LOGOS

LOGOS - Argomenti => Tematiche Filosofiche => Discussione aperta da: viator il 02 Marzo 2021, 19:22:23 PM

Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 02 Marzo 2021, 19:22:23 PM
Salve. Per puro amore di sterile polemica filosofica, voglio citare una simile affermazione (tratta dai meandri storici del Forum ed espressa dall'amico bobmax), alla quale - a suo tempo - l'ottima Ipazia replicò nel modo seguente : "Il mondo è tutto quello che c'è. Caspita che azzardo ! Una affermazione di questa portata presuppone che si sappia tutto quello che c'è. Neppure un demiurgo pare saperlo dopo tutti i pasticci che ha combinato, figurarsi un umano"

Avendo al momento sorvolato, essendomi invece ora trovato a casualmente rileggere il concetto.....mi chiedo in cosa mai possa consistere l'azzardo.

Secondo me l'affermazione-espressione del topic risulta ovvia ma - soprattutto - logicamente corretta (non sto dicendo "vera").

Essa si presta a venir interpretata in due modi :
Secondo voi è più corretta (indipendentemente dalla sua congruità con le umane reali possibilità di elencazione) la prima, la seconda oppure (ipazianamente) nessuna delle due definizioni ? Saluti.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: iano il 02 Marzo 2021, 21:14:10 PM
Si può dire che la frase in oggetto, solo apparentemente banale, racchiude una intera filosofia giunta fino ai nostri giorni, secondo la quale il mondo è fatto di cose, di cui, almeno in teoria, se ne può fare elenco, e che si caratterizzano per entrare in un gioco di cause ed effetti.
Ma si potrebbe dire in alternativa che il mondo sia la causa di ciò che percepiamo e misuriamo, i cui risultati sono le cose di cui sopra. Ma il passaggio logico che porta a dire che quindi il mondo è fatto di quelle cose non è così ovvio come sembra.
Secondo la nuova fisica mi pare le cosiddette cose esistano solo nel momento in cui le misuriamo, non prima.
Prima esiste solo un mondo che sarà causa di quelle cosiddette cose come risultati di misure, e non come cose in se'.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: bobmax il 02 Marzo 2021, 21:20:03 PM
Il mondo è tutto quello che c'è, è la definizione di mondo.

Mondo = Tutto quello che c'è

Magari qualcuno potrebbe obiettare, ma solo per dare una definizione diversa del termine "mondo".

È solo una questione di definizione.
A cui poi si deve essere conseguenti.

Ma appunto, ad essere conseguenti il gioco poi si fa impegnativo, meglio buttarla in caciara.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 02 Marzo 2021, 21:22:43 PM
Mondo, a differenza di Terra e Universo che sono ambiti semantici scientifici, è ambito filosofico e in quanto tale ciascuno se lo gira, e talaltro ci capisce, quello che vuole. Io lo uso come immaginario collettivo dell'universo, con epicentro in quella parte di universo che ho chiamato "universo antropologico". Il mondo visto come un "tutto" culturale da un osservatorio esclusivamente antropologico, buono per filosofeggiare.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: iano il 02 Marzo 2021, 21:29:09 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Marzo 2021, 21:22:43 PM
Mondo, a differenza di Terra e Universo che sono ambiti semantici scientifici, è ambito filosofico e in quanto tale ciascuno se lo gira, e talaltro ci capisce, quello che vuole. Io lo uso come immaginario collettivo dell'universo, con epicentro in quella parte di universo che ho chiamato "universo antropologico". Il mondo visto come un "tutto" culturale da un osservatorio esclusivamente antropologico, buono per filosofeggiare.
Dici bene.
Però c'è una complicazione ulteriore. L'osservatorio antropologico non è fisso, e nel suo mutare si rigira la sua filosofia.
Il tuo paradigma è corretto, ma bisogna aggiungere che se ne  può uscire, anche se solo per poi rientrarvi.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 02 Marzo 2021, 21:43:01 PM
Infatti il "mondo" di Platone non è certo il nostro "mondo". Il punto di osservazione è enormemente mutato. E rientrare la vedo difficile  :)
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: iano il 02 Marzo 2021, 23:57:24 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Marzo 2021, 21:43:01 PM
Infatti il "mondo" di Platone non è certo il nostro "mondo". Il punto di osservazione è enormemente mutato. E rientrare la vedo difficile  :)
Non intendevo il mondo di Platone, per quanto....
Intendo il mondo, oppure universo etc...come causa delle nostre percezioni, e delle nostre teorie fisiche,  che sono relative al mondo quanto a noi.
Possiamo certamente dire che il mondo presenta regolarità, e noi le raccontiamo facendone attrici le cose, cioè i risultati delle nostre indagini, che non sono le cose del mondo, ma le cose del "nostro mondo" , che in qualche modo ha a che fare con quello di Platone. L'iperuranio è fuori dal mondo , perché dentro di noi.
Sarebbe troppo bello se fosse vero che il mondo fosse fatto di ciò che percepiamo, e infatti ci piace crederlo, e fino a un certo punto è anche utile crederlo.
Da questo nostro credere nasce il senso di realtà, che è la sensazione di vivere realmente in un mondo che è solo inventato, ma non in modo arbitrario.
Insomma c'è il mondo, poi c'è la realtà, che è la nostra realtà, che noi scambiamo per il mondo, e poi ci siamo noi.
Tutto va' bene finché non dobbiamo aggiornare le nostre teorie, il nostro modo di vedere il mondo, dovendo resettare anche il senso di realtà.
Ma non è facile mutare l'oggetto di un credo.
Tuttavia alla fine ci riusciamo se ci riescono anche le religioni a reinterpretare i testi sacri ad hoc.
Il risultato è che dobbiamo rifare ogni volta l'elenco di cose, che è l'oggetto di questa discussione.
Penso quindi che sarebbe opportuno acquisire abilità nel rifarlo senza darci troppa pena, pena che è tanto maggiore quanto maggiormente abbiamo impegnato la nostra fede.
Naturalmente sto' usando il termine realtà in un senso nuovo che credo si comprenda dal contesto.
Quindi infine possiamo e dobbiamo cambiare punto di vista, ma rimane sempre il nostro punto di vista, come tu dici bene.
Cambia perché noi cambiamo.
Per le religioni invece l'uomo è un elemento statico , seppur in temporaneo passaggio in questo mondo, per raggiungerne poi, sempre in forma definitivamente stabile nei modi e nel tempo, un altro.
Io non credo in quel mondo e neanche in "questo", nel quale per campare al massimo impegno la mia fede quel tanto che basta, e sempre pronto a ritrattarla.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
Io penso che la coscienza sia parte del "mondo" nel senso lato e filosofico del termine, quindi non parto dal presupposto che il mondo sia un numeno/verità fondamentalmente inattingibile da recepire ed elaborare nelle sue varie forme (variamente trasfigurate) tramite la scienza e la coscienza, ma che la coscienza stessa sia il numeno/verità o meglio parte del numeno/verità che ci è toccata in quanto parte del mondo, la parte di verità e di esperibilità che ci è toccata in sorte (se il vero è l'intero, allora quanto è conoscibile in vita, è per me tutto falso!) insomma non c'è il mondo esterno da percepire tramite la coscienza, ma la coscienza stessa è contenuto mondano.
Dunque solo il mondo (che poi secondo me è infinito) ha in se tutta la verità e la realtà, e la coscienza è solo un limite o un ritaglio passante per il mondo che finché esiste definisce primariamente cosa del mondo sia arbitrariamente interno o esterno per un soggetto, (prima relazione possibile col mondo, abitazione di un corpo, la pelle) e secondariamente cosa al netto di una vita umana istantaneamente o complessivamente considerata, sia noto o ignoto a questa vita (seconda relazione possibile col mondo, abitazione di una parte del mondo che definisce il mondo in quanto conosciuto, il mondo come casa; che poi a ben vedere l'insieme delle nozioni nella mente di un uomo sono micro-modificazioni del suo corpo, soprattutto del cervello, che gli definiscono e gli disegnano il mondo alla rovescia rispetto al "vero" come macro-corpo, proiezione dell'io).



