Salve. Continuamente mi imbatto nella demonizzazione delle contraddizioni logiche. Occorre rispettare il principio di non-contraddizione.....mio caro, ma tu ti sei appena contraddetto.......ma non capisci che la cosa non funzione perché è contradditoria?.....il tuo modo di esprimersi è infarcito di contraddizioni.........
Ma quando mai? La contraddizione secondo me è l'anima stessa della logica !!
Il segreto sta nel non sfuggirla, nel non criticarla negativamente, nel non irriderla, bensì nell'ingegnarsi per cercare di giustificarla !!!
La realtà e la filosofia sono basate su tutta una serie di apparenti contraddizioni, quasi tutte giustificabili che una volta risolte, daranno la grande soddisfazione di scoprire la intrinseca armonia delle cose.
Non è forse contradditorio che io mi metta in cammino in punto in cui due cartelli con frecce opposte indicano a sinistra "OVEST" ed a destra "EST" , mi avvii verso EST e, dopo un lunghissimo cammino io riesca a raggiungere l'OVEST ??.
In seguito proverò forse ad affrontare concetti "contradditori" ben più sostanziosi. Saluti a tutti
Contraddittoriamente hai torto e ragione allo stesso tempo. I puristi che cercano sempre la coerenza e la ferrea logica si perdono molti aspetti dell'uomo. Come si fa ad esempio a voler bene e a desiderare la morte dei propri parenti (magari in tempi diversi :D), oppure a odiare i senegalesi, tranne la nostra colf. La logica rigida puo' creare mostri difficili da gestire, ancor piu' se accompagnata da mr pregiudizio e da mr stereotipo.
D'altro canto legittimare le contraddizioni puo' assumere il significato di giustificare qualsiasi malefatta: "Io sono per l'onesta' ma ora contradditoriamente rubo. Domani saro' onesto." Mi sembra una logica che si confa' molto all'italiano medio, con imprinting barocco-cattolico.
Tra questi due pericoli naviga l'uomo saggio.
Citazione di: viator il 23 Maggio 2018, 13:14:20 PM
Salve. Continuamente mi imbatto nella demonizzazione delle contraddizioni logiche. Occorre rispettare il principio di non-contraddizione.....mio caro, ma tu ti sei appena contraddetto.......ma non capisci che la cosa non funzione perché è contradditoria?.....il tuo modo di esprimersi è infarcito di contraddizioni.........
Ma quando mai? La contraddizione secondo me è l'anima stessa della logica !!
Il segreto sta nel non sfuggirla, nel non criticarla negativamente, nel non irriderla, bensì nell'ingegnarsi per cercare di giustificarla !!!
La realtà e la filosofia sono basate su tutta una serie di apparenti contraddizioni, quasi tutte giustificabili che una volta risolte, daranno la grande soddisfazione di scoprire la intrinseca armonia delle cose.
Non è forse contradditorio che io mi metta in cammino in punto in cui due cartelli con frecce opposte indicano a sinistra "OVEST" ed a destra "EST" , mi avvii verso EST e, dopo un lunghissimo cammino io riesca a raggiungere l'OVEST ??.
In seguito proverò forse ad affrontare concetti "contradditori" ben più sostanziosi. Saluti a tutti
Quando si dice chiudere il cerchio.😅
Salve. Per jacopus: stiamo parlando di filosofia e di logica. Arrivare a GIUSTIFICARE filosoficamente o logicamente una contraddizione non ha NULLA A CHE VEDERE con l'adottare o l'accettare un atteggiamento ETICAMENTE o MORALMENTE contradditorio. Solo disonesti e poveri di spirito usano strumenti puramente concettuali per giustificare atti e scelte di vita. Salutoni.
Salve per Viator. Non credo che il discorso filosofico possa essere suddiviso per settori stagni. Ed anche se cosi' fosse occorre avere una visione olistica dei ragionamenti.
A mio parere anche una teoria scientifica puo' avere delle conseguenze etico-morali come e' dimostrato dal darwinismo sociale. Ad ogni modo non mi sento ne' disonesto (anzi sono afflitto da una forma di onesta' piuttosto patologica in Italia) ne povero di spirito. Ho solo provato a dare un contributo. Saluti.
Jacopus !! Ma io ragiono per categorie e non per persone ! Se voglio riferirmi alle persone lo dirò esplicitamente!
