LOGOS

LOGOS - Argomenti => Tematiche Spirituali => Discussione aperta da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 02:00:00 AM

Titolo: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 02:00:00 AM
     I
Come già detto in presentazione, sono appassionato da sempre di argomenti come filosofia, antropologia, religioni, e così via.  Sono non credente, ma aggiungo che lo sono contro la mia volontà, poiché invidio chi ha quella fede pacata cui avrei da sempre aspirato anch'io. Fin dall'adolescenza confesso di aver cercato di convincermi che Dio esiste davvero, ma soltanto per brevi tratti del mio percorso esistenziale ho creduto di poter sfiorare un qualche barlume di fede.  Posso proprio dire di averle in qualche modo provate quasi tutte, le vie, e invano. Confesso tuttavia che questi argomenti riescono ad appassionarmi ancora, nonostante i risultati negativi complessivi che ne ho ricavato finora.    Ultimamente, presso un altro forum, avevo avviato alcune discussioni concernenti un mio tentativo di creare un abbozzo di teoria speculativa in grado di provare a rispondere almeno a qualcuna delle domande più assillanti.  Mi rendo conto di essere velleitario in questo mio proposito, ma resta il fatto che persiste in me il bisogno, per sentirmi sereno, di trovare una teoria non troppo irrazionale che abbia almeno qualche sia pur minima valenza esplicativa intorno alle cosiddette "grandi domande".  In passato ho in vari modi compulsato pressoché tutte quelle teorie che fossero non troppo scomodamente contattabili.  Ebbene, l'impressione complessiva che ho ricavato da tutti questi "incontri" con le teorie disponibili è stata di delusione assoluta.  Riconosco soltanto che almeno qualche frammento di tutte queste teorie mi è sembrato gatteggiare un qualche minimo bagliore di congruenza, ma ripeto che in conclusione la delusione è stata totale. 
In un altro forum dove avevo avviato dei thread sulla mia teoria ho trovato un insperato aiuto da parte di una utente sconosciuta che mi è parsa di grandissima preparazione e sensibilità, e grazie a costei, che mi ha maieuticamente aiutato a partorire la teoria, sembrerebbe essersi formato un nucleo di promettente abbozzo. Ma il resto del forum non aveva interagito.
Però ora mi rendo conto di avere da poco scoperto questo forum di riflessioni.it che appare addirittura affollato di una intera platea di persone che sembrano competenti e appassionate.   Era proprio l'ambiente che stavo cercando per strigliare quest'abbozzo di nuova teoria intorno a un possibile Dio che sia compatibile sia con la logica e la razionalità, sia con quel pizzico di Realtà finora da noi esperita.
La mia teoria vorrebbe proporsi come una nuova proposta di teologia quasi-razionale, come ipotesi alternativa alle teologie tradizionali correnti, ed è mirante soprattutto a rispondere specificamente a una delle "grandi domande", e precisamente alla seguente e alle sue subordinate:
Perché una misteriosa entità, Qualcosa o Qualcuno, ci ha gettati nel mondo e ci sta facendo esistere? Qual è il Suo scopo? Che cosa vuole da noi questa entità? Perché Si nasconde e comunica con noi, (se fosse vero che comunica) soltanto attraverso intermediari spesso anche in contraddizione tra di loro?
Mi aspetto critiche, anche feroci, a maggior ragione per il fatto che la mia teoria si propone addirittura come una nuova teologia, ed è anche mia opinione che per definizione qualsiasi teologia richiede di default un'opera spietata di debunking.
Dovrete riuscire a convincermi che la mia piccola teologia alternativa è da buttare nel cassonetto, perché in fondo e in sostanza confesso che finora almeno non piacerebbe nemmeno a me, ma ho avuto come l'impressione che mi si sia formata in mente imperiosa per incontrollabili giochi combinatòri dei circuiti mentali, e finora mi sta soddisfacendo sia pure soltanto su un piano razionale,  in quanto sembra in grado di rispondere a quelle speciali domande, mentre però tutta la mia inquietudine perdura intera, anche se non mi si aggrava, poiché vi s'intravvedono anche intriganti scintille. 
 
