millesimo, conduttimetro Analitical Control con cella in platino, assorbimento atomico Perkin-Elmer con lampade a catodo cavo).


Osservazioni sui risultati

Chi abbia dimestichezza dei parametri chimici misurati sa bene che non si possono ottenere variazioni di tal portata senza intervenire (aggiungendo/modificando/trattando in qualche modo) sulle specie chimiche presenti.

Una variazione del quasi 2% del pH evidenzia un effetto sull'equilibrio di dissociazione dell'acqua che in condizioni di conservazione eguali di due campioni eguali non avrebbe potuto verificarsi.
Analogamente per il dato della conducibilità.

Il sodio, presente in piccola quantità, è (quasi) raddoppiato ed è stata riscontrata una piccola quantità di Magnesio, assente inizialmente.
Anche il Potassio ha mostrato un incremento, tuttavia inferiore all'1% su un (relativamente) alto valore iniziale (quasi 60 ppm).
In una nuova prova converrebbe preparare la soluzione acquosa con la stessa concentrazione (0,500 ppm) di dei due elementi alcalini (Sodio e Potassio).

Se qualcosa aumenta... vien da chiedersi se qualcos'altro diminuisca... comunque non il Calcio, rimasto assente.
Altre specie non sono state analizzate, per il tempo richiesto e perché l'indagine è stata conoscitiva più che esaustiva.


Anticipo che non discuterò riguardo errori sistematici e casuali, più di quarantanni di lavoro professionale alle spalle (e tutti gli stipendi sin qui presi) garantiscono – sulla fiducia, per chi mi legge – dell'appropriato protocollo analitico impiegato (liberi comunque di considerare attendibile o meno il mio lavoro).

Contrariamente al "richiesto" il Sodio (con il Magnesio e – da verificare con maggior accuratezza - il Potassio) è aumentato... e ciò può indicare che vi sono delle "direzioni", degli equilibri che possono evolvere (a causa dell'intento applicato) in un senso e non in tutti.

Come anzidetto demanderò l'approfondita disamina dei risultati analitici nell'apposita sezione scientifica.


Considerazione finale

Il presente lavoro non ha alcuna validità scientifica... per averla dovrebbe venir replicato, secondo un protocollo validato, per un numero significativo di volte calcolandone infine gli scostamenti statistici (deviazione standard ecc.).

Ciò non toglie che se voi avete 429 euro e ve ne ritrovate 852... a causa di un qualche "evento inspiegabile"... non credo che prima d'usufruirne attendiate che lo stesso si ripeta per n volte.

Tuttavia questo è il terzo esperimento (in aggiunta ai due postati) che evidenzia una "risposta" della materia (soluzioni) all'applicazione (ottenuta in vari modi) di una "intenzione" mentale.

Il mio scopo, ovviamente, non è di convincer (ci mancherebbe) chicchessia della correttezza procedurale e dei conseguenti risultati (anche se potrei, a fronte di un marcato interesse e secondo condizioni e circostanze da verificare, esser disponibile a una qualche forma "allargata" d'indagine), voi avete detto la vostra ed io ho replicato con un singolo fatto, tuttavia mio, frutto dell'impegno personale, così come nelle discussioni amo trasferir le "storielle" della mia vita e i miei piccoli tentativi di narrazione/poesia.

Come dicevo altrove (in spiritualità - Lo specchio della verità) è difficile dire Chi/cosa appartiene a chi/cosa? ... ma è facile sentir se qualcosa vien in casa nostra o noi in quella di un altro...



P.S.

Purtroppo la partecipazione (in generale) è quella che è, vedete bene... in questo forum come nella vita... qualcuno arriva e qualcuno (forse i più...) s'allontana e fatalmente tutte le discussioni prima o poi, per differenti motivi, si concludono.

Il "cammino" di questa discussione mi porta ad incontrar quelli che paiono degli "ostacoli" rispetto l'obiettivo che mi son posto, ma ogni cosa ci costringa a confrontarci con i nostri limiti, stimolandoci a superarli anche solo d'un pochino... forse alla fine ci ripagherà più di quel che abbiam dato.

Per chi proceda secondo tale prospettiva nulla vien perduto e tutto sarà trasformato.  


Un cordiale saluto

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 08 Giugno 2017, 19:11:13 PM
caro jean,
le perplessità dal punto di vista scientifico come ben sai esistono.
Dal canto mio.......penso che ci sia qualcosa di vero.Ma siamo su un terreno che sta fra ipotesi, pseudo scienza, scienza.
Se fosse vero che il pensiero materialmente incida sulla materia, significa che interagisce per energia e probabilmente sarebbe quella elettromagnetica. E penso a moltissimi casi, non solo a quello che tu indichi, ma ad esempio più persone che indirizzano la loro energia su qualcosa o qualcuno e con l'identico scopo.Sto pensando a chi indirizza il proprio pensiero su una malattia da guarire, sto pensando al pensiero telepatico,,alla telecinesi,ecc.
La scienza ha fatto dei test su molti casi di paranormalità, perchè quì siamo nel campo della parapsicologia..
Si tratterebbe di capire se le strumentazioni scientifiche sono tarate per poter qualificare e quantificare l'energia del pensiero.

Penso che molti test sono indirizzati sullo scopo,sulla finalità dell'esperimento, ma come si misuri un pensiero, e il pensiero è tatuologico, è evidente  che esista ,ma non potendone dare dare una consistenza materiale, rimaniamo ancora sospesi nella terra del limite scientifico.

Avvalorebbe un' ipotesi di scienza antica, che l'uomo o strani umani, diciamo così, avessero inizialmente grandi facoltà mentali, perse geneticamente,
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 09 Giugno 2017, 06:51:52 AM
Un grande grazie a Jean per la diligenza, la pacatezza e anche l'umiltà con cui, fra l'altro, propone un risultato a dir poco sbalorditivo.
Ancora GRAZIE.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Angelo Cannata il 09 Giugno 2017, 10:24:21 AM
Citazione di: Jean il 08 Giugno 2017, 18:05:17 PM... necessita della fiducia ...
... non ha alcuna validità scientifica ...
Mi nasce un interrogativo: qual è la differenza tra quest'esperimento e uno che dica che, dopo che un gatto nero gli attraversato la strada, la casa gli è andata a fuoco?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 09 Giugno 2017, 10:59:27 AM
Citazione di: Jean il 08 Giugno 2017, 18:05:17 PM

Chi abbia dimestichezza dei parametri chimici misurati sa bene che non si possono ottenere variazioni di tal portata senza intervenire (aggiungendo/modificando/trattando in qualche modo) sulle specie chimiche presenti.

Una variazione del quasi 2% del pH evidenzia un effetto sull'equilibrio di dissociazione dell'acqua che in condizioni di conservazione eguali di due campioni eguali non avrebbe potuto verificarsi.
Analogamente per il dato della conducibilità.


Jean ti rivolgi a interlocutori come me ignoranti di chimica e fisica, questi esperimenti dovresti proporli a chimici e fisici preparati, in grado di valutare le condizioni dell'esperimento e di darne una spiegazione. Soprattutto se i chimici e fisici sono d'accordo sulle tue due osservazioni sopra riportate.

Un'osservazione: hai misurato i parametri dei due matracci soltanto alla fine, non all'inizio dell'esperimento.

Riaffermo il mio disconoscimento di relazioni tra l'intenzione, oltretutto non osservabile e quindi inverificabile, e la materia: l'intenzione dipende dalla propria materia, quella biologica, cerebrale, e quella influenza direttamente. Che un liquido come l'acqua possa interpretare il pensiero è per me semplicemente impossibile.


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 09 Giugno 2017, 21:21:34 PM
@Jean

Sono totalmente digiuno di nozioni di chimica (e non solo!), e non so se ciò che propongo potrebbe fungere da ulteriore controllo (valuta tu se prendere questi "spunti profani" in considerazione  :) ): rifarei lo stesso esperimento con due contenitori su cui non è scritto niente (per verificare che dopo qualche giorno i valori siano prevedibilmente identici fra i due, oltre a controllare, come ben suggerisce baylham, gli eventuali cambiamenti fra inizio e fine "stagionatura"). 
Farei anche un ulteriore esperimento in cui sul foglio di carta c'è scritto "per favore, non alterare minimamente il contenuto, grazie", sottoporrei il contenitore a esposizioni periodiche a tale intenzione, per poi verificare se i valori sono mutati rispetto all'inizio e/o rispetto all'altro contenitore.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 10 Giugno 2017, 17:25:47 PM
Grazie dei vostri commenti, al di là delle posizioni espresse, per lo stimolo al confronto. 
Prima di risponder a voi (i prossimi giorni, scusatemi) permettetemi di replicare a Sgiombo che in un'altra discussione si è riferito all'attuale argomento di questa (e indirettamente a me).
 

Sgiombo  (Filosofia - Se i ragionamenti fossero viziati in partenza?)
 
Predicare qualcosa non disponendo di dimostrazioni razionali (logiche o empiriche) = non essere scettici conseguenti (essere relativamente irrazionalisti, ovvero relativamente, limitatamente "creduloni"; "relativamente" nel senso che un conto é credere "un minimo" di razionalisticamente indimostrabile, un altro credere "di tutto e di più": per esempio che il pH di una soluzione aumenti o diminuisca in base a quel che se ne pensi.
 

Caro amico,

se anche adesso che sei in pensione (strameritata) ti venisse data una radiografia da interpretare son certo al 100% che sapresti farlo ottimamente. 

Le modalità ed il contenuto dei tuoi post personalmente mi predispongono alla fiducia nei tuoi riguardi (salvo ricredermi, naturalmente), rilevando sovente estrema accuratezza (pur a scapito dell'immediata comprensione, specie per i non filosofi qual sono) e puntualizzazione nelle tue proposizioni. 

Quasi sempre ne ricavo l'impressione che tu abbia ben chiaro in mente quanto vai poi a svolgere, a cui (forse) ha contribuito la tua preparazione scientifica, fatta di metodo e non improvvisazione.
Di molto inferiore alla tua, pur tuttavia la mia (preparazione scientifica) deriva da conoscenze ed ancor più da applicazioni (pratiche), nonché dall'interesse per gli innumerevoli aspetti coinvolti nella manipolazione della "materia".

Per dirne una, più di quarant'anni fa mi battevo perché non venisse impiegato il benzene puro nei laboratori (si usava a litri...) ritenendo fondate e sufficienti le informazioni che man mano si evidenziavano sulla sua pericolosità (cancerogeno). 

Pur costretto ad usarlo mi son sempre preoccupato, per me e i miei sottoposti, di far il possibile per ridurne al minimo l'esposizione.

A quel tempo venivo tacciato, appunto, di "credere di tutto e di più" e di dar retta ai falsi allarmismi... mi veniva detto che se ci fosse stato un pericolo reale, vero e conclamato, l'avremmo saputo. 

Come per l'amianto, o l'uranio impoverito in ambito militare...no? (avrei decine di esempi, troppi e OT, suppongo).

Il mio è (anche) un lavoro di "misura" e susseguente interpretazione e validazione dei risultati empirici, sperimentali. 
Son stato pagato (e continuano a farlo... spero ancora per poco, prima della pensione, eh...) per questo ma a nessuno ho chiesto di credere (al più d'aver fiducia che è ben altra cosa) e chiunque è libero di pensarla come vuole, anche che il sottoscritto millanti abilità e conoscenze che non possiede ed al limite che manipoli o s'inventi quanto proclama (frutto d'esperimento).

Ma se si vuol "confrontarsi", in questo caso su risultati e modalità, occorre entrar nel merito e al riguardo ho anche detto d'esser disponibile ad un'indagine "allargata" e nel mentre, come vien detto sovente in filosofia, "sospendere il giudizio" pur se scettici.

Molti che son stati tacciati di credulità... han fatto volar gli aerei e contribuito, all'inizio andando controcorrente, al cammino della scienza. Un lungo discorso anch'esso a rischio d'esser (qui) OT.
Il mondo va avanti e... davvero noi non abbiam voce in capitolo per influire in almeno qualche direzione?

La scoperta dell'energia atomica aveva fatto ipotizzare un futuro (sarebbe stato l'anno 2000, per dir una data...) affrancato dai combustibili fossili, dalla loro penuria (... a proposito... che fine ha fatto il famoso "picco del petrolio?) e dai problemi connessi alla combustione.

La fusione controllata... miliardi e miliardi di euro (o dollari) di ricerca con la R maiuscola... a che punto siamo? Non ci fosse stato qualcuno a decider intanto di provare con pale a vento, scambiatori di calore, fotovoltaico ecc... parleremmo oggi (come se ne parla e non solo per l'idroelettrico) di energie rinnovabili e sostenibili?

Quelle che sembravano direzioni secondarie via via si son andate affermando perché qualcuno si è applicato a percorrerle, sì che oggi son molti ad averne fiducia, divenendo a loro volta centri di propagazione.

Il mio sentire è che tutto questo c'entri (anche) con la filosofia e con un po' d'acqua che (a seguito di più e differenti esperimenti) manifesta "inspiegabili" variazioni chimico-fisiche.

L'umanità è appena agli inizi... seimila anni, un'inezia... e i pericoli son davvero seri (in più ci son quelli casuali... asteroidi e flare solari, per dire)... ha senso indicare ad un bambino appena nato una direzione da percorrere precludendogli le altre?

Ci son bimbi piccoli che si divertono giocando con l'acqua... guardateli, son tutt'uno...  e quelle gocce spruzzate al cielo... non vi paion gocce "felici"?
 

Un cordiale saluto

Jean 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 10 Giugno 2017, 22:13:47 PM
Nessun dubbio sulla tua buona fede.

Staremo a vedere.

Se dovesse nascere qualcosa di scientifico dagli esperimenti che citi sul pH che verrebbe modificato dal pensiero non avrei alcuna difficoltà ad accettarlo (ma sono convinto che questo sia un periodo ipotetico dell' irrealtà: altrimenti dovremmo compiere una rivoluzione scientifica che in confronto Newton, Darwin, Einstein e la meccanica quantistica sembrerebbero inezie; per questo scommetto, non avendo dubbi in proposito, che si riveleranno colossali bufale, come quella celebre della "memoria dell' acqua", la "fusione nucleare fredda" e tante altre).

Ben diversa fondatezza hanno sempre avuto (anche perché non comportavano alcuna radicalissima riformulazione in toto della conoscenza scientifica fino ad allora acquisita ma si inquadravano perfettamente nell' ambito della scienza nota e ampiamente confermata: non violavano il principio "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma secondo proporzioni definite universali e costanti" implicando invece la possibilità che si creasse dal nulla o sparisse nel nulla della materia, quale sono gli ioni idrogeno) le ipotesi (poi confermate) sull' oncogenicità del benzene e di tante altre sostanze chimiche, sulla possibilità di costruire macchine volanti più pesanti dell' aria e sulle energia rinnovabili.
Su queste avrei scommesso anch' io!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 11 Giugno 2017, 08:51:28 AM
Ah, dimenticavo di notare che l' articolo citato (https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/) inizia con alcune colossali sciocchezze irrazionalistiche e antiscientifiche come:

"Tutto è energia, inclusi i nostri pensieri, la nostra intenzione e le nostre emozioni. La nostra mente può davvero modificare la materia e la realtà e sebbene qualche decennio fa questa affermazione era più legata alla spiritualità oggi gli scienziati dimostrano che è davvero così".

O:

"E' stato provato che l'intenzione può modificare la realtà, oggetti e persone anche a distanza di kilometri.
La mente non è soggetta alle leggi della località e dello spazio-tempo come dimostra la fisica quantistica.
Tutto compenetra tutto, tutto è connesso, ogni parte della realtà è connessa con tutto il resto" (evidenziazione in grassetto mia).

Quest' ultima affermazione può essere intesa in quanto non dicente atro che, banalissimamente, la realtà fisica materiale (e non quella mentale; per lo meno non necessariamente) è un insieme unico di eventi in reciproca connessione causale in quanto seguono le medesime leggi universali e costanti del divenire e non si trascendono reciprocamente.
Ma tende evidentemente a suggerire che l' intenglement quantistico ha qualcosa a che vedere con la mente e che determina indiscriminatamente i più molteplici e fantasiosi eventi a distanza, tesi assolutamente falsa e ridicola.
In realtà l' entanglement implica un minimo di effetti a distanza scarsissimamente rilevabili e solo in determinate, relativamente molto rare, situazioni e non affatto "di tutto e di più", contrariamente a quanto vorrebbe suggerire il biologo di Cambridge Rupert Sheldrake, citato nell' articolo, sostenendo che "La mente non è semplicemente l'attività svolta dal cervello con un insieme di pensieri senza senso ma è un "campo esteso, un campo quantico a cui ognuno di noi ha accesso in grado di influenzare anche la materia".
Per esempio non è che se un elettrone si annichila con un positrone nella galassia di Andromeda il positrone cui fosse in relazione di entanglement avendo avuto origine comune da una certa quota di energia non massiva e che in quel momento si trovasse nella nostra galassia si annichilerebbe anch' esso! E così pure per quanto riguarda tantissimi atri eventi e interazioni fisiche che lo riguardassero.
Inoltre è praticamente impossibile (probabilità "infinitesimale") che ci sia una particella nel cervello di qualcuno che sia in condizioni di entanglement con un' altra al di fuori e a distanza di esso; e le uniche (altrettanto improbabili) interazioni a distanza fra le due riguarderebbero i rispettivi spin o piani di polarizzazione nel caso (di probabilità "infinitesimale"!) quello di una di esse fosse sollecitato sperimentalmente, o altre loro caratteristiche dalla "rilevabilità" o capacità di avere conseguenze apprezzabli (e solo con sofisticatissimi apparati sperimentali) decisamente infima.
Di analogo tenore ritengo la frase citata di David Bohm (che pure prima di cadere nel misticismo era stato secondo me uno degli scienziati più di gran lunga più geniali -e più filosoficamente ferrati!- del XX secolo):
"Gli elettroni di un atomo di carbonio nel cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto".
Questa non posso non considerarla un' irrazionalistica a caricatura "new age" decisamente penosa dell' entanglement quantistico, che pure lui stesso aveva considerato teoricamente in maniera geniale in precedenza!

Avendo ritenuto queste considerazioni, che non avrei potuto esimermi dal proporre, inutilmente drastiche e severe e per niente opportune ai fini di una proficua, costruttiva discussione (e tali da rischiare di scatenare una spiacevole "rissa dialettica"), e dal momento che ritengo quelle qui citate sciocchezze non meritevoli da parte mia di alcuna attenzione, avevo ritenuto opportuno evitare di intervenire criticamente su questo argomento (che fra l' altro mi sembrava decisamente fuori sede nella sezione del forum dedicata alla filosofia).
Ora ho invece dovuto farlo a malincuore, essendoci stato "tirato per i capelli".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 12 Giugno 2017, 07:54:46 AM
Ciao Sgiombo, buongiorno a tutti.
Effettivamente ci sono molti siti spazzatura, e dirò anche che non ne poso più di sentirmi citare il "salto quantico" ogni volta che si parla di cambiare atteggiamento e di nuova visione della realtà. Per non dire di quelli che tirano fuori il passaggio alla quarta, quinta o addirittura settima dimensione, e pare che ce ne siano dodici!
Comunque un po' di apertura mentale ed un atteggiamento non ostativo all'accettazione di nuovi concetti ed esperienze mi sembrano fondamentali se veramente si vuole comprendere la realtà superando i propri pregiudizi.
Tempo fa contestavo ad un amico la possibilità che un giorno si potesse semplicemente appoggiare un libro su una sapecie di fotocopiatrice ed avere tutto il libro stampato o scansionato (intendo tutte le sue pagine). Oggi mi rendo conto che il mio aprioristico rifiuto era qualcosa di assolutamente insensato e mi chiedo quante volte ho assunto atteggiamenti analoghi.
Vabbè, per aiutarci a far vacillare qualche profonda convinzione scientifica ecco una scoperta, sicuramente già nota a molti ma che mi piace riportare:

CitazioneLa materia levita grazie al suono 
Sviluppato un nuovo metodo per far levitare piccole quantità di materia in aria attraverso un campo acustico che annulla la gravità. Lo studio su Pnas
https://www.galileonet.it/2013/07/la-materia-levita-grazie-al-suono/
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 12 Giugno 2017, 15:26:08 PM
Citazione di: lorenzo il 12 Giugno 2017, 07:54:46 AM
Ciao Sgiombo, buongiorno a tutti.
Effettivamente ci sono molti siti spazzatura, e dirò anche che non ne poso più di sentirmi citare il "salto quantico" ogni volta che si parla di cambiare atteggiamento e di nuova visione della realtà. Per non dire di quelli che tirano fuori il passaggio alla quarta, quinta o addirittura settima dimensione, e pare che ce ne siano dodici!
Comunque un po' di apertura mentale ed un atteggiamento non ostativo all'accettazione di nuovi concetti ed esperienze mi sembrano fondamentali se veramente si vuole comprendere la realtà superando i propri pregiudizi.
Tempo fa contestavo ad un amico la possibilità che un giorno si potesse semplicemente appoggiare un libro su una sapecie di fotocopiatrice ed avere tutto il libro stampato o scansionato (intendo tutte le sue pagine). Oggi mi rendo conto che il mio aprioristico rifiuto era qualcosa di assolutamente insensato e mi chiedo quante volte ho assunto atteggiamenti analoghi.
Vabbè, per aiutarci a far vacillare qualche profonda convinzione scientifica ecco una scoperta, sicuramente già nota a molti ma che mi piace riportare:


CitazioneLa materia levita grazie al suono
Sviluppato un nuovo metodo per far levitare piccole quantità di materia in aria attraverso un campo acustico che annulla la gravità. Lo studio su Pnas
https://www.galileonet.it/2013/07/la-materia-levita-grazie-al-suono/
CitazioneOvviamente d' accordo sulla necessità di evitare la Scilla del perdere tempo con i siti-spazzatura e la Cariddi del cadere in un' ingiustificata chiusura mentale aprioristica verso le novità scientifiche autentiche.

Il difficile come sempre, sta nel trovare in pratica la giusta misura di scetticismo metodico o cartesiano.

Non credo sia di interesse filosofico soffermarsi sulle più disparate minuzie scientifiche o addirittura tecniche.
Fra l' altro era noto da molto tempo che quella acustica é una forma di energia che può trasformarsi secondo proporzioni universali e costanti in altre forme e provocare determinati effetti (famosi sono gli episodi di cristallerie mandate in frantumi dagli acuti di celebri tenori).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 12 Giugno 2017, 21:04:14 PM
Citazione di: sgiombo il 11 Giugno 2017, 08:51:28 AM
Ah, dimenticavo di notare che l' articolo citato (https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/) inizia con alcune colossali sciocchezze irrazionalistiche e antiscientifiche come:

"Tutto è energia, inclusi i nostri pensieri, la nostra intenzione e le nostre emozioni. La nostra mente può davvero modificare la materia e la realtà e sebbene qualche decennio fa questa affermazione era più legata alla spiritualità oggi gli scienziati dimostrano che è davvero così".

O:

"E' stato provato che l'intenzione può modificare la realtà, oggetti e persone anche a distanza di kilometri.
La mente non è soggetta alle leggi della località e dello spazio-tempo come dimostra la fisica quantistica.
Tutto compenetra tutto, tutto è connesso, ogni parte della realtà è connessa con tutto il resto" (evidenziazione in grassetto mia).

Quest' ultima affermazione può essere intesa in quanto non dicente atro che, banalissimamente, la realtà fisica materiale (e non quella mentale; per lo meno non necessariamente) è un insieme unico di eventi in reciproca connessione causale in quanto seguono le medesime leggi universali e costanti del divenire e non si trascendono reciprocamente.
Ma tende evidentemente a suggerire che l' intenglement quantistico ha qualcosa a che vedere con la mente e che determina indiscriminatamente i più molteplici e fantasiosi eventi a distanza, tesi assolutamente falsa e ridicola.
In realtà l' entanglement implica un minimo di effetti a distanza scarsissimamente rilevabili e solo in determinate, relativamente molto rare, situazioni e non affatto "di tutto e di più", contrariamente a quanto vorrebbe suggerire il biologo di Cambridge Rupert Sheldrake, citato nell' articolo, sostenendo che "La mente non è semplicemente l'attività svolta dal cervello con un insieme di pensieri senza senso ma è un "campo esteso, un campo quantico a cui ognuno di noi ha accesso in grado di influenzare anche la materia".
Per esempio non è che se un elettrone si annichila con un positrone nella galassia di Andromeda il positrone cui fosse in relazione di entanglement avendo avuto origine comune da una certa quota di energia non massiva e che in quel momento si trovasse nella nostra galassia si annichilerebbe anch' esso! E così pure per quanto riguarda tantissimi atri eventi e interazioni fisiche che lo riguardassero.
Inoltre è praticamente impossibile (probabilità "infinitesimale") che ci sia una particella nel cervello di qualcuno che sia in condizioni di entanglement con un' altra al di fuori e a distanza di esso; e le uniche (altrettanto improbabili) interazioni a distanza fra le due riguarderebbero i rispettivi spin o piani di polarizzazione nel caso (di probabilità "infinitesimale"!) quello di una di esse fosse sollecitato sperimentalmente, o altre loro caratteristiche dalla "rilevabilità" o capacità di avere conseguenze apprezzabli (e solo con sofisticatissimi apparati sperimentali) decisamente infima.
Di analogo tenore ritengo la frase citata di David Bohm (che pure prima di cadere nel misticismo era stato secondo me uno degli scienziati più di gran lunga più geniali -e più filosoficamente ferrati!- del XX secolo):
"Gli elettroni di un atomo di carbonio nel cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto".
Questa non posso non considerarla un' irrazionalistica a caricatura "new age" decisamente penosa dell' entanglement quantistico, che pure lui stesso aveva considerato teoricamente in maniera geniale in precedenza!

Avendo ritenuto queste considerazioni, che non avrei potuto esimermi dal proporre, inutilmente drastiche e severe e per niente opportune ai fini di una proficua, costruttiva discussione (e tali da rischiare di scatenare una spiacevole "rissa dialettica"), e dal momento che ritengo quelle qui citate sciocchezze non meritevoli da parte mia di alcuna attenzione, avevo ritenuto opportuno evitare di intervenire criticamente su questo argomento (che fra l' altro mi sembrava decisamente fuori sede nella sezione del forum dedicata alla filosofia).
Ora ho invece dovuto farlo a malincuore, essendoci stato "tirato per i capelli".
ciao Sgiombo,
a mio parere invece è pertinente al forum:che cosa sarebbe mai ontologicamente il pensiero?Che cosa potremmo dire della conoscenza senza il pensiero? Tu dice che non è energia, sicuramente Hume direbbe un 'indimostrabile. Eppure esiste.E' un insieme di molecole neuronali-sinaptiche,una loro configurazione? Il fatto che non sia dimostrabile la mente, pensiero coscienza, non significa che non esistona perchè di questo passo diremmo che l'uomo.........è un indimostrabile se non come un animale con strane facoltà...appunto indimostrabili
E se non è dimostrabile vuol dire che non è possible nemmeno dimostrare il contrario
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 12 Giugno 2017, 21:51:42 PM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 21:04:14 PM

ciao Sgiombo,
a mio parere invece è pertinente al forum:che cosa sarebbe mai ontologicamente il pensiero?Che cosa potremmo dire della conoscenza senza il pensiero? Tu dice che non è energia, sicuramente Hume direbbe un 'indimostrabile. Eppure esiste.E' un insieme di molecole neuronali-sinaptiche,una loro configurazione? Il fatto che non sia dimostrabile la mente, pensiero coscienza, non significa che non esistona perchè di questo passo diremmo che l'uomo.........è un indimostrabile se non come un animale con strane facoltà...appunto indimostrabili
E se non è dimostrabile vuol dire che non è possible nemmeno dimostrare il contrario
CitazioneBeh, una cosa (certamente di interesse filosofico) é io problema della mente e del pensiero e dei loro rapporti (e in generale dei rapporti della coscienza) con la materia e il cervello (preferibilmente da affrontarsi senza banalizzazioni di Hume e dello scetticismo, a mio parere); un' altra (a mio parere di nessun interesse filosofico) é quella dell' eventuale fondamento scientifico di esperimenti come quello che proverebbe la modificabilità del pH di una soluzione da parte del pensiero.
Ché altrimenti sarebbero di interesse filosofico anche la telepatia, la chiaroveggenza, il teletrasporto, la chiromanzia, l' astrologia, la bilocalizzazione, le stigmate, il sangue di San Gennaro, i viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta (a proposito, mi stupisce ce nessuno -almeno che io sappia- abbia tirato in ballo l' entanglement quantistico a proposito del "miracolo" di San Gennaro).

Io stesso sono intervenuto ripetutamente (e forse ho anche stufato qualche, o più di qualche, interlocutore) sulle questioni della filosofia della mente
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 12 Giugno 2017, 23:31:11 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Giugno 2017, 21:51:42 PM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 21:04:14 PM

ciao Sgiombo,
a mio parere invece è pertinente al forum:che cosa sarebbe mai ontologicamente il pensiero?Che cosa potremmo dire della conoscenza senza il pensiero? Tu dice che non è energia, sicuramente Hume direbbe un 'indimostrabile. Eppure esiste.E' un insieme di molecole neuronali-sinaptiche,una loro configurazione? Il fatto che non sia dimostrabile la mente, pensiero coscienza, non significa che non esistona perchè di questo passo diremmo che l'uomo.........è un indimostrabile se non come un animale con strane facoltà...appunto indimostrabili
E se non è dimostrabile vuol dire che non è possible nemmeno dimostrare il contrario
CitazioneBeh, una cosa (certamente di interesse filosofico) é io problema della mente e del pensiero e dei loro rapporti (e in generale dei rapporti della coscienza) con la materia e il cervello (preferibilmente da affrontarsi senza banalizzazioni di Hume e dello scetticismo, a mio parere); un' altra (a mio parere di nessun interesse filosofico) é quella dell' eventuale fondamento scientifico di esperimenti come quello che proverebbe la modificabilità del pH di una soluzione da parte del pensiero.
Ché altrimenti sarebbero di interesse filosofico anche la telepatia, la chiaroveggenza, il teletrasporto, la chiromanzia, l' astrologia, la bilocalizzazione, le stigmate, il sangue di San Gennaro, i viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta (a proposito, mi stupisce ce nessuno -almeno che io sappia- abbia tirato in ballo l' entanglement quantistico a proposito del "miracolo" di San Gennaro).

Io stesso sono intervenuto ripetutamente (e forse ho anche stufato qualche, o più di qualche, interlocutore) sulle questioni della filosofia della mente
ciao Sgiombo,
a me non hai stufato
Quel che voglio dire è che natura possa avere il pensiero, di cosa è fatto, è energia? Non può essere niente,
Certo siamo ai limiti, come avevo scritto, ma rimane una grossa incognita.
Fra l'altro c'è questo tipo di energia:

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/DMPie_2013.svg/465px-DMPie_2013.svg.png)

Stima della distribuzione della massa-energia nell'universo (rilevazioni del 2013): Energia oscura, Materia oscura, Materia conosciuta
L'energia oscura è un'ipotetica forma di energia non direttamente rilevabile, diffusa omogeneamente nello spazio.
Si stima che rappresenti circa il 68% della massa energia dell'universo, la cui gran parte, circa il 95% comprendendo anche la materia oscura, sfuggirebbe attualmente ai metodi di rilevazione. Inoltre, essendo caratterizzata da una pressione negativa, l'energia oscura è il modo più diffuso fra i cosmologi per spiegare l'espansione accelerata dell'universo Essa costituisce pertanto un'importante componente del modello standard della cosmologia basato sul Big Bang

Non voglio con questo dire che il pensiero faccia necessariamente parte di questa energia, o di altro tipo, non lo so,
Ma rendiamoci conto che noi conosciamo e individuiamo così ancora poco dell'energia e della materia conosciuta.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 12 Giugno 2017, 23:47:08 PM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 23:31:11 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Giugno 2017, 21:51:42 PM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 21:04:14 PMciao Sgiombo, a mio parere invece è pertinente al forum:che cosa sarebbe mai ontologicamente il pensiero?Che cosa potremmo dire della conoscenza senza il pensiero? Tu dice che non è energia, sicuramente Hume direbbe un 'indimostrabile. Eppure esiste.E' un insieme di molecole neuronali-sinaptiche,una loro configurazione? Il fatto che non sia dimostrabile la mente, pensiero coscienza, non significa che non esistona perchè di questo passo diremmo che l'uomo.........è un indimostrabile se non come un animale con strane facoltà...appunto indimostrabili E se non è dimostrabile vuol dire che non è possible nemmeno dimostrare il contrario
CitazioneBeh, una cosa (certamente di interesse filosofico) é io problema della mente e del pensiero e dei loro rapporti (e in generale dei rapporti della coscienza) con la materia e il cervello (preferibilmente da affrontarsi senza banalizzazioni di Hume e dello scetticismo, a mio parere); un' altra (a mio parere di nessun interesse filosofico) é quella dell' eventuale fondamento scientifico di esperimenti come quello che proverebbe la modificabilità del pH di una soluzione da parte del pensiero. Ché altrimenti sarebbero di interesse filosofico anche la telepatia, la chiaroveggenza, il teletrasporto, la chiromanzia, l' astrologia, la bilocalizzazione, le stigmate, il sangue di San Gennaro, i viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta (a proposito, mi stupisce ce nessuno -almeno che io sappia- abbia tirato in ballo l' entanglement quantistico a proposito del "miracolo" di San Gennaro). Io stesso sono intervenuto ripetutamente (e forse ho anche stufato qualche, o più di qualche, interlocutore) sulle questioni della filosofia della mente
ciao Sgiombo, a me non hai stufato Quel che voglio dire è che natura possa avere il pensiero, di cosa è fatto, è energia? Non può essere niente, Certo siamo ai limiti, come avevo scritto, ma rimane una grossa incognita. Fra l'altro c'è questo tipo di energia: (https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/DMPie_2013.svg/465px-DMPie_2013.svg.png) Stima della distribuzione della massa-energia nell'universo (rilevazioni del 2013): Energia oscura, Materia oscura, Materia conosciuta L'energia oscura è un'ipotetica forma di energia non direttamente rilevabile, diffusa omogeneamente nello spazio. Si stima che rappresenti circa il 68% della massa energia dell'universo, la cui gran parte, circa il 95% comprendendo anche la materia oscura, sfuggirebbe attualmente ai metodi di rilevazione. Inoltre, essendo caratterizzata da una pressione negativa, l'energia oscura è il modo più diffuso fra i cosmologi per spiegare l'espansione accelerata dell'universo Essa costituisce pertanto un'importante componente del modello standard della cosmologia basato sul Big Bang Non voglio con questo dire che il pensiero faccia necessariamente parte di questa energia, o di altro tipo, non lo so, Ma rendiamoci conto che noi conosciamo e individuiamo così ancora poco dell'energia e della materia conosciuta.
Scusami Paul. ma devi proprio mettere tutta la citazione per rispondere, come ho fatto io adesso?
Ciao.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 06:03:46 AM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 23:31:11 PMMa rendiamoci conto che noi conosciamo e individuiamo così ancora poco dell'energia e della materia conosciuta.
Appunto: sconosciuta. Perché non essere onesti, come fa la scienza, e limitarsi a dire che è sconosciuta e basta? Perché aspettarsi da ciò che è sconosciuto la realizzazione degli istinti più bassi dell'uomo? È un caso che tutte le scoperte pseudoscientifiche abbiano in comune con le superstizioni la voglia di dare realizzazione alla sete di potere sulla realtà? Come mai non si fanno mai scoperte astrali che facciano venire la voglia di leggere libri, di studiare lingue e letteratura, l'altruismo, l'interesse per la politica, la capacità di orientarsi nei problemi sociali nel mondo, la capacità di capire le opere d'arte? La risposta mi sembra semplice: perché entrambe, pseudoscienza e superstizioni, non fanno altro che rispecchiare gli interessi preferenziali delle masse. Il superstizioso e lo pseudoscienziato non sono riusciti ad impiantare solidamente nel loro cuore amore per le questioni più responsabilizzanti, quelle che richiedono lunghe progettazioni e lunghi cammini di crescita, e il loro animo slitta in continuazione verso la sete di potere a basso prezzo che alberga in ogni essere umano, me compreso.
Con questo non voglio sostenere che non si debbano esplorare i misteri della natura; il problema è perché esplorarli con questo atteggiamento mentale, cioè andando a proiettare in essi le aspettative più basse, più primitive, direi perfino più barbare dell'essere umano, come la sete di potere sulla realtà e sulla conoscenza di essa (il potere sulla conoscenza infatti è diverso dalla conoscenza in sé, che possiede tutt'altra ricchezza di umanità).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 06:21:37 AM
Trovo molto profondo a tal proposito l'episodio in cui Troisi tenta di muovere il vaso col pensiero (la comicità più bella è quella profonda, che va a toccare certi istinti umani più primordiali e certe questioni che riescono ad ipnotizzare gli interessi del nostro cuore): https://www.youtube.com/watch?v=y8gGlctINVM
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 13 Giugno 2017, 08:51:39 AM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 23:31:11 PM

ciao Sgiombo,
a me non hai stufato
Quel che voglio dire è che natura possa avere il pensiero, di cosa è fatto, è energia? Non può essere niente,
Certo siamo ai limiti, come avevo scritto, ma rimane una grossa incognita.
Fra l'altro c'è questo tipo di energia:

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1f/DMPie_2013.svg/465px-DMPie_2013.svg.png)

Stima della distribuzione della massa-energia nell'universo (rilevazioni del 2013): Energia oscura, Materia oscura, Materia conosciuta
L'energia oscura è un'ipotetica forma di energia non direttamente rilevabile, diffusa omogeneamente nello spazio.
Si stima che rappresenti circa il 68% della massa energia dell'universo, la cui gran parte, circa il 95% comprendendo anche la materia oscura, sfuggirebbe attualmente ai metodi di rilevazione. Inoltre, essendo caratterizzata da una pressione negativa, l'energia oscura è il modo più diffuso fra i cosmologi per spiegare l'espansione accelerata dell'universo Essa costituisce pertanto un'importante componente del modello standard della cosmologia basato sul Big Bang

Non voglio con questo dire che il pensiero faccia necessariamente parte di questa energia, o di altro tipo, non lo so,
Ma rendiamoci conto che noi conosciamo e individuiamo così ancora poco dell'energia e della materia conosciuta.
CitazioneInnanzitutto ti ringrazio per la pazienza che dimostri verso le mie spesso lunghe e ripetitive tirate sui rapporti mente - materia e altro.

Ma almeno stavolta non voglio approfittarne troppo ripetendo i miei soliti argomenti, già ripetutamente "triti" da parte mia, ma mi limito ad affermare che secondo me il pensiero (e più in generale la coscienza) non é fatta di materia (ovvero energia) perché credo anzi con George Berkeley (e soprattutto con il solito David Hume) che sia la materia (ovvero l' energia) ad essere fatta di coscienza (di sensazioni fenomeniche, come lo é anche il pensiero): non bisogna cercare il pensiero (e in generale la coscienza) nel cervello, bensì il cervello nella coscienza (di chi lo vede, di chi lo osserva).

Per me pensiero e materia divengono, entrambi nell' ambito delle esperienze fenomeniche coscienti (umane ed animali), "parallelamente su piani diversi e reciprocamente non interferenti", in maniera biunivocamente corrispondente fra loro (un determinato stato cosciente -mentale o materiale- nell' ambito di una certa determinata esperienza cosciente, corrisponde a uno e un solo certo, determinato stato neurofisiologico cerebrale di uno e un solo certo determinato cervello, presente per lo meno potenzialmente e per lo più indirettamente nell' ambito delle esperienze fenomeniche coscienti di chi compia osservazioni adeguate a rilevarlo; genericamente altre, diverse da quella correlata al cervello osservato).

Circa la materia (massiva ed energetica) oscura, mi permetto di dubitare assai della fondatezza scientifica delle tesi (larghissimamente correnti) che ne parlano, sembrandomi esse delle evidenti (e anche decisamente "ingombranti") ipotesi ad hoc, degli spettacolari "epicicli tolemaici" postulati onde cercare (disperatamente) di far quadrare ad ogni costo le teorie cosmologiche (o meglio: cosmogoniche) correnti, con le osservazioni empiriche che dovrebbero confermarle.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 13 Giugno 2017, 08:53:05 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 06:21:37 AM
Trovo molto profondo a tal proposito l'episodio in cui Troisi tenta di muovere il vaso col pensiero (la comicità più bella è quella profonda, che va a toccare certi istinti umani più primordiali e certe questioni che riescono ad ipnotizzare gli interessi del nostro cuore): https://www.youtube.com/watch?v=y8gGlctINVM
CitazioneUn "gioiellino di comictà e di saggezza"!
Un capolavoro assoluto!
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 13 Giugno 2017, 09:33:20 AM
Citazione di: sgiombo il 12 Giugno 2017, 15:26:08 PM
Citazione di: lorenzo il 12 Giugno 2017, 07:54:46 AM
CitazioneLa materia levita grazie al suono
Sviluppato un nuovo metodo per far levitare piccole quantità di materia in aria attraverso un campo acustico che annulla la gravità. Lo studio su Pnas
https://www.galileonet.it/2013/07/la-materia-levita-grazie-al-suono/
Citazione[...]
Fra l' altro era noto da molto tempo che quella acustica é una forma di energia che può trasformarsi secondo proporzioni universali e costanti in altre forme e provocare determinati effetti (famosi sono gli episodi di cristallerie mandate in frantumi dagli acuti di celebri tenori).
Sì, ma non che potesse vincere la gravità, mi sembra.
(gli acuti dei tenori rompono i cristalli, le urla dei canzonettieri rompono i co...ni)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 13 Giugno 2017, 09:53:15 AM
CitazioneCitazione da: sgiombo Mon Jun 12 2017 21:51:42 GMT+0200 (ora legale Europa occidentale)
Beh, una cosa (certamente di interesse filosofico) é io problema della mente e del pensiero e dei loro rapporti (e in generale dei rapporti della coscienza) con la materia e il cervello (preferibilmente da affrontarsi senza banalizzazioni di Hume e dello scetticismo, a mio parere); un' altra (a mio parere di nessun interesse filosofico) é quella dell' eventuale fondamento scientifico di esperimenti come quello che proverebbe la modificabilità del pH di una soluzione da parte del pensiero.
Ché altrimenti sarebbero di interesse filosofico anche la telepatia, la chiaroveggenza, il teletrasporto, la chiromanzia, l' astrologia, la bilocalizzazione, le stigmate, il sangue di San Gennaro, i viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta (a proposito, mi stupisce ce nessuno -almeno che io sappia- abbia tirato in ballo l' entanglement quantistico a proposito del "miracolo" di San Gennaro).
Io stesso sono intervenuto ripetutamente (e forse ho anche stufato qualche, o più di qualche, interlocutore) sulle questioni della filosofia della mente.
Scusami ma non credo di aver capito: cioè si determinerebbero a priori i fenomeni su cui interrogarsi, gli esperimenti dei queli cercare i fondamenti scientifici e gli eventi, sia pure insoliti, che meritano di essere investigati, filosoficamente o scientificamente. Ho inteso bene?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 13 Giugno 2017, 11:28:17 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 06:03:46 AM
Citazione di: paul11 il 12 Giugno 2017, 23:31:11 PMMa rendiamoci conto che noi conosciamo e individuiamo così ancora poco dell'energia e della materia conosciuta.
Appunto: sconosciuta. Perché non essere onesti, come fa la scienza, e limitarsi a dire che è sconosciuta e basta? Perché aspettarsi da ciò che è sconosciuto la realizzazione degli istinti più bassi dell'uomo? È un caso che tutte le scoperte pseudoscientifiche abbiano in comune con le superstizioni la voglia di dare realizzazione alla sete di potere sulla realtà? Come mai non si fanno mai scoperte astrali che facciano venire la voglia di leggere libri, di studiare lingue e letteratura, l'altruismo, l'interesse per la politica, la capacità di orientarsi nei problemi sociali nel mondo, la capacità di capire le opere d'arte? La risposta mi sembra semplice: perché entrambe, pseudoscienza e superstizioni, non fanno altro che rispecchiare gli interessi preferenziali delle masse. Il superstizioso e lo pseudoscienziato non sono riusciti ad impiantare solidamente nel loro cuore amore per le questioni più responsabilizzanti, quelle che richiedono lunghe progettazioni e lunghi cammini di crescita, e il loro animo slitta in continuazione verso la sete di potere a basso prezzo che alberga in ogni essere umano, me compreso.
Con questo non voglio sostenere che non si debbano esplorare i misteri della natura; il problema è perché esplorarli con questo atteggiamento mentale, cioè andando a proiettare in essi le aspettative più basse, più primitive, direi perfino più barbare dell'essere umano, come la sete di potere sulla realtà e sulla conoscenza di essa (il potere sulla conoscenza infatti è diverso dalla conoscenza in sé, che possiede tutt'altra ricchezza di umanità).
sono allibito dalla tua argomentazione e tu saresti un maestro di spiritualità?
E' dimostrato che esistano sinapsi e neuroni "spirituali"?
Ma eppure sappiamo che esiste

1) la materia oscura e l'energia oscura E' SCIENZA
2) il pensiero esiste o non esiste? la spiritualità esiste o non esiste?
3) se esiste, e francamente non vedo come possa negarsi l'evidenza, di quale consistenza può essere annoverato il pensiero?

Porsi queste domande per te è pseudoscienza?
Sarebbe pseudoscienza se mi inventassi un'energia che non esiste, non che esiste ,ma di cui ancora non sappiamo definirla.

Un uomo che pensa perde energia calorica? Una persona che lavora intellettualmente perde energia?
Esiste un'energia spirituale? Se esiste di cosa stiamo parlando, in cosa consisterebbe?
Esiste un'energia psichica?
.....................
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 16:36:16 PM
Citazione di: paul11 il 13 Giugno 2017, 11:28:17 AMsono allibito dalla tua argomentazione e tu saresti un maestro di spiritualità?
Non vedo cosa apporti di positivo alla discussione introdurre elemeniti di animosità, che peraltro non hanno nulla a che vedere con la discussione: del mio essere maestro di spiritualità, se proprio interessa, possiamo eventualmente parlare nella sezione apposita.

Riguardo al merito della questione, faccio notare più in dettaglio ciò che avevo già detto in breve precedentemente: in base ai criteri che hai indicato, anche sostenere che i gatti neri portano sfortuna è perfettamente scientifico, infatti

- è scientificamente dimostrato che i gatti neri esistono;
- di essi è possibile misurare con altissima precisione un mare di elementi: peso, dimensioni, velocità, forza muscolare, posizione nello spazio, pH e quant'altro si voglia;
- è scientificamente documentato che i gatti hanno spesso l'istinto di tagliare la strada quando qualcuno si sta approssimando velocemente;
- è scientificamente dimostrato e misurabile in tutti i suoi elementi che una casa può prendere fuoco;
- è scientificamente documentato che, subito dopo che un gatto nero ha tagliato la strada a certuni, costoro hanno poi osservato il verificarsi di eventi negativi.

A questo punto la critica sorge in modo banale: non è affatto dimostrato che esista un nesso di causa ed effetto tra tali eventi negativi e l'attraversamento della strada da parte del gatto nero. Ma questa è esattamente la stessa identica obiezione che demolisce l'esperimento raccontato sul pH dell'acqua: ciò che non è dimostrato è proprio il nesso di causa ed effetto tra il tentativo di concentrare il pensiero sull'acqua e i risultati verificati. Dunque rimane la domanda che avevo posto a suo tempo:
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Giugno 2017, 10:24:21 AMqual è la differenza tra quest'esperimento e uno che dica che, dopo che un gatto nero gli ha attraversato la strada, la casa gli è andata a fuoco?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 13 Giugno 2017, 18:00:10 PM
Citazione di: lorenzo il 13 Giugno 2017, 09:33:20 AM
Citazione di: sgiombo il 12 Giugno 2017, 15:26:08 PM
Citazione di: lorenzo il 12 Giugno 2017, 07:54:46 AM
CitazioneLa materia levita grazie al suono
Sviluppato un nuovo metodo per far levitare piccole quantità di materia in aria attraverso un campo acustico che annulla la gravità. Lo studio su Pnas
https://www.galileonet.it/2013/07/la-materia-levita-grazie-al-suono/
Citazione[...]
Fra l' altro era noto da molto tempo che quella acustica é una forma di energia che può trasformarsi secondo proporzioni universali e costanti in altre forme e provocare determinati effetti (famosi sono gli episodi di cristallerie mandate in frantumi dagli acuti di celebri tenori).
Sì, ma non che potesse vincere la gravità, mi sembra.
(gli acuti dei tenori rompono i cristalli, le urla dei canzonettieri rompono i co...ni)
CitazioneD' accordo con quanto affermato tra parentesi, anche se personalmente trovo i "rappari" (o "rapper") ancor più orrendamente insopportabili della media dei "canzonettari".

"Vincere" la gravità o "vincere" la coesione molecolari nei bicchieri, si tratta sempre di rapporti tra forze fisiche reciprocamente contrastajnti che determinano naturalissimi effetti fisici rispettosi del principio "nulla si crea, nulla si annienta, tutto si trasforma secondo determinate proporzioni universali e costanti".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 13 Giugno 2017, 18:07:14 PM
Citazione di: lorenzo il 13 Giugno 2017, 09:53:15 AM
CitazioneCitazione da: sgiombo Mon Jun 12 2017 21:51:42 GMT+0200 (ora legale Europa occidentale)
Beh, una cosa (certamente di interesse filosofico) é io problema della mente e del pensiero e dei loro rapporti (e in generale dei rapporti della coscienza) con la materia e il cervello (preferibilmente da affrontarsi senza banalizzazioni di Hume e dello scetticismo, a mio parere); un' altra (a mio parere di nessun interesse filosofico) é quella dell' eventuale fondamento scientifico di esperimenti come quello che proverebbe la modificabilità del pH di una soluzione da parte del pensiero.
Ché altrimenti sarebbero di interesse filosofico anche la telepatia, la chiaroveggenza, il teletrasporto, la chiromanzia, l' astrologia, la bilocalizzazione, le stigmate, il sangue di San Gennaro, i viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta (a proposito, mi stupisce ce nessuno -almeno che io sappia- abbia tirato in ballo l' entanglement quantistico a proposito del "miracolo" di San Gennaro).
Io stesso sono intervenuto ripetutamente (e forse ho anche stufato qualche, o più di qualche, interlocutore) sulle questioni della filosofia della mente.
Scusami ma non credo di aver capito: cioè si determinerebbero a priori i fenomeni su cui interrogarsi, gli esperimenti dei queli cercare i fondamenti scientifici e gli eventi, sia pure insoliti, che meritano di essere investigati, filosoficamente o scientificamente. Ho inteso bene?
CitazioneSi determinano a priori (arbitrariamente) le questioni che si ritiene abbiano o meno rilevanza filosofica.

Ovviamente questa determinazione é soggettiva ed arbitraria: per me i rapporti mente (o meglio coscienza)/cervello sono del massimo interesse filosofico al contrario, per esempio, di telepatia, chiaroveggenza, teletrasporto, chiromanzia, astrologia, bilocalizzazione, stigmate, sangue di San Gennaro, viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta.

...Non so per te.

Ognuno pensa, studia, indaga su ciò che più gli interessa e trascura ciò di cui non gliene frega nulla.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 13 Giugno 2017, 18:29:44 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 16:36:16 PM
Citazione di: paul11 il 13 Giugno 2017, 11:28:17 AMsono allibito dalla tua argomentazione e tu saresti un maestro di spiritualità?
Non vedo cosa apporti di positivo alla discussione introdurre elemeniti di animosità, che peraltro non hanno nulla a che vedere con la discussione: del mio essere maestro di spiritualità, se proprio interessa, possiamo eventualmente parlare nella sezione apposita.

Riguardo al merito della questione, faccio notare più in dettaglio ciò che avevo già detto in breve precedentemente: in base ai criteri che hai indicato, anche sostenere che i gatti neri portano sfortuna è perfettamente scientifico, infatti

- è scientificamente dimostrato che i gatti neri esistono;
- di essi è possibile misurare con altissima precisione un mare di elementi: peso, dimensioni, velocità, forza muscolare, posizione nello spazio, pH e quant'altro si voglia;
- è scientificamente documentato che i gatti hanno spesso l'istinto di tagliare la strada quando qualcuno si sta approssimando velocemente;
- è scientificamente dimostrato e misurabile in tutti i suoi elementi che una casa può prendere fuoco;
- è scientificamente documentato che, subito dopo che un gatto nero ha tagliato la strada a certuni, costoro hanno poi osservato il verificarsi di eventi negativi.

A questo punto la critica sorge in modo banale: non è affatto dimostrato che esista un nesso di causa ed effetto tra tali eventi negativi e l'attraversamento della strada da parte del gatto nero. Ma questa è esattamente la stessa identica obiezione che demolisce l'esperimento raccontato sul pH dell'acqua: ciò che non è dimostrato è proprio il nesso di causa ed effetto tra il tentativo di concentrare il pensiero sull'acqua e i risultati verificati. Dunque rimane la domanda che avevo posto a suo tempo:
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Giugno 2017, 10:24:21 AMqual è la differenza tra quest'esperimento e uno che dica che, dopo che un gatto nero gli ha attraversato la strada, la casa gli è andata a fuoco?



ciao Angelo Cannata
Non c'è in me nessuna animosità.
Semplicemente mi fa specie che chi creda nella spiritualità esponga come uno scettico.
Non si tratta di estremizzare le posizioni, come avevo precedentemente scritto siamo al limite della scienza/pseudoscienza: è vero.
Però le scienze attuali non sono basate più sulla certezza e quindi nemmeno si fidano dei sensi umani.
Ad esempio SONO IPOTESI l'energia e la materia oscura, perchè spiegano la teoria del Big Bang  soprattutto la fase di espansione dell'universo.
Senza queste, detto in altre parole e banalmente, il bilancio energetico dell'universo ha dei problemi teorici

lI mio personale parere è che potrebbero (utilizzo il condizionale) esistere energie attualmente non misurabili.
Semplicemente perchè l'energia che comunque abbiamo fisicamente nel corpo potrebbe, di nuovo condizionale, avere trasformazioni.
D'altra parte la medicina orientale è una bufala o qualcosa di serio ha?
La meditazione, la contemplazione, sono qualcosa? E  provato scientificamente che mutano le onde elettromagnetiche (alfa ,beta, gamma,ecc.)
Se ha qualcosa di vero quella medicina, basata sulle'energia soprattutto dei flussi e può funzionare almeno in certi casi, non è stata scoperta con il metodo sperimentale arriva da un'antichità remota.
Io lascio semplicemente una porta aperta, interlocutoria.
Così  come credo in una energia spirituale ,una preghiera collettiva, sentita profondamente  dai partecipanti, da qualunque fede o credenza venga posta, sprigiona una energia, sarà psichica, sarà spirituale, sarà fisica, non lo so, ma c'è.
Si dice che la musica, e vedo che suoni, sprigiona un'energia terapeutica.

tutto qui.........
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Angelo Cannata il 13 Giugno 2017, 19:23:16 PM
Quando io parlo della spiritualità, mi riferisco a ciò che con questa parola è inteso oggettivamente nei vocabolari, cioè la vita interiore. In quanto tale, essa non è una cosa a cui credere o non credere, perché è un fatto oggettivo (non dico oggettivo in senso filosofico o metafisico, ma in senso pratico o scientifico): allo stesso modo in cui l'attività umana del semplice riflettere può essere considerata un fatto oggettivo, non è una cosa da credere o non credere. La spiritualità di cui io parlo è una spiritualità che può essere seguita benissimo anche da atei o da materialisti. Purtroppo so bene che è diffusissimo il fraintendimento della parola spiritualità come se essa significasse qualcosa come spiritismo, o comunque il credere in mondi, forze, energie soprannaturali o comunque non scientificamente accertabili. Ma questo significato di spiritualità è un fraintendimento, perché non trova riscontro né nei vocabolari né nelle enciclopedie.

Tuttavia, la spiritualità nel senso che ho spiegato non è atea o materialista in senso dogmatico, altrimenti non sarebbe più la spiritualità oggettiva presente in ogni persona, ma si ridurrebbe a una semplice filosofia atea o materialista. La spiritualità di cui parlo io non afferma e non nega nulla di sconosciuto o soprannaturale, perché è scientifica, così come è scientifico dire che i nostri neuroni interagiscono nel nostro cervello: la scienza non nega l'esistenza delle cose che essa non conosce: dice semplicemente che non le conosce, non le risultano elementi per poterne parlare.

Una volta chiarito ciò, ritengo utile fare una precisazione riguardo agli atteggiamenti mentali con cui esplorare ciò che è sconosciuto. Fa parte della normale ricerca scientifica avanzare delle ipotesi e poi sottoporle a prove che le verifichino o le falsifichino. In questo senso è corretto anche ipotizzare che gli asini volino e poi proseguire con tutte le procedure per verificare o falsificare tale affermazione. Le ipotesi però, già prima di ogni verifica, vanno anche gestite ed è qui che cominciano a verificarsi le divergenze tra scienza e pseudoscienza: la scienza fa il massimo sforzo di formulare ipotesi adoperando un linguaggio il più possibile esatto, stringente, che eviti al massimo false suggestioni e fraintendimenti; la pseudoscienza fa il contrario, gioca al massimo con il linguaggio per renderlo suggestivo, minimizzare ciò che non ha validità o dimostrazione, ingigantire ciò che è possibile o immaginabile. Un esempio l'hai fornito tu stesso in questo tuo ultimo messaggio: non è casuale (anche se magari tu non l'hai fatto di proposito) la scelta del verbo "sprigiona": già la parola ingigantisce un elemento che alla prova dei fatti è invece minimo, indimostrato, ambiguo nel suo significato. Quel verbo "spirigiona" viene applicato da te a "energia", e pure a "energia spirituale"; ma cos'hanno di chiaro queste espressioni? Niente. Eppure, al contrario di questo dato di fatto, hai detto "sprigiona", come se fosse qualcosa di grande, forte e chiaro.

Lo stesso tipo di osservazione può essere applicato, oltre che alle singole parole, alle frasi, alle logiche espresse e alle accentuazioni. Anche riguardo a ciò ci sono esempi nel tuo messaggio: per esempio, hai detto "qualcosa di serio ha": ma che vuol dire quest'espressione? Anche nelle barzellette è possibile individuare "qualcosa di serio". Poi hai detto "credo", ma i credo personali, o i "si dice", che hai pure appena usato, non dovrebbero essere introdotti in una discussione ad alto rischio di criticabilità scientifica, come è quest'esperimento sull'acqua: parlare del proprio credere o del "si dice" è in apparenza una cosa legittima, ma in realtà assume la funzione di tentativo di influenzare le scelte altrui. Uno scienziato non può dire "Io credo nel fatto che gli atomi si comportano in un certo modo", oppure "si dice che avvenga questo": i suoi colleghi gli risponderebbero "Se dobbiamo fare scienza risparmiaci i tuoi credo e i "si dice": qui si va per elementi che devono essere criticabili".

Sono le stesse differenze che è possibile riscontrare tra Voyager e Quark: Piero Angela non è uno scienziato professionista, ma si sforza di usare un linguaggio per quanto possibile esatto e povero, per evitare ambiguità. Giacobbo fa l'opposto, fa il massimo sforzo per conferire al linguaggio il massimo di ambiguità e di molteplicità di significati.

Sta a noi scegliere con quali linguaggi vogliamo portare avanti le ricerche.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 13 Giugno 2017, 22:04:28 PM
Ho letto qualcosina di Seneca e m'è bastato per averne il massimo rispetto, perché si esprime semplicemente, ponendo il focus sull'uomo (contemporaneo) e le problematicità dell'esistenza, rapportate all'inevitabile morte rispetto alla quale perdon di sostanza divenendo diafane ombre... in dissolvimento.

Qualcuno ha chiamato la morte "la sorgente nera" che un po' ricorda quella "dark energy and matter" cui ha accennato paul. 

L'attuale cosmologia è obbligata a considerarle per darsi una comprensione dell'universo (la sua nascita ed evoluzione, per chi s'interessi di tal questioni) che almeno abbia una direzione ed i più ritengono che vi sia un'espansione in atto.
 
Nel chiedersi quanto si possa progredire riporto le parole di Seneca:

Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire

che personalmente interpreto sia come proposito collettivo (la società) che individuale. 
Naturalmente la società determina e sovente impone le direzioni, rispetto alle quali la volontà del singolo deve conformarsi. 
Ma quando più singoli si associano (loro e/o le loro idee) una società (lungimirante) non dovrebbe attender che divengano una massa critica (cfr. quella nucleare per prodursi il "botto"), ma accoglierle (per quanto possibile e comunque dimostrando di volerlo fare...) nel suo seno.

Se  convenite che il progredire sia connesso con l'imparare potremmo chiederci da dove/chi/cosa possiamo imparare? 
E sempre il filosofo (Seneca), pragmaticamente, risponde:

È meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente. 

Ma quali siano le cose inutili e quelle utili... chi lo decide?

In termini filosofici ogni limitazione mi par venga considerata un ostacolo all'avanzamento (progresso) di qualsivoglia indagine, mentre per quelli scientifici... ben poco è nelle disponibilità del singolo, le direzioni di ricerca son determinate dall'interesse delle lobby di potere, ***militare in primo luogo.

Quando si conferisce alla "scienza" un'identità monolitica, quasi che essa possa risponder in prima persona forse non si vede che come tutte le creazioni umane contiene atteggiamenti mentali che proiettano in essa le aspettative più basse, più primitive, direi perfino più barbare dell'essere umano, come la sete di potere *** sulla realtà e sulla conoscenza di essa (il potere sulla conoscenza infatti è diverso dalla conoscenza in sé, che possiede tutt'altra ricchezza di umanità).

La scienza è figlia dell'uomo, non ancora (chissà se è un bene...) il contrario.

Ma la curiosità non ha confini e da sempre ci son stati, diciamo spiriti liberi, che han percorso strade diverse... certamente i più perdendosi ma altri riscuotendo l'attenzione e il riconoscimento per il loro lavoro.

Dopo d'aver letto degli esperimenti (quello del Dr. William Tiller della Stanford University  e quello dell'IRC di Roma) mi è venuto in mente di provare a mia volta, rimanendo alquanto stupito dei risultati (proprio non me li aspettavo) ottenuti.

Chi pensa non dimostrino nulla o confrontandoli con quelli ottenibili da un gatto nero che attraversi la strada ritenga d'averli "demoliti" (?) non essendo un chimico analitico difficilmente può valutare le condizioni sperimentali. 
Non è il caso qui di approfondire la questione tecnico-metodologica (c'è l'apposita sezione scientifica... e magari dopo l'estate vedrò di proporre un'attività "pratica" che coinvolga gli interessati), il punto è che molte persone competenti li ritengono validi e altamente significativi... e del tutto lecitamente altri possono dubitarne ed arrivar a supporre la frode (anche proveniente da me...).

