Può essere motivo di riflessione filosofica, considerare dove sia il centro dell'universo.
Perché alla luce della teoria del Big Bang, possiamo dire che il centro dell'universo è dove sei tu.
Così come d'altronde è dove sono io.
Questa constatazione non suggerisce una tua centralità, spaziale e temporale, nella stessa esistenza?
Ossia che tu, proprio tu, sei il figlio unigenito?
Ci sei solo tu e Dio.
Così come ci sono solo io e Dio.
E non vi è alcuna contraddizione.
Persino la scienza lo suggerisce
Ma soprattutto, lo dice il mio amore.
una bella poesia,forse l'universo dovrebbe chiedersi come mai non ha un punto centrale,un fulcro,un perno,un asse....
forse sta andando alla deriva!
Se non ricordo male, l'universo dovrebbe essere infinito. Per cui mi risulta difficile trovare il centro in qualche cosa privo di confini. Sì, ogni essere umano può ritenersi il centro dell'universo visto da dove si trova lui (o lei), in teoria. Ma in pratica?
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 09 Maggio 2024, 08:09:31 AMSe non ricordo male, l'universo dovrebbe essere infinito. Per cui mi risulta difficile trovare il centro in qualche cosa privo di confini. Sì, ogni essere umano può ritenersi il centro dell'universo visto da dove si trova lui (o lei), in teoria. Ma in pratica
L'universo ha confini in quanto finito, tuttavia è illimitato.
Cioè ha delle dimensioni finite, ma di cui non è possibile cogliere il limite.
In quanto l'universo non è "qualcosa".
Sfugge perciò al senso comune. Ma è quanto risulta attualmente alla scienza.
La creazione dell'universo è creazione di spazio, tempo e materia.
Non vi è un "prima" né spaziale, né temporale, né materiale.
Non è banale questa cosa, forse perché estremamente semplice.
Che tu sia al centro dell'universo, non è un "ritenersi" e non è neppure un punto di vista.
È una constatazione.
Inevitabile una volta compreso di cosa si tratta.
È un paradosso.
Dovuto al fatto che l'universo non è qualcosa.
E di cui tu, proprio tu, sei nel centro.
Paradossale, ma coerente con quanto si sa riguardo all'universo.
In pratica, a mio parere dovresti chiederti cosa ci fai lì, nel centro dell'universo.
Citazione di: bobmax il 09 Maggio 2024, 13:04:56 PMIn pratica, a mio parere dovresti chiederti cosa ci fai lì, nel centro dell'universo.
Cosa ci faccio? Se me lo avessi chiesto anche solamente quattro o cinque mesi fa, non avrei saputo risponderti, mentre ora posso affermare di essere qui, su questo Pianeta, in questa parte di Universo (a prescindere da dove esso si trovi) per apprendere, per fare nuove esperienze, finalizzate alla purificazione della mia anima. Forse tu mi obietterai che queste esperienze avrei potuto farle in qualsiasi altra parte dell'universo, ma io credo, viceversa, che ogni punto dell'universo favorisca delle esperienze a discapito di altre, perché da ogni punto si può vedere l'universo in modo diverso. Una volta ho letto che se qualcuno oggi da Plutone guardasse verso il nostro Pianeta, probabilmente vedrebbe l'estinzione dei dinosauri.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 09 Maggio 2024, 15:31:30 PMCosa ci faccio? Se me lo avessi chiesto anche solamente quattro o cinque mesi fa, non avrei saputo risponderti, mentre ora posso affermare di essere qui, su questo Pianeta, in questa parte di Universo (a prescindere da dove esso si trovi) per apprendere, per fare nuove esperienze, finalizzate alla purificazione della mia anima. Forse tu mi obietterai che queste esperienze avrei potuto farle in qualsiasi altra parte dell'universo, ma io credo, viceversa, che ogni punto dell'universo favorisca delle esperienze a discapito di altre, perché da ogni punto si può vedere l'universo in modo diverso. Una volta ho letto che se qualcuno oggi da Plutone guardasse verso il nostro Pianeta, probabilmente vedrebbe l'estinzione dei dinosauri
Ok Aspirante, secondo te sei qui per purificare la tua anima.
Ciò che desideravo osservare, era che la tua anima probabilmente è molto più grande di quello che immagini.
Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa.
Per la coscientropia, se la teoria del Big Bang è corretta, tutto è stato al centro dell'universo, ma ora il centro dov'è? geometricamente è sempre allo stesso posto, un po' meno affollato ma fermo, oppure no?