Quindi tu e me non siamo né inclusi né esclusi dalla categoria dei disonesti o dei poveri di spirito.
Che poi anche le teorie scientifiche e le tesi filosofiche abbiano conseguenze etico-morali, la cosa è pacifica.
Solo che, secondo me e contrariamente alla tua opinione, è tranquillamente possibile esaminare teorie e tesi per quelle che sono, astraendo dalle loro conseguenze le quali potrebbero (secondo me : dovrebbero) essere oggetto di separata trattazione. Saluti.
Citazione di: viator il 23 Maggio 2018, 13:14:20 PM
Salve. Continuamente mi imbatto nella demonizzazione delle contraddizioni logiche. Occorre rispettare il principio di non-contraddizione.....mio caro, ma tu ti sei appena contraddetto.......ma non capisci che la cosa non funzione perché è contradditoria?.....il tuo modo di esprimersi è infarcito di contraddizioni.........
Ma quando mai? La contraddizione secondo me è l'anima stessa della logica !!
Il segreto sta nel non sfuggirla, nel non criticarla negativamente, nel non irriderla, bensì nell'ingegnarsi per cercare di giustificarla !!!
La realtà e la filosofia sono basate su tutta una serie di apparenti contraddizioni, quasi tutte giustificabili che una volta risolte, daranno la grande soddisfazione di scoprire la intrinseca armonia delle cose.
E' vero che le contraddizioni più interessanti, i famosi paradossi, sono stati stimoli fondamentali per il pensiero umano e la ricerca per risolverli ha portato ad un arricchimento generale della conoscenza.
Ma poi ci sono infinite contraddizioni banali che semplicemente sono proposizioni false. Diciamo che la contraddizione è sinonimo di qualcosa di non ben definito, di qualcosa che deve essere chiarito, di un qualche tipo di problema che deve essere affrontato... dopo averlo affrontato si può uscire con una teoria innovativa, ma la maggior parte delle volte dopo tale trattamento non ci rimane che abbandonare la contraddizione.
Quindi direi che non dobbiamo rifuggire dalle contraddizioni, anzi, quando le vediamo dovremmo afferrarle e studiare. Ciò che dobbiamo evitare è di credere alle contraddizioni.
Citazione di: viator il 23 Maggio 2018, 13:14:20 PM
La realtà e la filosofia sono basate su tutta una serie di apparenti contraddizioni, quasi tutte giustificabili che una volta risolte, daranno la grande soddisfazione di scoprire la intrinseca armonia delle cose.
Per me le contraddizioni non si risolvono affatto, dall'infanzia ad ora sono immerso da riflessioni contraddittorie senza fine sulla realtà: ad esempio il concetto di armonia, che richiama la disarmonia, oppure il concetto di cosa, inafferrabile, sfuggente. Non è spiacevole, ci si abitua alla sensazione di indefinitezza.
Salve. Per Baylham: Probabilmente io ho una mente troppo semplice e non ingombrata da troppi studi e letture. Pur non potendo entrare nella tua personale dinamica interiore (che, come quella di tutti, è fatta di intrecci tra razionalità e modi di sentire), trovo difficile trovare misterioso il significato di armonia e del suo contrario.
Per me l'armonia (o ordine) è semplicemente "un flusso di informazioni o sensazioni che entrando in noi, risultano in accordo con i preesistenti contenuti della nostra mente o della nostra psiche".
La disarmonia (o disordine) ovviamente rappresenta il disaccordo di quanto sopra.
L'armonia musicale ? E' il prodotto della attività neuronale dell'autore quando questo si concentra sulle proprie sensazioni e ricordi. Una volta riprodotta, la musica funge da linguaggio non verbale che comunica dalla psiche alla mente alle mani ed agli sturmenti LATO AUTORE alle orecchie ed alla psiche LATO ASCOLTATORE. Se c'è sintonia interiore tra i due, ci sarà armonia.
Trovo non ci sia nulla da appronfondire in proposito......vedi quanto sono candido ??
Per quanto riguarda la definizione di "cosa".......idem con patate. "Cosa" significa "ciò".
