Lo specchio della verità.

Aperto da Jean, 22 Giugno 2016, 14:46:51 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

paul11

Citazione di: baylham il 05 Luglio 2016, 10:57:25 AMNon divago ulteriormente sulla morale per rimanere al tema del testo poetico-religioso, la verità. Effettivamente non compaiono due livelli distinti, il naturale e il soprannaturale, la terra e il cielo, il sacro e il profano. Tuttavia i due piani tipici di ogni religione sono impliciti: lo specchio integro, la verità, non appartiene, è inaccessibile agli uomini, che possono solo avere, raccoglierne i pezzetti. Se il poeta ha scelto lo specchio come metafora della verità suppongo sia per la sua proprietà di riflettere l'immagine di chi, che cosa si specchia: rispecchiare l'essere appunto, forse un rimando al conosci te stesso. Ulteriore riflessione ispirata dal testo. Dio ha perduto lo specchio per la sua sbadataggine, quindi la verità è persa per sempre e per tutti, ma la verità non è essenziale per vivere.
(Il grassetto della considerazione finale quotata, è mio)
Sembra un gioco di parole, ma è vero che possiamo vivere senza verità ed è quello che in fondo si fa, ma aggiungerei da  animali furbi ed astuti, ovvero non è vivere è sopravvivere.Se vogliamo toglierci l'autocoscienza e obnularla, ....non possiamo farlo.E' un "tarlo" che ci chiede comunque dei significati, una linea di senso che ricostruisca il puzzle dei frammenti, ed è quello che tutti noi facciamo.
Il problema è che senso ciascuno di noi dà ai significati dei frammenti, e decide di conseguenza.
Quindi tutti interpretano i frammenti ciascuno dando dei suoi signiificati e ciascuno ricostruendo un' idea di senso fra i frammenti raccolti nell'autocoscienza.

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
Citazionema la verità non è essenziale per vivere.
Se così fosse, perché, anche involontariamente o senza accorgersene, tutti la cercano e la anelano?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Jean

Buongiorno,

ognuno di noi è diventato quello che è nel corso di una storia di vita unica e irripetibile, un mix di esperienze, cultura, emozioni e sentimenti che ne connotano l'identità con la quale si presenta e per la quale viene riconosciuto dagli altri.

La cultura dovuta a studio ed approfondimento non si improvvisa, o la si è acquisita o le eventuali lacune emergeranno nel confronto con coloro che invece vi abbiano dedicato una parte importante della loro vita.
Costoro, ad esempio in campo storico-religioso, avendo controllato e verificato le fonti, supportano i loro interventi, anche su questo forum, con puntuali citazioni e riferimenti che danno la misura della padronanza acquisita. Nel presentare il loro frammento di specchio risulta difficile, perlomeno a me, non riscontrarne il buon riflesso.
Ad una argomentazione che riporti alle fonti, necessariamente se si vuol restare sullo stesso piano, ne va opposta una parimenti giustificata, altrimenti si parleranno lingue diverse. Analogamente a quanto accade nelle discussioni in cui vengono richiamati concetti e formulazioni scientifiche, se non si rimane nel merito, prediligendo l'interpretazione degli stessi, ben presto si percorreranno strade divergenti, nelle quali verranno giustamente fatti brillare i propri pezzetti di specchio (ognuno riflettendo la sua verità).

Non c'è alcun problema nel far ciò, sta al lettore attento recuperare l'informazione adeguata alla sua conoscenza per farla propria.

Semplificata in tal modo la faccenda dell'interazione a mezzo di parole scritte, verrebbe da chiedersi se mai le divergenti (nella maggior parte) strade, i differenti percorsi di vita durante i quali si son tratti dal mar della conoscenza i pesci che ci corrispondono, potranno mai incontrarsi per imbandire una tavola comune, in cui ognuno partecipa con quello che dispone.
E non intendo qualcuno tra tanti, ma proprio tutti coloro che incontriamo...