Una domanda che si è posto il mio gruppo di ricerca è: nell'universo non c'è un solo oggetto che non giri intorno a se stesso o a qualcos'altro. Siamo sicuri che l'universo stesso non sia in rotazione? Non è che forse quello che abbiamo scoperto, ovvero che la velocità di espansione dell'universo aumenta è dovuto a una aberrazione della lente gravitazionale?
Ai posteri l'ardua sentenza. Sono domande provocatorie ma intriganti, credo.
L'universo non ha bisogno di iniziare e finire come ne abbiamo bisogno noi umani, e la nostra posizione in esso non e' privilegiata.
Ogni punto dell'universo ne e' il centro, quindi noi siamo "al centro dell'universo" ma nel senso che siamo... in un punto qualsiasi di esso.
Qualsiasi cosa, e' al centro dell'universo nel senso che e' in un punto di esso qualsiasi.
Quello che noi ci facciamo, al centro dell'universo, naturalmente secondo me, e' capire che siamo in punto qualsiasi.
La genericita' e la non-centralita' della nostra posizione/vita, ci dovrebbe insegnare qualcosa: siamo innocenti, del tutto innocenti rispetto ad essa, ma dobbiamo lo stesso chiederci, proprio di essa, a quali condizioni la sopportiamo, o meglio ancora, a quali condizioni la vogliamo.
Avendo rispetto per la parte di noi che (gia') la vuole, e la sopporta, tale posizione/vita, incondizionatamente, quindi, per la parte di noi per cui... questa domanda non ha senso.
Abitare in un punto qualsiasi dell'universo, e' piu' difficile, che abitare in un punto centrale, o in un punto preciso, o in un punto unico, ma puo' dare grandi soddisfazioni.
L'omogeneita', dell'universo ci riguarda.
L'universo per me e' l'unica cosa unica: e' un universo dei molteplici. L'Uno, si predica dell'universo, non si predica di nessun suo contenuto. E cio' che non e' uno, e che non e' nemmeno nulla, e' molteplice. I molteplici, cioe' le "parti", dell'universo, contribuiscono all'Uno del mondo senza esserlo. Noi siamo una di queste parti/molteplici. E fin troppo spesso ci sentiamo (direttamente) l'Uno.
Vogliamo essere, come dire, una
contro-universalita' rispetto alla gia' presente, e a noi preesistente, universalita' che e' l'universo.
Per eccesso di superbia, oppure di umilta'.
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 20:15:37 PM Siamo sicuri che l'universo stesso non sia in rotazione?
E' una domanda intrigante a cui da tempo è stata data una risposta.
Siccome non esiste il movimento assoluto, questo è sempre relativo ad altro, ma non essendoci altro rispetto all'universo, allora non possiamo attribuire ad esso alcun moto.
Dunque l'universo è fermo?
Non possiamo dire neanche questo, perchè lo stare fermi significa muoversi a velocità zero.
Ma velocità zero calcolata rispetto a cosa?
Non c'è niente rispetto a cui calcolarla.
E' vero che i corpi girano uno attorno all'altro, ma nel momento che ti chiedi come si muove l'universo lo stai considerando un corpo, che però girerebbe intorno a cosa altro?
A nessun altra cosa, perchè non c'è nulla oltre quel corpo.
Citazione di: iano il 09 Maggio 2024, 21:17:30 PME' una domanda intrigante a cui da tempo è stata data una risposta.
Siccome non esiste il movimento assoluto, questo è sempre relativo ad altro, ma non essendoci altro rispetto all'universo, allora non possiamo attribuire ad esso alcun moto.
Dunque l'universo è fermo?
Non possiamo dire neanche questo, perchè lo stare fermi significa muoversi a velocità zero.
Ma velocità zero calcolata rispetto a cosa?
Non c'è niente rispetto a cui calcolarla.
E' vero che i corpi girano uno attorno all'altro, ma nel momento che ti chiedi come si muove l'universo lo stai considerando un corpo, che però girerebbe intorno a cosa altro?
A nessun altra cosa, perchè non c'è nulla oltre quel corpo.
Per esperienza la coscienza è un processo giudicante che mette sempre in dubbio tutto anche se stessa, anche il concetto di domanda e risposta è un concetto di separazione che "esiste" solo per la coscienza, nell'esistito non esiste concetto di separazione tutto collassa nella consolidata realtà. I processi che governano la coscienza si possono definire con un termine che non esiste: provoluzione. La coscienza non è un processo evolutivo ma progressivo, si espande con domande senza risposta e risponde a domande che non ha fatto. Quello che abbiamo sempre definito con il termine fantasia, fantascienza e altri termini, è il carburante che alimenta il motore coscienza in espansione di esperienza. Stoicamente la coscienza vuole credere, perchè permesso dal libero arbitrio, che l'universo ruota su se stesso sull'asse che attraversa il Big Bang.