Io non sono angustiato dai pronomi. In realtà neppure tu lo sarai, poichè la "cosa" la cui essenza ti "tormenta" consisterà in realtà - credo - nel significato dell'essere. Moltissimi dei pochissimi che riflettono sul significato dell'esistere/essere/consistere sono disorientati dalla profondità di un simile pur apparentemente ovvio concetto.
Il problema è l'aspetto tautologico : riuscire a definire l'essere evitando il suo impiego. Impresa apparentemente difficile poichè l'essere è il verbo ed il termine autoreferenziale per eccellenza. Esso è la base di qualsiasi linguaggio : è per quello che l'umanità non smetterà mai di usarlo fregandosene del suo significato.
Io anche con le "cose" ed il il verbo essere sono in pace.
Definizione di essere : "la condizione per la quale le cause producono gli effetti".
Amichevolissimi saluti.
bisogna stare attenti a non confondere "contraddittorietà" e "complessità". Il principio di non contraddizione è un'assioma della logica che non ha la pretesa (quantomeno direttamente e quantomeno a livello di esplicazione totale) di spiegare la realtà nella sua concretezza e nel suo divenire, ma fissa dei limiti entro cui le cose hanno un senso, una possibilità almeno teorica di essere, ed oltre i quali c'è l'assurdo, e senza di esso il pensiero non sarebbe possibile. Il compito del pensiero è infatti quello di rispecchiare il più possibile le cose nella loro oggettività, e se non si fondasse su delle norme impossibili da confutare, qualunque nostro discorso cadrebbe nella pura e totale arbitrarietà, nell'indeterminazione dell'impossibilità di discernere il vero dal falso. La realtà non è contradditoria, altrimenti sarebbe assurda, ma questo non ne determina affatto la semplicità, la banalità, la monotonia qualitativa. Il principio di non-contraddizione non ha assolutamente nulla da obiettare alla possibilità che io di fronte a un bivio OVEST-EST possa optare per l'EST inizialmente per poi ritrovarmi ad OVEST, nella direzione prima rigettata. La contraddizione viene esclusa nella considerazione delle cose in un piano di logica formale, sovratemporale, se si vuole "astratto", una cosa non può essere essa stessa e il suo contrario nello stesso istante, ma non riguarda le possibilità inerenti il divenire, e dunque non esclude che una strada che procede fino a un certo punto in una direzione possa curvare e indirizzarsi verso una direzione da cui inizialmente tendeva divergere. Questa non è "contraddizione", ma "complessità", la complessità andrebbe intesa proprio come quella proprietà del reale che lo porta a mostrarsi in dei lati inizialmente imprevisti, sulla base dei presupposti di partenza (a loro volta empirici, dunque mutevoli e perfettibili) di una mente che cerca di comprenderlo, ma proprio perché questa varietà, questa molteplicità degli aspetti si svela diacronicamente, allora riguarda la realtà nella sua concretezza diveniente, ed è dunque riferita a un piano distinto rispetto a quello "sincronico", in cui gli assiomi della logica formale, compreso il principio di non-contraddizione, mira a "regolamentare", e che proprio perché distinto, non è in conflitto con l'altro. Concluderei dicendo che certamente la complessità è ciò che produce l'interesse e lo stimolo a esplorare la realtà, a meravigliarci della sua ricchezza qualitativa, consapevoli che in ogni momento possiamo avere esperienza e conoscenza di aspetti, dati, implicazioni che superficialmente sembravano dover essere esclusi, ma al tempo stesso proprio questo interesse dovrebbe responsabilizzarci ad organizzare una linea di razionalità adeguata a supportare l'investigazione, e dunque a individuare dei punti fermi, delle evidenze originarie verso cui restare coerenti, perché il pensiero sia il più possibile efficace a cogliere la ricchezza oggettiva e non arbitraria della realtà.... in sintesi, il rigetto della contraddizione è strumentale ad un'autentica esperienza della complessità
Salve. Occorre aggiungere che, alle contraddizioni palesi, evidenti, stridenti per il senso comune si aggiungono quelle nascoste. Apparenti ovvietà che, approfondite, mostrano insospettate contraddizioni tra i loro termini.
Valga per tutte (ce ne sono infinite) l'esempio degli organismi unicellulari che si riproducono per mitosi (cioè attraverso la separazione, distanzamento e distacco di due metà identiche). Come considerate voi il fatto che un organismo, attraverso un unico processo, muoia, si divida, si moltiplichi e rinasca raddoppiato ?? Principio di non contraddizione !!! Non è questo forse un meraviglioso esempio di come la natura si prenda beffe della ridicola "logica" di noi umani ??