Messe così le cose l'entità/oggettività di quello che siamo prevale sulla relazionalità, ma non è un solipsismo o un'idea di onnipotenza perché penso che ci sia altro oltre noi, solo che l'altro che c'è oltre noi, finché è oltre noi, per definizione non ci riguarda, l'insieme dei vissuti e delle relazioni è il destino di ogni singolo uomo/ente e come non vediamo nulla oltre un muro o oltre l'orizzonte, non vediamo nulla oltre la morte, ma questo non significa che un oltre in generale non esista, non esiste per noi. Credere di essere coscienti, è (immediatamente!) credere di avere limite nell'oblio, queste due cose, che spesso arbitrariamente dalle grandi narrazioni religiose o filosofiche sono state separate, in realtà non sono separabili, se io sono, ciò di cui sono cosciente o consapevole, non sono, ciò di cui non sono cosciente o consapevole, e questo vale in generale come legge dell'esistenza, l'idea di una ulteriorità della realtà che si possa rivelare in una ulteriorità del conoscibile, non è e non può essere mai attualmente valevole per l'uomo, e ciò che vale nel passato o nel futuro si riduce all'atteggiamento psicologico che si può avere nel presente verso il passato o verso il futuro, quindi principalmente alla disperazione/speranza, per il futuro o soddisfazione/rimorso per il passato, c'è poca realtà nell'accumulo infinito di conoscenze per come esso si definisce nell'utopia scientifica moderna, come nella rivelazione religiosa, e tutti gli stati di coscienza di cui possiamo avere coscienza o sono normali/vigili o confinano con quello normale/vigile, degli altri, ovviamente, non possiamo ne sapere ne parlare.


Insomma quanto possiamo pensare e conoscere in un secondo è di un certo ordine di grandezza, quanto possiamo pensare e conoscere in una vita è di un ordine di grandezza superiore e contiene quanto pensiamo in un secondo come una goccia di pioggia nel cielo, quanto realmente esiste ed è conoscibile nel mondo contiene quanto possiamo pensare in una vita come un'altra goccia di pioggia più grande in un cielo più grande, il mondo è come un arazzo o un quadro astratto grandissimo con una cornice grandissima, quanti sotto-quadri più piccoli ci potresti ricavare sovrapponendoci delle cornici più piccole, sono i viventi ognuno preso nella "sua" visione del mondo, la cosiddetta intersoggettività è quando un quadretto si sovrappone in parte a un quadretto e fa un'intersezione, ma è tutto vero, tutto reale, sia quanto è intersoggettivamente condivisibile che quanto no.


Nella misura in cui siamo e ci definiamo coscienza, finiamo e confiniamo con l'oblio, certo non siamo solo coscienza, esistono istinti, realtà oggettive, cose ulteriori alla coscienza che condizionano la vita, ma queste cose si palesano a noi solo entrando nella coscienza, quindi quello che noi sappiamo di essere è contenuto mondano, quello che non sappiamo di essere finché resta tale non ci riguarda, e quando ci riguarda è perché in una certa qual misura "entra" nella nostra coscienza, ed è dunque presupponibile che sia contenuto mondano anch'esso, sia nel suo entrare nella nostra coscienza, che nel suo non-entrarvi.


Con questo pensiero cerco di sbarazzarmi di ogni oltre mondo che possa essere nell'interiorità (non ci credo affatto) o nella favole dei miti e della religione, o anche nell'intersoggettività o nell'intesa con l'altro, non c'è nessun oltre mondo, c'è il mondo con tutta la verità in se stesso e la sovrapposizione delle varie coscienze al mondo come spazi visibili e vivibili di mondo, le "intersoggettività" che in questo gioco di disegni e sovrapposizioni ben possono darsi, sono solo sovrapposizioni doppie, triple, ennesime che determinano una conseguente intersezione, gli spazi condivisi da più di una vita che cadono sullo stesso tratto di mondo e lo mettono in particolare evidenza, dando ad esso un visibilità condivisa, cosa che comunque non nega la verità anche dello spazio singolare possibile di una singola vita.




Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 03 Marzo 2021, 15:06:16 PM
Come volevasi dimostrare, i post di iano e niko dimostrano come il mondo sia materia squisitamente filosofica che trascende e deborda il senso contingentato da obblighi sperimentali dell'universo scientifico. Il quale - età, sostanza, fenomenologia - è sempre soggetto a calcoli e dimostrazioni.

Il mondo è universo antropologico tarato sui bisogni e desideri umani, è l'universo alla nostra mercè in cui possiamo dichiararci misura di tutte le cose. Con la onesta consapevolezza che l'universo-mondo è infinitamente più  antico di noi e che l'unica verità che possiamo opporgli è la saggia gestione della nostra perdurante sopravvivenza al suo interno e nel suo divenire. Da trasferire alla nostra progenie nell'auspicio che sappia fare meglio di noi.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Jacopus il 03 Marzo 2021, 16:47:19 PM
Le parole hanno una loro storia, che in qualche modo, ne fissa il significato. Il termine "mondo" ha in primo luogo un significato, come giustamente osserva Ipazia, "antropologico". Non è il pianeta Terra, anche se può essere applicato come sinonimo del pianeta terra. Il suo principale significato è quello che può essere sintetizzato nel termine imparentato di "mondano", ovvero di tutto ciò che ha a che fare con l'umanità, compresi ippogrifi, poesie, sogni notturni, fantasticherie, deliri, dolori, emozioni, gioie, speranze. Al "mondo" allora si contrappone la fisicità della "materia", che però deve essere sempre essere messa in relazione con il mondo. Se noi parliamo e comunichiamo il nostro "mondo", dipende oltre che da qualche nostro antenato particolarmente fantasioso, anche dalla specifica conformazione della nostra laringe, originata da una storia evolutiva strettamente biologica.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Phil il 03 Marzo 2021, 16:56:00 PM
Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
non c'è il mondo esterno da percepire tramite la coscienza, ma la coscienza stessa è contenuto mondano.
Non direi debba esserci necessaria contrapposizione, quel «ma» può essere un «e» (che cancella il «non» iniziale): la coscienza è contenuto mondano, il suo esser-contenuto presuppone (fenomenologicamente) l'esserlo per-qualcuno, per-una-coscienza; quindi l'esser-contenuto-di-coscienza può essere esterno (mondo) o interno (auto-coscienza). Questo mi pare renda più nitido il ruolo di "punto prospettico/insiemistico" della coscienza, intesa come «un limite o un ritaglio passante per il mondo che finché esiste definisce primariamente cosa del mondo sia arbitrariamente interno o esterno per un soggetto»(cit.).

Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
(prima relazione possibile col mondo, abitazione di un corpo, la pelle) [...] (seconda relazione possibile col mondo, abitazione di una parte del mondo che definisce il mondo in quanto conosciuto, il mondo come casa; che poi a ben vedere l'insieme delle nozioni nella mente di un uomo sono micro-modificazioni del suo corpo, soprattutto del cervello
Dal discorso proposto sembra che nella tua prospettiva ci sia anche una (implicita) terza (pseudo?)relazione possibile con il mondo: quella con il mondo supposto come ulteriorità mondana (dissimulato nell'incipit del tuo post), come idea di spazio oggettuale eccedente il mondo circoscritto di ciascun soggetto; nel momento in cui anche ipotesi, possibilità, aspettative e teorie sono pur sempre contenuti di coscienza (con annesse micro-modificazioni), tale terza relazione si invera (per dirla in metafisichese), pur restando priva di un referente oggettuale extra-soggettivo (trattandosi di contenuti di coscienza puramente teorici; il che, se magari non denota una terza relazione autonoma, suggerisce almeno una rilevante dicotomia all'interno della seconda relazione, fra micro-modificazioni che richiamano un oggettualità esterna e micro-modificazioni che sono incentrare sulla soggettività pensante).
Questa relazione terziaria che, seppur prima negata dalla «legge dell'esistenza, l'idea di una ulteriorità della realtà che si possa rivelare in una ulteriorità del conoscibile, non è e non può essere mai attualmente valevole per l'uomo» (cit.), poi si afferma con la postulazione, attuale solo nella sua astrazione, di un "grandissimo" extra-coscienziale, un «arazzo o un quadro astratto grandissimo con una cornice grandissima, quanti sotto-quadri più piccoli ci potresti ricavare sovrapponendoci delle cornici più piccole, sono i viventi ognuno preso nella "sua" visione del mondo»(cit.). Tale "grandissimo arazzo" non può essere, nella sua totalità mondana, contenuto oggettuale di coscienza individuale, tuttavia resta possibile postularlo come teorica proiezione esponenziale del piccolo arazzo oggettuale che è contenuto nella singola coscienza.
Questa implicita terza relazione con il mondo, in quanto mondo-oggettuale-eccedente-la-coscienza e i suoi contenuti mondani (eppure pensato come esistente fuori dalla coscienza con un salto "meta-fenomenologico"), si conferma, pur nella sua problematicità, nel momento in cui «quello che non sappiamo di essere finché resta tale non ci riguarda, e quando ci riguarda è perché in una certa qual misura "entra" nella nostra coscienza, ed è dunque presupponibile che sia contenuto mondano anch'esso, sia nel suo entrare nella nostra coscienza, che nel suo non-entrarvi»(cit.); nondimeno, solo il postulare tale terza relazione con il mondo rende possibile presupporre che anche ciò che "non entra" in una coscienza possa essere comunque un contenuto mondano (pur non entrandovi, pur essendo extra-coscienziale) e non solo contenuto astratto privo di referente oggettuale (detto più in sintesi: il pensare la possibilità d'esistenza oggettuale in assenza di esperienza mondana).

Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
c'è il mondo con tutta la verità in se stesso e la sovrapposizione delle varie coscienze al mondo come spazi visibili e vivibili di mondo, le "intersoggettività" che in questo gioco di disegni e sovrapposizioni ben possono darsi, sono solo sovrapposizioni doppie, triple, ennesime che determinano una conseguente intersezione, gli spazi condivisi da più di una vita che cadono sullo stesso tratto di mondo e lo mettono in particolare evidenza, dando ad esso un visibilità condivisa
Riguardo alla intersoggettività come mera intersezione fra quadri e ritagli, mi pare sia una rappresentazione spaziale bidimensionale a cui va aggiunta una tridimensionalità dinamica, ovvero la "profondità" del tempo (di tale sovrapposizione) in cui tali intersezioni producono ulteriorità, altro da ciò che sono, non limitandosi a coincidere nel medesimo spazio bidimensionale come l'intersecazione di due insiemi. Un esempio di tale terza dimensione (che a suo modo presuppone la terza relazione con il mondo, la presupposizione del non-ancora-noto, non-ancora-"oggettivato"-eppure-teorizzato), può essere il tuo stesso post: non si tratta di una parte di mondo pre-esistente in cui ci incontriamo (intersecando le nostre coscienze), ma di una tua produzione che diventa un mio contenuto di coscienza che a sua volta genera una mia produzione (questo post) che diventa tuo contenuto di coscienza (se lo stai leggendo), etc. nella parte di mondo in cui ci intersechiamo, ovvero questa pagina di forum, avviene non la mera «messa in evidenza»(cit.) di ciò che già è, bensì la creazione (oltre che di dati digitali prima non esistenti nel server del sito, etc.) di una "fetta di mondo" che prima non c'era e che ora entra a far parte nei nostri rispettivi mondi di coscienza, oltre ad essere ormai disponibile anche ad altre coscienze (neonata parte del mondo che innescherà differenti vissuti a seconda che si tratti della mia coscienza, della tua o di quella di un terzo lettore).
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: niko il 03 Marzo 2021, 18:22:02 PM
Citazione di: Phil il 03 Marzo 2021, 16:56:00 PM
Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
non c'è il mondo esterno da percepire tramite la coscienza, ma la coscienza stessa è contenuto mondano.
Non direi debba esserci necessaria contrapposizione, quel «ma» può essere un «e» (che cancella il «non» iniziale): la coscienza è contenuto mondano, il suo esser-contenuto presuppone (fenomenologicamente) l'esserlo per-qualcuno, per-una-coscienza; quindi l'esser-contenuto-di-coscienza può essere esterno (mondo) o interno (auto-coscienza). Questo mi pare renda più nitido il ruolo di "punto prospettico/insiemistico" della coscienza, intesa come «un limite o un ritaglio passante per il mondo che finché esiste definisce primariamente cosa del mondo sia arbitrariamente interno o esterno per un soggetto»(cit.).

Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
(prima relazione possibile col mondo, abitazione di un corpo, la pelle) [...] (seconda relazione possibile col mondo, abitazione di una parte del mondo che definisce il mondo in quanto conosciuto, il mondo come casa; che poi a ben vedere l'insieme delle nozioni nella mente di un uomo sono micro-modificazioni del suo corpo, soprattutto del cervello
Dal discorso proposto sembra che nella tua prospettiva ci sia anche una (implicita) terza (pseudo?)relazione possibile con il mondo: quella con il mondo supposto come ulteriorità mondana (dissimulato nell'incipit del tuo post), come idea di spazio oggettuale eccedente il mondo circoscritto di ciascun soggetto; nel momento in cui anche ipotesi, possibilità, aspettative e teorie sono pur sempre contenuti di coscienza (con annesse micro-modificazioni), tale terza relazione si invera (per dirla in metafisichese), pur restando priva di un referente oggettuale extra-soggettivo (trattandosi di contenuti di coscienza puramente teorici; il che, se magari non denota una terza relazione autonoma, suggerisce almeno una rilevante dicotomia all'interno della seconda relazione, fra micro-modificazioni che richiamano un oggettualità esterna e micro-modificazioni che sono incentrare sulla soggettività pensante).
Questa relazione terziaria che, seppur prima negata dalla «legge dell'esistenza, l'idea di una ulteriorità della realtà che si possa rivelare in una ulteriorità del conoscibile, non è e non può essere mai attualmente valevole per l'uomo» (cit.), poi si afferma con la postulazione, attuale solo nella sua astrazione, di un "grandissimo" extra-coscienziale, un «arazzo o un quadro astratto grandissimo con una cornice grandissima, quanti sotto-quadri più piccoli ci potresti ricavare sovrapponendoci delle cornici più piccole, sono i viventi ognuno preso nella "sua" visione del mondo»(cit.). Tale "grandissimo arazzo" non può essere, nella sua totalità mondana, contenuto oggettuale di coscienza individuale, tuttavia resta possibile postularlo come teorica proiezione esponenziale del piccolo arazzo oggettuale che è contenuto nella singola coscienza.
Questa implicita terza relazione con il mondo, in quanto mondo-oggettuale-eccedente-la-coscienza e i suoi contenuti mondani (eppure pensato come esistente fuori dalla coscienza con un salto "meta-fenomenologico"), si conferma, pur nella sua problematicità, nel momento in cui «quello che non sappiamo di essere finché resta tale non ci riguarda, e quando ci riguarda è perché in una certa qual misura "entra" nella nostra coscienza, ed è dunque presupponibile che sia contenuto mondano anch'esso, sia nel suo entrare nella nostra coscienza, che nel suo non-entrarvi»(cit.); nondimeno, solo il postulare tale terza relazione con il mondo rende possibile presupporre che anche ciò che "non entra" in una coscienza possa essere comunque un contenuto mondano (pur non entrandovi, pur essendo extra-coscienziale) e non solo contenuto astratto privo di referente oggettuale (detto più in sintesi: il pensare la possibilità d'esistenza oggettuale in assenza di esperienza mondana).

Citazione di: niko il 03 Marzo 2021, 13:50:52 PM
c'è il mondo con tutta la verità in se stesso e la sovrapposizione delle varie coscienze al mondo come spazi visibili e vivibili di mondo, le "intersoggettività" che in questo gioco di disegni e sovrapposizioni ben possono darsi, sono solo sovrapposizioni doppie, triple, ennesime che determinano una conseguente intersezione, gli spazi condivisi da più di una vita che cadono sullo stesso tratto di mondo e lo mettono in particolare evidenza, dando ad esso un visibilità condivisa
Riguardo alla intersoggettività come mera intersezione fra quadri e ritagli, mi pare sia una rappresentazione spaziale bidimensionale a cui va aggiunta una tridimensionalità dinamica, ovvero la "profondità" del tempo (di tale sovrapposizione) in cui tali intersezioni producono ulteriorità, altro da ciò che sono, non limitandosi a coincidere nel medesimo spazio bidimensionale come l'intersecazione di due insiemi. Un esempio di tale terza dimensione (che a suo modo presuppone la terza relazione con il mondo, la presupposizione del non-ancora-noto, non-ancora-"oggettivato"-eppure-teorizzato), può essere il tuo stesso post: non si tratta di una parte di mondo pre-esistente in cui ci incontriamo (intersecando le nostre coscienze), ma di una tua produzione che diventa un mio contenuto di coscienza che a sua volta genera una mia produzione (questo post) che diventa tuo contenuto di coscienza (se lo stai leggendo), etc. nella parte di mondo in cui ci intersechiamo, ovvero questa pagina di forum, avviene non la mera «messa in evidenza»(cit.) di ciò che già è, bensì la creazione (oltre che di dati digitali prima non esistenti nel server del sito, etc.) di una "fetta di mondo" che prima non c'era e che ora entra a far parte nei nostri rispettivi mondi di coscienza, oltre ad essere ormai disponibile anche ad altre coscienze (neonata parte del mondo che innescherà differenti vissuti a seconda che si tratti della mia coscienza, della tua o di quella di un terzo lettore).


Beh,si può certamente affermare che l'idea che il mondo esista come ulteriorità rispetto a (qualsiasi) coscienza è spesso, se non quasi sempre, presente alla coscienza, e sicuramente modifica anche di conseguenza il cervello, ma come dici tu questo mondo ulteriore alla coscienza non ha oggetto, non ha referente, quindi la coscienza nel suo tentare di riferirvisi è l'essere più il nulla, nel senso della totalità e dell'imperfezione, quindi questo referente nullo è la verità della coscienza stessa, quindi il mio ragionamento è semplicemente supponiamo che la coscienza possa davvero conoscere il mondo, allora, se così fosse, il mondo "vero", numenico, non potrebbe essere altro che il doppio così perfetto della coscienza da essere da essa indistinguibile, la sovra-posizione perfetta, per quanto parziale, insomma mi trovo a riempire questo nulla con la verità della coscienza, che tanto è quello che succede nel disincanto nichilistico e post-metafisico come accesso residuale alla verità laddove ci si rende conto che nessun'altra verità è possibile.
Il fatto però che la verità coincida con la coscienza, non vuol dire che anche la totalità vi coincida, la totalità come combinazione di essere e nulla è modellizzata e attraversata in questo tipo di pensiero, quindi quello che è vero perché cade sotto i sensi e sotto la coscienza, materialismo e sensismo assoluto secondo me, potrebbe essere una parte della verità, o falso, se il vero è l'intero e solo l'occhio di Dio può osservare simultaneamente tutto il mondo, il problema della verità in questi termini non è neanche più posto.


Quindi la coscienza che si suppone ci sia un mondo oltre la coscienza, per me ricade in quello che ho chiamato abitazione del corpo e del mondo, non fa da terza relazione; per spiegarmi meglio, io penso che l'interiore ed esteriore, il distinguere in generale il pensiero dalla realtà, siano già pertinenza del corpo e quindi della mente; invece la presenza complessiva al mondo che va al di là di interiorità ed esteriorità, è data dal fatto che ogni attimo di coscienza si dispiega, e entro certa misura si accumula, al netto delle dimenticanze, nel tempo, e dal fatto che l'uomo suppone esistente un mondo ulteriore a quello che conosce e si comporta di conseguenza, e non solo per sua scelta m perché presupporre esistente il mondo è necessario a sopravvivere, e quindi rientra nel progetto in generale della vita ben al di là della storia del singolo, quindi qui siamo oltre la percezione istantanea e fotografica, sia perché ci percepiamo come esseri temporalmente perduranti e tendenzialmente desideriamo percepirci come tali (come detto prima vogliamo sopravvivere) sia perché presupponiamo, a fini sia partici che meramente speculativi, che il mondo esita, tutto questo l'ho chiamato abitazione del mondo come conoscibile e come casa.