Però è anche logico pensare che definire il Big Bang un botto è riduttivo. Molto più probabile che dopo il primo ci siano stati un numero esponenziale di esplosioni che hanno messo in rotazione praticamente tutto. Il pensiero cosciente è una pazza scatenata che cerca risposte ovunque anche a domande assurde. Sapere questo ci avvicina a capire, se non cosa sia, come funziona, cosa vuole ottenere la coscienza e quale è il suo obbiettivo se ne ha uno.
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 21:47:04 PMStoicamente la coscienza vuole credere, perchè permesso dal libero arbitrio, che l'universo ruota su se stesso sull'asse che attraversa il Big Bang.
Inevitabilmente nella nostra coscienza c'è l'immagine di un universo posto dentro uno spazio. Non riusciamo ad immaginarlo diversamente. Non abbiamo questa libertà, quindi qui il libero arbitrio non può intervenire.
Sappiamo però che lo spazio è tutto compreso nelll'universo, perchè l'universo contiene tutto per definizione, cioè non esiste un ''fuori l'universo''.
Per nostra fortuna quindi non c'è solo l'immaginazione, e la logica arriva dove non arriva l'immaginazione.
Questa logica io ho usato in questo post come nel mio precedente , e tu sei libero, questa volta si, di accettarla oppure no.
Però non ho capito se questa scelta l'hai fatta, e nel caso quale sia stata.
Se non disponessimo di altro che dell'immaginazione, il nostro libero arbitrio, seppure esista, sarebbe comunque condizionato dai limiti della nostra immaginazione.
E' invece condizionato dai limiti della nostra logica, che però supera i limiti dell'immaginazione.
Posto che il libero arbitrio esista, perchè possa agire, deve essere comunque nelle condizioni di poterlo fare.
Citazione di: coscientropia il 09 Maggio 2024, 21:47:04 PMPer esperienza la coscienza è un processo giudicante che mette sempre in dubbio tutto anche se stessa, anche il concetto di domanda e risposta è un concetto di separazione che "esiste" solo per la coscienza, nell'esistito non esiste concetto di separazione tutto collassa nella consolidata realtà. I processi che governano la coscienza si possono definire con un termine che non esiste: provoluzione. La coscienza non è un processo evolutivo ma progressivo, si espande con domande senza risposta e risponde a domande che non ha fatto. Quello che abbiamo sempre definito con il termine fantasia, fantascienza e altri termini, è il carburante che alimenta il motore coscienza in espansione di esperienza. Stoicamente la coscienza vuole credere, perchè permesso dal libero arbitrio, che l'universo ruota su se stesso sull'asse che attraversa il Big Bang.
Però è anche logico pensare che definire il Big Bang un botto è riduttivo. Molto più probabile che dopo il primo ci siano stati un numero esponenziale di esplosioni che hanno messo in rotazione praticamente tutto. Il pensiero cosciente è una pazza scatenata che cerca risposte ovunque anche a domande assurde. Sapere questo ci avvicina a capire, se non cosa sia, come funziona, cosa vuole ottenere la coscienza e quale è il suo obbiettivo se ne ha uno.
Riguardo a cosa stia avvenendo, non mi sembra adatto il termine "coscienza", piuttosto dovremmo parlare di "comunicazione".
La coscienza è squisitamente passiva, è puro osservatore, testimone di ciò che avviene.
E ciò di cui si ha evidenza, di cui si ha coscienza, è la comunicazione.
Pura comunicazione, che prescinde persino dai poli della stessa comunicazione.
Infatti chi trasmette e chi riceve non ha una sua propria consistenza. Di per se stesso non esiste.
È una costruzione fittizia funzionale allo svolgersi della comunicazione.
Ma in definitiva non vi è nessuno che comunica!
Vi è solo comunicazione.
L'esistenza è ed è soltanto comunicazione.
E la comunicazione può avere solo uno scopo:
La
ricerca dell'Uno.