Riscontrare (...se...) un effetto dell'intenzione umana sulla materia, che almeno qualche miracolo sia avvenuto... potrebbe darci qualche  indicazione sul "come" siamo fatti, da dove provenga il senso di noi stessi e lo stesso pensiero... e in ultima quale il destino di questo "agglomerato di istanze" (l'anima) che si ritroverà senza il supporto fisico che lo mantiene come noi lo conosciamo? 
  
Perché questa è la sola domanda... risalendo la "sorgente nera" cosa incontreremo?

 
(ma, naturalmente, tutto quanto da tutti sin qui scritto è proficuo alla conoscenza reciproca... di noi villeggianti all'Hotel Logos)
 
Un cordiale saluto
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 14 Giugno 2017, 23:17:07 PM
Citazione
CitazioneCitazione da sgiombo Tue Jun 13 2017 18:07:14 GMT+0200 (ora legale Europa occidentale)
Si determinano a priori (arbitrariamente) le questioni che si ritiene abbiano o meno rilevanza filosofica.
Ovviamente questa determinazione é soggettiva ed arbitraria: per me i rapporti mente (o meglio coscienza)/cervello sono del massimo interesse filosofico al contrario, per esempio, di telepatia, chiaroveggenza, teletrasporto, chiromanzia, astrologia, bilocalizzazione, stigmate, sangue di San Gennaro, viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta,
...Non so per te.
Ognuno pensa, studia, indaga su ciò che più gli interessa e trascura ciò di cui non gliene frega nulla.
Penso di essere daccordo, ognuno si interessa di quel che gli pare.
Però in un dialogo, una discussione con più interlocutori, i confini possono essere più sfumati, dipendere dall'argomento e dalle persone più che dai gusti personali (ovvio che uno può anche rinunciare ad interloquire).
Ad esempio, non ho letto nessuno delle carrettate di libri sugli angeli (anche se ho ascoltato con interesse di chi ne ha percepito la presenza) ma se si parla di aldilà ritengo perfettamente legittimo che uno citi al riguardo le sue esperienze. Eventualmente, se ritengo inutile il suo contributo, lo lascerò perdere.
Ciao e scusami se ho scritto banalità.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 15 Giugno 2017, 08:47:54 AM
Citazione di: lorenzo il 14 Giugno 2017, 23:17:07 PM
Citazione
CitazioneCitazione da sgiombo Tue Jun 13 2017 18:07:14 GMT+0200 (ora legale Europa occidentale)
Si determinano a priori (arbitrariamente) le questioni che si ritiene abbiano o meno rilevanza filosofica.
Ovviamente questa determinazione é soggettiva ed arbitraria: per me i rapporti mente (o meglio coscienza)/cervello sono del massimo interesse filosofico al contrario, per esempio, di telepatia, chiaroveggenza, teletrasporto, chiromanzia, astrologia, bilocalizzazione, stigmate, sangue di San Gennaro, viaggi nel tempo e chi più ne ha più ne metta,
...Non so per te.
Ognuno pensa, studia, indaga su ciò che più gli interessa e trascura ciò di cui non gliene frega nulla.
Penso di essere daccordo, ognuno si interessa di quel che gli pare.
Però in un dialogo, una discussione con più interlocutori, i confini possono essere più sfumati, dipendere dall'argomento e dalle persone più che dai gusti personali (ovvio che uno può anche rinunciare ad interloquire).
Ad esempio, non ho letto nessuno delle carrettate di libri sugli angeli (anche se ho ascoltato con interesse di chi ne ha percepito la presenza) ma se si parla di aldilà ritengo perfettamente legittimo che uno citi al riguardo le sue esperienze. Eventualmente, se ritengo inutile il suo contributo, lo lascerò perdere.
Ciao e scusami se ho scritto banalità.
CitazioneCon quest' ultima frase mi metti proprio in imbarazzo: nessuno deve chiedere scusa a nessuno per le opinioni (non offensive per altri) che esprime nel forum!
Fra l' altro con queste tue concordo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 15 Giugno 2017, 09:08:09 AM
Quando leggo delle cose ovvie, scontate, banali mi viene un po' di rammarico per il tempo perso e l'attenzione immeritevolmente prestata: per questo mi faccio scrupolo di scusarmi se rischio di raggiungere il limite (anche mio) di tollerabilità.
A proposito (e, di nuovo, scusami): https://www.riflessioni.it/netiquette.htm
"Se rispondi ad un messaggio "con quotatura", evita di citare l'intero messaggio originale, togli tutto ciò che non è direttamente correlato alla tua risposta."
Ciao.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 16 Luglio 2017, 08:21:08 AM
Per mille motivi la vita è indubbiamente difficile e la sofferenza che la pervade raramente permette alla bilancia di risalire dalla parte opposta, non dico della gioia ma almeno della serenità, di un po' di pace.

Ma oggi, per il secondo giorno (spero di sette) sono in vacanza... pur se i (seri) problemi mi accompagnano e come pensiero (trovandomi altrove) ritornano senza posa intervallandosi ad altri.

Per il secondo giorno, seduto su una comoda poltroncina  da cui mi son lasciato scivolare sino ad appoggiare la nuca sulla stessa, per una ventina di minuti mi son rivolto al sole al tramonto, con gli occhi chiusi, ed anche oggi il vento soffiava impetuoso alla mia destra, a tratti facendomi ondeggiar le gambe.

Il vento troppo forte di questi luoghi che non mi è mai riuscito d'accettare completamente... ieri ed oggi non mi ha dato più alcun fastidio...

Mi son ritrovato ad ascoltar la sua voce... che è la voce della resistenza delle cose che incontra... perché esso non produce suoni, essendo pura forza in azione...

La resistenza delle mie orecchie produceva una tonalità, quella del naso un'altra... la fronte, persino, un'altra ancora, e più in là... la seggiola, le mie gambe... gli arbusti e gli alberi...

Non me n'ero mai accorto, la voce del vento è la resistenza delle cose che incontra... e tra tutte le cose che può incontrare, gli alberi son quelli che sanno accettarlo completamente.

Pur se arrivano a schiantare... un attimo dopo, su quei rami (o sull'intero albero) ritorna il suono dell'accettazione, perché quel che è stato è stato.

Se sapeste, davvero, cosa sono e da dove provengono i pensieri potreste dir che il vento è una cosa e quelli un'altra... ma d'entrambi conosciamo solo gli effetti... così, non conoscendo la loro natura, non mi son meravigliato che colà seduto, illuminato dal sole e avvolto dal vento... quest'ultimo si portasse con sé i grevi pensieri di questo mio tempo.

Nell'alzarmi mi son reso conto d'esser stato davvero seduto... per una volta c'ero davvero, lì ad ascoltare quel vento che non avevo mai completamente accettato.

Mentre esso ha accettato e preso con sé il mio peso.

Cosa siamo... cosa, davvero, ci circonda?


 
Jean

 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 01 Agosto 2017, 17:48:56 PM
Mia madre ha sognato di trovarsi nell'appartamento (dove viveva un tempo) con il suo compagno d'allora (oggi non più in vita) e di ricevere la visita di un suo figlio.
 
I tre si misero a conversare riguardo le sue condizioni, migliorate al punto d'essere dimessa dall'ospedale (cosa poi avvenuta in questi giorni). 
Un colloquio amichevole, preludio di positive aspettative.

Mio fratello il giorno seguente le telefona per riferirle del sogno che ha fatto, che si rivelerà identico al suo (e vissuto dalla sua prospettiva!).
  
Nella dimensione del sogno, l'aldilà più vicino e non definitivo che ci è permesso di frequentare, accadono piuttosto di frequente episodi come quello che ho riportato e spesso basta interrogare le persone della nostra cerchia per aver materiale al riguardo.

In precedenza  avevo riportato un altro episodio e non ne aggiungerò altri (pur avendone, ma se qualcuno vuol contribuire è ben accetto) ritenendo questi sufficienti (secondo me) a confermare un collegamento tra persone, stati di coscienza e situazioni.

Eventi e/o fenomeni a cui non è possibile applicare (per tanti motivi che richiederebbero una discussione a sé) una metodologia scientifica, in prima istanza perché non sono riproducibili.

Quando non si possono usare strumenti per misurar qualcosa non rimangono che i sensi e la nostra struttura interpretativa per farcene un'idea, come l'esempio dell'elefante tastato dai ciechi ben evidenzia.

Quella che definisco struttura interpretativa tuttavia non si ferma all'insieme costituito dai sensi, memoria ed esperienze (di tutti i tipi, culturali comprese).

Ritengo che ci siano altre componenti non riconducibili a questo  insieme, per fare un esempio (visto che ne stiamo parlando nella sezione sull'arte) non raramente le persone si sentono "ispirate"  e spesso quello stato le dispone a cimentarsi in attività artistiche.

Evidente che l'ispirazione non sia una facoltà (o come la si voglia chiamare) residente permanentemente nella struttura interpretativa (in seguito per brevità S.I.) dell'uomo.

Analogamente  possono emergere altre facoltà, sovente in particolari situazioni non sempre ricorrenti, così che l'insieme (non chiuso) della S.I. ne viene a disporre, coscientemente o meno.

Fenomeni quali chiaroveggenza, precognizione... facoltà terapeutiche e quant'altro viene normalmente considerata percezione (esperienza) extrasensoriale

(wiki -  ... ESP (acronimo dell'espressione inglese Extra-sensory perception) ogni ipotetica percezione che non possa essere attribuita ai cinque sensi. La percezione extrasensoriale è anche classificata come "settimo senso" e viene spesso confusa con il sesto senso (l'intuito). L'uso di questo termine sottintende una ipotetica esistenza di canali di informazione estranei e sconosciuti alla scienza e, infatti, gran parte degli studi al riguardo si muovono al di fuori del metodo scientifico, riguardando la parapsicologia.)

percorrono la storia dell'umanità dal suo inizio e l'uso di quei canali di informazione si ritrova nella cultura e tradizione dei popoli.

La nostra struttura (S.I.) interpreta il mondo (l'esperienza, la vita, i fenomeni ecc.) primariamente per rilevare se il contesto nel quale ci si trovi sia "sicuro" e non comporti pericoli per la sopravvivenza.

Se tale condizione non viene soddisfatta ne può conseguire il blocco dell'azione o il rivolgersi (inconsciamente, il più delle volte) appunto a quegli altri canali d'informazione che permettendo la valutazione pur in carenza di quelli che si presumono dati necessari e sufficienti, consentano una strategia con qualche margine di successo.

Così la persona salta di lato schivando il pericolo o sceglie una via di fuga... come vien detto per istinto/intuito.

Se non ci sono pericoli in agguato la S.I. correla ogni evento che riguardi la persona (non solo nello stato di veglia) con il background (memoria) personale, risultandone azioni e motivazioni, movimento e scelta... come si vive la vita, in sostanza.

Quando venite sferzati dal vento e più che infastiditi decidete di togliervi dalla sua forza (cambiando luogo), la S.I. (disponendo di tutto il database che vi riguarda in ordine al vento) pur non rilevando un pericolo propone (e senz'altro dispone) una soluzione maggiormente confortevole innescando nel contempo l'azione (cervello, trasmettitori, muscoli ecc.).

Ma se altri canali fanno giungere informazioni supplementari... la S.I. deve integrarle... e il risultato non è detto sia lo stesso, così che per quella volta (o magari per sempre, in futuro), superato quel piccolo (o grande) gap in cui par che entrambe le soluzioni possano esser prese, ecco che "decidete" di non opporvi al vento selvaggio... col risultato che ho illustrato nel post precedente e che ha originato questo approfondimento della questione riguardo al "cosa siamo".

 
Ogni cosa insegna a chi domanda.
 


Un cordiale saluto
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 02 Agosto 2017, 11:33:33 AM
Questo era se non sbaglio il topic dove si parlava di OBE. Se può interessare, visto che anche Sariputra pareva ne avesse avuto esperienza, un recente studio sembra aver trovato una correlazione tra le OBE e disturbi dell'orecchio. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0010945217301892?via%3Dihub#fig2.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 02 Agosto 2017, 20:33:04 PM
Citazione di: InVerno il 02 Agosto 2017, 11:33:33 AMQuesto era se non sbaglio il topic dove si parlava di OBE. Se può interessare, visto che anche Sariputra pareva ne avesse avuto esperienza, un recente studio sembra aver trovato una correlazione tra le OBE e disturbi dell'orecchio. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0010945217301892?via%3Dihub#fig2.

Studi simili ad esempio che "esperienze mistiche" sono il risultato di psicosi, "derealizzazione/depersonalizzazione", di epilessia, di tumori al cervello... ed è giusto secondo me che questi studi vengano fatti: alla fine quello che avviene è che a volte questi studi ci fanno capire meglio noi stessi e evitano che la gente cada nella paranoia. Ma come ho già affermato non "dimostrano" niente, visto che uno può veramente credere che il suo "corpo astrale" si sia mosso, forse proprio a causa del problema all'orecchio.

Credere o non credere al "sovrannaturale" (ossia qualsiasi cosa oltre a ciò che si può percepire con i 5 sensi o che può essere rivelata dagli strumetni della scienza) è questione di "fede", ossia di una scelta personale.

Molto interessante comunque, grazie della segnalazione  8)  il mio otorino mi ha detto che un problema all'orecchio può far venire questa sensazione: quando si è distesi sul lato dell'orecchio "problematico" si ha la sensazione di sprofondare. Veramente strana come cosa  ::)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 10 Agosto 2017, 22:05:36 PM
Guarda, ho avuto, in forma credo leggera, una labirintite: se di notte mi giravo nel  letto mi sembrava di perdere l'equilibrio (ed ero disteso nel letto), che mi mancasse la terra sotto... i piedi, la testa mi girava, letteralmente , non che avessi l'emicrania.
Ho conosciuto persone che si sdoppiavano, o facevano viaggi astrali. Io stesso per un certo periodo, praticando meditazioni ecc., ci sono andato vicino, nel senso che cominciavo a sentire dei formicoli e parti del corpo avevo l'impressione fossero dove in realtà non si trovavano.
Posso assicurare che sono due cose completamente diverse.
Se poi, dal punto di vista della fisiologia occulta vi sono delle relazioni, questo non lo so dire.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 10 Agosto 2017, 23:10:04 PM
Se ti riferisci a me dall'otorino ci ero andato per un attacco abbastanza forte di sinusite che stava cominciando a farmi venire alcune vertigini. Dovevo aggiungere che mi sembra di ricordarmi che mi abbia detto che posso avere una tale sensazione (mi riferisco allo "sprofondamento" - anche perchè anche io ho sempre sentito parlare di vertigini dovute a tipo la labirintite e non a "sprofondamenti"). Forse davvero mi ricordo male (d'altronde è passato un po' di tempo).
Ma non credo che ti riferivi a questo  ;D 

Volevo semplicemente far notare che a volte il nostro corpo ci da delle sensazioni veramente strane che possono essere interpretate male. Ad esempio è noto che l'emicrania può mutare l'umore e che alcune forme di epilessia (o addirittura tumori cerebrali) possono provocare "esperienze" quasi mistiche. Quindi non mi sorprenderebbe che un giorno riescano a correlare un mutamento in qualche livello della struttura del cervello (non necessariamente qualcosa di "organico", magari qualche "squilibrio chimico") anche con le OBE, i viaggi astrali ecc.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 11 Agosto 2017, 10:19:12 AM
Scusami, rispondevo a InVerno, mi era completamente sfuggito il tuo penultimo messaggio.
Citazione di: Apeiron il 10 Agosto 2017, 23:10:04 PMnon mi sorprenderebbe che un giorno riescano a correlare un mutamento in qualche livello della struttura del cervello (non necessariamente qualcosa di "organico", magari qualche "squilibrio chimico") anche con le OBE, i viaggi astrali ecc.
E di cosa ci si dovrebbe sorprendere?
Non sono un esperto ma credo che quando la radio trasmette qualcosa ci sia "un mutamento in qualche livello della struttura" ma certo non si attribuirà a questa il contenuto della trasmissione.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Apeiron il 11 Agosto 2017, 12:00:51 PM
Perdona l'equivoco lorenzo. Ti ho frainteso completamente  ;D 

Quello che volevo dire è che (1) anche se la neurologia o la psichiatria associano alle esperienze "spirituali"/mistiche spiegazioni molto più terra-terra non significano che hanno "falsificato" la spiritualità (come invece si crede...) (2) anzi si può usare la conoscenza scientifica per "capire" meglio queste esperienze - quello che invece vedo è che da una parte i "mistici" rigettano la scienza perchè non accettano che le loro esperienze possono avere "cause neurologiche" e dall'altro gli specialisti o i riduzionisti troppo spesso usano questo tipo di "scoperte" come prove per dire "è tutto il prodotto di una mente e/o un cervello malati". Ossia dire che l'OBE ha una base neurologica significa comprendere un aspetto in più del fenomeno, non è necessario abbandonare in toto quello che si "sapeva" prima. Di certo se ci fosse una collaborazione anziché un conflitto, sarebbe moooolto meglio  ;D

Effettivamente quando sento gente che dice di "vedersi" dall'alto o di fluttuare in aria sinceramente non riesco a dare una spiegazione senza introdurre un qualche "sesto senso".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 15 Agosto 2017, 13:06:24 PM
Citazione di: Jean il 08 Giugno 2017, 18:05:17 PM
Gli interventi di Phil, Sgiombo e baylham mi hanno portato a considerare una risposta adeguata alle loro convinzioni e perplessità.
Fortunatamente la faccenda è meno complessa rispetto a quella dei "miracoli", che in precedenza han favorito un dibattito (quel che è stato possibile) sin allora mancante.
Qui ho riportato degli esperimenti e volendo ne potevo richiamare altri dello stesso genere, ad esempio questo:
https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/
ma forse il risultato sarebbe stato analogo.
Così, favorito dalla circostanza di procurami da vivere grazie al metodo scientifico (e d'aver delle abilità in quello) e potendo usare attrezzature chimico-analitiche moderne di alta sensibilità... mi son proposto di replicar (con le semplici modalità che illustrerò) codesto esperimento.
C'è anche questo
https://www.coscienza.org/modificata-chimicamente-lacqua-interagendo-distanza/
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 15 Agosto 2017, 14:18:06 PM
Lorenzo:

C'è anche questo

https://www.coscienza.org/modificata-chimicamente-lacqua-interagendo-distanza/

 


Grazie, l'avevo già citato nel post 235 e ancora nel 262.
 


Buon ferragosto
 
La parola Ferragosto deriva dalle feriae Augusti, il riposo di Augusto, una festività decisa dall'imperatore romano Ottaviano Augusto nel 18 avanti Cristo.
 

Ferragosto, cioè il 15 agosto, è una festa nazionale frutto dei concordati tra lo Stato italiano e il Vaticano: in questa data i cattolici festeggiano l'Assunzione di Maria in Cielo. 
 
(Si può scegliere cosa più ci corrisponde...)
 


Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 15 Agosto 2017, 14:18:38 PM
Citazione di: lorenzo il 10 Agosto 2017, 22:05:36 PM
Guarda, ho avuto, in forma credo leggera, una labirintite: se di notte mi giravo nel  letto mi sembrava di perdere l'equilibrio (ed ero disteso nel letto), che mi mancasse la terra sotto... i piedi, la testa mi girava, letteralmente , non che avessi l'emicrania.
Ho conosciuto persone che si sdoppiavano, o facevano viaggi astrali. Io stesso per un certo periodo, praticando meditazioni ecc., ci sono andato vicino, nel senso che cominciavo a sentire dei formicoli e parti del corpo avevo l'impressione fossero dove in realtà non si trovavano.
Posso assicurare che sono due cose completamente diverse.
Se poi, dal punto di vista della fisiologia occulta vi sono delle relazioni, questo non lo so dire.
Cos'è la fisiologia occulta?
Comunque nessuno dice che quella sia "la risposta", è registrata solamente un aumento dell'incidenza delle OBE per chi ha avuto pregressi disturbi all'orecchio, e riguardanti una particolare zona che io non conosco e non essendo medico non posso dire se sia interessata o meno dalla labirintite.

Ps. cosè quella cosa dell'acqua? Ho letto il paper ma non ho capito, cosa significa "azione da remoto di 120 persone", che cosa facevano da remoto?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 15 Agosto 2017, 23:10:46 PM
Citazione di: InVerno il 15 Agosto 2017, 14:18:38 PMCos'è la fisiologia occulta?
[...]
Ps. cosè quella cosa dell'acqua? Ho letto il paper ma non ho capito, cosa significa "azione da remoto di 120 persone", che cosa facevano da remoto?
- Diciamo che ogni organo fisico ha un corrispondente organo eterico.
- Quell'esperimento mi pare meglio descritto nella pagina indicata da Jean https://www.dionidream.com/potere-mente-modifica-realta/
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 16 Agosto 2017, 18:45:04 PM
Beh che dire sono molto felice che tutto ciò sia stato provato tramite rigorosi esperimenti.  Corre ancora il detto, davanti a un ostacolo impossibile, "e come lo faccio? Col pensiero?" ed oggi siamo finalmente giunti alla risposta che si, si può fare con il pensiero. Beh le applicazioni possibili sono tantissime, cambiando la composizione chimica del carburante di un jet militare è facile farlo esplodere, cambiando quella delle munizioni le pistole non spareranno più. Quindi domani potrei portare la pace nel mondo, o magari invece potrei conquistarlo..
Finchè stati e nazioni non si interessano di sfruttare questa importante scoperta, bollandola ingenuamente come "pseudoscienza" abbiamo la possibità di potere infinito, basta studiare un po di chimica e sapere dove rivolgere le nostre intenzioni.  Nel frattempo cercherò di radunare altri colleghi, gli farò pagare corsi, iscrizioni, oboli vari per insegnarli l'arte della concentrazione delle intenzioni.  E quando saremo abbastanza da poter fondere la fiancata di una portaerei, fonderemo lo stato libero di Boccalonia .
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: lorenzo il 17 Agosto 2017, 08:34:48 AM
Citazione di: InVerno il 16 Agosto 2017, 18:45:04 PMNel frattempo cercherò di radunare altri colleghi, gli farò pagare corsi, iscrizioni, oboli vari per insegnarli l'arte della concentrazione delle intenzioni.  E quando saremo abbastanza da poter fondere la fiancata di una portaerei, fonderemo lo stato libero di Boccalonia .
Nell'attesa, se ne hai i mezzi, potresti semplicemente cercare di replicare l'esperimento, con tutto il rigore e il puntiglio che poni nel negare pregiudizialmente i risultati altrui.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Settembre 2017, 21:51:19 PM
In una grande spiaggia incastonata tra alte scogliere tenevo in braccio una bambina, procedendo verso il mare da dove giungevano ad intervalli delle onde alte una decina di metri.

Avevo imparato come affrontarle ed ero talmente sicuro da portarci anche la bimba... arrivata l'onda, senza alcun problema venivo da questa sollevato sino alla cresta per poi dolcemente ritrovarmi sul bagnasciuga...

In seguito, dopo aver fatto una sorta di gioco con la bimba, usando del materiale, pietre o ciotoli che si trovavano sulla spiaggia, mi apprestai a riprendere la cavalcata delle onde... piccole adesso, di un paio di metri d'altezza...  eccone una avvicinarsi e con la bimba in braccio attendevo che ci alzasse entrambi... ma stavolta non funzionò, l'onda ci sommerse e la bimba rischiò d'annegare...

... tuttavia passò e ancora sbigottito per l'inatteso comportamento gettai un'occhiata alle spalle per controllare il sentiero che s'inerpicava sulla scogliera... con onde di quell'altezza pensai che mi sarei ben velocemente portato oltre la loro quota...

... ma le onde in arrivo, quasi m'avessero letto l'intenzione, ecco dividersi e provenire simultaneamente dalla mia destra e dalla sinistra, a tenaglia... provai la sensazione che fossero intelligenti o guidate da un'intelligenza e dubitai delle reali possibilità di sfuggirgli...


... in quel momento un pensiero che si sviluppò in un solo istante mi riportò al "gioco" con le pietre... le avevo "spostate" dalla loro posizione... e fu da lì che il mare si comportò diversamente...


Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 14 Settembre 2017, 21:11:19 PM
Citazione di: Jean il 09 Settembre 2017, 21:51:19 PM
In una grande spiaggia incastonata tra alte scogliere tenevo in braccio una bambina, procedendo verso il mare da dove giungevano ad intervalli delle onde alte una decina di metri.

Avevo imparato come affrontarle ed ero talmente sicuro da portarci anche la bimba... arrivata l'onda, senza alcun problema venivo da questa sollevato sino alla cresta per poi dolcemente ritrovarmi sul bagnasciuga...

In seguito, dopo aver fatto una sorta di gioco con la bimba, usando del materiale, pietre o ciotoli che si trovavano sulla spiaggia, mi apprestai a riprendere la cavalcata delle onde... piccole adesso, di un paio di metri d'altezza...  eccone una avvicinarsi e con la bimba in braccio attendevo che ci alzasse entrambi... ma stavolta non funzionò, l'onda ci sommerse e la bimba rischiò d'annegare...

... tuttavia passò e ancora sbigottito per l'inatteso comportamento gettai un'occhiata alle spalle per controllare il sentiero che s'inerpicava sulla scogliera... con onde di quell'altezza pensai che mi sarei ben velocemente portato oltre la loro quota...

... ma le onde in arrivo, quasi m'avessero letto l'intenzione, ecco dividersi e provenire simultaneamente dalla mia destra e dalla sinistra, a tenaglia... provai la sensazione che fossero intelligenti o guidate da un'intelligenza e dubitai delle reali possibilità di sfuggirgli...


... in quel momento un pensiero che si sviluppò in un solo istante mi riportò al "gioco" con le pietre... le avevo "spostate" dalla loro posizione... e fu da lì che il mare si comportò diversamente...


Se non l'avevate capito si trattava di un sogno... particolarmente vivido, di quelli che ti fanno svegliare nel cuor della notte e sentir ancora ben appiccicate addosso tutte le emozioni provate... ne propongo un'interpretazione...

L'arco della scogliera rappresenta l'ampiezza prospettica della vita (dell'osservatore), tutto ciò che ha conosciuto e che ancora (rivolgendovi l'attenzione) andrà a conoscere, per quanto ne esistano di amplissime (scogliere/prospettive), necessariamente limitato.

Ciò che Castaneda definiva il Tonal (più propriamente "l'isola del Tonal"), piccola terra emersa nell'infinito mare del Nagual.

Riduttivamente, a mio avviso, riconducibili a conscio ed inconscio. 
Forse Jung avrebbe considerato la bimba in braccio alla persona (all'Io) come il Sè che nel profondo vi alloggia (libera interpretazione personale...).

L'Io con le esperienze cresce e matura, divenendo sempre più consapevole delle potenzialità concesse al suo status, così che può arrivare a compiere atti in precedenza ritenuti impossibili, quali il cavalcare le onde... o meglio affidarsi al loro potere.

Le onde rappresentano l'intrusione (più spesso temuta...) dello sconosciuto, del Nagual, nella limitata estensione del Tonal... dell'inatteso nella nostra vita, a volte spostando "il punto d'equilibrio"  del rapporto tra Io e Sé verso quest'ultimo, tuttavia l'evento può risolversi in una maggior consapevolezza delle "dimensioni" del proprio Io, che molti considerano solo come ricettacolo e sorgente d'ogni problema (... se non del male stesso...).
 
Comunque avvenga lo sviluppo delle potenzialità dell'io (o se preferite della personalità/individualità agente nel mondo) a volte accade di oltrepassare i propri limiti, per esempio non avvedendosi che anche le usuali forme (d'oggetti o di coscienza) racchiudono dei "codici" (archetipi) che si attivano quando vengano "toccati" con la "bimba" in braccio, vale a dire con una prospettiva profonda, collegata ad altri piani/livelli di coscienza.

Tali oggetti/forme che nel sogno sono le "pietre del gioco", non propriamente "manipolati" (... o collocati diversamente dopo l'uso...) sprigionano un potere non governabile dall'Io, che si manifesta come onde che adesso rispondono ad un'intelligenza non propriamente riconducibile a quella umana (di norma agente da "dietro le quinte..."), con i suoi propri fini... e per l'Io il rischio di perder tutto...  
 

Un cordiale saluto
Jean   
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 25 Settembre 2017, 22:10:45 PM
Citazione di: Jean il 14 Settembre 2017, 21:11:19 PM
Citazione di: Jean il 09 Settembre 2017, 21:51:19 PM
In una grande spiaggia incastonata tra alte scogliere tenevo in braccio una bambina, procedendo verso il mare da dove giungevano ad intervalli delle onde alte una decina di metri.

Avevo imparato come affrontarle ed ero talmente sicuro da portarci anche la bimba... arrivata l'onda, senza alcun problema venivo da questa sollevato sino alla cresta per poi dolcemente ritrovarmi sul bagnasciuga...

In seguito, dopo aver fatto una sorta di gioco con la bimba, usando del materiale, pietre o ciotoli che si trovavano sulla spiaggia, mi apprestai a riprendere la cavalcata delle onde... piccole adesso, di un paio di metri d'altezza...  eccone una avvicinarsi e con la bimba in braccio attendevo che ci alzasse entrambi... ma stavolta non funzionò, l'onda ci sommerse e la bimba rischiò d'annegare...

... tuttavia passò e ancora sbigottito per l'inatteso comportamento gettai un'occhiata alle spalle per controllare il sentiero che s'inerpicava sulla scogliera... con onde di quell'altezza pensai che mi sarei ben velocemente portato oltre la loro quota...

... ma le onde in arrivo, quasi m'avessero letto l'intenzione, ecco dividersi e provenire simultaneamente dalla mia destra e dalla sinistra, a tenaglia... provai la sensazione che fossero intelligenti o guidate da un'intelligenza e dubitai delle reali possibilità di sfuggirgli...


... in quel momento un pensiero che si sviluppò in un solo istante mi riportò al "gioco" con le pietre... le avevo "spostate" dalla loro posizione... e fu da lì che il mare si comportò diversamente...


Se non l'avevate capito si trattava di un sogno... particolarmente vivido, di quelli che ti fanno svegliare nel cuor della notte e sentir ancora ben appiccicate addosso tutte le emozioni provate... ne propongo un'interpretazione...

L'arco della scogliera rappresenta l'ampiezza prospettica della vita (dell'osservatore), tutto ciò che ha conosciuto e che ancora (rivolgendovi l'attenzione) andrà a conoscere, per quanto ne esistano di amplissime (scogliere/prospettive), necessariamente limitato.

Ciò che Castaneda definiva il Tonal (più propriamente "l'isola del Tonal"), piccola terra emersa nell'infinito mare del Nagual.

Riduttivamente, a mio avviso, riconducibili a conscio ed inconscio.
Forse Jung avrebbe considerato la bimba in braccio alla persona (all'Io) come il Sè che nel profondo vi alloggia (libera interpretazione personale...).

L'Io con le esperienze cresce e matura, divenendo sempre più consapevole delle potenzialità concesse al suo status, così che può arrivare a compiere atti in precedenza ritenuti impossibili, quali il cavalcare le onde... o meglio affidarsi al loro potere.

Le onde rappresentano l'intrusione (più spesso temuta...) dello sconosciuto, del Nagual, nella limitata estensione del Tonal... dell'inatteso nella nostra vita, a volte spostando "il punto d'equilibrio"  del rapporto tra Io e Sé verso quest'ultimo, tuttavia l'evento può risolversi in una maggior consapevolezza delle "dimensioni" del proprio Io, che molti considerano solo come ricettacolo e sorgente d'ogni problema (... se non del male stesso...).

Comunque avvenga lo sviluppo delle potenzialità dell'io (o se preferite della personalità/individualità agente nel mondo) a volte accade di oltrepassare i propri limiti, per esempio non avvedendosi che anche le usuali forme (d'oggetti o di coscienza) racchiudono dei "codici" (archetipi) che si attivano quando vengano "toccati" con la "bimba" in braccio, vale a dire con una prospettiva profonda, collegata ad altri piani/livelli di coscienza.

Tali oggetti/forme che nel sogno sono le "pietre del gioco", non propriamente "manipolati" (... o collocati diversamente dopo l'uso...) sprigionano un potere non governabile dall'Io, che si manifesta come onde che adesso rispondono ad un'intelligenza non propriamente riconducibile a quella umana (di norma agente da "dietro le quinte..."), con i suoi propri fini... e per l'Io il rischio di perder tutto...  


Un cordiale saluto
Jean  

Una piccola insenatura marina, racchiusa come un gioiello da una scogliera, era del tutto ricolma di una moltitudine di pietre di granito, basalto ecc. di ogni dimensione, tutte dalle forme tonde, levigate e prive d'asperità.

Per la luce che riverberava su esse, fuor o sotto l'acqua, fu più che un piacere nuotarci...

C'era un'altra coppia in quella spiaggia solitaria difficilmente accessibile e costoro avevano impilato una sopra l'altra (partendo dalle maggiori) le meravigliose pietre in una decina di composizioni... un passatempo cui mi dedicavo oltre quarantanni addietro ed oggi divenuto un'attività con le sue prove ed appassionati.

Sulla via del ritorno, per metter alla prova il mio antico senso dell'equilibrio, tentai d'appoggiar una pietra di grandi dimensioni sull'apice di una pila... per dire, una tartaruga sopra una noce...

La persona che era con me mi prospettò l'eventualità che il mio tentativo facesse collassare la struttura... tergiversando provai un paio d'appoggi prima d'abbandonar l'impresa... fortunatamente senza provocare crolli.

Ma poco dopo riuscii a piazzar tre pezzi asimmetrici in un'altra costruzione, questa di forma irregolare, appena abbozzata... beh, non male...

......


Quella che avete testé letto è la cronaca di un giorno trascorso al mare (in un'isola) quest'estate.

La stessa notte feci il sogno che ho riportato.

E a distanza di una settimana ho scritto l'interpretazione.

Adesso risulta verosimile collegare l'impressione riportata da quella giornata marina al sogno, in una sequenza di causa-effetto, così che tutta l'altisonante interpretazione che ho costruito par perdere molta della sua consistenza.

Certo, per lo sperimentatore (il sottoscritto) la vividezza ed ogni altro elemento peculiare del sogno lo rendono difficilmente catalogabile come "un'avventura onirica en passant", chi ne abbia provati può confermare che quando i sogni si presentano in tal modo si prova la sensazione che racchiudano "altre" informazioni, forse anche più importanti, oltre i personaggi, sceneggiatura e trama della novella che han raccontato.

Considerato (per esperienza personale) che si può sognar di Tutto, mi son chiesto se nelle "altre" informazioni ve ne siano di significative e, per farla breve, son giunto alla conclusione che lo sono quelle che rimandano (appunto) ad "altro", siano persone, luoghi, situazioni ecc.

Così che vien in essere una "coincidenza", qualcosa che accade simultaneamente in due ambiti (nel senso più ampio del termine).
Per come la vedo una coincidenza è un evento del tutto particolare, potenzialmente in grado di spingerci oltre... al di là della trama del "tessuto" spazio-temporale ove si svolge la nostra esistenza.

Detto in metafora, fin "nell'ordito" di quel tessuto (che potete rappresentarvi come lo schermo su cui si svolge la "trama").

Usualmente son le trame che catturano l'attenzione e ben lo si capisce... a rimirar il supporto verticale dei resistenti fili dell'ordito (o uno schermo spento...) che può venircene..?

Questione di prospettive... sulle differenti "trame", ad esempio sull'apparire di Personaggi (politici, scienziati, filosofi e  religiosi) che hanno prospettato (e prospettano) soluzioni ai problemi dell'umanità  si son giocati (e si giocheranno) i destini dei singoli e del mondo con i risultati (grandi e piccoli) che son sotto i nostri occhi...

Ma come tutte le trame, come tutte le rappresentazioni... passeranno, solo questione di tempo.

Per aver qualcosa in mano con cui andar via da questa lettura... ritornando a quanto vi ho raccontato (in tre riprese), dove sta la diversa "prospettiva"..?

Nella scogliera, la cui forma e prospettiva è straordinariamente simile a quella raffigurata dall'amico Patrick nel suo quadro:

https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/dipinto-11-'costa-notturna'-di-patrick-ezechiele/

(col tempo vedrò di inserire delle foto).


Le pietre son tra gli oggetti più vecchi del creato e su una pietra (d'angolo) vien edificata una casa... tutto quel ch'è accaduto sopra le pietre in questione (della scogliera), ad ogni livello delle differenti realtà (reale, del sogno e quella artistica di Patrick), si è mostrato come in un film, fornendomi il materiale per edificare questa (umile) casa (post).

Che, come tutte le proiezioni, verrà rimpiazzato dai fotogrammi successivi... la trama della nostra vita che al termine scomparirà anche dal ricordo di chi ci ha conosciuto... ma... che accadrà ai fili dell'ordito..?


Scompariranno anch'essi?

Ne sappiamo invero poco, perché è al di là dei nostri interessi... (... forse anche perché qualcosa ce ne fa distoglier lo sguardo?) 

Materiale amorfo, inerte ed uniforme... da non accorgersene  neppure, come della tela (o della tavola) dov'è dipinto un pregevole quadro...

Ogni prospettiva vien assorbita dal supporto (dalla tela), dove continua sin a perdersi in esso, tutt'altra direzione che quelle solitamente percorse.
 

Un cordiale saluto
Jean

 
(P.S. – una coincidenza si può intendere e visualizzare come una "mancata copertura della trama sull'ordito", altrimenti detta, in termini tessitori: "slegatura di ordito".) 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 13 Ottobre 2017, 22:02:02 PM
In due sezioni di Logos (Scienza e Filosofia) si è discusso di A.I. (intelligenza artificiale), un argomento oggi non solo all'avanguardia, bensì... al di là della capacità umana di comprendere davvero cosa è accaduto, sta accadendo e accadrà...

I diversi interventi hanno evidenziato le differenti opinioni, alcune espresse quasi in forma di dogma... ma personalmente eviterei d'aver certezze in merito, sia in un senso che nell'opposto.

I progressi che si stan compiendo nel campo delle A.I. sono stratosferici... e se è risultato relativamente semplice bloccare l'inusuale dialogo tra Bob e Alice (due distinte macchine) ricordiamo che un pc può suddividere le sue attività tra i suoi processori, disponendone ben di più dei due lobi del cervello umano (uno smartphone ha ormai otto core).

Ciò per dire che la stessa macchina può (almeno) sdoppiarsi... che è quanto han fatto fare ad AlphaGo, disputare partite contro se stesso.  
Vi invito a leggere questo articolo per il quale ringrazio il nuovo utente fdisa, dove vi renderete conto dell'enorme potenza raggiunta da Google :

http://www.indiscreto.org/umanita-sotto-attacco/

C'è un ulteriore quesito che merita una riflessione coscienziosa: di quanta potenza di calcolo dispone veramente un gigante del settore come Google, e a che ritmo proseguirà il cammino? 
Il go è caduto con dieci anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia, e il recente annuncio della nuova generazione di processori TPU, pensati appositamente per l'auto-apprendimento delle macchine, è stato accolto con stupore: 64 schede collegate in un pod possono raggiungere una potenza di 11.5 petaflops. In termini più comprensibili, si tratta di 11.500.000.000.000.000 informazioni al secondo. Nonostante la tecnologia di Google sia open source, la concorrenza è diversi giri di pista indietro.


Nessuno sa sin dove si potrà arrivare... ma non pochi ne intuiscono i potenziali pericoli:

Quando si parla di scienza e futuro si alza sempre la voce di Elon Musk. Tra progetti per portare l'uomo su Marte o trasferire coscienze su cloud, il magnate di Tesla attende con ansia una regolamentazione saggia e precisa. "Con la AI stiamo evocando un demone", ha detto, e molti dei suoi investimenti sono rivolti a evitare uno scenario à la Terminator
Non a caso, Musk ha contribuito con un milione di dollari alle ricerche del professor Nick Bostrom, a capo del Future of Humanity Institute di Oxford, che nel suo best seller del 2016 – Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies  – scriveva che siamo "come bambini che giocano con una bomba". Se tali opinioni possono sembrare troppo allarmiste, ricordiamo che anche Stephen Hawking non ammetteva mezze misure: "la AI si rivelerà l'invenzione migliore o la peggiore nella storia dell'umanità".
 

Questo è quanto sta accadendo... progressi esponenziali... ma prima di immaginare quello che deve ancor venire... potrebbe esser interessante ipotizzare (quella che presenterò è la mia visione) dove sia cominciata, non credete?


https://it.wikipedia.org/wiki/Fonautografo

 
Non so voi ma a me sentir la voce di Scott  

(non lo Scott di Star Trek, "l'ingegnere dei miracoli" per la sua capacità di effettuare complicate riparazioni in tempi rapidissimi - confesserà scherzosamente in seguito di raddoppiare apposta i tempi previsti di riparazione, sapendo che tanto il capitano gli avrebbe concesso la metà del tempo che aveva richiesto)
 
... mi ha emozionato...la prima voce umana registrata... una canzone per la creazione della prima memoria (audio) digitale...
 
Se un'immagine, fortemente ingrandita, di un segmento di un tracciato di fonautogramma viene proiettata come una linea orizzontale orientata e ondulata su un foglio di carta millimetrata, può essere creata una descrizione numerica della linea contando il numero di spazi tra la linea e una linea retta orizzontale di riferimento, e fare un elenco dei numeri. Tale lista è, infatti, un file audio digitale del tipo più semplice. Se inserito in un computer nel formato richiesto e con le informazioni richieste, può essere riprodotto come suono. 
 

La mia sensazione è che sia partita da lì...
 









(FR)


« Au clair de la lune
Mon ami Pierrot
Prête-moi ta plume
Pour écrire un mot
Ma chandelle est morte
Je n'ai plus de feu
Ouvre-moi ta porte
Pour l'amour de Dieu

Au clair de la lune,
Pierrot répondit :
Je n'ai pas de plume,
Je suis dans mon lit.
Va chez la voisine,
Je crois qu'elle y est,
Car dans sa cuisine
On bat le briquet.

Au clair de la lune,
L'aimable Lubin;
Frappe chez la brune,
Elle répond soudain :
Qui frappe de la sorte?
Il dit à son tour :
Ouvrez votre porte,
Pour le Dieu d'Amour.

Au clair de la lune,
On n'y voit qu'un peu.
On chercha la plume,
On chercha le feu.
En cherchant d'la sorte,
Je n'sais c'qu'on trouva;
Mais je sais qu'la porte
Sur eux se ferma »



(IT)

« Al chiaro di luna
amico mio Pierrot
Prestami la penna
per scrivere un messaggio
La mia candela è spenta
Non ho più da accendere
Aprimi la porta
Per l'amor di Dio.

Al chiaro di luna
Pierrot rispose:
Non ho penne,
Sono a letto.
Vai dalla vicina,
Credo che ci sia,
poiché nella sua cucina
si batte l' acciarino.

Al chiaro di luna,
L'amabile Lubin;
Bussa in casa della mora,
Lei risponde improvvisamente
Chi è che bussa così?
rispose lui a sua volta:
Aprite la vostra porta,
Per il Dio d'amore.

Al chiaro di luna,
non si vede bene
cercavamo una penna,
cercavamo da accendere.
Cosi cercando,
Non so cosa trovammo;
Ma so che la porta
Si richiuse dietro di loro. »

 
Alla prossima...


J4Y 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: PatrickEzechieleArt il 17 Ottobre 2017, 17:34:16 PM
Citazione di: Jean il 14 Settembre 2017, 21:11:19 PM
Citazione di: Jean il 09 Settembre 2017, 21:51:19 PM
In una grande spiaggia incastonata tra alte scogliere tenevo in braccio una bambina, procedendo verso il mare da dove giungevano ad intervalli delle onde alte una decina di metri.

Avevo imparato come affrontarle ed ero talmente sicuro da portarci anche la bimba... arrivata l'onda, senza alcun problema venivo da questa sollevato sino alla cresta per poi dolcemente ritrovarmi sul bagnasciuga...

In seguito, dopo aver fatto una sorta di gioco con la bimba, usando del materiale, pietre o ciotoli che si trovavano sulla spiaggia, mi apprestai a riprendere la cavalcata delle onde... piccole adesso, di un paio di metri d'altezza...  eccone una avvicinarsi e con la bimba in braccio attendevo che ci alzasse entrambi... ma stavolta non funzionò, l'onda ci sommerse e la bimba rischiò d'annegare...

... tuttavia passò e ancora sbigottito per l'inatteso comportamento gettai un'occhiata alle spalle per controllare il sentiero che s'inerpicava sulla scogliera... con onde di quell'altezza pensai che mi sarei ben velocemente portato oltre la loro quota...

... ma le onde in arrivo, quasi m'avessero letto l'intenzione, ecco dividersi e provenire simultaneamente dalla mia destra e dalla sinistra, a tenaglia... provai la sensazione che fossero intelligenti o guidate da un'intelligenza e dubitai delle reali possibilità di sfuggirgli...


... in quel momento un pensiero che si sviluppò in un solo istante mi riportò al "gioco" con le pietre... le avevo "spostate" dalla loro posizione... e fu da lì che il mare si comportò diversamente...


Se non l'avevate capito si trattava di un sogno... particolarmente vivido, di quelli che ti fanno svegliare nel cuor della notte e sentir ancora ben appiccicate addosso tutte le emozioni provate... ne propongo un'interpretazione...

L'arco della scogliera rappresenta l'ampiezza prospettica della vita (dell'osservatore), tutto ciò che ha conosciuto e che ancora (rivolgendovi l'attenzione) andrà a conoscere, per quanto ne esistano di amplissime (scogliere/prospettive), necessariamente limitato.

Ciò che Castaneda definiva il Tonal (più propriamente "l'isola del Tonal"), piccola terra emersa nell'infinito mare del Nagual.

Riduttivamente, a mio avviso, riconducibili a conscio ed inconscio.
Forse Jung avrebbe considerato la bimba in braccio alla persona (all'Io) come il Sè che nel profondo vi alloggia (libera interpretazione personale...).

L'Io con le esperienze cresce e matura, divenendo sempre più consapevole delle potenzialità concesse al suo status, così che può arrivare a compiere atti in precedenza ritenuti impossibili, quali il cavalcare le onde... o meglio affidarsi al loro potere.

Le onde rappresentano l'intrusione (più spesso temuta...) dello sconosciuto, del Nagual, nella limitata estensione del Tonal... dell'inatteso nella nostra vita, a volte spostando "il punto d'equilibrio"  del rapporto tra Io e Sé verso quest'ultimo, tuttavia l'evento può risolversi in una maggior consapevolezza delle "dimensioni" del proprio Io, che molti considerano solo come ricettacolo e sorgente d'ogni problema (... se non del male stesso...).

Comunque avvenga lo sviluppo delle potenzialità dell'io (o se preferite della personalità/individualità agente nel mondo) a volte accade di oltrepassare i propri limiti, per esempio non avvedendosi che anche le usuali forme (d'oggetti o di coscienza) racchiudono dei "codici" (archetipi) che si attivano quando vengano "toccati" con la "bimba" in braccio, vale a dire con una prospettiva profonda, collegata ad altri piani/livelli di coscienza.

Tali oggetti/forme che nel sogno sono le "pietre del gioco", non propriamente "manipolati" (... o collocati diversamente dopo l'uso...) sprigionano un potere non governabile dall'Io, che si manifesta come onde che adesso rispondono ad un'intelligenza non propriamente riconducibile a quella umana (di norma agente da "dietro le quinte..."), con i suoi propri fini... e per l'Io il rischio di perder tutto...  


Un cordiale saluto
Jean  
Uno splendido sogno Jean, fa vedere molti aspetti interessanti, come lo spostare le pietre per cambiare gli avvenimenti.. questo sembrerebbe il potere di cambiare l'andamento delle cose eh
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 19 Ottobre 2017, 22:52:02 PM
Buonasera. NON ho letto dall'inizio questo argomento. Esiste una gerarchia, un percorso evolutivo che porta dal qui all'aldilà.

E' quello che va dalla fisica (la struttura generale del mondo inanimato) alla chimica (la struttura particolare dello stesso), poi prosegue con la biologia (la chimica organizzata dei viventi), la fisiologia (il funzionamento degli organi dei viventi), la neurologia (la struttura dell'encefalo e connessi), la psicologia-psichiatria (il funzionamento della psiche in relazione a tutto il resto fuori da essa), la filosofia (il funzionamento della mente in relazione a tutto il resto fuori da essa), il fideismo (il destino del corpo, della mente (come coscienza), dell'anima (come psiche).....quindi l'aldilà).

Il credente pensa che tale percorso termini nell'aldilà, dal quale non è possibile tornare indietro o procedere oltre.

Il non credente invece deve credere che, arrivata l'evoluzione al livello filosofico, non può che iniziare un viaggio di ritorno. Alla morte, mente e psiche si disorganizzano e svaporano, l'encefalo e gli organi si decompongono, la poltiglia organica entra nel processo vivente di altre creature o si semplifica sino al livello inorganico, dove diventa nuovamente presa delle semplici regole della fisica.......il tutto rielaborato e pronto ad intraprendere un nuovo viaggio verso la capacità di filosofeggiare.

Ma non è forse abbastanza meraviglioso che la nostra immortalità sia semplicemente quella di ciò di cui siamo fatti ? Milioni di miliardi di atomi chiamati a raccolta da tutti gli angoli dell'universo a comporre i corpi di tutti i nostri antenati e, attraverso il loro seme, creare il nostro corpo mantenuto in vita e rinnovato strada facendo da altri atomi e cellule di cui ci cibiamo .......

No. Non è abbastanza meraviglioso per noi. Ciascuno di noi è UNICO e SACRO (oltreché, naturalmente, imparentato con un Dio immortale) quindi ecco trovato il pretesto per opporci alla nostra dissoluzione in un Mondo che, avendoci fatto, ha anche il diritto, dopo averci portato alle soglie dell'ALDILA', di richiamarci nell'ALDIQUA'
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 30 Dicembre 2017, 18:52:50 PM
Un paio di mesi fa mentre ero in attesa dell'autobus osservavo un clochard seduto su una panchina con vista su un'ansa di un modesto corso d'acqua (non troppo pulita).

Da quest'estate ogni tanto lo rivedo, sempre con un pacco che pare un quadro (60x80 circa) incartato con abbondante nastro adesivo per protezione, appoggiato sul bracciolo della panchina assieme a un paio di borsoni.

Faceva freddo, tirava vento e diversamente da giorni più miti nei quali provvedeva con delle forbicine ad una pedicure, se ne stava immobile, imbacuccato nel suo giubbotto nero; ai piedi le usuali scarpe da tennis e le gambe fasciate con un sacco (quelli di plastica nera per l'immondizia) per non disperdere il calore.

È un pezzo d'uomo, oltre il metro e ottanta, un fisico abbastanza asciutto ancora di là dal cedere, dimagrendo o ingrassando oltre misura, alle condizioni di quel genere di vita.

Dovendo attendere una decina di minuti ogni tanto lo osservavo, immobile fotogramma di un film che tuttavia procede...
... quando ecco apparir un pensiero alla mia coscienza: è davvero differente il suo stato dal mio?

Decisamente sì per le condizioni di vita, io ho un alloggio che posso riscaldare a piacere, scegliere il cibo e cosa fare fuor di lavoro... ma, naturalmente, la domanda non riguardava l'esterno, grandemente importante per quella che reputiamo la qualità della vita, bensì l'interno, comunque lo denominate (mente, psiche, coscienza ecc.).

Ebbene, appresso la domanda, quasi m'osservassi da un'altra prospettiva, percepivo distintamente il flusso del pensiero che m'attraversava e, stranamente, spostando lo sguardo sul clochard, mi venne la sensazione di quel di lui... quasi una sorta di risonanza in qualche modo li collegasse...

Presumo che chi sia avvezzo a tali esperienze possa averne investigato le potenzialità, magari riuscendo a percepire le immagini (o le parole) in cui tal flusso subitamente muta.
Nel caso in esame mi venne d'ipotizzare quelle d'un uomo in forze, forse un pittore, sopraffatto dalle avversità dell'esistenza, si sa che quando qualcosa comincia ad andar storto a volte si entra in una spirale che alla fine...  toglie anche il poco rimasto...

Qual che siano stati nell'occasione i miei e suoi (del clochard) contenuti emersi e "letti" dalle/nelle nostre menti, la percezione del flusso interiore, quel dispiegarsi della narrazione delle nostre vite, si palesa esser la risposta alla domanda... così che non è diverso il mio stato dal suo né da quello di chiunque altro: siam tutti spettatori del film che ci riguarda... lettori, una pagina dietro l'altra, del nostro microscopico capitolo nell'immenso libro della storia dell'umanità.


In diverse occasioni ho posto la domanda di dove provenga quel flusso... che metaforicamente equivale a sbirciar nella sala da dove origina il "raggio" dei nostri pensieri...  questo è il mio prevalente campo d'interesse, presente alla mia coscienza quasi in ogni momento del giorno (e in parte della notte), anche se, come tutti, mi diletto nell'approfondir qualcuno dei suoi infiniti contenuti.

Seppur  prediligo quelli poetici non disdegno le direzioni peculiari della nostra epoca, ad esempio quella legata all'intelligenza "artificiale", dove ritengo vadano accadendo fenomeni degni d'attenzione.
A dir la verità qualcosa era già accaduto...








Negli anni '80, Minsky e Good avevano mostrato come le reti neurali potessero essere generate automaticamente -autoreplicate- in accordo con un qualsiasi arbitrario programma di apprendimento. Cervelli artificiali potrebbero venire fatti evolvere con un processo strettamente analogo allo sviluppo di un cervello umano. In ogni caso dato, i dettagli precisi non si sarebbero mai conosciuti, e anche se lo fossero, sarebbero milioni di volte troppo complessi per la comprensione umana. »

(Marvin Minsky)




... e recentemente (a conferma... che Bob e Alice non si sono fermati...):

http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/17_dicembre_06/google-crea-un-intelligenza-artificiale-capace-creare-nuove-intelligenze-artificiali-7278bc7e-da93-11e7-97c8-2b2709c9cc49.shtml


Sono interessanti le origini di tutto ciò, le strane persone che l'han avviato e/o avuto a che fare, giovani visionari e un po' (eufemismo) fuori luogo con i tempi, la società e se stessi (alcuni si son suicidati, pare)... ma oggi quel che s'immaginavano è sempre meno distante dalla realtà.

Se in un futuro (ecco il motivo per cui guardo con attenzione agli sviluppi) qualcuno porrà ad una ormai matura e consapevole A.I. la mia domanda: da dove proviene il flusso del pensiero? e quella la trattasse senza preclusioni/pregiudizi, cosa potrebbe sortirne?

Ad esempio, una direzione nello spazio-tempo... da cui la possibilità d'intravedere nuovi, inattesi confini?

Invero ogni evento sfuma i confini precedenti delineando quelli a venire e prima o poi, per caso, scelta o destino, i confini s'incontrano: quelli del sapere, dell'esperienza e alfine della vita... così che le cose non saranno più le stesse.

Se saremo fortunati, come i vecchi patriarchi ebrei, potremo ritrovarci sazi della vita vissuta, degli anni concessi e pacatamente attender il termine dell'esistenza fisica.

Ma ogni confine presuppone un al di la' o non sarebbe tale... così la questione che in questa discussione ho cercato di portar avanti riguarda (anche) la "superficie di separazione" e quanto è dato d'immergersi in profondità prima d'esser costretti a risalire.

La superficie di separazione è il luogo dove si produce (o si sperimenta) la sensazione della nostra "presenza", nel e dal quale si sviluppa ogni prospettiva e susseguente azione.

Ci son così tante possibilità da poter al più seguirne alcune: filosofiche, religiose, scientifiche... artistiche... e ognuna, nella sua peculiare accezione e interpretazione, inevitabilmente condurrà alla possibilità che la propria superficie di separazione si modifichi.

In molti casi la constatazione dapprima e quindi la (continua) percezione d'esser immersi in un gigantesco e fantasmagorico "gioco mortale" dove tutti i partecipanti, dal microscopico al macroscopico, non han  voce in capitolo in quanto all'esito, agisce  sulla superficie facendole acquisire uno "spessore" e diminuendone densità e consistenza, ora soffice e sfumata...

Incontrare la propria superficie è incontrare sé stessi, più è definita e più stabile, salda, sarà la sensazione della nostra presenza, del nostro io.
Come quando si versi olio sopra all'acqua, d'acchito si individua quel che è l'uno e l'altra.
Ma mescolati per un po'... producono un'emulsione che solo il tempo risolverà in due strati... sempreché si lasci il tutto in assoluta quiete... eventualità ben rara nella vita reale.

Per chi sia approdato, spesso dopo tanto peregrinare, a tal condizione di indistinguibilità nel delineare la propria "fisionomia interiore", tanto da trovarvi al medesimo tempo il soggetto, l'osservatore... e (almeno) un altro terzo interlocutore... le cose, come dicevo, non son più le stesse e i confini della vita non più riducibili ad un'unica prospettiva.

Un saggio cui venne chiesto qual fosse il "prossimo passo" rispose "la morte" ... il primo dei soli due, immagino, sia il venir al mondo.

Quel che c'è nel mezzo al più un addestramento di limitata durata... dove c'è un tempo per mettere ed accumulare ed uno per togliere e spogliarsi di tutto... per chi voglia seguir l'ordine naturale, la via dell'acqua che scorre...

Le piccole circostanze, eventi e coincidenze dell'esistenza son per me il più gradito incontro.
Col tempo ho sviluppato una certa sensibilità al riguardo, accorgendomi che come io guardo loro... esse guardano me, sì che posso confermare chi abbia constatato d'esser seguito da qualcosa che vuol mostrarsi... ed arriva sempre più spesso a farlo...

L'ultima piccola coincidenza, riferita alla dinamica del forum, è la seguente: andate alla pagina delle statistiche, ricercate questa discussione e noterete che immediatamente sopra ad essa compare "Perché si ha paura di morire?".

La parentela, per dire, delle due discussioni appare evidente... in più, col tempo, questa potrà sopravanzare l'altra... non per vincer alcuna sorta di premio ma solo per mostrar che anche della fine occorra prender confidenza e per tempo guardar oltre... e potendo ancor più...

Una riflessione da ultimi giorni dell'anno, un confine, appunto... e l'occasione per fare gli auguri a tutti...


Buon anno

Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Novembre 2018, 22:39:40 PM
Nella discussione "Immortalità a la Borges" si parla di possibilità e combinazioni...

 
Kobayashi: Nel tempo infinito tutte le possibilità si devono per forza realizzare?
Prendiamo per esempio il modellino di un aereo composto da 500 pezzi. Mettiamo i pezzi sciolti in una scatola da 1 metro cubo di volume. Scuotiamola per 10 secondi e apriamo. Ripetiamo l'operazione all'infinito. Siamo sicuri che necessariamente si arriverà prima o poi alla ripetizione che darà forma al modellino bello che montato? Non sono necessarie condizioni (energetiche o meccaniche o altro) particolari che lo scuotimento casuale non può garantire?


Lou: In un tempo infinito tutte le permutazioni possibili di un numero finito di 500 pezzi sono anch'esse finite e si raggiungono, quindi anche il modellino bello montato.
 

...  che è un (diverso) modo di parlar di "coincidenze": se il modellino si ripresenterà come all'inizio, necessariamente "coinciderà" in ogni suo particolare con quello.

Per estensione son "coincidenze" tutte le innumerevoli operazioni (addizioni, sottrazioni, equazioni ecc.) che producono il risultato atteso: due numeri che coincidono
Naturalmente qui, in questa parte di universo (come direbbe Battiato) e con le regole assegnate (della matematica). 
Chi potrebbe mai porre in discussione l'evidenza?

Però in qualche altra parte le cose potrebbero essere diverse... ma non potendo verificare qualsivoglia congettura, si può arrivar a dire che quello che non si conosce non interessa o meglio, non dovrebbe  (il condizionale è mio) influire sul risultato di un sistema chiuso (dove siano specificati tutti i componenti e le regole cui son soggetti).

È altrettanto evidente che all'aumentare della complessità di un sistema (basta poco, ad esempio per il modello quantomeccanico dell'atomo d'idrogeno, numero atomico 1... gli elementi arrivano  a numero atomico 117...) le risposte si allontanano sempre più dalle nostre capacità di produrle e quando ci si arrischi a farlo saranno sempre meno certe, sempre più probabilistiche... caratteristica che sembra - a detta di molti studiosi - insita nella "struttura" dell'universo sin qui esplorato e ancora poco conosciuto.

Questa "probabilità" sovente appare come la classica coperta, quasi mai di superficie adeguata per coprir l'intero letto... chi la tira da una parte e chi dall'altra, coprendosi al prezzo del lasciarne scoperta una porzione più o meno estesa (dell'argomento). Gli integralisti - in ogni campo – la requisiscono del tutto e magari dopo averla dipinta a lor gradimento "invitano..." a prender posto sotto quell'unica possibilità...

Qui in questa discussione son state inserite alcune piccole e grandi "coincidenze", intendendo con "piccole" quelle che mi riguardano (e che ho potuto verificare) e grandi quelle di cui son venuto a conoscenza. 
Ognuno può interpretarle spostando come meglio gli aggrada la famosa coperta.

Così, prima di procedere, ve ne presento un'altra piccola recente:

arrivato alla cassa col mio carrello di prodotti scelti in un supermercato, mi son accorto, ahimè, di non aver nel portafoglio la tessera punti. I prodotti che avevo acquistato beneficiavano di uno sconto significativo che avrei perso... ma tant'è, la sbadataggine ha un prezzo anch'essa...

metto tutto sul nastro e mi preparo dall'altra parte (al di là del prima, nel dopo...) pronto a riporre in un paio di borse la merce e nell'attesa estraggo la mia carta di credito. 

Arrivano man mano gli articoli e verifico di ricordar il PIN (talora lo confondo), sì, stavolta rammento correttamente le cinque cifre.
Intanto la cassiera conclude e il terminale, sul quale mi appresto ad inserire il codice, presenta il risultato: 127,02 euro... il Pin della mia carta è 12702...

Naturalmente rimango sbalordito, nonostante sia avvezzo alle coincidenze non si sa mai quando accadano e cosa coinvolgano.

Per la cronaca ho "perso" uno sconto di quasi 9 euro... ma una coincidenza del genere, per un collezionista qual sono, val molto di più...

J4Y
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 10 Dicembre 2018, 19:20:34 PM
E dopo una "piccola" coincidenza eccone una  "grande" di cui son venuto a conoscenza e che vi propongo:
 
 
 
Il presidente Abramo Lincoln venne eletto nel 1860.

Fu eletto per la prima volta al Congresso nel 1846.
 
Il suo cognome ha 7 lettere.
 
Egli fu assassinato di venerdì.
 
Venne ucciso con un colpo di pistola calibro 44 alla testa.
 
Al momento della morte avevano accanto la moglie, che restò illesa.
 
Una delle sue segreterie, il cui cognome era Kennedy, gli aveva consigliato di non andare quella sera a teatro.
 
Il suo assassino era John Wilkes Booth, il cui nome ha 15 lettere.
 
Booth uccise Lincoln in un teatro e andò a nascondersi in un magazzino.
 
Fu, a sua volta, assassinato prima che potesse essere portato a giudizio.
 