Per quanto riguarda il tempo, di cui tu parli rispondendo a quello che io ho definito intersoggettività, io ho un'idea abbastanza strana di come sia e "scorra" il tempo nell'infinito, per me è la condizione di prossimità -spaziale- da ridefinire per definire il tempo, il passato e il futuro esistono fisicamente come esiste il presente, il che vuol dire che c'è armonia prestabilita tra più mondi che corrispondono a più attimi e la coscienza fa il salto continuo da un mondo all'altro per farci vedere il film del tempo come coerente, se vedessimo a raggio di visione più ampio, il tempo sarebbe fermo, e ad uno ancora più ampio di quello che ci restituisce il tempo fermo, tutto starebbe avvenendo contemporaneamente, quindi la bi-dimensione del quadro o dell'arazzo è solo una metafora come un'altra che se presa troppo sul serio non va bene in nessun senso a descrivere una singola vita umana, figuriamoci l'incontro tra due o più.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 03 Marzo 2021, 19:41:45 PM
Che esista un mondo-realtà a prescindere dalla nostra coscienza individuale lo dimostrano i nostri genitori che ci pre-esistevano. Che ci sia un mondo-realtà a prescindere dalla nostra specie lo dimostrano geologia e astronomia. Questo è il dato fisico non ancora falsificato da nessuno. Il dato metafisico ognuno se lo può girare come vuole.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: niko il 03 Marzo 2021, 20:43:42 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Marzo 2021, 19:41:45 PM
Che esista un mondo-realtà a prescindere dalla nostra coscienza individuale lo dimostrano i nostri genitori che ci pre-esistevano. Che ci sia un mondo-realtà a prescindere dalla nostra specie lo dimostrano geologia e astronomia. Questo è il dato fisico non ancora falsificato da nessuno. Il dato metafisico ognuno se lo può girare come vuole.




Si tratta di pensare la relazione della parte con il tutto, io credo che la maggior parte degli uomini non sia interessata all'esistenza oggettiva del mondo come costrutto fisico o geologico, ma alla realtà dei valori, degli affetti e delle relazioni eticamente significative, insomma si interroga sul fondamento, ponendo se stesso come problema; queste "cose", relazioni, pensieri, sentimenti eccetera, stanno nel grande mondo, come lo definisce ad esempio anche viator, mondo come grande insieme di cause ed effetti, principio per cui all'infinito le cause producono gli effetti, di cui la coscienza, secondo me, è un ritaglio in senso prospettico e insiemistico, quindi sì, per me i fondamenti della vita culturale e relazionale umana esistono oggettivamente, "stanno" nel mondo nel senso dello stare sul quadro o sull'arazzo a cui il mondo potrebbe essere paragonato,  tra questi vari costrutti culturali esiste la visione scientifica, geologica e cosmologica del mondo che ne è una piccola parte, di solito nemmeno tanto interessante per l'uomo della strada.


Quindi se lo dovessi descrivere per contenuti e matriosche, c'è prima il mondo come grande contenitore di tutto, assoluto con tutti problemi che l'assoluto pone, di concetto senza referente eccetera; dentro il mondo c'è la coscienza, un micro pezzetto di mondo dedicato ad esseri che non attingeranno mai l'assoluto come totalità, ma solo la parte che non è e non sarà mai il tutto, e non darà mai informazioni sufficienti alla deducibilità del tutto, e sarebbe meglio, secondo me, che se ne facessero una ragione; dentro la coscienza c'è, insieme a mille altre cose, quello che gli scienziati e tutti quelli istruiti che avendo fatto un po' di scuola attingono alla divulgazione scientifica considerano il mondo o l'universo nel senso fisico e cosmologico del termine, compresi i terrapiattisti che se ne fanno una loro idea un po' particolare.


Può sembrare naif che il mondo fisico e cosmologico secondo me stia dentro la coscienza, ma penso che pianeti e meteoriti se ne infischino delle teorie con cui li descriviamo, e così pure leptoni e compagnia bella, quindi dal mio punto di vista ci sta benissimo. Ma il punto fondamentale è che stare dentro la coscienza, secondo me non è diverso da stare nel mondo, solo una posizione più centrata e meglio definita di un qualcosa che diversamente sarebbe indefinito: se nel cassetto c'è una pistola, e nella pistola c'è una pallottola, la pallottola sta nel cassetto, non chissà dove altro, la domanda sulla pallottola riguarda anche il cassetto e non solo la pistola, anche se magari ci vuole astrazione e un po' di attitudine contro-intuitiva per capirlo.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 03 Marzo 2021, 21:08:29 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Marzo 2021, 19:41:45 PM
Che esista un mondo-realtà a prescindere dalla nostra coscienza individuale lo dimostrano i nostri genitori che ci pre-esistevano. Che ci sia un mondo-realtà a prescindere dalla nostra specie lo dimostrano geologia e astronomia. Questo è il dato fisico non ancora falsificato da nessuno. Il dato metafisico ognuno se lo può girare come vuole.
Salve Ipazia. La preesistenza dei nostri genitori (o comunque di un qualsiasi passato estraneo alla nostra memoria di esperienze sensoriali) non è in alcun modo razionalmente dimostrabile. E' semplicemente ed appunto un eventuale nozione trasmessaci da qualcuno durante la nostra vita cosciente e da noi assunta come vera solo sulla base di analogia con altri nostri contenuti e nozioni contenuti nella nostra individuale MEMORIA CONSAPEVOLE (o COSCIENZIALE). In brevità, è impossibile demolire l'ipotesi solipsistica. Saluti.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 03 Marzo 2021, 21:25:19 PM
L'ipotesi solipsistica sarà pure impossibile da demolire sul piano logico, ma si autodemolisce sul piano ontologico secondo quanto i bisogni e le verifiche oggettive e intersoggettive asseverano. La preesistenza dei genitori rispetto ai figli è razionalmente dimostrabile dalla biologia animale.

Che gli umani vogliano dare un senso alla realtà-mondo e siano poco interessati alla realtà-mondo in sè è un grosso problema per il disvelamento della realtà-mondo medesima, ovvero della verità. Non è che l'uomo della strada e lo scienziato vivano in una realtà-mondo differente ontologicamente. Se sconfiniamo sul piano etico, ovvero dei valori, siamo in mondo altro che non va confuso con la realtà-mondo di cui la scienza ci dà la migliore rappresentazione disponibile.

Il mondo dei valori ha una sua legittimità antropologica in un piano che non dovrebbe mai essere confuso con quello dela realtà-mondo intersoggettivamente esperibile nella sua riproducibilità fattuale e nella sua storia documentata.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 05 Marzo 2021, 15:09:02 PM
Citazione di: bobmax il 02 Marzo 2021, 21:20:03 PM
Il mondo è tutto quello che c'è, è la definizione di mondo.

Mondo = Tutto quello che c'è

Magari qualcuno potrebbe obiettare, ma solo per dare una definizione diversa del termine "mondo".

È solo una questione di definizione.
A cui poi si deve essere conseguenti.