L'universo si sta espandendo: così affermano gli esperti. Per cui, supponendo di trovare ora il centro dell'universo, i casi sono due: o l'universo si espande in modo uniforme, mantenendo il centro sempre nello stesso punto individuato; oppure l'universo si espande a caso (di più verso una direzione e meno verso un'altra) e allora, inevitabilmente, il centro si sposta. A voi l'ardua sentenza! ;)
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 07:51:32 AML'universo si sta espandendo: così affermano gli esperti. Per cui, supponendo di trovare ora il centro dell'universo, i casi sono due: o l'universo si espande in modo uniforme, mantenendo il centro sempre nello stesso punto individuato; oppure l'universo si espande a caso (di più verso una direzione e meno verso un'altra) e allora, inevitabilmente, il centro si sposta. A voi l'ardua sentenza! ;)
Come è stato già scritto in questa discussione l'universo potrebbe essere finito ma illimitato, come fosse la superficie di una sfera.
La superficie di una sfera ''non ha un centro di simmetria sulla superficie'', nel senso che ne ha infiniti.
Se questa sfera è un pallone che si gonfia, le galassie ''disegnate'' sulla sua superficie, si allontanano una dall'altra ed allo steso modo a partire da qualunque punto della superficie del pallone.
Questa ovviamente è solo un analogia.
L'universo non è la superficie di una sfera, ma potrebbe avere una geometria a 4 o più dimensioni che condivide alcune caratteristiche con la superficie di una sfera.
La nostra immaginazione è confinata nelle tre dimensioni, e possiamo dirci fortunati quando troviamo analogie parziali alla forma dell'universo nelle tre dimensioni, come appunto la superficie di una sfera.
Non è scontato trovare queste analogie, quindi ,e anche se può apparire paradossale, noi potremmo conoscere la forma dell'universo senza riuscire ad immaginarla, ed in effetti è quello che avviene con lo spazio tempo di Einstein.
Oggi siamo certamente più permissivi nel dare il pass per entrare nell'accademia anche a chi non conosce la geometria, ma il motivo per cui i vecchi filosofi lo negavano rimane ancora valido.
Potremmo entrare tutti oggi nella scuola di Platone, perchè tutti oggi conoscono la geometria euclidea, ma Platone non c'è più e non c'è più neanche la geometria di una volta.
Per questo motivo qualcuno può usare la nuova geometria come argomentazione in modo improprio senza che noi si riesca a ribattere.
Citazione di: iano il 10 Maggio 2024, 08:39:20 AMCome è stato già scritto in questa discussione l'universo potrebbe essere finito ma illimitato, come fosse la superficie di una sfera.
La superficie di una sfera ''non ha un centro di simmetria sulla superficie'', nel senso che ne ha infiniti.
Se questa sfera è un pallone che si gonfia, le galassie ''disegnate'' sulla sua superficie, si allontanano una dall'altra ed allo steso modo a partire da qualunque punto della superficie del pallone.
Questa ovviamente è solo un analogia.
L'universo non è la superficie di una sfera, ma potrebbe avere una geometria a 4 o più dimensioni che condivide alcune caratteristiche con la superficie di una sfera.
La nostra immaginazione è confinata nelle tre dimensioni, e possiamo dirci fortunati quando troviamo analogie parziali alla forma dell'universo nelle tre dimensioni, come appunto la superficie di una sfera.
Non è scontato trovare queste analogie, quindi ,e anche se può apparire paradossale, noi potremmo conoscere la forma dell'universo senza riuscire ad immaginarla, ed in effetti è quello che avviene con lo spazio tempo di Einstein.
Oggi siamo certamente più permissivi nel dare il pass per entrare nell'accademia anche a chi non conosce la geometria, ma il motivo per cui i vecchi filosofi lo negavano rimane ancora valido.
Potremmo entrare tutti oggi nella scuola di Platone, perchè tutti oggi conoscono la geometria euclidea, ma Platone non c'è più e non c'è più neanche la geometria di una volta.
Per questo motivo qualcuno può usare la nuova geometria come argomentazione in modo improprio senza che noi si riesca a ribattere.
Cosa intendi per "dare il pass per entrare nell'accademia"?
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 10:33:32 AMCosa intendi per "dare il pass per entrare nell'accademia"?
''Non entri chi non conosce la geometria", queste parole erano scritte sull'ingresso dell'Accademia, la scuola di Platone.
Mi chiedo dunque quanti filosofi oggi vi sarebbero ammessi.
Molti pochi credo, perchè tutti abbiamo conoscenza della geometria euclidea, ma non della geometria nei suoi ulteriori sviluppi.
''Non entri chi non conosce la geometria euclidea e le geometrie non euclidee''
scriverebbe oggi Platone sul frontone della sua accademia.
Ai suoi tempi però la geometria era una sola, per cui Platone non ha dovuto specificare.
Noi filosofiamo sulla forma del mondo.
Ai tempi di Platone per discuterne era sufficiente conoscere tutta la geometria dei suoi tempi.