 
          II
Prima di illustrarvi i punti essenziali della mia ipotesi teologica, che tenta di togliere la maschera all'entità che ci ha gettati nel mondo, è necessario dare una descrizione globale della Realtà dove si svolge il dramma cosmico della nostra esistenza. È presumibile che descrivere sia pure sommariamente la Realtà può essere già un lumeggiare parte dei tratti dell'entità che intendiamo smascherare.
Diciamo subito che chi volesse descrivere la Realtà con toni lontani da Autori come Schopenhauer o Leopardi evidentemente non ce la starebbe raccontando giusta, e non la racconterebbe giusta nemmeno a sé stesso.  Invece è inevitabile evocare scenari di tropicalità nicciana. Stiamo cercando la Verità e non altre catene di illusioni, e allora nessun timore di lesa maestà deve impedirci di gridare forte e chiaro, non solo che l'Imperatore è nudo ma anche che lo è pure in modo verso di noi perverso.
L'universo nel suo insieme ci appare come un luogo violento squallido e cupo, un immenso nonsenso, un oceano fluttuante di deserti sferici, o  roventi o gelidi, un luogo dichiaratamente non-fatto-per-noi.
Eppure mi si dirà "che meraviglia!". Ma certo, lo dico anch'io qualche volta, ma che belle quelle spirali di quadriliardi di luci.  E forse la vita scopriremo che vi s'intrufolerà dappertutto, e forse chissà quante altre sorprese ci attendono ancora.
Noi siamo testimoni finora di un solo pianeta  dove i lecchini del mistero dicono si concentri il dono prezioso della vita (mistero: il nome sacro dell'ignoranza). Qualcuno li avvisi che la vita non è un dono, bensì un prestito da restituire dolorosamente.
La superficie della nostra Terra? È un immenso cimitero fatto della sostanza delle miriadi di generazioni di creature che ci hanno preceduti: decomposte, esse formano immensi depositi di carbone, petrolio e metano.  Sono state gettate nel mondo anche loro, infinite creature prive di ogni orizzonte spirituale, ammesso che lo spirito non sia solo una boutade.
E la natura è bellum omnium contra omnes, guerra di tutti contro tutti, tutti gettati a lottare e uccidere, ben oltre le catene alimentari, poiché ad esempio quando in natura un cane incontra un gatto non lo uccide per mangiarlo. Però è vero, è bello talvolta il verde della natura, e lo dico anch'io, anche se evito di scambiare la giungla per un giardino.
Una natura che crea le creature nel modo più cruento che sia possibile – ed ecco che in fondo hanno ragione i credenti a non accettare il dato di fatto dell'evoluzionismo, poiché comprendono oscuramente anche loro che il Dio maraviglioso in cui credono non può avere usato come invece ha fatto metodi evoluzionistici, che in sostanza consistono nell'ottenere risultati passabili commettendo in vivo tutti gli errori possibili.
Ma qual è la natura essenziale di tutte queste creature viventi? È che sono state tutte programmate per la morte.  La parola vita è quindi da considerarsi, dal punto di vista dell'individuo, un sinonimo perfetto di morte. 
L'uomo non fa eccezione. Nella Bibbia, quel libro di guerre ottuse e cantonate astruse, ci stanno anche rarissimi versetti incredibilmente esatti, che chissà perché, corrispondono precisamente a dati di fatto incontrovertibili, dati scientifici odierni! Uno di questi rarissimi versetti eccolo qui, è Gn 6:3 (Genesi, capitolo 6, versetto 3, laddove recita: "Allora il Signore disse: - il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni ")   Proprio così, il programma genetico umano è tarato per una vita massima di circa 120 anni... quindi, ecco dimostrato che perfino la Bibbia almeno qualche volta ci azzecca!
Ecco che abbiamo or ora sommariamente descritto quel che l'entità ha compiuto, ossia la Realtà come la conosciamo, ed è quindi arrivato il momento di proporre l'annunciato abbozzo di nuova teologia, cercando di descrivere i tratti di questa presunta entità.
 
 
     III
Necessaria appare un' altra premessa, che si sarà capito non intende preludere ad alcuna Messa.
Stiamo cercando di smascherare niente di meno che la presunta entità che ha creato la Realtà che abbiamo appena descritto, e abbiamo anticipato che stiamo provando a farlo per via razionale.
Il timore che occorra un thread kilometrico è fondato, dal momento che una ipotetica nuova teologia richiederebbe piuttosto l'ampio respiro di un tractatus: per evitarlo, procederemo frammentando opportunamente il discorso, in questo modo però aumentando il rischio di incorrere in incongruenze, che sicuramente saranno notate dai lettori, che gentilmente ce ne avvertiranno.
Faccio notare che ritengo assolutamente lecito utilizzare anche in ambito teologico un linguaggio clinico, dato che la mia nuova teologia ipotizza una estrema somiglianza della mente divina con quella umana, ritenendo fisiologico dal punto di vista divino ciò che dal nostro punto di vista umano suonerebbe come patologico.
Per cominciare, invito a ricercare fin da sùbito, dato che ci serviranno per capire la mia ipotesi che mi accingo a presentarvi, un paio di particolari patologie descritte dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali):
il "disturbo dissociativo dell'identità" (approfondendo poi la ricerca sul caso Billy Milligan);
e la "sindrome locked-in o sindrome del chiavistello".
Invito i lettori a ricercare e approfondire queste patologie (soprattutto il caso Billy Milligan), che ci saranno utili per avvicinarci a comprendere come funziona il Nous dell'entità che intendiamo smascherare.
Per indicare nominativamente l'entità da smascherare spenderemo quietamente il nome Dio e useremo ampiamente le maiuscole, per indicarLo anche in tutti i pronomi che Lo riguardano, non tanto per cortigianeria quanto per praticità sintattica, così che spiccherà chiaro quando ci riferiamo a noi umani, in cui tutto sarà declinato al minuscolo, e quando ci riferiamo a Lui, in cui tutto sarà trumpianamente maiuscolato.
   IV
Dio è persona ed è eterno ma non onnipotente, e anzi diremmo meglio onnimpotente,  poiché tutto rimane impossibile a Dio, se volesse restare fino in fondo Sé stesso: una semplice partita a scacchi? impossibile, ma anche una vita semplice come la nostra, impossibile per Lui, restando un Dio, impossibile cessare di essere Dio, soprattutto Gli è impossibile morire, e neppure lo desidererebbe davvero, eppure per Lui è estremamente emozionante ed eccitante anche soltanto immaginare Sé stesso davanti a una prospettiva di morte. Si desidera con più grande intensità ciò che sarebbe impossibile. Quando una persona è infinitamente potente e satura di ogni gioia possibile, arriva a desiderare di provare emozioni che Gli rimangono vietate. Dio ha dei limiti invalicabili, prima di tutto il limite di non poter mai cessare di essere Dio. Alcuni imperatori romani talvolta si travestivano da anonimi viandanti per mescolarsi alla folla delle taverne e godersi da vicino l'afrore della miseria umana, sapendo di restare nella segreta realtà potenti imperatori. Dio onnimpotente ed eterno, inesorabilmente afflitto dalla divina sindrome di Re Mida,  è irresistibilmente attratto dalla miserabile umanità di cui Lui ha appositamente programmato la precarietà e la morte, e segretamente invidia il brivido, il frisson struggente della nostra finitudine. Dio non può tramontare, non può morire come noi, non può provare come noi l'angoscia nostra. Quella che per noi è l'angoscia estrema, per Lui sarebbe la gioia suprema, il poter morire.  Ecco il Suo escamotage, il trucco divino, Dio è riuscito anche in questa sublime impresa, escogitando l'uomo. Ecco perché ci ha creati, lo ha fatto per poterSi godere l'ebbrezza della morte attraverso ciascuno di noi. Noi sappiamo cos'è l'angoscia della morte che invece per Lui è come una iperDroga che può assumere soltanto fingendoSi noi, dimenticandoSi di essere Lui. Lui sa che cos'è, e quanto è tremenda, l'altra angoscia,  l'angoscia opposta alla nostra: quella di esser dannati ad essere per l'eternità.
 Noi siamo dunque un Suo brillante artifizio, siamo un Suo terribile videogioco vivente in cui Lui Si immerge come intimo avatara dentro di noi per provare di persona ciò che Gli sarebbe vietato dalla Sua stessa onnimpotenza.   Lui è per noi Dio, noi almeno restiamo convinti che Lui sia Dio, ma Lui nel Suo profondo crede piuttosto che siamo noi il vero Dio, dato che Lui sa che letteralmente non potrebbe vivere se non attraverso di noi, e infatti siamo noi soltanto e non Lui che possiamo vivere e morire.  Lui nel Suo supremo livello di coscienza non può fare assolutamente nulla, è come bloccato nella sindrome locked-in, la sindrome del chiavistello, e può vivere esclusivamente attraverso le nostre carni e menti umane, Egli abita nella nostra psiche, unico Suo domicilio conosciuto e possibile. Ed Egli genera noi umani attraverso un meccanismo analogo al disturbo dissociativo d'identità.  Come prima detto, ciò che per noi sarebbe patologia, per Lui è fisiologia.   
 Ad ogni umano spegnimento, ci sarà infine la reciproca agnizione: Lui ci apparirà tra le luci di cortesia finali, ritrovandoSi infine nel Suo ruolo di Dio, e ci resterebbe la consolazione che avendo Lui anche una memoria perfetta riguardo ognuno di noi, di noi Si ricorderà per sempre. 