Interrogatevi... onestamente ne vedete la possibilità? Che venga trovato un fattore unificante, magari nelle vesti d'una festa o di un più semplice appuntamento al bar per un caffè?

La storia dell'umanità vi costringerà a risponder negativamente, per quanto possiate individuare data e luogo opportuni qualcuno inevitabilmente non potrà parteciparvi, o non vorrà, nonostante il garbato invito. È perfettamente nella logica dell'esistenza, a meno non vogliate disconoscere il valore dell'esperienza.

Quando leggo una discussione in questo forum inevitabilmente mi accade di propendere per una parte piuttosto che l'altra, in fin di conti si tratta di soppesare argomenti, che è quasi come pesar una qualsiasi altra cosa... tuttavia nella nostra personale bilancia... ebbene, il senso di relativa insicurezza che mi procura l'usar la mia di bilancia m'indurrebbe a chieder ad altri che ne abbian di migliori.

Quanto ho fatto in passato, sinché non ne ho avuta la sensazione che trovata la più idonea ce ne sarebbe sempre stata un'altra ancor più performante. Che fare, continuare sino ad esaurire l'esistenza?

Dev'esserci un'altra strada, non è questione di costruire la parabola più grande per osservar l'universo... ma di far lavorare assieme un gran numero di piccole parabole, quello che appunto sta avvenendo in ambito astronomico.

E quindi, riferito a quel fattore unificante innanzi richiamato?



immedesimare

Fare una sola medesima cosa, di due o più cose distinte: i. un concetto con un altro; i. più idee in un sol concetto.
SIN. unificare, unire

Diventare una cosa o persona sola con un'altra: l'autore s'immedesima con i personaggi; l'attore s'immedesima nel proprio ruolo.
SIN. identificarsi

Partecipare a qualcosa emotivamente, intimamente, con tutto se stesso: immedesimarsi nella sofferenza di qualcuno; se provi ad immedesimarti nella mia situazione, capirai.




Ecco, questa è la risposta che cercavo e ho trovato,  nel legger Sebastianb e Giona o Sgiombo e Donquixote ecc. ecc.  qualcosa in me m'avverte della possibilità che entrambe le coppie d'opposti (figurativamente, allo scopo d'illustrare la mia condizione e non riferita a loro) abbiano colto qualcosa di quell'universo che è lo specchio integro della verità.
E loro (come tutti noi) essendo niente più che un frammento ne possono fotografare solo una infinitesima parte.

Dio o la verità, se esiste, è la raccolta completa d'ogni singola foto da ogni infinito possibile punto d'osservazione, nello spazio e nel tempo... al quale presentare il mio ridicolo album d'aspirante collezionista per la valutazione...  



cordialmente

Jean

Jean

Così, così credi di saper distinguere
Paradiso da inferno

Cieli azzurri dal dolore
Puoi distinguere un campo verde
Da un freddo binario d'acciaio?
Un sorriso da dietro un velo?
Pensi di riuscirci?




E ti hanno convinto a barattare
I tuoi eroi con fantasmi?
Ceneri fumanti con alberi?
Aria calda con vento fresco?
Gelido comfort con aneliti di cambiamento?
Hai scambiato la parte da comparsa in guerra
Per un ruolo di protagonista in una gabbia?




Come vorrei, come vorrei tu fossi qui
Siamo soltanto due anime perse
Che nuotano in una boccia per pesci
Anno dopo anno
In corsa sul solito vecchio terreno
Per trovare che cosa?
Le stesse vecchie paure
Vorrei averti qui




https://www.youtube.com/watch?v=rirDOIttODM




(https://www.youtube.com/watch?v=D97gP-1zyqQ)


Commento di Walter Acevedo:

Of all the language barriers, music has none.