Similmente noi dovremmo conoscere quella dei giorni nostri per poterne continuare a parlare.
E' facile per noi restare sulla scia di Platone dato che la geometria dei suoi tempi coincide con quella in cui ancora si esercita la nostra percezione.
Ma le forme che ci propone la nuova geometria , e che potrebbero essere quelle dell'universo, non sono visualizzabili, per cui non sempre basta usare come scorciatoia l'intuizione.
Quando va bene riusciamo ancora a fare un analogia fra vecchia e nuova geometria, come ''l'universo superficie di sfera'', ma non sempre questo è possibile.
La scienza però oggi ci dece che per manipolare le forme dell'universo non è necessario visualizzarle.
Per questo motivo la scienza oggi ci appare sempre più astratta.
Ma la geometria euclidea, nel modo in cui oggi la considerano i matematici, non è meno astratta della geometria non euclidea.
Cioè il mondo che vediamo e che diciamo concreto, sottosta ad una astrazione, al pari del spazio tempo di Einstein che non vedremo mai, pur vivendoci dentro.
Citazione di: iano il 10 Maggio 2024, 10:49:11 AM''Non entri chi non conosce la geometria", queste parole erano scritte sull'ingresso dell'Accademia, la scuola di Platone.
Mi chiedo dunque quanti filosofi oggi vi sarebbero ammessi.
Molti pochi credo, perchè tutti abbiamo conoscenza della geometria euclidea, ma non della geometria nei suoi ulteriori sviluppi.
''Non entri chi non conosce la geometria euclidea e le geometrie non euclidee''
scriverebbe oggi Platone sul frontone della sua accademia.
Ai suoi tempi però la geometria era una sola, per cui Platone non ha dovuto specificare.
Noi filosofiamo sulla forma del mondo.
Ai tempi di Platone per discuterne era sufficiente conoscere tutta la geometria dei suoi tempi.
Similmente noi dovremmo conoscere quella dei giorni nostri per poterne continuare a parlare.
E' facile per noi restare sulla scia di Platone dato che la geometria dei suoi tempi coincide con quella in cui ancora si esercita la nostra percezione.
Ma le forme che ci propone la nuova geometria , e che potrebbero essere quelle dell'universo, non sono visualizzatili, per cui è escluso il possibile uso dell'intuizione.
Quando va bene riusciamo ancora a fare un analogia fra vecchia e nuova geometria, come ''l'universo superficie di sfera'', ma non sempre è possibile.
Ai tempi della scuola, la geometria mi è sempre piaciuta, tanto che ho provato a risolvere dei problemi senza utilizzare le formule che mi avrebbero velocizzato il procedimento per arrivare al risultato. Però sono ragioniere e non geometra. ;)
Comunque credo che in un forum ci si possa confrontare sui vari temi, senza salire in cattedra, ma semplicemente condividendo il proprio sapere (o anche il proprio non sapere: questo "so di non sapere" di Socrate che tanto mi piace). Poi, come ho letto da qualche parte: tesi + antitesi = sintesi.
In effetti, se qui si dibatte su un argomento come questo, io credo che nessuno lo conosca perfettamente (altrimenti che senso avrebbe proporlo?) ma che ognuno possa e voglia mettere in comune le proprie conoscenze.
Ora, disquisire di universo significa considerare qualcosa di molto più grande di noi. L'universo è finito o infinito? Io non sono così sicuro che sia finito. Capisco che il nostro modo di pensare ci porti a considerare l'universo finito, seppur immensamente grande, ma che certezze ho al riguardo? Io non ne vedo.
Forse questo articolo: https://gategate.it/le-navi-della-nostra-generazione-affonderanno/ può essere uno spunto per la discussione. Se per uscire dal nostro sistema solare, nella migliore delle ipotesi servirebbero 2 secoli, allora l'universo potrebbe essere infinito?
Cito:
"Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa"
e questo è il punto perché velocità della luce e radiazioni
ci impediscono un qui ed ora che sia tale.
Forse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci contemporaneità e istantaneità.
Allora un abitante di Plutone e un terrestre entangled potrebbero condividere un qui ed ora veramente tale!
l'universo così come ce lo spiegano e lo descrivono sembra più che altro una bolla olografica che fornisce dati improvvisamente e sequenzialmente agli scienziati in modo tale che ne abbiano una certa visione o weltangshaung come dicono i germanici.
In altre parole come succede con la pittura,la scultura e la musica ma anche per il resto,religioni comprese,voi potete assistere su questo pianeta a un apparire subitaneo e su vasta scala di "funghi" culturali significativi,scienza compresa.