Noi, dunque, analoghi alle identità secondarie del caso clinico Billy Milligan, e Billy sarebbe guarito, tornando se stesso, soltanto se fossero "morte" la sua ventina di identità secondarie: allo stesso modo, analogamente, Dio ritorna a ricordarSi di essere Dio ad ogni singolare umano exitus, noi che siamo Sue identità secondarie.
Scenario probabile, ma si deve restare aperti a ogni possibile variante.

 Attendo le vostre critiche e i vostri commenti, ed eventuali suggerimenti. La teoria è ancora in cantiere e aperta a modifiche.

(Nota1: Come si sarà capito, Dio viene "compreso" razionalmente da questa mia ipotesi teologica grazie al fatto che la neurofisiopatologia umana è da considerarsi valida non solo per descrivere la nostra psiche ma anche quella divina, dato che noi siamo Sue identità secondarie aventi l'amnesia di far parte di Lui. Appare evidente  che l'entità che abbiamo trovato è un Dio minore, un'entità personale spaventosamente difettosa, mentre la mia teologia non osa spingersi oltre: oltre questo piccolo Dio personale è ipotizzabile che esista probabilmente un algido livello superiore impersonale e privo di ogni empatia e quindi inesorabile, responsabile della eterna difettosità del nostro Dio. Ritengo che quel livello superiore, che è responsabile dei limiti di cui soffre il nostro Dio personale, sia intrinsecamente incomprensibile anche perfino per il nostro stesso Dio minore, e quindi siamo razionali se decidiamo di non aver fretta di occuparcene più di tanto.) 
(Nota2: Si sarà forse sorpresi dal fatto che la mia teologia non prende in minima considerazione aspetti etici che sono invece di solito essenziali in ogni teologia tradizionale. Il Dio che razionalmente concepisco nei modi che son stati qui descritti è assolutamente privo di ogni morale.  Lui diviene ciascuno di noi, ed esperisce interamente ogni nostro vissuto e con-vive con noi fino al giorno in cui con-muore con noi, e quindi quando uccide qualcuno uccide sempre un altro sé stesso, e quando viene ucciso si gode comunque anche il dolore di cui non è mai sazio abbastanza. D'altronde non c'è alcun merito ad essere un Dio.  Questo nostro Dio sensation-seeker è un Dio minore, ma non è che esista allora un Dio maggiore, poiché al di sopra di Lui esiste soltanto, come abbiamo già detto, una gelida e inesorabile  Intelligenza impersonale.  E in fondo inesorabile, cioè "che sarebbe inutile pregare", è anche il nostro Dio minore, che sarebbe inutile tentare di convincere di smetterla una buona volta.   Impossibile per Lui interrompere il Suo vizio di vivere attraverso noi)
(Nota3: Le teologie tradizionali ritengono che Dio osservi con sguardo panottico e giudicante l'intera sequenza di vita di ognuno di noi, e lo farebbe con infinita precisione, tanto che non sfuggirebbero a Dio nemmeno i pensieri più intimi e segreti.  Qual è la differenza col Dio ipotizzato dalla mia teologia? Non vi è differenza, su questo punto la mia teologia ricalca le altre: anche il mio Dio minore ci osserva con lo stesso infinito dettaglio, ma va notata un'unica ma importantissima differenza: mentre il Dio delle varie tradizioni ci guarda con sguardo accuratamente giudicante ma non partecipante <nel senso che Dio-non-soffre-né-gode-assieme-a-noi>, il mio Dio minore ci guarda con sguardo del tutto coincidente a tutti i palpiti di tutti i nostri vissuti e vive e muore assieme a noi,  e in quanto tale, almeno questo finalmente posso dirlo, mi sta infinitamente più simpatico di tutti gli altri Dio che ci offre il mercato.)
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: anthonyi il 24 Ottobre 2025, 05:24:21 AM
Ciao Luther, benvenuto in logos. Ho letto gran parte del tuo post (é dura arrivare alla fine di un post cosí lungo), e ho alcune riflessioni al riguardo.
In effetti il tuo approccio alla "ricerca di Dio" conferma un'idea che ho sempre sostenuto, cioé che é l'uomo ad avere bisogno di Dio, ed é per questo che lo cerca.
Noto comunque che tu hai un approccio abbastanza pessimista nell'osservare la realtà, e in questo non siamo in sintonia.
In effetti denoti un pessimismo materialista, che poi é abbastanza consueto qui in logos, che contrasta con il mio personale approccio di ricerca del divino.
Dal mio punto di vista Dio va cercato nell'interiorità, e va cercato proprio per trovare la forza di superare quel pessimismo materialista che caratterizza il tuo approccio.
Ti faccio i miei saluti.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: iano il 24 Ottobre 2025, 08:19:33 AM
Citazione di: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 02:00:00 AMPerché una misteriosa entità, Qualcosa o Qualcuno, ci ha gettati nel mondo e ci sta facendo esistere? Qual è il Suo scopo? Che cosa vuole da noi questa entità? Perché Si nasconde e comunica con noi, (se fosse vero che comunica) soltanto attraverso intermediari spesso anche in contraddizione tra di loro?
Benvenuto.
Io che sono più saggio di   anthonyi, :D  vado capitolo per capitolo, e dopo aver cercato il significato di debunking, termine che mi sentivo fischiare nelle orecchie da un pò, inzierò col cercare decostruire la tua domanda, notando che la tua teologia riguarda l'uomo, e non gli esseri viventi in genere.
Se pure non vogliamo includerli tutti nella nostra teologia, dobbiamo partire comunque dal fatto banale che l'uomo è un essere vivente, cosa che nella sua banalità potremmo appunto trascurare.
Se quindi, partendo comunque dal considerare la totalità degli esseri viventi, ne ricavassimo in qualche modo la specie umana, assumeremmo il ruolo della misteriosa entità, ammettendo uomo non ha un significato che viene da se, per quanto tutti sembriamo concordare, però se poi ci mettiamo verificare questa concordanza non so se la confermeremo.
''Sicuramente'' condividiamo una sensazione di umanità, ma se poi cerchiamo di razionalizzarla, quasi sicuramente perderemo la condivisione da cui siamo partiti.
Quindi, volendo scongiurare ciò che minerebbe la nostra teologia nelle fondamenta che mi pare gli hai dato, senza pur esplicitarle, dovremmo porre fede in quella sensazione, senza esserci neanche avvicinati a  una eventuale fede in Dio, che non sarebbe quindi oggetto esclusivo della nostra fede.

