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Il tragico

Aperto da Jacopus, 26 Aprile 2024, 10:56:26 AM

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Jacopus

Pensiero del tardo mattino.
L'uomo è un soggetto tragico, che si oppone alla sua tragicità. Due sono i modelli che l'hanno aiutato in questa opposizione, la religione e la scienza, in questo caso unite nello sforzo di superare la condizione tragica dell'uomo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sapa

Ciao Jacopus, concordo integralmente con il tuo pensiero del tardo mattino. In realtà, esistono anche altre forme palliative contro la tragicità dell'esistenza umana, vedi le droghe, il vino, il sesso....Tutte forme, però, che in realtà finiscono per alimentare ulteriore tragicità, perchè i loro effetti sono momentanei. Invece, religione e scienza sono per sempre, direi.

Jean

Mi permetto di aggiungere... l'arte. 

A mio avviso prima della scienza e anche della religione.

Chi ne usufruisca... vive d'amor...

Chi la pratichi, secondo la sua misura, talvolta viene visitato dall'ispirazione, appunto quell'amor che a nullo amato... 

Mai perdere il momento, come ricorda Giada in C'era una volta... 

https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/cera-una-volta/

:)
J4Y

Pensarbene

"L'uomo è un soggetto tragico, che si oppone alla sua tragicità"

bisogna ricordare Marx, quando si parla di uomo bisogna chiarire il fatto che non esiste "l'uomo" in astratto ma un uomo definibile storicamente e culturalmente.
Ad esempio , gli italiani degli anni del boom erano tutt'altro che tragici, erano quello che potrebbero essere gli italiani ancora oggi se avessero seguito la loro italianità,storicità e cultura.
Gli svizzeri non sono per niente tragici e non cercano di esorcizzare tragedie .Sono dei soggetti definibili storicamente,culturalmente e umanamente dediti al loro proprio benessere.Detto questo, in linea generale,dico che "l'uomo" tende semmai a fare tragedie per ogni problema, prima fra tutte la sua natura umana. I bambini in questo sono dei maestri, in parte per ragioni di età,in parte perché sono intelligenti,intuitivi e astuti capendo come manipolare gli adulti in tutte quelle circostanze che gli conviene usare.
 

Jacopus

È vero. Potremmo aggiungere anche l'arte. Ma l'arte non è cieca, come la religione o piena di hybris, come la scienza. L'arte consola in un modo diverso. Ci dice che il tragico è superabile solo (e parzialmente) creando bellezza. L'arte in qualche modo fa parte della tragicità dell'uomo e ne condivide l'esperienza ma non lo accetta e questa sua non accettazione è però umana e tragica anch'essa. Come se fosse uno spiraglio che si vede nel cielo temporalesco e che mantiene accesa la speranza. L'arte peró procede con il passo e lo spirito di un bambino, religione e scienza no, procedono sicuri e si ammantano di vestiti preziosi, almeno fintanto che  quello stesso bambino non grida "il re è nudo".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Se gli svizzeri non sono tragici, dovrebbero leggere di più Durenmatt, lui era svizzero e piuttosto tragico. Ci sono uomini e società meno tragiche di altre, è possibile. Ma la condizione tragica dell'uomo è una condizione universale. Possiamo anche fingere che non ci sia, vivere il momento, come insegnavano gli epicurei ma il "basso continuo" della nostra morte e ancora prima della difficoltà di conciliare la nostra soggettività con quella degli altri, il nostro egoismo con il nostro senso di giustizia, sono tutte situazioni invalicabili e non risolvibili. Freud scrisse che vi sono tre professioni impossibili, il politico, il medico e l'educatore. Ancor prima di lui, i grandi commediografi greci si sono interrogati su questi dilemmi, al punto da inventare un tipo specifico di arte teatrale: la tragedia. Non si vive la tragedia, forse, se si vive in modo non autoriflessivo, oppure se ci si affida alla religione o ai superpoteri attuali o futuri della scienza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Citazione di: Jacopus il 26 Aprile 2024, 10:56:26 AML'uomo è un soggetto tragico, che si oppone alla sua tragicità.
Per me la tragicità sta nell'opposizione, ma non verso la tragicità stessa, che anzi va accolta, non avversata, per potersi riconoscere come "soggetti tragici": il pensatore tragico non si oppone alla tragicità, se ne nutre, e nutrendosene la trova amara e se ne lamenta; questo lamento è il mesto "canto del satiro" (con riferimento a un possibile etimo di «tragedia»). L'opposizione tragica è piuttosto verso la propria umanità; sia la scienza che la religione che l'arte, si oppongono infatti alla nuda umanità (Adamo docet), intesa come tragica, per rivestirla di comfort tecnologici, di promesse di immortalità e di giustizia, di bellezza.
Tuttavia, per chi non adotta una visione tragica, per chi non se ne nutre, il bisogno di attaccarsi ai seni della tecnica, della religione o dell'arte, non è affatto pressante e ancor meno inevitabile. Per costui il loro latte è eventualmente privo di retrogusto tragico, sa di divertissement; tutta un'altra narrazione, tutta un'altra "teatralità".
«La condizione tragica dell'uomo è una condizione universale»(cit.) solo nel senso che il pensatore tragico la proietta epicamente su tutti e compatisce coloro che non se ne rendono conto, proprio come il credente compatisce coloro che non credono, sostenendo che «l'essere creature che saranno giudicate è una condizione universale», e tapini coloro che non se ne avvedono. Questione di ruoli, di maschere e di copioni; e guai a rompere l'incanto di una narrazione ricordando all'attore che essa è solo tale.

