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Il Trolley Problem

Aperto da Lou, 10 Dicembre 2025, 16:01:08 PM

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Lou

Di recente stavo rivalutando il test del trolley problem, un po' vecchio, quindi lo conoscerete sicuramente, ma a me piace.

In sintesi è quel famoso esperimento mentale in cui un carrello fuori controllo sta per travolgere cinque persone legate ai binari, e tu sei il soggetto che può salvarle deviando il carrello tramite una leva, ma così finirà per uccidere una sola persona sull'altro binario.
Scelta binaria, agisco o non agisco. Sembra non esserci terze vie.

Per tempo l'ho valutato essere un test che intende dar conto a quale modello morale rispondiamo a seconda delle scelte che compiamo e su quanto l'azione o l'inazione possa avere risultanze diverse a livello etico e sociale.

Però, proprio perché la situazione è così semplificata e artificiale ( ma anche non troppo, visto un tempo di automobili che guidano da sole), mi è venuto naturale chiedermi: ma è davvero un test morale? O non rischia piuttosto di misurare le nostre reazioni istintive, più che principi etici profondi? Nella versione classica, infatti, la scelta di tirare la leva può sembrare intuitivamente giusta solo perché riduce il numero delle vittime, ma questa immediatezza potrebbe riflettere un calcolo spontaneo e superficiale e non una vera e propria riflessione morale. È questa ambiguità a metà forse tra filosofia e psicologia, che, secondo me, rende il trolley problem interessante: più che dirci cosa è giusto fare, ci mostra come pensiamo quando il concetto di "giusto" diventa difficile da definire.
Ecco, perciò, io trovo che questo test miri soprattutto a rivelare non tanto quale sia davvero l'azione moralmente corretta, o a quale modello morale rispondiamo, quanto come la mente umana costruisce i propri giudizi morali usando moduli cognitivi diversi e talvolta in conflitto.
Per questo, più che un vero dilemma morale, mi sembra sempre più uno strumento diagnostico: una sorta di lente concettuale che ci permette di osservare dall'interno la nostra moralità, con tutte le sue intuizioni, incertezze e tensioni.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Phil

Anch'io l'ho sempre inteso così: una perturbante autoanalisi che talvolta decostruisce i nostri assiomi morali, introducendo corollari e postille che inconsciamente sapevamo essere sacri, ma che solitamente non esplicitiamo. L'esito inevitabile è il solito contestualismo, il solito prospettivismo soggettivo che non conosce assolutezza interpersonale (o meglio: sovrapersonale), caratteristica che invece si dice dovrebbe avere una morale seria.
Del tipo: è "ovvio" (per così dire) che sacrificare una persona per salvarne 5 è la scelta giusta se ragioniamo in modo quantitativo, soprattutto se quella persona è anziana e i 5 sono giovani (v. le mille varianti dell'esperimento mentale); tuttavia se quella persona è il mio partner allora forse la trovo una scelta meno "giusta". O meglio: è "giusto" forse per me scegliere di salvarla (uccidendone 5), mentre se la scelta la fa un'altra persona allora forse è "giusto" che scelga di uccidere il mio partner per salvare 5 vite di sconosciuti.
E che peso dare all'"inerzia" del destino? Se il trolley è diretto verso quei 5, davvero sposterei la leva per deviare i binari verso il mio partner, assolvendomi da tale omicidio con puri calcoli matematici (5 > 1)?
Come è noto, al massimo siamo tutti uguali di fronte alla legge, ma di fronte alla nostra personale morale invece, qualche volta, essere super partes è quasi... immorale.

Jacopus

I dilemmi della trolleysophia non mi hanno mai attratto. Li ritengo un goffo tentativo di digitalizzare i dilemmi etici, scomponendoli fino alle loro supposte unità di base, offerte da situazioni della vita comune, secondo il modello della scuola di Chicago e in parte della teoria dei sistemi. Al massimo sono dei divertenti passatempi etico/logici mentre c'è chi li vorrebbe considerare il modo vincente per stabilire cosa è giusto e cosa non lo è.
Forse l'opzione più equilibrata potrebbe essere quella di ascoltare cosa ha da dire la trolleysophia ma senza grandi illusioni, così come si ascolta una canzone, sapendo già che non entrerà nella playlist di quest'anno.

Non che il tema dei dilemmi non sia interessante ma personalmente preferisco affrontarlo con altri strumenti, strumenti essi stessi dilemmatici, mentre la trolleysophia sembra alternare una visione da gioco enigmistico ad una da risoluzione oggettiva del dilemma, attraverso la esposizione del suo nocciolo duro, quasi si potesse realizzare come se fosse un esperimento da laboratorio.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

baylham

Quel test, o meglio la struttura di quel test, ha delle valenze etiche e filosofiche fondamentali.
Non è affatto astratto o banale, la scelta è implicita o esplicita nelle scelte individuali e collettive: esempio in caso di esondazione di un fiume scelgo di allagare la campagna o la città? Con la prossima guida ad intelligenza artificiale in caso di incidente scelgo di ferire o uccidere una o più persone?
Preferisco che la scelta sia il più possibile esplicita e collettiva.
Inoltre mette all'angolo tutte le filosofie e religioni (liberalismo e liberismo economico, comunismo, cristianesimo, ...) basate sulla promessa dell'armonia e del benessere generale: si tratta di scegliere il male minore, il bene in questo dilemma è proprio la scelta del male minore, come accade in moltissimi casi.

niko

#4
Ci credete, che io non ho mai capito, nel trolley problem, dove sia il problema?

Sono talmente utilitarista ed edonosta, focalizzato su un'etica della responsabilita' (Bentham per chi lo conosce) e non su una delle intenzioni (Kant prima di tutti), che, io personalmente, tiro la leva e poi dormo beato senza un briciolo di rimorso. Almeno in teoria. Se poi irrazionalmente e visceralmente ne provassi rimorso, come si dice, o almeno come io dico, sempre meglio il rimorso che non il rimpianto, sempre meglio il positivo che non il negativo, l'autodeterminazione che non l'eterodeterminazione... che nel ciclo autoespandentesi e infinito del tempo il vero senso dell'irreversibile, e quindi dell'impotenza umana (specie davanti al passato) non ci e' mai dato dalle azioni, ma dalle omissioni e le occasioni mancate.

Se poi qualcuno mi chiedesse a posteriori delle mie "intenzioni", sensazioni, autoregolazioni universalismi eccetera nell'attimo in cui tirai la leva, lo manderei a quel paese perche', data tutta la situazione, se non e' in grado di capirle da solo, non merita risposta.

Io sono la natura impersonale che all'inizio della storia sta per uccidere cinque persone, io stesso mi rabbonisco e mi addolcisco dentro di me e in me, all'ultimo momento, tramite il pretesto e l'accidente del mio corpo e della leva, e io stesso, alla fine, ne uccido solo una. Io stesso che prima, all'origine della vicenda, stavo per ucciderne di piu'. Non c'e' nulla di esterno, nulla di personale, nulla di separato. A meno di accettare un grado di individualismo e di buonismo che io personalmente, nella vita, non sono piu' disposto ad accettare.

Le etiche che dicono che dovremmo sentirci in colpa per aver tirato la leva, hanno un che di oscuramente sanguinario, un che di malvagio.

E quindi, direi, impariamo a disinvestire sulle intenzioni ed emozioni immediate, e a investire di piu' sulla conoscenza, sul senso del futuro e sulle responsabilita'. Di buone intenzioni, e' lastricata la strada dell'inferno. Il bene, non vince sempre.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Adalberto

Non sopporto gli aut aut e per sottrarmi all 'obbligo di fare una scelta duale e non molteplice come nella vita...ucciderei chi propone il test eliminando la realtà di cui è portatore. Ma come conseguenza di questo mio piacevole atto scomparirebbero pure tutti quanti i protagonisti di quella narrazione: di questa loro eliminazione proverei rimorso o no?
Fortunatamente hanno inventato variabili al test che prevedono maggiori articolazioni nelle risposte di noi moderni.

Ma come avrebbe risposto un politeista?un greco classico, uno dell'epoca di Omero o un eroe dell'Iliade?
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

niko

Citazione di: Adalberto il 11 Dicembre 2025, 12:22:59 PMMa come avrebbe risposto un politeista?un greco classico, uno dell'epoca di Omero o un eroe dell'Iliade?

Te lo dico io: avrebbero tutti tirato la leva.

Facendosi ancor meno problemi di noi (moderni).

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Adalberto

eh, già.. a quei tempi uno valeva uno?
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

niko

Citazione di: Adalberto il 11 Dicembre 2025, 13:39:03 PMeh, già.. a quei tempi uno valeva uno?

Il problema lo presuppone, e' premessa del problema che tu non conosci nessuno degli altri "protagonisti", e non vuoi bene a nessuno di loro in maniera particolare, le gerarchie sociali o affettive non devono entrarci e la scelta deve essere "neutra" da quel punto di vista, sia per te, che per un eventuale antico Greco, eroe omerico eccetera, che si trovasse ad affrontare il problema. 

I quali quindi, avrebbero tutti tirato la leva, perche' abituati a un mondo, per certi verso, molto piu' "duro" del nostro. Dove la morte, e anche la realta' dell'uccidere, erano "quotidianita' " e non nascoste sotto il tappeto da una societa' consumistica, iper individualistica o edonistica come lo la nostra.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alexander

#9
Citazione di: Adalberto il 11 Dicembre 2025, 12:22:59 PMNon sopporto gli aut aut e per sottrarmi all 'obbligo di fare una scelta duale e non molteplice come nella vita...ucciderei chi propone il test eliminando la realtà di cui è portatore. Ma come conseguenza di questo mio piacevole atto scomparirebbero pure tutti quanti i protagonisti di quella narrazione: di questa loro eliminazione proverei rimorso o no?
Fortunatamente hanno inventato variabili al test che prevedono maggiori articolazioni nelle risposte di noi moderni.

Ma come avrebbe risposto un politeista?un greco classico, uno dell'epoca di Omero o un eroe dell'Iliade?
Condivido : chi inventa simili dilemmi logici, impossibili nel l'esistenza reale, andrebbe legato lui alle rotaie  :))
L'etica non può mai essere perfetta essendo legata alle scelte di esseri imperfetti. La sua mancanza è però molto peggiore.

Lou

#10
Citazione di: Phil il 10 Dicembre 2025, 18:44:37 PMAnch'io l'ho sempre inteso così: una perturbante autoanalisi che talvolta decostruisce i nostri assiomi morali, introducendo corollari e postille che inconsciamente sapevamo essere sacri, ma che solitamente non esplicitiamo. L'esito inevitabile è il solito contestualismo, il solito prospettivismo soggettivo che non conosce assolutezza interpersonale (o meglio: sovrapersonale), caratteristica che invece si dice dovrebbe avere una morale seria.
Del tipo: è "ovvio" (per così dire) che sacrificare una persona per salvarne 5 è la scelta giusta se ragioniamo in modo quantitativo, soprattutto se quella persona è anziana e i 5 sono giovani (v. le mille varianti dell'esperimento mentale); tuttavia se quella persona è il mio partner allora forse la trovo una scelta meno "giusta". O meglio: è "giusto" forse per me scegliere di salvarla (uccidendone 5), mentre se la scelta la fa un'altra persona allora forse è "giusto" che scelga di uccidere il mio partner per salvare 5 vite di sconosciuti.
E che peso dare all'"inerzia" del destino? Se il trolley è diretto verso quei 5, davvero sposterei la leva per deviare i binari verso il mio partner, assolvendomi da tale omicidio con puri calcoli matematici (5 > 1)?
Come è noto, al massimo siamo tutti uguali di fronte alla legge, ma di fronte alla nostra personale morale invece, qualche volta, essere super partes è quasi... immorale.
Sono molto in accordo sull'efficacia decostruttiva del test che metti in luce.

Questo decostruttivismo si riverbera sia a livello soggettivo, ma mina anche le morali deontologiche, ad esempio, kantianamente parlando, troviamo una  deontologia che si basa su un principio principio"Agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo". In questo caso, al netto di ogni variante, si ucciderebbe una persona, come mezzo per salvarne altre e ciò sarebbe moralmente riprovevole, secondo questa prospettiva etica.

E decostruisce pure un calcolo puramente utilitaristico, poichè  di fronte a un criterio puramete quantitavo, viene meno in questo caso l'aspetto molteplice e soggettivo delle relazioni e emozioni di cui è intessuta la realtà. Come evidenzi giustamente se l'uno sul binario fosse mia figlia, ci penserei un attimino a tirare la leva, ma forse anche fosse una sconosciuta/o. O forse agirei per mero impulso? O forse rimarrei bloccata a pensare a tutti questi principi e opzioni?

M più di tutto trovo che questo, test con tutti  i suoi limiti, sottolinei anche come una morale coerente, super partes, è difficile nell'immanenza delle scelte, che in casi in casi estremi, ma anche quotidianamente siamo impiegati a compiere.

Apre al prospettivismo, come a mio parere, suggerisce la tua analisi. E, forse, a una eventuale dose di immoralità.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

#11
Citazione di: baylham il 11 Dicembre 2025, 09:51:15 AMQuel test, o meglio la struttura di quel test, ha delle valenze etiche e filosofiche fondamentali.
Non è affatto astratto o banale, la scelta è implicita o esplicita nelle scelte individuali e collettive: esempio in caso di esondazione di un fiume scelgo di allagare la campagna o la città? Con la prossima guida ad intelligenza artificiale in caso di incidente scelgo di ferire o uccidere una o più persone?
Preferisco che la scelta sia il più possibile esplicita e collettiva.
Inoltre mette all'angolo tutte le filosofie e religioni (liberalismo e liberismo economico, comunismo, cristianesimo, ...) basate sulla promessa dell'armonia e del benessere generale: si tratta di scegliere il male minore, il bene in questo dilemma è proprio la scelta del male minore, come accade in moltissimi casi.
Infatti trovo sia esattamente questo lo "spirito" del test, non mira a cosa dire su cosa sia giusto o sbagliato scegliere, o dare una compiuta visione morale, ma stimolano a confrontarci, in modo immanente, su problematiche di cui c'è urgenza, a livello soggettivo e collettivo.