Perchè  il mio testo appare in rosso?
Questo è vero vero mistero. :)

Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: anthonyi il 24 Ottobre 2025, 08:59:36 AM
E' segno di saggezza, iano, il colore rosso é il colore della saggezza, e un saggio non può che scrivere in colore rosso, lo sappiamo anche noi non saggi che, rispettosamente, evitiamo rispettosamente di leggere le purpuree perle di saggezza (in realtà io c' ho pure provato, ma non c'ho capito niente, sarà per il fatto che non sono saggio).
Saluti a te, saggio iano. 
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: iano il 24 Ottobre 2025, 10:09:16 AM
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2025, 08:59:36 AME' segno di saggezza, iano, il colore rosso é il colore della saggezza, e un saggio non può che scrivere in colore rosso, lo sappiamo anche noi non saggi che, rispettosamente, evitiamo rispettosamente di leggere le purpuree perle di saggezza (in realtà io c' ho pure provato, ma non c'ho capito niente, sarà per il fatto che non sono saggio).
Saluti a te, saggio iano.
Augh!
In effetti è un mio vecchio cavallo di battaglia: le specie non esistono, ma sono un concetto che si rivela ad hoc per descrivere l'evoluzione delle specie, che sarebbe più corretto dire evoluzione degli esseri viventi, che sarebbe però diversamente impossibile descrivere nella sua complessità.
Il mio argomento può essere inaccettabile per un credente, ma non difficile da comprendere.
Per un non credente la specie umana può ben essere un concetto da noi creato, lasciando eventualmente a Dio di creare gli esseri viventi, ognuno NON per la sua specie.
D'altronde se vogliamo creare una nuova teologia, da quelle classiche dovremo differenziarci in qualche modo.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: sapa il 24 Ottobre 2025, 10:24:28 AM
Ciao Luther Blissett, sai che il tuo post mi piace molto? E mi complimento con te anche per la chiarezza espositiva, che non era scontata. Mi trovo d'accordo su molte cose,  la  visione di questa tua nuova teologia mi pare una nuova forma di paganesimo, con  un Dio minore soggetto a un Fato imperscrutabile e capace/ansioso di vivere tutte le vite e le morti da lui create, lui condannato all'Eternità. L'immagine che nel tuo testo dai della Natura è per me molto lucida. Quindi, un nuovo paganesimo o un bello spunto per un racconto alla Stephen King! Per me è comunque ok, benvenuto!
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Adalberto il 24 Ottobre 2025, 10:52:31 AM
Ciao, non so se darti del tu o del voi, essendo stato LB un famoso collettivo
In altre parole sei uno, tanti,  oppure.. ci sono tanti nel tuo uno?  :)
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: fabriba il 24 Ottobre 2025, 11:00:55 AM
Preso da un momento di pigrizia ho chiesto un riassunto a chatGPT (che mi ha pure detto che era troppo lungo e ho dovuto tagliare le ultime righe.... che io sia pigro va beh, ma che chatGPT sia pigro siamo all'assurdo......!).


L'idea del Dio che non può terminarsi (o depotenziarsi) mi è interamente nuova, non ci avevo mai pensato ne mi ci ero scontrato.
Ci avevo pensato nei termini in cui l'umanità sta cercando di muoversi concretamente verso ambizioni di transumanesimo, semi-onnipotenza e amortalità, e la domanda che mi ponevo era una trasposizione di quella che poni tu: abbiamo percorso decine di migliaia di anni per arrivare lì, ma quando ci dovessimo arrivare... e poi?!

Trovo sia di estrema attualità, sono d'accordo con @sapa che è un plot per una storia di grandissima attualità: sono 25 anni che aspettiamo il nuovo Matrix, secondo me hai qualcosa per le mani!