Resta il fatto che, secondo me ed in accordo con una mia certa visione monistica, non esistono contraddizioni reali ma solo antinomie.
Voglio provare a lanciare una amichevole sfida. Trovare e riportare in questo "thread" (Dio, quanto odio certo anglicismo dilagante!) questioni ed esempi di contraddizioni (concettuali ma anche comportamentali se a sfondo psichico) che poi gli utenti (io per primo, anche se dalle profondità della mia ignoranza) dovranno provare a giustificare (cioè a motivare e spiegare attraverso la debole logica umana).
Buone cose a tutti.
Su questa questione (in questa discussione: anch' io amo la lingua italiana e detesto gli anglismi ingiustificati che la stanno selvaggiamente violentando nella totale passività se non complicità di chi dovrebbe difenderla, e per questo uso la corrispondente parola italiana) sono d' accordo con Davintro e in dissenso quasi totale da Viator (salvo per l' appunto -non contraddittoriamente ma complementarmente: sic!- il detestare l' ingiustificato impiego di anglismi).
Non si deve confondere la "contraddizione" (logica), cioé l' insensatezza del (preteso) parlare (esprimersi verbalmente) violando la più elementare delle regole del corretto, sensato discorrere (e pensare) linguisticamente stesso con la "complessità" e il "divenire" della realtà (anche mutando di segno nel trascorrere del tempo; e non affatto essendo contemporaneamente in modo contraddittorio), per esempio deviando da est a ovest e viceversa, passando dall' ingrandirsi al rimpicciolirsi, oppure qualitativamente dal giallo al rosso, della felicità all' infelicità e viceversa, ecc.; nonché con la "complementarità" di caratteristiche ed elementi reciprocamente contrari ma spesso entrambi in varia misura e per diversi aspetti presenti nella realtà che concorrono a formare, "completandosi" per così dire (o meglio completandola) "reciprocamente", come l' armonia od ordine e il disordine o disarmonia, la razionalità e i sentimenti umani, ecc.
Ancora una volta appare "fondamentalissima" (licenza "poetica") onde ragionare correttamente, la distinzione, la non-confusione fra realtà effettiva (che sia pure pensata o meno) e pensiero (circa la realtà effettiva o meno).
A mio parere a partire da Parmenide e poi da Platone e fino a tutt' oggi (ma probabilmente "per sempre" in futuro) tutto il peggio nella filosofia é nato (e nasce, e presumibilmente nascerà ancora) da questo fraintendimento, tutto il meglio da questa chiara consapevolezza.
E infatti spesso gli idealismi oscillano fra l' attribuire indebitamente realtà effettiva al pensiero, al meramente pensato (come Parmenide, Platone e loro seguaci a vario titolo e in varia misura) al confondere indebitamente complementarità e mutevolezza con contraddittorietà (logica) nella realtà effettiva (come Hegel e suoi seguaci a vario titolo e in varia misura).
Quando Aristotele enumera l'identità, la contraddizione e il terzo escluso, non inventa niente.Più semplicemente formalizza quella logica predicativa ciò che il ragionamento dialettico del sillogismo ,che era già nella cultura indiana e utilizzato dal suo maestro Platone,come dagli altri filosofi,er implicito.
Ma non sono principi, sono regole per costruire enunciati, postulati, asserti e fare in modo che più argomenti non si elidano o confondano.
ma la contraddizione, se così si può dire, è già implicita nel pensiero e poi nell'ambiguità della parola.
perchè il punto è che la matematica non necessita delle regole della parola, perchè l'uno è uno, il due è due, mentre le parole hanno un etimo, una storia, che i contesti trasformano inserite nelle proposizioni.O meglio i numeri sono metafisica pura, mentre la parola in sè già porta il segno, significato con definizione e descrizione e nessuna regola riesce a dirimere, perchè la parola chiama altra parola.
Insomma la parola già in sè richiama qualcosa del mondo fisico o immaginario, è già "intermediazione" linguistica; invece il numero
è più "puro".
Quindi, se un postulato , un enunciato o se si vuole una tautologia è già ritenuta verità affinche possa reggere tutta la teoretica successiva, basta che tutte le argomentazioni successive non siano in contraddizione con i principi cardine .
