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LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: Eutidemo il 24 Agosto 2018, 12:38:09 PM

Titolo: Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 24 Agosto 2018, 12:38:09 PM
Come è noto, Max Weber viene considerato il padre dell'"etica della responsabilità", avendo egli per primo proposto la distinzione tra:
1) "Etica dei principi" (ovvero , delle intenzioni o delle convinzioni), la quale si richiama ai principi e ai valori assoluti che essa assume indipendentemente ed a prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono; e che – in termini religiosi – suona: "Il cristiano opera da giusto e rimette il risultato delle proprie azioni nelle mani di Dio", ovvero, in termini vedanta "L'uomo retto è responsabile della sua azione, ma non del frutto della sua azione". 
2) "Etica della responsabilità", secondo la quale, invece, bisogna rispondere delle conseguenze (prevedibili) delle proprie azioni, per cui ogni nostra azione viene valutata attentamente sulla base del rapporto che si instaura tra i mezzi e gli scopi dell'azione e delle sue ragionevoli conseguenze. 
In altre parole, l'"etica dei principi" si rifà a principi assoluti dell'agire,  mentre l'"etica della responsabilità,"   senza assumere princìpi assoluti, dice che bisogna operare tenendo sempre presenti le conseguenza pratiche dell'agire: ed è proprio guardando ad esse che si agisce in vista di un bene ritenuta maggiore o di un male minore.
Etica dei principi, per eccellenza, è quella proposta dal filosofo tedesco Immanuel Kant (1724 -1804), per il quale la validità etica di un'azione si commisura alle sole intenzioni, senza tener conto dei risultati, che sono di per sé esterni e perciò estranei alla purezza dell'atto di volontà; chi ragiona, invece, sulla base dell'etica della responsabilità regola il proprio operato sulle conseguenze prevedibili e sui risultati attesi.
Tuttavia, lo stesso Weber, osservava che, nel momento in cui le due etiche radicalizzano i rispettivi caratteri, possono insorgere gravi rischi!
Ed infatti, sosteneva l'illustre sociologo:
- l'"etica dei principi", troppo astratta, rischia di abbandonare il piano della realtà per inseguire i principi assoluti;
- l'"etica della responsabilità", invece, rischia di compromettere la purezza dei principi, adattandoli al piano della prassi, e in tal modo finisce con l'accettare la regola secondo cui "il fine giustifica i mezzi", il che è gravido di immensi pericoli. 
Per cui, pur avendo individuato l'astratto contrasto tra le due etiche nella loro tipologia ideale, Weber arriva ad affermare che, alla prova dei fatti, "...l'etica dell'intenzione e quella della responsabilità si completano a vicenda e solo congiunte formano il vero uomo, quello che può avere la vocazione alla politica (Beruf zur Politik)"; ammoniva, quindi,  che esiste una responsabilità nella quale il piano dei principi si confronta con quello della prassi, in un difficile equilibrio e secondo un rigore che impegna l'uomo politico e l'uomo di scienza a non lasciarsi trascinare nel vortice del nichilismo e del «vuoto etico»  che già si preannunciava nella società europea tra fine Ottocento e primi Novecento.
Ed invero, a partire dal 1933  i Nazisti "equivocarono" il messaggio di Weber, giustificando il piano di eutanasia dei bambini con handicap e dei malati di mente, proprio facendo ricorso ad una distorta interpretazione dell''"etica della responsabilità" weberiana; dall'eutanasia dei bimbi si passò nell'ottobre del 1939 a quella degli adulti, la famosa AKTION T4, attraverso la teorizzazione della "vita indegna di vita", il cui vano e costoso sostentamento si riverberava in un grave danno finanziario per la società nel suo complesso, nonchè nel rischio di una "degenerazione nazionale" e della minaccia alla sanità delle "razze civilizzate".
Nel periodo tra il 1933 e il 1939 il Regime mise un piedi un vero e proprio programma propagandistico; attraverso opuscoli, poster e film si mostrava il costo di mantenimento degli Istituti che ospitavano i malati considerati incurabili e, allo stesso tempo, si sottolineava come, quelle stesse risorse, sarebbero potute essere impiegate a favore del progresso del popolo tedesco "sano".
Stiamo molto attenti che fraintendimenti del genere, sia pure in ambiti diversi e meno tragici, NON SI VERIFICHINO MAI PIU! >:(
(http://i68.tinypic.com/2wcplop.jpg)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: bobmax il 24 Agosto 2018, 16:14:16 PM
Ogni mezzo è a sua volta un fine in se stesso.
Di modo che la scelta di un male, in nome di un bene futuro, nulla toglie al fatto di aver scelto un male.