Se pensi a questa teologia invece in termini religiosi, mi devi dare qualcosa di più (!) perché non mi è chiaro il modo in cui questo Dio dovrebbe essere degno della nostra devozione, o stimolarci al rispetto di un qualsivoglia set di valori.

--
riflessione a lato stimolata dal tuo post:
> l'umanità ha inventato dio come obiettivo?
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 13:44:47 PM
Ragazzi, vi ringrazio tutti per le vostre risposte, che non attendevo così sollecite e numerose. E grazie per il molteplice benvenuto.  Risponderò più puntualmente a ognuno di voi quando mi sentirò più disinvolto nel gestire questo vostro bellissimo forum, di cui è assurdo che io non mi fossi ancora accorto fino a pochi giorni or sono, nonostante che da molti anni sapessi dell'esistenza di un sito calamita dei pensatori come riflessioni.it: insomma, non mi ero ancora accorto che esisteva pure il forum!

Mi rendo conto della mia deprecabile tendenza a confezionare pipponi interminabili, però se devo tentare di esprimere concetti, o addirittura teorie che si propongono nuove su argomenti impegnativi, non mi si può chiedere di comprimere più di tanto i miei scritti.

Vi ho chiesto di provare a smontare questa mia teoria, ma invito coloro che intendessero fare sul serio nel provare a farlo, a leggere integralmente quanto finora ho scritto.  Anche saltare un singolo passaggio del mio scritto potrebbe portare a compromettere il senso complessivo di tutto il mio discorso.

Ora vorrei farvi notare che la mia ipotesi di nuova teologia non sarebbe poi in verità così nuova come finora ve l'ho  presentata.  Già nella mia autopresentazione avevo accennato che avrei voluto parlarvi di una mia nuova idea così elementare e apparentemente semplicistica che sicuramente avrebbe corso il rischio di essere scartata a priori come una sesquipedalica fesseria.  Avevo lì evocato addirittura la lettera rubata di Edgar Allan Poe, per dire che talvolta certe verità fin troppo evidenti tendiamo a scartarle a priori troppo precipitosamente, o a volte proprio non riusciamo più a vederle, scotomizzandole del tutto.
Vi ringrazio comunque che non avete già cominciato a demolirla coi picconi, ma prima di procedere al piacere sadico del debunking (parola che ripeto volentieri dato che sembra esservi piaciuta), vorrei invitarvi a scoprire quale dottrina filosofica di enorme importanza nella storia del pensiero umano si nasconda dietro la mia nuova ipotesi di nuova teologia.
Prometto a chi risolverà questo indovinello, indicando per primo il nome di questa essenzialissima dottrina, che gli accorderò un trenta e lode con abbraccio accademico incluso, e addirittura promessa di un incarico presso un istituto prestigioso che rilascia lauree in utroque iure in patafisica quantistica comparata e doppio master a Palo Alto e Akademgorodok  ???
:)


Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: iano il 24 Ottobre 2025, 14:34:51 PM
Io la laurea in patafisica ce l'ho, però non mi aiuta a rispondere alla tua domanda. :)
Ho letto tutto, e dovrei rileggere, ma ritenendo di aver minato alla base la tua, o di chi sia, teologia, attendo prima una tua risposta, facendoti intanto i complimenti per uno scritto che si lascia leggere, perchè quando la lettura è piacevole  è patafisico che il testo si accorci.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Koba il 24 Ottobre 2025, 15:59:47 PM
Alcuni elementi fanno pensare allo gnosticismo (sofferenza della vita, natura aliena, demiurgo maligno o pasticcione, divinità superiori), ma mancano del tutto riferimenti ad un viaggio di ritorno dell'anima...
Allora provo a rispondere: uno gnosticismo senza salvezza + una forma di satanismo senza ribellione (cioè Dio si comporta come un Lucifero melanconico).
Ma no... Rileggendo il testo mi sembra tutt'altra cosa... Mi arrendo.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 18:44:24 PM
Ahiahiahi, constato che non avete indovinato:  vi siete persi l'occasione d'oro di un trenta e lode pure con l'abbraccio accademico!  E pensare che  questo qui sarebbe pure un sito pieno zeppo di filosofi  :D
E vabbè, allora ve lo dico qual era la dottrina filosofica che dovevate indovinare, e che se ne stava criptata dietro e dentro la mia cosiddetta nuova teologia.
Solipsismo!  Interroghiamo zia Wikipedia che ora ci dirà con precisione cos'è: "dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con certezza solo la propria esistenza, poiché tutto quello che percepisce sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno, ma che in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria individuale coscienza."
È stato detto che soltanto la nostra mente può essere sicura di esistere, il solipsismo sarebbe la nostra unica certezza.  Ma poi, ragionandoci su, sùbito comprendiamo che sarebbe assurdo crederci davvero.  Ognuno di noi comincia a chiedersi: "esisto soltanto io, e tutti gli altri non sarebbero che mie allucinazioni? E l'universo intero esisterebbe soltanto nella mia mente?... " Ecco che tosto ci sentiamo costretti ad abbandonare questa dottrina, poiché ne intuiamo l'assoluta impossibilità che si tratti di una cosa reale, ne comprendiamo l'intrinseca assurdità. 
Ecco che a questo punto arriva la mia nuova teologia che ci dice che esiste effettivamente una persona, una Persona con la maiuscola, che Si può permettere di dirSi solipsista: Lui può!
Il nostro Dio minore è l'unica Persona che esiste, effettivamente, e tutto il resto delle altre persone (ovvero noi umani, e altri eventuali similumani degli altri mondi) non sono altro che Sue temporanee identità secondarie, destinate entro un range di circa 0-120 anni a rientrare nel Suo Sé divino, ad esserNe riassorbite.
Ed ecco che da quanto abbiamo or ora detto che possiamo finalmente battezzare la mia nuova teologia con un nome adeguato ed esplicativo: "teosolipsismo".
Questa denominazione viene a subentrare a un primo tentativo di darle un nome che ebbe luogo nel primo forum dove tutto nacque, e che fu "teologia del Puer aeternus".  Sarebbe troppo lungo, ora, spiegare come e perché fu deciso di darle questa denominazione. 
Teosolipsismo, dunque: rende bene l'idea di base di tutta la nostra Realtà. 
Esiste una sola Persona reale. Non sappiamo da quale istanza a Lui superiore Gli sia stata data questa prerogativa di essere un Dio, sia pure minore, e non ne sappiamo il perché. Tale Persona gode della prerogativa di una potenza immaginativa straordinaria, ma soffre anche di strazianti limitazioni che Lo costringono a contorti e feroci ripieghi: per descriverNe i tratti di personalità e le inclinazioni il lessico più adatto si rivela essere quello clinico della neuropsichiatria.  Il nostro Dio minore è come una sorta di verminoso cristallo capace soltanto di immaginarSi un luogo dove poter far vivere e morire infinite proiezioni di Sé, dato che nel nonluogo tristissimo dove Lui è non c'è niente altro che Lui.
Applichiamo immediatamente questa teologia che abbiamo ridenominato "teosolipsismo" al tentativo di rispondere in maniera rispettosa della logica a una questione di quelle importanti.
 Poniamoci adesso una di quelle grandi domande che fanno tremare i polsi, e tentiamo di proporre una risposta teosolipsistica.
 Domanda: perché Dio ha creato una Realtà, non bastava a Sé stesso?
 Proviamo a rispondere adottando dunque un criterio teosolipsistico.
 Avete presente il concetto di deprivazione sensoriale? Cercate per favore su Wikipedia o dove volete voi "deprivazione sensoriale". 
 Ebbene, se noi umani ci facciamo immergere in un liquido che ci dia l'impressione di non poterci più orientare, protetti da idonea tuta protettiva, al buio completo, aboliti ogni luce e suono, e proviamo a restare così per un tempo prolungato, che cosa invariabilmente finisce per accaderci?
 Parlo per esperienza diretta. Io l'ho provata questa cosa e vi riferisco cosa provai.
 Dopo non molti minuti cominciano ad arrivare le allucinazioni.
 E che cosa sono le allucinazioni, in quel contesto?
 Poiché noi umani siamo normalmente abituati a muoverci nel mondo con tutti i nostri sensi attivati, vista, udito, tatto, odorato, gusto, e gli altri come la propriocezione etc, la situazione di deprivazione sensoriale ci abolisce tutte le informazioni dal mondo a noi esterno, gettandoci in una crisi straniante che finisce per configurarsi con l'arrivo delle allucinazioni.
 In quello stato di coscienza da deprivazione ci rendiamo conto che "non possiamo restare senza mondo."
 E le allucinazioni sono nostri tentativi di ricostruzione del mondo di cui non ci stanno più arrivando i dati sufficienti.
 Applichiamo dunque questa spiegazione alla psiche divina che in questa situazione noteremo comportarsi in modo analogo al nostro, dimostrando l'analogia tra le due psiche, quella umana e quella divina.
 Quale sarebbe la situazione di Dio se non fosse esistita la Realtà che conosciamo, dove Dio non risulta presente? Se Dio fosse stato sufficiente a Sé Stesso, non Gli occorrerebbe creare una Realtà siffatta.
 Dio deprivato di Realtà assiste alla Sue allucinazioni che sono anche per Lui ricostruzioni del mondo. Ma Lui è molto più bravo di noi. Mentre a noi arrivano le allucinazioni, che sono vani tentativi di ricostruzione del mondo, destinati al fallimento. Le allucinazioni che arrivano a Dio sono invece così tanto grandi e potenti e minuziosamente consistenti da divenire sufficienti a divenire una completa Realtà che può coincidere con la nostra Realtà. Diversamente dalle nostre, le Sue allucinazioni sono così funzionali da poter divenire la nostra Realtà.
 Nemmeno Dio, quindi, può stare senza mondo.
 L'esistenza del mondo, intesa quindi come una necessità psicologica della divinità, indica ancora una volta una sostanziale somiglianza funzionale tra la psiche umana e quella divina.

Abbiamo appena notato che nella sostanziale somiglianza funzionale delle menti divina e umana si staglia però straordinaria la differenza di potenza immaginativa di Dio che in virtù di essa ha il potere di creare la nostra Realtà. È interessante ora mostrare un corollario nel ragionamento che stiamo facendo, affrontando brevemente il tema del nostro sognare.  Dio Si differenzia da noi per quanto riguarda i sogni: i sogni sono un fenomeno soltanto di noi umani, che abbiamo anche un ingombro somatico che ha le sue umane esigenze.  Ma il meccanismo dell'umano sognare ci permette di notare delle interessanti analogie.  Quando noi sogniamo, creiamo un mondo onirico precario e fugace che riesce comunque a impressionarci. I personaggi che animiamo nei nostri scenari onirici sono nostre labili creature, e assolutamente labile è il nostro intero teatrino interiore onirico, che oltretutto tendiamo a dimenticare rapidamente appena arriva il risveglio: ebbene, questo scenario onirico umano, pur così labile, assomiglia in qualche modo allo scenario cosmico creato dalla potenza creatrice dell'immaginazione divina.  Si può ben notare la distanza siderale qui tra i due poteri creativo-immaginifici  del nostro Dio minore e di noi umani.  Eppure, sia pur remotamente, il nostro mondo onirico assomiglia al mondo reale creato dal nostro Dio minore: infatti, ognuno di noi è l'equivalente di Dio dentro al suo piccolo mondo onirico, ognuno di noi è il dio minimo dei propri sogni.
Tutti i personaggi che compaiono nei nostri sogni siamo sempre noi che li impersoniamo. Se io sogno mia madre defunta, non è mia madre che è entrata nei miei sogni, ma è la mia mente ad averla generata e collocata nel mio scenario onirico. Analogamente funziona, con ben altra e straordinaria efficacia, il potere creativo di Dio, per cui ogni persona che vive nel mondo reale non esiste realmente ma rimane un personaggio scaturito dal potere immaginifico di Dio. Per finire questo post con un ulteriore esempio di analogia di scenari,  possiamo osservarla tra il mondo reale e il mondo immaginario di un autore di romanzi. L'autore di un romanzo è l'equivalente di Dio dentro al suo romanzo: egli può creare i personaggi, e può farli vivere o morire a piacimento.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 18:53:42 PM
(Scusatemi, ma non so ancora come citare i vari interlocutori cui intendo rivolgermi)