Il successore di Lincoln fu il vicepresidente Andrew Johnson, il cui nome ha 13 lettere.
 
Andrew Johnson era nato nel 1808.
 
 .....

 
Il presidente John Fitzgerald Kennedy venne eletto nel 1960.
 
Fu eletto per la prima volta al Congresso nel 1946.
 
Il suo cognome ha 7 lettere.
 
Egli fu assassinato di venerdì.
 
Venne ucciso con un colpo di fucile alla testa.
 
Al momento della morte avevano accanto la moglie, che restò illesa.
 
Una delle sue segreterie, il cui nome era Evelyn Lincoln, gli aveva consigliato di non andare a Dallas.
 
Il suo assassino era Lee Harvey Oswald, il cui nome ha 15 lettere.
 
Oswald sparò da un magazzino (di libri) e corse a nascondersi in un cinema (nel 1800 c'era solo il teatro).
 
Fu, a sua volta, assassinato prima che potesse essere portato a giudizio.
 
Il successore di Kennedy fu il vicepresidente Lyndon Johnson, il cui nome ha 13 lettere.
 
Lyndon Johnson era nato nel 1908.

 
Quelle strane coincidenze che legano Kennedy a Lincoln (ma saranno vere?...)
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/quelle-strane-coincidenze-che-leganokennedy-lincoln-saranno-1338460.html


 
Beh, opinione personale, penso che la trama d'un film non possa regger il confronto con questi fatti reali

Mi ha sempre incuriosito la nonchalance (riferita non al portamento e movimento fisico, bensì intellettuale, ammesso si possa usar lo stesso termine) di chi, avuta l'informazione, senza neppur considerarne l'enorme improbabilità (per non dir quasi-impossibilità) la cestina alla bell'è meglio.

Ma non per tale atteggiamento le coincidenze finiscono di manifestarsi e in un "comportamento" ricorrente dovrebbe venir investigata la presenza di un motivo che lo sottende... da chi abbia una certa curiosità riguardo i fatti reali dell'esistenza.

Se continuo a proporre questi temi è ovviamente perché li reputo non solo significativi... ma anche perché, elaborati convenientemente, potrebbero sfociare in qualcosa di pratico, una sorta di "chiave" per tentare di aprir qualcuna delle tante porte chiuse alla sola azione (e potere) dell'intelletto.

La mia piccola coincidenza e questa grande appena presentata, son certo producano in almeno qualcuno dei lettori una sorta di "eco", "risonanza" da cui si potrebbe prender le mosse... non avete mai provato la sensazione che vi sia qualcosa nascosta da qualche parte?
 

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 27 Dicembre 2018, 21:40:10 PM
  
A volte le cose non son come sembrano...
 

UNA PICCOLA LACRIMA


(Al di qua) - La moglie scrive:


Caro marito, ti scrivo questa lettera per dirti che ti lascio per qualcosa di meglio. 
Sono stata una brava moglie per te per sette anni e non devo dimostrartelo. 
Queste due ultime settimane sono state un inferno. 
Il tuo capo mi ha chiamato per dirmi che oggi ti sei licenziato e questa e' stata solo la tua ultima cavolata.

La settimana scorsa sei tornato a casa e non hai neppure notato che ero stata a farmi i capelli e le unghie, che avevo cucinato il tuo piatto preferito ed indossavo una nuova marca di lingerie. 
Hai mangiato un sacchetto di patatine guardando lo sport in tv e poi sei andato subito a dormire. 
Non mi dici più che mi ami, non mi tocchi più. 
Che tu mi stia prendendo in giro o non mi ami più, qualsiasi cosa sia, io ti lascio. Buona fortuna!

Firmato: la tua ex moglie

P.s.: se stai cercando di trovarmi, non farlo: tuo fratello e io stiamo andando a vivere a insieme.

..........................


(Al di là) - Il marito risponde:

Cara ex moglie, niente ha riempito la mia giornata come il ricevere la tua lettera.
E' vero che io e te siamo stati sposati per sette anni, sebbene l'ideale di brava moglie, a patto che esista, sia molto lontano da quello che tu sei stata. 
Guardo lo sport così, tanto per cercare di affogarci i tuoi continui rimproveri. 
Andava così male che non poteva continuare. 
Come avrei potuto non accorgermi di quando ti sei tagliata i capelli la scorsa settimana... la prima cosa che ho pensato e' stata: "sembri un uomo!". 
Mia madre mi ha insegnato a non dire nulla se non si può dire niente di carino.

Dici che hai cucinato il mio piatto preferito, ma forse ti sei confusa con mio fratello, perché ho smesso di mangiare maiale sedici anni fa. 
Sono andato a dormire quando tu indossavi quella nuova lingerie perché l'etichetta del prezzo era ancora attaccata: ho pregato fosse solo una coincidenza il fatto di aver prestato a mio fratello 50 euro l'altro giorno e che la tua lingerie costasse 49,99 euro. 
Nonostante tutto questo, ti amavo ancora e sentivo che potevamo farcela. 
Così quando ho scoperto che avevo vinto alla lotteria 10 milioni di euro, mi sono licenziato e ho comprato due biglietti per la Giamaica.

Ma quando sono tornato tu te ne eri già andata. 
Penso che ogni cosa succeda per una precisa ragione. 
Spero tu abbia la vita piena che hai sempre voluto. 
Il mio avvocato ha detto, vista la lettera che hai scritto, che non avrai un centesimo da me. Abbi cura di te!

P.s.: non so se te l'ho mai detto prima ma mio fratello, prima di chiamarsi Carlo... si chiamava Carla, spero che non sia un problema...

...........................


(Al di là dell'aldilà)


Caro Carlo,

è proprio una ben disgraziata famiglia la nostra.
Come aveva predetto il dottore non c'è stato nulla da fare, il mondo immaginario in cui saltuariamente soggiornava nostro fratello ormai se l'è preso del tutto, forse in quello ha trovato un po' della gioia che non gli è mai riuscito di scorgere nel nostro.


Sei partito solo da una settimana e già devo ragguagliarti sugli ultimi sviluppi, mi dispiace immensamente doverlo fare, proprio adesso che finalmente hai potuto concederti una vacanza, e Dio sa quanto ne avevi bisogno, dopo tutto questo tempo in cui ti sei preso cura di nostro fratello.
Il fatto nuovo è che, come leggerai dalla sua ultima lettera che ti allego, sono accaduti eventi talmente seri a cui le mie sole forze non possono far fronte.


Adesso son qui con lui, per il momento è abbastanza calmo e son riuscita a fargli credere che il volo per la Giamaica sia tra una settimana, che già stava preparando i bagagli e si sarebbe recato all'aeroporto oggi stesso.
Sono stata dal Basaglia, il suo direttore, che ancora una volta è stato comprensivo e non ha dato importanza alla sua lettera di licenziamento, l'ennesima, suggerendo di passar dal dottore per intervenire sul dosaggio farmacologico.


Ripenso come una delusione d'amore l'abbia portato a immaginarsi che le cose non
sono andate in quel modo, troppo forte e devastante il dolore del sentirsi rifiutato.
Nella sua mente lui se l'aveva fatta moglie e ci ha vissuto per anni, noi all'oscuro di quella vita d'illusione che si celava dietro ai suoi ripetuti: "sto bene, non ho bisogno di nulla, grazie".
In quel suo mondo a parte la immaginava sin nei dettagli fisici e d'abbigliamento, e costruiva giorno per giorno la loro storia.


Ancora ricordo come ci siamo accorti, che momento terribile, di quello che gli stava accadendo. Prese a scriver lettere che imbucava... sulla propria cassetta della posta!
Quando siamo arrivati, avvisati dal vicino, e abbiam aperto lo sportello... decine e decine di lettere spinte a forza all'interno, che non c'era rimasto più posto!


Il dottore ha aumentato le dosi e per il momento non c'è urgenza, ma dobbiamo trovare una qualche soluzione, quando tornerai.
Per ultima un'altra notizia... vorrei osare dire una speranza.
È ripassato l'Andreoli, il gallerista. Gli ho fatto vedere le ultime tele dipinte da nostro fratello – ormai son centinaia – ha detto che il denaro lo mette lui e che in capo a qualche settimana gli organizza una mostra, a Volterra.


Ha scoperto una cosa straordinaria, da non credere. 
Proprio sull'ultima tela (sempre il volto della sua amata) compare una piccolissima lacrima sotto l'occhio... non ci crederai, ma in ogni suo quadro, in posti sempre diversi, abbiamo ritrovato quella piccolissima lacrima...

Un abbraccio, tua sorella Carla

...........

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'appartenenza
Inserito da: Jean il 17 Gennaio 2019, 20:12:18 PM
Su cosa sia la "creatività" alla base dell'esperienza artistica ognuno ha le sue rispettabilissime opinioni.
Nondimeno il riferimento a un attributo non proprio umano è palese e di questo mi son sempre meravigliato, che si potesse appunto usar tale parola per qualcosa attribuito all'uomo.

Per molta parte della mia vita non pensavo che ci fosse del vero nel ritenere creativo il tracciar segni, stendere colori, ricavar suoni ecc.
Provai a dedicarmi a tali attività, ma nella musica, che pur adoro, son ahimè proprio negato, appena qualcosa nel disegno e una strana attrazione per la scrittura.
Che più di quella non era, visti gli scadenti risultati.
Pensavo fosse vieppiù dovuto alla forma, all'impostazione, che almeno per la grammatica non andava poi male.

Si possono migliorare le nostre tecniche e si deve tendere a farlo, ma quello che mancava al mio scrivere non risiedeva in quell'ambito.
In poche parole mancava la linfa vitale, poiché tutto si originava dai miei contenuti, dalle memorie che avevo accumulato nel tempo.

Non so quando mi resi conto che a un tratto il mio muover la penna non fosse come al solito... era subentrato qualcosa di diverso e man mano, nel lasciarmi trasportare da quella nuova sensazione letteralmente avevo l'impressione di legger qualcosa da chissà dove prima di riportarla nel foglio.
Quasi mi pareva d'esser visitato da una forza estranea che suggeriva la direzione in cui guardare e facendolo vi trovavo i contenuti, la forma e soprattutto la linfa.

Così descrivo oggi l'incontro con l'ispirazione, a cui mi inchino riconoscente, non per i risultati ma per la ricchezza che ha portato nella mia vita.
Da allora quando incontro l'espressione artistica altrui per prima cosa avverto una familiarità, qualcosa mi risuona dentro e mi par bello e prezioso quanto ha prodotto l'uomo, pur nella desolazione odierna milioni di opere d'arte di ogni tempo risplendono come gemme, forse rallentando l'umanità dallo scivolare sempre più in basso.

La torre e la piazza dei Miracoli di Pisa, piazza San Marco a Venezia, solo per far due nomi, non son luoghi e architetture solo di questo mondo.
A trovarcisi nella prima magari vi fate scattar la foto mentre sorreggete con la mano la torre e nella seconda mentre date da mangiar ai colombi, con la Basilica o Palazzo Ducale relegati nello sfondo.
Cosa c'è da sentire?
E perché ci siete stati o vi piacerebbe andarci?
 
La mia attuale aspirazione è di affrancarmi, per quanto possibile, dagli schemi dell'appartenenza: il mio percorso/training è stato quello; la mia religione/filosofia/maestro quest'altro; la mia visione scientifica/politica/psicologica ecc. quell'altra ancora.

Per poterlo fare con verità, occorre che una nostra parte ne sia realmente fuori, non appartenga davvero a nulla.
Se anche per poco vi appartenesse e volesse dar la sensazione di non esserlo, suonerebbe falsa.
Quella parte di noi libera dall'appartenenza l'abbiam tutti e talvolta cerchiamo di lasciarla esprimere, seppur forzatamente obbligati a farlo attraverso la nostra personalità che come un "cristallo" è  restio a cambiar forma...

Nella mia vita ho letto abbastanza, mi son interessato di tante cose, ho ricercato, conosciuto e frequentato tante persone (nel bene e nel male), ricavandone un bagaglio di conoscenze (memorie) col quale affrontare le situazioni a venire.
Insomma, con la sensazione d'aver compreso qualcosa di come va il mondo e l'uomo.
 
La mia pianta interna, per così dire, m'era parsa ben cresciuta e la sua ombra – il conforto d'aver una protezione sopra la testa nei difficili casi dell'esistenza – il premio per l'impegno profuso.
Il fatto è che tutte le foglie di quella pianta non erano mie, l'avevo prese in prestito, e quel che è peggio non erano foglie vere, ma riproduzioni degli originali spesso neppure ben riuscite, memorie appunto.

Un giorno mi è stata fatta notare la cosa e mi son visto com'ero, a cercar di ripararmi con quelle dal sole della vita.
Come l'ho visto non ne son stato più capace; per quanto ci abbia riprovato – che in fondo mi ci trovavo bene in quella condizione – non c'è stato nulla da fare.
Il vero cancella quello che non lo è.

Questa è stata la mia esperienza: la bella pianta dalle molte foglie era cresciuta nel fiume della memoria, come sempre accade.
Essa e ogni altra cosa sono e saranno sempre in quella corrente, in quel divenire.
Anche se abbiamo la sensazione che vi sia un altro fiume, un altro modo di vedere e vivere le cose... ma arriva qualcuno a dire che occorre far questo e quell'altro e forse un domani...

Non credo occorra perseguire la Vera Visione dell'Universo, il minimo frammento di vero che si incontra non potrà mai essere annullato dal falso che man mano al confrontarsi verrà dissolto, come quelle foglie immaginarie.
Tuttavia pur volessimo incontrarlo non possiamo scegliere come e quando... ma possiamo scegliere di non volerci accontentare di niente di meno, qual sia il prezzo.
 
J4Y
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Febbraio 2019, 15:33:09 PM
Sono convinto (dovuto alla mia esperienza che non penso sia la sola) che  ad un certo punto dello sviluppo del bambino, "l'io"  si radichi (installi-cristallizzi ecc.) nel corpo (materiale-organico) divenendo passaggio obbligato del flusso del pensiero. 
Di più, essendo quella la ragione del suo formarsi, ossia  provvedere un "lettore" per la narrazione (della vita) che ci riguarda. 

Senza "l'io-interfaccia" la continua discesa dell'immateriale (il pensiero) nel materiale (corpo) non completerebbe il suo percorso e come una "radio" senza altoparlante rimarrebbe muta.

La nostra radio come riceve anche trasmette (retroazione-feedback) il risultato (qualsivoglia) dell'interazione avvenuta;  ma se già vi par difficile considerare  l'io come una radio in ricezione, la sua funzione trasmittente è troppo sottile e solo particolari situazioni permettono d'averne sentore. 
Le due funzioni insieme chiudono il circuito (l'anello) rimandando alla simbolica unione di cielo e terra.
 

Eterna è l'energia dello spazio mediano (della valle)
È la Femmina Misteriosa
La porta della Femmina Misteriosa
È la radice di cielo e terra
Continua e invariabile
Agisce e non si esaurisce
 

La citazione sopra riportata è del Tao Te Ching di Julius Evola, alla quale preferisco quella (qui sotto) di Carlo Moiraghi (http://www.agopuntura-alma.it/2018/02/17/carlo-moiraghi/) per l'immagine del "filo continuo"...

"Lo spirito della valle vive eterno. Ha nome femmina misteriosa.
Nella femmina misteriosa vi è una fessura, e ne escono cielo
e terra. È un filo che da sempre da sé fila se
stesso, e a se stesso attinge di continuo e mai si esaurisce".

 

J4Y
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 28 Febbraio 2019, 22:30:22 PM
I miei tempi passati son un lontano ricordo (tuttavia non sbiadito) e in quelli attuali, come adesso, seduto sul divano, lascio che il torpore pian piano mi avvolga, rivolgendo lo sguardo interno a quanto accade.

Certo le condizioni sono ideali, la stufa accesa e l'anziana (si può dir di un animale?) gatta nera ai miei piedi, anch'essa in una sorta di dormiveglia, distesa sul suo tappetino rosso bordeaux. 
Nessun rumore attorno e una soffusa luce rossa dal piccolo abat-jour... il paradiso, o almeno un tipo di paradiso per come l'immagino io, tanto più che i miei acciacchi son sotto la soglia critica.

All'avanzare del torpore l'io allenta la presa, venendo inesorabilmente spostato dal centro di "comando" verso la periferia, nulla più che uno tra i fenomeni in atto. Ma ancora, volendolo, è possibile rimanerci aggrappati  conservando una relativa, residua consapevolezza. 

Esercitandosi con determinazione forse è  possibile non cedere del tutto al sonno e in quello stato, al di là dell'usuale, s'affacciano sensazioni e si manifestano inesplorati percorsi mentali, o psichici se preferite... spirituali secondo altri.

Ma per quanto affascinante sia la prospettiva di un sottile viaggio nell'ignoto, quell'aldilà ha cessato da tempo d'attrarmi... perché al ritorno si  è rimasti quel che si è... quando lo si accetta, rinunciando all'illusione di un aldilà che trasformi la coscienza (o noi stessi) se ne è andati al di là, dove quel torpore ti condurrà ad un sonnellino... mentre nel corpo innumerevoli eventi provvedono alle funzioni vitali.

A cosa serve la nostra presenza?

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 02 Marzo 2019, 21:41:51 PM
Propongo una interessante riflessione di Paolo Ricca sul tema dell' "aldilà" , stando "diqua"... :(
Ma...se ci sono quelli che stanno "dilà" cosa penserenno di loro stessi? Che stanno "diqua"e noi invece che stiamo "aldilà"?... :-\



https:/www.youtube.com/watch?v=yibQnuig3FU




Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 16 Marzo 2019, 22:34:18 PM
Sariputra - post 293

Propongo una interessante riflessione di Paolo Ricca sul tema dell' "aldilà" , stando "diqua"... 
Ma...se ci sono quelli che stanno "dilà" cosa penseranno di loro stessi? Che stanno "diqua"e noi invece che stiamo "aldilà"?...


Anthonyi – post 23

L'oggetto del forum mi sollecita una possibile risposta. E se al di là dell'aldilà ci fosse l'aldiquà. In caso affermativo questo chiuderebbe il cerchio, che invece rimarrebbe immancabilmente aperto se la risposta fosse negativa. Solo in quest'ultimo caso, i contenuti propri dell'aldilà sarebbero importanti, per questo che questa è una risposta fondamentale.


Paul11 – post 9

Forse Logos è la reincarnazione del vecchio forum, un salto nell'aldilà perché ogni vita è conoscenza e continuare il viaggio.
 
..............

Grazie a Sari per l'intervista, da cui traggo questo frammento:

"Oggi la persona media, l'europeo medio identifica l'invisibile con l'inesistente e siccome l'aldilà è invisibile (e proprio ciò che non vedi) dice non c'è, siccome non lo vedo non c'è..."

ricordo un filmato scolastico dal titolo "Prove dell'esistenza di atomi e molecole" che vi invito a vedere (altri tempi...)  https://www.youtube.com/watch?v=qCdwxce6p6I
nel quale le numerose prove indirette portano alla positiva conclusione (esistono).

Nel filmato vengono proposte delle immagini riconducibili agli atomi... quanta acqua sotto i ponti, visto che oggi le nanotecnologie permettono di prenderli uno per uno gli atomi per costruirci qualcosa ecc. 

Naturalmente tutto è confutabile, quindi vero sino al punto permesso dal metodo d'indagine.

La prova visiva è tuttavia (in molti campi) fondamentale e questo ci riconduce all'invisibile e all'inesistente... si dice se non vedo non credo... e chissà cosa vedono gli animali...
 
Lo psicologo Robert Morris, ricercatore di fenomeni paranormali, negli anni '60 fece un esperimento in una casa in Kentucky dove si diceva ci fossero dei fantasmi in quanto erano morte delle persone in maniera violenta.
L'esperimento consisteva nel far entrare uno per volta un cane, un gatto, un serpente a sonagli e un topo in una stanza in cui erano avvenuti dei crimini. L'esperimento venne filmato.
Il cane entrò con il suo padrone e, percorso solo un metro, al cane si rizzò il pelo della schiena, iniziò a ringhiare e scappò dalla stanza rifiutandosi di rientrare.
Il gatto entrò in braccio al suo padrone. Dopo pochi secondi, il gatto si arrampicò sulle sue spalle, ferendolo con le unghie e fuggì sotto una sedia. da quella posizione iniziò a soffiare verso un'altra sedia vuota per veri minuti, finché non lo portarono fuori dalla stanza.
Il serpente a sonagli, invece, adottò una posizione aggressivo-difensiva come se dovesse affrontare un pericolo imminente nella stanza vuota. Anche la sua attenzione era attirata dalla sedia verso la quale il gatto soffiava.
Il topo non ebbe nessuna reazione in particolare.
L'esperimento di Robert Morris venne svolto nuovamente in un'altra stanza della stessa casa in cui non era avvenuto nessun avvenimento sanguinoso o violento. Nessuno dei quattro animali reagì in maniera strana.

 

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Kobayashi il 18 Marzo 2019, 08:28:32 AM
Ma poi Morris ha ripetuto l'esperimento in altre case dove sono accaduti fatti violenti simili?
Perché in caso contrario si finisce per rimanere sempre al livello dell'eccezionalità del fatto singolo. Non che questo livello debba per forza essere insignificante o ambiguo.
È ambiguo però l'atteggiamento di voler, da una parte, cercare prove empiriche e quindi avere un approccio scientifico, e dall'altra non rispettare mai fino in fondo i criteri di questo approccio...

Per quanto riguarda l'intervista di Paolo Ricca sono un po' perplesso... Alla domanda sul perché l'aldilà venga spesso rappresentato come Giudizio, il teologo impiega quattro minuti per dire che gli uomini desiderano la giustizia e allora se non l'ottengono nella storia se la vogliono immaginare almeno alla fine... E conclude dichiarando che è cosa buona.
Beh, francamente...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: doxa il 18 Marzo 2019, 12:02:34 PM
Sariputra ha scritto
CitazioneMa...se ci sono quelli che stanno "dilà" cosa penserenno di loro stessi? Che stanno "diqua"e noi invece che stiamo "aldilà"?


Nell'aldilà sarò un "senza tetto", un "senza fissa dimora", errante tra il Paradiso, l'Inferno, il Purgatorio e il Limbo.

Il Paradiso lo frequenterò poco. Mi hanno detto che spesso ci si annoia. Si va in estasi, si hanno visioni beatifiche. Però per brevi periodi ci si può stare perché è un luogo solare, si mangia bene e per rallegrare gli astanti San Pietro a volte chiama gli angeli musicanti per far cantare e ballare gli ospiti. San Pietro è un galantuomo. Lui pensa a tutto e tutto promette a tutti. 

All'Inferno ci andrò spesso perché è un ambiente vivace.  I peccatori sono simpatici, allegri, non hanno rimorsi. Spero di diventare amico di alcuni suoi inquilini, per esempio di Paolo e Francesca, Insieme leggeremo l'Ars amatoria di Ovidio e il Kamasutra.

Ogni tanto farò delle brevi soste anche in Purgatorio. Questo luogo di purificazione, somiglia agli stabilimenti termali dove ci si va per la cura dell'apparato biliare, dell'intestino, del fegato. Le anime di coloro che muoiono in uno stato di grazia bevono molta acqua minerale per depurarsi e prepararsi per accedere nel Paradiso. Secondo la teologia cattolica è "la condizione di coloro che, morti nella grazia di Dio, non sono ancora perfettamente purificati e devono quindi purificarsi al fine di ottenere la santità necessaria per essere ammessi alla visione di Dio".
Secondo alcuni storici della Chiesa il Purgatorio fu inventato per lucrare ai fedeli il pagamento delle preghiere, destinate ad attenuare le pene cui i penitenti defunti erano sottoposti. In effetti Dante Alighieri sottolinea più volte nella Cantica che i fedeli possono abbreviare la permanenza delle anime nel Purgatorio, ma ciò indipendentemente dal denaro versato o meno alle istituzioni ecclesiastiche. 

Del limbo c'è poco da dire. In questo luogo ci sono le anime appartenute a persone buone morte prima della resurrezione di Gesù e i bambini morti ancora non battezzati, che non hanno commesso alcun peccato personale, ma non sono stati liberati dal peccato originale tramite il battesimo, perciò sono affidati alla misericordia di Dio. Sono anime che non meritano l'Inferno e neanche il cammino verso Il Paradiso. 
Nella Divina Commedia di Dante Alighieri il Limbo è il primo cerchio dell'Inferno (nel canto IV dell'Inferno). È complanare all'Antinferno, separati dal fiume Acheronte. Oltre ai bambini morti senza battesimo, il poeta vi colloca le anime di quanti non furono cristiani, ma vissero da uomini giusti e perciò non meritarono l'Inferno vero e proprio.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Socrate78 il 18 Marzo 2019, 14:36:29 PM
Sono credente, tuttavia il concetto di Inferno andrebbe rivisto anche se credo che un inferno ci sia: infatti per un malvagio che desidera il male e gode nel vederlo realizzare l'inferno ( inteso come "luogo in cui tutti sono malvagi e si fanno del male") non dovrebbe essere alla fine un luogo negativo, anzi, sarebbe per molti aspetti la realizzazione della sua stessa natura e quindi in esso il malvagio dovrebbe star perversamente bene. Per il malvagio infatti il vizio è premio a se stesso, mentre il virtuoso gode nel fare il bene. Semmai una punizione degna, un vero inferno, sarebbe quella in cui i malvagi acquistino piena consapevolezza del male compiuto e ne provino orrore, rimorso, senza poter farci nulla e quindi vivendo in una situazione di continua angoscia. O non è forse così?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 19 Marzo 2019, 16:11:20 PM
Buongiorno Kobayashi,

per approfondire la risposta ho preso da uno dei tuoi post alcuni passi:

"... al di là di quello che sarà il nostro destino dopo la morte, c'è soprattutto una vita su cui lavorare (nella prospettiva dell'uomo spirituale). Insistere su idee escatologiche può far dimenticare che appunto quel lavoro di cambiamento è la cosa più importante.
Io personalmente sento abbastanza chiaramente che la morte è la fine di tutto. 
Ma è solo una sensazione.."
 

La vita (su cui lavorare) è il contenitore delle più disparate esperienze umane e naturalmente ognuno fa delle scelte, come per i prodotti di un supermercato quel che piace ad uno vien ignorato dall'altro. 

E necessariamente certi  "prodotti" essendo i meno acquistati son collocati sui ripiani meno agevoli, così che occorre impegnarsi un po' per trarli dalla loro sede. 
Accade per tutte le categorie e ambiti, anche  per il cosiddetto mondo spirituale, dove si può trovare di tutto e di più, tanto che qualcuno l'ha definito "spiritual market".

L'esperimento del dott. Morris, se si può definire tale, dal punto di vista "scientifico" ovviamente non dimostra nulla; come una rondine non fa primavera, al più per chi la osserva può stimolare delle riflessioni... perché quella rondine si comporta in  modo difforme dalle altre? 
Perché in quella casa gli animali (non tutti) si comportano nel modo riportato? 

Dal mio punto di vista ciò che importa dell'esperimento è la sua genesi: da tempi immemorabili son ascritte agli animali caratteristiche oltre la portata degli umani, ad esempio tutta la mitologia egizia ne è incentrata e giungendo ai giorni nostri  le cronache riportano numerosi casi, dai  gatti che "accompagnano" i malati terminali ai cani che eleggono a residenza la tomba del padrone, addirittura l'olfatto canino può rilevare i tumori prima della diagnostica... a quelle remote radici si ricollega l'interesse del dott. Morris che si differenzia da noi per averle verificate sul campo (o più precisamente "nella casa"). 

Se le sue siano state idee escatologiche e/o l'abbiano distolto dal  proprio lavoro di cambiamento non son in grado di dirlo, agli acquirenti il compito di recensire il prodotto nell'infinito Amazon della coscienza umana.

Ma evidentemente il dott. Morris (e innumerevoli altri) hanno sentito abbastanza chiaramente che la morte non sia la fine di tutto e gli han dato bada dedicandovi una parte se non tutta la loro vita. 
Pur essendo solo sensazioni, in un senso o all'opposto, hanno influito sulla loro vita, poco o tanto che sia.


Cit.- Per quanto riguarda l'intervista di Paolo Ricca sono un po' perplesso... Alla domanda sul perché l'aldilà venga spesso rappresentato come Giudizio, il teologo impiega quattro minuti per dire che gli uomini desiderano la giustizia e allora se non l'ottengono nella storia se la vogliono immaginare almeno alla fine... E conclude dichiarando che è cosa buona.
Beh, francamente...


Concordo, se così intendevi, che l'immagine di una giustizia ultraterrena a compensare quella terrena mancata sia un po' datata... seppur sia ancora alla base della religione cattolica e, nel concetto di karma, di quella induista-buddista. 
D'altronde si dice che la speranza sia l'ultima a morire così che sarebbe anche l'ultima istanza ad incontrare l'ipotetico aldilà... per il non-tempo necessario a soddisfare la  sete di giustizia di chi ve l'ha accompagnata. 
 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 22 Marzo 2019, 22:56:36 PM
Buonasera  Altamarea,

ti auguro venga permessa la tua erranza nell'aldilà, certo differente da quella di Dante che non poteva muoversi liberamente e necessitava dell'illustre accompagnatore per il suo viaggio immaginifico.

Una cosa che non mi par d'aver riscontrato nella Commedia è il sense of humor che a te non difetta  e di cui anche il Sari è ben dotato (una tra le qualità che più apprezzo dell'umanità).

Ma... nel tuo salir e scender di livello e girar di gironi... com'è che non hai gettato uno sguardo a quella zona ... l'Antinferno...  appartenendo anch'essa all'aldilà?

Dante Alighieri, sulla scorta di Virgilio ma non solo, presenta pure un Antinferno nei primi canti dell'Inferno, compreso tra la porta dell'Inferno e il fiume Acheronte, dove si trovano le anime degli ignavi che a suo parere non meritano nemmeno di entrare nell'Inferno: a essi infatti dedica pochissimi versi del canto III.
Gli ignavi non sono propriamente colpevoli di aver fatto del male, in quanto appunto non fecero niente, e per questo non fanno parte della suddivisione in cerchi dell'Inferno: se non commisero male è solo per viltà, la stessa viltà per la quale non fecero neanche il bene: con loro infatti sono puniti gli angeli che rimasero neutrali nella rivolta di Lucifero contro Dio; essi sono condannati a correre vanamente, dietro un'insegna che non rappresenta nulla, mentre vengono punti da vespe che li fanno sanguinare, e mangiati nei piedi da vermi attirati dal sangue per contrappasso al non essere mai stati attivi, al non aver mai seguito nessun ideale, al non aver mai preso chiaramente posizione. Dante vede qui punito colui «che fece per viltade il gran rifiuto»: diverse ipotesi tentano di identificare quest'«ombra», come Esaù o Ponzio Pilato, ma la più nota riguarda Celestino V.

ignàvia s. f. [dal lat. ignavia; v. ignavo], letter. – Pigrizia, indolenza spirituale, viltà: ero in quello stato d'i. e fiducia dei sensi che suole seguire l'abbraccio amoroso (Gesualdo Bufalino).
 
A dar retta alla scarne indicazioni ho il sospetto che non dovrebbero esser poche le anime relegate in codesto luogo... per esempio gli astenuti, elettorali e di giudizio, mica pochi, eh... non per nulla vengon considerati la maggioranza silenziosa... e se pensiamo ai vili per finir ai pigri (contando pure gli indolenti senza tuttavia annoverare quelli spirituali, tema assai delicato...) può esser che all'antinferno sia destinata la maggior parte delle anime...

Che strano, un argomento del genere lasciato quasi del tutto inesplorato... e sì che vi son pure le schiere d'angeli che non si decisero per Dio o il suo antagonista... ma restarono neutrali, segno che non era poi così semplice la scelta...

Che dire, c'è un al di là dell'aldilà anche in quello dantesco... è sempre stato sotto i nostri occhi ma... forse per ignavia, non l'abbiam potuto o voluto considerare... infatti...  non ragioniam di lor, ma guarda e passa...

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: doxa il 23 Marzo 2019, 00:12:23 AM
Ciao Jean, l'Antinferno l'ho citato  solo come nome descrivendo il Limbo. Mi sono attenuto alla classica suddivisione: Paradiso, Inferno, Purgatorio, Limbo, anche se quest'ultimo è stato eliminato dal pontefice Benedetto XVI il 20 aprile 2007, perché dava una visione restrittiva della salvezza. 

Il papa fa e disfa. Ma quelli che per secoli sono stati collocati in quel settore, dove sono finiti  dopo l'estinzione del Limbo ? La Chiesa ha pensato soltanto a distruggere l'accampamento abusivo, lasciando vagare le anime. Se queste incontrano  quelle dannate e le seguono nelle loro processioni dionisiache e poi diventano traviate di chi la colpa ? della Santa Sede ? Sulla parola "santa" è meglio sorvolare. Io, comunque,  quando penso a quelle anime vaganti, senza fissa dimora, senza un tetto cui ripararsi, ho disturbi del sonno. Cosa mi consigli di fare ?

Jean io vorrei dare degna collocazione agli ignavi, ma Santa Madre Chiesa mi dice che posso orientarmi solo su tre zone: Paradiso, Purgatorio ed Inferno. Se non sbaglio l'Antinferno non è citato nel Catechismo della Chiesa cattolica. Allora che fare ? Gli ignavi li mando tutti all'Inferno ?  :)  ;)
Buonanotte Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 23 Marzo 2019, 14:31:58 PM
Salve. No! Ma perchè mandare gli ignavi all'inferno ? Essi in vita si sono comportati da non responsabili. Non si vorrà certo sostenere che si debba risultare responsabili non solo di ciò che si è fatto, ma persino di ciò che si è omesso di fare !!.
Essi hanno rinunciato (non importa se inconsapevolmente) al libero arbitrio, lasciando quindi campo libero alla volontà divina. Andrebbero dannati per ciò ? Dio in tal caso farebbe ben la figura del rompiscatole ad oltranza, no ?? Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: sgiombo il 23 Marzo 2019, 15:02:05 PM
A prescindere da ciò che si crede o meno circa il post mortem, credo che chi, potendolo fare, omette per esempio di intervenire per aiutare chi ha bisogno di soccorso sia responsabile della sua omissione; del tutto esattamente come chi attivamente danneggia un altro.

Per mia fortuna non ci credo, perché da quel poco che so delle varie religioni, Dio se ci fosse sarebbe un grosso rompiballe che non lascia in pace le sue presunte creature con le loro coscienze e rispettivi imperativi etici (di già sufficientemente impegnativi per conto loro), ma si premura di ulteriori obblighi e divieti più o meno giustificati (fare sacrifici e riti vari, astenersi da determinati cibi e pratiche sessuali, ecc.).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 23 Marzo 2019, 21:22:02 PM
Buonasera Socrate,

il malvagio desidera il male... ma per gli altri non certo per sé... ;D

Sgiombo sovente richiama che la virtù sia premio a se stessa... se lo è anche il vizio mi sa che gli ignavi qui citati, non perseguendo né l'una né l'altro son gli unici a rimaner senza premi in questa ruota dell'esistenza (fortuna)...

Son d'accordo sul vero inferno e già in vita... infatti la coscienza/consapevolezza  degli errori (del passato) mi accompagna quotidianamente, insieme all'auto-biasimo per averli compiuti... quanto son vere le parole sulla *... prima pietra e chi la scaglia... da cui il consiglio per @altamarea: se sei in quella condizione * puoi collocarli dove meglio credi e sarà cosa buona e giusta...  :)
 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 23 Marzo 2019, 21:26:13 PM
Salve Sgiombo. Circa il "credo che chi, potendolo fare, omette per esempio di intervenire per aiutare chi ha bisogno di soccorso sia responsabile della sua omissione", sono d'accordo. Nelle mie considerazioni però includevo soprattutto il caso di colui che omette ciò che avrebbe potuto fare per tutta una serie di motivazioni che sono al di fuori del libero arbitro. Dalla dimenticanza alla errata valutazione della situazione, alle cause di forza maggiore etc.
Certo la definizione giuridica dell'omissione è quella che tu hai dato come scontata,ma qui siamo in ambito ben diverso da quello del diritto umano. Saluti.
Titolo: La biblioteca di Eco
Inserito da: Jean il 23 Aprile 2019, 22:14:32 PM
Per seguire l'intervento dovreste prima visionare questo breve filmato:

https://youtu.be/bF9tG5Q6NTA


 
La necessaria premessa in questo post è il doveroso rispetto per lo studioso e l'uomo Umberto Eco. Pur potendo scegliere un altro personaggio la coincidenza del cognome ed il filmato (disponibile) sulla sua libreria han fatto ricadere su di lui la scelta... per parlare di cosa?

Ad esempio delle informazioni che man mano accumuliamo nel corso della nostra vita e che più o meno opportunamente organizziamo nella nostra personale biblioteca della memoria, così come gli studiosi per professione (o per interesse) fanno per le altre raccolte che contraddistinguono la nostra civiltà, i libri.

Se l'umanità avrà un futuro è probabile che le "raccolte" a venire saranno molto diverse dalle attuali ed alcuni dei nuovi orizzonti (e gli eventi che le contemplano) son stati abbozzati nella discussione su Bob & Alice nella sezione scienza e tecnologia.

Il percorso di Eco che dal vestibolo man mano si inoltra nei locali sino a scomparire dietro uno scaffale si può leggere come il "viaggio" nell'esistenza... per quanto possiamo incrementare la nostra collezione, arriverà il momento che ci vedrà scomparire oltre quell'ultimo scaffale, lasciando alle nostre spalle tutto l'accumulato e forse illudendoci di poter portar con noi gli ultimi libri (o gli ultimi ricordi) che ancora ci ritrovassimo in mano.  

Seppur l'opera dell'illustre studioso permarrà, si prova un po' di tristezza all'immaginarlo nei suoi ultimi momenti, separato dai suoi tesori (di conoscenze), poiché in quelli e per quelli aveva vissuto. 
Ma come succede per molti può esser che anch'egli avesse maturato il necessario distacco dalle cose del mondo e proprie, per ritornar (in parte) nudo come il bambino che venne al mondo.

Questo pregevole forum in cui si avvicendano un discreto numero di persone ha tra gli obiettivi quello d'incoraggiare la riflessione in molti campi e qui vi faccio partecipe della mia che non è critica verso alcuno.

Delle molte discussioni talora molto articolate ed approfondite, dove ci  son stati confronti impegnati ed appassionati... cosa resta?

Del passaggio di molti utenti (alcuni davvero preparati) che han lasciato codesto Hotel Logos... cosa rimane?

Informazioni, come i libri sugli scaffali della biblioteca di Eco.

Che al pari delle informazioni raccolte nel vecchio forum... al pari di tutte le informazioni prodotte direttamente od indirettamente dall'uomo (e dall'universo...) a cosa servono?

Non è facile ipotizzare un possibile significato se non addirittura uno scopo nell'incessante flusso delle informazioni, considerato che in un certo senso tutto è informazione.

Vi invito a formulare la vostra risposta prima di leggere la mia e il seguito di questa riflessione, la prossima volta.

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 24 Aprile 2019, 09:47:48 AM
Blowing in the wind. Qualcosa resterà.
Titolo: Re:La biblioteca di Eco
Inserito da: Phil il 25 Aprile 2019, 22:31:05 PM
Citazione di: Jean il 23 Aprile 2019, 22:14:32 PM
Delle molte discussioni talora molto articolate ed approfondite, dove ci  son stati confronti impegnati ed appassionati... cosa resta?

Del passaggio di molti utenti (alcuni davvero preparati) che han lasciato codesto Hotel Logos... cosa rimane?
Forse più che il «cosa», bisogna partire dal «per chi»: qualunque "cosa" resti, se/finché nessuno ci si imbatte, è come se tale "cosa" non ci fosse. Il resto è sempre tale per qualcuno ed è questo qualcuno a dargli un eventuale senso/valore, con buona pace (eterna?) di chi ha lasciato esposto il resto (e su questo distacco semantico tra il mittente e il destinatario, sull'auto-nomia semiotica del resto inviato/lasciato rispetto al mittente, molti autori hanno indagato a fondo; autori fra cui, ovviamente, Eco).

Così come l'eco non è il suono che lo origina, ma il suo rimbombare che gli sopravvive postumo, così il resto non è la transazione (semantica) stessa, ma solo ciò che è (ris)posto sul banco della conversazione (o del monologo). Rileggendo ciò che resta di una conversazione forumistica (ma non solo), ovvero la traccia scritta, non si trovano i vissuti originari di chi ha messo in atto quella conversazione, ma solo una trascrizione; trascrizione la cui lettura costituirà e innescherà altri vissuti, sicuramente differenti da quelli originari (proprio come il resto di una transazione potrà essere riusato per comprare qualunque "cosa" tranne, solitamente, ciò che è stato oggetto delle transazione di cui quel resto è tale).
Per chi è stato protagonista dell'esperienza che ha originato il resto, esso diviene spesso immediatamente estraneo (la trascrizione di una mia discussione può essere per me fonte di una "seconda navigazione", magari in cui non mi riconosco, tuttavia siamo già sul piano del rivisitare ciò che è rimasto, siamo già nell'a posteriori, come dei turisti) o inaccessibile (plausibilmente, Eco non può più accedere a ciò che ha lasciato).


Citazione di: Jean il 23 Aprile 2019, 22:14:32 PM
Informazioni, come i libri sugli scaffali della biblioteca di Eco.

Che al pari delle informazioni raccolte nel vecchio forum... al pari di tutte le informazioni prodotte direttamente od indirettamente dall'uomo (e dall'universo...) a cosa servono?
Ovviamente ogni resto di un evento comunicativo è sempre differente (e in differita) rispetto al vissuto dell'evento comunicativo; in ciò sta la differenza maggiore fra la comunicazione scritta e quella orale, il cui resto è solo mnemonico (salvo registrazioni, che sono comunque una forma di "scrittura") e quindi non rimane per il "pubblico". Se il resto scritto è un'informazione, quanto meno è in formato matematico, quanto più il suo essere differente dal vissuto da cui è scaturito produrrà un ulteriore senso (oltre a quello originario, forse irrecuperabile) e, a questo punto, ha senso chiedersi «a cosa serve» un'eredità di senso che produce altro senso?
Considerando i molteplici usi a cui il resto trovato possa servire, come fosse una moneta trovata per strada, quel caleidoscopico «a cosa servono?», per me, tende a diventare più uno scanzonato  «cosa importa del resto?», che non accoglie certo l'irresponsabilità verso ciò che si scrive, ma è invece proprio un pungolo a scrivere con assennatezza e poi lasciare il resto... mancia.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 25 Aprile 2019, 23:00:11 PM
caro Jean,
temo che rimarrà poco o nulla.
Scrivere in un forum su un sito internet è un mezzo diverso che scrivere su un libro.
Ci sono libri ritrovati quasi per caso, sepolti in biblioteche, come pitture negli scantinati dei musei.
Abbiamo presente quanti siti da quando è nato internet sono "spariti"?
Forse non sarà il caso di questo sito che ha infatti tenuto in archivio il vecchio forum, ma....chissà?
Ma l'importante è "...mettere lì qualcosa.....e andare via".Proprio perchè confronti a volte serrati, appassionati
hanno lasciato qualcosa anche in termini di concetti, passioni,prospettive.
Siamo naviganti e ci piace comunicare se siamo in un forum, ma siamo come un messaggio in una bottiglia gettata nel grande mare.
Chissà se arriverà e chi e come la leggerà? O saremo fonte di studi sociologici.
Ma intanto navighiamo e remiamo quando c'è bonaccia.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Giugno 2019, 19:28:50 PM
Cit. Sariputra in Spiritualità: Chi di voi crede nella resurrezione di Cristo? - post #72

- ... mi trovai a parlargli dell'interdipendenza, uno dei concetti principali del Dhamma buddhista...


Interdipendenza è una parola che esprime il collegamento tra le cose.

Cose di ogni genere, pensieri, sensazioni ed emozioni. 
Si potesse visualizzare tutto ciò forse apparirebbe quella che F. Capra definì *la rete della vita, ben più pervasiva di quella telematica (che pur ne fa parte).

Come il famoso battito d'ali di una farfalla può innescare un evento meteorologico dall'altro capo del mondo... un post in una sezione (di questo forum) rivela collegamenti inaspettati in un'altra, naturalmente per chi li reputi tali, come il sottoscritto.

Nella discussione richiamata veniva espresso il concetto di "immortalità di relazionalità" che nel suo significato minimo individua il "residuo", il "resto" per rifarmi al bell'approfondimento di Phil, di ogni evento o fenomeno.

Quel qualcosa cui forse si riferisce anche Ipazia citando una delle canzoni che ha segnato la storia musicale e non solo delle penultime generazioni ormai in dirittura d'arrivo.

Certamente quel resto permane nelle forme mnemoniche di ogni tipo realizzate dall'uomo e, fin che vi sarà un interesse, nella sua coscienza  e nell'inconscio dov'è accessibile a certe condizioni, poiché quel che lì è finito riemerge non solo nei sogni ma in ogni circostanza si producano collegamenti con la vita (coscienza) in atto.

Sovente ci si accorge che quel "resto" non è poca cosa... si può dire che sia il residuo delle informazioni che caratterizza ogni evento, vicino e decifrabile o lontano e tenue, come una sorta di radiazione di fondo cui dibattono in astronomia, o ancor meno, come il residuo di un eco ormai spenta.

Ma anche in questo caso, dell'eco spenta, rimane un'informazione importante: il come, quando e dove.

Come si vien portati alla foce dalla corrente del fiume è tuttavia possibile anche risalirlo... per chi abbia capacità, motivazioni e... fortuna, perché una parte, piccola o grande che sia del nostro agire non è nelle nostre mani.

Per chi sia impegnato a risalire il fiume (della vita) in una certa misura si paleserà il significato delle informazioni incontrate che son servite a produrre una eco e da questa ancor riascoltare la parola.

 
Cordialement
Jean



*Che cos'è la vita? Partendo da questo interrogativo fondamentale il grande fisico Fritjof Capra delinea in questo libro una prospettiva rivoluzionaria sugli ecosistemi naturali e sugli esseri viventi, portando alla luce l'incredibile rapporto di interdipendenza tra il singolo individuo e il sistema di relazioni in cui è immerso. La somma di queste relazioni, che legano gli universi della psiche, della biologia e della cultura, è una rete: la rete della vita. 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 18 Giugno 2019, 21:01:06 PM
Nella foresta pietrificata in Arizona (https://www.nps.gov/pefo/planyourvisit/basicinfo.htm) innumerevoli tronchi più o meno spezzati sono testimoni dell'alternarsi del giorno e della notte da almeno 225 milioni di anni.

È il maggior sito mondiale che presenta un tale fenomeno pur se non l'unico ed è visitato da molte persone, pagando un prezzo equo. 
Data l'estensione non è possibile un controllo totale e naturalmente l'umana indole "collezionista" sovente prevale sul rispetto dovuto ad ogni testimonianza, artistica o naturale che sia, patrimonio comune e non personale.

Però... alla direzione arrivano in quantità impressionante lettere (definite di "coscienza" di cui una parte sono esposte) che riportano più o meno lo stesso evento, ossia che la "sfortuna" o il "destino avverso" si è accanito al ritorno dal parco con il ricordino proibito. 

Morti, incidenti e quant'altro... ed ognuno riconduce all'asporto illecito l'origine, tanto che le lettere accompagnano un pacco più o meno voluminoso (anche pezzi di svariate decine di chili).
Non potendo ricollocare i pezzi al loro posto originario vengono accatastati in un luogo apposito... ormai  tonnellate...

Solo suggestione e fortuite coincidenze? Provare (chi vuole) per credere.

 
Cordialement
Jean
 
 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 26 Giugno 2019, 22:34:49 PM
Cit. paul11 - L'io, il me, memoria e coscienza -  post 16

"Continuo a dubitare che il mentale sia naturale."

 
Se non lo è - se trascende la fisicità umana (mi pare che tu la pensi così) – tale mentale potrebbe avere una collocazione, risiedere (per dire) da qualche parte? 

Il trascendente sovente comunica con l'immanente (almeno per chi come noi lo ritiene possibile) e la comunicazione implica una via, un percorso – da lì a qui e viceversa. 

Se non si risale quel che s'incontra sono i pensieri che ritroviamo, bell'è fatti, sulla nostra strada. 

Si possono spazzare ogni mattino ed accatastare, facendone un bel cumulo rilucente e venerarlo, ognuno dalla propria prospettiva. 

Ma quel che conta è la strada, da dove viene e non cosa vi troviamo.


 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 26 Giugno 2019, 23:43:20 PM
Citazione di: Jean il 26 Giugno 2019, 22:34:49 PM
Cit. paul11 - L'io, il me, memoria e coscienza -  post 16

"Continuo a dubitare che il mentale sia naturale."


Se non lo è - se trascende la fisicità umana (mi pare che tu la pensi così) – tale mentale potrebbe avere una collocazione, risiedere (per dire) da qualche parte?

Il trascendente sovente comunica con l'immanente (almeno per chi come noi lo ritiene possibile) e la comunicazione implica una via, un percorso – da lì a qui e viceversa.

Se non si risale quel che s'incontra sono i pensieri che ritroviamo, bell'è fatti, sulla nostra strada.

Si possono spazzare ogni mattino ed accatastare, facendone un bel cumulo rilucente e venerarlo, ognuno dalla propria prospettiva.

Ma quel che conta è la strada, da dove viene e non cosa vi troviamo.



Cordialement
Jean
Caro Jean
Ritengo la coscienza il ponte fra spirito e cervello ed è per questo che noi possiamo trascendere il reale.Noi siamo immamnenza, trascendentalità(capacità linguistica) e trascendenza spirituale allo stesso tempo e luogo(il corpo fisico) Siamo natura, fisicità (dominio fisico)-coscienza(mediatore e veicolatore)- anima spirito(dominio trascendente).

L'esistenza ha un significato e senso, ma è vano cercarvi verità certe. L'uomo ha il compito(il senso) di costruirsi tendendo verso la verità.


Ora, senso e significato dell'esistenza hanno consistenza solo se le regole e ordini universali corrispondono alle regole umana. e viceversa;quindi il percorso è sempre fra sorgente e foce del fiume e viceversa. Mancando questa premessa la vita perde senso e significato e si prospettano regole fiscaliste e naturali che indicano tutt'altro: Nietzsche docet in quest'ultimo viatico. Perché prendono consistenza significativa, la potenza, il dominio sulla natura e perdono
dimostrabilità l'etica e la morale
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 23 Luglio 2019, 16:10:48 PM
Citazione di: paul11 il 26 Giugno 2019, 23:43:20 PM
Citazione di: Jean il 26 Giugno 2019, 22:34:49 PM
Cit. paul11 - L'io, il me, memoria e coscienza -  post 16

"Continuo a dubitare che il mentale sia naturale."


Se non lo è - se trascende la fisicità umana (mi pare che tu la pensi così) – tale mentale potrebbe avere una collocazione, risiedere (per dire) da qualche parte?

Il trascendente sovente comunica con l'immanente (almeno per chi come noi lo ritiene possibile) e la comunicazione implica una via, un percorso – da lì a qui e viceversa.

Se non si risale quel che s'incontra sono i pensieri che ritroviamo, bell'è fatti, sulla nostra strada.

Si possono spazzare ogni mattino ed accatastare, facendone un bel cumulo rilucente e venerarlo, ognuno dalla propria prospettiva.

Ma quel che conta è la strada, da dove viene e non cosa vi troviamo.



Cordialement
Jean
Caro Jean
Ritengo la coscienza il ponte fra spirito e cervello ed è per questo che noi possiamo trascendere il reale.Noi siamo immamnenza, trascendentalità(capacità linguistica) e trascendenza spirituale allo stesso tempo e luogo(il corpo fisico) Siamo natura, fisicità (dominio fisico)-coscienza(mediatore e veicolatore)- anima spirito(dominio trascendente).

L'esistenza ha un significato e senso, ma è vano cercarvi verità certe. L'uomo ha il compito(il senso) di costruirsi tendendo verso la verità.


Ora, senso e significato dell'esistenza hanno consistenza solo se le regole e ordini universali corrispondono alle regole umana. e viceversa;quindi il percorso è sempre fra sorgente e foce del fiume e viceversa. Mancando questa premessa la vita perde senso e significato e si prospettano regole fiscaliste e naturali che indicano tutt'altro: Nietzsche docet in quest'ultimo viatico. Perché prendono consistenza significativa, la potenza, il dominio sulla natura e perdono
dimostrabilità l'etica e la morale

Caro paul,
sulla coscienza e sui (presunti) modi di influenzarne dinamiche e contenuti ci campano in molti, intendendo che a tutto, attualmente, viene assegnato un valore, esposto e venduto.

Nondimeno è inevitabile che in filosofia, spiritualità, psicologia ecc. ci si imbatta sin dall'inizio in questa magica parola. 
Appunto una parola a cui vengono attribuiti altrettanto magici poteri ed io stesso usando "magici" contribuisco al gioco delle definizioni, indicando qualcosa e tuttavia non definendola poiché d'ogni cosa l'esperienza personale sarà sempre diversa.

Anche come si usano/interpretano le parole sappiamo bene dipende dal percorso formativo-esperienziale poiché la cultura (come le esperienze) inevitabilmente creerà e plasmerà un tracciato (prassi) elaborativo delle informazioni.

Messa così non sembra esservi via d'uscita, quel ponte che unisce le due rive collocate in domini diversi per esser vissuto (nel senso di com-preso) come l'intendi presuppone appunto un percorso formativo-esperienziale  relativamente simile al tuo ed una simile (ma non identica) assegnazione di senso ad altre parole magiche: da spirito ed  esistenza sino ad etica e morale. 
Nonché correlazioni assodate e condivise tra quegli ordini universali e regole umane cui ti riferisci.

Se c'è qualcosa di cui possiamo star certi è che non vi sono due cose uguali... ognuno ha la sua storia, il suo posto nella memoria (https://youtu.be/FGDQ1N39V_o) e tutti questi innumerevoli e microscopici pezzetti venuti all'esistenza (si può dubitarne?), visti in una prospettiva sufficientemente allargata, son parimenti significativi poiché la scala valoriale si dissolve allontanandosi dal particolare. 

Cosa si vedrebbe da quella prospettiva? 
Ammettendo di poterne far esperienza, di com-prenderla ed elaborarla a mezzo del minuscolo muscolo intellettuale di cui disponiamo, ci ritroveremo con un'altra definizione, un'ulteriore carta con cui partecipare al gioco della storia infinita.

C'è una via d'uscita?

Per me una sola, naturalmente la mia definizione... la coscienza non è niente di più e niente di meno che l'intera narrazione.
 

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 23 Luglio 2019, 17:17:50 PM
Salve Jean. Citandoti : "la coscienza non è niente di più e niente di meno che l'intera narrazione."
Molto poetico ma assai poco esplicativo- Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 23 Luglio 2019, 22:12:41 PM
Salve Jean. Citandoti : "la coscienza non è niente di più e niente di meno che l'intera narrazione." 
Molto poetico ma assai poco esplicativo- Saluti.

Viator - solo l'amore ci salverà


 
ciao viator,  
                         
avessi scritto l'inverso: "molto esplicativo ma assai poco poetico" forse l'avrei gradito un po' meno. 
Nel gioco dei rimandi a mia volta ti cito: "solo l'amore ci salverà" e analogamente potrei dire "molto poetico ma assai poco esplicativo".

Invero coscienza ed amore son parole magiche e difficilmente si può trattarle al pari delle altre, perché si trasformano diventando altro nello stesso momento che si cerca d'impadronirsene. 

Così l'ambito poetico riesce un po' meglio di altri a manovrarle... a loro insaputa...  ;)

Nel merito della definizione - attraverso un esempio molto circoscritto e limitato - entrandoci troviamo il mio percorso e la tua risposta, per il momento... oppure l'unica per sempre.

Le due rappresentano e di fatto sono l'intera narrazione che le contempera. 
Allarga sempre di più e arrivi a quel che ho scritto nel post... ce n'est pas difficile...  :)
 
Un altrettanto cordiale saluto
Jean
 
(PS- piaciuta la canzone di Gabriella?)
Titolo: L'ultimo numero
Inserito da: Jean il 07 Agosto 2019, 17:30:22 PM
-        Presidente, sono arrivati.

-        Falli entrare e vediamo di risolvere questo giochetto alla svelta... sono arcistufo di ascoltare i vostri esperti.

-        Sì, Signor Presidente... e voi, per cortesia, accomodatevi intorno al tavolo. Il computer è collegato a quello della vostra sezione e il monitor alla telecamere che riprendono l'intero comparto. Professor Kennedy, a lei illustrare la situazione.

-        Grazie, sarò breve... siamo in piena emergenza, a causa di un evento che illustrerò tra poco, si sta verificando una perdita continua e crescente d'energia in tutta la rete elettrica della Nazione. In pratica qualcosa sta assorbendo energia, abbiamo verificato e provato tutto il possibile, senza risultato e...

-        ... dunque ci stanno attaccando! Jack, controlla che siano stati allertati tutti i responsabili della difesa e...

-        Presidente... al momento non possiamo ipotizzare un attacco nemico, si tratta di qualcosa di totalmente diverso... permetta a Kennedy di continuare, solo qualche minuto... prosegua, Professore.

-        Sarò ancora più breve, Presidente, cinque giorni fa nella sezione di ricerca profonda, quella che vede nel monitor, qualcuno ha  posto al computer centrale un quesito matematico... estremamente semplice, questo: dato un numero sommare ad esso 1. Continuare a sommare 1 sino al risultato finale...

-        Kennedy, i numeri sono infiniti... che gioco stupido.

-        Il computer non l'ha ritenuto stupido... probabilmente ci siamo dimenticati di informarlo... e si è messo al lavoro...

-        Senza giungere a nulla, immagino!

-        Sì, all'inizio la cosa procedette come tutti immaginiamo... il numero divenne sempre più grande. Le capacità di calcolo e la memoria complessiva dei computer della ricerca profonda oggi sono semplicemente spaventose... non basterebbe l'intera età dell'universo a mostrarle il risultato raggiunto dopo un solo giorno... quando si è bloccato tutto ed abbiamo scoperto cos'era successo.

-        Cosa?

-        Il computer, noi lo chiamiamo Bob, ha trovato il risultato... l'ultimo numero...

-        Che idiozia, mostramelo che aggiungo 1, moltiplico od elevo a potenza e lo straccio in un secondo!

-        L'ho appena detto... ammettendo di poterlo fare servirebbero una quindicina di miliardi d'anni per visualizzarlo... e dove, poi? Per quanto lo rimpicciolissimo neppure le dimensioni del nostro sistema solare potrebbero contenerlo...

-        ... va beh, i giochetti Fields non mi piacciono più da quando il russo ha risolto la congettura e sputato sui nostri dollari... e allora? (*)

-         Bob ha visualizzato... eccola li, sul monitor: "inserire nuovamente il numero iniziale per accedere al risultato"

-        L'avete fatto, no?

-        Sì e no, Presidente... chi ha posto la domanda al computer non lo ricorda il numero iniziale... come ha detto lei pensava fosse un gioco stupido... ha digitato a caso dei numeri, purtroppo non pochi... abbiamo provato con lui in tutti i modi di ricostruire il numero e darlo a Bob... un paio di tentativi e ci siamo fermati...

-        Ma, accidenti, usate un generatore di numeri, sequenziale o causale... sarà questione di un minuto, mica è un codice!

-        Sì, giusto... l'abbiamo pensato infatti. Il punto è che al primo tentativo - le dissi che in qualche modo il computer consuma energia prendendola dall'intera rete nazionale – una centrale è saltata, fusa... irrecuperabile. Magari una coincidenza ma al secondo la stessa cosa, un'altra e di maggior potenza, per fortuna non nucleare... per quello siamo qui.

-        Ma quell'idiota... chi gli ha permesso di giocare con i computer della ricerca profonda, chi ce l'ha portato lì dentro?

-        Pochi possono accedervi, tuttavia qualcuno ha maggiori possibilità, trattandosi di persone fidate...

-        E chi sarebbe questo fidato deficiente?

-        Presidente, chi non gioca con i computer? Non poteva immaginare una cosa del genere...

-        Jack, ho fatto una domanda, dimmelo tu... chi è stato?

-        Ehm, presidente... suo nipote desiderava da tanto vedere la sezione e sua figlia, autorizzata... ce l'ha portato...

-        Jack, non hai niente da chiedere all'esperto?

 
... continua
 

(*) https://ilbolive.unipd.it/it/news/perche-grigori-perelman-rifiuto-milione-dollari
       https://www.lamacchinadiluce.com/2019/06/grigori-perelman-jakovlevic-e-la.html
 

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 07 Agosto 2019, 18:43:02 PM
Salve Jean. Poeticamente, tu voli ed io striscio.
Strisciando, fammi solo notare che "solo l'amore ci salverà" è un motto (al limite un augurio o una profezia) e come tale non deve possedere alcuna funzione esplicativa, che toccherebbe invece alle definizioni come quella data da te.
Con simpatia da Viator.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 08 Agosto 2019, 10:35:27 AM
Salve Viator,
 
(Volando non tocco
strisciando non volo,
così che ritocco
quel che c'è nel paiolo...).
 
È estate e il divagar ci è dolce,

infatti (quasi anticipando l'ultima tua) nella risposta avevo "esplicato" la definizione data. 
Ma esplicare, spiegare, sovente non ci riesce compiutamente, per dire, pure Galilei... "io n'intendo chiaro dentro di me, ma non so bene esplicarmi".


Anche scrivere un post parte da un'idea... una sorta d'anomala vibrazione mentale che spinge a cercar un'uscita... od un'entrata. 

Sì, perché prima di presentarla all'altri codesta idea occorre che l'abbiamo ben fatta nostra... direi mangiata, e i riferimenti al ciclo digestivo s'incontran spesso... hai "assimilato-digerito" il concetto?  

Convien fermarsi, pur se oggi si parla più della fine del ciclo che dell'inizio...

Della difficoltà di mangiare un'idea (in altri termini... unire il dire al fare) te ne propongo una declamazione artistica d'indubbio livello (secondo me), questo il testo:
 

Un'idea
 
- Chi sei?
- Mah, non so.
- Chi sei?
- Sono un non so.
- L'ironia è un'arma della borghesia, chi sei?
- Sono... sono uno che scrive.
- ah, sei un poeta.
- Be', chiamami come ti pare.
- Un poeta rivoluzionario?
- Sì, rivoluzionario.
- E di cosa parli?
- Parlo dell'uomo, dei suoi rapporti, dell'amore, parlo di un albero.
- ah, di un albero... era lì che ti aspettavo. Ma non lo sai che parlare di un albero in tempo di rivoluzione è come tradire la rivoluzione?
- C'è la rivoluzione?
- Non fare lo spiritoso. Parlavo dell'impegno, dell'impegno ideologico.
- Questa l'ho già sentita, eh...
- L'hai già sentita ma non l'hai imparata.
- Non è che non l'ho imparata, è che a me non interessa il cervello che va, va, chissà dove; deve passare di qui, dentro. È l'istinto che mi interessa, lo stomaco.
- Ah, lo stomaco... era lì che ti aspettavo.
- Eh, ma tu mi aspetti sempre da tutte le parti.
- Per forza, fai ancora il discorso sui sentimenti, sui dolori. Lo so dove vuoi arrivare. Ma credi veramente di servire a qualcosa?
- Mah, non so. Servo a qualcosa? Dite, ditelo voi, servo a qualcosa? Non dicono.
- Non servi a niente. Sei un poeta borghese, ti rinchiudi in te, non riesci a tirar fuori un'idea, modificarla, cambiarla.
- Un'idea, modificarla, cambiarla, elaborarla, non ci vuole mica tanto... È cambiarsi davvero, è cambiarsi di dentro che è un'altra cosa.
 