La vita ci costringe a scegliere in continuazione, con una consapevolezza limitata, sia riguardo al bene e al male, sia circa gli effetti delle nostre scelte.

L'errore è perciò ogni volta dietro l'angolo.
Possiamo infatti cercare di perseguire un bene che si rivelerà poi male. Così come scegliere ora il male, in nome di un bene futuro.
Avrò fatto bene?

Un situazione tragica.
Ma inevitabile.

Ciò che conta, a mio avviso, è caricarsi ogni volta della responsabilità delle nostre scelte.

Consapevoli, che ogni colpa, ci condanna irrimediabilmente all'inferno.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Jacopus il 24 Agosto 2018, 16:33:44 PM
La stessa necessita' di compensazione si applica alla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo che insieme all'altra coppia potrebbe creare quattro diverse categorie. Un simpatico giochino retorico che probabilmente qualche studioso a mia insaputa ha gia' illustrato.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:41:17 AM
Citazione di: Jacopus il 24 Agosto 2018, 16:33:44 PM
La stessa necessita' di compensazione si applica alla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo che insieme all'altra coppia potrebbe creare quattro diverse categorie. Un simpatico giochino retorico che probabilmente qualche studioso a mia insaputa ha gia' illustrato.

Tempo fa, su LOGOS, avevo aperto un THREAD sulla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo, ma, stranamente, non riesco a ritrovarlo :(
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:43:59 AM
Citazione di: bobmax il 24 Agosto 2018, 16:14:16 PM
Ogni mezzo è a sua volta un fine in se stesso.
Di modo che la scelta di un male, in nome di un bene futuro, nulla toglie al fatto di aver scelto un male.

La vita ci costringe a scegliere in continuazione, con una consapevolezza limitata, sia riguardo al bene e al male, sia circa gli effetti delle nostre scelte.

L'errore è perciò ogni volta dietro l'angolo.
Possiamo infatti cercare di perseguire un bene che si rivelerà poi male. Così come scegliere ora il male, in nome di un bene futuro.
Avrò fatto bene?

Un situazione tragica.
Ma inevitabile.


Ciò che conta, a mio avviso, è caricarsi ogni volta della responsabilità delle nostre scelte.

Consapevoli, che ogni colpa, ci condanna irrimediabilmente all'inferno.
Ben detto; sebbene, secondo me, noi non veniamo puniti PER i nostri peccati, bensì DAI nostri peccati. ;)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Ivo Nardi il 25 Agosto 2018, 12:26:19 PM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:41:17 AM
Citazione di: Jacopus il 24 Agosto 2018, 16:33:44 PM
La stessa necessita' di compensazione si applica alla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo che insieme all'altra coppia potrebbe creare quattro diverse categorie. Un simpatico giochino retorico che probabilmente qualche studioso a mia insaputa ha gia' illustrato.

Tempo fa, su LOGOS, avevo aperto un THREAD sulla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo, ma, stranamente, non riesco a ritrovarlo :(

In questa discussione: Giuspositivismo e Giusnaturalismo: c'è veramente differenza?
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 13:31:37 PM
Citazione di: Webmaster il 25 Agosto 2018, 12:26:19 PM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:41:17 AM
Citazione di: Jacopus il 24 Agosto 2018, 16:33:44 PM
La stessa necessita' di compensazione si applica alla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo che insieme all'altra coppia potrebbe creare quattro diverse categorie. Un simpatico giochino retorico che probabilmente qualche studioso a mia insaputa ha gia' illustrato.