Come succede per l'evoluzione dove nuove specie appaiono accanto alle vecchie MA NON DALLE VECCHIE, succede lo stesso agli esseri umani e non se ne rendono conto.
Cioè,non si rendono conto che sono come dei Pinocchi in una strana via dove la loro Pinocchità diventa una "X...ità" senza mai diventare una vera umana umanità.
Ad esempio, questa è l'epoca dei buchi neri e dei grb.
Prima era stata l'epoca dei quasars,delle pulsar e delle supernovae 1A.
Prima ancora il Big bang come interesse centrale e ancora prima,l'universo stazionario e prima.....
Andate a studiarvi queste fasi e le vedrete apparire come funghi dopo una pioggerella di indizi.
È successo lo stesso con la formula E=MC2 e l'ipotesi dei quanti.
Ogni fase ha avuto un fungo principale e protagonista che ha seminato spore su un micelio preesistente e compatibile.
Io penso a volte che tra una coltivazione di champignons e la Terra non ci sia una grande differenza a parte la varietà di funghi e il loro apparire a fasi per "merito" di non si sa chi e perché.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 10 Maggio 2024, 11:30:01 AM Ai tempi della scuola, la geometria mi è sempre piaciuta, tanto che ho provato a risolvere dei problemi senza utilizzare le formule che mi avrebbero velocizzato il procedimento per arrivare al risultato. Però sono ragioniere e non geometra. ;)
Comunque credo che in un forum ci si possa confrontare sui vari temi, senza salire in cattedra, ma semplicemente condividendo il proprio sapere (o anche il proprio non sapere: questo "so di non sapere" di Socrate che tanto mi piace). Poi, come ho letto da qualche parte: tesi + antitesi = sintesi.
In effetti, se qui si dibatte su un argomento come questo, io credo che nessuno lo conosca perfettamente (altrimenti che senso avrebbe proporlo?) ma che ognuno possa e voglia mettere in comune le proprie conoscenze.
Ora, disquisire di universo significa considerare qualcosa di molto più grande di noi. L'universo è finito o infinito? Io non sono così sicuro che sia finito. Capisco che il nostro modo di pensare ci porti a considerare l'universo finito, seppur immensamente grande, ma che certezze ho al riguardo? Io non ne vedo.
Forse questo articolo: https://gategate.it/le-navi-della-nostra-generazione-affonderanno/ può essere uno spunto per la discussione. Se per uscire dal nostro sistema solare, nella migliore delle ipotesi servirebbero 2 secoli, allora l'universo potrebbe essere infinito?
Per come la vedo io l'universo non è infinito, non perchè ne ho le prove, ma perchè la mia idea di infinito non si applica all'universo.
E' un idea puramente matematica, e seppure la matematica si presta a descrivere l'universo, non perciò tutta la matematica si presta a farlo.
La mia idea di infinito si applica alle nostre azioni ripetibili, descrivibili in modo finito,( perchè è sufficiente descrivere la singola azione), e che non hanno un limite definito.
In sostanza c'è il finito che ha un limite definito nello spazio, e c'è il finito che non ha un limite definito nel tempo, come un azione che si può sempre ripetere, che impropriamente, secondo me, chiamiamo infinito ,intendendo ciò che non ha limite nello spazio.
Per quanto riguarda i nostri limiti ciò che sembra impossibile oggi per noi, domani potrebbe non esserlo, essendo che i nostri limiti cambiano col tempo, per cui qualunque previsione assoluta si voglia fare poggia sulla negazione del nostro divenire, o in subordine su un invito a porre un limite volontario al nostro agire, decidendo ora di restare per sempre ciò che siamo, cioè ciò che nel tempo siamo divenuti.
Noi oggi non possiamo fare questo o quello, ma domani, quando non saremo più ciò che siamo, non possiamo dire cosa potremo fare.
Ciò che era impossibile per i nostri avi oggi è la nostra quotidianità.
Se i nostri avi potessero dare una sbirciata al mondo di oggi si pentirebbero di averci generati, e ciò è prevedibile, in quanto divenire significa negare ciò che si è in continuazione.
Questa negazione però non arresta il processo del divenire, perchè è come il muoversi delle lanette di un orologio che non percepiamo.
Se però ci proiettiamo con le nostre previsioni nel futuro, ciò che vediamo ci sembra inaccettabile, perchè per poterlo accettare ci dovremmo talmente voler male da negarci.
Il vero problema è che inevitabilmente personalizziamo troppo, pensando che siamo noi a divenire, quando ciò che diviene è la vita, che va avanti con noi o senza di noi.
la vita a volte può sembrare una grande schifezza, e io sto attraversando uno di questi momenti.