Ma appunto, ad essere conseguenti il gioco poi si fa impegnativo, meglio buttarla in caciara.
Ed è appunto una definizione assai poco analitica e molto sintetica, della peggior specie, ovvero di quella sintesi che supponentemente pretende di possedere quello che non possiede e di sapere quello che non sa.

Molto opportunamente l'analitico phil ha chiamato in causa la "mondanità", ovvero quella schiuma triviale che ricopre il presunto mondo ed è la sua manifestazione tangibile di cui possiamo esperire e dire qualcosa. Per il resto "mondo" rimane definizione vaga di come ogni umano si immagina la realtà, al limite dell'incomunicabile: il favoloso mondo di Amélie, bobmax, Ipazia ...
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: bobmax il 05 Marzo 2021, 16:31:48 PM
Ogni definizione ne richiama altre, che si danno necessariamente per assodate.
In caso contrario occorrerebbe chiedere chiarimenti.
Ma a questo punto si inizierebbe una analisi... Che è meglio rifuggire ad ogni costo, se l'intento non è una autentica comunicazione.

Nella fattispecie bisognerebbe aver presente cosa significa "esserci".
Averne una idea.
Almeno considerarlo semmai un problema...

E invece niente.

In effetti è meglio evitare di essere coinvolti laddove se ne è ormai sperimentata l'inutilità.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 05 Marzo 2021, 17:29:50 PM
Salve purtroppo per far confusione è sufficiente non conoscere (o sorvolare sulla-) la correttezza linguistica.

Infatti l'espressione "Il Mondo è tutto quello che c'è" - oltre a non risultare nè sintetica nè analitica -  è ridicolmente bi-tautologica oltre che non sufficientemente concisa. Essa, significando "Tutto ciò che è nel mondo, VI è", introduce indebitamente (e a parte la tautologia del doppio "e'") - accanto all'ignoto dell'essere - la presunzione di circoscrivere l'essere ad un ambito, un luogo, il quale dovrebbe appunto - doppiamente tautologicamente - contenere il mondo stesso.

Sembra incredibile che persone anche dotte e "formate" non riescano ad esprimersi in modo appropriatamente conciso. Bastava affermare "Il mondo include tutto ciò che è" per cavarsi da ogni genere di impaccio linguistico (invece di insistere, come fa bobmax, con l'"esserci", cioè con l'acqua calda di un "essere" che diventa "essere ivi").

Anche così però resta l'impaccio filologico dell' essere. A mio parere eliminabile anch'esso. Sarà sufficiente trasformare la definizione precedente in una affermazione : "Il mondo include tutte le cause e tutti gli effetti" salvandone significato, efficacia, correttezza logica e proprietà linguistica.

A questo punto resta la dietrologia a tutti i costi circa il "significato astratto" di essere, causa ed effetto, ovvero di termini rigorosamente sinonimi. Chi vorrà capire avrà capito. Saluti.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: bobmax il 05 Marzo 2021, 17:56:37 PM
Questo deridere argomenti di cui si è evidentemente all'oscuro, come la differenza fondamentale tra "esserci" e "essere", conferma l'inutilità di un qualunque ulteriore confronto.

Spiace, perché l'esistenza è comunicazione.
Però a volte si deve prendere atto che con alcuni non è possibile una autentica comunicazione.

Questa impossibilità è probabilmente reciproca, a maggior ragione ignorerò ulteriori interventi.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 05 Marzo 2021, 18:58:09 PM
Citazione di: bobmax il 05 Marzo 2021, 17:56:37 PM
Questo deridere argomenti di cui si è evidentemente all'oscuro, come la differenza fondamentale tra "esserci" e "essere", conferma l'inutilità di un qualunque ulteriore confronto.

Spiace, perché l'esistenza è comunicazione.
Però a volte si deve prendere atto che con alcuni non è possibile una autentica comunicazione.

Questa impossibilità è probabilmente reciproca, a maggior ragione ignorerò ulteriori interventi.

Salve bobmax. Mi rendo conto che tu consideri fondamentali certe costruzioni filosofiche (Mi sembra c'entri un grande nome come quello di Heidegger) le quali hanno magari riempito vite di studio.Ma non è che io derida i loro frutti o chi le apprezza. Per mia scelta d'ignoranza (tutti abbiamo il diritto di decidere di coltivare o d'ignorare, no ?) io considero certe acroabazie dialettiche come dei castelli di carte, affascinanti, eleganti, complessi........ma che stanno in piedi solo se non tira troppo vento.

Mi dispiace di urtare la tua sensibilità culturale, ma quel poco che penso preferisco (almeno qui dentro, cioè all'interno di una preziosa oasi di educata libertà) dirlo che tacerlo, senza intenzione di deridere tesi o persone. Poi le mie restano opinioni dissennate di un povero ignorante testardo. A questo punto - premesso che non ti ho mai chiesto di appassionarti ai miei interventi - resta ormai assodato che sia la nostra visione del mondo che il nostro modo di esprimerla, sono assai diversi.
Rassegnamoci......l'importante è non farsi del male. Saluti rispettosi e persino un poco cordiali.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: baylham il 14 Marzo 2021, 17:07:26 PM
Citazione di: viator il 03 Marzo 2021, 21:08:29 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Marzo 2021, 19:41:45 PM
Che esista un mondo-realtà a prescindere dalla nostra coscienza individuale lo dimostrano i nostri genitori che ci pre-esistevano. Che ci sia un mondo-realtà a prescindere dalla nostra specie lo dimostrano geologia e astronomia. Questo è il dato fisico non ancora falsificato da nessuno. Il dato metafisico ognuno se lo può girare come vuole.
Salve Ipazia. La preesistenza dei nostri genitori (o comunque di un qualsiasi passato estraneo alla nostra memoria di esperienze sensoriali) non è in alcun modo razionalmente dimostrabile. E' semplicemente ed appunto un eventuale nozione trasmessaci da qualcuno durante la nostra vita cosciente e da noi assunta come vera solo sulla base di analogia con altri nostri contenuti e nozioni contenuti nella nostra individuale MEMORIA CONSAPEVOLE (o COSCIENZIALE). In brevità, è impossibile demolire l'ipotesi solipsistica. Saluti.


In breve, è possibile demolire l'ipotesi solipsistica, basta cambiare ipotesi.

Se il mondo è la mia coscienza, la mia coscienza non è nel mondo.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 14 Marzo 2021, 18:31:13 PM
Salve baylham. Citandoti : "Se il mondo è la mia coscienza, la mia coscienza non è nel mondo".

Vedo che al mio constatare l'impossibilità di dimostrare la falsità dell'ipotesi solipsistica tu replichi dedicandoti all'ipotizzare.......................................................

Scusa ma a quale testa famosa dovremmo tale fine ipotesi ? Prima dell'instaurarsi della prima coscienza (esclusività stranamente antropica che qui sopra quindi viene autocelebrata da una coscienzialità umana)..........c'era un mondo privo di umani o "c'era" il NULLA ?.