Tempo fa, su LOGOS, avevo aperto un THREAD sulla coppia giusnaturalismo-giuspositivismo, ma, stranamente, non riesco a ritrovarlo :(

In questa discussione: Giuspositivismo e Giusnaturalismo: c'è veramente differenza?
GRAZIEEEEEE!!!! :)
Che strano, la ricerca per singola parola (giuspositivismo e giusnaturalismo), non mi dava nessun risultato.
Come mai? :(
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: bobmax il 25 Agosto 2018, 17:08:41 PM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:43:59 AM
Ben detto; sebbene, secondo me, noi non veniamo puniti PER i nostri peccati, bensì DAI nostri peccati. ;)
Si può in effetti constatare che, in molti casi, chi fa il male vive male.

Ma ciò deve essere allora inteso come una legge universale che determina le sorti di ognuno? Una sorta di legge del contrappasso, dove ogni colpa viene, prima o poi, inevitabilmente espiata dal reo?
O non sarà invece questa semplicemente la manifestazione (sempre imperfetta) di qualcosa di ben più profondo?

Chi in effetti mi condanna all'inferno, se non io stesso?
E mi condanno in nome di che cosa?

Non mi condanno forse proprio perché il Bene è?

E se così è, allora il male ha proprio lo scopo di far emergere, da me stesso, ciò che davvero conta: il Bene.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 26 Agosto 2018, 15:08:39 PM
Citazione di: bobmax il 25 Agosto 2018, 17:08:41 PM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:43:59 AM
Ben detto; sebbene, secondo me, noi non veniamo puniti PER i nostri peccati, bensì DAI nostri peccati. ;)
Si può in effetti constatare che, in molti casi, chi fa il male vive male.

Ma ciò deve essere allora inteso come una legge universale che determina le sorti di ognuno? Una sorta di legge del contrappasso, dove ogni colpa viene, prima o poi, inevitabilmente espiata dal reo?
O non sarà invece questa semplicemente la manifestazione (sempre imperfetta) di qualcosa di ben più profondo?

Chi in effetti mi condanna all'inferno, se non io stesso?
E mi condanno in nome di che cosa?

Non mi condanno forse proprio perché il Bene è?

E se così è, allora il male ha proprio lo scopo di far emergere, da me stesso, ciò che davvero conta: il Bene.

Anche sotto tale profilo, invero, siamo puniti dai nostri peccati. ;)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: bobmax il 29 Agosto 2018, 09:00:02 AM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:43:59 AM
Anche sotto tale profilo, invero, siamo puniti dai nostri peccati.

Tuttavia, avendo voluto Dio che li commettessimo, questi  peccati sono ancora nostri?

Non ci resta allora che la compassione?
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Sariputra il 29 Agosto 2018, 10:46:36 AM
Citazione di: bobmax il 29 Agosto 2018, 09:00:02 AM
Citazione di: Eutidemo il 25 Agosto 2018, 04:43:59 AMAnche sotto tale profilo, invero, siamo puniti dai nostri peccati.
Tuttavia, avendo voluto Dio che li commettessimo, questi peccati sono ancora nostri? Non ci resta allora che la compassione?