Allora è giustificata è vera? E' solo una teoria fra le tante ben costruita..................
Il vero paradosso è che abbiamo miriadi di teorie "ben costruite" che reggono alle regole logiche, ma in pratica lo scienziato, il filosofo, ecc, adotta quella che per lui è più funzionale alla "sua" teoretica, al suo pensiero. Severino docet.
Il vero discrimine è fra la mappa mentale e la mappa rappresentativa del mondo, dove i linguaggi sono i sistemi di relazione, molto importanti, ma non sono determinanti,
Come nel topic "Matematica e realtà" continuo a ribadire che la matematica è un linguaggio, così qui ribadisco che la contraddizione è una questione linguistica.
Quello che diciamo ha un contenuto informativo perché, appunto, ci stiamo impegnando a dire qualcosa invece di qualcosaltro. Se io dico una cosa e anche il suo contrario non sto di fatto dicendo nulla di informativo, perché in qualche modo sto dicendo tutto.
Nello specifico, è la definizione stessa del significato di "non" che non può rendere vera una contraddizione. Se io dico "Carlo ha 2 figli in totale" mi sto impegnando con un preciso contenuto informativo. Ma se dicessi "Carlo ha 2 figli in totale e Carlo non ha 2 figli in totale" allora non sarebbe affatto chiaro cosa io stia cercando di dire. Per definizione del "non", se è vero "Carlo ha 2 figli in totale" allora non può essere vero "Carlo non ha 2 figli".
A volte si scoprono situazioni impensabili che rendono più fluide le questioni, ma allora non c'è altro da fare che intenderci su come usa la negazione.
Citazione di: viator il 23 Maggio 2018, 13:14:20 PM
Non è forse contradditorio che io mi metta in cammino in punto in cui due cartelli con frecce opposte indicano a sinistra "OVEST" ed a destra "EST" , mi avvii verso EST e, dopo un lunghissimo cammino io riesca a raggiungere l'OVEST ??.
In seguito proverò forse ad affrontare concetti "contradditori" ben più sostanziosi. Saluti a tutti
Il problema, caro Aviator, è che si tratta di una contraddizione che è solo APPARENTE, poiché Est ed Ovest sono dei termini contraddittori solo
su una superficie piana o semi-sferica (o semi-sferoidale), non su una superficie sferica. Il tuo è solo un gioco di parole fondato sull'ambiguità di significato dei termini.Il principio di non contraddizione resta "sacro e inviolabile", se non vogliamo raccontare "tutto e il contrario di tutto", cioè se non vogliamo sparare cazzate a raffica.
Buonasera Carlo. Sorvoliamo, disse C.Lindbergh prima di partire per la traversata aerea solitaria dell'Atlantico (se avesse proseguito, si sarebbe ritrovato a casa!!). Io, che sono un umile viandante (viator, in latino) posso solo sorvolare sul nick attribuitomi (Aviator).
Spiritosità a parte, devo umilmente scusarmi per la cazzata che ho raccontato.
Mettiamola allora così : é evidenza coerente o contradditoria che la lancetta del mio orologio, dopo aver superato le dodici, se ne allontani, ma possa farlo solo avvicinandosi nuovamente alle dodici ?
Perdonami ma, nella mia ignoranza, non conosco neppure l'enunciato del principio di non-contraddizione (ma perché mai Aristotele non l'ha chiamato "principio di coerenza" ??. Quello sì che lo conosco a menadito !!).
Dimenticavo : trovi coerente che la perpetuazione della vita sulla Terra necessiti rigorosamente dell'esistenza della morte ? Salutoni.
Citazione di: viator il 20 Giugno 2018, 23:20:29 PM
Buonasera Carlo. Sorvoliamo, disse C.Lindbergh prima di partire per la traversata aerea solitaria dell'Atlantico (se avesse proseguito, si sarebbe ritrovato a casa!!). Io, che sono un umile viandante (viator, in latino) posso solo sorvolare sul nick attribuitomi (Aviator).
CARLO:)) ...Scusami davvero, ma siccome poco prima stavo conversando con un listante di un altro NG il cui nickname inizia per "A" (Attore, sic!), allora mi è partito il colpo! :)VIATORMettiamola allora così : é evidenza coerente o contradditoria che la lancetta del mio orologio, dopo aver superato le dodici, se ne allontani, ma possa farlo solo avvicinandosi nuovamente alle dodici ?CARLOCaso analogo al precedente. "Avvicinarsi" e "allontanarsi" non sono contraddittori in un percorso chiuso-circolare. Insomma non sono le parole prese in sé isolatamente ad essere coerenti o contraddittorie, ma il loro significato contestuale.VIATOR
Perdonami ma, nella mia ignoranza, non conosco neppure l'enunciato del principio di non-contraddizione CARLOSi può enunciare in diversi modi. Uno dei più diffusi è:<<E' impossibile che a un medesimo oggetto possano convenire, nello stesso tempo e nel medesimo rispetto, due attributi mutuamente esclusivi>>.Pertanto, io posso anche affermare di essere, nello stesso tempo, sia padre che figlio, ma SOLO se i due attributi NON sono <<nel medesimo rispetto>>, cioè, solo se io non sono padre e figlio della medesima persona, ...naturally!Oppure posso affermare di essere sano e malato, ma solo se non lo sono <<nello stesso tempo>>, ...évidemment!VIATORDimenticavo : trovi coerente che la perpetuazione della vita sulla Terra necessiti rigorosamente dell'esistenza della morte ? Salutoni.
CARLOSarebbe incoerente se IL SOLO fine della vita terrena fosse la sua perpetuazione. Ma se, per esempio, il post-mortem fosse <<un ritorno a casa in eterna letizia>> e la vita terrena una missione necessaria per perfezionare quella <<letizia>>? ...Tutto sarebbe compiutamente coerente! :-)
Salve Carlo. Non devi scusarti per una inezia come una lettera aggiunta o tolta ad un nome. Dopotutto Aviator sarebbe solo un viandante del cielo !!
"avvicinarsi ed allontanarsi lungo un percorso chiuso-circolare"; secondo me le rette non esistono affatto. Iintanto è impossibile stabilire se una retta (linea ideale priva di inizio e di fine) sia veramente rettilinea o non piuttosto una linea curva costituente una circonferenza di raggio infinito. In secondo luogo, nell'infinito è piuttosto difficile trovare dei riferimenti nei cui confronti una linea dovrebbe risultare rettilinea. In terzo luogo e riferendosi alla realtà fisica, un qualsiasi allineamento materiale sarebbe soggetto alla gravità di ciò che lo circonda, perciò dovrebbe risultare piuttosto sinuoso e ballerino. Tutto ciò aggravato da qualche fenomeno relativistico.
"se il post-mortem fosse un ritorno a casa in perfetta letizia....."; ecco, vedi, anche tu ora supponi che la vita possa includere una ciclicità... !!
Io sono sempre colpito dall'atteggiamento dei credenti e dal fatto che nessuno di essi sembri coltivare il sospetto che certe visioni del mondo, certe fedi, certe attese possano essere semplicemente il frutto di un egoistico benchè umanissimo desiderio secondo il quale DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE IO SIA IMMORTALE.
Naturalmente poi anche altri devono essere immortali. I miei cari, ad esempio. Non si vorrà certo "vivere" un'immortalità solitaria, perbacco ! Poichè però i cari di qualcuno possono essere molto numerosi, ecco che, per semplificare, facciamo allora che tutti gli umani siano immortali. Giustificazione : possiedono un'anima. Purtroppo c'è il problema delle persone sole. Le quali vorrebbero ritrovare nell'aldilà anche il proprio cagnetto. Ma come facciamo ? Gli ANIMAli non possiedono anima ! No anima, no party !!. Chissà cosa ne pensano coloro che siano sia credenti che animalisti ??.
In sostanza al credente interessa solo l'immortalità di ciò a cui tiene mentre tutto il resto............che mme frega se sparisce o rimane ??.
Noi siamo stati fatti dal mondo ma vorremmo sopravvivere a ciò che ci ha fatto. Non ti sembra una contraddizione, questa ?? Salutoni.