Jean

Un ebreo dice ad un amico: "Ti ricordi di mio figlio? Tu sai che l' ho sempre educato nel rispetto della religione ebraica. E' successa una cosa strana: l'ho mandato in Israele perché cresca da vero ebreo, e lui... e' tornato cristiano".
"E' strano, anch'io ho educato mio figlio nel rispetto della vera religione, ma quando l'ho mandato in Israele, e' tornato cristiano anche lui".
"Questo e' molto strano, parliamone al rabbino: "I nostri figli che abbiamo educato da veri ebrei sono andati in Israele e sono tornati a casa cristiani".
"Questo e' molto strano perché anche mio figlio, e' andato in Israele e, malgrado sia stato allevato da vero ebreo, e' tornato a casa cristiano".
"Cosa possiamo fare? ". E il rabbino: "Chiediamo al Signore: Signore di Israele, Dio di Isacco e di Giacobbe, ascoltaci, vogliamo chiederti un consiglio: i nostri figli, tutti degli ottimi ebrei, sono andati in Israele e sono tornati a casa cristiani, che possiamo fare?

". E Dio: "Questo e' molto strano, perché anche mio figlio... ".

jsebastianB

Altra spiritosa storiella :  
Ogni anno, subito prima di Pasqua, il Capo Rabbino di Roma si presenta in Vaticano dal Papa e gli porge una busta molto antica.
Il Papa la prende, scuote la testa e la restituisce al Capo Rabbino che se ne ritorna via.
Questa usanza avviene da quasi 2000 anni ed e' poco conosciuta da altri all'infuori dei due soggetti citati.
Succede che un anno siano di nuova nomina sia il Papa che il Capo Rabbino.
Quando il Capo Rabbino presenta al Papa l'antica busta, come il suo predecessore gli aveva insegnato, il Papa, come gli aveva insegnato il suo predecessore, la guarda e la restituisce al Rabbino.
Pero' il Papa aggiunge: "Questo rituale mi sembra strano.
Non ne capisco il significato.
Che cosa c'e' dentro la busta?".
Ma il Rabbino risponde: "Che io sia dannato se lo so.
Sono nuovo anch'io.
Ma basta aprire la busta e conosceremo il contenuto".
Il Papa accetta la proposta del Rabbino e insieme lentamente e con molta cura aprono la vecchissima busta e leggono il foglio in essa contenuto:  il  "conto"   dell'  Ultima Cena!

Jean

https://www.youtube.com/watch?v=TkVFNyHv60o
 
 
Pensare, immaginare qualcosa, conferisce realtà a quella cosa che così viene all'esistenza, nel dominio del pensiero o dell'immaginazione, da dove può o meno prender forma anche nella vita quotidiana.

Tutti i contenuti dell'infinito flusso del pensiero, di quello del sogno e delle emozioni non sono meno reali di un'auto che potrebbe investirvi, di una carezza o qualunque cosa che possa fisicamente toccarvi.

Sono anche veri?

Cos'è la verità se non il riflesso di qualunque forma dell'esistenza nello specchio interiore della mente?

Un riflesso è un raggio di luce che alfine si posa.

Da dove proviene?

Da dove proviene il pensiero?

Se provenisse proprio da una direzione, nello spazio e nel tempo?

Così che si potesse risalirne il percorso come per un raggio di luce?

Perché da sempre l'uomo ha guardato e studiato il cielo?

Perché da sempre si rivolge al cielo, immaginando di andarci o ritornarci, al termine del viaggio?

Siamo quello che crediamo, che pensiamo?

C'è una verità in questo?

Perché non dovrebbe esserci?

Chi stabilisce cosa sia vero o no se non noi stessi, per noi?

Siamo un piccolo frammento di specchio che intercetta il raggio e lo proietta magicamente su uno schermo che alcun strumento scientifico potrà mai rivelare né indagare.

Perché non ha confini.

Siamo una piccolissima cosa senza confini, un paradosso vivente.

Per questo ci affascinano i paradossi.

Perché viviamo, giorno dopo giorno l'impossibile.


L'impossibile dono dell'esistenza.

Angelo Cannata

Maledetta verità,
trai da vetri irte travi.
Vorrei averti
riva di vita,
ma verti su trite tare
e trovo reti di rovi,
vate vitrea,
maledetta verità.