Nella concezione cristiana non s'intende che Dio ha voluto che li commettessimo, bensì che ci ha costituiti con la libertà di commetterli. Dio infatti non compie il male perché non lo può fare, che sarebbe una limitazione alla sua onnipotenza, ma perché non lo vuol fare. Avendoci creati "a sua immagine e somiglianza" (non uguali ma somiglianti, anche nella volontà e libertà...) non ha voluto sognare "di fronte a Lui" dei servi , ma degli 'amici' che potessero essere liberi di amarlo o di rifiutarlo. Dio mendica l'amore delle sue creature, direbbe Davide Maria Turoldo... :)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: donquixote il 29 Agosto 2018, 11:32:08 AM
Citazione di: Eutidemo il 24 Agosto 2018, 12:38:09 PMEd invero, a partire dal 1933 i Nazisti "equivocarono" il messaggio di Weber, giustificando il piano di eutanasia dei bambini con handicap e dei malati di mente, proprio facendo ricorso ad una distorta interpretazione dell''"etica della responsabilità" weberiana; dall'eutanasia dei bimbi si passò nell'ottobre del 1939 a quella degli adulti, la famosa AKTION T4, attraverso la teorizzazione della "vita indegna di vita", il cui vano e costoso sostentamento si riverberava in un grave danno finanziario per la società nel suo complesso, nonchè nel rischio di una "degenerazione nazionale" e della minaccia alla sanità delle "razze civilizzate". Nel periodo tra il 1933 e il 1939 il Regime mise un piedi un vero e proprio programma propagandistico; attraverso opuscoli, poster e film si mostrava il costo di mantenimento degli Istituti che ospitavano i malati considerati incurabili e, allo stesso tempo, si sottolineava come, quelle stesse risorse, sarebbero potute essere impiegate a favore del progresso del popolo tedesco "sano". Stiamo molto attenti che fraintendimenti del genere, sia pure in ambiti diversi e meno tragici, NON SI VERIFICHINO MAI PIU! >:( 

Una dozzina d'anni fa è uscito, ma pochissimi ne hanno parlato, un volume di un giovane studioso, Luca Dotti, intitolato "L'utopia eugenetica del welfare state svedese (1934-1975). Il programma socialdemocratico di sterilizzazione, aborto e castrazione" (ed. Rubbettino).


Il libro parla di Gunnar e Alva Myrdal, studiosi svedesi, marito e moglie, gli unici coniugi vincitori di un nobel in discipline diverse (per l'economia lui nel 1974, per la pace lei nel 1982).

Alfieri della socialdemocrazia svedese, da sempre guardata come modello ispiratore per i "welfares" europei, i coniugi Myrdal hanno avuto, tra gli altri, il grande "merito" di introdurre il pensiero eugenetico nel paese scandinavo. Gli studi economici di Gunnar, applicati allo stato sociale ed alla sanità in particolare, hanno influenzato in modo importante il modello socioeconomico svedese, tanto che l'eugenetica è diventata pensiero comune e il miglioramento della specie umana è diventato legge. Un provvedimento del 1934 ha infatti consentito ai medici svedesi di compiere sterilizzazioni, aborti e castrazioni nei confronti di cittadini svedesi allo scopo di eliminare gli individui che allora venivano definiti del "tipo B". I diversi, i malati di mente, gli handicappati, ai quali veniva interdetta in via definitiva la procreazione.

Questa legge venne abolita solo nel 1975 da Olof Palme, nonostante il caso "eugenetica" fosse scoppiato in tutta la sua virulenza con il nazismo e la seconda guerra mondiale. Nel corso dei 41 anni in cui la legge è rimasta in vigore si contano a decine di migliaia gli interventi effettuati (le sole sterilizzazioni femminili sono sessantamila), in un paese che, ora, conta poco più di otto milioni di anime... 


Anche negli Stati Uniti ed in Inghilterra le teorie eugenetiche avevano fatto grande presa, ma non si sono tradotte in leggi dello stato poiché quei paesi, avamposti del liberalismo puro, adottavano uno stato sociale molto più rachitico di quello in auge ove governavano le socialdemocrazie, nelle quali le spese sanitarie raggiungevano già livelli molto alti, e in linea di massima i problemi dei "diversi" erano a totale carico dei familiari.