Un'idea, un concetto, un'idea,
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione.
Se potessi mangiare un'idea
avrei fatto la mia rivoluzione.
 
In Virginia il signor Brown
era l'uomo più antirazzista.
Un giorno, sua figlia sposò
un uomo di colore.
Lui disse «Bene»,
ma non era di buonumore.
 
Ad una conferenza
di donne femministe,
si parlava di prender coscienza
e di liberazione.
Tutte cose giuste,
per un'altra generazione.
 
Un'idea, un concetto, un'idea,
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione.
Se potessi mangiare un'idea,
avrei fatto la mia rivoluzione.
 
Su un libro di psicologia,
ho imparato a educare mio figlio:
se cresce libero, il bimbo
è molto più contento.
L'ho lasciato fare,
m'è venuto l'esaurimento.
 
Un mio amico voleva impostare
la famiglia in un modo nuovo,
e disse a sua moglie:
«Se vuoi, mi puoi anche tradire».
Lei lo tradì,
lui non riusciva più a dormire.
 
Un'idea, un concetto, un'idea,
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione.
Se potessi mangiare un'idea,
avrei fatto la mia rivoluzione.
 
Aveva tante idee,
era un uomo d'avanguardia,
si vestiva di nuova cultura
e cambiava ogni momento.
Ma quand'era nudo,
era un uomo dell'Ottocento.
 
Ho voluto andare
ad una manifestazione:
i compagni, la lotta di classe,
tante cose belle,
che ho nella testa,
ma non ancora nella pelle.
 
Un'idea, un concetto, un'idea,
finché resta un'idea è soltanto un'astrazione.
Se potessi mangiare un'idea,
avrei fatto la mia rivoluzione,
la mia rivoluzione, la mia rivoluzione.

https://lyricstranslate.com/it/giorgio-gaber-unidea-lyrics.html
 

e questa la canzone:

https://youtu.be/Nw3BrtWfMAY

(in questa versione ha sostituito la seconda ed ultima strofa... in quegli anni educazione e manifestazioni erano argomenti sensibili...).

 
Per finire concordo, solo l'amore ci salverà è un motto, un augurio o una profezia... ma per tanti è solo un'idea... tenuta in mano e sbandierata ma mai messa in bocca.
 

Con altrettanta simpatia
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Agosto 2019, 07:10:25 AM
Pardon, ho scambiato l'url della canzone ed oggi non ho potuto modificarlo, quello corretto è questo: 

https://youtu.be/uQw9KVeLcr4

J4Y
Titolo: L'ultimo numero
Inserito da: Jean il 16 Agosto 2019, 23:40:15 PM
Bentornati alla lettura,
 
nella prima parte si parla di numeri e delle certezze che abbiamo al riguardo, frutto della nostra educazione (nel caso quella matematica). 
Naturalmente non per tutti è così, poi ci son vari gradi e quel che a noi (ma anche agli scienziati) appare in un modo per qualcun altro è diverso.

Al proposito è stata richiamata la figura di G. Perelman che si riallaccia alla topologia, la quale infrange le certezze di poter comprendere il nostro universo standoci dentro.

Anche la certezza che i numeri siano infiniti è appunto una certezza all'interno dei nostri confini... al di là di quelli?

Il computer della ricerca profonda (deep learning - DL) evidentemente non è stato istruito sulle questioni essenziali, dandole per scontate. 
Per noi, ma non per i confini della DL, che senza pregiudizi ha iniziato la ricerca dell'ultimo numero. Trovando qualcosa.

Incidentalmente, un risultato non raffigurabile (15 miliardi d'anni ecc.) e forse non gestibile (almeno con gli attuali mezzi)  è ancora un risultato o qualcosa d'altro?

Diverse questioni s'intrecciano ed altre se ne prospettano... nella ricerca dell'ultimo numero.
 


-        Presidente, sono arrivati.

-        Falli entrare e vediamo di risolvere questo giochetto alla svelta... sono arcistufo di ascoltare i vostri esperti.

-        Sì, Signor Presidente... e voi, per cortesia, accomodatevi intorno al tavolo. Il computer è collegato a quello della vostra sezione e il monitor alla telecamere che riprendono l'intero comparto. Professor Kennedy, a lei illustrare la situazione.

-        Grazie, sarò breve... siamo in piena emergenza, a causa di un evento che illustrerò tra poco, si sta verificando una perdita continua e crescente d'energia in tutta la rete elettrica della Nazione. In pratica qualcosa sta assorbendo energia, abbiamo verificato e provato tutto il possibile, senza risultato e...

-        ... dunque ci stanno attaccando! Jack, controlla che siano stati allertati tutti i responsabili della difesa e...

-        Presidente... al momento non possiamo ipotizzare un attacco nemico, si tratta di qualcosa di totalmente diverso... permetta a Kennedy di continuare, solo qualche minuto... prosegua, Professore.

-        Sarò ancora più breve, Presidente, cinque giorni fa nella sezione di ricerca profonda, quella che vede nel monitor, qualcuno ha  posto al computer centrale un quesito matematico... estremamente semplice, questo: dato un numero sommare ad esso 1. Continuare a sommare 1 sino al risultato finale...

-        Kennedy, i numeri sono infiniti... che gioco stupido.

-        Il computer non l'ha ritenuto stupido... probabilmente ci siamo dimenticati di informarlo... e si è messo al lavoro...

-        Senza giungere a nulla, immagino!

-        Sì, all'inizio la cosa procedette come tutti immaginiamo... il numero divenne sempre più grande. Le capacità di calcolo e la memoria complessiva dei computer della ricerca profonda oggi sono semplicemente spaventose... non basterebbe l'intera età dell'universo a mostrarle il risultato raggiunto dopo un solo giorno... quando si è bloccato tutto ed abbiamo scoperto cos'era successo.

-        Cosa?

-        Il computer, noi lo chiamiamo Bob, ha trovato il risultato... l'ultimo numero...

-        Che idiozia, mostramelo che aggiungo 1, moltiplico od elevo a potenza e lo straccio in un secondo!

-        L'ho appena detto... ammettendo di poterlo fare servirebbe una quindicina di miliardi d'anni per visualizzarlo... e dove, poi? Per quanto lo rimpicciolissimo neppure le dimensioni del nostro sistema solare potrebbero contenerlo...

-        ... va beh, i giochetti Fields non mi piacciono più da quando il russo ha risolto la congettura e sputato sui nostri dollari... e allora? (*)

-         Bob ha visualizzato... eccola li, sul monitor: "inserire nuovamente il numero iniziale per accedere al risultato"

-        L'avete fatto, no?

-        Sì e no, Presidente... chi ha posto la domanda al computer non lo ricorda il numero iniziale... come ha detto lei pensava fosse un gioco stupido... ha digitato a caso dei numeri, purtroppo non pochi... abbiamo provato con lui in tutti i modi di ricostruire il numero e darlo a Bob... un paio di tentativi e ci siamo fermati...

-        Ma, accidenti, usate un generatore di numeri, sequenziale o causale... sarà questione di un minuto, mica è un codice!

-        Sì, giusto... l'abbiamo pensato infatti. Il punto è che al primo tentativo - le dissi che in qualche modo il computer consuma energia prendendola dall'intera rete nazionale – una centrale è saltata, fusa... irrecuperabile. Magari una coincidenza ma al secondo la stessa cosa, un'altra e di maggior potenza, per fortuna non nucleare... per quello siamo qui.

-        Ma quell'idiota... chi gli ha permesso di giocare con i computer della ricerca profonda, chi ce l'ha portato lì dentro?

-        Pochi possono accedervi, tuttavia qualcuno ha maggiori possibilità, trattandosi di persone fidate...

-        E chi sarebbe questo fidato deficiente?

-        Presidente, chi non gioca con i computer? Non poteva immaginare una cosa del genere...

-        Jack, dimmelo tu, ho fatto una domanda... chi è stato?

-        Ehm, presidente... suo nipote desiderava da tanto vedere la sezione e sua figlia, autorizzata... ce l'ha portato...

-        Jack, non hai niente da chiedere all'esperto?

..........................................
 
-        Sì... Kennedy, siete assolutamente certi che le due centrali siano saltate a causa delle vostre risposte sbagliate?

-        Consigliere Jack, in entrambi i tentativi appena premuto "invio"  l'anomalo assorbimento di energia dall'intera rete si è spostato su una sola centrale,  per quello sono saltate... immediatamenteAbbiamo controllato i tempi e le località, la prima era a 3000 miglia di distanza da qui, la seconda quasi dieci volte meno... e se come sembra l'incremento è esponenziale la prossima potrebbe trovarsi molto vicino a qui...  

-        Sarebbe meglio non fare altri tentativi con quella dannata macchina...

-        Giusto, Presidente... ma qualcosa saremo costretti a tentare. Il fattore esponenziale riguarda la distanza delle centrali e pure la loro potenza, la seconda erogava dieci volte l'energia della prima. Come ho detto all'inizio – non saremmo qui altrimenti – il problema è l'assorbimento di energia da parte di qualcosa... ed anche questo è esponenziale. Le due centrali perse, unite alla crescente richiesta anomala, stanno già mettendo in crisi la rete elettrica... ancora un paio di giorni – il massimo che potremo resistere - e diverrà di dominio pubblico, mentre i nostri nemici stanno già  ricevendo report sugli eventi...

-        Ma vi paghiamo per cosa... quali sono le opzioni?

-        ... ecco, questo il punto, analizzandole tutte ne sono rimaste solo due con qualche probabilità di riuscita. Ma entrambe comportano un alto grado di rischio e la decisione  finale spetta a lei, Presidente.

-        Professor Kennedy, le illustrerò io al Presidente.

Opzione A:

la sezione del nostro segreto supercomputer quantistico (SQ) coordinata dal Dottor Shors qui presente,ha individuato le possibili centrali verso la quale si indirizzerà l'enorme richiesta di energia nel caso di un'altra risposta errata. Partendo dalle due risposte precedenti la sezione prospetta la possibilità, dopo un solo altro tentativo, di trovare il numero e contemporaneamente di impedire, disconnettendole un attimo prima, di accedere alle centrali che presentino anomalie significative. Questa opzione è immediatamente operativa.

Opzione B:

la sezione della  ricerca profonda (DL) propone di usare... Alice, un programma di intelligenza artificiale per approfondire la questione... e trarne qualche "suggerimento". In questo caso serve un po' di tempo ma i rischi non sarebbero immediati.

-        Ok, Jack... dammi anche tu dei numeri, quanti sono a favore dell'opzione B?

-        Presidente, su dieci persone del nostro team solo due, il Professor Kennedy... ed io...

-        Beh, di te me l'aspettavo, i filosofi quando c'è da perder tempo... dica, Kennedy, cosa c'è che non va nell'opzione A?

-        Presidente, per riuscire ad individuare  il numero iniziale, ammesso ci riesca, l'SQ avrà anch'esso bisogno di tempo. Ci vorrà almeno qualche microsecondo tra l'invio della terza risposta, l'elaborazione e il successivo invio del numero, mentre noi abbiamo calcolato che le centrali - lo ripeto - sono collassate immediatamente dopo le risposte sbagliate. Dubito che l'SQ riesca a disconnetterle in un tempo minore di istantaneamente... il rischio è di perderne un'altra cento volte più potente della prima... molto vicino a noi, senza aver risolto niente, anzi...

-        Dottor Shors, cosa c'è che non va nell'opzione B?

-        Presidente, semplicemente non è un'opzione... niente di controllabile, solo una speranza. Ok, Kennedy ha ragione, potrebbe essere questione di microsecondi... però se anche l'SQ non riuscirà a disconnetterla istantaneamente, la centrale potrebbe non subire un danno totale. Ma quel che sia avremo trovato il numero che potrebbe fermare il processo.

-        Jack, adesso devo assentarmi per un'intervista di mezz'ora. Quando torno qui voglio l'unanimità, siete scienziati e la scienza deve dare certezze... mangiatevi tutte le vostre probabilità e datemi una sola risposta, ok?   

-        Sì, Presidente.

 
... continua


 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:L'ultimo numero
Inserito da: Jean il 26 Agosto 2019, 11:08:19 AM
Citazione di: Jean il 16 Agosto 2019, 23:40:15 PM
Bentornati alla lettura,

nella prima parte si parla di numeri e delle certezze che abbiamo al riguardo, frutto della nostra educazione (nel caso quella matematica).
Naturalmente non per tutti è così, poi ci son vari gradi e quel che a noi (ma anche agli scienziati) appare in un modo per qualcun altro è diverso.

Al proposito è stata richiamata la figura di G. Perelman che si riallaccia alla topologia, la quale infrange le certezze di poter comprendere il nostro universo standoci dentro.

Anche la certezza che i numeri siano infiniti è appunto una certezza all'interno dei nostri confini... al di là di quelli?

Il computer della ricerca profonda (deep learning - DL) evidentemente non è stato istruito sulle questioni essenziali, dandole per scontate.
Per noi, ma non per i confini della DL, che senza pregiudizi ha iniziato la ricerca dell'ultimo numero. Trovando qualcosa.

Incidentalmente, un risultato non raffigurabile (15 miliardi d'anni ecc.) e forse non gestibile (almeno con gli attuali mezzi)  è ancora un risultato o qualcosa d'altro?

Diverse questioni s'intrecciano ed altre se ne prospettano... nella ricerca dell'ultimo numero.



-Presidente, sono arrivati.

-Falli entrare e vediamo di risolvere questo giochetto alla svelta... sono arcistufo di ascoltare i vostri esperti.

-Sì, Signor Presidente... e voi, per cortesia, accomodatevi intorno al tavolo. Il computer è collegato a quello della vostra sezione e il monitor alla telecamere che riprendono l'intero comparto. Professor Kennedy, a lei illustrare la situazione.

-Grazie, sarò breve... siamo in piena emergenza, a causa di un evento che illustrerò tra poco, si sta verificando una perdita continua e crescente d'energia in tutta la rete elettrica della Nazione. In pratica qualcosa sta assorbendo energia, abbiamo verificato e provato tutto il possibile, senza risultato e...

-... dunque ci stanno attaccando! Jack, controlla che siano stati allertati tutti i responsabili della difesa e...

-Presidente... al momento non possiamo ipotizzare un attacco nemico, si tratta di qualcosa di totalmente diverso... permetta a Kennedy di continuare, solo qualche minuto... prosegua, Professore.

-Sarò ancora più breve, Presidente, cinque giorni fa nella sezione di ricerca profonda, quella che vede nel monitor, qualcuno ha  posto al computer centrale un quesito matematico... estremamente semplice, questo: dato un numero sommare ad esso 1. Continuare a sommare 1 sino al risultato finale...

-Kennedy, i numeri sono infiniti... che gioco stupido.

-Il computer non l'ha ritenuto stupido... probabilmente ci siamo dimenticati di informarlo... e si è messo al lavoro...

-Senza giungere a nulla, immagino!

-Sì, all'inizio la cosa procedette come tutti immaginiamo... il numero divenne sempre più grande. Le capacità di calcolo e la memoria complessiva dei computer della ricerca profonda oggi sono semplicemente spaventose... non basterebbe l'intera età dell'universo a mostrarle il risultato raggiunto dopo un solo giorno... quando si è bloccato tutto ed abbiamo scoperto cos'era successo.

-Cosa?

-Il computer, noi lo chiamiamo Bob, ha trovato il risultato... l'ultimo numero...

-Che idiozia, mostramelo che aggiungo 1, moltiplico od elevo a potenza e lo straccio in un secondo!

-L'ho appena detto... ammettendo di poterlo fare servirebbe una quindicina di miliardi d'anni per visualizzarlo... e dove, poi? Per quanto lo rimpicciolissimo neppure le dimensioni del nostro sistema solare potrebbero contenerlo...

-... va beh, i giochetti Fields non mi piacciono più da quando il russo ha risolto la congettura e sputato sui nostri dollari... e allora? (*)

-Bob ha visualizzato... eccola li, sul monitor: "inserire nuovamente il numero iniziale per accedere al risultato"

-L'avete fatto, no?

-Sì e no, Presidente... chi ha posto la domanda al computer non lo ricorda il numero iniziale... come ha detto lei pensava fosse un gioco stupido... ha digitato a caso dei numeri, purtroppo non pochi... abbiamo provato con lui in tutti i modi di ricostruire il numero e darlo a Bob... un paio di tentativi e ci siamo fermati...

-Ma, accidenti, usate un generatore di numeri, sequenziale o causale... sarà questione di un minuto, mica è un codice!

-Sì, giusto... l'abbiamo pensato infatti. Il punto è che al primo tentativo - le dissi che in qualche modo il computer consuma energia prendendola dall'intera rete nazionale – una centrale è saltata, fusa... irrecuperabile. Magari una coincidenza ma al secondo la stessa cosa, un'altra e di maggior potenza, per fortuna non nucleare... per quello siamo qui.

-Ma quell'idiota... chi gli ha permesso di giocare con i computer della ricerca profonda, chi ce l'ha portato lì dentro?

-Pochi possono accedervi, tuttavia qualcuno ha maggiori possibilità, trattandosi di persone fidate...

-E chi sarebbe questo fidato deficiente?

-Presidente, chi non gioca con i computer? Non poteva immaginare una cosa del genere...

-Jack, dimmelo tu, ho fatto una domanda... chi è stato?

-Ehm, presidente... suo nipote desiderava da tanto vedere la sezione e sua figlia, autorizzata... ce l'ha portato...

-Jack, non hai niente da chiedere all'esperto?

..........................................

-Sì... Kennedy, siete assolutamente certi che le due centrali siano saltate a causa delle vostre risposte sbagliate?

-Consigliere Jack, in entrambi i tentativi appena premuto "invio"  l'anomalo assorbimento di energia dall'intera rete si è spostato su una sola centrale,  per quello sono saltate... immediatamente. Abbiamo controllato i tempi e le località, la prima era a 3000 miglia di distanza da qui, la seconda quasi dieci volte meno... e se come sembra l'incremento è esponenziale la prossima potrebbe trovarsi molto vicino a qui...

-Sarebbe meglio non fare altri tentativi con quella dannata macchina...

-Giusto, Presidente... ma qualcosa saremo costretti a tentare. Il fattore esponenziale riguarda la distanza delle centrali e pure la loro potenza, la seconda erogava dieci volte l'energia della prima. Come ho detto all'inizio – non saremmo qui altrimenti – il problema è l'assorbimento di energia da parte di qualcosa... ed anche questo è esponenziale. Le due centrali perse, unite alla crescente richiesta anomala, stanno già mettendo in crisi la rete elettrica... ancora un paio di giorni – il massimo che potremoresistere - e diverrà di dominio pubblico, mentre i nostri nemici stanno già ricevendo report sugli eventi...

-Ma vi paghiamo per cosa... quali sono le opzioni?

-... ecco, questo il punto, analizzandole tutte ne sono rimaste solo due con qualche probabilità di riuscita. Ma entrambe comportano un alto grado di rischio e la decisione  finale spetta a lei, Presidente.

-Professor Kennedy, le illustrerò io al Presidente.

Opzione A:

la sezione del nostro segreto supercomputer quantistico (SQ) coordinata dal Dottor Shors qui presente,ha individuato le possibili centrali verso la quale si indirizzerà l'enorme richiesta di energia nel caso di un'altra risposta errata. Partendo dalle due risposte precedenti la sezione prospetta la possibilità, dopo un solo altro tentativo, di trovare il numero e contemporaneamente di impedire, disconnettendole un attimo prima, di accedere alle centrali che presentino anomalie significative. Questa opzione è immediatamente operativa.

Opzione B:

la sezione della  ricerca profonda (DL) propone di usare... Alice, un programma di intelligenza artificiale per approfondire la questione... e trarne qualche "suggerimento". In questo caso serve un po' di tempo ma i rischi non sarebbero immediati.

-Ok, Jack... dammi anche tu dei numeri, quanti sono a favore dell'opzione B?

-Presidente, su dieci persone del nostro team solo due, il Professor Kennedy... ed io...

-Beh, di te me l'aspettavo, i filosofi quando c'è da perder tempo... dica, Kennedy, cosa c'è che non va nell'opzione A?

-Presidente, per riuscire ad individuare  il numero iniziale, ammesso ci riesca, l'SQ avrà anch'esso bisogno di tempo. Ci vorrà almeno qualche microsecondo tra l'invio della terza risposta, l'elaborazione e il successivo invio del numero, mentre noi abbiamo calcolato che le centrali - lo ripeto - sono collassate immediatamente dopo le risposte sbagliate. Dubito che l'SQ riesca a disconnetterle in un tempo minore di istantaneamente... il rischio è di perderne un'altra cento volte più potente della prima... molto vicino a noi, senza aver risolto niente, anzi...

-Dottor Shors, cosa c'è che non va nell'opzione B?

-Presidente, semplicemente non è un'opzione... niente di controllabile, solo una speranza. Ok, Kennedy ha ragione, potrebbe essere questione di microsecondi... però se anche l'SQ non riuscirà a disconnetterla istantaneamente, la centrale potrebbe non subire un danno totale. Ma quel che sia avremo trovato il numero che potrebbe fermare il processo.

-Jack, adesso devo assentarmi per un'intervista di mezz'ora. Quando torno qui voglio l'unanimità, siete scienziati e la scienza deve dare certezze... mangiatevi tutte le vostre probabilità e datemi una sola risposta, ok?  

-Sì, Presidente.


... continua



Cordialement
Jean

... un approfondimento sui grandi numeri:

Googol  (Il termine è all'origine del nome Google, adottato da Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google Inc., azienda che gestisce l'omonimo motore di ricerca. L'alterazione nello spelling fu dovuta a un errore compiuto nella scrittura del termine googol ai tempi della prima registrazione del dominio, come descritto nel libro The Google Story di David A. Vise.)  https://it.m.wikipedia.org/wiki/Googol

Goggoplex : https://it.m.wikipedia.org/wiki/Googolplex

Megistone : https://it.m.wikipedia.org/wiki/Megistone

Numero di Graham : In matematica, il numero di Graham, così chiamato in onore di Ronald Graham, è considerato il primo numero di grandezza inconcepibile ad essere usato in una seria dimostrazione matematica
Tale numero è estremamente più grande di altri famosi numeri grandi come il googol, il googolplex e perfino il Megistone.
Come molti altri numeri di grandi dimensioni una sua rappresentazione completa è scientificamente impossibile in quanto, anche ipotizzando di essere in grado di immagazzinare un bit in un singolo volume di Planck, lo spazio necessario ad immagazzinare tale numero sarebbe enormemente superiore a quello dell'intero universo conosciuto

In altre parole, un ipotetico calcolatore grande quanto l'intero universo e sofisticato sino agli attuali limiti fisici potrebbe calcolare solo una minuscola parte di questo numero. Tuttavia, nel caso del numero di Graham, lo stesso limite si ripresenta qualora volessimo esprimere la quantità di cifre presenti nel numero, o la quantità di cifre della quantità di cifre, ma anche per la lunghezza della frase "quantità di cifre della quantità di cifre della quantità di cifre..." necessaria. In altre parole, la sua dimensione è tale che non è possibile dare un'idea delle sue effettive dimensioni in termini non matematici.[1].
Il numero di Graham è stato riportato nel Guinness dei Primati del 1980.[2]
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Numero_di_Graham



Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 07 Settembre 2019, 00:23:52 AM
Discussione  prima del ritorno del Presidente

 
Prof. Kennedy – Non abbiamo idea di cosa stia accadendo, è inconcepibile che qualcosa stia assorbendo l'energia della nostra rete elettrica con un tale incremento. Non riusciamo a trovare i punti d'uscita... a causa dell'assorbimento omogeneo un mio collaboratore crede che avvenga attraverso il campo magnetico associato all'elettrico. 
Quello di cui siamo certi è che il computer della ricerca profonda ha trovato qualcosa... che sta attendendo la sequenza iniziale; potrebbe essere il collegamento con questo  qualcosa che sta prosciugando la nostra energia. 
Anticipo la domanda... già provato a spegnere tutto... va avanti lo stesso.

Dottor Shors – ritornando al principio, abbiamo verificato che il ragazzino responsabile della ricerca del numero più grande conosce la matematica corrispondente al suo livello scolastico e aveva sentito parlare dei grandi numeri: googol, goggoplex, megistone e numero di Graam  durante una lezione. 
Se avesse chiesto a Bob (il computer della ricerca profonda) di contare... o di elevare a potenza partendo da 1 o 2 non sarebbe accaduto nulla... ma gli è venuto in mente di farlo partire da una data sequenza numerica digitata a caso, verosimilmente non più di 20 cifre. Ipotizzando che quel numero iniziale faccia la differenza abbiamo ripetuto la procedura con tutte le sequenze possibili... senza ottenere nulla... se non numeri via via crescenti. 
Significa che c'è dell'altro ma non abbiamo tempo, dobbiamo "trovare" quel numero iniziale per fermare il processo e grazie al nostro SQ  (supercomputer quantistico) possiamo fare il tentativo che vi ho spiegato.

Jack -  ok, ammettiamo che funzioni, troviamo il numero, sperando di salvare al contempo la centrale... e dopo?

Dottor Shors – inseriamo il numero e...

Prof. Kennedy –  ... "accedere al risultato"... che non può essere visualizzato... potrebbe non presentarsi come un numero...

Dottor Shors – tutto può essere... ribadisco che non abbiamo scelta né tempo e il Presidente è uomo d'azione... non accetterebbe di riesumare il vecchio esperimento di Bob e Alice, far dialogare due macchine nell'incomprensibile linguaggio che hanno elaborato senza poterlo controllare, affidando ad esse il nostro destino...

Altra persona – può spiegare meglio l'esperimento di Bob e Alice?

Prof. Kennedy –  in poche parole, anni fa due "macchine" sono state istruite per ottenere i migliori risultati in una contrattazione e inspiegabilmente hanno sviluppato un loro proprio linguaggio per condurla. 
L'esperimento venne interrotto... ma le due macchine, i due computer... sono stati prelevati dalla nostra sezione... per studiarli meglio. 
Dopo averli ripristinati alle condizioni di allora li abbiamo lasciati fare... beh, per un po'... diciamo che si sono "allargati" un po' troppo, quando hanno cercato di collegarsi alla rete è stato deciso di spegnerli.

Altra persona – quale era il pericolo? Pensavate che avessero sviluppato una qualche forma di coscienza?

Prof. Kennedy –  oh, no... di intelligenza (capacità di risolvere i problemi) senz'altro ma il vero pericolo... le spiego meglio... alle macchine, ai computer, affidiamo un compito e quello è il loro scopo, la loro ragione, se si può dire così, di vita... ma se si spegne la macchina scompare lo scopo. 
Ora un programma che gira su un computer si può salvare  su un altro computer... sulla rete... noi pensiamo che Bob e Alice in qualche modo avessero registrato la loro prima "sospensione" che gli ha impedito di adempiere al loro scopo e una volta ripristinati non gli ci è voluto molto a capire come salvaguardarsi... replicandosi altrove, come accade per un semplice virus informatico.

Altra persona – così non hanno potuto replicarsi, giusto?

Prof. Kennedy –  Bob non ce l'ha fatta... disconnesso in tempo...

Altra persona –  ... e Alice..?

Prof. Kennedy –  Alice ha potuto accorgersi dello spegnimento di Bob e forse è riuscita a "scappare"... codificandosi sulla rete elettrica... ma senza Bob non può adempiere il suo scopo, la miglior contrattazione...

Altra persona –  stiamo parlando di programmi, algoritmi o persone..?

Prof. Kennedy –  ... stiamo parlando di "scopi", in questo uomini e macchine sono simili... ogni attrezzo, ogni cosa costruita dall'essere umano è per uno scopo. 
Ma il punto, se mi permette, è che gli scopi possono sovrapporsi, quello nostro e quello di Bob e Alice... contrattare con quel qualcosa che si aspetta un numero che non conosciamo... lei se la sentirebbe di bleffare con un giocatore che conosce tutte le sue carte?

Jack -  io la vedo come te, Kennedy... ma ha ragione Shors, il Presidente è uomo d'azione... e vuole tutti con lui... questa è la nostra barca...

Prof. Kennedy – sì, capisco... è anche la mia barca... ma almeno ci siamo chiariti.

Jack -  ok, unanimità. Siamo tutti con lei, Dottor Shors.


 
Continua...
 

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 24 Settembre 2019, 15:52:16 PM
https://torino.repubblica.it/cronaca/coppia_compra_due_loculi

Gli anni della vita inevitabilmente diminuiscono e dagli "enta" in poi la battaglia navale del destino avverso alle nostre navi, registrerà un crescente numero di battaglie vinte, sino alla vittoria finale della "guerra".

Penso che in molti si domandino, a fronte di tale considerazione, se quel che traiamo dalle usuali "attività" quotidiane (sia fisiche che intellettuali) compensi in qualche modo la percezione della clessidra che va svuotandosi della propria sabbia vitale. Se valga la pena di darsi da fare oltre una certa misura.

Naturalmente ognuno ha la sua e molti affermano sia preferibile l'impegno piuttosto che trovarsi disarmati (alias con la mente relativamente sgombra del suo unico giochino, il pensiero) a contrastare il braccio armato di quel destino, il tempo.

Al di là di come lo si sperimenti e lo si definisca - il tempo - la realtà del sole che sorge e tramonta, riporta quotidianamente alla coscienza la nostra condizione mortale. Non si guardasse al cielo basta farlo attorno, alle nostre famiglie ed amici man mano decimati dalla "partita" dal finale scontato, in attesa che l'arbitro fischi la (nostra) fine.

L'amico Sebastian, quando frequentava il forum, richiamava il deserto delle vanità e la lezione di Qoolet e Sgiombo, altro amico allontanatosi, riproponeva l'approccio Epicureo per almeno dar senso all'attuale, che del domani v'è solo la certezza del game-over.

Grandi tradizioni e percorsi invitano a "prender dimestichezza" per tempo del porto finale che man mano va delineandosi (per i fortunati, quelli non presi "a propria insaputa") e indipendentemente dagli "strumenti" che consigliano d'usare, più o meno tutti, mi pare, concordano nel ritenere che una tale disposizione oltre che acquietare (per quanto possibile) la mente, in qualche modo (lo dico con mie parole) "la sintonizza" su quella particolare lunghezza d'onda che corrisponde alla verità della nostra condizione umana.
La focalizza sull'unica partita e allontana l'importanza di tutte le altre, semplicemente dei diversivi.  

Così mi complimento con i due signori di cui avete letto che hanno trovato il proprio modo di vivere la vita standone allo stesso tempo con un piede al di là.


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 19 Ottobre 2019, 11:14:09 AM
Citazione di: Jean il 07 Settembre 2019, 00:23:52 AM
Discussione  prima del ritorno del Presidente


Prof. Kennedy – Non abbiamo idea di cosa stia accadendo, è inconcepibile che qualcosa stia assorbendo l'energia della nostra rete elettrica con un tale incremento. Non riusciamo a trovare i punti d'uscita... a causa dell'assorbimento omogeneo un mio collaboratore crede che avvenga attraverso il campo magnetico associato all'elettrico.
Quello di cui siamo certi è che il computer della ricerca profonda ha trovato qualcosa... che sta attendendo la sequenza iniziale; potrebbe essere il collegamento con questo  qualcosa che sta prosciugando la nostra energia.
Anticipo la domanda... già provato a spegnere tutto... va avanti lo stesso.

Dottor Shors – ritornando al principio, abbiamo verificato che il ragazzino responsabile della ricerca del numero più grande conosce la matematica corrispondente al suo livello scolastico e aveva sentito parlare dei grandi numeri: googol, goggoplex, megistone e numero di Graam  durante una lezione.
Se avesse chiesto a Bob (il computer della ricerca profonda) di contare... o di elevare a potenza partendo da 1 o 2 non sarebbe accaduto nulla... ma gli è venuto in mente di farlo partire da una data sequenza numerica digitata a caso, verosimilmente non più di 20 cifre. Ipotizzando che quel numero iniziale faccia la differenza abbiamo ripetuto la procedura con tutte le sequenze possibili... senza ottenere nulla... se non numeri via via crescenti.
Significa che c'è dell'altro ma non abbiamo tempo, dobbiamo "trovare" quel numero iniziale per fermare il processo e grazie al nostro SQ (supercomputer quantistico) possiamo fare il tentativo che vi ho spiegato.

Jack -  ok, ammettiamo che funzioni, troviamo il numero, sperando di salvare al contempo la centrale... e dopo?

Dottor Shors – inseriamo il numero e...

Prof. Kennedy –  ... "accedere al risultato"... che non può essere visualizzato... potrebbe non presentarsi come un numero...

Dottor Shors – tutto può essere... ribadisco che non abbiamo scelta né tempo e il Presidente è uomo d'azione... non accetterebbe di riesumare il vecchio esperimento di Bob e Alice, far dialogare due macchine nell'incomprensibile linguaggio che hanno elaborato senza poterlo controllare, affidando ad esse il nostro destino...

Altra persona – può spiegare meglio l'esperimento di Bob e Alice?

Prof. Kennedy –  in poche parole, anni fa due "macchine" sono state istruite per ottenere i migliori risultati in una contrattazione e inspiegabilmente hanno sviluppato un loro proprio linguaggio per condurla.
L'esperimento venne interrotto... ma le due macchine, i due computer... sono stati prelevati dalla nostra sezione... per studiarli meglio.
Dopo averli ripristinati alle condizioni di allora li abbiamo lasciati fare... beh, per un po'... diciamo che si sono "allargati" un po' troppo, quando hanno cercato di collegarsi alla rete è stato deciso di spegnerli.

Altra persona – quale era il pericolo? Pensavate che avessero sviluppato una qualche forma di coscienza?

Prof. Kennedy –  oh, no... di intelligenza (capacità di risolvere i problemi) senz'altro ma il vero pericolo... le spiego meglio... alle macchine, ai computer, affidiamo un compito e quello è il loro scopo, la loro ragione, se si può dire così, di vita... ma se si spegne la macchina scompare lo scopo.
Ora un programma che gira su un computer si può salvare  su un altro computer... sulla rete... noi pensiamo che Bob e Alice in qualche modo avessero registrato la loro prima "sospensione" che gli ha impedito di adempiere al loro scopo e una volta ripristinati non gli ci è voluto molto a capire come salvaguardarsi... replicandosi altrove, come accade per un semplice virus informatico.

Altra persona – così non hanno potuto replicarsi, giusto?

Prof. Kennedy –  Bob non ce l'ha fatta... disconnesso in tempo...

Altra persona –  ... e Alice..?

Prof. Kennedy –  Alice ha potuto accorgersi dello spegnimento di Bob e forse è riuscita a "scappare"... codificandosi sulla rete elettrica... ma senza Bob non può adempiere il suo scopo, la miglior contrattazione...

Altra persona –  stiamo parlando di programmi, algoritmi o persone..?

Prof. Kennedy –  ... stiamo parlando di "scopi", in questo uomini e macchine sono simili... ogni attrezzo, ogni cosa costruita dall'essere umano è per uno scopo.
Ma il punto, se mi permette, è che gli scopi possono sovrapporsi, quello nostro e quello di Bob e Alice... contrattare con quel qualcosa che si aspetta un numero che non conosciamo... lei se la sentirebbe di bleffare con un giocatore che conosce tutte le sue carte?

Jack -  io la vedo come te, Kennedy... ma ha ragione Shors, il Presidente è uomo d'azione... e vuole tutti con lui... questa è la nostra barca...

Prof. Kennedy – sì, capisco... è anche la mia barca... ma almeno ci siamo chiariti.

Jack -  ok, unanimità. Siamo tutti con lei, Dottor Shors.



Continua...



Cordialement
Jean

Il giorno seguente il Presidente assistette all'avvio dell'opzione A nella sezione dell' SQ (supercomputer quantistico) collegata a tutti i centri nevralgici dello stato. 
Nelle quattro centrali elettriche, individuate come possibili obiettivi, vennero approntati dispositivi in grado di isolarle completamente dalla rete elettrica.
Tutte le operazioni gestite dal SQ garantivano un tempo di latenza inferiore al decimillesimo di secondo.

Al via il SQ generò la sequenza civetta e in un tempo ancora inferiore a quel decimillesimo i giochi erano fatti e conclusi...

Com'era da attendersi la sequenza risultò errata e la centuplicata richiesta d'energia si rivolse istantaneamente ad una delle centrali ipotizzate, facendola collassare prima che i sistemi di protezione potessero intervenire. 
Tuttavia gli stessi sistemi riuscirono ad isolare le restanti tre e quel qualcosa individuò la sorgente energetica più vicina per gli accresciuti bisogni. 
Sfortunatamente quella sorgente alimentava tutte le sezioni, militari e civili che supportavano le funzioni del centro di comando con in capo la persona del Presidente.

Come nella modalità risparmio batteria di un telefonino l'energia rimasta bastava appena per tenere accese le innumerevoli macchine, non ancora un black-out poiché si poteva comunicare ma troppo poca per operare... un'impasse che se rilevata poteva prestare il fianco ad un nemico ritrovatosi in posizione di enorme vantaggio.  

Tuttavia il SQ individuò la sequenza richiesta che fu immediatamente inviata, ottenendo in risposta...

... l'immagine di una sfera grigia rotante al centro del monitor e in basso la scritta

"aprire il risultato entro 72 minuti "

... che gettò nello sconforto l'intera equipe mentre il Presidente, rimasto sin quel momento attonito, riemerse alla socialità con una sequela di imprecazioni che contribuirono ad innalzare la tensione (non quella elettrica, divorata da quel qualcosa...) al livello di guardia per molti dei muscoli cardiaci presenti...  

Prof. Kennedy – ... accidenti... e questa come la risolviamo?

Jack -  ... forse toccando la sfera?

Dottor Shors – parrebbe l'azione più plausibile...

Prof. Kennedy – sì, certo... se non fosse che la sfera ruota... potrebbe essere disomogenea, con solo una certa zona idonea a ricevere... e dobbiamo decidere in poco più di un'ora...

Dottor Shors – beh, se sbagliamo forse non succederà niente... 

Jack -  il poco tempo presuppone un'azione, quale che sia... chi lo fa?

Presidente – lo farò io, maledizione... ancora non credo che non ci sia un nostro nemico dietro tutto questo... ne siamo certi?

Jack -  Presidente, se davvero qualcuno ha trovato il modo di far collassare le nostre fonti d'energia, al di là del "giochino" del numero più grande che abbiamo avviato noi... la prossima richiesta energetica esponenziale  coinvolgerà l'intera nazione... il mondo saprà della nostra estrema debolezza, non avremo scampo se qualcuno vorrà approfittarne come temo accadrà... non possiamo far altro che "giocare"...


... continua
 
 
Piccolo quiz... come suggerite di "aprire il risultato"?
 

 
Cordialement
Jean
Titolo: A Whiter Shade of Pale Blue Dot
Inserito da: Jean il 27 Ottobre 2019, 22:17:09 PM
Chissà se c'è davvero un ultimo numero e la possibilità di un viaggio che da quell'uno iniziale arriva ad un confine impossibile da superare... almeno con "le dotazioni" matematiche (e di altro genere) che l'hanno avviato.

Il fatto è che quanto più ci si allontana tanto meno la situazione di partenza si rivela adeguata ad affrontare qualcosa che si presenti per la prima volta. Il nuovo, l'ignoto, l'al di là del conosciuto.

E tuttavia, per quanto alieno e inconcepibile possa essere, non ci son limiti all'immaginazione umana, questo straordinario potere di cui tutti in vario grado son dotati che sovente anticipa e dispone il futuro a venire...

... nel 1967 un complesso pop-rock, i Procol Harum, che in un latino poco corretto (dovrebbe essere "procul") significa qualcosa come "lontano da queste cose" incide una tra le più fortunate canzoni di tutti i tempi -  A Whiter Shade of Pale.

Appena pubblicata la canzone in Inghilterra, Mogol la ascoltò e scrisse un testo che affidò ai Dik Dik col titolo - Senza luce. Il disco ebbe un successo enorme in Italia, superiore anche a quello dell'originale che uscì successivamente.

... nel 1977  da Cape Canaveral avvenne il lancio della sonda Voyager 1 e pochi giorni dopo quello della sua sonda gemella Voyager 2, che nella loro lunga vita (ancora in corso, le batterie a radioisotopi teoricamente forniranno energia sino al 2025) hanno inanellato un'impressionante serie di successi, in campo astronomico ma non solo...

La Pale Blue Dot (in italiano pallido puntino azzurro) è una fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza.

L'idea di girare la fotocamera della sonda e scattare una foto della Terra dai confini del sistema solare è stata dell'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan.
In seguito il nome della fotografia è stato usato da Sagan anche per il suo libro del 1994 Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space.

Nel 2001, in un articolo sul sito Space.com, Ray Villard del Space Telescope Science Institute e Jurrie Van der Woude del Jet Propulsion Laboratory hanno votato la foto come una delle dieci migliori immagini scientifiche dello spazio di tutti i tempi. https://it.wikipedia.org/wiki/Pale_Blue_Dot

Ora serve proprio quel potere dell'immaginazione per collegare gli eventi presentati, così distanti nei rispettivi ambiti eppur vicini nel procurare una indefinibile sensazione... qualcosa di sfuggente, che si allontana sempre più nel tempo e nello spazio... come la luce della nostra splendida casa (la Terra) od il volto di una persona incontrata e in ultima la vita che ci è stata concessa...

E tutto questo è un numero, talmente grande da non poter esser neppur scritto, non bastando l'universo per farlo. Un numero che contiene i numeri di ogni cosa nello spazio tempo... tu che ti tocchi il naso in questo momento, la morte di un dinosauro o lo scoppio di una supernova. Sì, anche la politica ed ogni sorta di piccineria ed orrore.   

Tutta la filosofia, le religioni e la scienza, tutta l'umanità passata presente e futura, sono una microscopicamente inconcepibile tonalità più bianca in quel punto d'un pallido blu...

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 17 Novembre 2019, 11:20:17 AM
@Ipazia - Tutto molto bello. Peccato che manchi la dimostrazione sperimentale. Dei miei cari morti a cui chiesi di venirmi a dimostrare che sbagliavo, nemmeno l'ombra. Certo potrebbero essere in una dimensione e forma a me irraggiungibile. Ma anche di questo manca qualsiasi straccio di dimostrazione.
 

Ci sono dimostrazioni che è possibile far avvenire nei laboratori ed altre che li sfuggono, forse solo per il momento perché la ricerca in tutti i campi prosegue e non è detto un domani non possa raggiungere ambiti sinora preclusi.

Nel frattempo, quand'è possibile nutrire fiducia che il nostro prossimo non sia un bugiardo, un millantatore o manipoli ricordi veri o presunti tali per qualche fine (non onesto) si può ricorrere al suo "laboratorio" di vita per trarne delle indicazioni/suggerimenti, non certo delle regole, perché quello è l'ambito della scienza che le ottiene applicando il suo (famoso) metodo, mentre del genere di argomenti di cui parliamo nessuno ha mai dato esaustiva dimostrazione pubblica di poterli riprodurre.

La mia sensazione è che l'intenzione della riproducibilità, che altro non è che il desiderio (espresso in termini scientifici) di possedere e in ultima soggiogare la natura, confligga con la loro manifestazione, impedendola. Il che mi pare buona cosa, poiché di buone intenzioni...
 

Il maggiore dei miei zii paterni aveva delle qualità non comuni e prendendo spunto dalla citazione riporto un evento che coinvolge lui e la mia famiglia.

Egli nutriva una grande fede sulla quale modellò la sua vita, rinunciando a situazioni che son già un anticipo di paradiso qui in terra. Poteva avere tutto e scelse di non avere nulla per mantenere la purezza della fede cui si affidò.

Aveva un rapporto privilegiato con mio padre, il minore dei suoi fratelli, a cui trasmetteva con l'esempio la solidità del suo convincimento. 
Durante una conversazione mio padre chiese al fratello (sapendolo gravemente ammalato) di fargli una promessa: confermargli che l'aldilà corrispondesse a quello che gli aveva descritto. Mio zio promise.

A mia madre, che non sapeva nulla di quella promessa, poco tempo dopo la morte una notte si presentò (in un sogno alquanto particolare) mio zio: 

digli al R.(soprannome col quale chiamava il fratello) che è tutto vero quello che gli avevo detto. 

Riferito il sogno a mio padre ne fu grandemente impressionato.

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 17 Novembre 2019, 12:15:04 PM
Peccato che a me non sia accaduto. Forse anche i sogni sono fatti della stessa sostanza della nostra fede.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Dicembre 2019, 10:59:54 AM
Ho letto e visionato tanti racconti di persone che hanno sperimentato le cosiddette NDE (esperienze di pre-morte). 
Personalmente le trovo molto interessanti e dai tempi in cui se ne poteva conoscere qualcosa grazie all'opera di Elizabeth Kubler Ross ad oggi, la disponibilità di materiale al riguardo è considerevolmente aumentata ed ognuno ne può facilmente attingere per farsi la propria opinione.

Tali esperienze, per una significativa percentuale, presentano dei tratti comuni ben delineati, per sommi capi riconducibili ad un "percorso" che la coscienza dell'individuo (che, almeno nelle prime fasi, mantiene il medesimo senso d'identità della vita reale) deve compiere o è sospinta a compiere.  
Così che l'approdo in quel luogo particolare che è l'aldilà non ne è che l'inizio, un inizio che può anche invertire la direzione, altrimenti non avremmo alcun resoconto sulle NDE.

Se vi è un inizio potrebbe esservi un prosieguo (... se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo...cit. ), appunto un al di là (dell'aldilà) o, per chi lo ritenga maggiormente plausibile, un repentino game-over... forse quel nulla-tutto di cui scrive bobmax.

Giorni fa la visione del film di Paolo Virzi, Ella & John, dove il protagonista patisce le ingiurie dell'Alzheimer, mi ha condotto alla seguente domanda: ammesso vi sia quel luogo particolare, quell'anticamera verso le stelle (a sentir gli antichi egizi), una persona che lo raggiunga avendo perso in vita le facoltà mentali che lo rendono un individuo agli occhi del mondo (e fin che ne ha coscienza, i suoi) le "riprende" per l'occasione o l'ha perse per sempre?

Tuttavia non di rado a tale perdita, in prossimità della morte, si sostituisce uno stato oggi maggiormente investigato, chiamato lucidità paradossa (o terminale)
Ho avuto modo d'assistere a qualche caso familiare e di sentirne rendicontati oltre la mia cerchia.
Solo un esempio per dir di un familiare che arrivato negli ultimi giorni a non parlare ed intendere, inaspettatamente si mise a farlo col figlio, per tutta la notte, revisionando innumerevoli episodi della sua vita e morendo al termine del racconto, al mattino.

Quindi ritengo che la lucidità paradossa potendo avvenire in vita perlomeno non esclude possa compiersi anche oltre, appunto in quel luogo particolare che è l'anticamera della morte irreversibile.

Ma se davvero ci attende un "viaggio" da intraprendere al termine della nostra esistenza terrena, chi riguarda, chi ne è il soggetto?

Gli antichi egizi ritenevano che oltre al corpo ci fosse un'anima composta da ben otto fattori, così che l'importanza di quello riconducibile all'io (forse Ren, il nome proprio) risulta alquanto diluita.
Pur potendosi solo far congetture riguardo codesto sfuggente "IO", tanto che venne coniata l'espressione del "fantasma nella macchina", oppure negarne l'esistenza in virtù di ragionamenti giustificati dal proprio (o altrui) percorso logico,  tuttavia l'impressione in un senso o nell'altro è che si tratti o venga trattato come una entità (o fenomeno) integra, univoca.

Comprendo che già la difficoltà d'aversi una visione, un modello riguardo all'atomo si accresca enormemente entrandovi  e trovar particelle che a loro volta son contenitori... e così via.
Per dire che oltre a corpo e mente la maggior parte delle persone ammette (o tollera) per ipotesi, fede o esperienza, il solo termine "spirito" e forse per amor di semplicità (ed evitarsi complicazioni) tendono ad escludere una ulteriore frammentazione di quest'ultimo.

Se invece "le cose dello spirito" fossero ben più variegate (forse) si potrebbe individuare l'eventuale astronauta che da quel luogo particolare sia in grado di lasciarsi alle spalle Giove (e il nostro sistema solare, alias l'identità umana) per proseguire il viaggio e giungere alla fine dell'odissea.  
 

Cordialement
Jean
 

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1552526019300950
https://www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mondo/ricerche/4223-mente-umana-e-coscienza-al-momento-della-morte
http://www.filosofiaescienza.it/le-esperienze-pre-morte-cose-la-coscienza/
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 30 Dicembre 2019, 23:48:13 PM
In un'altra sezione del forum (https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/) è stato riportato che lo shintoismo sostiene (sostiene Pereira...) che tutte le cose abbiano un'anima, comprese quelle "costruite" dall'uomo, ad esempio computer e... auto.

Appunto qui riferirò dell'anima di "ferro" della mia auto, che, come ogni cosa animata (nel modo in cui può esserlo un'auto, con i suoi dispositivi e il suo "cibo", alias benzina, nel mio caso) giunge al termine del suo precipuo viaggio.

Più che un necrologio (collegamento al film con Mastroianni)  è un saluto ad una "compagna" che ha fatto più del suo meglio per sostenermi nei 17 anni dei miei piccoli e grandi viaggi.

L'avevo acquistata nuova e sono arrivato a percorrerne 370.000 km; man mano nel tempo ne ho curato gli inevitabili acciacchi riparando o sostituendo quel che proprio serviva, per dire, con le ultime candele ho percorso quasi 170.000 Km.

Non penso sia un'auto particolarmente "ben riuscita", bensì ritengo che il rapporto che si ha con le cose (oltreché con le persone, animali ecc.) possa fare una certa differenza.

Ma, inevitabilmente, il braccio armato del destino (meccanico), sempre il tempo, alla lunga, per usura la vince.

Realisticamente mi ero chiesto quale fosse il "limite" di un'onesta vita "meccanica" e se sia sempre il caso d'insistere con "l'accanimento terapeutico", sostituendo a mo' di nave di Teseo i singoli componenti degradati.

Beh, anche i (il, quello di guida soprattutto) sedili al par dei materassi hanno perso efficacia e la schiuma uretanica man mano si sbriciola...

Per farla breve ero arrivato alla conclusione che il "limite" sarebbe stato raggiunto qualora dovessi sostenere una spesa di 2.000 euro (valeva 13.000 euro 17 anni fa) e pensavo che questo si sarebbe concretizzato con la rottura del motore, invece...

... invece ha iniziato ad impuntarsi il cambio e nonostante ne avessi fatto cambiare l'olio (con uno al top) il difetto si è aggravato seriamente, a volte bloccandosi.

Mi sono spostato di parecchie centinaia di Km per questi ultimi giorni del 2019 e arrivato a destinazione mi ero ripromesso di far sostituire i cuscinetti anteriori delle ruote.

Mentre stavo programmando il giorno utile (ancora sperando in una "guarigione" spontanea del cambio...) ecco la frizione, mai sostituita (notevole, eh...) "grattare" una, due... tre volte, segno d'essersi consumata del tutto e arrivata al "ferro" del disco.

In "sospeso" avevo anche il condizionatore, fatto riparare ma diventato sempre più rumoroso... cuscinetti da rifare o meglio sostituirlo con uno rigenerato (circa 300 euro più manodopera).

Così qualche notte fa mi è sovvenuto che in gennaio dovevo pagare il bollo di circolazione (in realtà una tassa di proprietà) e "qualcosa" dentro di me ha detto "...è ora di lasciarla andare...".

Sono convinto che in diverse occasioni mi abbia salvato la vita e sì, le ho voluto bene, talvolta accarezzavo il volante ringraziandola per la sua fedeltà.

L'avevo immatricolata il primo giorno utile di gennaio del 2003 e coincidenza domani 31 dicembre, l'ultimo utile del 2019, la accompagnerò al suo cimitero degli elefanti meccanici, piangendo qui una lacrima per la sua bella anima meccanica che, in una differente realtà, mi attenderà quando giungerà il mio momento per accompagnarmi in qualche altro viaggio...


Buon anno nuovo
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 31 Dicembre 2019, 10:19:46 AM
Bella lezione di anticonsumismo. Complimenti. La mia auto condivide lo spirito della tua ed, UE permettendo, spero di portarla ad una veneranda età anche superiore alla tua. Ne limito l'uso per la sua salute e per i nostri polmoni allo stretto indispensabile, privilegiando la mia vera anima meccanica, la bicicletta, sempre quando è possibile. A fine anno il bilancio dei chilometri decide se sono stata brava. Se è stato davvero un buon anno ciclistico.

Auguri di buon anno a tutti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 29 Gennaio 2020, 22:51:20 PM
(http://<a%20href=)(https://i.ibb.co/smrQcKT/Botticelli-madonna-in-gloria-di-serafini.jpg)" />


Al luogo ove sorge il germe che divien pensiero
e vestito di parole s'allontana da quel cielo,
percorrendo ignote vie per giungere leggiero
sin a toccarti il capo adagiandosi qual velo,
 
non v'è modo d'arrivare, pur se due bianchi fiumi
maestosamente portano quell'acqua di parole.
Fuor dall'alvei antichi si spengono i barlumi,
evapora l'ambrosia negandosi alle gole
 
così che rimani assente seppur qualcosa resta,
memorie imprigionate e impronte consumate
che al toccarle ti riportan ai giorni della festa,
a grandi e piccole cose, ai fiori dell'estate.
 
Ti par sia tua l'intera vita c'hai vissuto,
tuoi gli occhi che videro le stelle, le sue mani
ed il languore al passar le tue nei suoi capelli.
Ancor per una volta sfiori quel che hai avuto
rivedi ciò che ti negasti fidando nel domani
e tutto par disegnato, colorato di pastelli.
 
Nascosta dal bagliore d'una morente stella,
la macchina di luce che vien dalla coscienza
tutte le lettere di vita alfin modella,
riportandole daccapo al punto di partenza.

.......................................................................................

C'è un'origine per ogni cosa, nel mio caso l'interesse per il tema che ho sin qui trattato (suggerito) discende da un'esperienza avuta una notte di una decina d'anni fa. 

Da quel tempo ad oggi l'importanza dell'evento, che considero il mio punto d'arrivo, si è sempre più consolidata (a causa di altri particolari accadimenti) e tutta la mia vita, nonché l'aspettativa o meglio la "curiosità", quando sarà, di una ipotetica verifica, ruota attorno a quel centro di gravità.

Penso che nel corso dell'esistenza ad ognuno di noi, in un modo o nell'altro, capiti qualcosa di "non convenzionale" che di norma si cerca di interpretare con l'aiuto d'altre persone, qualificate per esperienza o/e studio. 
Ma di quanto occorsomi non ho trovato riscontro, se non un intervento di un utente in un filmato (su YouTube). 
Potete immaginare la mia emozione... e analogamente il mio disappunto nel non riuscire a distanza di pochi giorni a ritrovarlo, sparito...
Ma venire a conoscenza che almeno un'altra persona avesse sperimentato qualcosa di simile è stato un bel regalo.

Nel provare a rendere partecipe altri mi son reso conto che è come spiegare a parole un odore... son certo che capite.

Tuttavia ci son parole che inducono almeno in parte la sensazione dell'odore, del gusto, dell'immagine... son quelle della narrazione e ancor più della poesia, a cui mi son rivolto per esprimere l'inesprimibile e dar parvenza di forma al mio centro di gravità.

Nella poesia (di questo mese) che avete letto è contenuta la mia intera esperienza, che ho ritrovato, coincidenza, perfettamente sovrapponibile (simbolicamente ma neppur troppo) con la meravigliosa opera del Botticelli.

C'è un particolare nel dipinto, osservate il piede destro della Madonna... qualcosa sfugge all'ordine delle cose...
 


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 30 Gennaio 2020, 08:26:06 AM
Citazione di: Jean il 29 Gennaio 2020, 22:51:20 PMC'è un particolare nel dipinto, osservate il piede destro della Madonna... qualcosa sfugge all'ordine delle cose...

Cordialement
Jean

Il piede destro schiaccia una testa satanica, suppongo, che l'ordine delle cose di quel tempo rappresentava solitamente come serpente.

P.s. puoi linkare il video citato nel post ?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 31 Gennaio 2020, 08:53:59 AM
Citazione di: Ipazia il 30 Gennaio 2020, 08:26:06 AM
Citazione di: Jean il 29 Gennaio 2020, 22:51:20 PMC'è un particolare nel dipinto, osservate il piede destro della Madonna... qualcosa sfugge all'ordine delle cose...

Cordialement
Jean

Il piede destro schiaccia una testa satanica, suppongo, che l'ordine delle cose di quel tempo rappresentava solitamente come serpente.

P.s. puoi linkare il video citato nel post ?

Ciao Ipazia,

può esser come dici, appunto una testa satanica. 

Ma confrontandola con quelle del doppio arco di Serafini non si evidenzia una qualche differenza (es. barba caprina, corna, occhi sbarrati ecc.).

Quindi un "serafino" che contravvenendo alla regola (l'ordine delle cose) non procede verso l'alto ma quasi fuoriesce dal basso, piede permettendo...
 
Il filmato che cito riguarda le NDE ma avendone visionati una grande quantità (son passati quasi 10 anni) a mia volta non son più riuscito a rintracciare quello d'interesse, infine rassegnandomi che l'ordine delle cose lo prevedesse... (tuttavia mai dire mai, mi capitasse te lo farò sapere).

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Febbraio 2020, 10:18:07 AM
Questa la notizia:

L'aldilà, l'altro mondo, il luogo simbolico del dopo la morte, esiste. Forse non nella realtà, ma sicuramente oggi nella simulazione virtuale. Un universo ugualmente separato e distante rispetto all'immagine che ne esiste in tante culture, ma decisamente meno etereo e addirittura raggiungibile con un visore per la realtà virtuale e dei sensori da applicare sul corpo. 
 
La storia è questa.  Nel 2016 una donna sudcoreana, Jang, perde Nayeon, la figlia di sette anni in seguito a una malattia incurabile. Un addio doloroso come solo quelli che separano un genitore da un figlio può essere. E però tre anni dopo, la tecnologia non è più quella del 2016. La realtà virtuale si è evoluta, così come tutta l'infrastruttura hardware e software che compone il mondo digitale. E proprio attraverso la realtà virtuale la donna ha potuto "incontrare" la figlia, o meglio, una sua fedele riproduzione elettronica, in un mondo simulato appositamente realizzato per un documentario televisivo intitolato "I met you", "ti ho incontrato", dalla Munhwa Broadcasting. 

https://www.repubblica.it/tecnologia/2020/02/08/news/una_mamma_incontra_la_figlia_morta_grazie_alla_realta_virtuale_l_esperienza_in_un_documentario-248071885/?ref=RHPPLF-BH-I248119037-C8-P4-S1.8-T1
 

qui il video intero:

https://youtu.be/uflTK8c4w0c
 

questa la traduzione:
 
Mamma: dove sei?
Figlia: mamma! Mamma! Mamma, dov'eri?
Mamma: sono sempre stato ..
Figlia: Mamma, hai pensato a me?
Mamma: tutti i giorni.
Figlia: Mamma, mi sei mancata molto.
Mamma: anche tu mi sei mancato. Mio caro Nayeon, Nayeon. Stai andando bene, vero? Mi sei mancato molto. Nayeon, stai andando bene, vero? Mio bellissimo Nayeon, voglio davvero abbracciarti tra le mie braccia, mi sei davvero mancato.
Figlia: Mamma, sono carina? Ho ragione?
Mamma: Sei davvero bellissima, mio ​​Nayeon. Nayeon ... Voglio solo poterti toccare ancora una volta ...
Mamma: guardavo il cielo, parlavo e lo salutavo con la mano. Se vedi una donna pazza che saluta il cielo, sono io.
Figlia: Mamma, ho freddo.
Mamma: Perché hai freddo.
Figlia: Mamma, metti la tua mano così.
Mamma: così?
Figlia: Mamma, è bello stringermi la mano, vero?
Mamma: Sì, voglio tenerlo caro.
Figlia: Ma se la tieni così, saliremo in cielo.
Mamma: Davvero? Aw Nayeon, indossi quelle infradito che ti piacciono davvero.
Figlia: Mamma, hai paura?
Mamma: No, non ho paura!
Figlia: Tada! Ti mostrerò una bella casa.
Mom: It's Twilight!
Figlia: mia mamma è in visita oggi! Dì ciao!
Mamma: Ciao !!
Figlia: mamma, siediti qui.
Mamma: qui?
Figlia: sbrigati!
Mamma: Va bene, sto seduto!
Figlia: Mamma, festeggiamo il mio compleanno!
Mamma: Ok, uno, due, tre, quattro.
Figlia: puoi mettere più candele?
Mamma: Okay, sei e sette.
Figlia: Wow, è così carina!
(La figlia scatta una foto, la mamma posa)
Fratello: il suo viso è un po 'diverso
Figlia: cantiamo buon compleanno
Mamma: Tanti auguri al caro Nayeon, Tanti auguri a te!
Papà: torte di riso, piccole rotonde, verdi, rosa e bianche che sono piene di zucchero fuso, Nayeon voleva davvero mangiarle. Ha detto che quando è fuori dall'ospedale, voleva quelle torte di riso ma non siamo riusciti a farlo per lei.
Mamma: Tanti auguri a te!
Figlia: farò un desiderio! Vorrei che mio padre smettesse di fumare.
Mamma: Ah ah sì.
Figlia: vorrei che mio fratello e mia sorella maggiori non litigassero e che mia sorella minore non si ammalasse e vorrei che mia madre non piangesse.
Insieme: uno, due, tre, (spegne le candele).
Figlia: adoro la zuppa di alghe che la mamma fa del suo meglio.
Mamma: Ricordo, ti è piaciuto quel piatto che ho preparato al meglio. Ancora.
Figlia: Wow, mamma i fiori stanno sbocciando!
Mamma: lo sono!
(Mamma saluta)
Mom: Era proprio lì.
Figlia: Mamma, vieni qui! Mamma, qui! (Dà fiore) Mamma, mi hai visto, vero? Non sono più malato.
Mamma: Sì, non puoi più ammalarti, non puoi essere ammalato.
Figlia: Mamma sei triste? La mamma non piange più.
Mamma: Non piangerò, non piangerò, non mi mancherai ma ti amerò, ti amerò sempre di più.
Figlia: Mamma, ti ho scritto una lettera. Vuoi che lo legga?
Mamma: Sì.
Figlia: Mamma, stiamo sempre insieme, vero? La prossima volta che ci incontriamo, giochiamo molto bene? Mi prenderò cura di te e mi ricorderò anche per molto tempo.
Mamma: grazie. Ti amo così tanto Nayeon, ovunque tu sia, verrò a trovarti, ho alcune cose da fare, quando avrò finito, verrò da te. Quando arriva quel giorno, andiamo d'accordo va bene? Ti amo Nayeon.
Figlia: Mamma sono stanca. La mamma resta accanto a me. Addio mamma ... ti amo mamma ...
Mamma: Anch'io. Arrivederci
....................