Freedom

Citazione di: Angelo Cannata il 04 Dicembre 2016, 00:54:02 AM
Maledetta verità,
trai da vetri irte travi.
Vorrei averti
riva di vita,
ma verti su trite tare
e trovo reti di rovi,
vate vitrea,
maledetta verità.
Ti abbraccio fraternamente per il tuo grido di dolore e di disperazione ma ti esorto a cambiare posizione. Non serve e non è nemmeno carino maledirla.
Delle due l'una: o la verità non esiste o tu la stai cercando male.
Decidi tu.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Jean

Maledetta verità,
trai da vetri irte travi.
Vorrei averti
riva di vita,
ma verti su trite tare
e trovo reti di rovi,
vate vitrea,
maledetta verità.

 


Maledetta primavera

Voglia di stringersi e poi
vino bianco, fiori e vecchie canzoni
e si rideva di noi
che imbroglio era
maledetta primavera.

Che resta di un sogno erotico se
al mattino è diventato un poeta
se a mani vuote di te
non so più fare
come se non fosse amore
se per errore
chiudo gli occhi e penso a te.

Se per innamorarmi ancora
tornerai
maledetta primavera
che imbroglio se
per innamorarmi basta un'ora
che fretta c'era
maledetta primavera
che fretta c'era
se fa male solo a me.


Che resta dentro di me
di carezze che non toccano il cuore
stelle una sola ce n'è
che mi può dare
la misura di un amore
se per errore
chiudi gli occhi e pensi a me.
 
Se per innamorarmi ancora
tornerai
maledetta primavera
che importa se
per innamorarsi basta un'ora
che fretta c'era
maledetta primavera
che fretta c'era
maledetta come me.


Lasciami fare
come se non fosse amore
ma per errore
chiudi gli occhi e pensa a me.
Che importa se
per innamorarsi basta un'ora
che fretta c'era
maledetta primavera
che fretta c'era
lo sappiamo io e te.

 


Caro Angelo (eh... nomen omen...),

differentemente da Freedom non colgo nei tuoi pregevoli versi (che mi ricordano le puntute schegge di vetro di uno specchio rotto) né dolore né disperazione; nel tuo esercizio poetico hai voluto trarre dalla parola madre, verità, le schegge di vetro (le parole) più appuntite e aspre per rendere l'immagine di qualcosa che pur anelato (rive di vita) si mantiene irraggiungibile, avendo eretto cavalli di frisia a difesa del suo segreto.

Hai operato una scelta, come (più prosaicamente) l'ha operata il compositore di questa bella e orecchiabile canzonetta del 1981 che a mio avviso ha molti punti di contatto con la tua poesia, pur appartenendo ad ambiti ed esperienze differenti. 

In entrambi i casi (verità e/o primavera) l'epiteto "maledetta" rende più la sensazione del desiderato che del rifiutato... come recita il detto: "chi disprezza compra"...



Piccolo OT... la nostra firma rende un aspetto di noi, la mia si riferisce ad un'amica che si è intrattenuta un solo giorno (oserei dire da leone...) nel nostro Hotel Logos... poi sono certo sia accaduto qualcosa che l'ha motivata a cancellare l'iscrizione, considerato che le premesse della sua partecipazione erano assai positive. 

Mi aveva colpito (credo anche a Sari e sgiombo) la sua semplicità e apertura, così, pur con modeste speranze, mantengo nella mia firma il desiderio di rincontrarla qui. 
Ne parlo perché sono alla ricerca della verità e sarebbe un bel regalo di Natale  un'amica ritrovata... alla quale, se mi legge, faccio gli auguri di cuore.



Poiché (Angelo) mi hai onorato della tua visita mi son sentito in dovere di accedere al link della tua firma e dare un'occhiata al sito che hai costruito. 
Permettimi di avere delle perplessità sull'essere...l'unico sito al mondo, interamente dedicato alla spiritualità, con l'obiettivo di essere imparziale e indipendente da qualsiasi religione o credenza.  
Un proclama altrettanto categorico di quelli di ogni religione che ritenga di essere la sola depositaria della "vera" verità...