I nazisti sono stati quel che sono stati, ma non erano affatto dei "marziani" venuti da qualche pianeta alieno ma a tutti gli effetti europei del loro tempo, e compiere le medesime atrocità per motivi economici anziche di "miglioramento della razza" mi sembra se possibile ancora più disumano.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 29 Agosto 2018, 14:04:45 PM
Ciao Donquixote,
Mi è ben noto il programma di eugenetica svedese; su cui, personalmente, non sono mai stato d'accordo, soprattutto considerate alcune modalità di applicazione concreta dell'eugenetica di tale pur civilissimo Paese.
Ma non confondiamo le MELE con le PERE! :D
Ed infatti:
- un conto fu il programma originario di sterilizzazione, aborto e castrazione nei confronti di cittadini svedesi, sia pure decisamente criticabile; 
- ed un altro conto fu quello nazista, che, in effetti, all'inizio era MOLTO simile a quello svedese, ma poi degenerò in modo davvero agghiacciante e criminale (a dir poco), trasformandosi in una sorta di genocidio!
Ed infatti, nella terza fase dell'aktion T4, i medici nazisti incaricati di portare avanti l'operazione decisero di UCCIDERE il 20% dei pazienti presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime; e tale forma di sterminio proseguì anche oltre la fine ufficiale dell'operazione, portando quindi il totale delle vittime a una cifra che si stima intorno ai 200.000 individui.
Ed invero, tra la sterilizzazione, l'aborto e la castrazione (che presto divenne chimica)  e la soppressione fisica delle persone, una certa differenza CI PASSA!
Ce n'est pas? ;)
Per cui, sebbene io sia d'accordo con te sul fatto che i nazisti non erano affatto dei "marziani" venuti da qualche pianeta alieno ma a tutti gli effetti europei -nordici- del loro tempo, non sono affatto d'accordo nell'omologare "tel quel" il loro programma eugenetico a quello svedese; ed invero è ASSOLUTAMENTE FALSO, che i Nazisti abbiano  COMPIUTO LE MEDESIME ATROCITA' DELLA SVEZIA!
In ogni caso, anche il Nazisti lo facevano  per "motivi economici" (come evidenziato nella pubblicità da me riportata, e nelle realzioni ufficiali), OLTRE che di "miglioramento della razza".  ;)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: bobmax il 29 Agosto 2018, 15:54:35 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Agosto 2018, 10:46:36 AM
Nella concezione cristiana non s'intende che Dio ha voluto che li commettessimo, bensì che ci ha costituiti con la libertà di commetterli. Dio infatti non compie il male perché non lo può fare, che sarebbe una limitazione alla sua onnipotenza, ma perché non lo vuol fare. Avendoci creati "a sua immagine e somiglianza" (non uguali ma somiglianti, anche nella volontà e libertà...) non ha voluto sognare "di fronte a Lui" dei servi , ma degli 'amici' che potessero essere liberi di amarlo o di rifiutarlo. Dio mendica l'amore delle sue creature, direbbe Davide Maria Turoldo...

Questa è la concezione "ufficiale" del cristianesimo, ossia quella delle sue Chiese.

Tuttavia vi è un'altra concezione, più coerente con il messaggio evangelico, che è quella della mistica cristiana.
Per la quale il libero arbitrio è pura illusione.

Finché "vi" è un Dio, vi sono le creature.
Ma in realtà Dio non c'è: Dio è.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Sariputra il 29 Agosto 2018, 16:44:35 PM
Citazione di: bobmax il 29 Agosto 2018, 15:54:35 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Agosto 2018, 10:46:36 AMNella concezione cristiana non s'intende che Dio ha voluto che li commettessimo, bensì che ci ha costituiti con la libertà di commetterli. Dio infatti non compie il male perché non lo può fare, che sarebbe una limitazione alla sua onnipotenza, ma perché non lo vuol fare. Avendoci creati "a sua immagine e somiglianza" (non uguali ma somiglianti, anche nella volontà e libertà...) non ha voluto sognare "di fronte a Lui" dei servi , ma degli 'amici' che potessero essere liberi di amarlo o di rifiutarlo. Dio mendica l'amore delle sue creature, direbbe Davide Maria Turoldo...
Questa è la concezione "ufficiale" del cristianesimo, ossia quella delle sue Chiese. Tuttavia vi è un'altra concezione, più coerente con il messaggio evangelico, che è quella della mistica cristiana. Per la quale il libero arbitrio è pura illusione. Finché "vi" è un Dio, vi sono le creature. Ma in realtà Dio non c'è: Dio è.