E' in questi momenti che si apprezza la filosofia come pratica di un pensiero di cui non possiedi l'esclusiva.
A volersi sentire invece al centro del mondo si ottiene l'effetto opposto.
Citazione di: Pensarbene il 10 Maggio 2024, 12:33:56 PMCito:
"Per quel che riguarda Plutone, un eventuale suo abitante vedrebbe adesso ciò che è avvenuto qui poche ore fa"
e questo è il punto perché velocità della luce e radiazioni
ci impediscono un qui ed ora che sia tale.
Forse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci contemporaneità e istantaneità.
Allora un abitante di Plutone e un terrestre entangled potrebbero condividere un qui ed ora veramente tale!
Ritengo che fenomeni, come l'entanglement quantistico o la non relatività della velocità della luce, siano possibili segni che alludono alla autentica realtà.
Cioè che la separazione, il molteplice, che caratterizza l'esistenza, sia fittizio.
Non sia davvero reale.
In quanto la realtà è l'Uno.
La luce, per esempio, cosa ci dice con la propria assolutezza, che rende relativi lo spazio e il tempo?
Cosa vive la luce?
Cosa sarebbe l'universo se potessimo muoverci alla velocità della luce?
Beh, l'universo semplicemente non sarebbe né sarebbe mai stato.
Alla velocità della luce non esiste spazio e non esiste tempo.
Siamo all'Origine.
Da cui, in realtà, non ci siamo mai allontanati.
Ed è proprio per questo che ci ritroviamo al centro dell'universo.
Siamo l'Uno.
Citazione di: Pensarbene il 10 Maggio 2024, 12:33:56 PMForse e dico forse,l'entanglement quantistico potrebbe essere l'unico fenomeno a permetterci contemporaneità e istantaneità.
In effetti un altro fenomeno c'è, ma ci appare talmente ovvio, che solo a indicarlo si rischia di fare la figura del demente.
Quindi per evitare questa figura proverò a prendere il discorso alla larga.
Manca secondo me una definizione esplicita delle molteplicità che comporrebbero l'universo.
Prima della scoperta dell'entenglement quantistico, se si fosse data una definizione di oggetto che concorre a comporre l'universo, come di ciò che è caratterizzato intrinsecamente da contemporaneità e istantaneità nessuno avrebbe avuto da criticare, se non per il fatto che si stesse affermando una banalità.
Quella definizione però oggi comporterebbe che le particelle che sono caratterizzate intrinsecamente dal fenomeno dell'entenglement siano nel loro insieme un oggetto solo.
Se provassimo a dare la definizione di cui sopra, oggi, non mancherebbero invece le critiche, la prima delle quali sarebbe che si tratta di una ipotesi ad hoc per spiegare l'entenglement.
bisogna anche dire che la funzione dell'entanglement non è chiara.
Potrebbe essere un aggiustamento funzionale della quantica e niente di più.
Però potrebbe essere un modo di informarsi della materia energia e allora il discorso cambierebbe.
Quello che si sa è il suo essere contemporaneo e istantaneo su qualsiasi distanza,questo potrebbe suggerire l'idea di un universo istantaneo e contemporaneo, una metafora di eternità oltre il concetto di finito e infinito.
In fondo, il fatto di essere finito o infinito non è così importante come il fatto di poter essere,in qualche modo,simile all'eternità.
L' estensione,come pure la temporalità,in questo caso, non sarebbero significative.
Anche Dio potrebbe essere una singolarità eterna e il Big bang una sua metafora contingente.
Credo che noi abbiamo delle idee di eterno,finito,infinito e Dio,tutto sommato abbastanza primitive e improntate dalla realtà terrena.
Pensiamo "in grande" e "alla grande" e questo è bello e buono, ma le parole usate tradiscono l'euclidea spazialità e una temporalità un tantino ingenua.
L' entanglement ci segnala che
ciò che si avvicina all'idea di eterno superando i concetti di finito e infinito,avviene a livelli minimi di realtà osservabile, prendendosi gioco dello spazio e del tempo e superandoli senza problemi!!!
Citazione di: Pensarbene il 11 Maggio 2024, 23:49:07 PMbisogna anche dire che la funzione dell'entanglement non è chiara.
Potrebbe essere un aggiustamento funzionale della quantica e niente di più.
Però potrebbe essere un modo di informarsi della materia energia e allora il discorso cambierebbe.
L'entenglement non deve avere una funzione, perchè è semplicemente un fatto., ed ogni fatto nuovo ci invita a riconsiderare la nostra visione del mondo.