 
Nel topic sul Natale affermi : Voglio dire: finché si passa il tempo a criticare la Chiesa o i Cristiani non si tocca il nocciolo del problema. Il nocciolo è Gesù e finché non si ha il coraggio di criticare Gesù stesso si faranno soltanto critiche confuse e inefficaci. Come fai a criticare le ricchezze della Chiesa se prima non critichi i comportamenti di Gesù che vi stanno all'origine?

Al riguardo desidero porti e porre la questione del comportamento di chi venga ritenuto un Maestro, un Guru o un saggio. 

Assunto che non si può sbarazzarsi della presenza storica  (e attuale, nelle coscienze delle persone che vi fanno riferimento) di siffatte persone, con quale pietra di paragone ne verificherò le caratteristiche?

Usassi la mia sarebbe ben poco... potrei usare la pietra storica, come ben si adopera Sebastian... al quale chiederei un'opinione riguardo i milioni di ex voto che si trovano negli innumerevoli santuari Mariani o riguardo l'opera dei santi... togliamone pure la metà, anche di più... ma su quello che rimane non c'è analisi o pietra che lo possa interpretare o spiegare. C'è dell'altro.


Se hai aperto il link sopra il mio precedente post vi avrai trovato un mantra devozionale riferito a una grande personalità dell'India,Sri Anandamayi Ma.

A  questo link  http://www.innernet.it/memorie-di-anandamayi-ma/ 

puoi trovare le esperienze di due persone che l'hanno incontrata e frequentata. Se riterrai di leggerle potremmo approfondire (con calma, le mie energie son limitate) la questione.
 

un cordiale saluto


Jean

Jean

L'arazzo indiano

 
Qualche anno fa una persona a me cara mi fece un regalo. 

Sono inadeguato a ricevere regali... preferisco farli e comunque apprezzo più il gesto, la parola che l'oggetto. 
Il fatto è che col tempo mi sono sempre più liberato di quello che possedevo, da un buon repertorio di libri, chitarra, sci da fondo ecc. ecc.

Se qualcuno trovasse nei miei pochi oggetti qualcosa che proprio gli interessa... avrebbe buone probabilità di portarlo con sé. 
Forse saranno gli anni e gli acciacchi che aumentano (ricordo la canzone di Guccini, Van Loon... che aveva alfine il bagaglio di un saggio...cioè poco o niente) o forse un altro tipo di diavoletto che quelli di Sari (come esser sicuri di non far qualcosa che in fondo ci gratifica... anche nello spogliarci delle nostre cose?).

Il regalo che mi fece questa persona è stupendo, un grande arazzo indiano, un puzzle di tanti pezzettini di tessuto ricamati d'ogni colore e forma, tempestato di perline bianche, argentee, rondelline metalliche  e cento altri effetti impossibili da descrivere compiutamente. 

Colori e rifrangenze mutano se appena si sposta il punto d'osservazione, per non dire se illuminato dalla luce... col sole poi... si entra "dentro" il disegno...

L'ho "studiato" a lungo, fotografando ogni suo dettaglio e percorrendolo con un video... è una sorta d'universo... che evolve in un senso o in un altro, sta a chi l'osserva scegliere la direzione... e anche da questa relativamente piccola cosa (beh... avere un universo appeso ad una parete è mica poco...)  non posso che trovarmi d'accordo con Inverno che il mondo sia pieno di magia...

Quando me lo regalò ovviamente cercai di rifiutare... ma c'era di mezzo il cuore... e tornato a casa lo appesi alla più bella parete bianca, l'unica che prende il sole anche se non per tutto l'anno.

Oggi la mia benefattrice nella nuova casa ha una stanzetta che mi sono proposto di sistemare proponendo il mio gusto (ci so fare col bricolage... nel caso Villa Sariputra necessitasse...). 