Ma chi è...colui che non c'è?
Se non lo assumo come Altro da me, come posso amarlo? Anche solo aver coscienza del mio amore?  E qual significato può avere un amore non libero? Quale gioia può venire al creatore se la creatura è costretta ad amarlo o a rifiutarlo? Questo non è bello, non può esserci bellezza nella costrizione all'amore, ma Dio, al sesto giorno, vide che la sua creazione era bella: "E Dio vide che tutto quel che aveva fatto era davvero molto bello. Venne la sera, poi venne il mattino..." (Genesi, 1-31)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: bobmax il 29 Agosto 2018, 17:51:42 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Agosto 2018, 16:44:35 PM
Ma chi è...colui che non c'è?Se non lo assumo come Altro da me, come posso amarlo? Anche solo aver coscienza del mio amore?  E qual significato può avere un amore non libero? Quale gioia può venire al creatore se la creatura è costretta ad amarlo o a rifiutarlo? Questo non è bello, non può esserci bellezza nella costrizione all'amore

Così come non posso volere di volere, ma voglio o non voglio, allo stesso modo non posso voler amare, ma amo o non amo.
Amare non dipende da me.

Tuttavia non vi è nessuna costrizione, per la semplice ragione che non vi è alcuna creatura.
E quindi nessun creatore.

Dio ama se stesso.

Ed è in questo, e solo in questo, tutta la bellezza.
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Sariputra il 30 Agosto 2018, 00:11:29 AM
Citazione di: bobmax il 29 Agosto 2018, 17:51:42 PM
Citazione di: Sariputra il 29 Agosto 2018, 16:44:35 PMMa chi è...colui che non c'è?Se non lo assumo come Altro da me, come posso amarlo? Anche solo aver coscienza del mio amore? E qual significato può avere un amore non libero? Quale gioia può venire al creatore se la creatura è costretta ad amarlo o a rifiutarlo? Questo non è bello, non può esserci bellezza nella costrizione all'amore
Così come non posso volere di volere, ma voglio o non voglio, allo stesso modo non posso voler amare, ma amo o non amo. Amare non dipende da me. Tuttavia non vi è nessuna costrizione, per la semplice ragione che non vi è alcuna creatura. E quindi nessun creatore. Dio ama se stesso. Ed è in questo, e solo in questo, tutta la bellezza.

Pensavo di sedermi su un prato cristiano...ma invece son sotto l'ombra Advaita!  ;D 

Si racconta la storia di uno studente che tentò di praticare la non dualità nei confronti di un elefante.
Il suo maestro gli aveva insegnato che  'Tutto è Dio'.
Mentre stava camminando lungo una strada, vide venire verso di sé un elefante bello grosso.
Il conducente dell'animale, seduto in groppa, chiese allo studente di allontanarsi e farsi da parte.
Ma questi non lo volle ascoltare.
Perché avrebbe dovuto lasciare il centro della strada, pensò; dopo tutto egli era Dio, ed anche l'elefante era Dio; e come può Dio fare del male a Dio?
Mentre stava riflettendo su questo, l'elefante lo afferrò con la proboscide e lo scaraventò di lato.
Col corpo maltrattato e dolorante, andò dal maestro e si lamentò che l'insegnamento che aveva ricevuto non aveva funzionato.
Il maestro osservò:"Quando Dio nella forma del conducente ti ha chiesto di spostarti, perché non lo hai ascoltato?"