Caro Koba, non era lo gnosticismo, anche se devo ammettere che tra le mille radici che stanno alla base della mia ipotesi teologica hanno certamente dato un loro contribuito anche delle considerazioni gnosticheggianti.
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: iano il 24 Ottobre 2025, 19:45:17 PM
Citazione di: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 18:44:24 PMSolipsismo!  Interroghiamo zia Wikipedia che ora ci dirà con precisione cos'è: "dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con certezza solo la propria esistenza, poiché tutto quello che percepisce sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno, ma che in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria individuale coscienza."
Ho messo in evidenza questa parte del tuo post, e in fondo a destra è apparso il riquadro, ''cita il testo selezionato'', su cui quindi ho cliccato. E voilà.

Ma, secondo me è quando prendiamo coscienza della rappresentazione che ciò che diciamo realtà viene smascherato come apparenza, che può allora essere considerata come apparenza di una realtà  informe, e che  perciò ammette diverse forme rappresentative, senza che ve ne sia una che possa dunque rappresentarla veramente.
Finché però la rappresentazione rimane unica vale per noi come univoca.
Non è propriamente la scienza ad aver attuato lo smascheramento, ma ha reso possibile la presa di coscienza spazzando via l'univocità della rappresentazione.
Ora abbiamo due modi di agire nella realtà, quello a cui soprassiede l'immaginazione, capace di generare sia il sogno che l'illusione di realtà, che perciò sono fatti della stessa sostanza immaginaria, e quello di ogni apparenza privo , la scienza, perchè usa un linguaggio descrittivo non immaginativo.
Dove l'elaborazione dei dati  rimane nascosta, il risultato appare come evidente, e quando l'elaborazione dei dati  è palese, il risultato non è evidente, altrimenti detto incomprensibile.
L'anello di congiunzione fra le descrizioni alternative è la geometria euclidea, che sembra essere al contempo evidente realtà e sua descrizione.
Non è una coincidenza che la matematica, in quanto linguaggio descrittivo, descriva cosi bene la realtà, perchè ciò che abbiamo inteso essere realtà era una sua descrizione.
I mondi in cui crediamo o non crediamo di vivere, riuscendo comunque attraverso essi a vivere la realtà, sono spazi di comunicazione, e ciò che da senso ai diversi linguaggi è la condivisione. Senza questa condivisione i linguaggi perdono significato.
Resta semmai appunto da spiegare come facciano i linguaggi a veicolare un significato, perchè una sfilza di simboli o di suoni non hanno in se un significato, a meno che non ci sia un accordo su cosa fare ad un dato segnale.
Il linguaggio ci consente di agire come un sol uomo e in ciò, non nella verità, è il potere della scienza.
Perchè se era vero ciò che era evidente, ciò che è evidente non è più vero.

Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: sapa il 24 Ottobre 2025, 20:44:04 PM
Certo che questa teologia proposta da Luther Blissett non è male. Riassumo schematicamente: Dio è unico, in quanto c'è solo lui, sia come divinità che come realtà, è eterno, ma non onnipotente, in quanto, a causa della sua stessa divinità, non può nè nascere, nè morire. E nella sua onn-impotenza, è ridotto a cercare avidamente l'esperienza delle sue allucinazioni, che siamo noi. Un Dio minore, dunque, che non si sa bene chi, nè perchè, ha costretto in una situazione da neuro-deliri. Un Dio quasi fantozziano nella sua impotenza, al punto che non si può non sodalizzare con Lui. Quindi, saremmo al punto che le allucinazioni di Dio sentano, per simpatia,  quasi il bisogno di rendere più interessante l'esistenza problematica del Dio minore, perchè no?, con una guerra o con altri eventi degni di nota. Andrà in Paradiso l'allucinazione di Dio, che sarà riuscita ad attirare maggiormente la Sua attenzione. Già, il Paradiso.. Ci sarà anche in questa teologia un Paradiso e potrebbe essere la memoria del Dio minore, cioè tutte quelle allucinazioni degne di essere da Lui ricordate al risveglio. All'Inferno, invece, tutte le allucinazioni Divine ordinarie, quelle grigie, incolori, non degne della Sua nota. Concordo con Luther Blisset, un Dio come questo sarebbe più simpatico e meno complicato. Adesso, però, quale liturgia? Come si venera un Dio come questo? Passo....
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 22:15:08 PM
Citazione di: sapa il 24 Ottobre 2025, 20:44:04 PMCerto che questa teologia proposta da Luther Blissett non è male. Riassumo schematicamente: Dio è unico, in quanto c'è solo lui, sia come divinità che come realtà, è eterno, ma non onnipotente, in quanto, a causa della sua stessa divinità, non può nè nascere, nè morire. E nella sua onn-impotenza, è ridotto a cercare avidamente l'esperienza delle sue allucinazioni, che siamo noi. Un Dio minore, dunque, che non si sa bene chi, nè perchè, ha costretto in una situazione da neuro-deliri. Un Dio quasi fantozziano nella sua impotenza, al punto che non si può non sodalizzare con Lui. Quindi, saremmo al punto che le allucinazioni di Dio sentano, per simpatia,  quasi il bisogno di rendere più interessante l'esistenza problematica del Dio minore, perchè no?, con una guerra o con altri eventi degni di nota. Andrà in Paradiso l'allucinazione di Dio, che sarà riuscita ad attirare maggiormente la Sua attenzione. Già, il Paradiso.. Ci sarà anche in questa teologia un Paradiso e potrebbe essere la memoria del Dio minore, cioè tutte quelle allucinazioni degne di essere da Lui ricordate al risveglio. All'Inferno, invece, tutte le allucinazioni Divine ordinarie, quelle grigie, incolori, non degne della Sua nota. Concordo con Luther Blisset, un Dio come questo sarebbe più simpatico e meno complicato. Adesso, però, quale liturgia? Come si venera un Dio come questo? Passo....