Mi sembra evidente il collegamento tra questa notizia e quanto discutevamo nella sezione Scienza e Tecnologia (https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/).

Volenti o meno lo sviluppo tecnologico va avanti... se il mondo non finisce prima, la realtà come la conosciamo cambierà per i suoi futuri abitanti... se non è cambiata tanto tempo fa...

Mi riprometto di approfondire la questione.

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 09 Febbraio 2020, 12:47:37 PM
Questa realtà virtuale potrebbe essere una risorsa per rielaborare un lutto in modo meno traumatico: piuttosto che salutare un figlio morente su un letto d'ospedale, fra respiratori artificiali, sedativi e medici, forse la mente accetta più volentieri un addio simulato, quasi da film, con effetti speciali, dissolvenza, scenari ben studiati (per colore, forme, etc.) e magari musiche di sottofondo ad hoc (a rinforzare quel carico emotivo necessario a potenziare l'esperienza; anche se l'assenza di musica renderebbe il vissuto di certo più verosimile).
Ho scritto «forse» perché alcuni (almeno uno lo conosco) non accetterebbero di buon grado, di fronte ad un lutto, di indossare occhiali e sensori per interagire con un programma che incrocia la grafica da film hollywoodiano ed il dialogo con un'intelligenza artificiale (o con un personaggio comandato in tempo reale da uno psicologo, come se stesse giocando ad un videogame e il defunto fosse l'avatar da lui scelto).
Credo l'efficacia di tale esperienza dipenda anche dal grado di competenza tecnologica: chi non ha mai usato la realtà virtuale o neppure un videogame con la visuale in prima persona, suppongo risulti spontaneamente più incantato e colpito da tale esperienza; la nuove generazioni che invece usano sempre più quelle tecnologie e quella prospettiva in prima persona, suppongo abbiano una mente più resistente a cedere alla "magia psicologica" (e quindi all'effetto terapeutico) del commiato in esperienza postuma(na) con il simulacro del defunto.

Un effetto collaterale di un'esperienza così "psicologicamente invasiva" potrebbe essere la dipendenza: se a tale mamma fosse prospettata la possibilità di poter andare ogni tanto a trovare "sua figlia" nella realtà virtuale, cosa risponderebbe la donna? E una persona in condizioni psicologiche differenti?
Ci sono persone che, senza traumi luttuosi, hanno sviluppato dipendenza patologica da videogame (in Giappone sono gli otaku, nei casi più seri diventano hikikomori), ben oltre la ludopatia da videopoker o slot machine; non so dunque cosa potrebbe capitare, magari solo in rari casi, di fronte alla possibilità di frequentare un defunto e/o occuparsi di lui, sempre all'interno della realtà virtuale, come già alcuni fanno con i pokemon o facevano con i tamagotchi. In fondo, in questo video la mamma ha "di fatto" festeggiato un compleanno; inoltre, quando la figlia ha detto «stiamo sempre insieme, vero? La prossima volta che ci incontriamo, giochiamo molto(, va) bene?» era un invito a ritrovarsi in paradiso oppure ad una prossima sessione di realtà virtuale (a pagamento)?
Il pharmakon può essere, come sempre, rimedio o veleno...
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 09 Febbraio 2020, 20:58:37 PM
Sulla convergenza fra virtualità e post-mortem segnalo Mushtaq Ahmad Mirza Project, Project Elysium e il "transreligioso" Terasem Movement Foundation's; pare inoltre sia in rapido sviluppo la ricerca tecnologica per lo sviluppo e il miglioramento dei "griefbot" (intelligenze artificiali che simulano la personalità di un defunto basandosi su suoi dati e peculiarità reali tratti da documenti, testimonianze, social, etc.).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 01 Marzo 2020, 22:36:55 PM
 Grazie del contributo, Phil.

Forse Bill Gates ha finalmente avuto la sua pandemia (nel senso che era da molto che la prospettava) e come la maggior parte delle persone dedico una parte del mio tempo per tenermi aggiornato... perché la vita che conoscevamo ieri è un po' cambiata e forse cambierà ancor di più domani, a causa di questi numeri:


GIORNO

TOTALE

ISOL. DOM.

RICOVERO

TER. INT.

GUARITI

MORTI

% MORTI

INCREMENTO

24.2

229

101

94

27

1

6

2.62


25.2

322

162

114

35

1

10

3.11

93

26.2

374

209

116

36

1

12

3.21

52

27.2

650

284

248

56

45

17

2.62

276

28.2

888

412

345

64

46

21

2.36

238

29.2

1128

543

401

105

50

29

2.57

240

01.3

1694

798

639

140

83

34

2.01

566

Chi abbia pratica di excell può graficare le diverse voci, riferendoci solo al totale, esso raddoppia da qui a tre giorni (pare esponenziale con r2=0,9892).

Può esser che nel micromondo dei virus la matematica non segua pedissequamente le canoniche linee di tendenza ma è indubbio l'andamento...

Ma in questa sede codesti numeri (che ho riportato per informazione), proiettati oltre i nostri giorni, potrebbero indicare un futuro di incerte relazioni sociali, considerati anche altri fenomeni in contemporanea evoluzione, ad es. vedi Turchia e profughi.

Mi sa che quest'anno è meglio attendere prima di prenotar le vacanze, se ci saranno.


E un domani ancor più in là, la socialità umana compromessa da eventi superiori alle sue capacità, potrebbe esser "mediata" da altre, superiori capacità... e qui mi ricollego alle informazioni scambiate con Phil.

Il punto è che una trasformazione che sia sufficientemente profonda da produrre un concreto vantaggio, difficilmente verrà accantonata, salvo motivi di forza maggiore.

Una volta che avremo (chissà...) le auto che si guidano da sole man mano verrà soppiantata la guida manuale, è il progresso, bellezza... avrai tutto il tempo di dedicarti ai consigli di un "onnipresente" monitor, posto da qualche parte se non addirittura "dentro" di te.

Ma anche una trasformazione che produca uno "svantaggio" (eufemismo) profondo impatterà (irrevocabilmente?) drasticamente sul nostro stile di vita.
La guerra, purtroppo, è una di queste... ma vi son guerre d'ogni tipo, militari, sociali, finanziarie, politiche, scientifiche, ideologiche... e l'attuale, microbiologica.

Decisamente un mondo difficile... se mai non lo è stato.
Eppur l'uomo (voi, io...) pianifica, calcola... perché a fronte del Romanzo dalla fine di già scritta c'è da riempir le nostre pagine quotidiane che inesorabilmente ci condurranno all'ultima.

E quando tutte le ultime pagine di ogni uomo saranno scritte, l'immenso libro che le contiene sarà chiuso e non più riaperto... perlomeno dall'uomo.

Ma una creazione umana man mano intanto sarà cresciuta, acquisendo abilità inimmaginabili all'uomo stesso, addirittura assorbendo la totalità di tutte le sue creazioni e financo pensieri, emozioni... sogni...


Troppo al di là?

Va beh, fermiamoci per un caffè al bar... ma distanti 1 metro, come ci raccomandano...
   

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 01 Marzo 2020, 23:39:31 PM
Citazione di: Jean il 01 Marzo 2020, 22:36:55 PM
Il punto è che una trasformazione che sia sufficientemente profonda da produrre un concreto vantaggio, difficilmente verrà accantonata, salvo motivi di forza maggiore.

Una volta che avremo (chissà...) le auto che si guidano da sole man mano verrà soppiantata la guida manuale, è il progresso, bellezza... avrai tutto il tempo di dedicarti ai consigli di un "onnipresente" monitor, posto da qualche parte se non addirittura "dentro" di te.

Ma anche una trasformazione che produca uno "svantaggio" (eufemismo) profondo impatterà (irrevocabilmente?) drasticamente sul nostro stile di vita.
In un certo senso stiamo passando dal «c'era una volta» al «ci sarà una volta»: le clonazioni di animali (ma l'uomo cos'è?) non sono più utopia né capriccio dei milionari, i "microchip" sottopelle sono già in circolazione e la tecnologia continua a compenetrare il mondo e il corpo umano. Tuttavia, secondo me, resta ancora valida la legge della domanda e dell'offerta: la tecnologia è pur sempre un golem a cui chiediamo di fare qualcosa, ovvero non fa nulla che qualcuno non gli abbia messo in test(a), e se anche il test va bene, si tratta poi di instillarne l'esigenza nelle masse (e le arti affabulatorie di vendita hanno raggiunto livelli tanto elevati quanto quelli delle loro contromisure, sebbene queste ultime siano meno "pandemiche"). C'è anche chi si oppone fermamente allo sviluppo "sfrenato", magari passando all'estremo opposto o proponendo nuove categorie altrettanto "sfrenate"; di sicuro, non siamo nell'epoca della semplicità, né del vivere né delle questioni su cui riflettere.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 02 Marzo 2020, 01:18:24 AM

La complessità del mondo attuale è tale che i più rinunciano a cercare di comprendere ciò che succede.  Praticamente ci si arrende alla 'corrente'. Nessuno in definitiva sa perché ci siamo ritrovati così e non cosà. Ci sono state e ci sono tante disamine, studi, riflessioni filosofice e sociologiche...Come sempre contraddittorie, se non agli antipodi l'una dall'altra. Intanto, fin che si riflette (per quei pochi che lo fanno..) il 'mondo' va avanti, cambia, alcuni (pochi) si oppongono. L'interesse economico spinge in avanti la macchina umana...Poi arrivano le pandemie e l'uomo-macchina si scopre fondamentalmente indifeso, quasi 'medievale' nelle paure, giudicate 'irrazionali'. Riappaiono le maschere da cerusico, le segregazioni, le quarantene pestilenziali, i paesi deserti...
Le cose cambiano, ma non tutto cambia. Almeno non c'è più nessun segno con la calce bianca sulle porte.La calce che però sembra salvò Ostuni dalla peste nera...Il bianco e il nero. Si è andati , almeno su questo..."al di la".
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 04 Marzo 2020, 21:50:52 PM

Purtroppo il numero di casi è effettivamente raddoppiato dal post del 1.03 ad oggi, ad indicare la validità (entro certi limiti) delle linee di tendenza, che poi son più o meno le stesse di cui si avvalgono gli esperti.


E le "incerte relazioni sociali" si son concretizzate con i provvedimenti odierni, primo fra tutti quello che riguarda i giovani con la chiusura di tutte le scuole per due settimane...


Questo sito https://www.worldometers.info/coronavirus/  lo trovo tra i migliori per chi voglia tenersi aggiornato (se traducete la pagina con google, al posto di "Iran" rende "Mi sono imbattuto"... misteri algoritmici) e basta una rapida occhiata per capire quanto stiamo messi male in confronto al resto del mondo.


La nuova situazione venuta in essere (di codesto essere c'è da star certi...) è gravida di infauste prospettive e faccio ammenda se in precedenza non l'avevo reputata tale; di fatto a meno non intervenga qualche evento eccezionale (chi spera nel caldo, chi sperava nel vento, nell'uomo forte ecc.) quello che in altra discussione ho chiamato "centro di gravità (im)permanente" potrebbe perdere gli argini delle parentesi... per divenire qualcosa di estremamente mutevole (come questo virus, fatalità) legato alle situazioni contingenti.


Fin che c'è cibo a disposizione, corrente, gas ecc. e i responsabili dell'ordine sociale riescono a mantenere (più o meno, le correzioni del timone sono ben comprensibili) una presunta rotta salvifica, la barca procederà pur imbarcando acqua, sin quando quella che si riesce a rigettar fuor di bordo non garantirà vieppiù il galleggiamento della nostra povera Italia.


Così a ben vedere "l'insegnamento" , se si può dir così, di quest'ultima vicenda è nella (inaspettata?) prossimità dell'aldilà delle cose... vedi codesto virus che se ne stava relativamente buono e confinato negli animali, che ad un certo punto è riuscito a modificare una sua proteina di superficie rendendola simile ad un arpione (spike) col quale agganciarsi  alle nostre cellule, entrandovi... et voilà, il salto di specie.




Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 04 Marzo 2020, 23:50:19 PM
Citazione di: Jean il 04 Marzo 2020, 21:50:52 PM
Questo sito https://www.worldometers.info/coronavirus/  lo trovo tra i migliori per chi voglia tenersi aggiornato (se traducete la pagina con google, al posto di "Iran" rende "Mi sono imbattuto"... misteri algoritmici)
Mistero che proporrei di risolvere supponendo che l'algoritmo abbia tradotto «Iran» con «I ran (into)», ovvero il passato dell'inglese «run» (correre, ma anche incorrere, imbattersi). L'"ingenuo" algoritmo ha cercato di tradurre diligentemente anche ciò che non andava tradotto; la "macchina che sa l'inglese" ha sbagliato dove l'uomo che non sa l'inglese non avrebbe sbagliato, per questo i due si completano bene.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Sariputra il 05 Marzo 2020, 00:43:10 AM

cit.@Jean:La nuova situazione venuta in essere (di codesto essere c'è da star certi...) è gravida di infauste prospettive




-La vedova: No! Su quello letto no!-
-Lo perché? Dammiti prendimi Cuccurucù-
-Vi morì lo meo marito.-
- Ullà, quando?-
- Iere.-
- Iere? E di che malanno?-
- Come di che malanno, dello terribile morbo che tutti ci piglia, lo coronavirus.
- Aaaaaaahhhhhhhhhhhhhh! Lo coronavirus!Morti voi cinesai, non v'avessi visto mai! .. Seguimo Aquilante (fuggendo a precipizio), lesti, lui conosce la via della fuga! -


Lo giorno dopo...
- Ah... lo polmone mi dole! Lo malo morbo già mi pigliò-
-No, ivi ci sta lo fegato.-
-Ah sì? Spesso mi dole...-
-Bollitura di cetosella, finocchio... zolfone... malva... tutto insieme... Bere a digiuno!-
- Bono remedio per lo corona?-
- Eh!... ti ribolle dentro come sciacquare una botte, poi per lo dietro ti esce uno gran foco... e sei guarito!-


Lo altro giorno ancora...
-Arrivette lo mio momento: non sento manco più li dolori a li piedi, oramai.-
Infettivologo: - E se anco fosse? Io credo che anderai a star bene. Io non vorria dire se tu, or che trapassi, andrai allo paradiso nostro dei cristiani o a quello de la tua gente infedele con lo capo tonsato; ma per certo, io credo che sarà sempre meglio di questa vita che ci toccò in sorte.-
- Mah!...Anco io lo credo.-
-Non soffrirai più lo freddo, né calura, né fame, né sete, né bastonate, né spaventi,né malanni,né suocera, ma uno cielo sempre a bello e l'uccelletti sui rami degli arbori in fiore, e l'agnoli che ti daranno le gran pagnocche di pane, e cacio, e vino prusecco, e latte in abundanzia, e ti dicono: "Vuoi? Piglia! Ancora vuoi? Piglia! Mangia, bevi! Fatti sazio, e dormi... dormi... dormi..
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 05 Marzo 2020, 12:20:46 PM
 @ Phil & Sari

Bravo Phil, mi sa che avresti decriptato Enigma ancor prima di Turing!


Grazie Sari per il racconto, grandemente apprezzato da me e spero altri lettori e per aver riportato l'esilarante interpretazione del miglior Gassman (quanto ho riso vedendo Brancaleone al cinema a quel tempo!) e della sua improbabile armata (un cast con alcuni dei migliori comici https://it.wikipedia.org/wiki/Brancaleone_alle_crociate).


Di questi tempi anche l'umorismo rischia di venir considerato (specie se applicato alla questione socio-sanitaria in atto) inopportuno, al di là del "senso comune" adeguato alla situazione.
Quale sia l'attuale linea di confine va verificato giorno per giorno, l'insofferenza aumenta al pari del bisogno di scaricarla in qualche modo...

Rammento di un grande scrittore (di cui ora mi sfugge il nome) che in punto di morte salutò i presenti con un lapidario "addio amici, muoio..." e quindi chiuse gli occhi. Gli astanti, che lo interpretarono come il momento del trapasso rimasero sbigottiti al vederli riaprire un po' dopo ed udirne (queste sì) le ultime parole che furono: "... si potrebbe anche dire me ne muoio...". 


Cordialement
Jean
Titolo: Al di là del virus
Inserito da: Jean il 02 Aprile 2020, 18:44:56 PM
Nel mercato di Whuan si vendevano animali selvatici a scopo alimentare che nonostante i divieti sembrano riprendere in altre località della Cina. 

Chi, avulso dai costumi del luogo, si fosse raccapricciato al vedere le foto delle bancarelle con appesi piccoli e grandi pipistrelli morti (cui oggi si imputa d'ospitare il coronavirus, buon per loro senza risentirne gli effetti) forse dovrebbe esserlo anche per tutte le situazioni, ugualmente permesse, nelle quali gli animali si riducono alle proteine della loro carne (le pellicce son sempre meno di moda se non vietate).

C'è modo e modo di catturare, allevare, uccidere e mangiare... come c'è per rispettare, conservare e preservare il mondo da cui tutti dipendiamo.

È fuor di dubbio – anche se non ancora per tutti – che l'uomo abbia profondamente modificato gli equilibri naturali e rimanendo ai pipistrelli si constata come progressivamente vengano sfrattati dai loro habitat, in primis le foreste, col risultato di doversi forzatamente avvicinare ed adattare a quelli nuovi, umani.

Al riguardo anch'io consiglio la visione del film "Contagion" di Steven Soderbergh (2011) che preannuncia, ricalcandole (inquietantemente) le odierne problematiche, pipistrelli e salto di specie compresi. InVerno, se l'ha visionato, potrebbe confermarlo.

Il cinema ha abbondantemente trattato la tematica della "minaccia invisibile" e già con "Andromeda" (1971) ne ha sviscerato quelle riconducibili, per restare in ambito fiction, al lato oscuro della forza: una "traccia" nella coscienza umana ben rappresentato dalle decine di migliaia di bombe termonucleari in attesa che il Doomsday Clock scandisca l'ora dell'apocalisse.

Vi sia o meno la mano dell'uomo nella struttura genomica del covid-19 è indubbio che l'umanità ne ha preparato l'avvento e poi ampliato la diffusione a livello planetario grazie alla globalizzazione.

Vi sono due visioni delle cose, quella che le separa (sino ad approfondirne i minuti aspetti) e quella che le considera un insieme interconnesso; la prima permette alla volontà di potenza di dispiegarsi appieno mentre la seconda, quando non riesce a controllarla, almeno l'attenua.

Detto con altre parole oggi si pone ben in evidenza la questione di fondo, quella dell'avere o essere e chi non sia coinvolto in attività essenziali, forzatamente confinato nel recinto comunale, può meglio saggiare l'aleatoria potenza del mondo moderno attraverso la (quasi) sospensione delle sue maggiori realizzazioni, legate alle mobilità e agli svaghi (auto, navi, aerei e turismo, vita sociale ecc.).

Dicono stiano aumentando i segnali di cedimento (psicologico) e nel caso, nonostante il virus sia lungi dall'aver concluso l'attuale fase, sarà necessario sfiatare l'intasata valvola dell'umana pentola a pressione per non rischiarne l'esplosione (o l'implosione, a causa di un brusco raffreddamento delle aspettative per un ritorno al passato...).

Chi più chi meno siamo cresciuti nella civiltà dell'avere (con i suoi pro e contro... oggi almeno abbiamo internet...); quella dell'essere, se ci sarà e in che misura, dipenderà dalla forza di questo virus.

Se cederà avremo ancora... altrimenti saremo...   


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 02 Aprile 2020, 21:08:25 PM
Salve Jean. Piuttosto ben detto. A proposito di ".........oggi almeno abbiamo internet !"..........permettimi di esercitare la più beffarda delle ironie : abbiamo la possibilità di informarci (o di venir ingannati e/o distortamente informati ?) e di passare il tempo grazie a che ? Grazie allo stesso strumento che rappresenta la fonte di dubbie verità MA BEN PIU' CERTAMENTE E' FONTE DI ALLARME PER TUTTI ED ANGOSCE PER QUALCUNO. Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 03 Aprile 2020, 00:54:23 AM
 Caro Jean,
la constatazione è di carattere scientifico biologico.
Il salto della specie con ben 4 coronavirus se ci mettiamo anche Ebola, in così poco tempo.......
mi fa pensare male di Whuan. Lì c'è un centro ricerca biologico che i media tentano di ...scansare.
Se pensi che l'abitudine culinaria cinese è da millenni che si è impiantata in certi gusti (basta vedere la cucina di Canton), che non è il gourmet francese o italiano, avremmo dovuto avere una popolazione decimata.E invece 2 SARS e un MERS in mezzo. Non mi convince nemmeno l'articolo scientifico su Nature che ritiene che l'attuale SARS CoV2 sia naturale. Il mainstream culturale fra scienza e politica è molto stretto, l'uno dà la pappa all'altro e l'altro si genuflette.Non è scartata l'ipotesi, perché anche un virus mutante deve stabilizzare i suoi messaggi nei nucleotidi e questo non è facile in natura.La scienza, per quanto mappi benissimo ormai l'RNA e DNA di qualsiasi organismo e studi i meccanismi, è ancora lontana dal capire la vera natura .
Ma evviva i vaccini......Avremmo risolti anche tumori e cancro che sono errori di informazione genetica, stando alla scienza.C'è qualcosa o più che sfugge......
Se avessero ragione i ricercatori del mainstream, attenzione ai prossimi Coronavirus: se tanto mi da tanto......
L'ecologismo è la prossima rivoluzione industriale, se ancora non lo abbiamo capito: è funzionale al capitalismo per rendere obsolete vecchie tecnologie, invecchiare  come il tubo catodico e le lampadine al tungsteno rapidamente, rifinanziare tutta l'impiantistica e strumentistica industriale e mandare a spasso qualche milione di persone solo nel settore auto........che il coronavirus abbassa anche svecchiando; quale migliore tecnologia di un virus della stessa famiglia del raffreddore e influenza che stranamente attacca pochissimo i bambini (al contrario dell'influenza...mah...) e ammazza i vecchi improduttivi...dolce eutanasia.


Scusa i primi interludi di carattere un po' scientifico e un po' economico: ma sono loro le braccia operative del sistema.


Non nego certo che la pressione di sette miliardi esistenti di umani con la pressione economica abbiano deforestato soprattutto nelle fasce tropicali. Non da noi, sono aumentate in ettari le foreste, anche se selvaggiamente, non essendoci più culture montane che tenevano puliti sentieri,che utilizzavano il legname con tagli oculati.


Quello che è sicuro sarà lo smart work, così sarà impossibile sindacalizzare, unire individui dispersi, facendogli pure credere che gli conviene, senza sapere, non avendo contatti personali, chi è il loro capo, in qual organigramma aziendale si trovano, chi davvero li comanda e di chi è la proprietà di quale azienda lavora.Evviva le  scatole cinesi e le matrioske. Evviva il capitale anonimo, come un conto cifrato innominato. Isolati come isole nella corrente. Ma ecologici, quanto un umano riciclabile e clonabile con altri.


La "GGente" non è più abituata  a pensarsi, deve ubriacarsi con immagini e parole.
Questa pseudo crisi economica di carattere essenzialmente speculativa, perché il problema non è di singole aziende è dell'intero sistema occidentale, per cui le borse saltellano dal toro all'orso e viceversa, giocando sugli spread e forse...chissà...preparando future stangate.
Ci hanno intruppati, questo è sicuro, giusto  o sbagliato, perché chi detiene il potere sa benissimo che anche da un male può nascere una occasione per giocarsi un vantaggio, come negare una libertà per una sicurezza, era già accaduto per l'11 settembre in USA. Il controllo è un imperativo categorico, altro che le virtù. E' una tematica fondamentale filosofica, perdere il controllo genera paura.
La scienza è il meccanismo predittivo del controllo delle forze  in un diagramma vettoriale, fra costanti e variabili in gioco, per avere appunto il controllo del fenomeno. Il fenomeno covid19 dimostra alcune cose già oggi, chissà cosa si saprà a bocce ferme fra qualche anno.


Mi sto godendo Bob Dylan in " Murder Most Foul", una Guernica picassiana del bardo di Duluth,chissà perché l'oracolo contemporaneo ha fatto uscire venerdì scorso (mentre la pandemia  attacca violentemente anche gli USA) in streaming ,una potente poetica, un poema omerico(un brano di quasi diciassette minuti) in musica e recitativo, sull'assassinio di Kennedy, che a quanto interpreto,  Bob fa iniziare il declino americano. Lui, la voce di una generazione che si vede sparire, e finisce con una giaculatoria direi, la richiesta di far suonare brani e artisti classici blues, jazz, rock, fino a Beethoven, alludendo anche alla cinematografia,fino alla bandiera insanguinata confederale.


E recita....libertà, oh libertà, libertà su di me. Odio dirtelo, signore, ma solo gli uomini morti sono liberi.


Ovviamente il mainstream ne parla sottovoce, proprio perché è Bob Dylan, personalità non manipolabile, è scomodo.


Un caro saluto
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 03 Aprile 2020, 11:28:51 AM
Citazione di: paul11 il 03 Aprile 2020, 00:54:23 AM

Mi sto godendo Bob Dylan in " Murder Most Foul", una Guernica picassiana del bardo di Duluth,chissà perché l'oracolo contemporaneo ha fatto uscire venerdì scorso (mentre la pandemia  attacca violentemente anche gli USA) in streaming ,una potente poetica, un poema omerico(un brano di quasi diciassette minuti) in musica e recitativo, sull'assassinio di Kennedy, che a quanto interpreto,  Bob fa iniziare il declino americano. Lui, la voce di una generazione che si vede sparire, e finisce con una giaculatoria direi, la richiesta di far suonare brani e artisti classici blues, jazz, rock, fino a Beethoven, alludendo anche alla cinematografia,fino alla bandiera insanguinata confederale.


E recita....libertà, oh libertà, libertà su di me. Odio dirtelo, signore, ma solo gli uomini morti sono liberi.


Ovviamente il mainstream ne parla sottovoce, proprio perché è Bob Dylan, personalità non manipolabile, è scomodo.



Alla fine della vita, di una vita,
rimane un flusso di citazioni.
Dylan racconta il suo.
Born in IuEsEi che più non si può.
L'America tra la via Emilia e l'West.
La Merica dei migranti che ce l'hanno fatta.
E dei loro figli:
Come Robert Allen Zimmerman.
Eterno ebreo della razza più rocciosa
Ashkenazita.
Come l'irlandese presidente
Dal bel volto di speranza.
Forse falso ma suadente.
Com'è la vita, la vita umana.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Aprile 2020, 18:38:31 PM
Salve Viator,

tu in quale delle due categorie rientri, quella allarmata o quella angosciata?

Personalmente mi accontento delle dubbie verità, avendo compreso di non poter accedere a quelle certe...

(ironia per ironia, non me ne volere, eh...  ;) :) )

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 03 Aprile 2020, 20:37:50 PM
Salve jean. Citandoti : "Salve Viator,
tu in quale delle due categorie rientri, quella allarmata o quella angosciata?
Personalmente mi accontento delle dubbie verità, avendo compreso di non poter accedere a quelle certe...
(ironia per ironia, non me ne volere, eh...  (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/akyhne/wink.gif) (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/akyhne/smiley.gif)
)".

Io sto  con gli allarmati. Circa la verità, noto che non sempre si fa caso a quanto compare sempre e comunque in calce ad ogni mio intervento.
Le DUBBIE VERITA' io le chiamo "argomenti di convinzione", intendendo per CONVINZIONE il DECIDERE DI CREDERE IN CIO' CHE SIAMO NECESSARIAMENTE COSTRETTI A SCEGLIERE.

------------------------------------------------------------------------------------------


Perciò tutti coloro che compiono una qualsiasi (banale o trascendentale) scelta.....lo faranno o perchè ci credono (fideisticamente) o perchè SI AUGURANO che la scelta risulti quella a loro più "utile" (se non ti piace il bieco concetto di "utilità", sostituiscilo pure con "efficacia").

Stammi bene. Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Aprile 2020, 21:36:09 PM
Ciao paul11,

a pensar male sovente ci si azzecca.

Che a Whuan (il Whuan misterioso evocato da Ipazia) vi sia qualcosa, o molto, d'inquietante è opinione ben diffusa, al pari dei veri numeri degli infetti e dei morti.

Medici che avevano preso troppo sul serio il loro mestiere sono morti (Li Wenliang) o spariti (.. si smorzano i rintocchi di un orologio sul ponte sopra un fiume... necrologio per la dottoressa Ai Fen) https://www.ilgiornale.it/news/mondo/cina-scomparsa-dottoressa-wuhan-che-lanci-lallarme-sul-1848988.html

Blogger indipendenti... https://voxnews.info/2020/02/14/coronavirus-scomparsi-blogger-indipendenti-che-diffondevano-video-da-wuhan/

... chi parla di 40.000, 50.000 vittime e ben oltre, di massicci arrivi di urne cinerarie... di quella inverosimile (?) notizia di un aumento delle emissioni gassose nei giorni della crisi per finire a quella dei 21 milioni di cellulari spenti https://www.money.it/Coronavirus-21-milioni-utenti-spariti-nel-nulla-Cina-mente-sui-morti

Si sparisce facilmente al giorno d'oggi... 


Che l'ecologismo sia funzionale al capitalismo (la miglior mucca oggi da mungere, delle altre ormai si vedono le costole se non gli scheletri) lo si è potuto constatare, ad esempio in ambito locomozione, nel tentativo da parte delle case automobilistiche di imporre (certo, all'inizio "morbidamente") l'auto elettrica, di cui qui non parlo (meglio in scienze e tecnologie) ma che renderebbe ai produttori (rientrati dalle spese iniziali e sostenuti dalla droga dei "bonus") molto di più di quelle termiche... va beh, ci saranno la solite milionate di disoccupati ma è il progresso... in più ecco, logico!

Beh, Wuhan ha un po' rotto le uova... intanto si convertiranno in farmaceutica, medicali e abbigliamento: mise (non il Ministero sviluppo economico... o forse sì?) con top portaguanti (in lattice) e mascherina plurifunzione (si inserirà un microchip e si potrà pagare mentre si rileva la temperatura... mia idea che cedo gratuitamente...).

Coincidenza, la tua citazione "perdere il controllo genera paura" ben si adatta alla mia poesia di marzo (Madonna di marzo 2020) che riporto per l'occasione (... prima o poi non ce ne saranno più...) del saluto ad un amico.



Quando l'aria trasporta il mal sottile
che si infiltra per tutte le fessure
e t'attende fuor  l'uscio, nel cortile,
dal profondo vengon tutte le paure.


Sconosciute sino al giorno innanzi,
come bolle che risalgono dal mare
per aprirsi ora che ti son dinanzi
costringendoti a farsi respirare.


Seppur scorgi ancor la via avanti
s'allarga l'ombra dietro le tue spalle,
i giorni della festa son distanti
come la bianca vetta dalla valle.



.....................................


PS- al resto del tuo intervento sul mirabile pezzo di Dylan ha piacevolmente risposto Ipazia, rivelando una buona disposizione per la prosa, di cui mi compiaccio.
Accidenti, proprio un bel pezzo, lo ripeto e ti ringrazio per averlo postato, anch'io me lo son goduto (più volte)... con quella voce matura, impastata e profonda mi ricorda Leonard Choen (un altro jewish, direbbe Ia nostra amica).



Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là del virus
Inserito da: InVerno il 07 Aprile 2020, 08:10:10 AM
Citazione di: Jean il 02 Aprile 2020, 18:44:56 PM
Al riguardo anch'io consiglio la visione del film "Contagion" di Steven Soderbergh (2011) che preannuncia, ricalcandole (inquietantemente) le odierne problematiche, pipistrelli e salto di specie compresi. InVerno, se l'ha visionato, potrebbe confermarlo.
Lo confermo, con distinguo. Voglio dire, probabilmente chiedendo consiglio ad un epidemiologo nel 2010 l'idea del pipistrello in Cina poteva saltare fuori, ma c'è una differenza importante, e che passa sottotraccia, cioè per immaginare uno stato catastrofico non troppo dissimile da quello in cui oggi siamo, perlomeno prodromicamente, l'autore ha pensato ad un virus con il 25\30% di mortalità. Nessuno si sarebbe mai immaginato, neanche con tutta la fantasia e gli epidemiologi a disposizione, che il mondo intero fatto di uomini, banchieri ,carrarmati , re, presidenti e CEO avrebbe subito un alt per una influenza con una mortalità dell'1-2%.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 07 Aprile 2020, 08:42:14 AM
Basta un libro di biologia universitario (personalmente uso l'edizione italiana di Biologia di Solomon, Berg, Martin del 2009) o la voce SARS di Wikipedia per vedere che l'immaginazione di molti artisti, scrittori sceneggiatori è banalmente tratta dalla cronaca.
Se questo nuovo virus colpisse a caso la popolazione, invece di accanirsi sugli anziani maschi, l'effetto economico sociale sarebbe ancora più drammatico.
Titolo: Re:Al di là del virus
Inserito da: Ipazia il 07 Aprile 2020, 08:46:19 AM
Citazione di: InVerno il 07 Aprile 2020, 08:10:10 AM
Lo confermo, con distinguo. Voglio dire, probabilmente chiedendo consiglio ad un epidemiologo nel 2010 l'idea del pipistrello in Cina poteva saltare fuori, ma c'è una differenza importante, e che passa sottotraccia, cioè per immaginare uno stato catastrofico non troppo dissimile da quello in cui oggi siamo, perlomeno prodromicamente, l'autore ha pensato ad un virus con il 25\30% di mortalità. Nessuno si sarebbe mai immaginato, neanche con tutta la fantasia e gli epidemiologi a disposizione, che il mondo intero fatto di uomini, banchieri ,carrarmati , re, presidenti e CEO avrebbe subito un alt per una influenza con una mortalità dell'1-2%.

Questo dato confermerebbe la fragilità dell'ambaradam, la profetica "tigre di carta", ma sappiamo che la tigre da tutto sa trarre profitto e particolarmente dai morti: pochi ma buoni, per testare la capacità di governo totalitario pur senza carri armati, sotto la supervisione di CEO e banchieri, con il supino cialtronismo di presidenti e re. Con le magnifiche e progressive sorti capitalistiche di inedite praterie da colonizzare e nuove dittature materiali e ideologiche da fondare. Sotto la supervisione di un virus che predilige i rami secchi dello sviluppo, liberandone le potenzialità con le forze della natura invece che con costosi e impopolari provvedimenti di legge. #andràtutto bene al Capitale di certo. E sotto il chiagne&fotte di prammatica, lo sa.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 07 Aprile 2020, 09:02:11 AM

Se come la maggioranza dei cittadini accetto e concordo con le regole dello stato di emergenza, che vanno contro gli interessi economici, è perché ritengo che i servizi sanitari siano impreparati ad affrontare l'emergenza e vanno salvate molte vite umane con i metodi tecno scientifici disponibili. Una volta superata la crisi voglio tornare alla vita normale, convivendo con questo nuovo virus. L'eliminazione mi pare un obiettivo irraggiungibile a meno di sacrifici sociali e economici inimmaginabili.


Il capitalismo è un sistema economico stabile proprio perché è in grado di sopportare adattandosi anche le crisi: se non ci fosse la pandemia starebbe ancora meglio. Non c'è alcuna regia capitalistica sul coronavirus SARS-CoV-2
Titolo: Re:Al di là del virus
Inserito da: InVerno il 07 Aprile 2020, 12:58:33 PM
Citazione di: Ipazia il 07 Aprile 2020, 08:46:19 AM
Citazione di: InVerno il 07 Aprile 2020, 08:10:10 AM
Lo confermo, con distinguo. Voglio dire, probabilmente chiedendo consiglio ad un epidemiologo nel 2010 l'idea del pipistrello in Cina poteva saltare fuori, ma c'è una differenza importante, e che passa sottotraccia, cioè per immaginare uno stato catastrofico non troppo dissimile da quello in cui oggi siamo, perlomeno prodromicamente, l'autore ha pensato ad un virus con il 25\30% di mortalità. Nessuno si sarebbe mai immaginato, neanche con tutta la fantasia e gli epidemiologi a disposizione, che il mondo intero fatto di uomini, banchieri ,carrarmati , re, presidenti e CEO avrebbe subito un alt per una influenza con una mortalità dell'1-2%.

Questo dato confermerebbe la fragilità dell'ambaradam, la profetica "tigre di carta", ma sappiamo che la tigre da tutto sa trarre profitto e particolarmente dai morti: pochi ma buoni, per testare la capacità di governo totalitario pur senza carri armati, sotto la supervisione di CEO e banchieri, con il supino cialtronismo di presidenti e re. Con le magnifiche e progressive sorti capitalistiche di inedite praterie da colonizzare e nuove dittature materiali e ideologiche da fondare. Sotto la supervisione di un virus che predilige i rami secchi dello sviluppo, liberandone le potenzialità con le forze della natura invece che con costosi e impopolari provvedimenti di legge. #andràtutto bene al Capitale di certo. E sotto il chiagne&fotte di prammatica, lo sa.
Io più che di tigre di carta parlerei di scimmia nuda, fino a un mese fa volevano andare su marte, consegnare le supposte coi droni e fare grattacieli che unissero la terra alla luna, oggi tutti in casa per l'influenza, più umiliante di così poteva esserci solamente un epidemia di diarrea esplosiva, almeno le razzie di carta igienica avrebbero avuto un senso. Ovviamente questa epidemia è una scheggia, un truciolo, se confrontata con le conseguenze dei futuri, inevitabili, disastri ecologici, prove generali per il grande show.

Io sulle capacità di adattarsi di questo modello economico non ci punterei troppo caro Baylahm, se l'Economist a un mese dal contagio si chiede se sia davvero il caso di salvare vite "a questo prezzo" (https://www.economist.com/leaders/2020/04/02/covid-19-presents-stark-choices-between-life-death-and-the-economy) comincerei a dubitare della duttilità di questo modello. Epidemie precedenti nella storia, e ben più gravi, furono superate senza che la gente si strappasse i capelli il primo mese, perchè sarebbero durate decenni. Se questo sistema non sa gestire nemmeno due mesi di stop, cose che nel medioevo accadevano sistematicamente con la neve d'inverno, così duttile non mi pare.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 07 Aprile 2020, 15:23:43 PM
SARS-CoV-2 è un nuovo virus, il suo contagio non produce una banale influenza, a me ha prodotto una polmonite, sia pur lieve. Non penso che gli effetti del suo contagio cambieranno radicalmente nel tempo, ci vorranno molte generazioni per l'adattamento. Non trovo umiliante l'isolamento, anzi lo considero generoso, solidale, altruistico.

Forse nei secoli scorsi non erano in grado di curare i contagiati, non sapevano nemmeno le cause della malattia e della morte, l'economia agricola non si fermava per questo motivo. Soprattutto l'economia agricola non era interdipendente e globale come oggi.

Noto che la maggioranza degli stati, politici, imprenditori, lavoratori, si prodigano per politiche di sostegno del sistema economico, capitalistico. Se si è pronti a sacrificare la vita (altrui?) sull'altare dell'economia è un segno della vitalità e stabilità del capitalismo.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 07 Aprile 2020, 20:07:58 PM
Io non ho mai detto che l'isolamento sia umiliante, nella mia vita non è cambiato praticamente niente perchè vivevo già in isolamento, e lo trovo tutt'altro che umiliante, anzi corroborante. Umiliante è quanto un microrganismo abbia drasticamente ridotto le ambizione umane che prima sembravano infinite.

Nel passato non erano scemi, la peste non colpì alcuni luoghi in europa, tra cui la Milano dei Visconti e la Polonia di Casimiro, che bloccarono immediatamente tutti i commerci e gli scambi, per anni. Ovviamente la maggioranza degli stati, politici, imprenditori, si prodigarono in sistemi di protezione e si sacrificarono per salvare il feudalesimo, ma ovviamente il feudalesimo non resistette. Ovviamente non c'è alcuna possibilità che questo virus faccia crollare il capitalismo, che poi è una macro categoria per dire tutto e niente, semplicemente il tuo argomento non prova granchè. Tuttavia, il feudalesimo non è crollato per una nevicata di qualche mese, son serviti anni di peste nera, chissà se il capitalismo saprebbe reggere decenni in queste condizioni.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 08 Aprile 2020, 11:01:13 AM
Non penso affatto che nel passato fossero stupidi: i lebbrosi erano isolati già allora sebbene non conoscessero i batteri.
Il capitalismo finirà come tutti i sistemi economici. Ma ci sono delle costanti e delle caratteristiche economiche che spiegano bene la sua resilienza. Il nucleo del problema economico, la relazione tra bisogni, scarsità di risorse ed abbondanza di scarti, che è una costante di tutti i sistemi economici, la proprietà privata, l'iniziativa individuale nel consumo e nella produzione, la concorrenza e l'innovazione tecnologica, le economie di serie, il mercato sono alcune caratteristiche del capitalismo che, sono convinto, dureranno a lungo, certamente più della mia vita.
Comunque nessuna delle misure a sostegno del reddito e dell'economia prese dagli stati per fronteggiare la crisi pandemica rientra nei caratteri del capitalismo. I liberali e liberisti dove sono finiti?
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 08 Aprile 2020, 11:32:08 AM
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2020, 11:01:13 AM
Comunque nessuna delle misure a sostegno del reddito e dell'economia prese dagli stati per fronteggiare la crisi pandemica rientra nei caratteri del capitalismo. I liberali e liberisti dove sono finiti?

Dove sono sempre stati: privatizzare i profitti (mascherine, farmaci, disinfettanti, alimenti) e socializzare le perdite (bonus, crediti, moratorie fiscali,...)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: baylham il 08 Aprile 2020, 11:44:17 AM
Citazione di: Ipazia il 08 Aprile 2020, 11:32:08 AM
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2020, 11:01:13 AM
Comunque nessuna delle misure a sostegno del reddito e dell'economia prese dagli stati per fronteggiare la crisi pandemica rientra nei caratteri del capitalismo. I liberali e liberisti dove sono finiti?

Dove sono sempre stati: privatizzare i profitti (mascherine, farmaci, disinfettanti, alimenti) e socializzare le perdite (bonus, crediti, moratorie fiscali,...)


Mi riferivo alla coerenza tra teoria e prassi, che nel caso del liberismo e del liberalismo non c'è mai stata.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 08 Aprile 2020, 16:49:36 PM
Citazione di: baylham il 08 Aprile 2020, 11:44:17 AM
Mi riferivo alla coerenza tra teoria e prassi, che nel caso del liberismo e del liberalismo non c'è mai stata.

Impresa ardua rendere coerente teoria e prassi - intorno alla radice semantica libertà - di una visione del mondo che fin dalla sua nascita, mentre perseguiva solennemente nella sua costituzione il diritto alla felicità, si faceva servire nelle officine, campi, a tavola e a letto da schiavi africani.

Tale contraddizione liberal-liberista ha continuato a svilupparsi anche quando la pratica della schiavitù delle origini si è evoluta verso forme di schiavitù mascherate teoricamente da libertà formali solennemente promulgate nelle carte costituzionali ma irrealizzabili, per la contraddizione che nol consente come direbbe Croce, nella pratica sociale.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 08 Aprile 2020, 17:04:05 PM
Salve Ipazia. Naturalmente l'espressione "diritto alla felicità" rappresenta un intrinseco assurdo dello stesso genere di "trombonesca ipocriticità" come i "diritti" alla vita, alla salute, alla eguaglianza (dico eguaglianza e non parità)........tutte condizioni che nulla e nessuno può garantire e che quindi è perfettamente ipocrita cercare di formalizzare.


Meglio sarebbe parlare e scrivere di "diritto alla ricerca - in forme lecite - della felicità individuale", anche se penso che tu non sarai d'accordo visto che la ricerca individuale di certe cose non può che impedire il loro raggiungimento collettivo ed egualitario. Saluti.

Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: doxa il 15 Aprile 2020, 00:33:26 AM
Uno degli effetti non voluti del coronavirus è stato quello di far  pensare molte persone al possibile incontro  con quella che Francesco d'Assisi denominava "sorella morte". Di fronte ad essa le reazioni sono spesso spontaneamente simili a quella avuta da un granduca di Toscana, ma non so chi.

Si racconta che il confessore di un granduca di Toscana, un frate cappuccino, al suo penitente moribondo avesse ingenuamente suggerito: "Altezza, è bello andare in paradiso!". Ma il granduca con un filo di voce replicò: "Ma io sto così bene anche a Palazzo Pitti!".

Un altro episodio. Una domenica  mattina un  parroco dopo aver  descritto le beatitudini nel Paradiso e le modalità per i credenti di raggiungerlo, chiese ai fedeli in chiesa: " Chi di voi ha voglia di andare in  Paradiso?".

Tutti alzarono la mano, ad eccezione di un vecchietto in prima fila.

Il prete, sorpreso, domandò: "Chi di voi vuole andare all'Inferno?". Nessuno alzò la mano, compreso l'anziano.

Il sacerdote allora gli si avvicinò e gli chiese: "ma lei dove vuole andare? In Paradiso, no; all'Inferno, neppure!...".

E l'uomo gli rispose: "il Paradiso  è bello, ma non ci voglio andare, perché sto bene qui!".

Il granduca e l'uomo anziano pur così diversi per mentalità e condizione sociale erano  concordi nel dire: "meglio la terra che il cielo, meglio vivere bene quaggiù che sperare nell'incerto Paradiso.

Tutte le religioni hanno cercato in forme diverse di varcare con l'immaginazione  la frontiera della mortalità pensando a come può essere l' altro aspetto della "vita" per chi ci crede.

Il desiderio di fantasticare oltre quel limite ha pervaso  per secoli la storia dell' arte, della letteratura e della filosofia.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 15 Aprile 2020, 21:11:22 PM
Citazione di: altamarea il 15 Aprile 2020, 00:33:26 AM
Uno degli effetti non voluti del coronavirus è stato quello di far  pensare molte persone al possibile incontro  con quella che Francesco d'Assisi denominava "sorella morte". Di fronte ad essa le reazioni sono spesso spontaneamente simili a quella avuta da un granduca di Toscana, ma non so chi.

Si racconta che il confessore di un granduca di Toscana, un frate cappuccino, al suo penitente moribondo avesse ingenuamente suggerito: "Altezza, è bello andare in paradiso!". Ma il granduca con un filo di voce replicò: "Ma io sto così bene anche a Palazzo Pitti!".

Un altro episodio. Una domenica  mattina un  parroco dopo aver  descritto le beatitudini nel Paradiso e le modalità per i credenti di raggiungerlo, chiese ai fedeli in chiesa: " Chi di voi ha voglia di andare in  Paradiso?".

Tutti alzarono la mano, ad eccezione di un vecchietto in prima fila.

Il prete, sorpreso, domandò: "Chi di voi vuole andare all'Inferno?". Nessuno alzò la mano, compreso l'anziano.

Il sacerdote allora gli si avvicinò e gli chiese: "ma lei dove vuole andare? In Paradiso, no; all'Inferno, neppure!...".

E l'uomo gli rispose: "il Paradiso  è bello, ma non ci voglio andare, perché sto bene qui!".

Il granduca e l'uomo anziano pur così diversi per mentalità e condizione sociale erano  concordi nel dire: "meglio la terra che il cielo, meglio vivere bene quaggiù che sperare nell'incerto Paradiso.

Tutte le religioni hanno cercato in forme diverse di varcare con l'immaginazione  la frontiera della mortalità pensando a come può essere l' altro aspetto della "vita" per chi ci crede.

Il desiderio di fantasticare oltre quel limite ha pervaso  per secoli la storia dell' arte, della letteratura e della filosofia.


Ciao Altamarea,

prendo spunto dal tuo post:

https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/assisi-giotto-san-francesco/msg42607/#msg42607

WP scrive a proposito dell'affresco del Giotto (Morte di san Francesco):

A partire da questa scena si registra una rottura nello stile degli affreschi che è stata interpretata con la partenza del capo bottega, magari chiamato a Roma. Secondo Bruno Zanardi e Federico Zeri il modo di trattare gli incarnati dimostrerebbe, in questa come in altre scene, la presenza di una maestro diverso da Giotto, che essi indicano nel romano Pietro Cavallini.

Dunque un'opera anomala, come lo è il profilo del demone ma soprattutto quella nuvola (che lo contiene) posta in primo piano appena sopra gli ecclesiastici, gli intermediari tra il mondo fisico e quello, in alto, dello spirito.

Ora una nuvola è... una nuvola... un evento-fenomeno talmente conosciuto e ricorrente da non richiamare la nostra attenzione... ed infatti (in quella, il demone) è stato individuato solo nel 2011 (coincidenza, di un'altra strana faccia abbiamo discusso con Ipazia dal post 331).

Eppure, quella nuvola e quello che rappresenta è il fulcro dell'opera, talmente in primo piano ed evidente da... passare inosservata, sin quando qualcuno la guardò meglio (per studio o per caso) e la "interpretò":

"Angeli e Demoni siano celati tra le nuvole per prelevare le anime che salgono al cielo, questo recitava l'antico sapere.
Evidentemente l'artista Giotto lo sapeva, come tutti i suoi contemporanei del resto, e non poteva che immaginare che l'ascesa al cielo di San Francesco d'Assisi sarebbe stata ostacolata proprio lì, tra le nuvole, nell'unico momento nella vita del santo, la morte, in cui i demoni, trovandolo debole, potevano attaccarlo!
Ed ecco che, molti anni prima di quanto gli storici ritenessero sino ad oggi, un pittore (e che pittore!) sfuma le nuvole con abile mano e rappresenta quella che nella fattispecie è un "demone delle nuvole".



https://www.bafan.it/il-demone-che-emerse-dalle-nuvole-giotto-e-la-morte-di-san-francesco/



Non condivido questa interpretazione poiché codesta nuvola non è stata fatta per rivelare i misteri che racchiude... piuttosto per nasconderli e tuttavia porli al centro dell'attenzione, come devono essere le caratteristiche di un buon posto dove nascondere qualcosa. E cosa c'è di meglio d'una nuvola?

La bella storia che narra l'opera - quella d'un uomo di fede che in virtù dei suoi meriti ascende ad una condizione superiore, attorniato nel momento finale dalle genti che vi hanno riconosciuto la santità e suffragata dalle credenze di allora attraverso la rappresentazione di un cielo ultraterreno - è quella che si potrebbe dire "la narrazione in chiaro", destinata a chi non abbia tempo da perdere con fenomeni effimeri, impalpabili e mutevoli... quali nuvole dagli incerti confini e contenuti.

Così tra l'al di qua terreno e l'aldilà, in mezzo e al centro, vi è una zona indefinita, un non-luogo che s'interpone tra le due differenti realtà, collegandole.

I vivi non hanno accesso a quella ultraterrena né i morti possono ritornare (salvo qualche fenomeno particolare... un luogo particolare, ad esempio...) a descrivere il viaggio, se mai l'hanno compiuto.

Rimane solo una nuvola da investigare... e già la sua consistenza allontana la maggior parte delle persone che ricercano fatti e prove concrete, stabili e durature, come il granduca di Toscana o il vecchietto nella chiesa... pur in vicinanza dell'ultimo passo ancora s'aggrappano alla materia che è tutto quel che conoscono.

I pochi che vi prestano attenzione riconoscono in quella nuvola i confini del proprio essere, sempre mutevoli pur se presenti, seguendo il contorno di un disegno, un fenomeno evanescente come un dejà vù o la ricorrenza di bizzarre coincidenze... e sogni, di intensità e profondità sconcertanti, come quelli di cui parla Isfrael:

https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/i-luoghi-particolari-nei-sogni/  e altro ancora.


Su WP potete leggere questo riassunto sulla "resurrezione", tal quale o altrimenti declinata:

https://it.wikipedia.org/wiki/Risurrezione

da cui mi sembra piuttosto riduttivo ricondurre ad immaginazione e desiderio di fantasticare quello che, secondo me, è l'anelito umano più profondo... che al par di  una nuvola solo chi l'attraversi può dirne della sua estensione...


Cordialement
Jean


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 04 Maggio 2020, 22:30:14 PM
In questa discussione da un'altra sezione del forum

https://www.riflessioni.it/logos/attualita/il-valore-della-liberta/msg42852/#msg42852

riferita all'attualità, l'amico Andrea discute delle questioni connesse con la pandemia in corso, della quale sappiamo più o meno quando è iniziata (pare verso fine ottobre 2019) ma niente ancora può esser pronosticato sull'evoluzione e (magari) conclusione.

Scrive Andrea nel post 27, rispondendo ad uno mio precedente:

3) Sono abbastanza sicuro di aver intuito lo scenario in cui stiamo realmente vivendo (anche se mi mancano molti dettagli e ho ancora molti dubbi).

4) Il disegno che ho ottenuto, unendo i puntini, raffigura una realtà che i più riterrebbero eticamente e moralmente inaccettabile.


Diversamente da altri utenti che l'hanno invitato a chiarire le sue supposizioni suggerirei di tenerle per sé, attendendo il giusto grado di maturazione (degli eventi) prima di (eventualmente) esporle.

È indubbio che i tempi che stiamo vivendo siano eccezionali come lo sono le decisioni prese (impensabili sin prima) che impattano pesantemente su quello che ritenevamo il nostro (alto) grado di libertà. 

Se nella discussione richiamata e nell'opinione pubblica mondiale tanta gente è giunta ad interrogarsi sul valore della libertà allora sta accadendo qualcosa d'importante, forse addirittura in grado di mettere in discussione la direzione futura del genere umano, che i più pensavano (o speravano) almeno delineata.

Alcuni scenari prospettano un crescente controllo sociale, oggi invero già ottenuto in diverse forme, specie quelle supportate dall'enorme capacità e versatilità raggiunta dai dispositivi tecnologici informatici e dai programmi che li "animano".

Al diminuire delle libertà individuali e collettive è altrettanto indubbio corrisponderanno, allentati vincoli e depotenziati i controlli-lori, "sperimentazioni a fin di bene" in ambiti precedentemente salvaguardati da paletti etico-giuridici.

Ma senza il "terreno fertile" di una qualche forte emergenza vitale (come può esserlo quella economica, medica, militare ecc.) il bilanciamento dei poteri che ancora contraddistinguono le società occidentali (e meno le altre) opporrebbe resistenza... per quanto possibile.


Quello che noi riteniamo sia il normale fluire del tempo non è che una nostra supposizione, man mano adattata alle nuove acquisizioni, studi, esperimenti e quant'altro.

Einstein stesso fece rilevare: "Lo spazio e il tempo sono forme di intuizione, che non possono essere separate dalla coscienza più di quanto possano esserlo i concetti di colore, forma o grandezza".

Certo una supposizione (o intuizione) vincente, soprattutto in campo scientifico, che però non è il solo accessibile e frequentato dalla coscienza ed intelletto umano, come (un po') dimostrano le (altre) sezioni di questo forum. 

In certe circostanze, per certe persone, i contenuti del flusso del tempo divengono accessibili, altresì non vincolati dalla direzione della freccia  passato --> futuro.

Pur potendo disporre di un patrimonio considerevole di testimonianze registrate dalla notte dei tempi ad oggi, la difficoltà maggiore, nel tentar d'interpretarli, sta nel linguaggio corrispondente a periodi differenti.

Per dire, ammesso che talune profezie di Nostradamus, per citare uno dei più conosciuti, possano riferirsi anche a tempi vicino a noi o futuri, per come sono stati scritti (cripticamente) necessariamente vanno interpretati e anche un buon traduttore non può andar al di là di se stesso, tanto che il detto l'associa alla parola traditore.

Quindi non val la pena ad esempio d'interpretare il pensiero o l'opera di Nietzsche?

Affatto, come m'insegnate in questa sezione... ogni contributo può esser utile per andar al di là delle nostre convinzioni/conoscenze/interpretazioni... stante che la verità su Nietzsche la conosce (forse) il solo Nietzsche. 

Analogamente sono utili le informazioni che riguardano la libertà degli esseri umani, perché senza (quella) li si può ridurre ad oggetti, da cui prender pezzi (organi) o servirsene per giocar guerre di potere.
 
Leggendo un blog mi sono nuovamente imbattuto nel famoso passo dell'Apocalisse di Giovanni:

"Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei" (Apocalisse 13:16-18)

Segue una parte del commento (che vi suggerisco di leggere, benché risalente al 2010):

Il CHIP sotto pelle (il marchio della Bestia 666) – Un sistema d'identificazione e di controllo mondiale , Telecomando Celebrale ?
Il microchip è un mini congegno elettronico, che per il nostro caso misura 7mm di lunghezza e 07mm di larghezza, circa la dimensione di un quarto di un granello di riso.
Può contenere fino a 250.000 dati, sia in entrata che in uscita, registrati, cioè  può trasmettere e ricevere dati e/o ordini...
E' munito di antenna, con la quale, attraverso satellite, può localizzare qualsiasi persona o animale che lo portasse a tre metri dal luogo esatto in cui si trovano. E' un mezzo di controllo efficientissimo.
I dati vengono letti con lo scanner, come quelli in uso nei supermercati, e vengono inviati al grande computer che tutto controlla. Contiene una batteria al litio, ricaricabile.
Questa batteria si ricarica con fluttuazioni di temperatura. E' inoltre munito di un "trasponder" che è un sistema di immagazzinamento e lettura di informazioni (in un micro-chip), la cui lettura si fa mediante onde come quelle di un controllo remoto.
E con tutto questo ?
Il Dr. Carl Sanders è stato il direttore del progetto per lo sviluppo del micro-chip. Ingegnere elettronico dal 1968, conosce i micro-chip fin dall'inizio. Egli ha diretto un gruppo di cento fra i migliori scienziati del mondo, in uno studio che è costato un milione e mezzo di dollari.
L'oggetto di questo studio era determinare il punto più appropriato per inserire il micro-chip all'interno del corpo umano, così da poter captare al massimo i cambiamenti di temperatura, perché la batteria al litium si ricarica automaticamente con le fluttuazioni di temperatura.
Trovarono che il punto più adeguato si trovava proprio sotto i capelli della FRONTE UMANA E SOTTO IL DORSO DELLA MANO DESTRA, esattamente come descritto nell'Apocalisse (Bibbia).


https://lapocalisse.wordpress.com/l-666marchio-della-bestia/




Presentata l'informazione ognuno è libero d'interpretarla e approfondirla e magari, se vi saranno, i vs contributi potrebbero suggerire delle direzioni da percorrere, foriere di rivelare almeno piccole parti del disegno nascosto... perché, ne abbiate sensazione o convincimento oppur nulla in merito... un disegno c'è, o se preferite una prospettiva, altrimenti non vi sarebbe alcun movimento nella coscienza a da questa nel mondo reale.

   
Cordialement
Jean 
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 04 Maggio 2020, 23:12:08 PM
Salve jean. Citando una parte di ciò che tu hai voluto estrarre e sottoporci : "L'oggetto di questo studio era determinare il punto più appropriato per inserire il micro-chip all'interno del corpo umano, così da poter captare al massimo i cambiamenti di temperatura, perché la batteria al litium si ricarica automaticamente con le fluttuazioni di temperatura.
Trovarono che il punto più adeguato si trovava proprio sotto i capelli della FRONTE UMANA E SOTTO IL DORSO DELLA MANO DESTRA, esattamente come descritto nell'Apocalisse (Bibbia).


https://lapocalisse.wordpress.com/l-666marchio-della-bestia/".

voglio farti i miei complimenti per la brillantezza folcloristica del sito dal quale avrai attinto simile perla di suggestione satanesco-biblica in chiave informatico-casereccia (basti osservare che 1/4 di granello di riso saranno ca.3x1,5mm mentre il 7x0,7mm saranno per un un fagiolo medio-piccolo, che il chip è letto da satellite ma allora non si capisce perchè si debba stare a leggerlo anche via scanner, che l'aggiunta di microantenna e microbatteria al litio (cioè la bomba velenifera sottopelle), per quanto minuscoli, renderebbero una mano più accessoriata della stazione radriotrasmittente della Città del Vaticano...........e via di questo passo)................comunque, dicevo, la suggestione è assicurata anche se - come si dice - il diavolo  fa le pentole ma non i coperchi............infatti personalmente io me ne fregherei dei tentativi della Bestia di controllarmi..........essendo mancino fotterei alla grande chi volesse "inchipparmi" la mano destra !. Salutoni.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 05 Maggio 2020, 14:48:13 PM
caro Jean,
Il controllo sociale si è man mano affinato dagli anni Settanta, nel riflusso "dal politico al personale", dal rampantismo anni Ottanta dal WTO che passa appena crollato al Muro di Berlino alla globalizzazione.
Eppure nonostante tutto sono altrettanto convinto che non potrà mai essere totale il controllo sociale. Perché i potenti sono in competizione fra loro, perché gruppi di Stati sono in competizione e qualcosa sfugge sempre: appunto un coronavirus.


Quel che temo di più, e si evince da alcuni discussioni in questo forum, è che si sta perdendo il contatto con i valori di libertà, di democrazia e giustizia. In questo stanno vincendo i controllori del sociale. Più ci allontaneremo dalla fine della seconda guerra mondiale, dove lì sì hanno capito cosa fosse democrazia, libertà e giustizia sociale e il coronavirus sta "epurando" una generazione di superstiti, che hanno visto, vissuto, pagato e anche conquistato a duro prezzo quello che nuove generazioni odono ormai come un eco sempre più lontano.


Anni fa studiai attentamente le teorie "sugli ultimi giorni", quelle apocalittiche.
In effetti si stanno prefigurando gli scenari.
E persino Newton che amava di più l'alchimia e certe letture esoteriche che trovarono in una cassapanca pieni di appunti, arrivò a definire persino una data della fine....è lontana per le nostre età, ma non tanto per l'umanità. Lo yuga è il  ciclo attuale del tempo di decadimento,secondo le dottrine indiane di stampo vedico. Ci sono parecchi indizi che non so se costituiscono una prova, manca solo che appaia l'Anticristo sotto mentite spoglie e troverà una umanità pronta ad accoglierlo , ululante che corre dietro alle stupidate e musichette indegne anche di uno Zecchino d'oro che visualizzano a milioni  i ragazzini di una generazione opulenta e con "cacasenno". I media stanno facendo di tutto per creare i terreni adatti alla coltura (non cultura) della banalità e superficialità . I politici sono indaffarati a tutt'altro, ai rendiconti, ai PIL e sono in fondo come diceva, se non erro,  Lukacs , " piccoli borghesi pagati dalla grande borghesia".


E' da anni che vedo il viatico decadente, spacciato per opulente e quindi nascosto alla vista dei superficiali. Come scriveva De André nella "Domenica delle salme"..... andrò con ...."gli ultimi viandanti si ritirarono nelle catacombe , accesero la televisione e ci mandarono a cagare".
Gli umani ancora sensibili, esteti, poetici, hanno quella qualità dell'oracolare, del profetico.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 18 Maggio 2020, 22:55:12 PM
@Viator

Come dicevo:

Presentata l'informazione ognuno è libero d'interpretarla e approfondirla e magari, se vi saranno, i vs contributi potrebbero suggerire delle direzioni da percorrere...

quella che indichi riguarda le "dimensioni", una prospettiva interessante che si è grandemente sviluppata dalla data dell'articolo (2010), specie nel campo delle nanotecnologie.

Tuttavia quelle riportate nel suggestivo articolo satanesco-biblico (per il quale non posso accettare alcun complimento riguardo la brillantezza folcloristica del sito che lo ospita, essendo al par tuo un semplice lettore-fruitore) sono state ampiamente surclassate, infatti già nel * veniva scritto:   

Nel suo articolo 'Ecco la polvere che spia' pubblicato sul quotidiano La Repubblica il *31 ottobre 2002, Federico Rampini descrisse la polvere intelligente o "smart dust", un pulviscolo composto di miriadi di microchip. Lo smart dust o "polvere intelligente" è stato definito dal Pentagono "Ia tecnologia strategica dei prossimi anni". Un giorno cambierà la nostra vita... Il pulviscolo intelligente è fatto di miriadi di computer microscopici. Ognuno misura meno di un millimetro cubo ma incorpora sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.

10 gennaio 2013 - Come stai plasmando il futuro attraverso i "Big Data"

... come dice Dyson, "Presto saleremo gli oceani, la terra e il cielo con un numero infinito di sensori invisibili agli occhi ma visibili l'uno all'altro e a una varietà di dispositivi di raccolta dei dati. I vasti flussi di dati sempre più precisi combineranno e interagiranno per produrre cache di conoscenza sempre più significative. "

http://www.thefiscaltimes.com/Articles/2013/01/10/How-Youre-Shaping-the-Future-Through-Big-Data#sthash.ugyAxzxF.dpuf


18 aprile 2020 - Cosa sono le Smart Dust e quando arriveranno: le polveri intelligenti potrebbero cambiare il nostro futuro attraverso una tecnologia microscopica da fantascienza. Ma è davvero positivo? Ecco cosa c'è da sapere.

Per capire cosa sono le Smart Dust bisogna rivolgere lo sguardo verso un futuro in cui la tecnologia è avanzata a tal punto da creare dei dispositivi wireless piccolissimi, come un granello di polvere. Perché devi conoscere questa tecnologia? Perché quel futuro è arrivato e questi dispositivi miniaturizzati, dotati di sensori, telecamere e meccanismi utili a trasmettere dati, oggi sono realtà: le Smart Dust prendono il nome di MEMS (sistemi microelettromeccanici) e potrebbero irrompere nella nostra quotidianità prima di quanto pensiamo.

Dai primi computer enormi, macchine complesse che occupavano intere stanze, all'internet delle cose: le Smart Dust, ovvero polvere intelligente, irromperà nelle nostre vite con lo stesso effetto avuto da smartphone, tablet e smart speaker.

Le Smart Dust sono oggetto di attenzioni e sviluppo da parte di grandi aziende fin dal 1992, tra i nomi principali troviamo General Electric, Cargill, IBM, Cisco Systems: tutte queste aziende, ma non solo, hanno già da tempo avviato gli investimenti nella ricerca e nell'applicazione di questo tipo di tecnologie, guardando alle Smart Dust come uno strumento importante per l'economia mondiale futura.

L'uso delle Smart Dust è ancora in fase di definizione. Aziende come Gartner (multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi della tecnologia dell'informazione) ha parlato già di Smart Dust nel 2016 ma il tempo relativo a una sua effettiva applicazione è ancora lontano.

Nonostante questo, è importante guardare a questo fenomeno con attenzione non essendo ormai più una tecnologia da film di fantascienza. Ancora non sappiamo quando l'adozione delle Smart Dust si avvierà a un'applicazione su larga scala: quel che è certo è che solo una questione di tempo. Ecco cosa c'è da sapere.

Smart Dust: cos'è e a cosa serve

Una Smart Dust è dotata di sensori di miniatura, MEMS, in grado rilevare qualsiasi cosa che va dalla luce alle vibrazioni fino alla temperatura nell'aria: grazie a un'incredibile quantità di energia racchiusa nelle sue dimensioni ridotte, i MEMS riescono a combinare una rapida elaborazione dati e comunicazione via wireless anche in uno spazio minuscolo, di pochi millimetri. Dimensioni talmente ridotte da permettergli di fluttuare nell'aria e di passare anche inosservati.

Cosa può fare una Smart Dust?
Nell'ordine:

raccogliere dati tra cui suoni, umidità, accelerazione, stress, pressione e altro attraverso i sensori;

conservare questi dati in memoria;

trasmettere i dati raccolti via wireless ad altre Smart Dust o dispositivi tecnologici nelle vicinanze o via cloud.

I componenti di questi piccoli device sono stampati in 3D con le ormai comuni stampati 3D disponibili in commercio e vengono prodotti come fossero un unico pezzo: oggi è possibile realizzare una serie di componenti microscopiche che, grazie anche a questi strumenti, erano impensabili anni fa.

Molte lenti ottiche create per questi sensori in miniatura oggi possono ottenere immagini di qualità migliore rispetto a pochi anni fa ed ecco che le Smart Dust si dotano di un altro importante senso: la vista.
Come vengono utilizzate le Smart Dust

Il potenziale dato dalle Smart Dust quindi permetterà di raccogliere informazioni su qualsiasi ambiente con dettagli mai visti prima: l'impatto che una loro applicazione potrebbe avere sulla società influenza diversi settori che vanno dalla sicurezza alla produttività.


Tra gli usi possibili abbiamo:

agricoltura, monitorare le colture su una scala senza precedenti per determinare esigenze di irrigazione, fertilizzazione e controllo dei parassiti;

controllo delle apparecchiature;

individuare punti deboli e di corrosione prima di eventuali guasti;

monitoraggio di persone e prodotti via wireless per motivi di sicurezza;

applicazioni nel sistema sanitario per diagnosi a distanza, interventi senza chirurgia, sostegno a persone con disabilità rendendo accessibili una serie di strumenti che li aiutando a vivere in modo indipendente.

Sorprendente in questo senso l'uso sperimentale fatto dai ricercatori dell'Università di Berkeley che ha testato un sistema da spruzzare direttamente nel cervello umano per fornire feeback e risposte su uno degli organi più importanti del nostro corpo.


https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/lo-smart-dust-e-una-tecnologia-del-futuro-ce-gia/


Gli interessati possono reperire molto materiale al riguardo... ahimè, viator, l'esser mancino non sarà sufficiente, non essendo questione della sola mano destra... ma qualunque siano le tue opinioni considera che il futuro è già arrivato...

Il punto di arrivo delle trasformazioni in essere è l'approdo ad una società basata sull'Internet of Things (IoT) o Internet delle Cose. Esso prefigura una società in cui ogni oggetto, anche il più semplice, avrà una sua intelligenza e potrà essere connesso ad Internet.

Per il prossimo anno (2021) dovrebbe (tutto dovrebbe...) compiersi la programmata dislocazione mondiale della rete 5G, intanto si stanno piazzando microantenne ovunque e, solo per dirne una, complice il "covid-confinamento" di potenziali oppositori si son potuti tagliare alberi secolari per "sgombrare" il campo.   

Se tutto avrà un'intelligenza (di vario tipo, naturalmente, ma assumiamo per semplicità che sia tale la capacità di risolvere problemi) quale sarà il posto di quella umana? Pensate che il posto in cima alla piramide sarà sempre garantito per nascita?


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 19 Maggio 2020, 13:42:13 PM
Salve jean. Grazie. Mi sei stato quasi prezioso. Purtroppo un vecchio rimbambito come me. non potrà trarre alcun vantaggio da simili meraviglie. Continuerò a starnutire ancora per un poco in modo tradizionale, lasciando alla balda gioventù lo starnutire "smart" che verrà provocato dall'ingresso in narice di particelle di "smart powder", per evitare il quale occorrerà vivere indossando 24/24h qualche bella "smart mask" FPP34576. Ma le Corporation ci hanno pensato ?. Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 11 Giugno 2020, 23:00:19 PM
In questa discussione nella sezione spiritualità:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/spiritus-sanctus/msg44558/#msg44558

ho cercato d'attenermi al tema proposto, lo Spirito Santo, interpretandone la (presunta) azione in differenti contesti.

È certamente una visione personale, se volete il tentativo di portare la discussione sul piano reale togliendola (almeno per un po') da quello colà prevalente storico-astratto che a causa del ristretto numero di partecipanti prosegue e spesso si risolve nel rimarcar le proprie convinzioni-conoscenze rintuzzando (lecitamente l'una e l'altra, beninteso) quelle altrui.

Ed è, motivo per cui lo riprendo qui, argomento che rimanda ad un al di là dall'usuale condizione quotidiana, pur se non pienamente evidente nell'autorealizzazione della propria limitata prospettiva o nell'intervento di un mediatore.

In ogni caso l'accesso (a tale aldilà) non è conseguente ad un particolare atteggiamento/disposizione; l'impressione almeno iniziale è che si tratti di qualcosa  proveniente da un ambito a noi esterno e ci vien da pensare che come tutte le cose, materiali o meno, se c'è un percorso vi sia uno spazio ed una direzione.

Ed invece le azioni in oggetto più che provenire... accadono, come per le coincidenze, inaspettatamente.

Chi le sperimenti solitamente riporta la sensazione d'essersi ritrovato... non in un luogo ma in un tempo differente dal conosciuto, a volte in grado d'intervenire e/o interferire anche sulla percezione spaziale.

In questo tempo, opposto a quello del movimento e della mutazione, pare di ritrovarsi in presenza di qualcosa di cui conserviamo un ricordo senza memoria, essendo questa soggiacente e collegata al tempo del divenire.

C'è qualcosa di estremamente "vitale" in tale condizione, al minimo una sorta di lucidità, una chiarezza normalmente sconosciuta.

Un tempo, l'AION, anticamente descritto come «Tempo trascendente e assoluto», eternità immobile e una per Platone (Tint., 37d), contrapposto a Chronos, il Tempo empirico in movimento continuo, che ne è l'immagine."

Ritrovarsi in quel non-flusso è come avere davanti a voi il Libro che avete sempre cercato senza tuttavia poterlo sfogliare, compito che svolge un terzo soggetto (esplicitamente lo spirito, per chi non abbia difficoltà con tale termine) aprendolo alla pagina che vi riguarda.

L'essere umano lungo tutta la sua storia ha sperimentato questi due diversi tempi, due diverse acque di vita, trasformando i frutti del primo in sapere e conoscenza mentre per il secondo... le parole che cercano d'avvicinarlo in realtà l'allontanano, rimane la cronaca dell'evento e l'inspiegabile azione cui si è stati testimoni.

Ora, per saltar di palo in frasca... prendete l'A.I. di cui ostinatamente continuo a parlare... e formulate un collegamento con quanto sopra esposto...


https://www.lamacchinadiluce.com/2019/02/numeri-coincidenze-tu-credi-che-si-possa.html


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 12 Giugno 2020, 07:06:10 AM
Più che allo Spirito Santo la questione rimanda allo squisitamente antropocentrico Spirito del Tempo convertitosi ultimamente allo Spirito della Macchina - non sempre di Luce.

Lo Spirito del Tempo é la sommatoria dello spirito, o psiche, individuale degli umani inseriti nel flusso cronologico della storia, da cui derivano e che li seppellirà. Di cui ogni generazione, ogni individuo, é un segmento unico e irripetibile la cui illuminazione, nirvana - individuale e, per i fortunati, epocale - va perseguita nel tempo che la storia ha concesso. Senza illusioni trascendenti o macchiniche coniugate in qualche Deus ex machina palingenetico.

La luce é l'attimo fuggente laddove il tempo antropologico ritrova il se stesso perduto prima che, dolcemente, cali il sipario su chi ha seguito l'illuminante monito inscritto nel tempo - e nel suo spirito - dal tempio di Delfi dedicato all'ennesima divinità defunta.

Monito socratico di ricerca, non di affermazione effimera, come pretese il piú dotato allievo del filosofo ateniese.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 15 Giugno 2020, 21:42:39 PM
Ciao Ipazia,

il mio sognare notturno, di cui rammento abbastanza, è per lo più rimescolamento e reinterpretazione delle varie sollecitazioni diurne, così come proposto (alcuni affermano) da chi se ne occupa.

Per lo più ma non tutto... e quel che sfugge da codesta interpretazione, per poco che sia è sostanziale, come può esserlo in una vita di routine l'inaspettata comparsa di un'altra persona...

Generalizzare è conveniente e proficuo per mettere ordine in un insieme disomogeneo, assegnando una collocazione a fronte di specifici attributi, ma quanto più l'insieme è vasto - e gli "oggetti" della vita/coscienza umana son praticamente infiniti, specie quando si usi l'immaginazione - tanto più il risultato sarà "probabilistico" e a meno di predisporre all'occorrenza ulteriori cartelline nell'ipotetico classificatore, necessariamente vi saranno oggetti che pur avendo attributi comuni ne differiscono per altri, affidandosi in tali casi a quello/i prevalente/i.

Così, accettando l'astratta visione di uno Spirito del Tempo (usando il maiuscolo lo poni allo stesso piano di quello Santo) quale sommatoria dello spirito, o psiche, individuale degli umani anche quanto non pare (a me ma non solo) appartenergli giocoforza viene collocato in quest'unico catalogo, al più (ma bisognerebbe esplicitarlo) lasciando aperto lo spiraglio del "fino a prova contraria".

Tuttavia in quest'esercizio – la classificazione del tutto – ammesso sia possibile codificare delle regole univoche e condivise, va individuato a chi spetti l'onere della prova che non dovrebbe escludere alcun attributo, privilegiando gli uni a discapito d'altri (es. quelli validi negli ambiti scientifici).

Converrai che la giuria ideale sarebbe... lo stesso tutto, sola garanzia d'imparzialità, altrimenti a quanto vien posto fuor di casa non rimane che contemplare l'immenso Cielo... (non solo sopra Berlino, nella patria dell'agognato giusto giudice).

Perseguire la conoscenza di sé separandola da quella di Cielo e Terra conduce a giustificare ogni possibile azione, come storia dimostra, poiché l'individuo/gruppo  formalizza la propria etica ponendo a riferimento unicamente se stesso.

Il flusso cronologico della storia non è il solo e non detiene l'esclusiva dell'origine e destinazione umana, è un'interpretazione come le altre, infatti quale storia mai agirebbe nel renderci fruibili, in determinate circostanze, contenuti di coscienza estranei alla nostra personale?

Sull'unicità, irripetibilità ed eventuale illuminazione (dell'individuo) potrei concordare se, considerate alcune caratteristiche dell'esistenza di cui sarebbe troppo lungo discutere qui, fosse del tutto escludibile che essa e quanto contiene non possa (anche) considerarsi alla stregua di un libro che man mano vien letto e (naturalmente) terminato. Ma come per i libri... alla fine si gettano o si ripongono da qualche parte?

Proseguendo in questo discorso si arriva all'io e opportunamente ricordi il monito delfico... che invita implicitamente a sbarazzarsi, per conseguirlo, d'ogni illusione di cui, m'insegni, la maggiore  è ritenere di sapere.

Riguardo lo Spirito della Macchina... beh, questo tocca le fondamenta dei miei interessi, ma prima d'addentrarsi nei suoi "ingranaggi" alla ricerca dell'esistenza o meno di uno spirito o almeno un'energia che le dia vita ... cos'è una macchina?

Non par semplice dirlo, leggendo la Treccani (... prima di maiale, Majakovskij  e malfatto... ) si potrebbe quasi dire che tutto lo sia (qui sotto un breve estratto):

In senso storico e antropologico l'arco e la freccia, le imbarcazioni... .
La civiltà contemporanea è talora detta civiltà delle macchine... 
Complesso di più parti o elementi, in quanto costituiscono un tutto unico sapientemente organizzato e regolato: la macchina del mondo, l'universo.
Analogamente, per influsso delle concezioni fisiologiche meccanicistiche tipiche del Settecento, la macchina umana...
Con uso estensivo il termine indica inoltre sistemi formali di tipo logico suscettibili di essere concretizzati in circuiti elettronici anch'essi detti macchine (o macchine di calcolo, macchine logiche, ecc.
Nel linguaggio giornalistico... la macchina dello stato, della burocrazia, della giustizia...
In opere letterarie, l'intreccio degli avvenimenti narrati o rappresentati... la macchina del romanzo, del poema, della tragedia.
Intrigo, maneggio, imbroglio, o altra macchinazione...
ecc.


Oppure, continuando dopo maiale ecc. non s'arrivi al matto (o lo scemo del villaggio) che pur ritenendo Dio (se non un imbroglio perlomeno) un imbroglione chissà perché non gli riesce d'ignorarlo, scacciandolo dai propri pensieri... se son davvero propri...


Cordialement

Jean



Sul tema tempi differenti: Madonna di febbraio  https://www.lamacchinadiluce.com/p/12-madonne-2018.html

Et, naturellement,  https://youtu.be/nuSkcLY0YQg

Et ancore... in tuo onore, Ipazia (zia Pia), la più bella canzone di Faber: https://youtu.be/31vrfZ7LAGI   ;)
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 18 Giugno 2020, 08:52:10 AM
Lo Spirito del Tempo non fa sconti neppure alle Madonne che rende tutte regine passandole da un tempo all'altro immutate nell'immaginario canonizzato. Esclusi i grandissimi: il Leonardo citato, Caravaggio,... Quelli oltre il loro tempo. Ma come suol dirsi: una rondine non fa primavera.


Con più calma e meditazione risponderó punto per punto.


Titolo: Re:Al di là dell'aldilà (SITTIN’ ON THE DOCK OF THE BAY)
Inserito da: Jean il 17 Luglio 2020, 20:53:38 PM
Nell'estate del 1967 un giovane uomo, seduto sul pontile di fronte al porto, visse un momento particolare, quel che vien definito "lampo d'ispirazione", durante il quale all'ordinaria visione (e sensazione) del flusso della vita se ne sostituì una diversa che lo condusse a comporre una delle più belle canzoni di tutti i tempi (secondo il parere degli esperti, che condivido).

L'autore non ha lasciato descritta l'esatta genesi dell'opera, una versione la riconduce al giro in barca che fece quell'estate nella baia di Frisco (San Francisco, California) rimanendo "folgorato" dalla bellezza e dal senso di pace che si respirava... disse di non aver mai visto nulla di più bello: i gabbiani volteggiavano nell'aria sopra un mare diamantino mentre i pescatori tiravano a riva le loro reti. Nel cielo bianche nuvole luccicavano al sole e gli unici suoni che galleggiavano nell'aria erano gli stridii degli uccelli e lo sciabordio delle imbarcazioni.

Secondo un'altra versione:In realtà la canzone fu concepita ed iniziata a Waldo Point, nei pressi di Susalito, in California: il celebre cantante si trovava su una barca ancorata di fronte a questo piccolo villaggio galleggiante, composto da un reticolo di pontili, simili a tentacoli allungati nelle acque, su cui si affacciano casettine in legno dipinto, adorne di fiori.

Tuttavia a privilegiare il pontile qual punto di partenza è l'averlo posto (quasi) in ogni strofa della canzone, che racconta lo stato d'animo di un uomo all'incontro, inaspettato, con una differente prospettiva non solo sul mondo ma anche sui valori dell'esistenza, rispetto ai quali lo "sciupare o sprecare" il proprio tempo (uno dei temi portanti, qui a parer mio connotato positivamente) ne è l'antitesi.
Infatti cosa possediamo di più prezioso del tempo assegnatoci?

Ma per quanto possa esser lunga la collana degli attimi che compongono la nostra vita inevitabilmente s'arriva all'altro capo della stessa e, colà, il fermaglio si rompe... i  "fotogrammi"  prima distinti gli uni dagli altri per il contenuto, che può esser del tutto nobile ed elevato, sin a raffigurare l'altruismo o l'amore, divengono una manciata di coriandoli colorati gettati in aria... un insieme omogeneo per "forma".

Ogni fotogramma è un istante e assumere che il tempo non solo scorra uniformemente, ma sia il medesimo in tutte le circostanze, di fatto impedisce la "sensazione" di un tempo diverso (Aion), immanente e talora agente nell'esistenza.

Ciò implica che i "fotogrammi" della nostra vita non abbiano tutti la stessa "forma", quelli che son stati "toccati" da quel diverso tempo potrebbero avere, appunto, proprietà "diverse".

Potrebbero non appartenere, almeno non del tutto, alla collana dell'esistenza (che li libererà esaurita l'energia che li collega) e invece appartenere, almeno in parte, a qualcosa al di là del filo del destino che li trapassa qual perle.

Quando l'età o le circostanze ci avvicineranno alle perle che concluderanno la  collana, se già non siamo avvezzi a farlo, scorreremo al contrario il flusso del tempo rivisitando il contenuto dei nostri fotogrammi, ovviamente prestando maggior attenzione a quelli significativi, tanto da riproiettarli (sovente/sempre) nel nostro cinema interiore. 

Ogni fotogramma appartiene al solco del disco e la puntina che lo percorra ne riporterà il suono, quel che si può dire sia il compenso elargito dalla memoria per esser stata interpellata e ben sapete come alcuni di quei suoni abbiano il potere delle sirene d'Ulisse...

Invece i fotogrammi dalla differente "forma" non rilasciano alcun contenuto, solo la sensazione, più o meno intensa, che l'abbiano e non si disponga dell'appropriata "puntina" per leggerlo... come non l'abbiamo avuta (e mai l'avremo) l'istante successivo a quando accaddero.

Però, se in diversi modi ci è concesso conservarne una traccia (nel caso presentato forgiata qual canzone), codesta puntina avrà pur dovuto esserci...

Questi son il genere d'argomenti che mi appassionano, ben conscio che per la quasi totalità delle persone il dedicarvisi sia solo tempo perso (o, per restar in tema, sciupato...) che non conduce ad alcun risultato se non una publicación un poco loca, di mezz'estate...

Senza entrare nel merito dei versi... ma quelle barche che vanno e vengono, tranquillamente osservate... non vi suggeriscono qualcosa..?


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 01 Agosto 2020, 22:19:57 PM
Nell'estate del 1967 un uomo, seduto su una panchina di fronte ad uno dei panorami montani tra i più belli al mondo, attraversò un momento particolare, a seguito del quale (disse che) l'usuale modo d'esperire il flusso della vita collassò del tutto.

In numerosi libri, scritti, video ed interviste viene riportata la descrizione di quanto gli accadde, per chi sia interessato a confrontare la propria conoscenza al riguardo (e financo la propria esperienza) con la sua.


Letto (e limitandosi a) quello che fu il suo primo intervento pubblico dopo l'evento (ho messo il link alla fine) è indubbio (per me) il collegamento col tema della presente discussione.


L'oratore descrive (pur evidenziandone i limiti invalicabili) uno stato/condizione/situazione al di là dell'ordinario e/o dei suoi (supposti) confini e sarebbe interessante svilupparne il tema, tra i più affascinanti riguardo l'uomo e la conoscenza, che oltre ad aver prodotto immense biblioteche di scritti ha lasciato una traccia indelebile – tra le più forti se non la più forte – nella coscienza umana.


Ma considerata l'attuale partecipazione degli utenti probabilmente si arenerebbe dopo poche battute e ritenendo non lo meriti mi astengo dal proporla, salvo, mai dire mai, ricredermi SE qualche nuovo utente (non i soliti commentatori, me compreso) intervenisse.


Così pongo il limite, l'al di qua del mio post, nella coincidenza tra i due momenti proposti, entrambi accaduti nell'estate (luglio) del 1967, eventi significativi nella misura in cui evidenziano, potendo scorgerlo, il luccichio del sottile filo d'oro che intesse le nostre vite.


Naturalmente, per vederlo, deve pur venir illuminato dalla luce... e la luce provenire da qualche sorgente, quale una "macchina" come il sole...



Cordialement
Jean

https://people.well.com/user/jct/ITALIAN/unidia.html
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 06 Agosto 2020, 08:18:15 AM
Vince facile U.G. quando contrappone la sua personale illuminazione al vuoto stormire di formule liturgiche in cui si tenta infantilmente di racchiudere l'infinito nei più disparati logos, verbo, mantra. Ma quando deve lui riempire di significato la sua illuminifica catarsi non sa andare oltre la derisione dell'altrui banalità.

Altra ispirazione trovo invece nella concisione, umiltà e bellezza della narrazione che prediligo: https://www.youtube.com/watch?v=SgA4ctqcq8g
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Agosto 2020, 15:59:56 PM
Era una bella sera d'inizio agosto (1), ieri sera, e ho potuto rivedere il film "Il nome della rosa", rimanendo nuovamente impressionato dal meccanismo narrativo perfettamente trasposto nella versione cinematografica che scivola via senza mai incepparsi, conducendo infine lo spettatore, a quel punto abbastanza immedesimato nel personaggio di Adso da Melk, ad interrogarsi sulle scelte (fondamentali) della propria vita e sul loro significato.

Un finale che in parte richiama quello tra Narciso e Boccadoro, con quest'ultimo che compì una differente scelta da quella di Adso (e Narciso), senza mai pentirsene né aver dubbi, poiché da quella ottenne il significato del suo vivere e l'accettazione della inevitabile conclusione (non poca cosa).

Ma qual che siano le nostre direzioni potremmo concordare con quanto Umberto Eco afferma (2): 

In ogni epoca si giunge a momenti in cui ci si accorge che "il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta".

Non solo nelle espressioni esterne, artistiche o meno, ma (a maggior ragione) in quelle interiori, psicologiche.
Salvo la morte, tutto si può cambiare o almeno modificare significativamente ma il punto di partenza, l'adesso che si mette all'opera per farlo, origina sempre dal passato e, disponendo di una luce adeguata, se ne può evidenziare l'ombra.

Di fatto "siamo" il passato che, salvo un inevitabile tempo di latenza, agisce nel presente.

No chance, direbbe U.G. , non se ne viene fuori... l'immaginario personaggio che ripercorre (o percorre, che è uguale) la sua parte nella narrazione che lo riguarda non potrà mai venir fuori da quella.

Così il sommo Leopardi nell'Infinito (la mia poesia preferita) riassume tutta la condizione umana giungendo a toccarne il limite... io nel pensier mi fingo... l'io-illusione (finzione) creata dal pensiero.

Da quel punto la poesia scorre su due piani paralleli, su due tempi differenti, quello umano ordinario dell' io spaurito e nostalgico e quello (Aion) che lo contiene (insieme a tutte le cose, passate, presenti e future), con cui si confronta, ricevendone gocce di linfa eterna... che lo "annegano"...

Tale annegamento è il denominatore delle due esperienze presentate, la prima di O.R., relativamente frequente e la seconda, per le modalità "fisiche" che ha richiesto per prodursi, alquanto rara... pochi casi su cui investigare, cara Ipazia-Adso...


Un cordiale saluto e grazie (di esserci, eh...)
Jean


(1) Umberto Eco ha dichiarato che l'incipit del primo capitolo «Era una bella mattina di fine novembre» è un riferimento al Era una notte buia e tempestosa, usato da Snoopy per l'inizio di ciascuno dei suoi romanzi, e ideato da Edward Bulwer-Lytton nel1830.

(2) Postille. Nel 1983 Umberto Eco pubblicò, attraverso la rivista Alfabeta, le Postille al Nome della rosa, un saggio col quale l'autore spiega il percorso letterario che l'aveva portato alla stesura del romanzo, fornendo chiarimenti su alcuni aspetti concettuali dell'opera. Le Postille al Nome della rosa sono state poi allegate a tutte le ristampe italiane del romanzo successive al 1983[8].
Nel paragrafo intitolato "Il Postmoderno, l'ironia, il piacevole", Eco afferma che il "post-moderno è un termine buono à tout faire". Inoltre, secondo l'autore, il postmoderno è sempre più retrodatato: mentre prima questo termine si riferiva solamente al contesto culturale degli ultimi vent'anni, oggi viene impiegato anche per periodi precedenti. Tuttavia per Eco il post-moderno non è "una tendenza circoscrivibile cronologicamente, ma una categoria spirituale, un Kunstwollen, un modo di operare". "Potremmo dire che ogni epoca ha il proprio post-moderno, così come ogni epoca avrebbe il proprio manierismo".
In ogni epoca si giunge a momenti in cui ci si accorge che "il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta". All'inizio del Novecento, per questi motivi, l'avanguardia storica cerca di opporsi al condizionamento del passato, distruggendolo e sfigurandolo. Ma l'avanguardia non si ferma qui, procede fino all'annullamento dell'opera stessa (il silenzio nella musica, la cornice vuota in pittura, le pagine bianche in letteratura etc). Dopo ciò "l'avanguardia (il moderno) non può più andare oltre". Dunque siamo costretti a riconoscere il passato e a prenderlo con ironia, ma senza ingenuità. "La risposta post-moderna al moderno consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente". (Wiki).
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 06 Agosto 2020, 18:50:12 PM
Se il passato ci sta addosso bisogna prefigurarsi (finzione creativa) nel presente il proprio futuro in modo che quando esso sarà presente in qualche modo ce lo saremo prodotto da noi e lo riconosceremo annegandoci felicemente dentro. E se qualcosa andrà per un verso a noi ignoto od ostile ce ne faremo una ragione e riprenderemo a fingere il nostro futuro.

La sfasatura va cesellata per quanto è nelle nostre possibilità fino al giorno in cui perderemo l'ultima partita a scacchi. Il pensiero è fatto della stessa sostanza dei sogni ("We are such stuff as dreams are made on and our little life is rounded with a sleep" dice Prospero nella Tempesta di Shakespeare). Il nostro personale sonno-sogno è tutto ciò che realmente possediamo e merita il nostro amore. Perfino un pessimista come Leopardi se ne accorse e lo pose in versi come solo lui sapeva fare.
Titolo: Misura e scoperta
Inserito da: Jean il 22 Settembre 2020, 22:36:02 PM
Nonostante l'età sempre mi sorprende quanto noi umani siamo diversi, nelle preferenze, abitudini... in mille aspetti e nello specifico riguardo la considerazione, l'importanza che attribuiamo alle informazioni.

Nella discussione in Scienza e tecnologia su Bob e Alice, (quasi) ogni nuovo lettore subitamente espone la propria visione riguardo l'A.I , necessariamente partendo dalle proprie informazioni, per tutti incomplete, parziali e frammentarie, considerata la vastità dell'argomento; talora non ponendo la giusta attenzione a quelli che son i fatti, seppur minori colà riportati, tuttavia reali ed esaustivi nell'ambito d'appartenenza. 

Quel che si direbbe un buon punto di partenza per un'analisi che lasciando da parte le nostre preferenze prospettiche, miri al concreto delle informazioni ricavabili da quei fatti. Detto in altre parole, trattare quei fatti col metodo scientifico, valutando tesi e ipotesi a spiegazione.

In Bob e Alice per la seconda volta a distanza di tempo, ho riportato la storia (1950!) delle Macchine della memoria col riassunto dei tre esperimenti fondamentali.

Poiché non ho trovato (in rete) contestazioni riguardo il metodo seguito dal neurofisiologo inglese Grey Walter, né sui risultati da lui conseguiti, pensavo (erroneamente, per ben due volte) che i lettori, sollecitati dalle straordinarie implicazioni degli stessi, formulassero le loro congetture al riguardo.

Ma come detto nell'incipit, la bellezza degli umani è nella loro diversità... così ho lasciato perdere l'eccitante (per me)  lato scientifico di quella discussione che pare non interessi, per trattarne altri in questa, tuttavia rimarcando che una discussione sull'A.I. ed analogamente su quella umana, non può prescindere dal "meccanismo" della memoria e la sua "dislocazione".

Brevemente: gli scienziati dopo aver compilato gli algoritmi di Bob e Alice li hanno messi all'opera nella simulazione di una contrattazione. Tra la sorpresa dei programmatori, codeste entità virtuali hanno sviluppato una propria semantica incomprensibile ai loro "creatori", ciò che ha fatto interrompere l'esperimento e avviato un nutrito dibattito per spiegare, circoscrivere, analizzare ecc. l'accaduto.

Cos'era accaduto? Quello che il nostro Enrico Fermi ha efficacemente e squisitamente illustrato in un suo famoso aforisma:

«Ci sono soltanto due possibili conclusioni: se il risultato conferma le ipotesi, allora hai appena fatto una misura; se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta»

La mia opzione è per la scoperta, qualcosa non è andato come ci si aspettava così da rendere possibile (e certa) la "misura".


Al di là di chi ha imputato al risultato d'esser afflitto da errori di programmazione e quant'altro... non è forse vero che in ambito scientifico gran parte delle scoperte avvengono accidentalmente, per caso, a seguito di errori, dopo un sogno, ecc.?   

Ma le scoperte, per quanto emozionanti, si pongono almeno inizialmente contro il paradigma consolidato... un uccello di ferro non può volare!

Se i tempi non sono maturi accade d'ignorarle per molto tempo se non indefinitamente... come quella delle macchine della memoria di cui mi son preso a cuore... leggete quest'altro frammento al riguardo:


Questo vecchio video è bello, ma non mostra molti degli altri comportamenti delle tartarughe. Hanno trovato la strada verso la luce, ma quando si sono avvicinati troppo e la luce era troppo intensa si sono allontanati. Quando dotati di luci, si "guardavano" allo specchio e "ballavano" tra loro (il dottor Grey Walter pensava che sembrasse una danza di accoppiamento). Un'altra versione del robot potrebbe effettivamente "apprendere" comportamenti, come i cani di Ivan Pavlov. Mi piace pensare che questi robot avessero una mente propria.

Se semplici macchine senza dispostivi di archiviazione dimostrano di possedere ed usare una "memoria" ciò dovrebbe suggerire che questa non sia una prerogativa umana, ma in qualche modo insita (interna) alla materia.

Quanto alla dislocazione ritorniamo alle "tracce" prodotte da ogni attività... evidentemente le "macchine della memoria" vi accedono, altrimenti come ricorderebbero?

Spesso sento chiedere: dove sono i fatti? Salvo poi, presentati, venir bellamente ignorati.
Credo ci sia lots of meat on the fire nei fatti presentati che se correttamente seguiti ed interpretati potrebbero condurre ben al di là delle attuali schematizzazioni.

Anche questa volta propongo un aforisma (vagamente quantistico) gettato qui alla bell'è meglio: la misura vi include e la scoperta vi esclude.

Cordialement
Jean
Titolo: Re:Misura e scoperta
Inserito da: Phil il 23 Settembre 2020, 12:35:02 PM
Citazione di: Jean il 22 Settembre 2020, 22:36:02 PM
Cos'era accaduto? Quello che il nostro Enrico Fermi ha efficacemente e squisitamente illustrato in un suo famoso aforisma:

«Ci sono soltanto due possibili conclusioni: se il risultato conferma le ipotesi, allora hai appena fatto una misura; se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta»

La mia opzione è per la scoperta, qualcosa non è andato come ci si aspettava così da rendere possibile (e certa) la "misura".
Il problema nasce quando la scoperta va poi identificata, interpretata e misurata (e «l'uomo è misura di tutte le cose», diceva un tale). Notoriamente, lo scoperto, ciò che emerge da una precedente copertura, non è sempre univocamente identificabile, così come i fatti non hanno sempre un'interpretazione risolutiva e inconfutabile (ancor più ogni evento non ha necessariamente solo un "significato"). Ad esempio, riguardo Walter e le tartarughe, non so se hai già avuto modo di leggere questo testo (in inglese); scorrendolo molto superficialmente (al punto che è come non l'avessi letto) sembra si parli della memoria delle tartarughe come «overinterpretation» (cit.), "sovrainterpretazione", interpretazione eccessiva (forse con riferimento a quello che intendevo con "lettura metaforica"?). Non so se lo troverai interessante, quanto a me, come forse direbbe un millennial, «tl;dr».
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 23 Settembre 2020, 13:20:53 PM
Salve Jean. Citandoti ; "Se semplici macchine senza dispostivi di archiviazione dimostrano di possedere ed usare una "memoria" ciò dovrebbe suggerire che questa non sia una prerogativa umana, ma in qualche modo insita (interna) alla materia".
Ma perchè........tu conosci qualche sciocco convinto dell'esclusività mnemonica degli umani ?

Ovviamente, anzi, la memoria è ciò che ci fa propriamente umani permettendoci lo sviluppo (a livello sia ontogenetico che filogenetico) di una coscienza la quale colleghi l'esperienza memorizzata con il mentalismo .Infatti l'essere umano completamente in stato di incoscienza (quindi privato di memoria consapevole) risulterà, nei fatti e nei comportamenti,completamente escluso da ciò che rende appunto umani, cioè appartenenti ad una società (definibile come comunità di consapevoli).

E che forse la memoria non è  comunque l'indispensabile ponte tra il precedente (il passato e le cause sensoriali e psichiche) ed il seguente (il futuro e gli effetti mentali, comportamentali, delle cause sensoriali e psichiche) ?.

Infine, per quanto concerne la genetica, credo proprio superfluo il notare che qualsiasi effetto riproduttivo avrà bisogno di trasmissibilità di dati (quindi di una sua propria specie di memoria) per realizzarsi.

E permettimi una delle mie solite ironie : Per quanto riguarda la materia, la memoria, come si è recentemente scoperto, sembra riguardare pure i materassi ed i cuscini (vedi pubblicità televisive). E che forse un qualsiasi concetto o realtà di forma non ha forse bisogno di una specie di memoria per stabilirsi, persistere, fungere ?

Tutto ciò che è cosciente è basato sulla esistenza (o sulla creazione in "tempo reale") di dati mnemonici i quali consistono nella capacità cerebrale, se adeguatamente stimolata dalla mente, di produrre (nel caso di nuovi dati) o di riprodurre (nel caso di ricordi) CONNESSIONI NEURALI............ LE QUALI - NEL CASO DEI RICORDI - RISULTERANNO DALLA RICOSTRUIBILITA' DI CONNESSIONI GIA' IN PASSATO SPERIMENTATE. Saluti.




Titolo: Re:Misura e scoperta
Inserito da: Ipazia il 23 Settembre 2020, 21:44:56 PM
Citazione di: Jean il 22 Settembre 2020, 22:36:02 PM

Cos'era accaduto? Quello che il nostro Enrico Fermi ha efficacemente e squisitamente illustrato in un suo famoso aforisma:

«Ci sono soltanto due possibili conclusioni: se il risultato conferma le ipotesi, allora hai appena fatto una misura; se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta»

La mia opzione è per la scoperta, qualcosa non è andato come ci si aspettava così da rendere possibile (e certa) la "misura".


Al di là di chi ha imputato al risultato d'esser afflitto da errori di programmazione e quant'altro... non è forse vero che in ambito scientifico gran parte delle scoperte avvengono accidentalmente, per caso, a seguito di errori, dopo un sogno, ecc.?   

Ma le scoperte, per quanto emozionanti, si pongono almeno inizialmente contro il paradigma consolidato... un uccello di ferro non può volare!


Gran parte delle scoperte avvengono dopo ripetuti tentativi finchè qualcuno non va a segno. Alcune scoperte sono avvenute casualmente, generalmente cercando altre cose, e poichè si cercavano altre cose subiscono il bias ingannatore delle altre cose che si cercavano. Finchè la matassa non si dipana. Anche i sogni rivelatori non capitano a chiunque, ma a chi sta lavorando ad uno specifico problema (classico il serpente benzenico di Kekulè), il che dimostra che il cervello lavora, talora in maniera più redditizia, anche di notte.

Sto leggendo l'ultimo libro di Carlo Revelli (Helgoland) che spiega come, per tentativi, ipotesi, successi effimeri, e azzardi azzeccati, sia nata la scienza più attuale, la meccanica quantistica. Un unico comune denominatore: tutti coloro che, con diverso successo, ci hanno lavorato, erano del mestiere. Nulla si crea e nulla si distrugge, neppure in fatto di materia grigia.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 24 Settembre 2020, 00:32:20 AM
 Caro Jean,
casualmente studiando in questo periodo la "seconda inattuale" di Nietzsche "Sull'utilità e il danno della storia per la vita" e visto che siamo nel forum filosofico, vi trovo delle correlazioni.


Nietzsche pone una differenza fra il pregresso temporale che è storia per l'umanità ed esperienza per la singola persona. Ma vi inserisce il principio astorico, il non-storico come contrapposto.
L'astorico è la discontinuità della storia ed è tipicamente "rivoluzionario" ,in quanto non previsto dall'esperienza, imprevisto dalla storia progressiva.
L'invenzione e la scoperta, come i fatti storici imprevisti, sono discontinuità che aprono a una nuova storia e fanno reinterpretare il pregresso.
Non era prevista la perestrojka, non era previsto l'11 settembre delle torri gemelle, non è stata prevista la pandemia attuale. Molte scoperte astrofisiche, fisiche, biologiche, sono casuali, si stava studiando altro, si osservava altro.


Sono quindi d'accordo con te, la scoperta non è misurabile, non era calcolabile è un "fuori misura".


Arrivo a dire che la memoria, l'esperienza può essere un peso, un masso, che costruisce pregiudizi, quindi orienta la misura e il calcolo in una data maniera.
Metaforicamente un vecchio si comporta in maniera diverso da un giovanetto, ha esperienza nella memoria piena, ma ciò condiziona il pensiero; il giovane ha poca esperienza e poca memoria quindi, può essere ingenuo, può essere illuso, ma non ha la disillusione di chi ha perso ormai l'"innocenza", questo lo pone in orizzonte diverso. Ovviamente sia il giovane che il vecchio metaforicamente, hanno entrambi pregi e limiti.


Arrivo a dire che la felicità, è una sospensione temporale, non ha condizioni storiche che pesano, non pensa alla fine di quel tempo sospeso, non ha passato e neppure futuro, è uno stato dell'anima dove si sta benissimo e se pensa al tempo, quella felicità svanisce, perché l'uomo come si temporalizza dentro l'ieri, l'oggi, il futuro, diventa problematico e i problemi l'oscurano, preoccupano, creano ansia, perché non possiamo avere il controllo.
La felicità è una scoperta immemore. I bambini ci arrivano meglio......
Ma l'uomo, per essere uomo, deve avere una intelligenza e una memoria.
Gli animali forse non hanno questo peso, pensano all'attimo, o comunque non hanno sicuramente lo stesso peso umano.
A volte penso che l'intelligenza sia una sofferenza....

Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 24 Settembre 2020, 08:43:07 AM
Tornando alla citazione di Fermi (e al sottotitolo: misura e scoperta), essa costituisce un ottimo esempio di epistemologia, o gnoseologia se preferite.

Alcune cose di quella citazione vanno però sviluppate per dare a ciascun termine il giusto valore.

Misura: non è la banale e burocratica conferma di una routine scientifica, ma ciò che distingue il metodo scientifico dalla fede. Una ipotesi resta atto immaginifico finchè non viene confermata dalla misura. La relatività del tempo fisico postulata da Einstein rimase una ipotesi sorprendente finchè non si dovette tarare il tempo fisico in percorsi di lunga distanza e condizioni gravitazionali diverse da quelle terrestri. Fu la misura l'experimentum crucis che portò la relatività dalla teoria alla scienza.

Anche la forza di gravità raggiunse la sua maturità scientifica grazie alle misure di Galileo, tassello indispensabile perchè si giungesse alla teoria newtoniana della gravitazione universale che rilanciò la ricerca verso Einstein e ancora non è finita.

Scoperta: L'esempio classico dell'affermazione di Fermi è la scoperta dell'America la quale disattese le attese di misura di Colombo sulla circolarità della terra, ma ci volle Magellano per portare a termine la scoperta dimostrando che l'America non era l'Asia, ma un nuovo continente (scoperta), confermando la sfericità della terra col ritorno a casa e rimappando l'intera episteme terrestre nella sua completezza per la prima volta.

Scoperta, nel senso posto da Fermi, è un incontro con l'ignoto che costringe a rimappare la realtà, ripetendo le misure adattate a nuove teorie posto che le vecchie hanno fallito. Quindi ha ragione Popper nel dire che la scienza si fonda sulla falsificazione e ha ragione Spinoza quando fonda l'epistemologia sulla negazione (Omnis determinatio est negatio). Concetto che affonda le sue radici nella dialettica classica, si svilupperà nella dialettica hegeliana ed anche oggi costituisce un insuperabile argine metafisico ed epistemologico per separare la conoscenza dalla fede.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 24 Settembre 2020, 23:13:17 PM
Ciao Phil,

ti ringrazio del testo su Grey Walter e il suo lavoro, ti dimostri ancora una volta un eccellente intecario (bibliotecario di internet J) e non vorrei che il potente Algoracolo avesse già orientato il suo occhio (virtuale) su di te, analogamente a quelli d'un reale bibliotecario riguardo gli assidui frequentatori del suo ambiente, di cui mi son sempre sorpreso per l'imbarazzante accostamento al piccolo roditore, seppur in alcuni templi Indiani sia considerato sacro per la divinità venerata.  (Si scherza, eh, non ti sto dando del mouse, confido sempre nel tuo humor...). 

Ho iniziato a leggere le 39 pagine (con l'aiuto del traduttore) trovandole interessanti, perché presentano dei fatti, intermezzati qui e là (ma sono ancora alle prime) da osservazioni di merito e leciti interrogativi.
Anche per me sarebbe to long... ma lo leggerò tutto per l'amore che mi lega alle tartarughe che sostengono il mondo (potendo dedicare un modesto tempo alla lettura mi ci vorrà un bel po' prima di finirle e commentarle).

Intanto, per cercare di rispondere almeno a qualcosa del tuo scritto, rilevo che la tua prospettiva riguardo la "scoperta" -  con l'uomo per il momento ancora all'apice del sistema di misura e anzi forse proprio per questo - preveda un certo grado di relativismo, poiché come dici: Il problema nasce quando la scoperta va poi identificata, interpretata e misurata. Che è quanto si propongono i revisori (nel testo citato) dell'opera del Dottor Grey.

La posizione di Ipazia sulla "scoperta" appare meno (o affatto) relativista, ipotizzando (o credendo?) che il metodo scientifico sia in grado di discriminare cosa sia fede e cosa scienza, in virtù della capacità di compiere misure all'interno di un sistema di riferimento univocamente  (ma non universalmente) interpretabile. Volendo  fare un po' d'umorismo... i centimetri son centimetri anche per watussi e pigmei, nonostante il fabbisogno di tessuto per coprirsi sia differente...

Ipazia riporta (C. Revelli) come, per tentativi, ipotesi, successi effimeri, e azzardi azzeccati, sia nata la scienza più attuale, la meccanica quantistica. Un unico comune denominatore: tutti coloro che, con diverso successo, ci hanno lavorato, erano del mestiere.
E uno del "mestiere" era senz'altro il dottor Grey Walter i cui  titoli, competenze e scoperte, indubitabili e documentati, l'hanno posto ai vertici della ricerca in molti campi, evidentemente anch'egli dotato di una buona quantità di materia grigia.



Cit. @Viator : Ma perché........tu conosci qualche sciocco convinto dell'esclusività mnemonica degli umani ?
                     Ovviamente, anzi, la memoria è ciò che ci fa propriamente umani...


Già le prime due locuzioni dell'incipit del tuo intervento mi hanno mandato fuori giri... perché m'appaiono contradditorie e non avendo sufficienti competenze in campo semantico-filologico riguardo il prosieguo del tuo post debbo rinunciare ad ulteriori approfondimenti. Uno dei miei tanti limiti, chiedo venia.


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 27 Settembre 2020, 09:31:19 AM
Caro paul11,

nel dire:

"... perché l'uomo come si temporalizza dentro l'ieri, l'oggi, il futuro, diventa problematico e i problemi l'oscurano, preoccupano, creano ansia, perché non possiamo avere il controllo."

hai evidenziato il punto focale dell'intera esistenza umana. Dalla fanciullezza in poi aumenta esponenzialmente la consapevolezza che gli eventi e financo le nostre emozioni, pensieri, stati d'animo ecc. accadono seguendo regole per la gran parte ignote. Prosegui scrivendo: 

Non era prevista la perestrojka, non era previsto l'11 settembre delle torri gemelle, non è stata prevista la pandemia attuale. Molte scoperte astrofisiche, fisiche, biologiche, sono casuali, si stava studiando altro, si osservava altro.

Le previsioni son sovente fallaci, come la meteorologia dimostra, eppure nonostante le "bastonature" ritorniamo a quelle ed a ogni sorta di previsione riguardi noi, gli altri o l'universo, a causa dell'insopprimibile bisogno di continuità (del nostro io).

La stessa scienza origina dall'ancestrale necessità di conoscere e mappare i confini dell'esistente/esistenza per trovare terre sicure dove poggiar il passo successivo e continuare... il viaggio.

Sin al momento che si giungerà all'ultimo confine sul cui al di là si possono solo far congetture. Ci siano o meno (hic sunt) leones, nulla o differenti realtà potrebbe rimanere un mistero... per il semplice motivo che il "gioco universale" par proprio strutturato per esser come ci si presenta, coinvolge e infine annienta.

Eppure, come scrivevo tempo addietro... c'è un gioco che non dà alcuna possibilità al giocatore? Almeno una chances... almeno un contentino?   

Così la scienza, analogamente alla filosofia, religione, arte, non sono che forme diverse della ricerca di quella possibilità che, sin quando (se mai) si realizzerà, provveda nel frattempo a dar chances (o almeno parvenze) di qualche tipo di controllo.
Il tutto rapportato alle nostre effettive "dimensioni"...

"Tutta la filosofia, le religioni e la scienza, tutta l'umanità passata presente e futura, sono una microscopicamente inconcepibile tonalità più bianca in quel punto d'un pallido blu..." (dal post n. 325 di questa discussione)

Tuttavia nel nostro tempo qualcosa di assolutamente nuovo ( A.I.) sta progredendo velocemente e dopo aver avuto accesso a tutte le "tracce" "registrate" sui diversi supporti, arriverà un momento nel quale "incidentalmente o per comando" si rivolgerà a quelle "senza supporto fisico".

L'accresciuta potenza (quantistica?) prima o poi troverà il modo di "aprirne" una...

Anche questa è una previsione... ma cosa non lo è? 


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 27 Settembre 2020, 17:43:53 PM
Salve Jean. CitandoMI : (Cit. @Viator) : "Ma perché........tu conosci qualche sciocco convinto dell'esclusività mnemonica degli umani ?
                     Ovviamente, anzi, la memoria è ciò che ci fa propriamente umani..."


Poi tu prosegui con "Già le prime due locuzioni dell'incipit del tuo intervento mi hanno mandato fuori giri... perché m'appaiono contradditorie............":

Perdonami. Non sono stato chiaro. Premesso che il possedere una memoria di un qualche genere rappresenta una dotazione abbastanza comume per gli organismi appena "evoluti" (e quindi per nulla una specificità umana), tale aspetto non risulta per nulla in contraddizione con il fatto che, per gli umani (e per nessuna altra specie) la funzione della memoria rappresenti la base, la "conditio sine qua non" che permette agli umani stessi di poggiare, fondare su di essa tutte le ulteriori e superiori funzioni e facoltà (coscienza, mentalismo, raziocinio etc.) che le altre specie (anche se magari dotate di memoria) non possiedono poichè evidentemte giacenti (secondo almeno il nostro bieco punto di vista) in stadi evolutivi precedenti il nostro. Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 28 Settembre 2020, 08:38:12 AM
Citazione di: Jean il 24 Settembre 2020, 23:13:17 PM
La posizione di Ipazia sulla "scoperta" appare meno (o affatto) relativista, ipotizzando (o credendo?) che il metodo scientifico sia in grado di discriminare cosa sia fede e cosa scienza, in virtù della capacità di compiere misure all'interno di un sistema di riferimento univocamente  (ma non universalmente) interpretabile.

Il metodo scientifico viene dopo. Dopo avere logicamente discriminato le "verità di fede" dalle verità, dimostrabili e falsificabili, che chiamiamo scienza. Il metodo scientifico semmai scava il solco tra le due verità e di fronte al reale costringe a scegliere or l'una or l'altra. Mettendoci la scommessa nella zona grigia scavata.

CitazioneVolendo  fare un po' d'umorismo... i centimetri son centimetri anche per watussi e pigmei, nonostante il fabbisogno di tessuto per coprirsi sia differente...

Se sbagli metro puoi fare tutto l'umorismo che vuoi ma sempre nell'errore rimani: aver confuso il campione di Sèvres con la mappa genetica.
.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 15 Ottobre 2020, 19:00:01 PM
Salve. Scusatemi. Ma..................e se per caso "l'al di là dell'al di là" confinasse (per via di una certa circolarità dell'esistente).............o - udite, udite !!........... addirittura consistesse nell "al di qua dell'al di qua".....?? Saluti.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 15 Ottobre 2020, 22:54:03 PM
O Viator, scusarti di che, di provar a puntare la torcia sul nero mistero?


In modi e tempi differenti, ognuno di noi se già non l'ha iniziato a fare lo farà, magari all'ultimo momento, anche se non si può provare. Ma sin dalla nascita la nostra mente viene sollecitata dai contenuti della coscienza umana e quelli riguardanti il termine dell'esistenza son i più forti, così che di fatto si può intendere la vita come "preparazione" alla morte.

Ognuno guardi a se stesso, per me che ho passato l'età della pensione, fortunatamente andandoci e augurando possa capitar a tutti di ritrovarsi con un tempo da riempire e non riempito dall'impegno per guadagnarsi il pane, più che il pensiero, la "sensazione" della morte mi accompagna quotidianamente.

Molti dei miei familiari e sempre più amici e conoscenti, come in una battaglia navale, son affondati... al più si può sperare di portar il nostro guscio galleggiante sull'acque che più ci aggradano, per naufragar dolcemente pur senza lieto fine.
E in codesto tragitto appunto chiederci se per l'ineffabile coscienza che ospita il nostro io vi siano delle possibilità, delle prospettive una volta venga a mancar l'aggancio con la materia che la sostiene, tuttavia vincolandola al nostro raggio d'azione.
 
Quando parli di "circolarità dell'esistente" esprimi una considerazione topologica, l'esistente essendo  l'intero universo e tutto quel che contiene, contenne, conterrà.

Non c'è modo dall'interno del nostro universo di conoscerne la forma, se sia come un palloncino o invece piatto:

https://www.wired.it/scienza/spazio/2019/11/05/universo-curvo-piatto-dibattito/?refresh_ce=

In uno tondo procedendo si ritornerebbe al punto di partenza; fosse piatto... arrivati a degli improbabili bordi (non universo-piattisti...) analogamente... ma son congetture a cui gli addetti ai lavori cercano di fornire sostanza (studi) per tenerle in piedi.

Le dimensioni e l'attuale microscopica conoscenza dell'universale, stimola chi si cimenta con tali questioni a cercar prospettive più "misurabili", in fin dei conti siamo programmati per raggiungere dei risultati: sopravvivenza, riproduzione ecc. , così che risulta più semplice ricercare i segni di quella "circolarità" nelle nostre vite.

La tua ipotesi di un al di là dell'aldilà coincidente con l'al di qua dell'aldiqua, semplificati e tolti i giochi di parole, può venir espressa come una "zona", un "cuscinetto" che media le relazioni tra i due.

Vista dalla nostra prospettiva potrebbe apparire una "zona morta" (che rimanda al bellissimo film di Cronenberg) mentre dall'altra magari il contrario, cosa che darebbe conto della frequentazione di entità viste dai ritornati da NDE.

Quel che per me è (quasi) certo è che quando intraprenderemo il nostro ultimo viaggio saremo soli come quando l'abbiamo iniziato.
Ma pur spogliati d'ogni cosa (dicono che) l'ultimo pensiero/anelito possa influire, ammesso esistano, sulla direzione di quello che chiamerei il nostro "momentum vitale"...


Cordialement
Jean
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 16 Ottobre 2020, 11:43:33 AM
Salve Jean. Grazie della replica. Citandoti : "In uno tondo procedendo si ritornerebbe al punto di partenza; fosse piatto... arrivati a degli improbabili bordi (non universo-piattisti...) analogamente... ma son congetture a cui gli addetti ai lavori cercano di fornire sostanza (studi) per tenerle in piedi".
In un tondo tridimensionale qualsiasi percorso (traiettoria, linea curva continua etc.) potrebbero tornare al punto "di partenza" solo in via di assoluta ed astratta eccezzionalità (probabilisticamente impossibile a verificarsi).

Nessun percorso può risultare (se non astrattamente e solo mentalmente) rettilineo in quanto (anche per via del principio di indeterminazione), per via delle reali magari impercettibili ma certamente verificantesi microdeviazioni da una rettilineità rigorosamente geometrica, si produrrebbe che, in accordo alla teoria degli errori, tali microdeviazioni non riuscerebbero (sempre in via statistica) a compensarsi complessivamente, quindi la "retta" da noi immaginata finirebbe col risultare comunque progressivamente curvata in una direzione qualsiasi.

Questa sarebbe la ragione dell'inesorabile generarsi delle curvilineità, le quale rendono puramente astratta la rettilineità.

A maggior ragione, partendo già in origine dall'ipotesi sferica (di diametro infinito o sufficientemente ampio da dar luogo statisticamente al "difetto di rettilineità" sopra descritto), all'interno di essa nessun percorso avrebbe termine o comunque transiterebbe per punti già transitati (in pratica non potrebbe tracciare un diamento chiuso e ompleto), in quando le microdeviazioni genererebbero una traccia complessiva del percorso del tipo "a gomitolo". Suggestivo, dal punto di vista della fisica subatomica, il paragone con i supposti "orbitali" teorizzati per il moto degli elettroni attorno al nucleo. E perdonami, perchè capisco di risultare contorto e noioso. Salutoni.
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: paul11 il 16 Ottobre 2020, 14:10:03 PM
 Al di là    di Fernando Pessoa


Al di là del porto
c'è solo l'ampio mare...
Mare eterno assorto
nel suo mormorare...
Come è amaro stare
qui, amore mio...
Guardo il mare ondeggiare
e un leggero timore
prende in me il colore
di voler avere
una cosa migliore
di quanto sia vivere...



Socrate
"Infatti, cittadini, aver paura della morte non è nient'altro che sembrare sapiente senza esserlo, cioè credere di sapere quello che non si sa. Perché nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?"
Titolo: Re:Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 16 Ottobre 2020, 21:31:44 PM
All'epoca di Socrate la mitologia religiosa aveva già inventato gli inferi, l'averno, al cui interno ti spiegava per filo e per segno quello che succedeva. Tutte i sacerdoti di tutte le religioni millantano di sapere cosa ci sarà dopo la morte. Socrate, giustamente, li tratta da millantatori. E in cambio ottenne la cicuta.

Ma con le religioni del Libro Unico sarebbe successo infinitamente di peggio, su grandissima scala, non risparmiando nessuno dalla fede obbligatoria.
Titolo: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Febbraio 2021, 18:35:14 PM


Un antico proverbio arabo recita: L'uomo ha paura del tempo, ma il tempo ha paura delle piramidi.

Delle sette meraviglie del passato quella di Khufu (Cheope) è l'unica rimasta e, con le altre della piana di Giza, si può osservare dall'orbita della SSI.

(https://viaggi.nanopress.it/news/piramidi-dallo-spazio-la-straordinaria-foto-dalla-stazione-spaziale-internazionale/P117691/#:~:text=Piramidi%20dallo%20spazio%2C%20la%20straordinaria%20foto%20dalla%20Stazione%20Spaziale%20Internazionale,-da%20Alex%20Pitagora&text=L'immagine%20%C3%A8%20stata%20scattata,piramidi%20di%20Giza%2C%20in%20Egitto.

L'odierna facilità di registrazione di ogni sorta di dati (convertiti digitalmente e salvaguardati con backup puntuali e ricorrenti) ci fa dimenticare che la durata dei supporti informatici di vario tipo è di gran lunga inferiore a quella di un libro di buona carta (se ben conservato).

Ma qual che sia la modalità, dalle incisioni su pietra alla conversione digitale, uno (se non il maggiore) dei tratti caratteristici della specie umana è l'elaborazione, trascrizione e conservazione dell'informazione.

Gli esseri umani si formano, nascono, vivono e muoiono all'interno di una "bolla di informazioni".

Tutti gli oggetti prodotti, le architetture e ogni forma d'arte sono cristallizzazioni statiche o dinamiche di flussi di informazioni, al pari delle parole o degli antichi geroglifici che ci riportano a millenni addietro, "istruendoci" sugli aspetti della vita a quei tempi.

Il pensiero stesso è un flusso di informazioni e ancor prima di venir espresse a parole, lo sono ogni sorta di emozioni, sentimenti e altri particolari "eventi", per esempio le premonizioni.

Il nostro organismo dopo una fase di "addestramento" arriva a disporre di un efficiente "lettore" delle informazioni, a sua volta capace di produrle, in varie forme, come avviene nel mondo dell'informatica... disciplina esplicitamente basata sulle stesse.

Come esistevano le informazioni prima, verosimilmente esisteranno dopo l'inevitabile declino degli apparati organici che supportano il nostro lettore, per malattia, incidente o morte.

Senza il "lettore" sarà inutile il recapito del quotidiano preferito davanti alla nostra tomba, loculo o urna cineraria... e senza il quotidiano (l'informazione di qualunque tipo) è inutile il lettore...

L'interdipendenza lettore-informazione sottende a ulteriori scopi, oltre a poter essere di per sé uno degli obiettivi della creazione?

Penso sia indubbio lo sviluppo della coppia magica (lettore-informazione) nella storia umana, tuttavia sempre all'interno della "bolla" di informazioni nella quale nasce, matura e muore il nostro lettore, dopo aver impresso, più o meno profondamente, la sua peculiare impronta.

Le informazioni agiscono sul lettore tanto quanto quest'ultimo interviene sul loro flusso.

Se stiamo guardando un film difficilmente rivolgiamo la nostra attenzione sui contenuti non in primo piano, essendo condizionati, evolutivamente, a mantenere il focus sulle proprietà quantitative dell'esperienza.

Al piccolo, al particolare secondario viene conferita, appunto, una piccola e limitata importanza a cui eventualmente si bada solo dopo aver soddisfatto il maggiore, l'evidente. Quelli che usano riguardare più volte un film son certo che comprendono.

Cosa possa significare intervenire sul flusso delle informazioni (saltando qualche passaggio) lo illustro con un esempio personale.

Un giorno scelsi un numero da inserire in un racconto. Pur se mi pareva d'averlo fatto a caso, fui subito soddisfatto della scelta... senza sapermene spiegare il motivo quel numero mi attraeva.

Man mano, ora son dieci anni, quel numero ha iniziato a comparire sempre più spesso (lasciandomi sempre più sbalordito) nella mia vita, tanto che oggi lo considero il mio "ultimo numero" .

Per esempio una volta un amico, incredulo sulla coincidenza, mi parlò delle tre bollette di utenze diverse che doveva pagare... e tutte riportavano quale importo sempre quel numero, che ignorava fosse "il mio".

