Metafisica dal mito della caverna alla post-verità

Aperto da fabriba, 04 Novembre 2025, 12:37:31 PM

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Adalberto

Citazione di: daniele22 il 16 Novembre 2025, 09:32:29 AM
@Adalberto
Significa che se tu fai parte della realtà non puoi descriverla obiettivamente, specie se tali descrizioni hanno a che fare con questioni di etica e morale. C'è qualcosa che ti impedisce di farlo. Per avere un minimo di obiettività dovresti ammettere che a farti parlare sono i tuoi sentimenti e non la tua ragione. O meglio, la ragione può concordare con la ragione di altri fino a un certo punto. C'è però un territorio che evidentemente è intoccabile perché viene difeso a oltranza da un proprio inconfessabile sentimento.
Naturalmente la mia risposta forse non sarà per te esaustiva dipendendo dalla continuazione di un dialogo che può proseguire, ma anche no
Un saluto
P.s.: quando usi la chiocciola non mettere lo spazio altrimenti la persona citata non si accorge di essere stata citata

Ciao Daniele, non ho problema a dirti che mediamente i miei sentimenti  prevalgono nelle strategie e le ragioni nelle tattiche. Poi non ho pretesa di sapere bene quale sia la mia personale realtà profonda, supposto che possa definirla con questa parola. Potrei dire che mi si svela a rate, vivendo, e che - a dirla tutta - nemmeno la capisco bene, ma fortunatamente non mi dispiace.

Con questi presupposti non mi faccio grandi illusioni sulla definizione di realtà.
Ma le leggo volentieri, non tanto per distillarne poi una definizione di verità (che nemmeno mi sogno), quanto per avere spunti di riflessione  per evitare che l'incontro/ scontro con le – chiamiamole così – realtà soggettive degli altri possa degenerare in conflitto, piuttosto che in prova di forza. Essendo davvero difficile capirsi, trovo più conveniente dialogare  per conoscersi reciprocamente, anche indossando reciproche maschere. La cosa non mi schifa di per sé, essendo condizione normale
Certo non bastano le buone intenzione e quindi se le situazioni lo richiedono preferisco negoziare, non perché creda che il giusto sia nel mezzo o giù di lì - sarebbe ingenuo- ma semplicemente perché il commercio insegna che è pratica meno rischiosa  della pirateria, essendo entrambe prove di forza, anche se di diversa natura. In fin dei conti gli stessi  fenici furono l'uno e l'altro, a seconda dei periodi.

Per questi motivi  ero interessato a capire la tua affermazione. Ma nemmeno ora ci sono arrivato perché sono uno zuccone. :) Cosa intendi per separazione in questa frase?
" insistere sulla separazione tra realtà e narrazione sarebbe semplicemente sbagliato oltre che pretenzioso e foriero di guerre"
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

iano

Citazione di: Adalberto il 16 Novembre 2025, 19:50:15 PMPer questi motivi  ero interessato a capire la tua affermazione. Ma nemmeno ora ci sono arrivato perché sono uno zuccone. :) Cosa intendi per separazione in questa frase?
" insistere sulla separazione tra realtà e narrazione sarebbe semplicemente sbagliato oltre che pretenzioso e foriero di guerre"
Immagino Daniele voglia dire che se conosciamo la verità, in essa saremo uniti e da ciò non potrà che derivare concordia.
Ma poi quelli che entrano in conflitto sono quelli che credono di possedere la verità, ognuno però la sua..
Io punterei meglio sulla concordia che deriva dalla consapevolezza di ognuno di non possederla.
Forse le guerre anche così non finiranno, ma mi chiedo cosa diranno i generali per spingere i soldati alla pugna, non potendo più dire più dire, Dio è con noi.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

daniele22

Citazione di: Adalberto il 16 Novembre 2025, 19:50:15 PMCiao Daniele, non ho problema a dirti che mediamente i miei sentimenti  prevalgono nelle strategie e le ragioni nelle tattiche. Poi non ho pretesa di sapere bene quale sia la mia personale realtà profonda, supposto che possa definirla con questa parola. Potrei dire che mi si svela a rate, vivendo, e che - a dirla tutta - nemmeno la capisco bene, ma fortunatamente non mi dispiace.

Con questi presupposti non mi faccio grandi illusioni sulla definizione di realtà.
Ma le leggo volentieri, non tanto per distillarne poi una definizione di verità (che nemmeno mi sogno), quanto per avere spunti di riflessione  per evitare che l'incontro/ scontro con le – chiamiamole così – realtà soggettive degli altri possa degenerare in conflitto, piuttosto che in prova di forza. Essendo davvero difficile capirsi, trovo più conveniente dialogare  per conoscersi reciprocamente, anche indossando reciproche maschere. La cosa non mi schifa di per sé, essendo condizione normale
Certo non bastano le buone intenzione e quindi se le situazioni lo richiedono preferisco negoziare, non perché creda che il giusto sia nel mezzo o giù di lì - sarebbe ingenuo- ma semplicemente perché il commercio insegna che è pratica meno rischiosa  della pirateria, essendo entrambe prove di forza, anche se di diversa natura. In fin dei conti gli stessi  fenici furono l'uno e l'altro, a seconda dei periodi.