Pensarbene

#7
"Se gli svizzeri non sono tragici, dovrebbero leggere di più Durenmatt." Abbiamo preferito Federer,Jung, Einstein a Berna,
i pittori moderni,la natura, il Cervino,dare lavoro a 80000 tragici stranieri nel Ticino che adesso sono molto meno tragici e così via.
Abbiamo un terzo di popolazione straniera che vive in un modo non certo tragico e tutto sommato c'è la caviamo bene,forse perché non abbiamo mai fatto tragedie n'è CAUSATO TRAGEDIE AL MONDO.

Pio

La tragicità della condizione umana mi pare sia data dal suo pensare la morte e  dalla sua innata aspirazione alla giustizia, sempre irraggiungibile alla fine. Infatti coloro che sottolineano la personale e non universale visione tragica sono di solito anche quelli che non sentono molto forte il bisogno di giustizia. La visione dell'ingiustizia trionfante nel mondo è la base metafisica di quello sconforto che risuona già nei testi antichi e via via nella letteratura fino ai nostri giorni.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Jacopus

Citazione«La condizione tragica dell'uomo è una condizione universale»(cit.) solo nel senso che il pensatore tragico la proietta epicamente su tutti e compatisce coloro che non se ne rendono conto, proprio come il credente compatisce coloro che non credono, sostenendo che «l'essere creature che saranno giudicate è una condizione universale», e tapini coloro che non se ne avvedono. 
Non ritengo le due "fedi" allo stesso livello. Se il pensatore tragico compatisce gli "inconsapevoli", lo fa, appunto, tragicamente: iniziando a porsi la domanda del perché di quella distanza di percezione, magari sentendosi responsabile lui stesso per quella inconsapevolezza. Scienza e religione sviluppano invece una modalità di pensiero polarizzata: non c'è spazio per la difformità o per il dilemma. La verità è una e solo una. Non a caso, a mio parere, l'invenzione della tragedia classica coincide temporalmente con una altra invenzione: quella della democrazia. La democrazia infatti apre al "poli" e chiude al "mono", aprendo per prima le porte al nichilismo/relativismo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

In realtà il pensatore tragico polarizza: la sua consapevolezza della tragicità della vita si oppone infatti ad una inconsapevolezza altrui, non ad una differente consapevolezza. Il pensatore tragico sa che la vita è tragica, quasi fosse una verità che alcuni colgono e gli altri, gli inconsapevoli, non colgono, ma per lui la verità è una ed è quella della tragicità dell'umano esistere. Egli è impossibilitato a concepire che la vista possa non essere tragica, proprio perché «La condizione tragica dell'uomo è una condizione universale»(cit.) è un assioma vero e assoluto; così egli si chiede, tragedia nella tragedia, come mai gli altri non lo capiscano (proprio come il religioso si chiede come mai gli altri non capiscano che la divinità c'è).
La democrazia è invece l'antitesi della tragedia, in quanto possibilità collaborativa di un "lieto vivere" (un "lieto fine" inteso teleologicamente), addirittura condiviso con gli altri, "alla faccia" del sentimento tragico individuale. La democrazia non è nemmeno semplicemente una risposta alla tragicità, perché tutto ciò che rende tragica la vita, rimane perlopiù tale anche in democrazia.
(Poi, se proprio vogliamo parlare davvero "tragichese", la tragicità più radicale per il soggetto sarebbe se fosse la sua vita ad essere tragica, in quanto sua, non in quanto vita umana in generale... e qui direi che il tragico Fantozzi docet).

Ipazia

Giorgio Agamben invita ad uscire dal sussiego verso il tragico, rivalutando la commedia, "non necessariamente divina", della condizione umana:

https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-etica-politica-e-commedia
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pio

#12
Le commedie possono essere buffe, tragiche, allegre. La tragicità della vita è dovuta anche al fatto che è proprio una commedia. La tragedia a volte fa pure ridere, ma è un riso amaro. Però non tutti gli spettatori di una commedia tragica ridono. C'è chi ride, chi sogghigna, chi fa una smorfia, chi sghignazza.Come in ogni cosa è questione di SENSIBILITÀ. Siamo così diversi😄
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Pensarbene

"La tragicità della vita è dovuta anche al fatto che è proprio una commedia"
io direi:"....al fatto che viene costretta dentro una commedia"
L' uomo,parlando in generale,fa un errore fondamentale: trasforma dinamiche  contingenti  in dinamiche  a lungo termine.
Trasforma tattiche in strategie, momenti in continuità,qui ed ora in "infinito".
Se non lo facesse, reciterebbe solo a soggetto senza copioni e palcoscenici.Opure non reciterebbe affatto.


Ipazia

Citazione di: Jacopus il 26 Aprile 2024, 12:34:43 PM...Freud scrisse che vi sono tre professioni impossibili, il politico, il medico e l'educatore...

La covidemia ha dimostrato quanto tragicamente lungimirante fosse la vista del padre della psicoanalisi.

La soluzione sta nel rivoltare la tragedia nella commedia sottostante:

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri