Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Aperto da iano, 08 Ottobre 2025, 02:40:50 AM

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iano

Citazione di: Koba-san il Oggi alle 10:21:57 AMStai continuamente fraintendendo quello che scrivo, ti invito a leggere con più attenzione.
Se ho proposto il problema filosofico del criterio di oggettività ponendo come obbligo il rifiuto sia del realismo che della metafisica, evidentemente è perché anch'io non credo in una concezione della verità che derivi o dall'uno o dall'altra.
Non credo che di un oggetto si possa darne una rappresentazione vera.
Non credo che ci sia un Dio che in un modo o nell'altro faccia da garanzia alla conoscibilità autentica del mondo.
Qualcuno si potrebbe chiedere: perché allora cercare questa specie di "oggettività", un criterio di robustezza ecc.?
Semplice: perché coloro che cercano di trasformare le società non sono persone colte e gentile con cui sia facile trovare un accordo attraverso il dialogo.
In fondo è sempre lo stesso problema che ai tempi di Platone si presentava con certi sofisti (non tutti).
La stessa esigenza di un criterio per determinare la maggiore robustezza di un'opzione (per Platone, la verità).
Non è detto che esista una risposta.
Avevo premesso che usavo amor di critica, col rischio che tu non la meritassi.
In effetti ti dirò che è raro trovare una persona così competente in filosofia, (io non lo sono) e che allo stesso tempo si esprima in modo chiaro (io spero di farlo), dove l'esempio contrario per me è Cacciari .
Per quanto mi riguarda tutto è metafisica, compreso ciò che si mostra solido ed evidente, e che perciò diciamo oggettivo.
Cioè, le descrizioni sono metafisiche, e noi abbiamo direttamente anche fare solo condescrizioni, anche quando non sembrano tali, come l'apparenza di realtà, che acquistano solidità in ragione della nostra ignoranza, non dovendole conoscere perchè esse agiscano.
Critichiamo le metafisiche non perchè tali, ma perchè possiamo sottoporre a critica tutto ciò che salti alla coscienza.

Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

La critica fa si che le metafisiche si moltiplichino, cambiando forma, ma restando indispensabili, come ciò che media fra realtà e sua apparenza, o forme ad essa alternative.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Alberto Knox

Citazione di: iano il Oggi alle 08:32:22 AMGli eventi fisici manifesti a chi?
La domanda sembra banale, ma ci sono eventi fisici manifesti a qualcuno e non ad atri, che fanno la differenza fra i cosiddetti pazzi, quando non animali, e i normali.
bhè, con eventi fisici manifesti intendevo le cause delle percezioni. Cosa causa le percezioni? le cose e gli eventi, le cose si chiamano così perchè rianda alla parola "causa" gli eventi pur non permanendo nello spazio e nel tempo causano la percezione.
Citazione di: iano il Oggi alle 08:32:22 AMNormale sembra essere ciò che viene condiviso, l'intersoggettivo.
Citazione di: iano il Oggi alle 08:32:22 AMUsando il linguaggio, attraverso la dialettica, si può condividere, ma ci si capisce parlando perchè c'è un condiviso costitutivo, che la fa da padrone.
Questo non è sempre vero Iano.  Le pieghe del linguaggio nascondono qualcosa di extralinguistico, che il linguaggio da sé non è in grado di attingere. Non sono più la singola parola o l'argomentazione a dover essere spiegate. Tutto va messo in causa, perché il linguaggio rinvia sempre a qualcosa di retrostante (il pensiero). Il linguaggio nella vita di homo sapiens non è asettico come un'astratta ratio, perché si regge su moventi, intenzioni e ordini di esperienza spesso non chiari e non formulati in sede linguistica.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Alberto Knox il Oggi alle 12:46:16 PMbhè, con eventi fisici manifesti intendevo le cause delle percezioni. Cosa causa le percezioni? le cose e gli eventi, le cose si chiamano così perchè rianda alla parola "causa" gli eventi pur non permanendo nello spazio e nel tempo causano la percezione.
Giusto, ma per parlare di oggettività occorrerebbe che ,cause ed effetti coincidano, o che  vi sia altro tipo di corrispondenza precisa, che agisca a nostra insaputa, talchè ci sembrerà che perchè la realtà appaia è sufficiente aprire gli occhi, come in effetti ci sembra.
E' in quest'ambito percettivo che noi abbiamo sviluppato quindi il concetto di oggettività.
Ma siamo autorizzati ad utilizzarlo quando cambia l'ambito?
In altri ambiti, come quello scientifico, non si ripetono le stesse condizioni.
Le leggi di corrispondenza sono quelle fisiche, ''vere'' fino a prova contraria, e sopratutto note.
Esse sono chiaramente una interpretazione soggettiva, perchè rimangono tali anche quando intersoggettive.
Quindi, se vogliamo ancora parlare di oggetti, dovremo ammettere che essi non sono ciò che costituisce la realtà, ma il prodotto della nostra interazione con la realtà.
Se sono il prodotto della nostra interazione con la realtà, non essendo noi assoluti, se pure la realtà lo sia, non saranno oggettivi in senso assoluto.
Certo, derivano dall'applicazione del metodo scientifico, ma essendo solo il frutto di un nostro accordo, dipendono da noi, cioè dagli osservatori.
I quanti non hanno l'oggettività di palle da biliardo, e per quanto detto non possiamo pretendere che ce l'abbiano.
Le palle da biliardo quando apriamo gli occhi sono sempre li, ma i quanti, quando applichiamo una teoria diversa , e magari nuova, dalla meccanica quantistica. non ci sono più.

Quello che in sostanza proviamo a fare è di ricostituire i concetti di oggettività, verità, solidità, concretezza, fuori dagli ambiti in cui sono nati, fallendo, come avrebbe dovuto essere prevedibile.
Se di ciò che pur non ci appare immediatamente oggettivo, cerchiamo una prova di oggettivtà, di quella prova esisterà sempre il contrario.
Non è con la filosofia che sono nati gli assoluti.
La filosofia si è limitata a considerarli, e considerarli significa rimetterli in gioco, come infatti è avvenuto, tanto che per sopravvivere si sono dovuti rifugiare nelle roccaforti delle religioni.


Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Citazione di: Alberto Knox il Oggi alle 12:46:16 PMQuesto non è sempre vero Iano.  Le pieghe del linguaggio nascondono qualcosa di extralinguistico, che il linguaggio da sé non è in grado di attingere. Non sono più la singola parola o l'argomentazione a dover essere spiegate. Tutto va messo in causa, perché il linguaggio rinvia sempre a qualcosa di retrostante (il pensiero). Il linguaggio nella vita di homo sapiens non è asettico come un'astratta ratio, perché si regge su moventi, intenzioni e ordini di esperienza spesso non chiari e non formulati in sede linguistica.
Eppure mi pare  che noi pensiamo come parliamo.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

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