Oltre le automobili con AI, la medicina e mille altri ambiti, come il tuo esempio del fiume. Difficile con algoritmi creare una parvenza di morale coerente e unitaria, se manco noi umani annaspiamo. E, come dici bene, a volte l'unico bene raggiungibile appare essere il male minore. "Basta", in senso lato, capire quale sia. E non è facile.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

Citazione di: Adalberto il 11 Dicembre 2025, 12:22:59 PMNon sopporto gli aut aut e per sottrarmi all 'obbligo di fare una scelta duale e non molteplice come nella vita...ucciderei chi propone il test eliminando la realtà di cui è portatore. Ma come conseguenza di questo mio piacevole atto scomparirebbero pure tutti quanti i protagonisti di quella narrazione: di questa loro eliminazione proverei rimorso o no?
Fortunatamente hanno inventato variabili al test che prevedono maggiori articolazioni nelle risposte di noi moderni.

Ma come avrebbe risposto un politeista?un greco classico, uno dell'epoca di Omero o un eroe dell'Iliade?
Io dico se sarebbero stati affascinati da quegli alambicchi, binari, leve, treni. E forse avrebbero dato battaglia d'amblè al trolley, vedendolo un dio o semidio ostile, drago meccanico, come lo chiamo i giapponesi. ;)
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Jacopus

Il problema di questi test è la loro "funzionalità utilitaristica", giocata in contesti da laboratorio, che lasciano suggerire la loro valenza universale, come se la storia concreta non c'entrasse nulla con i dilemmi umani. Ovvio che la vita ci mette sempre di fronte a dilemmi, alla necessità di scelte che non sono mai neutre, ma la complessità della vita stessa contraddice queste domande da trolleysophia, per questo le considero esercizi di logica etica con un valore molto parziale.

Come ha già scritto Phil, bisognerebbe conoscere meglio la situazione. Chi sono i tipi legati? Chi li ha legati e perché. Chi é l'uomo grasso da buttare di sotto per bloccare il treno (in una versione della domanda c'è anche l'uomo grasso)? E cosa succede dopo l'incidente? Si farà più attenzione alla circolazione dei treni? Il CEO della Trolley Railway Lines si dimetterà? I famigliari delle vittime che reazioni avranno avuto? La tragedia servirà ad evitarne altre oppure tutto é stato addebitato all'ira di un Dio scontento?
A questo punto sono più interessanti gli esperimenti di Milgram o di Zimbardo sull'autoritarismo, se proprio vogliamo giocare agli "scienziati sociali".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Adalberto

Citazione di: niko il 11 Dicembre 2025, 13:53:48 PMIl problema lo presuppone, e' premessa del problema che tu non conosci nessuno degli altri "protagonisti", e non vuoi bene a nessuno di loro in maniera particolare, le gerarchie sociali o affettive non devono entrarci e la scelta deve essere "neutra" da quel punto di vista, sia per te, che per un eventuale antico Greco, eroe omerico eccetera, che si trovasse ad affrontare il problema.
I quali quindi, avrebbero tutti tirato la leva, perche' abituati a un mondo, per certi verso, molto piu' "duro" del nostro. Dove la morte, e anche la realta' dell'uccidere, erano "quotidianita' " e non nascoste sotto il tappeto da una societa' consumistica, iper individualistica o edonistica come lo la nostra.
Poiché per loro uno non valeva uno, lo stress di sacrificare la vita di uno sconosciuto (anche se uno) a loro poteva risultare ben superiore al nostro stress. E se quell'uno fosse stato la manifestazione di un essere mitico e non umano?
Noi ragioniamo probabilisticamente, loro ... non so, dubito. Non mi dispiace cercare di immedesimarmi in altre mentalità, in altri punti di vista, magari emerge qualche suggerimento, magari anche una giustificazione ulteriore per lì'omicidio che avrei commesso. :)

Forse un greco arcaico  avrebbe cercato segni premonitori che gli indicassero una risposta o no?
Se invece fosse stato etrusco magari avrebbe sacrificato il primo animale disponibile per leggergli il fegato e ottenere risposta.
Mi chiedo inoltre  se la domanda del test sarebbe stata davvero considerata legittima.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

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