Complimenti per il compendio che hai fatto della mia teologia del teosolipsismo  :)
Da quanto hai scritto dimostri inoltre di aver capito praticamente tutto il meccanismo.

Questa teologia comunque è da considerarsi appena abbozzata.
Occorre evitare di costruirla facendoci guidare dai nostri desiderata, altrimenti tenderemo a costruire anche noi una ennesima consolazione, e ad illuderci.  Però la costruzione fin qui fatta sembra tenere abbastanza bene, mentre non sono ancora emersi problemi di incongruenza o altre criticità.
Interessante il tuo spunto riguardo una possibile discriminazione che il nostro Dio minore potrebbe mettersi a fare tra le allucinazioni per Lui interessanti e quelle grigie e ordinarie: penso però che Lui le archivierà tutte quante nella Sua memoria per sempre, tutte quante, sia quelle che hanno destato il Suo interesse che quelle che non Gli fossero troppo piaciute. Una Memoria perfetta deve archiviare tutto, non deve avere lacune. Oltretutto, il nostro Dio minore considera noi il vero Dio vivente, poiché Lui Si sente un handicappato cosmico, e Lui vede noi tutti come i Suoi infiniti caregiver.  Lui conserverà tutti insieme indiscriminatamente i ricordi belli e brutti poiché è un accumulatore seriale di vite vissute, e noi resteremo per sempre schedati nella Sua Biblioteca-di-Babele colma di tutti quanti i nostri vissuti.  Chi conserva i libri in una biblioteca, cosa si mette a fare coi vilains presenti nei vari romanzi? (I vilains sono i personaggi negativi di un romanzo) Ovviamente da nessun bibliotecario ci aspettiamo che mai getterebbe nelle fiamme dei libri, né mai che si mettesse a stracciare le pagine dei libri dove compaiono i vilains.  Ma soprattutto è che il nostro Dio minore non potrà mai mandare all'inferno nessuno, sarebbe come se mandasse all'inferno Sé stesso, poiché tutti quanti noi umani non siamo altro che Sue identità secondarie, in sostanza tutti noi siamo Lui, anche se ci ha collocati nel mondo praticandoci un'amnesia di chi veramente siamo, amnesia che terminerà soltanto al momento delle luci di cortesia finali.
Noi non siamo altro-da-Lui, non siamo creature, siamo direttamente Lui, con l'amnesia che ci fa dimenticare chi veramente noi siamo. Se Lui Si fosse limitato a riempire il mondo di creature a Lui simili ma separate da Lui, altre-da-Lui, poi non Si sarebbe potuto godere le nostre vite essendo direttamente noi, ma avrebbe dovuto accontentarSi di osservarci dall'esterno, come se fossimo tutti soltanto dei film.  Ma Lui ha voluto provare integralmente di persona tutto ciò che noi proviamo. Quando noi stiamo morendo, e siamo presi dall'ultima angoscia, Lui dentro di noi sta soffrendo insieme a noi, e solo quando transitiamo nel dopomorte, Lui Si ricorda di essere quel morente.  Lui, nelle Sue parti di psiche che non Si sono incarnate in noi è assillato da una estrema angoscia di eternità e da una inguaribile noia immortale, e soltanto le Sue infinite parti di psiche che sono incarnate in noi umani palpitano di vita e di morte. Lui è sempre qui da noi che sta! Non ci sono angeli né altra bizantina accozzaglia di cortigiani in cielo a circondarlo di riverenze, Lui nel Suo nonluogo vegeta oscillando tra uno stato vegetativo e un locked-in.  Lui soltanto qui da noi Si sente vivente e Si gode tutte intere le nostre vite, comprese quelle fasi delle quali noi umani avremmo fatto volentieri a meno (Dobbiamo arrivare a comprendere che certe cose che ci accadono possono davvero piacere soltanto a Lui). Lui, nella sua estrema passione per le nostre vite, è un assoluto dissoluto, ipermasochista puro, e fa ben poca distinzione tra piacere e dolore. Per lui bisognerebbe coniare un apposito termine misto di piacere-dolore, forse Gli potrebbe andar bene "algoedonìa".
Titolo: Re: Piccola proposta di una nuova teologia
Inserito da: green demetr il 25 Ottobre 2025, 01:03:31 AM
Una teologia che si fonda sul niente.
Una teoria che chiede di essere smentita, prima ancora che essere dimostrata.
Amico mio il tuo è un delirio solipsista, uno dei tanti della modernità, a cui il cristianesimo deve iniziare a fare la lotta, piuttosto che fare la pace.
Ma poi la tua follia di ammettere un Dio, che poi saresti tu, che si compiace del delitto, non trovi che sia persino pericolosa?
Più che il solipsismo  le tue teorie sono vicinissime a quelle dello gnosticismo, di cui gli illuminati si fanno scudo per le loro nefandezze sull'umanità.
Se veramente ti interessasse basterebbe fare un giro su youtube, ormai sono molti i preti che riconoscono nello stato attuale delle cose, la cospirazione di queste sette. E cosa avrebbero le teologie antiche che non va? Il fatto che parlano di obbedienza al Dio? E' un Dio giusto però. Cristianesimo ed Ebraismo da una parte, e tutte le altre dall'altra, volontarie o involontarie amiche del materialismo contemporaneo.
Una teologia senza morale...te lo dico: è grave.
Non basta per smantellare la tua teoria?