VIATOR
"avvicinarsi ed allontanarsi lungo un percorso chiuso-circolare"; secondo me le rette non esistono affatto. Iintanto è impossibile stabilire se una retta (linea ideale priva di inizio e di fine) sia veramente rettilinea o non piuttosto una linea curva costituente una circonferenza di raggio infinito. In secondo luogo, nell'infinito è piuttosto difficile trovare dei riferimenti nei cui confronti una linea dovrebbe risultare rettilinea. In terzo luogo e riferendosi alla realtà fisica, un qualsiasi allineamento materiale sarebbe soggetto alla gravità di ciò che lo circonda, perciò dovrebbe risultare piuttosto sinuoso e ballerino. Tutto ciò aggravato da qualche fenomeno relativistico.
CARLO
Le tue incertezze sono fondate e si traducono in incertezze di giudizio sulla contraddittorietà o meno dei termini "allontanarsi" e "avvicinarsi". Ma nel caso dell'orologio non c'è alcuna incertezza: i due termini non sono contraddittori, ma opposti-complementari, perché (vedi definizione di pdnc) il quadrante dell'orologio è sicuramente finito (non infinito)
VIATOR
"se il post-mortem fosse un ritorno a casa in perfetta letizia....."; ecco, vedi, anche tu ora supponi che la vita possa includere una ciclicità... !!
Io sono sempre colpito dall'atteggiamento dei credenti e dal fatto che nessuno di essi sembri coltivare il sospetto che certe visioni del mondo, certe fedi, certe attese possano essere semplicemente il frutto di un egoistico benchè umanissimo desiderio secondo il quale DEVE ESSERE ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE IO SIA IMMORTALE.
Naturalmente poi anche altri devono essere immortali. I miei cari, ad esempio. Non si vorrà certo "vivere" un'immortalità solitaria, perbacco ! Poichè però i cari di qualcuno possono essere molto numerosi, ecco che, per semplificare, facciamo allora che tutti gli umani siano immortali. Giustificazione : possiedono un'anima. Purtroppo c'è il problema delle persone sole. Le quali vorrebbero ritrovare nell'aldilà anche il proprio cagnetto. Ma come facciamo ? Gli ANIMAli non possiedono anima ! No anima, no party !!. Chissà cosa ne pensano coloro che siano sia credenti che animalisti ??.
In sostanza al credente interessa solo l'immortalità di ciò a cui tiene mentre tutto il resto............che mme frega se sparisce o rimane ??.
Noi siamo stati fatti dal mondo ma vorremmo sopravvivere a ciò che ci ha fatto. Non ti sembra una contraddizione, questa ?? Salutoni.
CARLO
Io sono stato orgogliosamente ateo fino a una trentina di anni fa; e se ho cambiato casacca è perché ho avuto delle esperienze "mistiche" (ho parlato di qualcuna di esse negli ultimi miei threads). Pertanto non ho dogmi a cui obbedire, ma credo esclusivamente in ciò a cui quelle esperienze (e le loro conseguenze sul piano filosofico) mi autorizzano a pensare.
Cosicché non "pretendo" l'immortalità dell'anima, ma sono propenso a crederlo, perché i simboli mitico-religiosi di ogni tempo e luogo alludono - sebbene cripticamente - a questo nostro destino escatologico. E ho le prove che certi simbolismi non sono frutto di una fervida fantasia, ma che sono dei veri e propri messaggi ispirati dall'Alto.
Messaggi che, tuttavia, "parlano" di tutt'altro che di animali privi di anima. Di dèi-animali e di animali sacri, o santi, o attributi di santi, brulica il pantheon della Tradizione.
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Citazione di: Jacopus il 23 Maggio 2018, 14:58:57 PM
D'altro canto legittimare le contraddizioni puo' assumere il significato di giustificare qualsiasi malefatta: "Io sono per l'onesta' ma ora contradditoriamente rubo. Domani saro' onesto." Mi sembra una logica che si confa' molto all'italiano medio, con imprinting barocco-cattolico.
Tra questi due pericoli naviga l'uomo saggio.
Guarda che in tutte le altre parti del mondo (men che meno negli "anglosassoni", protestanti e seguaci delle più irrazionalistiche mode "new age" USA) la disonestà e l' ipocrita pretesa di giustificare come "veniale o inevitabile contraddizione" non pullula certamente meno che in Italia
(contrariamente all' autorazzismo).