Per questi motivi  ero interessato a capire la tua affermazione. Ma nemmeno ora ci sono arrivato perché sono uno zuccone. :) Cosa intendi per separazione in questa frase?
" insistere sulla separazione tra realtà e narrazione sarebbe semplicemente sbagliato oltre che pretenzioso e foriero di guerre"
La verità è sempre una verità relativa.
Ti avevo detto che la mia risposta probabilmente non sarebbe stata esaustiva e rimandava a un dialogo per sviscerare meglio la questione.
Io parto dal presupposto (assioma) che l'essere umano è irrazionale. Naturalmente anch'io lo sono. Allora, la mia paura e tutto ciò che dico di conseguenza è che la nostra civiltà, diretta da altri individui irrazionali (e ambiziosi!!), a poco a poco ci stia portando sotto il dominio di un assoluto controllo dell'individuo per mantenere l'ordine sociale. Nella mia paura vedo quindi un tentativo (inconsapevole forse) di annullamento della volontà e di conseguenza anche della fantasia dell'individuo. Beh, uno potrebbe dirmi che quando la mia volontà e fantasia non esistano più cesserebbe pure il problema di possedere una volontà e/o fantasia
Un saluto

Adalberto

Citazione di: daniele22 il Oggi alle 08:47:57 AM
La verità è sempre una verità relativa.
Ti avevo detto che la mia risposta probabilmente non sarebbe stata esaustiva e rimandava a un dialogo per sviscerare meglio la questione.
Io parto dal presupposto (assioma) che l'essere umano è irrazionale. Naturalmente anch'io lo sono. Allora, la mia paura e tutto ciò che dico di conseguenza è che la nostra civiltà, diretta da altri individui irrazionali (e ambiziosi!!), a poco a poco ci stia portando sotto il dominio di un assoluto controllo dell'individuo per mantenere l'ordine sociale. Nella mia paura vedo quindi un tentativo (inconsapevole forse) di annullamento della volontà e di conseguenza anche della fantasia dell'individuo. Beh, uno potrebbe dirmi che quando la mia volontà e fantasia non esistano più cesserebbe pure il problema di possedere una volontà e/o fantasia
Un saluto

Be' se la verità è relativa, lo è  anche la paura, la quale aumenta o diminuisce  in rapporto alla solidità di un sistema politico basato sul bilanciamento dei poteri.
Se pensi che stiamo entrando  in un trend pericoloso di arretramento, ho anch'io lo stesso timore amplificato dalla consapevolezza di mia minor energia e disponibilità a contrastare tale avversità nel mio piccolo , nonchè minori capacità di mettere a fuoco una qualche volontà di azione. Ma nel dir questo potrei anche aver frainteso il tuo pensiero.
In entrambi i casi, se parlassimo di sistemi politici scivoleremmo in OT, come accadrebbe se analizzassimo la pluralità di poteri con cui l'individuo che vive in società si confronta: economico, mediatico, ideologico o religioso, familiare e patriarcale ecc. ecc.

Visto che mi stai scrivendo con razionalità,  presumo che il tuo assioma affermi un mix di ragione e  irrazionalità. Forse  siamo concordi  (?) nel pensare che  la prima affondi le sue palafitte instabili nella palude della seconda, qualora pensassi alla ragione come elevazione. O che la prima si agita solo un po' per stare a galla immersa nella seconda, come preferirei descrivere io la faccenda. 
Ma in entrambi i casi – senza andare in OT - che possiamo dirci  per gestire  i reciproci timori rispetto al potere sbilanciato che opprime/opprimerà? (Se poi è un individuo solo a essere sbarellato o un gruppetto.. la fifa  non mi cambia di colore).
L'idea di un  mix di  razionalità/irrazionalità che ci governa come individui mi porta a una domanda
Se aumentasse la quantità/qualità della prima poi la seconda.. diminuirebbe di pericolosità? 
Risponderei certo che si, ma non ne annullerebbe il pericolo.
E se anche si riuscisse ad annullare in toto l' irrazionalità e i sentimenti... io sarei felice in un mondo tutto tutto razionale? Anche nel caso di detenere io stesso avessi il potere di un dittatore / benefattore del mondo?
Ma sarei il primo ad annoiarmi nel mettere tutto  in ordine! e poi .. che bel risultato: tutto prevedile. Insomma  una noia mortale.
Mai avuto una scrivania  bella ordinata, per intenderci. Meglio polverosa che triste.
Il rischio e le paure sono i ticket che si pagano per sentirsi  vivere.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

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