Riflessioni sulla perfezione.

Aperto da iano, 28 Aprile 2025, 23:56:42 PM

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iano

La perfezione è qualcosa che non si può guadagnare, ma solo perdere.
Chi ce l'ha non sa di averla, finché non ne acquista coscienza nel perderla.
La perfezione è dunque ignoranza.
La perfezione è ciò che non ha chi di essa sa, e quindi ne può parlare.
Se ci diciamo imperfetti, dobbiamo pur avere un modello, un idea di perfezione. Ma da dove ci viene?
Come possiamo parlare di ciò che non abbiamo sperimentato?
Se ne parliamo dunque una qualche esperienza dobbiamo averla avuta.
Questo in effetti è quello che sembra suggerirci la bibbia nella sua grande saggezza, con la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso, che hanno barattato la perfezione con l'idea che ne abbiamo, e più in generale con la conoscenza, che è coscienza di essere prima di ogni altra cosa.
Nel paradiso si realizza la perfezione che non sa di avere il perfetto essere che non sa di essere.

Possiamo umilmente ammettere i nostri limiti, ma c'è un altra possibilità, ed è che noi non siamo limitati se la perfezione non esiste.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

Jean


Caro amico ti scrivo...
dopo aver letto le tue interessanti riflessioni sulla perfezione,
per integrarle con un esempio concreto, (per me) questo:
 


 
e alla fin della visione
chiedere a te e chi volesse dirlo:
dove si trova - se c'è - la perfezione
 e qual il modo sicuro per trovarlo?


J4Y

iano

#2
Citazione di: Jean il 29 Aprile 2025, 13:52:38 PM
e alla fin della visione
chiedere a te e chi volesse dirlo:
dove si trova - se c'è - la perfezione
e qual il modo sicuro per trovarlo

Quanto è profondo il mare, come è profondo il mare... ma per quanto ci immergiamo non lo toccheremo, se non con la mente.
Questo noi però non lo sappiamo, e per questo ci sembra di toccar con mano.

(''Perché hai toccato il suo corpo perfetto con la tua mente.''
Suzanne. Leonard Coen.)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

Jean

"Quando non sorgerà più la questione della perfezione? Beh, quando questo concetto non sarà più rilevante. Dove si pone il linguaggio riguardo ciò che rimane e ciò che non rimane? Il linguaggio fluttua su qualcosa, ma dov'è quel qualcosa?"

J4Y

iano

#4
Citazione di: Jean il 02 Maggio 2025, 07:08:03 AM"Quando non sorgerà più la questione della perfezione? Beh, quando questo concetto non sarà più rilevante. Dove si pone il linguaggio riguardo ciò che rimane e ciò che non rimane? Il linguaggio fluttua su qualcosa, ma dov'è quel qualcosa?"

J4Y

La realtà non è un libro scritto in caratteri geometrici come diceva Galilei, ma siamo noi che con quei perfetti caratteri ci scriviamo sopra, facendo della realtà libro.







Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

iano

#5
In tal modo trasferiamo alla realtà il carattere della perfezione, potendole attribuire  ogni carattere , non avendone essa alcuno.
Sono tutte descrizioni dunque, ma non tutte aderiscono, come scrittura al foglio, alla realtà.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

Jean



Mio caro amico... avevo fatto a tempo a leggere il messaggio prima delle tue modifiche, tuttavia, nel merito, queste sono di gran lunga più importanti, tanto da avermi motivato a rispondere.
Non per quello che (rielaborato) hai scritto in maniera più scorrevole e concisa, ma perché il farlo indica il tentativo di perfezionare la tua azione...
E' quello che in diversa misura facciamo tutti, il tentativo di raggiungere col linguaggio il luogo dove fluttua quel qualcosa.
Chi ci riesce raggiunge la perfezione, magari senza accorgersene, perché non può confrontarla con la non-perfezione, essendo uno stato a parte, un altro mondo.
 
Dalla e la Merini del mio esempio, nel loro amichevole, rispettoso, umoristico, garbato, piacevole............ confronto (a mio avviso) l'hanno raggiunta, rendendola altresì fruibile per chi vi si accosti con quel modo sicuro.
 
(PS- la realtà dipende dall'osservatore – direbbe qualcuno – come quella di un  uomo che può essere considerato padre, figlio, marito o amico... ma nessuna di quelle relazioni è inferiore all'altra e tutti quei diversi nomi si riferiscono sempre alla stessa persona.)
 
Cordialement
J4Y

iano

#7
Citazione di: Jean il 02 Maggio 2025, 22:23:08 PMNon per quello che (rielaborato) hai scritto in maniera più scorrevole e concisa, ma perché il farlo indica il tentativo di perfezionare la tua azione...
Ho affilato la punta togliendo materiale per colpire con più certezza il difficile bersaglio di nome Jean.  ;D
Un tentativo mirato più che di perfezione.
Il messaggio per prima cosa deve fare centro.
La filosofia che si appesantisce di termini per mimare un contenuto di verità a chi giova se poi manca sistematicamente  il bersaglio?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

iano

#8
Restando dentro la metafora dell'arciere, per fare centro con buona certezza basterebbe capire quanto è difficile sbagliare il bersaglio, ma ci si arriva solo dopo anni e anni di tentativi di perfezionamento.
Si tratta di fare centro su se stessi, in sostanza, il più difficile dei bersagli, dopodiché ogni altro bersaglio diventa un gioco da ragazzi.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

nessuno

La perfezione non è del nostro mondo, poiché animali privi di istinti naturali (che appartengono al mondo). 
Lottiamo per mezzo dell'anima costruendo ogni giorno il nostro mondo per abitarlo, tentando di avvicinarci alla perfezione della natura, ma ben lungi dal raggiungerla. Viviamo rincorrendo un'approssimazione della perfezione, che perfezione pertanto non è.
Questa libertà, ci dota sì dell'arbitrio della scelta di definire il nostro mondo perfetto (naturale?), ma ci rende altro, rispetto alla perfezione della natura.

iano

Citazione di: nessuno il 13 Maggio 2025, 10:13:52 AMLa perfezione non è del nostro mondo, poiché animali privi di istinti naturali (che appartengono al mondo).
Lottiamo per mezzo dell'anima costruendo ogni giorno il nostro mondo per abitarlo, tentando di avvicinarci alla perfezione della natura, ma ben lungi dal raggiungerla. Viviamo rincorrendo un'approssimazione della perfezione, che perfezione pertanto non è.
Questa libertà, ci dota sì dell'arbitrio della scelta di definire il nostro mondo perfetto (naturale?), ma ci rende altro, rispetto alla perfezione della natura.
Ma non è che in questo modo hai trasposto il paradiso biblico nella natura?
Perchè mi pare che da questa natura ci poni fuori come fuori siamo dal paradiso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

La semplicità è diversamente complicata.

nessuno

Citazione di: iano il 13 Maggio 2025, 14:35:37 PMMa non è che in questo modo hai trasposto il paradiso biblico nella natura?
Perchè mi pare che da questa natura ci poni fuori come fuori siamo dal paradiso.
Lungi da me inerpicarmi in contesti biblici/teologici, intendo natura in senso simbolico, ciò che non è artificiale.
Non siamo fuori dal mondo, nel quale insistono le leggi della natura (perfezione), siamo però privati degli istinti naturali e dobbiamo far tesoro del libero arbitrio al fine di creare i nostri strumenti per abitarlo (perfezione soggettiva).

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