Citazione di: davintro il 31 Maggio 2018, 16:12:44 PMHo letto vari interventi sul tema della Preziosità delle contraddizioni, forse qualcuno mi sarà anche sfuggito; ho apprezzato varie risposte, la presente qui citata è quella che mi convince di più. I termini "contraddittorietà", "complessità" e, anche se appare come verbo, il senso è quello, "confusione" mi sembra chiariscano il problema . Non si può dire: "La logica è contraddittoria", perché se l'affermazione fosse vera, sarebbe al tempo stesso falsa. La vita, sia quella individuale come quella della società in generale è molto complessa e a volte lascia sgomenti, ma questo non vuol dire che la realtà è contraddittoria e men che meno la logica.
Capi di ideologie contrapposte che si alleano, non fanno certamente vacillare i principi logici, che sono altro dalle vicende politiche. Dire che la realtà non è a compartimenti stagni è un prodotto della "ragion pigra" che mescola i vari piani del sapere e dell'agire.
Pascal diceva, più o meno in questi termini, che farsi beffe della filosofia è filosofare veramente; che la grandezza della ragione umana è quella di capire quanto è limitata; che la grandezza dell'uomo è quella di capire la propria miseria. Tutto questo non non intaccava il suo pensiero di logico, matematico, fisico; se così non fosse avrebbe detto che in un sistema chiuso la pressione esercitata su di un liquido o su di un gas si trasmette in tutti i punti con uguale intensità, ma anche no.
bisogna stare attenti a non confondere "contraddittorietà" e "complessità". Il principio di non contraddizione è un'assioma della logica che non ha la pretesa (quantomeno direttamente e quantomeno a livello di esplicazione totale) di spiegare la realtà nella sua concretezza e nel suo divenire, ma fissa dei limiti entro cui le cose hanno un senso, una possibilità almeno teorica di essere, ed oltre i quali c'è l'assurdo, e senza di esso il pensiero non sarebbe possibile. Il compito del pensiero è infatti quello di rispecchiare il più possibile le cose nella loro oggettività, e se non si fondasse su delle norme impossibili da confutare, qualunque nostro discorso cadrebbe nella pura e totale arbitrarietà, nell'indeterminazione dell'impossibilità di discernere il vero dal falso. La realtà non è contradditoria, altrimenti sarebbe assurda, ma questo non ne determina affatto la semplicità, la banalità, la monotonia qualitativa. Il principio di non-contraddizione non ha assolutamente nulla da obiettare alla possibilità che io di fronte a un bivio OVEST-EST possa optare per l'EST inizialmente per poi ritrovarmi ad OVEST, nella direzione prima rigettata. La contraddizione viene esclusa nella considerazione delle cose in un piano di logica formale, sovratemporale, se si vuole "astratto", una cosa non può essere essa stessa e il suo contrario nello stesso istante, ma non riguarda le possibilità inerenti il divenire, e dunque non esclude che una strada che procede fino a un certo punto in una direzione possa curvare e indirizzarsi verso una direzione da cui inizialmente tendeva divergere. Questa non è "contraddizione", ma "complessità", la complessità andrebbe intesa proprio come quella proprietà del reale che lo porta a mostrarsi in dei lati inizialmente imprevisti, sulla base dei presupposti di partenza (a loro volta empirici, dunque mutevoli e perfettibili) di una mente che cerca di comprenderlo, ma proprio perché questa varietà, questa molteplicità degli aspetti si svela diacronicamente, allora riguarda la realtà nella sua concretezza diveniente, ed è dunque riferita a un piano distinto rispetto a quello "sincronico", in cui gli assiomi della logica formale, compreso il principio di non-contraddizione, mira a "regolamentare", e che proprio perché distinto, non è in conflitto con l'altro. Concluderei dicendo che certamente la complessità è ciò che produce l'interesse e lo stimolo a esplorare la realtà, a meravigliarci della sua ricchezza qualitativa, consapevoli che in ogni momento possiamo avere esperienza e conoscenza di aspetti, dati, implicazioni che superficialmente sembravano dover essere esclusi, ma al tempo stesso proprio questo interesse dovrebbe responsabilizzarci ad organizzare una linea di razionalità adeguata a supportare l'investigazione, e dunque a individuare dei punti fermi, delle evidenze originarie verso cui restare coerenti, perché il pensiero sia il più possibile efficace a cogliere la ricchezza oggettiva e non arbitraria della realtà.... in sintesi, il rigetto della contraddizione è strumentale ad un'autentica esperienza della complessità