Beh, ho fatto proprio un bel lavoretto, semplice ed essenziale  come piace a me... che mi ha valso le sue lodi (ah, c'è regalo migliore di chi ti apprezza per qualche cosa?).

Mancava solo d'appendere qualcosa su una bella parete...  e come l'ho pensato ho visto l'arazzo e lo straordinario effetto che procurerebbe...

Sapete, vero, quando c'è una sola cosa che sta bene in un certo posto..?

Non si può (naturalmente entro certi limiti) non porla in atto... così glielo ho proposto... quella stanzetta (carina e mooolto piccolina, alla Vania...) ha una luce che incontra un alberello di limoni prima d'entrare e viene filtrata da una tenda lilla... non c'è proprio posto migliore per quell'opera (d'arte). 
E poiché la persona si diletta di pittura, onestamente non poteva che concordare, tuttavia rifiutando il mio "sacrificio"... si tratta del suo regalo...


Ma cosa sono... i regali? 
Quelli che ci si scambierà in queste feste e quelli d'ogni tipo? 
Non è che un regalo, una parola, un gesto... nei casi migliori (di quelli parlo, non della mania consumistica usa-e-getta) non sia qualcosa che andrà a collocarsi dove c'è il posto giusto (questo sì adeguato...) per farlo?

Così la mia benefattrice  ha dovuto prender atto che la parete della sua stanzetta sia, alla fine del viaggio... il luogo deputato ad accogliere l'arazzo-universo... che tra una settimana cambierà collocazione spazio-temporale... eh già, infiniti universi dentro altri universi...

Adesso son qui seduto a scrivere questo pezzo, alla mia sinistra l'arazzo... e devo dire che il diavoletto mi ha avvertito che ne sentirò un pochino la mancanza... ma tant'è, era la cosa giusta da farsi... il giusto riflesso nello specchio della verità.



 
Un augurio a tutti voi e ai vostri cari.

Un saluto alla mia amica Roberta.
 
Jean
 

Sariputra

https://www.youtube.com/watch?v=CHpA6qotiwg

-E' già Natale?-
-Da qualche minuto Sari.-
-Ahhh!...-
-Ti fa male in questo punto?-
-Mi fa male un pò dappertutto. Sei brava Sabi. Questo massaggio shiatsu natalizio è un bel regalo che mi fai...-
-Un altro Natale  eh...vecchietto?-
-Sì...un altro Natale...-

Sono disteso sul ventre e mi osservo nello specchio. Noto i capelli un pò grigi...il volto mi pare ingrassato. Sabi è in ginocchio accanto a me e mi sta massaggiando energicamente la schiena. Pressioni e rilasci...un pò doloroso e un pò piacevole. Come la vita...
Mi sembra di sentire ancora il canto della stella dei bimbi. Hanno suonato al cancello della Villa. Erano i bimbi della scuola materna, accompagnati dai genitori. V. è corsa fuori ridendo. "Mettiti qualcosa, è gelido!" Le ho urlato dietro...troppo tardi.
-Papi! Avevano anche un carretto tirato da un asino. Al poveretto avevano messo sulla testa un paio di corna da renna, tutte illuminate...-
-Immagino come si starà divertendo...-le ho risposto. Ci abbiamo riso sopra...
Sono disteso sopra un grande tappeto variopinto. Sembra quasi un arazzo...si potrebbe forse pure appendere da qualche parte, se non fosse così comodo da usare...
Adesso V. è a letto.
Sabi mi sta torcendo delicatamente, ma non troppo, i piedi...