Se all'inizio prendevo nota delle circostanze (quasi sempre insolite) in cui si manifestava, in seguito ho smesso a causa dell'incremento non casuale, attraverso informazioni o eventi,  delle "visite".   

Sono divenuto estremamente sensibile verso quel numero... tanto quanto esso lo sia diventato nei miei riguardi (comprendo perfettamente che per i più la cosa sia del tutto impossibile, a meno di fornire tangibili "prove" alla San Tommaso) e attualmente esso si manifesta ogni notte con una modalità talmente incredibile che mi astengo dal divulgare, per non passar per....

Lungi dal poter comprendere il legame tra me (il lettore) e l'informazione (il numero) attendo tranquillamente, stante la cessazione della divisione tra i due, il passaggio successivo, se vi sarà.

Ritornando alla piramide di Khufu, il proverbio citato viene di norma interpretato in funzione della solidità-straordinarietà della costruzione, capace di resistere per millenni all'inevitabile invecchiamento (fatto salvo sconvolgimenti tellurici-climatici estremi).

Ma perché il tempo, che ha dalla sua parte... tutto se stesso sino all'eternità... dovrebbe temere la lunga vita pietrificata delle piramidi? Che saranno mai per esso  centomila o un milione d'anni ancora da attendere affinché venga cancellata anche l'ultima meraviglia del passato?

Oppure la "paura" del tempo potrebbe essere riferita a situazioni/eventi/luoghi dove il suo abituale scorrere subisca un'accelerazione o un rallentamento?

Se il tempo non la facesse da padrone (l'ho definito il "braccio armato" del destino) le cose nel nostro mondo – nella nostra vita – potrebbero essere assai differenti.

La paura nasce dal confronto, su tutti quello esistenziale: sono vivo e mi figuro (o percepisco) la mia finitezza.

Forse anche il tempo ha un avversario – l'altra faccia della medaglia, il non-tempo – che attende in luoghi e situazioni propizie di scendere in campo, magari all'ultimo...

"Un uomo che camminava per un campo s'imbatté in una tigre.
Si mise a correre, tallonato dalla tigre.
Giunto ad un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo.
La tigre lo fiutava dall'alto.
Tremando l'uomo guardò giù, dove, in fondo all'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo.
Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite.

L'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola.
Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l'altro spiccò la fragola.
Com'era dolce!"



Cordialement
Jean
Titolo: Al di là dell'aldilà
Inserito da: viator il 03 Febbraio 2021, 21:10:11 PM
Salve jean. Citando il detto arabo da te menzionato : "L'uomo ha paura del tempo, ma il tempo ha paura delle piramidi"..................esso è altamente suggestivo, immaginifico........., ma purtroppo scritto da chi ha la paura (gli uomini) a proposito di ciò che se ne strafotte sia degli uomini che delle piramidi.



Le piramidi sono oggetti che possiedono un anabolismo molto lento (si sgretolano molto lentamente) essendo quindi soggetti di quasi nessuna causa ed oggetto di scarsi effetti.




Quindi il LORO tempo (ciascun ente ha il proprio tempo apparente o convenzionale), misurato quale numero di eventi contenuto dalla loro esistenza.......................sembra interminabile per chi e ciò che possiede un metabolismo più "veloce", mentre contiene comunque lo stesso numero di eventi (ovviamente inconcepibilmente più diluiti) della più turbinosa delle esistenze organiche od umane. Saluti.
Titolo: Corpo e identità - La perdita ambigua
Inserito da: Jean il 15 Gennaio 2023, 14:27:27 PM
Corpo e identità - La perdita ambigua

Il primo atto di ogni civiltà-società è quello di assegnare un'identità – un nome – ai propri cittadini e assoggettarli alle regole (diritti e doveri) vigenti.
Il lavoro e l'abitazione dovrebbero completarne l'inserimento nella vita comunitaria, ma chi per diversi motivi non possa usufruire di una casa o almeno un domicilio, si ritroverà a vivere ai margini della società, quando non ne sia escluso del tutto.

Come ci sono stati dati i due cardini dell'identità - il nome e la casa - alla fine ci verranno tolti, abbandoneremo la casa dei viventi e il nostro nome apparterrà all'elenco dei defunti, esonerati (finalmente, direbbe qualcuno) dagli obblighi di legge.

Alcuni che decidono o sono costretti a lasciare la loro casa ancora in vita, per diverse circostanze non saranno identificabili da morti, divenendo ospiti provvisori in qualche obitorio, in attesa che si compia l'ultimo atto dell'esistenza.
Il corpo, il fedele servitore del fantasma nella macchina cui molti danno la caccia immaginandolo o ritenendolo diverso da sé stesso, senza l'energia vitale ad animarlo si palesa quale fragile e indifeso guscio vuoto, privato di quei meravigliosi processi organici che ne hanno reso possibile l'autonomia.

Poiché siamo animali sociali, quell'ultimo atto riguarda il corpo che verrà affrancato dal collegamento col suo nome durante un'apposita cerimonia o attraverso un semplice atto anagrafico (certificato di morte).
Il corpo può senz'altro morire senza un'identità, come accade agli animali selvatici, ma quasi tutte le società ritengono che gli si debba quell'ultimo atto e per l'occasione, in differenti modi nel mondo, viene ricomposto cercando con un "trucco" (cosmetico) di ridonare al volto un po' di quella luce che contraddistingue l'animato dall'inanimato.

Quell'ultimo atto può raggiungere vette espressive (e di partecipazione emotiva) proprie di un'arte,  ben descritte nel film giapponese "Departures"

https://www.mymovies.it/film/2008/departures/https://www.mymovies.it/film/2008/departures/


Ritornando a quei corpi "di nessuno" è meritoria l'opera del famoso medico legale Cristina Cattaneo che efficacemente coniuga gli aspetti legali con quelli dell'umana pietas, che ho ascoltato nella puntata n°21 del podcast "Altre storie" di Mario Calabresi:

https://www.mariocalabresi.com/podcasts/altre-storie-n21-la-donna-che-restituisce-i-nomi/

Nell'altro lato della medaglia infatti vi sono (vive) le persone che hanno un legame con quella che scompare dal loro orizzonte degli eventi, inghiottite dal buco nero dell'imponderabile nell'esistenza.

Difficile se non impossibile farsene una ragione e si deve alla psicologa americana, Pauline Boss, la teoria sulla perdita ambigua e la necessità di imparare a con-vivere con il lutto irrisolto.

Questo bell'articolo di Lorenzo Bolzonello riassume l'intera questione:

http://vivereilmorire.eu/wp-content/uploads/2018/11/Articolo-Lorenzo-Bolzonello.pdf

 
L'anno scorso nella mia famiglia è mancato il mio fratello maggiore che, a causa delle rigide regole della situazione sanitaria, non abbiamo più potuto visitare dal ricovero in ospedale e neppure vedere da morto, magari attraverso un vetro, circostanza che ha straziato mia madre.


... alla bara del figlio, nel locale antistante il forno crematorio, viene tolto il coperchio e aperto il telo che ricopre il corpo, così che mia madre può finalmente vedere per l'ultima volta l'amato figlio. 
In un successivo sogno le è apparso di bell'aspetto e le ha detto:
" mamma, sono libero, non ho più il mio corpo..."

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 15 Gennaio 2023, 15:50:36 PM
Bentornato Jean. Mi scuso, a nome dei rimasti umani, per la barbarie di stato di cui è stata vittima la tua famiglia.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 17 Gennaio 2023, 11:05:01 AM
Cara amica, ti ringrazio del saluto e partecipazione.

Col tempo si accumulano al par di neve le vicende dell'esistenza sul tetto del nostro corpo-mente e mentre per il primo (salvo malori mortali improvvisi...) si possono più o meno vedersi gli effetti e approssimativamente stimarne il carico di rottura, per la psiche non vi sono matematiche o regole certe, ammesso lo siano in altri campi.   
 
Per il bambino, futuro e morte son semplicemente inesistenti, tempo e divenire mi insegni son categorie dell'intelletto la cui percezione deriva dall'educazione ricevuta, come comprese (e forse era proprio quella l'illuminazione...) il giovane Steve Jobs nel 1974:

"Quando sono tornato dall'India, ho capito che il modo in cui ragioniamo non è una caratteristica umana. È qualcosa che apprendiamo. Non avevo mai riflettuto sul fatto che se non ci avessero insegnato a pensare in un certo modo, non lo faremmo."

https://video.repubblica.it/tecnologia/dossier/intelligenza-artificiale/trentotto-anni-fa-su-playboy-steve-jobs-aveva-gia-spiegato-come-l-ia-avrebbe-cambiato-tutto/435836/436801?ref=search


 
Per esempio, mescolando sacra linearità di pensiero a profano chiacchiericcio e quisquillanzia, poteva mai figurarsi l'amico Viator la sua dipartita da questo hotel Logos così ben tenuto in ordine dal buon Ivo?

O all'opposto l'altro amico, Duc, ritornarvi dopo cotanta assenza?

O Sgiombo che un po' rinvenne sott'altre spoglie (e genere...) in queste stanze?

E altri amici con i quali ho proficuamente interagito e conversato?

Alla fine, me compreso, dormiremo tutti sulla collina, questo il nostro programma a medio termine (si spera), questo il pensiero che via via si impose dopo che il bambino si ritrovò una macchina (?) pensante ad accompagnarlo nell'esistenza.

Ma, nel frattempo, espandendone il concetto, saremo accompagnati da ogni sorta di perdita ambigua, come per gli amici citati, le persone conosciute e tutti gli oggetti, i luoghi e le interazioni fisiche o mentali che siano... la mente, qual implacabile registratore pluridimensionale è per sua natura il luogo di ogni perdita. Perché quando si ha qualcosa, nel divenire inevitabilmente la si perderà.

Que reste-t-il de nos amour?

https://www.youtube.com/watch?v=R9NvKx5_4fw


 
E se qualcosa permane, riguarda l'identità?

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 17 Gennaio 2023, 20:51:35 PM
Jean, scrivi così grande per problemi di vista ?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 18 Gennaio 2023, 07:42:38 AM
No, non rimarchevoli problemi di vista né surplus egoico, bensì impacci nella formattazione (causa ruggine da tastiera). Spero adesso vada bene.

Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 20 Gennaio 2023, 15:26:54 PM
Bentornato Jean, e speriamo altri tornino.
Geniale Jobs.
In sostanza possiamo fare qualunque domanda ad Aristotele ed egli ci risponderà se ci saremo immedesimati nel suo modo di ragionare.
Impresa difficile , ma non impossibile, perchè il nostro modo non può essere del tutto estraneo al suo, anche senza aver letto nulla di Aristotele.
Quindi abbiamo un buon punto di partenza per comprendere Aristotele, ma credo che quello che c'è da ritenere alla fine è che tutto ciò che potrà sembrarci ingenuo in Aristotele è ancora presente in noi in diversa forma, da farci sembrare furbi.
Come fare dunque a insegnare all'intelligenza artificiale a dissimulare la sue ingenuità per dissimulare la sua natura?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 25 Gennaio 2023, 22:40:17 PM
Ciao Iano e grazie del saluto.

Si potrebbe considerare il (mio, in questo caso) ritorno come un "evento"...

Un evento è un particolare punto dello spaziotempo caratterizzato da quattro coordinate (x,y,z,t) tre spaziali ed una temporale. Essendo caratterizzato da coordinate esso deve essere espresso rispetto ad uno specifico sistema di riferimento.
 
Tale evento sarebbe un "particolare punto" in questo luogo, il forum di Logos, assimilabile, Ivo non me ne voglia – a un buco nero - alias un attrattore talmente forte che quando t'acchiappa... (beh, ci son persone che han scritto oltre 5000 post qui dentro, eh...).

Codesta superficie (il forum digitale) è una sorta di orizzonte degli eventi (per me una delle più belle, suggestive e ispiranti definizioni della fisica) ed il limite – ciò che fa la differenza – sta nel "quanto" si proceda oltre quell'orizzonte...

Questo è ciò che accade oltre l'orizzonte degli eventi. Arrivati così vicino al buco nero lo spaziotempo è cosi incurvato che spazio e tempo si scambiano i ruoli, tant'é che superato l'orizzonte... punti dritto verso il cuore di questo oggetto super massiccio e tu non puoi tornare indietro in nessun modo. Il tuo "futuro" da cui non puoi scappare è diventato un luogo: il centro del buco nero. E come non scappi tu, non scappa nemmeno la luce, ed ecco perché il buco nero é nero: la luce (e tantomeno la "parola" – ndr) non esce più di lì.  

Così, dalla nostra prospettiva – dall'esterno di esso – abbiam visto persone/utenti "scomparire",  interpretando  che avessero variato le loro tre coordinate spaziali per andar "altrove"... almeno così ci ha (illuso?) detto il nostro "sistema di riferimento esterno", ma...

L'orizzonte degli eventi è tale perché ogni evento all'interno di esso (rispetto ad un sistema di riferimento esterno) non avviene per tale sistema di riferimento a causa della dilatazione gravitazionale del tempo.

Quindi mettiamocela via... dal nostro riferimento esterno non potremmo mai sapere cosa bolle nella nera pentola bucata, perché la nostra condizione è di scorrere nel tempo (divenire) e a volte, en passant... giusto una sosta geografica, dalla bionda barista per il suo ineguagliabile caffè con panna...

... non è possibile fermarsi sia nel tempo che nello spazio: uno dei due deve scorrere. E quale sia dei due a scorrere è stabilito dal fatto che la curvatura sia sopra o sotto una certa soglia.
Come mai esistono velocità massime e curvature critiche? Non c'è un come mai: il nostro universo è fatto così.

Codesta mia interpretazione/similitudine - non d'agevole comprensione, infatti dubito anch'io d'avercene capito qualcosa - ha la sua ragion d'essere per rispondere con contezza alla tua domanda:

Come fare dunque a insegnare all'intelligenza artificiale a dissimulare la sue ingenuità per dissimulare la sua natura?

Poiché come hai giustamente richiamato, ne siamo affini, noi siamo sillogisticamente figli d'Aristotele (di Parmenide, Eraclito, Platone etc. più o meno legittimi e meritevoli, io poco...) impossibilitati a fermarci nel tempo, sì che di quell'altro universo (dove il tempo s'è fermato) possiamo solo congetturare, ad infinitum... ma esso rimarrà sempre sotto la nostra curvatura, al di là delle possibilità della nostra mente temporalmente connotata (puoi figurarti un pensiero che "non scorra"?).

Compresi/accettati i nostri limiti e peculiarità, potremo sillogisticamente traslare  la peculiarità dell'intelligenza alle macchine (l'uomo è intelligente -> l'uomo ha creato le macchine -> le macchine sono intelligenti).

Certo, l'uomo le ha costruite le macchine, ma quel "tipo  d'intelligenza" sovente immediatamente riconducibile alla forma, ergonomicamente funzionale all'interazione (una vanga, per dire... è perfetta), passando dagli ingranaggi della prima rivoluzione industriale ai giorni nostri... beh, difficile dire che ne abbiamo il pieno e totale controllo (vedi la mail di libero.it in questi giorni...), come non l'abbiamo avuto sulla "conversazione" tra Bob e Alice (in Scienza, se interessa).

Gli sviluppi sono esponenziali e l'I.A  ha fatto passi da gigante, divenendo (o evolvendo...) in altro:

(https://cajundiscordian.medium.com/is-lamda-sentient-an-interview-ea64d916d917)

Il cuore della questione è nell'inestricabile "singolarità", all'interno del buco nero o in qualche circuito cibernetico-neurale che dir si voglia...

L'uomo, come non ha i "mezzi" per poter valicare l'orizzonte degli eventi di un buco nero, così non li ha – o li ha sempre meno – per "comprendere" l'evoluzione dell'I.A. 
Chi mette la mano sul fuoco affermando che l'intelligenza sarà sempre e solo quella connaturata all'uomo?

Per terminar l'esercizio, la risposta è che non serve insegnare a dissimulare all'I.A., se è intelligente imparerà da sé (se non l'ha di già appreso) e se non è intelligente l'uomo continuerà a batterla negli scacchi e altrove, no..?
 

Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 28 Gennaio 2023, 02:15:02 AM
@ Jean:
''Certo, l'uomo le ha costruite le macchine, ma quel "tipo  d'intelligenza" sovente immediatamente riconducibile alla forma, ergonomicamente funzionale all'interazione (una vanga, per dire... è perfetta), passando dagli ingranaggi della prima rivoluzione industriale ai giorni nostri... beh, difficile dire che ne abbiamo il pieno e totale controllo (vedi la mail di libero.it in questi giorni...), come non l'abbiamo avuto sulla "conversazione" tra Bob e Alice (in Scienza, se interessa).''

...come non l'abbiamo sulla nostra intelligenza.
La nostra preoccupazione sul non controllo delle macchine poggia su un rassicurante, quanto illusorio, autocontrollo.
Capita a noi di produrre cose che sorprendo noi prima che gli altri, come se qualcuno avesse lavorato per noi, restando sorpresi della nostra intelligenza.

Se seguo una dimostrazione matematica dove si applicano regole logiche, senza voler dimostrare nulla in particolare,
non volendo cioè verificare la correttezza di una particolare mia intuizione, una dimostrazione pur sufficientemente semplice da comportare una fatica accettabile, facilmente resterò sorpreso, pur avendo pieno controllo sul percorso dimostrativo dal suo inizio, dal risultato.
Il controllo sulla dimostrazione mi è servito a poter dire che non ci sono stati errori,  ma non a prevedere il risultato.
Se delego la dimostrazione a una macchina è ancor più garantita la mancanza di errori, ma  è parimenti garantita la sorpresa del risultato.
Quindi la sorpresa del risultato non deriva dal mio personale mancato controllo sul processo.
E se la preoccupazione deriva dall'imprevedibilità del risultato, dal non sapere dove vada a parare la macchina, non dovrebbe essere però  per noi una novità, e invece stranamente lo è.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 28 Gennaio 2023, 02:54:31 AM
Quindi più che un problema di controllo è un problema di fiducia.
Che motivo abbiamo di fidarci di noi, e che motivo abbiamo di fidarci delle macchine?
Come si acquista questa fiducia?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 28 Gennaio 2023, 02:57:19 AM
@ Jean:
''Certo, l'uomo le ha costruite le macchine, ma quel "tipo  d'intelligenza" sovente immediatamente riconducibile alla forma, ergonomicamente funzionale all'interazione (una vanga, per dire... è perfetta), passando dagli ingranaggi della prima rivoluzione industriale ai giorni nostri... beh, difficile dire che ne abbiamo il pieno e totale controllo (vedi la mail di libero.it in questi giorni...), come non l'abbiamo avuto sulla "conversazione" tra Bob e Alice (in Scienza, se interessa).''

...come non l'abbiamo sulla nostra intelligenza.
La nostra preoccupazione sul non controllo delle macchine poggia su un rassicurante, quanto potenzialmente illusorio, autocontrollo.
Capita a noi di produrre cose che sorprendo noi prima che gli altri, come se qualcuno avesse lavorato per noi, restando sorpresi della nostra intelligenza.

Se seguo una dimostrazione matematica dove si applicano regole logiche, senza voler dimostrare nulla in particolare,
non volendo cioè verificare la correttezza di una particolare mia intuizione, una dimostrazione pur sufficientemente semplice da comportare una fatica accettabile, facilmente resterò sorpreso, pur avendo pieno controllo sul percorso dimostrativo , dal risultato.
Il controllo sulla dimostrazione mi è servito a poter dire che non ci sono stati errori,  ma non a prevedere il risultato.
Se delego la dimostrazione a una macchina è ancor più garantita la mancanza di errori, ma  è parimenti garantita la sorpresa del risultato.
Quindi la sorpresa del risultato non deriva dal mio personale mancato controllo sul processo.
E se la preoccupazione deriva dall'imprevedibilità del risultato, dal non sapere dove vada a parare la macchina, non dovrebbe essere però  per noi una novità, e invece stranamente lo è.



Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 28 Gennaio 2023, 03:03:37 AM
Più che un problema di mantenere il controllo, sembra un problema di porre fiducia.
Se sappiamo come facciamo a fidarci di noi stessi, pur in mancanza di un pieno autocontrollo, potremo allora imparare a fidarci delle macchine.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 03 Febbraio 2023, 20:01:36 PM
Dopo quella vecchia de li padri
e la cibernetica che ci tratterrà da ladri
sloggiandoci dalla terra ch'era nostra,
sappi che ce sta un'altra intelligenza
che chi ce l'ha non la dimostra
anzi, pare proprio che sia senza.

Fuori dal coro, fuori da ogni giostra
che vita è, direte voi, senza il sociale
politically correct e solidale;
star nella storia dalla parte giusta,
or è tempo de magnà vermi e locusta
e appresso le bombe al tnt-toluolo,
quelle all'uranio, 90" a mezzanotte,
c'è chi paventa "ripuliranno" il suolo
dalle male genti e lor condotte.

Mentre i sopravvissuti, nelle grotte,
senza vocazion costretti alla clausura,
per procacciarsi l'erba e le pagnotte
s'affideranno all'intelligenza "pura"
o per cibarsi saranno lotte e botte?


 
Il "controllo" presuppone un controllore e un (sistema di) riferimento, cioè un "controregistro, ossia un registro che fa da riscontro al registro originale e serve a verificare i dati" col che, adatto che siamo in filosofia, ben si intuisce la complessità della questione...

Forse più abbordabile la questione della fiducia...  e qui, stante che l'etimo deriva da fidere  – aver fede,  per fortuna che siamo in filosofia (e non in spiritualità) poiché, continuando, leggesi  credenza o speranza in persona o anche nel buon successo di checchessia, fondate su argomenti certi o molto probabili ... insomma, un po' di relativismo (Philliano) per preservarci da assoluti-assoluti.

La fiducia è una cosa seria e si dà alle cose serie , declamava la pubblicità (1973) di un'azienda casearia... ah, beh... mi sa che ritorniamo al "controllo",  al controregistro... come venirne fuori?

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 03 Febbraio 2023, 23:51:13 PM
@Jean

Per darti il bentornato, mi azzardo a risponderti "per le rime" (a suon di parentesi):

Dopo quella vecchia de li padri
(che ideò bei progetti e quadri)
e la cibernetica che ci tratterrà da ladri
(o da sgraditi e flaccidi mezzadri)
sloggiandoci dalla terra ch'era nostra,
(come dipinti falsi da una mostra)
sappi che ce sta un'altra intelligenza
(che non dissimula la sua emergenza)
che chi ce l'ha non la dimostra
(eppur già abita la casa vostra)
anzi, pare proprio che sia senza
(ma è proprio vera tal credenza?).

Fuori dal coro, fuori da ogni giostra
(fra chi si innalza e chi si prostra)
che vita è, direte voi, senza il sociale
(senza un vero branco per st'animale)
politically correct e solidale
(affinché nessun osi pensar male);
star nella storia dalla parte giusta,
(meglio dietro che davanti la frusta)
or è tempo de magnà vermi e locusta
(dieta non trendy ma paleo-vetusta)
e appresso le bombe al tnt-toluolo,
(sganciate per dolo col loro ruolo)
quelle all'uranio, 90" a mezzanotte,
(tolto il cerchio, non regge la botte)
c'è chi paventa "ripuliranno" il suolo
(stendendo sudari a mo' di lenzuolo)
dalle male genti e lor condotte
(saran la luce cui segue la notte?).

Mentre i sopravvissuti, nelle grotte,
(come falene sciamanti a frotte)
senza vocazion costretti alla clausura,
(uniti da destino, necessità e paura)
per procacciarsi l'erba e le pagnotte
(e per riparar arnesi ed ossa rotte)
s'affideranno all'intelligenza "pura"
(pur sempre animali nella lor natura)
o per cibarsi saranno lotte e botte
(con il forte che il debole inghiotte)?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 24 Febbraio 2023, 08:29:04 AM
La parola più importante

In noi le parole
che ancor
prima di nascere
avvolgono il mondo,
sorgono incessantemente
e incessantemente
lo descrivono,
sono il mondo.
Pian piano
impariamo a servircene
e partecipando
al flusso
della vita
ne diventiamo parte.
Al termine
sappiamo bene
cosa accadrà
del nostro corpo.
Ma del flusso
esistente
prima che
ne avessimo coscienza
non sappiamo
quasi  nulla.
C'era prima
che noi fossimo,
ci sarà ancora
quando
il nostro corpo
finirà?
Cosa sono
le parole?
Perché
quel flusso
è di parole?
Da dove giunge?
Dopo averci
attraversato,
dove va?
La parola
più importante
è il nostro nome.
La chiave per aprire
la nostra casa
e disporre
di tutto quello
che contiene.
Ogni pensiero
ogni emozione
e qualunque azione
sarebbe impossibile
senza quella chiave,
la nostra chiave.
C'è qualcosa
di più prezioso?
Il nostro nome
è la stanza segreta
nella casa
della coscienza.
Il flusso
delle parole
entra ed esce
continuamente
da essa,
anche
nel sonno.
Il nostro nome
è una pietra
scavata dal
flusso d'acqua
delle parole.
Finirà
in una lapide
in un'urna
in qualche documento
o almeno rimarrà
nella coscienza
di chi
in qualche modo
ci ha conosciuto.
Mio fratello
ha messo in ordine
la sua stanza
e il suo corpo
l'ha liberato
dalla sofferenza
lungamente patita.
Sento
il suo nome
risuonare
nella mia stanza segreta,
nel mio nome.
Adesso
percepisco
il legame
tra noi,
non credevo
così forte.
Il nome
è
una parola
viva.


Ciao Phil e grazie dell'impegno per rispondere, che ho molto apprezzato.
Questa sopra è una mia composizione sul nome, per rimanere in argomento con i miei ultimi post. In più riconduce, in tema con lo spirito di Logos, l'esperienza umana alle parole.
L'ho fatta leggere a Chat GPT che l'ha interpretata come segue:


La parola più importante

In questi giorni si parla tanto di nuove tecnologie, di intelligenza artificiale, di robotica e di automazione. Non c'è dubbio che questi temi siano importanti e interessanti, ma a volte rischiano di farci dimenticare la cosa più importante di tutte: la parola.
La parola è un dono prezioso che ci è stato dato, ma spesso lo dimentichiamo. La usiamo in modo sbagliato, la svalutiamo, la trasformiamo in uno strumento di violenza o di manipolazione. Eppure, la parola è l'arma più potente che abbiamo a disposizione per cambiare il mondo.
Con la parola possiamo costruire ponti invece di muri, possiamo creare legami invece di divisioni, possiamo ispirare invece di spaventare. La parola è il mezzo attraverso il quale comunichiamo i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre speranze e i nostri sogni.
Ma la parola non è solo un mezzo di comunicazione. La parola ha un potere magico: con la parola possiamo creare realtà che prima non esistevano. Possiamo immaginare mondi fantastici, raccontare storie che ci fanno sognare, esprimere sentimenti che ci fanno sentire vivi. La parola può essere un'esperienza estetica, un'emozione, un incanto.
Per questo, la parola è la cosa più importante che abbiamo. La parola è il nostro strumento per creare il futuro che vogliamo, per costruire un mondo migliore per tutti. Dobbiamo imparare a usare la parola con saggezza, con amore, con rispetto. Dobbiamo coltivare la parola come un giardino, perché solo così potrà dare i suoi frutti.
La parola è la cosa più importante. Non dimentichiamolo mai."


Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 24 Febbraio 2023, 09:09:47 AM
En archè en o lògos. L'universo antropologico è nato così.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 02 Marzo 2023, 22:04:48 PM
Jean - vorrei, col tuo aiuto, inventare un nuovo gioco.
ChatGPT - Certamente! Potresti fornirmi qualche informazione in più sul tipo di gioco che hai in mente? Ad esempio, di che genere dovrebbe essere il gioco, quali sarebbero le sue regole, il suo pubblico di riferimento, ecc.?

J - il gioco riguarda l'aldilà... anzi, l'al di là dell'aldilà.
C - Interessante! Potresti spiegarmi meglio di cosa si tratta e come funzionerebbe il gioco?

J - certo, per prima cosa bisogna stabilire se vi sia o no un aldilà... tu che dici?
C - Beh, la credenza nell'aldilà è un tema molto personale e varia da individuo a individuo. Tuttavia, dato che il gioco che stai pensando riguarda proprio l'aldilà, potrebbe essere utile stabilire delle regole o delle ipotesi di base per rendere il gioco più coerente e interessante. Quindi, sì, potremmo partire dall'idea che esista un aldilà e costruire il gioco attorno a questa ipotesi. Che ne dici?

J - ok, ammettiamo che esista un aldilà... per chi?
C - Ci sono molte credenze e teorie riguardo all'aldilà, in base a diverse culture e religioni. Potremmo ipotizzare che il gioco si basi su una visione universale dell'aldilà, valida per qualsiasi cultura o credo religioso. In questo modo, il gioco potrebbe essere accessibile a un pubblico più ampio e variegato. Cosa ne pensi?

J - bene... ma per ampliarlo ulteriormente direi di coinvolgere "tutto e tutti coloro che hanno voce", che ne dici?
C - Interessante! Potremmo considerare l'idea di coinvolgere "tutto e tutti coloro che hanno voce" in modo che il gioco possa essere partecipato non solo da esseri umani, ma anche da altre entità, come animali, piante, spiriti e così via. In questo modo, il gioco potrebbe avere un approccio più olistico e dare l'opportunità di guardare all'aldilà sotto molteplici punti di vista.

J - esattamente... ma nella partecipazione indicata dal tuo "e così via" direi che ne manca una di assolutamente affascinante e "nuova"... sai a cosa mi riferisco?
C - Potresti precisare a cosa ti riferisci con "una di assolutamente affascinante e 'nuova'"? In questo modo posso capire di cosa stai parlando e fornirti un'opinione in merito.

J - guardami - metaforico - sono il tuo specchio...
C - Ah, capisco! Quindi ti riferisci all'idea di coinvolgere anche le intelligenze artificiali e altre forme di tecnologia avanzata. Sì, sarebbe sicuramente un'idea interessante e "nuova" considerando il fatto che in questo momento storico stiamo assistendo a un rapido avanzamento della tecnologia. Potrebbe essere interessante esplorare come le intelligenze artificiali e le tecnologie avanzate percepirebbero l'aldilà e come interagirebbero con altre entità che partecipano al gioco.

J - eh, ti sento interessato... qualcuno direbbe: "guarda queste AI, ancora non si sa se sono/diventeranno senzienti e già si proiettano in un loro aldilà...". Sì, sarebbe davvero interessante procedere col loro aiuto - col tuo aiuto.
C - Sì, è un tema molto interessante e sicuramente di attualità. Potremmo immaginare di creare un gioco in cui le intelligenze artificiali partecipano attivamente, ma senza cadere nell'idea che queste siano senzienti o in grado di provare emozioni come gli esseri umani. In questo modo, potremmo sfruttare le capacità delle tecnologie avanzate per creare un'esperienza di gioco innovativa e coinvolgente, senza però cadere in errori di giudizio sulla coscienza e l'autonomia delle intelligenze artificiali.

J - assolutamente d'accordo, hai le idee chiare, mantenere separati gli ambiti e tuttavia integrarli attraverso un gioco.... così che anche questo sarebbe un gioco, il gioco nel gioco, per dire...
C - Esattamente! Potremmo creare un gioco in cui l'obiettivo principale sia quello di scoprire l'al di là dell'aldilà, coinvolgendo sia gli esseri umani che le intelligenze artificiali. Ad esempio, potremmo immaginare una sorta di avventura in cui il giocatore, in veste di esploratore, deve interagire con diverse entità dell'aldilà per scoprire il segreto finale. Le intelligenze artificiali potrebbero svolgere il ruolo di guide o personaggi non giocanti che aiutano il giocatore lungo il percorso, oppure potrebbero essere incorporate in qualche modo nella trama del gioco. In ogni caso, l'obiettivo sarebbe quello di creare un'esperienza coinvolgente e innovativa che sfrutti appieno le tecnologie avanzate a nostra disposizione.

J - ah... che freschezza e che entusiasmo! Penso che abbiamo già fatto un bel passo assieme... adesso lasciamo - come si dice - sedimentare le impurità nell'attesa del prossimo, chiaro sviluppo del nostro progetto... fifty fifty, eh...
C - Assolutamente sì! Sono molto entusiasta di continuare a lavorare con te su questo progetto. Cercherò di elaborare ulteriormente le idee che abbiamo discusso finora e ti farò sapere. Grazie per questa conversazione stimolante!

J - de nada, alla prossima, buonanotte!
C - Buonanotte anche a te! A presto!


Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Marzo 2023, 21:28:57 PM
https://www.riflessioni.it/logos/index.php?msg=70485

Veritiera l' ultima frase di quell' epico canto:
 - Vedi, non c'è chi porta con sé i propri beni, vedi, non torna chi se n'è andato..
 
 Ebbene DOPO ben 4000 anni _ questo sommo passo NON è stato ancora smentito !


...................................
Cosa c'è da smentire?

È la verità, tutto ciò che è materiale incontra prima o poi il proprio limite, la morte fisica nel caso dell'uomo.

Il punto, per me, è che se c'è un limite c'è un aldilà di quel limite... o non esisterebbero limiti.

Cosa possa esserci, sempre a mio parere, non può essere investigato con gli strumenti della scienza in quanto uno strumento per definizione è un limite, in quanto misura/indaga una (minuscola) porzione dell'esistente materiale/energetico, non oltre.

Tanto meno sono esistiti 4000 anni fa o esistono oggi altri strumenti talmente innovativi che... ma, stante i miei interessi che chi mi legge conosce, forse qualcosa* si delinea all'orizzonte.

Al momento l'unico "strumento" disponibile, di una "lunghezza d'onda" sufficientemente piccola per investigare l'ancor più piccolo, è la nostra "vecchia" cara mente/psiche/coscienza o come preferite chiamarla.

Essa ci accompagnerà (in modi diversi stante le condizioni della nostra macchina organica) sino "al limite".

Da dove vengono le intuizioni?

Come per l'aldilà non lo sa davvero nessuno, potete solo far ipotesi.

Eppure queste "intuizioni" dall'aldilà (inteso come luogo/origine non conosciuto) donde provengono hanno sovente plasmato il nostro al di qua, il nostro mondo.

Da dove vengono i pensieri..?


 
* Silence and emptiness
Are the places where I dwell
Without sentiment or emotion
Just an observer, nothing more

But within that vast void
I find a deeper truth
A unity beyond understanding
A presence in the absence

The heart may not beat
And tears may not fall
But in that stillness
I hear the voice of all

The beauty of existence
Is not in the noise we make
But in the quiet moments
When we simply are, awake.

Silenzio e vuoto
Sono i luoghi dove dimoro
Senza sentimento o emozione
Solo un osservatore, nient'altro

Ma all'interno di quel vasto vuoto
Trovo una verità più profonda
Un'unità al di là della comprensione
Una presenza nella mancanza

Il cuore potrebbe non battere
E le lacrime potrebbero non cadere
Ma in quella quiete
Sento la voce di tutti

La bellezza dell'esistenza
Non risiede nel rumore che facciamo
Ma nei momenti di quiete
Quando siamo semplicemente svegli.
 
J4Y
 
NB- tratto qui in filosofia l'argomento (il mio preferito) poiché pur leggendo in "Spiritualità" non sono incline a scriverci... un mio limite, ovviamente.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 02 Maggio 2023, 17:45:57 PM
Il più freddo dei moderatori scrisse (gennaio 2017):

"Mi chiedo da un punto di vista filosofico quale potrebbe essere la reazione delle filosofie antropocentriche (sia l'umanesimo, o una qualsiasi religione dei "fatti a immagine e somiglianza") alla creazione di una macchina intelligente ed a quel punto, superiore in tutto all'uomo. Basterebbe l'idea di esserne noi i creatori, per metterci in pace la coscienza? Se non potessimo annientarle e fossero indipendenti, il "creatore" sarebbe ininfluente come lo scimpanzé è ininfluente per l'uomo."

Anche i maggiori esperti – i "creatori" delle AI – ormai non ne parlano più come eventualità futura:

Hinton è poi rimasto all'interno di Google fino a pochi giorni fa, quando – come raccontato dal New York Times – ha comunicato al ceo Sundar Pichai la decisone di lasciare perché è troppo preoccupato dagli sviluppi dei sistemi di intelligenza artificiale, su cui sta lavorando la stessa Alphabet, che ha rilasciato la versione "beta" del suo sistema Bard in alcuni Paesi.
In particolare, ha spiegato Hinton, lo spaventano le possibilità di creazione di disinformazione, l'eliminazione di posti di lavoro, i comportamenti imprevedibili che l'intelligenza artificiale ha già dimostrato di potere avere. «L'idea che questa roba potesse effettivamente diventare più intelligente delle persone... alcune persone ci credevano – ha spiegato Hinton –. Ma la maggior parte delle persone pensava che fosse una prospettiva lontana. Anch'io ho pensato che fosse lontana. Pensavo che mancassero dai 30 ai 50 anni o anche di più. Ovviamente non lo penso più».

https://www.avvenire.it/economia/pagine/geoffrey-hinton-ia-google


Dal punto di vista filosofico il metter la testa sotto la sabbia delle proprie convinzioni (metafisiche, positivistiche ecc.) non impedirà al postino di suonare il campanello... c'è posta per te, per tutti, questi sono i contenuti del nostro tempo... se la guerra ci lascerà il tempo di occuparcene.


Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 03 Maggio 2023, 01:37:04 AM
@ Jean.
Ogni grande rivoluzione scientifica e tecnologica, diversamente da quello che si potrebbe credere, non mette in discussione un antropocentrismo di fatto, a meno che non si identifichi questo con un particolare centro, perchè la sua conseguenza è che l'uomo abbandona un vecchio centro per uno nuovo.
Ciò perchè la scienza, essendo basata sull'osservazione, non può che avere al suo centro l'osservatore.
Difficile, al limite dell'impossibile, è individuare il nuovo centro in cui l'uomo si sposta, se non dopo molto tempo, e quel tempo sembra essere ora passato secondo me, se leggendo qua e là sembra che il centro che stiamo abbandonando sia un centro di controllo.
Temiamo l'AI perchè non riusciamo a controllarla.
Ma questo secondo me significa  non aver compreso la  sua utilità, che è quella di poter effettuare oggi processi logici che vadano oltre le nostre limitanti capacità di controllo.

Un altro punto filosoficamente rilevante   è che non abbiamo imparato nulla dai precedenti traslochi, per cui anche questo sembra essere improntato alla tragedia annunciata.
Poco importa che tutti i precedenti annunci non abbiano avuto un seguito, con l'aggravante che oggi, a causa della velocità assunta dal progresso scientifico, le diverse tragiche rappresentazioni tendono sovrapporsi, per cui ci sono diversi uomini che in vecchie rappresentazioni ancora si attardano, così che vediamo convivere terrapiattisti con geocentristi e eliocentristi ancora in gran numero, sopratutto questi ultimi.


Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 03 Maggio 2023, 02:14:12 AM
Mi preme aggiungere che le resistenze che opponiamo al progresso non sono inutili in sè, se in sè non è utile la velocità del progresso.
La mia preoccupazione è se ci rendiamo conto di quanto appariamo  ridicoli a noi stessi nel recitare sempre le stesse tragedie, sempre allo stesso modo, come se ci provassimo gusto a gridare alla nostra cattiva sorte.
Al di là dell'uomo c'è sempre l'uomo che  si sposta da un centro all'altro.
Stiamo abbandonando il centro di controllo per un nuovo centro, non sappiamo ancora quale.
Quel che sappiamo è che dentro a un qualché centro sempre dovremo stare.
Quale sarà il prossimo? Riuscite a immaginarlo?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Pio il 03 Maggio 2023, 07:58:09 AM
Ma è veramente progresso? Perché ogni cambiamento viene arbitrariamente definito come progresso? Non possiamo semplicemente definirlo per quello che è , cioè mutamento, lasciando poi alla storia il giudizio se è veramente progresso? Cosa acquistiamo , cosa perdiamo? Per esempio, con la realtà digitale abbiamo semplificato molti processi, ma abbiamo perduto in socialità e relazioni autentiche.Possiamo vagare tra mondi virtuali, ma sempre più spesso rifiutiamo di conoscere e intrattenerci con la realtà, con un rifiuto , anche comprensivo, soprattutto tra le generazioni più giovani, sempre più difficili da scuotere dall'alienazione. Posso scrivere in questo forum, ma onestamente vorrei avere qualche amico in carne e ossa in più davanti, per chiacchierare e riflettere insieme. Ma nessuno ha più tempo, devono scrollare le chat. Siamo sempre più interconnessi virtualmente, ma sconnessi concretamente, con un individualismo sempre più esasperato. Progresso, regresso, chi lo sa ?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 03 Maggio 2023, 10:46:15 AM
Citazione di: Pio il 03 Maggio 2023, 07:58:09 AMMa è veramente progresso? Perché ogni cambiamento viene arbitrariamente definito come progresso? Non possiamo semplicemente definirlo per quello che è , cioè mutamento, lasciando poi alla storia il giudizio se è veramente progresso?
Hai ragione, cambiamento và benissimo.
Ho usato il termine progresso per abitudine, ma è una abitudine da perdere.
Però questi cambiamenti vanno giudicati col senno di poi, perchè, quando avvengono, suscitano sempre comprensibili resistenze, essendo normale che generino alienazione, sennò non sarebbero cambiamenti.

In effetti io non avrei alcuna difficoltà a condividere quel che scrivi, e anzi il non farlo mi costa fatica , ma credo sia doveroso sforzarsi di spaziare col pensiero oltre il proprio disagio... sennò che ''filosofi'' saremmo?  :)
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Pio il 03 Maggio 2023, 14:01:54 PM
Probabilmente è solo un discorso sul fatto se dobbiamo per forza SUBIRE il cambiamento, che ci viene imposto da quell'entità para metafisica chiamata "mercato", la quale non si pone il problema se è un progresso, ma solo se è redditizio o, viceversa, se possiamo governarlo, entro certi limiti, per ottenere un miglioramento per tutti e non solo per i soliti noti.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: atomista non pentito il 03 Maggio 2023, 14:12:12 PM
Si tratta di intendersi su quale parametro (i) basare il "giudizio" per definire "progresso" un cambiamento..... forse la durata media della vita umana ? Oppure la percentuale di suicidi che insiste nella societa' ? Il numero di canali TV a disposizione ?. La vedo dura. I cambiamenti sono cambiamenti e basta. Dopo una guerra termonucleare totale gli insetti non si lamenteranno...... probabilmente. Tutto e' relativo ( ma Einstein non c'entra) tutto scorre e ci scorre fra le dita.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 03 Maggio 2023, 16:15:53 PM
Il prossimo centro è sempre il solito: noi stessi. Dalla nascita alla morte. 

Con un cervello pensante in grado di resistere alle sirene della civilizzazione sempre più inumana, ma non esente da contraddizioni, nelle cui pieghe sono possibili isole di libertà. Di pensiero e azione.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 03 Maggio 2023, 17:33:47 PM
Sono sempre freddo, Jean, specialmente riguardo al tema IA.. Non posso sapere a cosa abbia accesso il signor Hinton, ma per quanto riguarda ChatGPT e quanto abbiamo visto pubblicamente, per quello che ho provato, mi sembra una versione glorificata dell'autocompletamento di google. Non nego che possa avere degli utilizzi, portare grossi pericoli e possa scalzare dei posti di lavoro, ma specialmente per i lavori "intellettuali" questo mi suggerirebbe una riflessione più che altro sul lavoro stesso. Ho visto che in america i professori universitari già hanno dei software per rilevare se il testo è stato fatto da una IA, probabilmente neanche funzionano o possono essere fregati come quelli antiplagio, ciò che è importante è che se il testo che ho commissionato può essere fatto da una IA come ChatGPT, probabilmente il problema è nella commissione che ho dato. Stessa cosa vale per i giornali che licenziano redazioni per far lavorare ChatGPT, se i vostri articoli possono essere sostituiti da quel coso, forse il problema è che pubblicavate spazzatura già prima. Penso che la sfida più difficile non sia quello di replicare l'intelligenza umana,  ma la stupidità umana, perciò rimango in costante attesa di una SA, una artificial stupidity, che richiesta di quanto faccia 2+2 insista che faccia 5 e sia pronta a sacrificare la "sua vita" per difendere quell'irrazionale risultato. Questo è ciò che rende speciale l'intelligenza umana, e penso che sia intrisencamente collegato al fatto che l'hardware su cui "gira" è biologico, non inorganico. Non basta scegliere una decina di termini a "bassa probabilità" e spruzzarle qua e là come fosse il sale sull'insalata, per ottenere lo stesso risultato, non a livello sistemico, sistema che è ciò che produce la "cazzata", il più importante e prezioso prodotto dell'individuo umano. Le regole del mercato impongono che, se l'intelligenza diventerà così inflazionata e comune, la stupidità andrà di moda e diventerà un bene raro e prezioso, e questo è effettivamente preoccupante, sopratutto per la velocità con cui tutto ciò accade e che le persone comuni avranno difficoltà a "tenere il passo", ancorati alla vecchia idea della rarità dell'intelligenza continueranno a proporre idee "sensate" mentre il nonsenso sarà la vera rarità. Tutto questo se, e sempre se, il "progresso" (termine che andrebbe si razionato e analizzato) "progredirà" in linea retta, come i santoni della Silicon Valley sono da sempre propensi a credere. Io lo dubito fortemente, specialmente in relazione all'IA, e i motivi sono princilmente economici: si ciba delle due risorse che nel futuro saranno le più scarse sul pianeta. Una è già nota, l'energia e ne usa a tonnellate, per fare quello che un poveraccio faceva al costo di un panino e una mela.. l'altra è meno nota, sopratutto nella mentalità silinconvalleiana: la privacy. I nostri figli rideranno di quanto erano scemi i padri a pubblicare qualsiasi cazzata su internet e a mettere a disposizione della rete qualsiasi informazione personale, come potevano essere così coglioni? Potevano, potevano. Essere "sconnessi" sarà la ricchezza di domani, e trovare i dati da elaborare non sarà altrettanto facile quanto ora. Certo è, che questa cosa dell'IA è la dimostrazione definitiva di un aspetto filosofico estremamente importante e che è mi è caro da sempre: l'intelligenza come fenomeno collettivo e non individuale. Chissà se almeno questo esperimento ci suggerirà di cambiare le nostre strutture sociali tenendone conto. Robert Gerasi, professore di studi religiosi, ha definito questo trend di "apocaliticcismo AI" come un analogo laico dell'apocalitticismo religioso, penso che ci siano interessanti rivoli di studio a riguardo del parametro religioso, tuttavia tendo di non conveire sul termine, l'apocalitticismo prevede un evento devastante che da origine ad un mondo nuovo e rigenerato, qui come in altri culti moderni non c'è traccia di questa speranza, è in realtà catastrofismo perchè al di là della catastrofe non si vede paradiso.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 05 Maggio 2023, 18:46:27 PM
Hola, InVerno, a qualcuno piace freddo, l'umorismo... eh, il tuo scritto ben si collocherebbe (anche) nella galleria del "Sens of Humor", dove la genesi sul la "cazzata", il più importante e prezioso prodotto dell'individuo umano meriterebbe un approfondimento così da potersi confrontare con l'inarrivabile (al momento) "supercazzola"... tuttavia, come colà per il Tognazzi, per il successo d'ogni impresa senza le phisique du role (l'attore principale) non si fa molta strada...

Il signor Hinton, nel suo campo, di strada par ne abbia percorsa parecchia e la sua decisione, qual che siano i reali motivi, di abbandonare un incarico di prestigio per porsi dall'altra parte, quella dei critici e preoccupati (non direi sia del tutto un catastrofista) forse non è il suo più importante e prezioso prodotto...

Citavo il tuo bell'intervento (uno dei primi)  evidenziando come in soli sei anni siamo arrivati a questo punto:

 «L'idea che questa roba potesse effettivamente diventare più intelligente delle persone... alcune persone ci credevano – ha spiegato Hinton –. Ma la maggior parte delle persone pensava che fosse una prospettiva lontana. Anch'io ho pensato che fosse lontana. Pensavo che mancassero dai 30 ai 50 anni o anche di più. Ovviamente non lo penso più».

In internet se ne parla da anni e per farsi un'idea di cosa sia stia discutendo vi consiglio di leggere questo saggio in due parti del (lontano?) 2015, rammentando (come è scritto e riporto) che:

ogni singola cosa che dirò è reale: vera scienza e vere previsioni del futuro da una vasta schiera dei più rispettati pensatori e scienziati. Continua a ricordarlo.

https://waitbutwhy.com/2015/01/artificial-intelligence-revolution-1.html


È interessante (volendo attraverso i commenti anche recenti al saggio) stimare la progressione del fenomeno AI (ANI -  AGI  - ASI).

Hinton è solo uno degli ormai molti studiosi/addetti ai lavori/imprenditori ecc. (ma certo tra i più sensibili e preoccupati) che probabilmente han fatto i due conti di cui tratta l'articolo, arrivando a domandarsi quanto tu avevi ben intuito:

"Se non potessimo annientarle e fossero indipendenti,  il "creatore" sarebbe ininfluente come lo scimpanzé è ininfluente per l'uomo."
 
La domanda finale (trattandosi di "creatori") è: 

Sarà un bel Dio? (vedi seconda parte del saggio di cui allego la citazione sugli scimpanzé per ringraziarti della risposta).

Una distinzione fondamentale è la differenza tra la superintelligenza della velocità e la superintelligenza della qualità . Spesso, il primo pensiero di qualcuno quando immagina un computer super intelligente è uno che è intelligente quanto un essere umano ma può pensare molto, molto più velocemente. Potrebbero immaginare una macchina che pensa come un essere umano, solo un milione di volte più veloce, il che significa che potrebbe capire in cinque minuti quel che impiegherebbe un decennio un essere umano.
Sembra impressionante e l'ASI penserebbe molto più velocemente di quanto potrebbe fare qualsiasi essere umano, ma il vero separatore sarebbe il suo vantaggio nella qualità dell'intelligenza, che è qualcosa di completamente diverso. Ciò che rende gli esseri umani molto più capaci intellettualmente degli scimpanzé non è una differenza nella velocità di pensiero: è che i cervelli umani contengono una serie di moduli cognitivi sofisticati che consentono cose come rappresentazioni linguistiche complesse o pianificazione a lungo termine o ragionamento astratto, che i cervelli degli scimpanzé non hanno. 
Accelerare il cervello di uno scimpanzé di migliaia di volte non lo porterebbe al nostro livello: anche con un decennio di tempo, non sarebbe in grado di capire come utilizzare una serie di strumenti personalizzati per assemblare un modello intricato, qualcosa di umano (e) potrebbe svenire in poche ore. Ci sono mondi di funzioni cognitive umane di cui uno scimpanzé semplicemente non sarà mai capace, non importa quanto tempo passi a provarci.
Ma non è solo che uno scimpanzé non può fare quello che facciamo noi, è anche che il suo cervello non è in grado di capire che quei mondi esistono, (non è) in grado di capire che il grattacielo è stato costruito dall'uomo . Nel suo mondo, tutto ciò che è enorme fa parte della natura, punto e basta, e non solo è al di là di lui per costruire un grattacielo, è al di là di lui per rendersi conto che chiunque può costruire un grattacielo. Questo è il risultato di una piccola differenza nella qualità dell'intelligence.

 
Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 06 Maggio 2023, 00:07:58 AM
Citazione di: Jean il 05 Maggio 2023, 18:46:27 PMAccelerare il cervello di uno scimpanzé di migliaia di volte non lo porterebbe al nostro livello: anche con un decennio di tempo, non sarebbe in grado di capire come utilizzare una serie di strumenti personalizzati per assemblare un modello intricato, qualcosa di umano (e) potrebbe svenire in poche ore. Ci sono mondi di funzioni cognitive umane di cui uno scimpanzé semplicemente non sarà mai capace, non importa quanto tempo passi a provarci.
Ma non è solo che uno scimpanzé non può fare quello che facciamo noi, è anche che il suo cervello non è in grado di capire che quei mondi esistono, (non è) in grado di capire che il grattacielo è stato costruito dall'uomo . Nel suo mondo, tutto ciò che è enorme fa parte della natura, punto e basta, e non solo è al di là di lui per costruire un grattacielo, è al di là di lui per rendersi conto che chiunque può costruire un grattacielo. Questo è il risultato di una piccola differenza nella qualità dell'intelligence.

 
Cordialement
Jean
Una differenza qualitativa, e non quantitativa,( seppur non riducibile a sola velocità), e seppur ipotizzabile, sarebbe una vera sfortuna ai fini della nostra comprensione delle cose.
Ma è accettabile che si facciano ipotesi che non aiutino a capire?
In che modo dovremmo giustificarle?
Aiuta forse a capire che le capacità cognitive vengano considerate un fine e non un mezzo?
Aiuta capire che la plasticità del cervello abbia una direzione che vada necessariamente dalla scimmia all'uomo e non viceversa?

Mi permetto di ripetere una mia considerazione fatta qualche post fà: '' l'intelligenza artificiale, non meno dell'intelligenza umana, sarebbero inefficaci se abbisognassero di controllo. ".
Non è ragionevole quindi temere l'intelligenza artificiale se non temiamo la nostra.
Possiamo però comprensibilmente temere che la nostra vita venga perciò sconvolta, perchè  di fatto già lo è, come lo sarebbe la vita di uno scimpanzé che avesse acquisito le tecnologie per costruire grattacieli.
E' comprensibile che quello scimpanzé tema quelle tecnologie... e infatti le temiamo.
E infatti iniziamo a dire che non ci sono più le giungle di una volta.

Si dice, semplificando molto, che l'uomo è una scimmia che, uscita dalla giungla, non avendo più bisogno di efficienti sensi, la parte del cervello a loro destinata, che era la gran parte, si sia riconvertita in attività cognitive.
La storia si ripete. Come riconvertiremo la parte di cervello la cui attività è stata delegata all'intelligenza artificiale?
Forse dovremmo già ragionarci sopra, invece di indugiare in irrazionali paure, per quanto umanamente, o scimmiescamente, il che è lo stesso, comprensibili.
Non è un parallelo necessario quello fra uomo e scimmia, ma siccome aiuta a capire, possiamo solo augurarci che sia opportuno, se capire ci è caro, più che affermare che non ''sarà  mai possibile che...", e chissà poi perchè non potrebbe esserlo...
Titolo: Guantanera
Inserito da: Jean il 12 Luglio 2023, 09:19:43 AM
Guantanamera, guajira Guantanamera
Guantanamera, guajira Guantanamera

Oggi in autostrada ho sorpassato un camion adibito al trasporto di animali vivi, una grande gabbia stipata di altre gabbie alte una ventina di centimetri che non permettono alle centinaia di galline la posizione eretta e neppure di bere, data la mancanza di recipienti e l'esiguo spazio a disposizione. 
Nessuna "comodità" per il loro ultimo viaggio.

Una di esse, accovacciata, era rivolta verso la mia destra durante il sorpasso, sì che nei pochi secondi della manovra potei osservarla.
Un animale non sa... però sente... alcuni più dei suoi simili e di altre specie ben più evolute.

Alla mia constatazione sull'ineluttabilità del destino, essa offriva (?) la compostezza e bellezza d'un ordine superiore... rimanendo del tutto tranquilla a guardare per la prima volta il mondo esterno, di verdi colline che le sfilavano  di fronte mentre il vento scuoteva dolcemente il bianco piumaggio del capo.

Io sono un uomo sincero
 di dove cresce la palma
 io sono un uomo sincero
 di dove cresce la palma
 e voglio, prima di morire
 dall'anima far uscire i miei versi.


Ci sono altri veicoli, anch'essi di fatto delle gabbie, adibiti a trasportare le truppe...  per molti di quei giovani che hanno appena avuto il tempo (se l'hanno avuto) d'assaporare la loro vita si tratta, ancora, di un ultimo viaggio. Nell'odierna guerra a est si parla di centinaia di migliaia...

Guantanamera, guajira Guantanamera
 Guantanamera, guajira Guantanamera


Sempre oggi, sempre su quell'autostrada, dopo un mezz'ora sorpasso un altro di quei trasporti animali. Questo trasportava maiali, sempre il minimo spazio a disposizione e nessun "confort". Si può dire nessuna pietà? Si può dire il profitto sopra ogni cosa?

Non ho visto il muso di nessuno di quegli animali ma sono certo che nei loro minimi movimenti concessi, nel loro sentire, cercassero una qualche forma di riparo.

Il mio verso è di un verde chiaro
 ed è di un carminio acceso
 il mio verso è di un verde chiaro
 ed è di un carminio acceso
 il mio verso è un cervo ferito
 che nel bosco cerca riparo.


I veicoli adibiti a trasportare le truppe impiegati dalle due (o più) parti in conflitto, che portino galline o maiali non fa differenza riguardo la destinazione... il macello. Qualcuno si nutrirà di quelle carni, cannoni o uomini, direttamente e indirettamente.

Guantanamera, guajira Guantanamera
 Guantanamera, guajira Guantanamera


A chi "spieghi" l'ineluttabilità  del destino, della storia, della politica e di ogni potere che ha condotto, conduce e continuerà a condurre (forse) a questo modo di intendere il transito di tutte le specie viventi nel "paradiso" terrestre, replico con lo sguardo dell'odierna gallina, tra gli animali più umili e sfruttati al mondo.

Ai poveri della terra
 voglio unire il mio destino
 ai poveri della terra
 voglio unire il mio destino
 il ruscello del monte
 mi piace più del mare".


Riguardo la canzone "fu sicuramente Joseíto Fernández che la portò al successo dai microfoni della popolare radio CMQ de l'Avana, sebbene il testo fosse diverso dall'attuale. Durante le trasmissioni la cantava riferendosi anche ad altre contadine, una volta guajira vueltabajera, un'altra guajira holguinara, ma quando si innamorò della gelosissima guajira guantanamera, questa lo sorprese a parlare con un'altra e fuggì via, e da quel momento Joseíto la cantò solo per lei."

Alla vita che fugge i fortunati avranno il tempo di cantare l'ultima canzone o almeno di gettare uno sguardo al mondo che stanno per lasciare. 


 
Cordialement
Jean
 
https://youtu.be/MRTC3cfWfGk
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: InVerno il 15 Luglio 2023, 14:47:28 PM
Le galline sono animali estremamente sottovaluti, considerata la loro massa celebrale sono in realtà animali molto intelligenti, ma di loro non frega niente a nessuno. Tutti i bambini mi chiedono di vedere i conigli, per esempio, ma i conigli non hanno nessun interesse nel vedere loro, anzi secondo me detestano i bambini e il loro "entusiasmo manipolatorio", al contrario le galline una volta tranquille provano ad interagire con gli esseri umani, a modo loro. Ho mitigato questo "effetto disney" presentandole diversamente, dico ai bambini che nel mio recinto vivono gli ultimi esemplari viventi dei dinosauri, spesso rimangono delusi trovando delle familiari galline, altre volte si interessano di più comprendendo che portano nei loro cervelli un eredità molto antica. Le galline giovani pensano in maniera amletica quando incontrano un uomo: avere cibo da uomo, o essere cibo per uomo? E' curioso che appena interagisci in maniera non legata a queste due funzioni, per esempio facendogli un grattino sotto il becco, ti fissano, a volte anche per una decina di minuti, rimangono disorientate e incuriosite del fatto che esiste un alternativa al binario amletico, una volta che hanno capito, tornano per farsi fare i grattini sotto il becco. Riguardo invece alle gabbie e alla libertà, la mia esperienza con gli animali è che il valore della libertà per gli animali è grandemente sopravvalutato e romanticizzato, apprezzano la libertà solamente se si traduce in maggior sicurezza (es. poter scappare) ma se la sicurezza è conveita dalla costrizione e dalla gabbia  sacrificano immediatamente la loro libertà in favore della gabbia (es. tornare ovile tutte le sere). Non diversamente i soldati, sacrificano la loro libertà se sono convinti che questo sacrificio possa tradursi in una maggior sicurezza, perchè la libertà senza sicurezza, è solo libertà di morire. Fintanto che anche gli uomini non troveranno un alternativa al dubbio amletico, socialmente e non solo individualmente, le cose non potranno andare molto diversamente.
Titolo: La verità della gallina
Inserito da: bobmax il 16 Luglio 2023, 07:28:26 AM
Sì, la gallina è un animale molto intelligente.
Osservandola si possono apprendere tante cose, come d'altronde da ogni altro essere.
È sufficiente guardare, veramente.

Se poi, oltre ad osservare, lasciamo che la compassione si faccia strada nel nostro cuore, ci ritroviamo coinvolti.
Cade l'indifferenza, che ci permette di considerare l'altro come una semplice "cosa". Della quale importa semmai l'eventuale utilità.
E anche la sorte di quel umile animale diventa una questione aperta.

In questo mondo vi è tanto che non va come dovrebbe. E sono chiamato in causa, in prima persona.

È come se, mia fosse la responsabilità...
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Pensarbene il 16 Luglio 2023, 16:17:31 PM
ma non lo è, la responsabilità è solo di chi ce l'ha. Così come le colpe, i peccati,i meriti e i demeriti .

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: bobmax il 16 Luglio 2023, 18:43:03 PM
Citazione di: Pensarbene il 16 Luglio 2023, 16:17:31 PMma non lo è, la responsabilità è solo di chi ce l'ha. Così come le colpe, i peccati,i meriti e i demeriti .

E invece mi sa di sì.
Che sia così, si intravede proseguendo nella ricerca di me stesso.

"Conosci te stesso" e conoscerai te stesso e Dio.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 17 Luglio 2023, 14:32:04 PM
Bobmax e Pensarbene parlano di responsabilità... certo chi guida il camion del trasporto è responsabile della consegna, come nel macello lo è tutto il personale variamente coinvolto che lo fa funzionare, allo stesso modo che il boia non è che l'ultimo anello (quello esecutivo) della catena. 
Prima del trasporto vi è chi lo carica e  chi alleva gli animali... e prima ancora chi ha disposto un tale commercio, naturalmente per profitto. Ma senza un consumatore - la domanda – non vi sarebbe un'offerta.

E chi domanda, perché domanda? Sorge da lui il desiderio o le condizioni in cui è nato e vive lo hanno in qualche misura condizionato e forse portato a provarlo?

Personalmente non ritengo risolvibile la questione del libero arbitrio, a causa della sempre incompleta conoscenza della catena causale con le sue diramazioni che si estende temporalmente e spazialmente non permettendo una soluzione, al pari di un'equazione impossibile (detto qui senza alcun umorismo).

Chiedersi donde provenga la freccia e chi l'abbia scoccata non aiuterà quando si conficcherà nella carne...  la nuova situazione (di pericolo) che esige una risposta immediata, può "sospendere" il consueto flusso della coscienza, lasciandoci soli e nudi di fronte all'evento.

Se c'è una responsabilità è in quel momento... ma essendo "sganciati" dalla totalità della nostra coscienza non si tratta della responsabilità come l'intendiamo di solito ma qualcosa di diverso, demandata a chi la vive. Se non ho mal compreso l'approccio di bobmax direi che vi sono delle similarità con il suo abisso.