Non ci può essere azione senza dualità. Una condotta è possibile solo quando c'è cognizione della dualità. Argomentare che non c'è distinzione tra Bene e Male, alto e basso, maestro e studente, elefante e conducente, mentre si ha cognizione della dualità, è sconoscere il significato dell'Advaita.

Ritieni nel cuore il senso di non-dualità, ma non tradurlo mai in azione. O figlio, il senso di non-dualità non può applicarsi ai tre mondi.
( Ramana Maharshi-Anubandham 39)
 Namaste  :)
Titolo: Re:Etica dell’intenzione ed etica della responsabilità
Inserito da: Eutidemo il 30 Agosto 2018, 12:56:30 PM
Caro Donquixote,
ho riletto con più attenzione la considerazione finale del tuo ultimo POST, e mi sono reso conto che la critica che già ne ho fatto, era, sì, corretta, ma insufficiente.
Ed infatti, tu scrivevi:
"I nazisti sono stati quel che sono stati, ma non erano affatto dei "marziani" venuti da qualche pianeta alieno ma a tutti gli effetti europei del loro tempo, e compiere le medesime atrocità per motivi economici anziche di "miglioramento della razza" mi sembra se possibile ancora più disumano."
Io mi ero limitato a replicare:
1) E' storicamente FALSO che gli Svedesi ed i Nazisti abbiano commesso le  "medesime atrocità" (come incongruamente scrivi tu), in quanto è evidente che sussiste una ABISSALE DIFFERENZA:
-  tra la sterilizzazione, l'aborto e la castrazione di migliaia di persone inabili (per quanto deprecabile);
-   e la soppressione fisica di 200.000 persone inabili (atto immensamente più atroce).
Per cui  è ASSOLUTAMENTE FALSO, che i Nazisti abbiano  COMPIUTO LE "MEDESIME ATROCITA'" DELLA SVEZIA!
2) In ogni caso, anche il Nazisti lo facevano  pure loro per "motivi economici" (come evidenziato nella pubblicità da me riportata, e nelle realzioni ufficiali), OLTRE che di "miglioramento della razza".
                          ***
Avendo fretta (visto che ho ripreso a lavorare), non ebbi però tempo di soffermarmi a sufficienza sul fatto che tu, testualmente, avevi scritto che compiere tali atrocità "per motivi economici",  se possibile sarebbe <<ancora più disumano>> che farlo per il "miglioramento della razza"...che, quindi, secondo te avrebbe costituito un giustificazione migliore. ::)
Al riguardo, invero, rilevo che:
1)
 L'"Eugenetica Svedese", oltre che i "motivi economici", aveva precipuamente come obiettivo:
-    finalità "eutanasiche";
- evitare che soggetti geneticamente difettosi, si riproducessero a danno dell'intera collettività civile, a prescindere dalla RAZZA dei cittadini che tale comunità componevano.
2)
 L'"Eugenetica Nazista", invece, oltre che i  "motivi economici", aveva come precipuo obiettivo non il miglioramento dell'intera collettività civile, bensì IL MIGLIORAMENTO DELLA SOLA RAZZA ARIANA; in quanto considerata la razza di "Ubermenschen" che, il futuro, avrebbe dovuto dominare l'Europa.
I Nazisti, cioè, procedevano a selezione "eugenetica" ESCLUSIVAMENTE con riguardo ai presunti membri della razza ariana; il presunti membri di razze diverse, invece, erano esclusi dal programma dell'AKTION T4.
Ed infatti, Hitler, non aveva alcun interesse a "migliorare" le razze degli Zingari e degli Ebrei per mezzo dell'"eugenetica"; essi, invece, VENIVANO STERMINATI INDISTINTAMENTE "TUTTI", SIA CHE FOSSERO GENETICAMENTE SANI, SIA CHE FOSSERO GENETICAMENTE DIFETTOSI! :'(
Quindi di quale "miglioramento della razza" stai parlando?