E' chiaro che una cosa è il credere, dubitare od ipotizzare il solipsismo, altra cosa il dimostrarlo. Ovvio che l'ipotesi può diventare "Se la mia coscienza è nel mondo, il mondo non è la mia coscienza". Saluti.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: baylham il 15 Marzo 2021, 10:52:30 AM
Se è impossibile dimostrare la falsità dell'ipotesi solipsistica è altrettanto impossibile dimostrarne la verità.
Le dimostrazioni sono basata su ipotesi (postulati, assiomi, deduzioni, vero/falso): ad una ipotesi, soggettivismo o solipsismo, si contrappongono altre ipotesi, ad esempio realismo o oggettivismo, altrettanto possibili.
Il solipsista assume che ci sia la sua coscienza, quindi che la sua coscienza sia nel mondo; ciò è incoerente col fatto che il mondo sia la sua coscienza.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 15 Marzo 2021, 11:23:14 AM
Le dimostrazioni che hanno come oggetto la realtà non si basano sul consenso delle "coscienze" ma su elementi oggettivi terzi verificabili da tutte le "coscienze". A dimostrazione di ciò sta il fatto che anche il filosofo idealista forte è costretto a prendere sul serio e allo stesso modo del realista il suo approccio alla realtà, prendendo in verità atto che la realtà esiste a prescindere dalla sua coscienza. In tale passaggio caudino il solipsista filosoficamente decade.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: niko il 15 Marzo 2021, 14:27:12 PM
Faccio ancora qualche considerazione sul solipsismo, e su come secondo me questo modo "bizzarro" e "difficile da dimostrare" di mettere le cose sia valido o non sia valido ad esprimere la realtà e la condizione della coscienza, per quello che essa è secondo me:


Io penso che il mondo riflesso nella coscienza sia parte (infinitesimale) del mondo "reale", insomma il film che si vede scorrere nella coscienza è reale, ma reale come infinitesimo di una realtà più grande, non come totalità.


Non c'è un rapporto di duplicazione, tra il mondo reale e il mondo che appare nella coscienza, se non come tracciamento di un confine prospettico irreale che ricade su di un mondo reale, il mondo che sta nella coscienza è il mondo vero, solo che ne è una parte, il che vuol dire che esistono enti che esistono solo come confine e relazione tra altri enti, e la coscienza è tra questi. Non so come dirlo meglio, in estrema sintesi, l'unica funzione della coscienza è definire quale parte del mondo sia inclusa nella coscienza stessa e quale no, quindi il mio è un solipsismo, ma un solipsismo compositivo del mondo, che può ben esistere sia insieme a parti differenti del mondo non incluse in nessun solipsismo, che insieme ad altri solipsismi (ad esempio quelli "proiettati" dagli altri viventi), quindi è un puro psismo, senza il soli.
Proprio perché la coscienza ha il potere di riferirsi alla realtà non è altro dalla realtà, è contenuto mondano.


Ovviamente la metafora che faccio è un insieme di disegni più piccoli che si possono creare apponendo forme vuote, ad esempio cornici, su un disegni più grande, ma come sia incluso in tutto ciò l'impressione del tempo e del movimento non me lo immagino molto bene, la metafora più semplice è che nella misura in cui alterniamo conoscenza e oblio, conosciamo alcune cose e ne dis-conosciamo altre, è come se la cornice si stesse muovendo, includendo un disegno dinamico, che perde parti e ne guadagna altri. E' come se in un mondo immobile, solo ciò che è puramente immateriale e relazionale potesse muoversi, includendo ed escludendo le realtà del mondo immobile.


Sicuramente ciò che si può conoscere in una vita è immenso rispetto a ciò che si può conoscere in un attimo, ma ciò che si può conoscere in una vita è minuscolo rispetto a ciò che realmente sta nel mondo, nella misura in cui tali configurazioni si ripetono, i singoli viventi non credo siano unici, quindi secondo me il solipsismo che mi rappresenta, non è soli, se io potessi allargare arbitrariamente lo sguardo e il mio vissuto possibile sull'immenso mondo, neanche rispetto all'inclusione di se stesso in se stesso, oltre a non esserlo rispetto alla relazione col mondo.



Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 15 Marzo 2021, 20:28:32 PM
Il fatto che noi abbiamo una visione (letterale) del mondo determinata dai nostri sensori non è una novità e non è nemmeno un pretesto per baloccarsi con tale limitatezza. Ci sono strumenti, denominati scienza&tecnica, che ci permettono di aumentare tale visione e quindi anche la nostra co(no)scienza del mondo.  Il solipsismo idealistico invece pretenderebbe che il mondo fosse una illusione dei nostri sensori, variando i quali varia pure il mondo. Decisamente non funziona così, nemmeno in ambito filosofico. Si tratta di una metafora eletta a verità. Ovvero di mistificazione.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: iano il 15 Marzo 2021, 20:44:41 PM
Citazione di: niko il 15 Marzo 2021, 14:27:12 PM
Ovviamente la metafora che faccio è un insieme di disegni più piccoli che si possono creare apponendo forme vuote, ad esempio cornici, su un disegni più grande, ma come sia incluso in tutto ciò l'impressione del tempo e del movimento non me lo immagino molto bene, la metafora più semplice è che nella misura in cui alterniamo conoscenza e oblio, conosciamo alcune cose e ne dis-conosciamo altre, è come se la cornice si stesse muovendo, includendo un disegno dinamico, che perde parti e ne guadagna altri. E' come se in un mondo immobile, solo ciò che è puramente immateriale e relazionale potesse muoversi, includendo ed escludendo le realtà del mondo immobile.




In effetti dentro le tue cornici appaiono elementi di disturbo come dici bene , nel senso che singolarmente appaiono sempre , come ad esempio il tempo.
Se il nostro vero limite fosse quello di poter fare solo inquadrature parziali, dovremmo avere almeno la facoltà di renderle ancora più parziali .
Invece non vi riusciamo.
Allora forse questo è il vero limite significativo semmai.

Mi sembra però meno problematico affermare che con le nostre cornici non inquadriamo la realtà  , ma la disegniamo , e non in modo fedele, ma più che per difetto per eccesso, contenendo il quadro un significato che nella realtà diversamente non c'è, ma che noi vi aggiungiamo.
È un quadro che si aggiunge alla realtà che lo ha ispirato con una sua propria specificità unica.
Lontano quindi dall'essere un duplicato parziale o meno della realtà.
È una traduzione della realtà, ma più che un riassunto una scelta di passi salienti.
È un mondo detto con parole nostre , un racconto che entra  a far parte del mondo con tutta la sua specificità .
Arte astratta più che estratta.
Un quadro che prima non c'era, ma che non nasce dal nulla.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 15 Marzo 2021, 21:13:19 PM
Salve Ipazia. Secondo me proprio non ci siamo ! Commento grassettando :

Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2021, 20:28:32 PMIl fatto che noi abbiamo una visione (letterale) del mondo determinata dai nostri sensori non è una novità e non è nemmeno un pretesto per baloccarsi con tale limitatezza. Ci sono strumenti, denominati scienza&tecnica, che ci permettono di aumentare tale visione (certo, e lo fanno includendo nuovi messaggi ALL'INTERNO DELLA NOSTRA SFERA SENSORIALE, dalla quale NESSUNO PUò USCIRE !) e quindi anche la nostra co(no)scienza del mondo, (la quale venne generata e può venir ampliata solamente attraverso il processo di inclusione sensoriale appena qui sopra citato).  Il solipsismo idealistico invece pretenderebbe che il mondo fosse una illusione (si dice : UNA PERCEZIONE. Le illusioni, se ci sono e sinchè funzionano, sono sempre indistinguibili dalla realtà, la quale ultima implica solamente un concetto favolistico di ciò che esisterebbe senza che la nostra percezione possa provarlo e quindi senza che noi lo si possa dimostrare essere esistente piuttosto che inesistente) dei nostri sensori, variando i quali varia pure il mondo. Decisamente non (togliere il -non- !) funziona così, nemmeno in ambito filosofico. Si tratta di una metafora eletta a verità (Si tratta di una verità eletta a metafora). Ovvero di mistificazione (Ovvero del contrario di una mistificazione).
Saluti.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 15 Marzo 2021, 21:25:44 PM
Per quante monete false la metafisica si sforzi di coniare, poi è la fisica che decide se accettarle o meno. Se viator e ipazia si lanciano nel vuoto dal quarto piano non c'è percezione o coscienza individuale che determini un esito diverso tra loro. La forza di gravità non fa sconti alla metafisica e neppure ai metafisici e mette d'accordo tutti sul principio di verità.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: iano il 15 Marzo 2021, 21:54:49 PM
Citazione di: Ipazia il 15 Marzo 2021, 21:25:44 PM
Per quante monete false la metafisica si sforzi di coniare, poi è la fisica che decide se accettarle o meno. Se viator e ipazia si lanciano nel vuoto dal quarto piano non c'è percezione o coscienza individuale che determini un esito diverso tra loro. La forza di gravità non fa sconti alla metafisica e neppure ai metafisici e mette d'accordo tutti sul principio di verità.
Quindi la metafisica il suo sporco lavoro lo fa', anche se poi è la fisica a prendersi il merito.😅
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 15 Marzo 2021, 22:29:23 PM
Il merito del netturbino. Detto volgarmente spazzino.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 15 Marzo 2021, 22:29:58 PM
Salve Ipazia. Malauguratamente la vincerà unicamente la soggettività eventualmente solipsistica.

Se ti butti prima tu io potrei pensare che le conseguenze del tuo atto potrebbero risultare del tutto diverse da quelle del mio replicarlo.

E' lo stesso che il credere nell'al di là : forse c'è, forse no, ma il crederlo non costa nulla........tanto vale crederci.........peccato però che - da vivo e magari anche da morto - non potrò mai saperlo !!. Saluti.
Titolo: Re:Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Ipazia il 15 Marzo 2021, 22:37:54 PM
Sì, però anche qui la fisica ha fatto così bene il suo mestiere di spazzino che oggi puoi crederci oppure no, mentre al tempo dell'egemonia della metafisica religiosa (oggi ancora dominante in varie parti del mondo) non crederci comportava gravi rischi.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Lou il 16 Marzo 2021, 11:04:37 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Marzo 2021, 19:41:45 PM
Che esista un mondo-realtà a prescindere dalla nostra coscienza individuale lo dimostrano i nostri genitori che ci pre-esistevano. Che ci sia un mondo-realtà a prescindere dalla nostra specie lo dimostrano geologia e astronomia. Questo è il dato fisico non ancora falsificato da nessuno. Il dato metafisico ognuno se lo può girare come vuole.
In realtà il mondo, inteso come dalla definizione proposta "tutto quello che c'è", ovvero inteso come campo che abbraccia la totalità, essendo un "concetto" limite, è proprio ciò che non esiste. Non c'è un fatto chiamato "mondo".
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 16 Marzo 2021, 13:46:28 PM
Salve Lou. Non capisco il tuo utilizzo del termine "fatto". "Fatto" per me significa "evento accaduto od accadente", mentre il "mondo" non è un "evento" bensi " il "luogo" degli eventi" (ovverossia l'ambito della realtà, intesa come successione appunto di eventi (cause-effetti) i quali possono appunto venir considerati dei fatti.
Ma gli eventi-fatti sono i contenuti del "luogo", mentre il "luogo" è il mondo. Saluti.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Alexander il 16 Marzo 2021, 13:50:21 PM
Buongiorno a tutti


cit.Lou:In realtà il mondo, inteso come dalla definizione proposta "tutto quello che c'è", ovvero inteso come campo che abbraccia la totalità, essendo un "concetto" limite, è proprio ciò che non esiste. Non c'è un fatto chiamato "mondo".



Il termine "mondo" indica infatti piuttosto un processo cognitivo che non qualcosa di effettivamente esistente. Se c'è qualcosa "là fuori", e probabilmente c'è, non è un mondo. La mente tende a entificare ogni cosa, necessariamente per nominare (il pensiero non funziona senza dare un nome a ogni percezione). Considerando poi che disponiamo di una coscienza "appetitiva", che si protende cioè all'esterno, verso ciò che può "divorare", possiamo dire che il mondo è una costruzione umana.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Lou il 16 Marzo 2021, 17:12:01 PM
Citazione di: viator il 16 Marzo 2021, 13:46:28 PM
Salve Lou. Non capisco il tuo utilizzo del termine "fatto". "Fatto" per me significa "evento accaduto od accadente", mentre il "mondo" non è un "evento" bensi " il "luogo" degli eventi" (ovverossia l'ambito della realtà, intesa come successione appunto di eventi (cause-effetti) i quali possono appunto venir considerati dei fatti.
Ma gli eventi-fatti sono i contenuti del "luogo", mentre il "luogo" è il mondo. Saluti.
Appunto,  non ho utilizzato a casaccio il termine "fatto", hai capito bene, sono io a non capire il tuo appunto: il mondo non c'è un fatto ( l'ho scritto, no? ) chiamato mondo. Tu lo chiami "luogo", io "campo". Mi pare stiamo dicendo la stessa cosa.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: Lou il 16 Marzo 2021, 17:25:10 PM
Citazione di: Alexander il 16 Marzo 2021, 13:50:21 PM
Buongiorno a tutti


cit.Lou:In realtà il mondo, inteso come dalla definizione proposta "tutto quello che c'è", ovvero inteso come campo che abbraccia la totalità, essendo un "concetto" limite, è proprio ciò che non esiste. Non c'è un fatto chiamato "mondo".



Il termine "mondo" indica infatti piuttosto un processo cognitivo che non qualcosa di effettivamente esistente. Se c'è qualcosa "là fuori", e probabilmente c'è, non è un mondo. La mente tende a entificare ogni cosa, necessariamente per nominare (il pensiero non funziona senza dare un nome a ogni percezione). Considerando poi che disponiamo di una coscienza "appetitiva", che si protende cioè all'esterno, verso ciò che può "divorare", possiamo dire che il mondo è una costruzione umana.
Esattamente, e, in base a quanto hai scritto, io amo concepire la parola, più che temine, "mondo" una estensione di-(coscienza) umano, in una apprensione costante. Nel mondo,in fondo, l'uomo cerca e trova sè stesso, nient'altro.
Titolo: Il mondo è tutto quello che c'è
Inserito da: viator il 16 Marzo 2021, 18:20:03 PM
Salve Lou. Sì, si è trattato di mio fraintendimento. Saluti.