-E' piatta...-
-La vita?-
-Che scemo! Sei il solito buffone. Intendo la pianta del piede. E' piatta...-
-Beh!...Non è che anche l'altra sia messa molto meglio...-
-Shhh!...Stai buono. rilassati!- sussurra-E' Natale. Bisogna essere buoni.-
-Che dolce questa musica...-
-E' di Deva Premal...-

Mi sto sciogliendo sotto le sue abili mani, come la neve del Monte toccata dal sole. Vorrei dormire ma...ho lo sguardo assente di mia madre, con il cibo che esce dalla bocca semiaperta davanti...
Ancora ricordi di bambino mi assalgono. Un Natale ormai lontano...io che torno dalla messa, ormai mezzogiorno passato. Mio padre non c'è. Pranziamo senza di lui...non ci ha aspettato per stare insieme. Nemmeno il giorno di Natale. Tristezza infinita di bimbo...giorni e giorni senza più parlare. Mia mamma capisce...mi lascia stare, mi passa solo la sua mano, svelta, tra i capelli...-E' fatto così, è un artista- ci dice-ma vi vuole tanto bene!- E' una buona scusa essere un'artista. Bisogna perdonare gli artisti. Sono esseri strani...

Osservo Sabi nello specchio . Non è più giovanissima , ma è una bella donna...anche in tuta ginnica.
-Ho quasi finito. tra poco ti lascio in pace...-
-No!...Massaggiami in eterno. Voglio morire mentre mi massaggi...-
-Devo andare a casa, lo sai...-
-Resta...E' natale. Con che cuore puoi lasciare un povero vecchietto solo? E' pura malvagità...-
-Così puoi scrivere. Chissà cosa ti inventi stavolta...-
-Scriverò di quanto è dolce farsi massaggiare da te.-
-Grazie...ma non è vero. Ho fatto solo poche lezioni del corso shiatsu, lo sai...-
-Sei un'abile apprendista, allora.-
...
-Sari, lo specchio è sporco...non vedi? Se posso, dopodomani vengo a fare la polvere...Puoi anche cominciare a far fare qualcosa alla V., lasciamelo dire.-
-E' la polvere degli anni. La polvere dei natali passati che si deposita sullo specchio, per rendere tutto più sfumato...come un desiderio d'oblìo.-
-Sì...molto poetico , per dire che non hai voglia di pulire... come anche sbattere questa specie di arazzo indiano. Fortuna che non sei allergico alla polvere...-
-Se lo sbatto sicuramente perderà la sua morbidezza.-
-Ma vaaa!!...-
-Ci sono ancora dei punti dolenti.-
-Ciaooo!...Buon Natale. Forse passo anche domani. Non sono sicura perché ho i miei con l'influenza.-
-Tu hai molta influenza sul mio corpo.-
-Che scemo!...Ma non sei mai serio?-
-Solo a Natale.-
-Gesù è nato anche per te .-
-Tu ci credi?-
-A che cosa?...-
-Che sia nato per te. Yeoshwa, intendo...-
-Chi?...-
-Yeoshwa...lo specchio-
-Buon Natale vecchietto!-
-Buon Natale. Attenta ai lupi che scendono dal bosco!-
-Va in Cina Sari!-
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Jean

https://youtu.be/4FcTYF0OBSg?list=RDJcqg7_94wQc
 
 
Si doveva presentare negli uffici di Equitalia per discutere un piano di rientro, dopo aver ricevuto una maxi cartella da 20mila euro. Ma questa mattina ha tirato dritto ed è tornato nella ditta, si è legato una corda al collo e si è impiccato. Ancora un dramma legato alla crisi economica. L'uomo, 66 anni, titolare di una piccola attività nel fiorentino, è stato trovato senza vita questa mattina, dal suo socio.

 
Penso che eri onesto, altrimenti non ti saresti tolto la vita.

L'articolo dice "un altro dramma... " come ve ne son stati molti, troppi.

Presumo che chi abbia spedito materialmente la cartella abbia semplicemente eseguito gli ordini e ancora presumo che non via sia alcun filtro che si preoccupi di valutare se una cartella possa diventare una condanna a morte.

Facciamo, anch'io, quello che ci compete per ruolo. 
 
Così nessuno verrà mai individuato quale responsabile, poiché vien detto sia la crisi economica ad averne determinato le condizioni.