Ma in cosa consiste in generale una visione del mondo? Consiste secondo me nell'entrare con l'uso in intimità coi fatti, intimità che genera ovvietà ed evidenza, come sinonimi di abitudine alle cose, e le abitudini sono dure a morire, anche quando nuovi fatti ci costringono a farlo.
Un modo per mitigare la sorpresa per certi nuovi fatti sarebbe andare indietro nel tempo per capire come abbiamo fatto a metabolizzare vecchi fatti sorprendenti al loro tempo, ma divenuti ormai ovvietà, sempre che nel frattempo il piacere della sorpresa non sia divenuta una dipendenza.
Io credo che, al di la' di tutta questo mistica ricerca dell'Uno, la molteplicita', e quindi il Due, sia, scandalo per tutti gli amorevoli "unificatori", il vero bene.
Il mondo di per se non e' ne' unico ne' molteplice, e' la vita che di esso decide: amare il mondo per un vivente significa renderlo, diciamo cosi', almeno nel proprio intimo desiderio, se non anche nei fatti, molteplice (volerne l'eterno ritirno); odiare il mondo, significa renderlo unico (non volerne l'eterno ritorno).
Bene e male, detti di questo nostro mondo che e' un mondo temporale, un
essere-e-tempo, sono, o meglio diventano, in quanto giudizi concreti di un vivente su una vita, sulla sua, vita, un Ancora (un "bene", cosi' trasfigurato), o un Mai piu' (un "male", cosi' trasfigurato).
L'essere come dato di fatto certamente e' l'uno, ma io qui voglio dire che l'essere come valore, l'essere di questo attimo che fuggevole passa ma che vuole invitto tornare ad essere, e' il due.
Fare-il-due, fare un altro giro, cioe' essere disposti, nella morte, a rivivere identicamente e senza cambiare nulla la propria vita.
Chi ama la vita, della vita dice "ancora!", quindi ha un intimo desiderio rivolto al due, e non all'uno.
Non e' "al centro", della sua stessa vita, ma in un'eterna e luminosa periferia, in cui un'infinito piu' piccolo, e discontinuo, si disperde, in un'infinito piu' grande, e continuo, senza mai annullarsi.
L'omogeneita', in tutte le direzioni, del mondo ci interroga e ci riguarda. Non l'equidistanza di ogni punto dal big bang.
io penso che niente e nessuno sappia veramente quello che vorrebbe,potrebbe, ritiene o afferma di sapere.
Questa Terra preclude a tutti un accesso che non sia funzionale
e parziale,molto relativo e controllato.
Scienza e scienziati compresi.
Forse esiste un Passy e un permesso di accesso per qualcuno e sicuramente per chi ha le cose in mano.
Il resto se lo scordi.
?
Noi siamo a bordo di un' astronave naturale in una delle aree più agitate e problematiche gravitazionalmente della galassia!
Il Gruppo Locale vede galassie che si muovono in ogni direzione allontanandosi e avvicinandosi l'un l'altra. Il Gruppo Locale stesso sta letteralmente precipitando a una folle velocità in accelerazione verso uno dei Superammassi noti più massicci,Laniakea.
Come si può studiare il resto della galassia e dell'universo in un simile mare in burrasca accelerata??
Come si può parlare di redhift cosmico,di distanze e di misure quando noi stessi LE DEFINIAMO CON IL NOSTRO MOVIMENTO??
Mi spiego:immaginate di stare su una monorotaia trasparente posta in un paesaggio variato e interessante.La monorotaia viaggia aumentando la sua velocità e accelerazione. Siccome percorre una rotta irregolare ma diretta verso un punto, voi vedete il paesaggio scorrere intorno a voi. Siete voi che vi muovete e non il paesaggio ma se voi non foste consapevoli di stare sulla monorotaia pensereste che sia il paesaggio a muoversi e per giunta in un modo che vi sembra coerente comunque con il vostro punto di vista!
Se poteste misurare la luce degli oggetti che vedete con lo spettro,vedreste molti essi allontanarsi da voi(redshift rosso),altri avvicinarsi(redshift blu),
Inoltre, siccome il vostro percorso segue comunque una logica coerente con il paesaggio che sembra muoversi,POTRESTE DEDURNE UN MODELLO SISTEMICO.
Cosa che l' astronomia fa "normalmente" prendendo lucciole per lanterne.
Quindi l'universo reale è un mare agitato e inquieto,mobile e cangiante.
L' unico riferimento che ne definisce l'esistenza, non è altro che il suo orizzonte di espansione.