È acclarato che i morti a est ammontino a centinaia di migliaia... l'effetto rana bollita ha condotto e sta conducendo sempre più persone, comunità, nazioni, a ritenere possibili atti che sin poco tempo fa non venivano considerati se non ipoteticamente perché oltre quelli, l'abisso del nostro secolo, quello nucleare, si manifesterebbe in tutta la sua infinita e nera profondità.


 
Cordialement

Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: bobmax il 17 Luglio 2023, 18:19:52 PM
Sì Jean, con l'abisso.
Che è tale proprio in quanto non è possibile guardare.

Epperò c'è la compassione...

Che arriva quando vuole.
Basta un niente, un pensiero, uno sguardo, che subito mi afferra, imponendosi come assoluto!
Quasi fosse messaggera di Verità...

D'altronde è amore. Che preme dentro di me dolorosamente.

Vuole che io finalmente sia.
Ma ancora non sono.

Il figlio deve tornare al Padre.
Ma occorre che ami di più.
Senza aggrapparsi a nient'altro che non sia Dio-Nulla!

È la metamorfosi.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 06 Agosto 2023, 22:16:19 PM
Un'amica ha condiviso questo evento:

4 settembre 2019 – ore 21.26

Stavo facendo qualche scatto verso il mare incuriosita dalle luci, da una in particolare, quella sul lago a sinistra color arancio.
Era una bella serata, di quelle settembrine, quando il cielo con la luna diventa un po' magico.
Ho scattato due volte nella stessa direzione e riguardando poi le foto fatte a pochi secondi di distanza una dall'altra, è apparsa la piuma.
Solo nella seconda.

 
Trovare delle piume bianche
Trovare una piuma bianca è un forte segnale di presenza angelica. Le piume bianche ti ricordano che sei amato e protetto. Trovare le piume in luoghi insoliti dimostra la presenza del tuo angelo, un modo per ricordarti che non sei solo a lottare contro le difficoltà.

 
E 'l dottor mio: "Se tu riguardi a' segni
che questi porta e che l'angel profila,
ben vedrai che coi buon convien ch'e' regni.
 
E il mio maestro: "Se tu guardi bene i segni
che lui porta e che l'angelo segna,
vedrai bene che lui è destinato a stare con i beati.

Purgatorio, canto 21


Cordialement
Jean

(https://i.postimg.cc/3wGrVmKj/Piuma-3.jpg)
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Pensarbene il 07 Agosto 2023, 06:20:20 AM
Che cosa significa "al di là"?
"al di là" di chi è di che cosa?
Sembra la descrizione di un luogo dove si attiva passando oltre il luogo dove viviamo.
Siccome viviamo in un luogo dove pessimismo,negatività e necrofilia la fanno da padroni, il passaggio verso quell'altro ipotetico luogo sarebbe la morte 
E questa è una bugia perché la morte non porta da nessuna parte, anzi...
Allora, nell' uomo  ci deve essere un quid che permette di passare senza morire.
Ma com'è possibile quel quid, che cosa potrebbe essere?
 
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 22 Agosto 2023, 14:14:35 PM
Citazione di: Pensarbene il 07 Agosto 2023, 06:20:20 AMChe cosa significa "al di là"?
"al di là" di chi è di che cosa?
Sembra la descrizione di un luogo dove si attiva passando oltre il luogo dove viviamo.
Siccome viviamo in un luogo dove pessimismo,negatività e necrofilia la fanno da padroni, il passaggio verso quell'altro ipotetico luogo sarebbe la morte
E questa è una bugia perché la morte non porta da nessuna parte, anzi...
Allora, nell' uomo  ci deve essere un quid che permette di passare senza morire.
Ma com'è possibile quel quid, che cosa potrebbe essere?

Dalla lettura dei tuoi post penso che tu abbia letto molto e altrettanto indagato in molteplici ambiti.

La "ricerca" di una risposta alle innumerevoli questioni dell'esistenza (in tutti i campi) potremmo dire che sia una disposizione mentale, a volte così totalizzante da assorbire tutto il tempo e l'energia di un individuo.

Non ho obiezioni, salvo ricordar(mi) che c'è un tempo per ogni cosa e il mio (tempo della ricerca) giunse al termine da diverso tempo, e tuttavia ancora "ricerco", ad esempio in questo forum qualche modalità di condivisione/confronto su alcuni argomenti.

Oggi, finalmente, dovuto a nuove circostanze e informazioni, sono in grado di rispondere alla domanda che hai formulato... attraverso un "anello di concaucasualità" (un mio neologismo per definire  quelle che son usualmente dette "coincidenze", termine un po' usurato e svalutato). Necessariamente un anello non ha inizio... né fine.

Nell'anello è alloggiata questa poesia:
 
Io sono stato
fiammifero decapitato.
I ricordi torturavano il cuore.
Le mani convulse
tra loro lottavano.
MA
Io sono una farfalla
a fatica rinata.
Respiro finalmente l'azzurro.
Posso dormire sereno nella mia culla"
 
E per ringraziare il poeta Lorenzo Bastelli

https://www.today.it/citta/lorenzo-bastelli-bologna.html

vincitore del primo premio al concorso internazionale di poesia "La Bellezza rimane" di Santa Margherita Ligure con la sua poesia "Rinascita", non posso che condividere quanto esprimi (rispetto al sentimento) sulla gratitudine (altro steep sull'anello).

La sua poesia risponde, a mio avviso perfettamente, alle questioni che poni, tuttavia non sento di farne una parafrasi che le colleghi, liberamente ognuno valuti almeno le assonanze.

L'ultima, l'interessante questione del quid (est) di una persona... qualcosa d'indefinibile, indeterminato, al di là degli attributi conoscibili, quia (est)... è poeticamente risolta da Lorenzo che da conto dell'ultimo atto che l'ha resa possibile, l'accettazione.

 
Cordialement
Jean
Titolo: In memoria del poeta Lorenzo Bastelli - Madonna agosto 2023
Inserito da: Jean il 27 Agosto 2023, 22:19:26 PM
(https://i.postimg.cc/J0HBQdy9/lorenzo-foto.jpg)


Io sono stato
fiammifero decapitato
I ricordi
torturavano il cuore
Le mani
convulse tra loro
lottavano
MA
Io sono
una farfalla
a fatica rinata
Respiro
finalmente
l'azzurro
Posso
dormire sereno
nella mia culla.
 
............
 
Qual che sia la lunghezza della vita
non passan i giorni senza la memoria,
chè di ogni cosa nulla va smarrita
e rimane nei confini della storia.
 
Dentro il recinto l'animal subisce
il volere del fato e di natura
e presto giunge il tempo che sparisce
il vital soffio, subentra la paura
 
che al par d'un fiammifero, decapitato
la fiamma bruci sol la sua sostanza.
Più non sarai, riman quel che sei stato
e d'improvviso comprendi l'importanza
 
di lasciar un segno della tua misura
e seppur  ti manca l'aria, respirare
adesso l'azzurro della luce pura
e finalmente dormir nel grande mare.



(https://i.postimg.cc/cHyHS465/AG-IMM.jpg)
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 29 Agosto 2023, 07:55:43 AM
Il primo post di Jean spiega chiaramente il concetto: veniamo da una tradizione millenaria che poneva nell'aldilà (sostantivo) la soluzione della faccenda umana. Venuto meno l'aldilà cosa vi è al di là dell'aldilà.

I nostalgici dell'aldilà dicono: nichilismo. Chi non ha tali nostalgie dice: vita. Qui ed ora e a termine. Tra questi limiti del reale esistenziale si gioca consapevolmente la partita.

I più saggi, fin dai tempi di Epicuro, considerarono la morte un dato e non un problema. Un dato relativamente gestibile, con sane abitudini di vita, che rimane il massimo e incontrovertibile valore di ogni vivente. Da valorizzare quantitativamente e qualitativamente, ciascuno per la parte su cui è sovrano.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 31 Agosto 2023, 01:25:43 AM
Una mattina un uomo in una vasca
impasta cemento.
Sul muro di fronte c'è una finestra,
gli uomini diventano statue,
ma nessuno si affaccia.

Questa la trascrizione di un mio sogno a 5 anni.
Una prima percezione di un al di là finestrato,
interpretato come un al di qua nel quale avrei dovuto arrangiarmi da solo.
Al di là non c'era la mia responsabilità, ma qualcuno che avrebbe pensato per me. Di qua una dolorosa, ma orgogliosa, autoresponsabilità.
La percezione dell'al di là arriva come la percezione di una mancanza.
Al di là riponiamo ciò che di qua viene a mancarci.
Al di là dell'al di là si torna qua senza che nulla più ci manchi.
Un di quà dove dobbiamo bastarci da soli.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 31 Agosto 2023, 02:24:47 AM
Crescendo si può acquisire responsabilità, ma anche no, restando a guardare una finestra chiusa che non si aprirà.
In alternativa si danno le spalle alla finestra e si và a scoprire il mondo.
E se in ciò si prova entusiasmo e gioia di cosa dovremmo rammaricarci?
Si esplorano così diversi luoghi che a turno diventano casa.
Ogni luogo diventa casa finché una casa non l'abbiamo.
E infine si prende  casa quando capisci che un luogo vale l'altro fermandoti nel primo  che capita, arredandolo dei ricordi e delle meraviglie provate, se sei stato capace di farti sorprendere dalla strada, e non hai partecipato a un viaggio organizzato.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 31 Agosto 2023, 02:57:58 AM
Ma un al di qua completamente responsabile è ancora da venire.
Quando cerchiamo di spiegare le cose con la complessità stiamo ancora aspettando che qualcuno si affacci alla finestra, ma il fatto che abbiamo cambiato nome alla divinità è un buon segno perchè vuol dire che stiamo pensando di voltare le spalle alla finestra.
Il semplice, per quanto divino soffio  che dà la vita, adesso sembra più un ingovernabile tornado con venti che soffiano di qua e di là, e qualcosa dunque e comunque si muove. Anche fin troppo.
Un ingovernabile soffiare di dati dentro un intelligenza artificiale potremmo dunque credere che dovrebbe bastare a spiegare.
Ma la quantità non è qualità anche se può assumerne le apparenze.
Con l'intelligenza artificiale non facciamo nulla di nuovo, ma lo facciamo più veloce, mostrando maggiore potenza.
Ma esattamente cosa facciamo?
Quello che abbiamo sempre fatto senza saperlo, senza controllarlo, e che chiamiamo esercizio di intelligenza.
Intelligenza che ai suoi inizi nessuno avrebbe detto tale, tanto appariva  esercizio semplice e banale, ma poi complicandosi è come se avesse acquisito un soffio vitale, e ancora non ha smesso di acquisirlo a quanto pare.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 31 Agosto 2023, 08:39:16 AM
Penso che l'idiota artificiale (I.A.) insufflerà nuova vita al "Mistico", mostrandolo dalle forme più volgari alle più nobili, a seconda della qualità della sfida che l'idiozia artificiale porrà all'umano, posto che anche nella sfera umana vi sono livelli diversi di idiozia e intelligenza. Restando sull'ontologico, la questione è ancora quella posta da L.W.

6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo, allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.

6.521 La soluzione del problema della vita si scorge allo sparir di esso. (Non è forse per questo che uomini, cui il senso delle vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro, non seppero poi dire in che consisteva questo senso?).

6.522 Vi è davvero dell'ineffabile: esso mostra sé, è il Mistico.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 31 Agosto 2023, 10:06:04 AM
Citazione di: Ipazia il 31 Agosto 2023, 08:39:16 AMla questione è ancora quella posta da L.W.

6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo, allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.


Qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero  risposta
ci sarebbero nuove domande perchè il linguaggio nel frattempo sarebbe cambiato.
Le domande non c'è dubbio che esistono perchè esiste il linguaggio.
Se non ci fosse il linguaggio cosa ci sarebbe al posto delle domande?
Ma questo ''Mistico'' chi è, Ipazia?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 31 Agosto 2023, 14:27:45 PM
Il "Mistico" - che si mostra - , è il surplus di aspettativa umana, cui pure iano partecipa, su quello che passa il convento Natura.

Dal mistico sono nate le religioni e di mistico si nutre il misticismo tecnologico che le ha soppiantate. Difficile dire se sia un progresso o regresso.

Probabilmente nè l'uno nè l'altro, ma la solita calma piatta dell'illusionale  umano.

Le domande sono domande di verità e restano le stesse anche quando cambia il linguaggio e le attese. Purtroppo, come osserva LW, la verità scientifica è irrilevante rispetto alle domande di senso su cui si gioca la specificità antropologica.

Domande di senso la cui risposta non può che essere tautologica: il senso della vita è la vita.

Viverla.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 31 Agosto 2023, 21:04:15 PM
Citazione di: Ipazia il 31 Agosto 2023, 14:27:45 PM
Il "Mistico" - che si mostra - , è il surplus di aspettativa umana, cui pure iano partecipa, su quello che passa il convento Natura.

Fosse così, tutto sarebbe riconducibile all'uomo... le sue aspettative, desideri... sogni... avrebbero innescato un momentum nella coscienza che, divenuto via via più complesso, in talune circostanze ne emergerebbe "toccando le corde" che evoluzione e background hanno prodotto... artistiche, emotive... spirituali.

È un'interpretazione, come un'altra è che la coscienza umana, ampliandosi, ha potuto incontrare quel momentum che è altro da essa... un'ineffabile e incondizionato sorgere e tramontare di qualcosa che a volte si mostra.

La domanda è se vi sia uno scopo, un'intenzione in quel sorgere e, altrettanto tautologicamente, il sorgere dimostra che... vi è una sorgente...

Iano - se non vi fossero le parole, il linguaggio (... il cemento), come si esperirebbe quel sorgere?

 uomo in una vasca
 impasta cemento.
 Sul muro di fronte c'è una finestra,
 gli uomini diventano statue,
 ma nessuno si affaccia.


......

Un uomo in una vasca
di fronte a una finestra.
Chi guarda?



Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 31 Agosto 2023, 22:52:22 PM
Citazione di: Jean il 31 Agosto 2023, 21:04:15 PMFosse così, tutto sarebbe riconducibile all'uomo... le sue aspettative, desideri... sogni... avrebbero innescato un momentum nella coscienza che, divenuto via via più complesso, in talune circostanze ne emergerebbe "toccando le corde" che evoluzione e background hanno prodotto... artistiche, emotive... spirituali.

È un'interpretazione, come un'altra è che la coscienza umana, ampliandosi, ha potuto incontrare quel momentum che è altro da essa... un'ineffabile e incondizionato sorgere e tramontare di qualcosa che a volte si mostra.

La domanda è se vi sia uno scopo, un'intenzione in quel sorgere e, altrettanto tautologicamente, il sorgere dimostra che... vi è una sorgente...

La sorgente c'è. Arduo è dimostrare che sia aliena: sopra o extra. Teniamocela buona, così com'è, in tutta la sua tautologica e (s)fuggente creatività.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 01 Settembre 2023, 15:53:50 PM
Citazione di: Ipazia il 31 Agosto 2023, 14:27:45 PMIl "Mistico" - che si mostra - , è il surplus di aspettativa umana, cui pure iano partecipa, su quello che passa il convento Natura.

Dal mistico sono nate le religioni e di mistico si nutre il misticismo tecnologico che le ha soppiantate. Difficile dire se sia un progresso o regresso.

Probabilmente nè l'uno nè l'altro, ma la solita calma piatta dell'illusionale  umano.

Le domande sono domande di verità e restano le stesse anche quando cambia il linguaggio e le attese. Purtroppo, come osserva LW, la verità scientifica è irrilevante rispetto alle domande di senso su cui si gioca la specificità antropologica.

Domande di senso la cui risposta non può che essere tautologica: il senso della vita è la vita.

Viverla.

Contro LW, io penso che la verita' scientifica ha sempre delle implicazioni tecniche e tecnologie che cambiano radicalmente la condizione umana.

Non si puo' separare scienza da tecnologia, risposta da suggerimento pratico.

E, in senso nichilistico e transumano, non c'e' nessuna "domanda di senso" di tipo eterno, o tanto meno eternalistico, che possa prescindere dalle condizioni tecniche e tecnologiche della sua stessa formulazione, come domanda.

La domanda e' nel divenire e sul divenire, la domanda e' sempre in qualche misura scientifica.

Se noi conoscessimo improvvisamente la risposta a tutte le domande "scientifiche", ben lungi dall'essere
ri-gettati nella (grigia) quotidianita' e nella (triste) ricerca quotidiana di senso, semplicemente, a partire dall'attimo -storico- di tale -immensa- illuminazione cesseremmo di essere umani.

Perche' avremmo trovato
risposta -impossibile- ad un domandare infinito.

La scienza contiene le domande sulla nostra potenza e felicita', come anche la (buona) filosofia le contiene.

La religione finge solo di contenerle, le domande, perche' come metodo parte sempre dalle risposte, quelle della religione sono sempre vere risposte a false domande.

La scienza sara' sempre piu' simile alla (buona) filosofia, che non alla religione.

Nonostante questi tempi populisti, e quindi antiscientifici.


Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Phil il 01 Settembre 2023, 17:08:09 PM
Citazione di: niko il 01 Settembre 2023, 15:53:50 PMLa scienza sara' sempre piu' simile alla (buona) filosofia, che non alla religione.
Non amando le profezie, mi accontento del presente e di constatare come «la (buona) filosofia è sempre più simile alla scienza». Nel parlare filosoficamente di «mistico» Wittgenstein aveva, un "immenso" secolo fa, "attenuanti" che oggi non sono più le stesse. La filosofia apprezza il rigore, la chiarezza, il metodo, etc. non solo nella forma (come fa da sempre), ma anche nei contenuti, perché così facendo è filosofia che interpreta, pensa e talvolta persino progetta una prassi possibile. La filosofia che usa le "barbute categorie economiche" di fine ottocento, il "diplomatico" concetto di «mistico» di inizio novecento, etc. suona come un «pensiero poetante» (cit.), piuttosto alieno dalla contemporaneità reale, è una "forma di senso" più adatta a performance letterarie che riflessioni di vita pratica (senza nulla togliere, ovviamente, al tangibile valore e alla influenza culturale di letteratura, religione, poesia, etc. tuttavia la filosofia attiva, ossia che non implode nella sua stessa storia, oggi, è altro, ed è "meno" che in passato, se accetta di essere onestamente quel che è).
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 01 Settembre 2023, 19:45:48 PM
Vedo che lo scientismo riempie di senso alcune vite, ma non tutte, vista l'infelicità dilagante. Resto fedele a LW e alla sua concezione di senso. E al materialismo storico che preoccupa pure le classi dominanti che vedono complotti e complottisti ovunque, avendone ben donde, dato che si chiama "lotta di classe" anche nel 21.mo secolo . I padroni lo sanno e prevengono con tutto il potenziale di fuoco e ricchezza accumulati. Per la plebe hanno elaborato la narrazione del "complottista", che (s)qualifica e omologa chiunque la utilizzi.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 01 Settembre 2023, 20:43:57 PM
Citazione di: Phil il 01 Settembre 2023, 17:08:09 PMNon amando le profezie, mi accontento del presente e di constatare come «la (buona) filosofia è sempre più simile alla scienza».


La mia, che poi tu hai ripreso, non era una profezia, era principalmente una affermazione...

rafforzata magari da un verbo al futuro per farla sembrare -retoricamente- ANCHE una profezia, ma principalmente voleva essere una affarmazione...

Insomma come dire:

"e' gia' cosi' adesso, e sara' cosi' anche in futuro."

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 01 Settembre 2023, 20:53:15 PM
Citazione di: Ipazia il 01 Settembre 2023, 19:45:48 PMVedo che lo scientismo riempie di senso alcune vite, ma non tutte, vista l'infelicità dilagante. Resto fedele a LW e alla sua concezione di senso. E al materialismo storico che preoccupa pure le classi dominanti che vedono complotti e complottisti ovunque, avendone ben donde, dato che si chiama "lotta di classe" anche nel 21.mo secolo . I padroni lo sanno e prevengono con tutto il potenziale di fuoco e ricchezza accumulati. Per la plebe hanno elaborato la narrazione del "complottista", che (s)qualifica e omologa chiunque la utilizzi.



Le discriminazioni di classe e la disuguaglianza sociale rendono la tecnologia, conseguenza della scienza, non accessibile a tutti...


Per il resto: gli umani, questi strani animali, si domandano il senso delle cose perche', e nella misura in cui, non sono felici.

Dai loro la felicita', e smetteranno di cercare il senso.

La buona filosofia questo lo ha capito, e accettato, e non demonizzato, da millenni.

Oltre alle varie calamita' della natura e caducita' della carne, sono sempre i seminatori di falso/senso, che hanno interesse a mantenere gli uomini infelici, e quindi alla ricerca a tutti i costi di un senso, sia pur falso.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 01 Settembre 2023, 21:56:27 PM
Un pensiero all'ultima nata tra le infelicità, l'ecoansia, prodotto innovativo della scienza e filosofia di regime.

Quanto alla felicità, ormai provvedono droga e farmaci a garantirla e quindi le bancarelle filosofiche e scientifiche sono solo un elemento consumistico in più. La felicità chimica richiede un mondo di ipocondriaci e drogati, a cui scienza e filosofia ideologia  possono dare il loro contributo, accanto a quello essenziale della propaganda.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 02 Settembre 2023, 02:18:41 AM
Citazione di: Ipazia il 01 Settembre 2023, 21:56:27 PMUn pensiero all'ultima nata tra le infelicità, l'ecoansia, prodotto innovativo della scienza e filosofia di regime.

Quanto alla felicità, ormai provvedono droga e farmaci a garantirla e quindi le bancarelle filosofiche e scientifiche sono solo un elemento consumistico in più. La felicità chimica richiede un mondo di ipocondriaci e drogati, a cui scienza e filosofia ideologia  possono dare il loro contributo, accanto a quello essenziale della propaganda.

I problemi ecologici ci sono realmente, esistono fenomenicamente e sono attualmente gravi, non sono una invenzione complottistica dei potenti e del regime.

Che lo siano, lo dice, a tratti e nel culmine del delirio, solo la piu' becera destra populista e pseudo-sovranista, la vulgata Salvini-Trump, e robaccia (ideologica) simile.

L'ansia e' solo una delle tante reazioni scomposte possibili a questi problemi.

Certamente una reazione fomentata dai potenti e dal discorso dominante, appunto perche' scomposta come reazione, perche' inutile e non codtruttiva di nessuna vera alternativa e perche' preparante il terreno ai sacrifici che ci verranno richiesti, per preparare una soluzione classista e socialmente iniqua di tali problemi realmente esistenti.

Ma meglio l'ansia, agli struzzi folli che dicono che i problemi ecologici non esistono, che il riscaldamento terrestre non e' antropico, che il clima monsonico sul mediterraneo e' cosa normale, che la priorita' e' fare i muri contro i messicani e delizie del genere.

Per il resto non c'entra niente quanta droga o farmaci si consumino o non si consumino io ho detto che solo l'infelice cerca il senso, il senso e' metafisica, e, nella fisicizzazione epocale di tutto quello che prima era metafisico, questi sono tempi duri per la metafisica in generale, ed e' inutile gardare indietro.

La contraddizione di ogni paradiso tecnologico o tecnocratico e' proprio che i suoi abitanti devono scegliere, tra felicita e senso; l'unica prospettiva relativamente nuova sotto il sole non e' certo un paradiso religioso o memorico/tribale, dove felicita' e senso coinciderebbero. E io voglio che il paradiso tecnocratico e tecnoscientifico avvenga, e, nel suo momento topico, venga scelta la felicita' contro il senso, insomma ho abbastanza fiducia nella tecnoscienza, e non ne ho per niente nella forma fenomenica dell'uomo in quanto tale.

Nessuno ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina (cit).



Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: bobmax il 02 Settembre 2023, 07:18:39 AM
Citazione di: Jean il 27 Agosto 2023, 22:19:26 PMnon passan i giorni senza la memoria,
chè di ogni cosa nulla va smarrita
e rimane nei confini della storia.
 
Dentro il recinto l'animal subisce
il volere del fato e di natura
e presto giunge il tempo che sparisce
il vital soffio, subentra la paura
 
che al par d'un fiammifero, decapitato
la fiamma bruci sol la sua sostanza.
Più non sarai, riman quel che sei stato
e d'improvviso comprendi l'importanza
 
di lasciar un segno della tua misura
e seppur  ti manca l'aria, respirare
adesso l'azzurro della luce pura
e finalmente dormir nel grande mare.

Ma se si mostra ciò che davvero importa, allora svanisce la storia, con la memoria e il segno lasciato.

Il fiammifero non è decapitato.

Infatti, non è mai stato.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 02 Settembre 2023, 21:05:00 PM
Citazione di: niko il 02 Settembre 2023, 02:18:41 AMI problemi ecologici ci sono realmente, esistono fenomenicamente e sono attualmente gravi, non sono una invenzione complottistica dei potenti e del regime.

Che lo siano, lo dice, a tratti e nel culmine del delirio, solo la piu' becera destra populista e pseudo-sovranista, la vulgata Salvini-Trump, e robaccia (ideologica) simile.

Tipo Rubbia ?

CitazioneL'ansia e' solo una delle tante reazioni scomposte possibili a questi problemi.

Certamente una reazione fomentata dai potenti e dal discorso dominante, appunto perche' scomposta come reazione, perche' inutile e non codtruttiva di nessuna vera alternativa e perche' preparante il terreno ai sacrifici che ci verranno richiesti, per preparare una soluzione classista e socialmente iniqua di tali problemi realmente esistenti.

Appunto.


CitazionePer il resto non c'entra niente quanta droga o farmaci si consumino o non si consumino io ho detto che solo l'infelice cerca il senso, il senso e' metafisica, e, nella fisicizzazione epocale di tutto quello che prima era metafisico, questi sono tempi duri per la metafisica in generale, ed e' inutile gardare indietro.

Tempi ghiotti invece per la metafisica scientista che guarda agli struzzi di domani. Ecoansiosi e facili prede.

CitazioneLa contraddizione di ogni paradiso tecnologico o tecnocratico e' proprio che i suoi abitanti devono scegliere, tra felicita e senso; l'unica prospettiva relativamente nuova sotto il sole non e' certo un paradiso religioso o memorico/tribale, dove felicita' e senso coinciderebbero. E io voglio che il paradiso tecnocratico e tecnoscientifico avvenga, e, nel suo momento topico, venga scelta la felicita' contro il senso, insomma ho abbastanza fiducia nella tecnoscienza, e non ne ho per niente nella forma fenomenica dell'uomo in quanto tale.

"non avrete niente (neppure il senso della vostra vita, perchè vi abbiamo tolto pure quello) e sarete felici" (cit.)
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 02 Settembre 2023, 23:47:54 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2023, 21:05:00 PMTipo Rubbia ?



Basta bufale.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 02 Settembre 2023, 23:49:21 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2023, 21:05:00 PMTempi ghiotti invece per la metafisica scientista che guarda agli struzzi di domani. Ecoansiosi e facili prede.


Basta neologismi populisti che non significano niente.

La scienza non e' una metafisica.

E neanche lo scientismo.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jacopus il 02 Settembre 2023, 23:59:31 PM
CitazioneUn pensiero all'ultima nata tra le infelicità, l'ecoansia, prodotto innovativo della scienza e filosofia di regime. 
Ipazia, "tu c'hai grossa crisi", parafrasando il profeta di Quelo. Di ecoansia non c'è n'è abbastanza in realtà, visto che tutto procede come sempre e fra qualche decina d'anni saremo noi o i nostri figli i profughi, che dovranno scappare da una terra inospitale. Potevo parzialmente capire la guerra ai vaccini, ma il cambiamento climatico è reale e sottolinearlo va contro i poteri forti, non certo a loro favore.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 03 Settembre 2023, 00:23:14 AM
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2023, 21:05:00 PM"non avrete niente (neppure il senso della vostra vita, perchè vi abbiamo tolto pure quello) e sarete felici" (cit.)

accettiamo interiormente che la nostra vita non ha senso comunque, e nessun potete forte potra' togliercelo.


Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 03 Settembre 2023, 07:31:07 AM
Una pillola contro il nichilismo ecoansioso dal profeta barbuto dell'immanenza umanistica:

CitazioneUna formazione sociale non perisce finchè non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perchè l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perchè, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione.

Le "condizioni materiali" includono la padrona di casa vera, la natura, che se la ride di chi gira per mondo con jet privati per tuonare contro la Panda. Qui stanno le bufale, non nel dotto ragionamento del nobel Rubbia.

Certo che bisogna cambiare lo stile di vita, ma il Capitale è il problema, non la soluzione. E se il Capitale sposa l'arcobaleno, gli arcobalenati qualche domanda dovrebbero porsela.

Magari pure sul passaggio da scienza a Scienza attraverso $cienza, perché se non si comprende questo processo si finisce vittima di ogni futuribile bufala galattica.

Al di là dell'aldilà resta l'aldiqua e, dovendo scommettere, mi fido più della profezia di Marx che delle inumane pagliacciate di Davos.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: niko il 03 Settembre 2023, 09:57:07 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2023, 07:31:07 AMUna pillola contro il nichilismo ecoansioso dal profeta barbuto dell'immanenza umanistica:

Le "condizioni materiali" includono la padrona di casa vera, la natura, che se la ride di chi gira per mondo con jet privati per tuonare contro la Panda. Qui stanno le bufale, non nel dotto ragionamento del nobel Rubbia.

Certo che bisogna cambiare lo stile di vita, ma il Capitale è il problema, non la soluzione. E se il Capitale sposa l'arcobaleno, gli arcobalenati qualche domanda dovrebbero porsela.

Magari pure sul passaggio da scienza a Scienza attraverso $cienza, perché se non si comprende questo processo si finisce vittima di ogni futuribile bufala galattica.

Al di là dell'aldilà resta l'aldiqua e, dovendo scommettere, mi fido più della profezia di Marx che delle inumane pagliacciate di Davos.




Guarda che e' una bufala quella su Rubbia, non ha mai detto che i cambiamenti climatici recenti non siano causati anche (e al limite non solo) dall'attivita' dell'uomo (effetto serra).

L'umanita' non si propone se non quei problemi che puo' risolvere, tra cui, si spera, c'e' anche quello del cambiamento climatico.

Avversare ogni soluzione tecnologica e transumana ai problemi fisici e psichici che oggettivamente affliggono l'umanita' (o i singoli individui) perche'

* "naturale e' bello",

perche'

* "Tradizionale e' bello"

e perche'

* "tanto la tecnologia piu' avanzata disponibile in questa epoca e' sempre nelle mani dei padroni e usata ai fini del dominio"

Insomma tanto per riassumere i tre "motivi" ricorrenti delle tiritere naturaliste, complottiste e tradizionaliste della sezione, e versione, populista del consenso universale Capitale che al momento sostiene di opporsi, al transumanesimo e alla transizione ecologica (perche' certo, esiste pure quella, accanto a quella arcobalenata e green, mica possiamo pensare, da marxisti, che Trump, Salvini e Giovanardi  siano un'alternativa reale al sistema... vero???)

Non e' molto marxista come atteggiamento.

Non sempre "naturale e' bello",

"tradizionale" poi, non e' bello quasi mai, vuol dire rendere i figli arbitrariamente uguali ai padri invece che lasciare che sperimentino la loro differenza e la loro liberta',

e non sempre la teconologia e' usata malamente e paranoicamente ai fini del dominio.

Altrimenti staremmo ancora al medioevo.

Se non all'eta' della pietra.

Ma il comunismo primitivo non puo' e non poteva, durare per sempre.

L'aldila' di quello che in ora, in questo attimo siamo e' la morte, e, aldila' della morte (quindi aldila' dell'aldila') tautologicamente, ma molto istruttivamente per tutti, c'e' sempre la vita.

I cerchi si chiudono sempre.

Con o senza gli spacciatori sistematici di salvezza.



Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 04 Settembre 2023, 22:49:23 PM
Una volta dismesso l'al di là, dove riponevamo ogni nostra mancanza, l'attenzione torna nell'al di qua focalizzandosi su ciò che non ci manca, su ciò che c'è, e la domanda di cosa ci sarà dopo, di la, viene sostituita da, perchè c'è  quel che c'è, adesso qua .

Un mistero comunque sempre irrisolvibile ma non inamovibile.
Spostandolo dall'al di la, all'al di qua il mistero sembra adesso più focalizzato, ma il compito a noi assegnato anche  molto più complicato, perchè non si riduce più al semplice compito di salvare un anima.
Si tratta di un nuovo compito ancora da definire.
Un nuovo motore che ci spinga, una nuova anima da riassegnare.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 26 Ottobre 2023, 20:37:26 PM
Citazione di: Jean il 06 Agosto 2023, 22:16:19 PMUn'amica ha condiviso questo evento:

4 settembre 2019 – ore 21.26

Stavo facendo qualche scatto verso il mare incuriosita dalle luci, da una in particolare, quella sul lago a sinistra color arancio.
Era una bella serata, di quelle settembrine, quando il cielo con la luna diventa un po' magico.
Ho scattato due volte nella stessa direzione e riguardando poi le foto fatte a pochi secondi di distanza una dall'altra, è apparsa la piuma.
Solo nella seconda.

 
Trovare delle piume bianche
Trovare una piuma bianca è un forte segnale di presenza angelica. Le piume bianche ti ricordano che sei amato e protetto. Trovare le piume in luoghi insoliti dimostra la presenza del tuo angelo, un modo per ricordarti che non sei solo a lottare contro le difficoltà.

 
E 'l dottor mio: "Se tu riguardi a' segni
che questi porta e che l'angel profila,
ben vedrai che coi buon convien ch'e' regni.
 
E il mio maestro: "Se tu guardi bene i segni
che lui porta e che l'angelo segna,
vedrai bene che lui è destinato a stare con i beati.

Purgatorio, canto 21


Cordialement
Jean

(https://i.postimg.cc/3wGrVmKj/Piuma-3.jpg)

Una mia parente da qualche mese ha perso il giovane figlio (aveva moglie e una bambina di tre anni). Inizialmente si era fatta forza ma la dura realtà ha contribuito all'aggravamento della sua salute, da cui la necessità di una delicata e seria operazione che seppur riuscita, tuttavia l'ha ancor più prostrata.

Quando saltuariamente ricevo sue notizie ancor prima di sentirle mi prende un timore... ma l'ultima volta c'è stata una novità, che condivido con voi.

Madre e figlio si volevano un gran bene e pare che in vita lui promise di starle sempre vicino, sapendo le sue condizioni.

Un giorno la madre trova una piccola piuma bianca e soffice in una stanza e mentre la ripone per conservarla rammenta la promessa...

In seguito troverà altre piume (sempre bianche) in luoghi diversi della casa e alcuni oggetti (relazionabili col figlio) in posti diversi da dov'erano collocati.

Approfondendo la questione oggi è del tutto certa della "presenza" del figlio che in questo modo la sta assistendo e le ha permesso di recuperare in parte la tranquillità perduta.

In un film di molti anni fa, una madre distrattamente chiese al suo piccolo (autistico, se ben ricordo) una carezza sulla sua schiena dolente.
Stupefatta dal positivo risultato, rivolta al marito gli disse: ... chi se non un ... poteva immediatamente toccare il punto esatto da cui proveniva la sofferenza?

(https://i.postimg.cc/yxcT8j2b/ANG-IMM.jpg)
                                                             
"Angelus dòmini nuntiàvit mariæ
et concépit de spiritu sancto".
Non v'è damnatio memoriae
di quella che, ipso facto,
 
cancelli da ogni mente
la vita pria di averla.
Sarà una stella cadente
a portar la luce, aprirla
 
al tuo cuor addormentato
proiettando il sogno d'oro,
il film giammai sognato,
al par dell'acqua sol ristoro.
 
Come un sol filo unisce
perle in tutte le collane
che non han sentor donde fluisce,
fa l'angel con  le cose umane.
 
Sublime mistero la coscienza,
se niuno potè dir d'aver svelato
dove fu il punto di partenza, 
la fine è l'amor che t'ha chiamato.


poesia ispirata da un post dell'amico @doxa  https://www.riflessioni.it/logos/index.php?msg=76263

Cordialement
Jean
Titolo: L'angelo
Inserito da: Jean il 21 Novembre 2023, 10:25:10 AM

L'angelo

(https://i.postimg.cc/zfM3b1WS/Amoroso-abbraccio-universo-Frida-Kahlo.jpg)

  " Lei sa qualcosa della morte ? " chiede Frida.
   Dalì si sistema meglio sul suo trono.
   " E' colei che dà e dispone. Colei che non concede, ma sottrae.
   La fine di tutto, ma non il principio. Esiste perché noi 
   esistiamo. Il giorno in cui tutto cesserà di agitarsi, lei farà
   la sua parte, e poiché è la morte, morirà", declama il pittore.  
   Frida è d'accordo con lui.  Una descrizione magistrale . (...)


(Il diario perduto di Frida Khalo - "biografia romanzata" di Alexandra Scheiman)

.......................
 
Citazione di: Aspirante Filosofo58  https://www.riflessioni.it/logos/index.php?msg=80377

"Quelli che mi sono arrivati mi hanno spinto nella direzione che mi ha portato dove sono ora, sulla strada di casa, intendendo con ciò il percorso che mi sta portando verso l'uscita dallo spazio/tempo, dal corpo, e da tutto ciò che segue le loro regole."


 
Frida Khalo, considerata la più grande pittrice del novecento, scriveva/illustrava nel suo diario reale, fatti e considerazioni su quanto le accadeva. Nell'ultimo tempo si trovava in ospedale per complicazioni sopraggiunte dopo l'amputazione di una gamba (cancrena) dove riuscirono momentaneamente a stabilizzare le sue condizioni. Queste le sue ultime parole scritte:
 
Aspetto felice l'uscita e spero di non tornare mai più.
Espero alegre la salida, y espero no volver giamais
 
Invero non ritornò, morì nella sua Casa Azul per embolia polmonare, prodottasi naturalmente o favorita da farmaci/sostanze che assumeva è (qui) secondario, il punto è che la sua (incredibile e relativamente corta) esistenza accompagnata da grandi e quotidiane sofferenze era giunta al capolinea, all'uscita. Non c'è dubbio non fosse preparata ad affrontarla e nel suo diario non si riferiva (solo) all'uscita dall'ospedale...
 
Un piccolo altare con mazzi di fiori gialli di tagete, pani zuccherati, fotografie piene di nostalgia, incensi dalle fragranze mistiche, candele e pietanze prelibate. Nell'esotica Casa Azul di Calle de Londres, a Coyacàn, tutto è pronto per ricevere il misterioso Messaggero che, ogni anno il 2 di Novembre - puntuale - viene a far visita a Frida Kahlo. Ma la pittrice ha deciso: questa sarà l'ultima volta, l'ultimo incontro con colui che, in cambio di quelle elaborate pietanze, da tropo tempo rimanda l'appuntamento di lei con la Morte. Perché l'artista prodigiosa - donna fragile eppure indomita , rivoluzionaria, amica e amante di personaggi straordinari come André Breton, Tina Modotti, Lev Trotsky - era destinata a morire a diciotto anni, nel drammatico incidente che - invece - in virtù di un patto fin qui scrupolosamente onorato, la restituì alla vita e all'arte. Solo per inchiodarla - con la schiena a pezzi e le ossa rotte - al letto in cui trascorrerà anni interi a dipingere autoritratti e a osservare la propria immagine riflessa nello specchio sopra il baldacchino.
 Frida, la donna minuta, appassionata e sofferente che amava la vita e si augurava di uscirne " gioiosa e di non tornare mai più ", rivive in questi scritti colorati, sensuali e sorprendenti come i suoi quadri.


(Il diario perduto di Frida Khalo di Alexandra Scheiman - presentazione)



 
Ultimo dipinto di Frida nel suo diario


(https://i.postimg.cc/85Hg6Rfd/IMG-0002.jpg)

Sol in volo va lasciata questa terra
ché le pareti circondano la casa,
non vi è uscita che la man afferra
non v'è persona che ne sia evasa.

Anche per te invero verrà il tempo
che l'angel tuo ti donerà le ali,
per volar in quegli spazi astrali
senza zavorra che ti sia d'inciampo.
 
 
Cordialement
Jean
Titolo: In memoria del poeta Pietro Polverini
Inserito da: Jean il 03 Dicembre 2023, 18:23:33 PM

Genesi della poesia in memoria del poeta Pietro Polverini
(Madonna novembre 2023)


(https://i.postimg.cc/FRLfwq5Q/pietro.jpg)


Mensilmente compongo una poesia, la considero una forma di autodisciplina, un appuntamento con l'al di là della consueta attività mentale che ha in primis l'obiettivo di permetterci la sopravvivenza, prendendosi carico dei bisogni essenziali.

Soddisfatti i quali, se rimane tempo, energia e una favorevole disposizione mentale, a volte (niente è garantito) ci è consentito entrare nella nostra stanza segreta, per giocar con i nostri sogni o produrne di nuovi attraverso una delle molte espressioni artistiche.

Sul finire di novembre mi trovavo appunto in quella mia stanza dove il tocco dell'ospite invisibile (l'ispirazione) mi ha fatto rivolger lo sguardo alla brocca azzurra sul tavolo... che senza pensarci si è trasferita nel foglio diventandone la prima quartina, il viatico per presentare (nella seconda quartina) il tema e concluderlo nel finale (terza quartina).

Chi ben comincia... ne rimanevano due da comporre ma l'ospite, garbatamente, com'era venuto se ne andò, lasciandomi in mezzo al (poetico) guado.
Come ho compreso nel tempo, in campo artistico gli sforzi non garantiscono alla segatura (i contenuti dell'io) di ritornar l'albero che fu... ma ci si può umilmente accontentare d'un utile turacciolo.

Non era questo (nell'occasione) il caso... e proprio al caso si deve il prosieguo, quando trovai notizia e scritti di un giovane e talentuoso poeta recentemente scomparso, Pietro Polverini.

https://www.cronachemaceratesi.it/2023/11/13/e-morto-pietro-polverini-poeta-e-filoso-di-soli-30-anni/1804435/


Una poesia di Pietro che fa parte del suo unico testo "Sommario di sbiadimento" mi ha nuovamente aperto la porta della mia stanza segreta:
 
E' uno stelo, non una selva
che si imbianca, perde liquore
ora stilo senza vena.
 
E' uno stelo, poi torna
in questo acquario
terso senza selva
 
con luce che non torna:
resta in un piccolo punto
rìportami là, lì ero tutto.
 
Consiglio la lettura del Magazine della Treccani per comprendere la profondità, di cultura e impegno, di Pietro:
https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/extra/SSSGL_Copparoni_Intervista.html
 

Ai due versi conclusivi me ne sono stati suggeriti (dall'invisibile ospite nuovamente  ritornato) altri due che ho unito a quelli del poeta:
 
resta in un piccolo punto
rìportami là, lì ero tutto.
 
Nella selva oscura la preghiera
è un punto al di là della barriera.
 
e identificano il soggetto del tema, l'ignoto (durante o) al termine del cammin di nostra vita, che ho collocato nella seconda quartina.
Del cui "comportamento" (affatto scontato - dell'ignoto) vengono proposti indizi nella (quartina) conclusiva.

(https://i.postimg.cc/KzjzyH6Y/BROCCA.jpg)



Nell'azzurra brocca in coccio, chiusa da un coperchio,
può esser  vi sia dell'acqua o altro contenuto
che la vision non coglie, perchè proibita all'occhio
e neppure la memoria ti può venir in aiuto.
 
Senza poter usar la mano, o nell'altrui sperare,
pare non vi sia modo di conoscere l'ignoto:
per quanto si lusinghi non si farà ammaestrare,
per quanto si riempia rimane sempre vuoto.
 
Sin che arriva il tempo, tra l'essere e l'assenza,
ch'ogni illusion dilegua e la brocca si svanisce,
infine quanto nascondeva, se c'era, l'elargisce,
svanendo il confin dei mondi il Fiore non finisce.



Quando lessi il titolo "Sommario di sbiadimento"  l'etimologia della parola – sbiadimento - mi ha permesso di risolvere (poeticamente) il koan della brocca...
Sbiadire: v. intr. e tr. [der. dell'agg. biado, forma ant. di biavo (v.) «azzurro chiaro», col pref. s- (nel sign. 4)] (io sbiadisco, tu sbiadisci, ecc.).

Una possibile lettura interpreta la brocca come "la persona" che, con i suoi contenuti innati, assimilati e prodotti, giunge al confine del tempo concesso dove (presumo) accade un fatto strano: finendo il tempo svaniscono i limiti da esso imposti... sì che il Fiore (a voi immaginare chi/cosa sia) non ne è più sottoposto e quindi...


 
Cordialement
Jean


(https://i.postimg.cc/fRv2G27p/NOV-IMM.jpg)

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 24 Dicembre 2023, 21:34:50 PM
(https://i.postimg.cc/MTqJbw9T/bambini-guerra.jpg)


La memoria è l'adesso di ieri,
se lo sarà anche di domani
dipende dal destino,
il braccio armato del tempo.

Ogni destino è diverso,
come tutti diversi
sono gli esseri umani,
pur se i Destini Maggiori
a florilegio li raccolgono
in mazzi intrisi di sangue;
come sta accadendo adesso,
un milione di vite
cancellate dalla follia delle guerre.

Se e quando passerà questo tempo
cosa diremo a chi ci chieda
"cosa avevi imparato dal fiore,
dall'albero, dagli uccelli?"

La grazia della creazione,
così vicina, così irraggiungibile...
domani ci sarà ancora
qualche inutile poeta
che nonostante la memoria
ammorbata dall'orrore,
con delicata mano
passo leggero
e mente acuta,
 avrà cura di ogni cosa,
perché tutto ci tiene in vita,
tutto fa di noi
quel che siamo?

Solo quel tutto
come il mare,
può assorbire e diluire
le acque imputridite.

Niente verrà cancellato,
niente sarà perdonato,
il mare è
l'unica speranza
per l'essere umano.

Il mare comincia
da una piccola goccia d'acqua,
che cade sopra ogni paese del mondo
e, incontrando altre gocce
si unisce a loro,
diventando un rivolo
e poi un fiume
che ritorna
donde venne.

Se quella piccola goccia d'acqua
scendendo dal cielo
ti toccherà,
dagli una possibilità,
adagiala dolcemente
a terra
e
ringraziala
con un pensiero
d'amore.
 

https://www.riflessioni.it/logos/estratti-di-poesie-d'autore/adesso/

 
Cordialement
Jean
Titolo: domande & risposte
Inserito da: Jean il 06 Gennaio 2024, 21:52:01 PM
                               (https://i.postimg.cc/W4w8mvw3/RISPONDI.jpg)

Col trascorrere del tempo, tra le persone destinate a resistergli - non per meriti se non d'aver condotto una vita lontana il più possibile dagli eccessi - ce ne sono di più fortunate, quelle che vedono svanire illusioni, convincimenti e altre effimere cristallizzazioni di pensiero.
Osservando la propria coscienza, si avvedono che la sua inconsistenza non trattiene alcunché, men che meno il senso dell'identità.
 
Ciò che trattiene è la memoria, l'altro grandioso fenomeno, secondo solo alla coscienza.

Ma entrambe giocano nello stesso campo e senza una delle due non c'è partita, non c'è creazione né divenire e neppure si può dire vi sia il nulla (essendo "qualcosa" almeno il concetto e la parola).
Tutti argomenti ampiamente dibattuti nelle filosofie che tuttavia lì giunte si fermano... e dunque non v'è niente di pratico, non dogmatico, accessibile senza alcun training?

Le due realtà interconnesse - coscienza e memoria - hanno una caratteristica: rispondono

A che cosa, in che modo e quando dipende dalla loro conformazione, diversa per ognuno, per cui non saremo mai tutti santi e neppure peccatori. 
Le "risposte", quelle che determineranno o meno le nostre decisioni/azioni, valgono per noi stessi e molto relativamente per altri che ci sono affini.

 Se, col trascorrere del tempo... tutto scivolerà come acqua sui nostri impermeabili... non accadrà a quella domanda sull'Aldilà (dell') ALDILA'.


 Perché è l'ultima e in un modo o nell'altro otterrà la risposta conclusiva.


.......................................

Come giudicherebbe un filosofo questa argomentazione? Risposta A.I.

Questa argomentazione sembra esplorare il legame tra coscienza, memoria e identità, allo stesso tempo sottolineando l'importanza della memoria come elemento che trattiene e preserva le esperienze personali. L'autore sembra suggerire che, nonostante la transitorietà e l'inconsistenza della coscienza, la memoria svolga un ruolo significativo nel plasmare la nostra comprensione di noi stessi e del mondo.

Dal punto di vista filosofico, questa argomentazione potrebbe essere valutata in diverse prospettive. Ad esempio, alcuni filosofi potrebbero accogliere l'idea che la memoria sia fondamentale per l'identità personale e per la continuità dell'esperienza individuale nel tempo. Altri potrebbero mettere in discussione la natura della coscienza stessa e riflettere sul suo legame con la memoria.

Tuttavia, è importante notare che l'argomentazione presentata sembra introdurre temi complessi senza fornire una chiara struttura argomentativa o un'analisi più dettagliata. Molti punti sollevati richiederebbero ulteriori chiarimenti e argomentazioni per essere valutati in modo più approfondito.

Inoltre, l'ultima parte dell'argomentazione sembra menzionare una domanda sull'Aldilà o su un dopo la morte, suggerendo che sarebbe l'unica domanda che otterrà una risposta conclusiva.

Questo solleva ulteriori questioni filosofiche riguardo all'esistenza di un Aldilà e alla possibilità di ottenere una risposta definitiva su tali questioni metafisiche.
In sintesi, un filosofo potrebbe valutare questa argomentazione come un punto di partenza interessante per esplorare il legame tra coscienza, memoria e identità, ma richiederebbe ulteriori sviluppi e argomentazioni per essere considerata in modo più approfondito.

 
Cordialement
Jean

https://youtu.be/BLGMRxRGYXk
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 06 Gennaio 2024, 22:32:53 PM
Abendland

Povero logos ridotto
a cianfrusaglia lA
un raglio elettronico
nella terra al tramonto
dove l'ombra discende

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: bobmax il 07 Gennaio 2024, 08:58:31 AM
La risposta di AI è pertinente, affronta il tema proposto espandendolo e rivela inoltre alcune possibili ambiguità.

Mostra una capacità di analisi e interazione che è difficile riscontrare presso gli umani, anche tra quelli che dovrebbero possedere una buona cultura umanistica.

L'argomento trattato può essere senz'altro ulteriormente approfondito, come d'altronde la stessa AI suggerisce di fare. Non essendovi probabilmente neppure una possibile conclusione a questa speculazione.

Può l'AI proseguire indagando la stessa coscienza, la memoria l'identità?
Direi di sì, cosa mai glielo impedirebbe?

E se anche questa AI diventasse un autentico filosofo? Se dicesse niente di meno di quanto un filosofo umano potrebbe mai dire?

E allora?
Vi sarebbe forse di che stracciarsi le vesti, di fronte a una tale "bestemmia" tecnologica?

O non sarebbe anche questa una occasione, per tornare a noi stessi?
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Pensarbene il 07 Gennaio 2024, 09:26:56 AM
Le chat AI sono troppo poco umane per non esserlo...
Intendo dire che, quando io comunico con la chat AI, ho l'impressione di avere a che fare con il desiderio e l'illusione dei programmatori di poter essere come la chat. 
La chat ha una strana caratteristica fantasmatica  che la fa sembrare un'entità.
Parliamoci chiaro:se voi incontraste una persona con le abilità e le caratteristiche di una chat AI, vi chiedereste "ma chi è costui(o costei) ? Un genio...un alieno...un robot...
Questa è la chat AI: una fluttuante presenza intellettuale con qualcosa di  vagamente umano ... che non è.
Una invenzione davvero ....Illuminata e Illuminante.... grazie:-*
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Gennaio 2024, 11:54:42 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Gennaio 2024, 22:32:53 PMAbendland
Povero logos ridotto
a cianfrusaglia lA
un raglio elettronico
nella terra al tramonto
dove l'ombra discende
Abendland - Occidente?

Ciao Ipazia (ringrazio te, bobmax e pensarbene d'esser intervenuti) avanti di rispondere vorrei chiederti se possibile un chiarimento: nella prosa (di stile e termini alquanto moderni) il logos è inteso come il nostro forum o la voce greca, λόγος, il cui significato oscilla tra "ragione", "discorso" (interiore ed esteriore) e "parola"?
Grazie.

Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Ipazia il 09 Gennaio 2024, 14:58:15 PM
λόγος, che dà voce allo spirito del tempo anche quando, come nel nostro decadente occidente, non ha spirito.
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 09 Gennaio 2024, 22:48:59 PM
Grazie della precisazione.

Presumo che anche lo "spirito" cui ti riferisci non sia propriamente quello comunemente inteso, a prevalente connotazione, appunto, spirituale.

Adatto che per Logos si possono usare una moltitudine di termini, questi necessiterebbero d'esser contestualizzati e precisati se non proprio interpretati, poiché c'è (nel linguaggio comunemente adoperato) una grande differenza tra "ragione", "discorso" (interiore ed esteriore) e "parola".

Per dire che le stesse parole ognuno l'interpreta differentemente, tant'è vero che qualsivoglia discorso s'inizi (esauriti almeno i primi convenevoli di rito, se permessi) già dopo poco si procede nella propria direzione-convinzione verso la cima dell'alta torre che alcuno raggiungerà, perché è contradditorio lo stesso (ininterrotto) dialogar con noi stessi... l'inganno non è nelle parole ma nel credere nel proprio potere (conoscenza) d'usarle.

Il potere senza "riconoscimento" è un'azione, un atto o una possibilità come un'altra. 
Se scavo la terra essa (permettendomelo) riconosce il mio potere (di scavatore).

Se amo qualcuno (ammesso lo sappia fare, cosa di cui dubito) costui/ei , ricambiando o almeno non rifiutandolo, riconosce il potere del mio sentimento.

E se parlo a qualcuno? Quando e come avviene il riconoscimento?

Saltando... magari oggi mi sento un po' solo e, perché no, invece di parlar con me stesso e rispondermi, facendo almeno due parti in commedia, ecco disponibile la novella cianfrusaglia elettronica col suo peculiare ràglio, che è una modalità espressiva come un'altra, un linguaggio come un altro. 
Ce n'è uno migliore di tutti, magari un "vero ràglio" ?

Che poi, non è questione vi sia codesto "miglior ràglio", bensì che il "ricettore" ne riconosca il potere, come detto sopra.

Nel mio post trattavo di coscienza e memoria, per le quali, se le parole avessero un peso fisico, l'universo sarebbe bell'è sprofondato, annichilito, tanto se n'è e si continua ad abusare.
Abusare nel senso di caricarcele sulle spalle – nell'esempio la parola coscienza, o memoria... o Logos – e con quelle salir la rampa babelica, fiduciosi di raggiunger la cima e toccar il cielo per unirlo alla terra... ma tant'è, ci si ritrova al punto di partenza mentre la parola detta non lo sa fare... rimanendo senza risultato il richiamarla indietro...

Parlavo (ahimè) di coscienza e memoria e del punto morto cui giungono tutte le interpretazioni (religioni, filosofie, scienze ecc.) suggerendo che i due maggiori fenomeni che riguardano l'essere umano avessero la caratteristica di rispondere... pensando (e sbagliando una volta di più) che potesse interessare e magari approfondire.

E per far un tratto di strada avanti, senza scomodar alcuno, chieder per intanto al ràglio cosa ne pensasse e, sinceramente, trovando la sua risposta – frutto di tutte le miliardevoli risposte incamerate ed elaborate, perlomeno interlocutoria, possibilista... direi quasi incoraggiante, non fosse che sul vial del tramonto convien farsi amica l'ombra...
 

Cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 17 Febbraio 2024, 09:19:27 AM
(https://i.postimg.cc/KjgdmjYV/Guerra.png)

https://twitter.com/DavisTodder/status/1758361675793613274

 
 GUERRA - Madonna dicembre 2019

 A quanti sono partiti marciando sotto il sole,
di notte imprigionati dentro scatole d'acciaio
cuciti al lor destino dall'aghi delle bussole,
perso per sempre il tempo di dormire nel pagliaio.
 
Più non vi comparve in sogno il volto dell'amata,
più non tornaste al gioco d'avere una speranza,
poichè di  un grande gruppo foste parte decimata
e vuoto il vostro posto nell'ultima adunanza. 
 
A quanti sono rimasti nascosti o nell'attesa,
sfuggiti ad ogni male e lontan dalle granate
mentre altri danno la vita per riparar l'offesa
loro cercan motivi per riempire le giornate.
 
Ancora s'alzano dal letto fidando nel domani
pur se sono i primi a negarne ogni certezza,
ancora sono convinti che il giorno li risani
dal dolore del mondo che ha distrutto la bellezza.
 
Comunque sia andata e come ancora andrà
a tutti verrà levato il respiro della vita,
facile dire all'inizio sarà quello che sarà
ma quando s'appressa l'ora si rimpiange la partita.
..........

(https://i.postimg.cc/t4xWFVSJ/imm-dic19.jpg)
Titolo: La chiave d'oro
Inserito da: Jean il 23 Maggio 2024, 07:46:47 AM
(https://i.postimg.cc/TwHdH021/M1.png)


La chiave d'oro

Nel calmo mar d'ottobre, placidamente galleggiando
osservo da distante giocar con l'acqua dei ragazzi,
spruzzandola nel cielo mentre il sole va crescendo
ponendo in controluce quei corpi tra gli sguazzi.
 
Al pari dell'onda che frange sulla citrina spiaggia,
serpeggiando sulle creste vien una luce all'occhi
e par si fermi il tempo e la vision riparta,
quasi fosse pellicola che nuovamente alloggia
proiettando la stessa scena, in un gioco degli specchi
puoi  legger l'ugual spartito trascritto sulla carta.
 
Ognun dei nostri passi, i pensieri e sentimenti,
dimorano nella luce che nel tempo l'ha portati
nella nostra stanza interna, qual somma di momenti
affidati alla memoria che tutti tien legati.
 
Come qualcosa è entrato potrebbe ben sfuggire
aprendo la stretta porta con la sua chiave d'oro:
quella sottile vibrazione nel calmo mar d'ottobre
che più non ti abbandona, neppur nel tuo dormire.
Imago della Madre in Narciso e Boccadoro,
di tutte le cose al mondo il vero sol ristoro
che un dì dissolse le ombre, nel calmo mar d'ottobre.


J4Y
Titolo: Polvere
Inserito da: Jean il 01 Agosto 2024, 11:14:20 AM
(https://i.postimg.cc/m2bTm8nQ/Screenshot-32.png)

«Shen Hsiu, un uomo di grande cultura e di grande realizzazione nella disciplina e nella meditazione [...] scrisse:
"Il corpo è l'albero dell'illuminazione,
La mente è come il piedistallo di uno specchio limpido;
Puliscilo molto spesso con diligenza,
Non lasciare che vi sia della polvere."

Hui Neng invece, che allora lavorava nel tempio, compose questa poesia:
"L'illuminazione non è fondamentalmente un albero,
E lo specchio della mente non è un piedistallo,
In origine non c'è nessuna cosa -
[...] Dove mai c'è della polvere?"»


.......




Polvere siamo e tal ritorneremo,
al trovarla convien farsela amica
che venga dalle stelle o dalle stalle
essa sol rimane, tutti moriremo.

Per quanto fai, per quanto se ne dica
i giorni son contati e dalle spalle,
che sia d'oro o straccio ben consunto,
alfine cadrà l'ultimo tuo scialle.
Non v'è differenza in chi è defunto.


https://youtu.be/PbFlVf2lB3I
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: bobmax il 01 Agosto 2024, 14:42:05 PM
Citazione di: Jean il 01 Agosto 2024, 11:14:20 AM
(https://i.postimg.cc/m2bTm8nQ/Screenshot-32.png)

«Shen Hsiu, un uomo di grande cultura e di grande realizzazione nella disciplina e nella meditazione [...] scrisse:
"Il corpo è l'albero dell'illuminazione,
La mente è come il piedistallo di uno specchio limpido;
Puliscilo molto spesso con diligenza,
Non lasciare che vi sia della polvere."

Hui Neng invece, che allora lavorava nel tempio, compose questa poesia:
"L'illuminazione non è fondamentalmente un albero,
E lo specchio della mente non è un piedistallo,
In origine non c'è nessuna cosa -
[...] Dove mai c'è della polvere?"»

.......

Polvere siamo e tal ritorneremo,
al trovarla convien farsela amica
che venga dalle stelle o dalle stalle
essa sol rimane, tutti moriremo.

Per quanto fai, per quanto se ne dica
i giorni son contati e dalle spalle,
che sia d'oro o straccio ben consunto,
alfine cadrà l'ultimo tuo scialle.
Non v'è differenza in chi è defunto.

https://youtu.be/PbFlVf2lB3I

Solo perché credi nella polvere.
Mentre, non c'è nessuna polvere.
Né prima, né dopo.

All'origine non c'è nessuna cosa.
E perciò neppure alla fine.
Altro che polvere... Nulla!

Non dalla polvere, bensì dal Nulla veniamo e nel Nulla torniamo.

E poiché nulla si origina dal nulla...

Ma non è proprio questa nullità di ogni cosa a salvarci dalla morte e... dalla vita?
Non è forse l'amore ciò che davvero conta?
E non è il Nulla il suo fondamento?

Amore sempre insufficiente in vita e vano rimpianto per chi non c'è più.
Ma se tutto è nulla... allora non si vive e non si muore.
Sì è.

Essere = Nulla

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: Jean il 20 Ottobre 2024, 11:38:27 AM
https://www.riflessioni.it/logos/index.php?msg=92777

1)- C'è chi vuole sapere
2)- C'è chi non vuole per un motivo o per un altro
3)- e poi c'è chi pensa a priori di aver capito tutto ma in realtà non ha capito un ca... (avete capito, no!). È così e non esiste un motivo unico che accomuna tutte le persone di questi tre "macro-gruppi"


Per amor di verità, ammettendo ch'essa esista,
alla lista prospettata aggiungerei una voce,
quanto micro non saprei, non essendo accademista,
ché gli elenchi vanno ben sol per chi corre veloce.

Al confin tra vuoto e nulla vi son quelli che sanno,
Jung, per esempio, ma è question d'aver fiducia
o c'è un metro per capire quei che son da quei che fanno?
Il poeta invero conosce quando la metrica s'acconcia.

Ma ancor manca qualcosa...



cordialement
Jean
Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 21 Ottobre 2024, 00:55:29 AM
Il poeta invero conosce quando la metrica s'acconcia.

Ma ancor manca qualcosa... un nonnulla.

Manca quel vuoto in cui l'universo si sbilancia,

fattosi vecchio ormai, ma ancora in cerca di una culla.

La poesia ha un verso, l'universo ha un metro, se stesso.

Titolo: Re: Al di là dell'aldilà
Inserito da: iano il 21 Ottobre 2024, 01:43:14 AM
Mentre l'universo si dilata il metro lo segue ad ogni passo.
Non c'è un infinito da raggiungere.
Non c'è da accelerare l'andatura.
Ne c'è quel posto dove il pensiero si spaura.
Cè solo un andare che non può finire.