Nel leggere la notizia mi sono immedesimato in quest'uomo ormai avanti con gli anni e con sempre meno energie, fisiche e psicologiche, che potessero sostenerlo nella sua lotta per la sopravvivenza. 
In quanto alle energie morali (se si può dir così) ben le aveva se ha avuto il coraggio (... sì, il coraggio...) di porre in atto l'estremo gesto.
Nel freddo di una mattina invernale ha preparato il nodo come ha forse visto nei film o nei suoi ricordi passati. 
C'è voluto un po' di tempo, anche per scrivere, come di solito s'usa, il suo commiato dal mondo.

Forse dieci, lunghi, interminabili minuti... il tempo d'un valzer di Strauss. 

L'esterno da te, il mondo che continua nell'apparente tranquillità e sicurezza.

Mentre l'interno di te veniva avvolto dal blu, il colore del divino, in attesa di riprendersi la sua creatura.

 

Hineni

maral

#28
Il "frammento di verità" che è stato preso in considerazione mi pare dica che La verità è uno specchio andato in frantumi, ognuno ne raccoglie un pezzetto e rispecchiandosi in quel in quel frammento sostiene (ingannandosi) che lì sta tutta la verità.
Anch'io, come ognuno che partecipi alle riflessioni proposte commette lo stesso errore, ognuno vede il proprio frammento, un frammento finito di quella totalità che gli riflette qualcosa di se stesso per poter dire "Ecco, il mondo è questo, dunque io sono questo" ingannandosi, perché già un nuovo frammento cade nelle sue mani e il precedente è perso nell'istante stesso in cui ci si è riconosciuti: l'immagine che ci restituiva è diventata qualcosa che non è più se non per come appare nel nuovo frammento, forse un ricordo, forse un'illusione che non si potrà mai riconoscere vera o falsa.
Bisognerebbe poter raccogliere ogni pezzo del grande specchio frantumato, metterli insieme e la Verità (la verità di tutto e di noi stessi) apparirebbe allora per come è, unica e intera, la Verità di tutto e di noi stessi. La Verità sta quindi nella relazione necessaria tra i frammenti, nella loro ricomposizione simbolica ove il simbolo è il disco intero che si ruppe? La Verità sta quindi nella relatività di ogni frammento che di volta in volta ci troviamo in mano? Ma anche questo non è forse ancora solo un frammento di verità e quindi una pretesa che non ha nulla di vero?    
E' proprio come nel paradosso del mentitore: la Verità pare che sia ciò che ci dice di non essere Vera (solo un'apparizione parziale e riflessa in cui ogni simbolo ci inganna, è un volerlo credere Vero, ma non è Vero), ma allora come può mai essere Vero anche che essa non è Vera?
Chi dunque, avendo tra le mani l'intero, ha spezzato lo specchio? Non sarebbe a costui che potremmo chiedere finalmente cos'è la Verità, per riunire il Simbolo che continuamente accade (ossia cade nelle nostre mani) come un frammento parziale della sua unità e continuamente ci ripete di non essere questo frammento che ora accade, ma di essere in ogni frammento che accade e ci cade in mano? Io non sono questo, eppure sono proprio questo che sta accadendo.
Forse la verità è un sogno spinto dal desiderio di essere reale, ma il sogno è già reale, anche se solo nei suoi frammenti può presentarsi e questo che dico non è che uno di quei frammenti, gli altri siete voi per come, dal mio frammento posso immaginarvi e io, per come dai vostri frammenti posso immaginarmi in continua reciprocità, ogni volta diversi, ma ciascuno trascinato a ricostruire continuamente un'unità che accadendo va in frantumi.

acquario69

#29
HPer quanto mi risulta uno specchio qualsiasi puo riflettere solo attraverso la luce...e non e' certo lo specchio a produrla da se,ma appunto il suo riflesso
Percio possono esistere tutti I frammenti possibili immaginabili ma UNA sola e' la fonte e l'origine,senza la quale non puo esistere lo specchio stesso.

Discussioni simili (5)