RIGUARDO AL VELO DI MAYA E AL PENSIERO OCCIDENTALE

Aperto da PhyroSphera, 30 Maggio 2025, 07:13:43 AM

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PhyroSphera

Riguardo al Velo di Maya e al pensiero occidentale.
Questa espressione è assai conosciuta per via della risonanza — ma pure ridefinizione e riformulazione — datale da Arthur Schopenhauer nella sua opera filosofica. Essa indica ciò che si frappone tra il contemplatore della realtà e la verità. La persuasione che l'ingenuità e la spontaneità popolare siano superiori alla visione intellettuale di idee misteriose e di quanto di ulteriore esse indicano, ha creato e crea non poca avversione e la virtù contemplativa è accusata di essere una sfavorevole stasi anche quando è proprio essa l'attività necessaria.
Il gioco dell'incappucciato che fa il misterioso è cosa assai diversa dalla filosofia che indica la via oltre le illusioni della realtà. Troppo spesso si vorrebbe confondere le due cose avviando dialoghi per orbi senza orbi (vivendo c'è sempre possibilità di minima sufficiente saggezza).
Se col riferirsi a tale cappuccio si vuole sostenere che anche il velo di Maya può essere idoleggiato e diventare motivo di inganni, questo è vero, ma non nel senso che è un riferimento sbagliato. Ci sono insensati che a fronte delle illusioni delle apparenze si incantano e vogliono dimenticarsi della verità. Tuttavia l'hinduismo non presenta le stesse difficoltà delle religioni semplicemente politeiste. E' un sistema misto nel quale gli elementi molteplici non fanno da diaframmi e gli idoli possono essere oggetto di libero gioco.
Bisogna distinguere tra buone e cattive polemiche. Vi erano e ancora vi sono comunisti marxisti che accusano i borghesi di inventare falsi misteri, ma anche fondamentalisti cristiani che accusano la saggezza orientale di essere una frode. In entrambi i casi si pensa a una giostra che sottrae la verità e la restituisce poi con gli interessi, economici e/o culturali. Finanche Nietzsche aveva insinuato questo su Schopenhauer, però non contraddicendone la filosofia ma sostenendone un disvalore. La autentica filosofia nicciana non nega il significato della Noluntas schopenhaueriana ma le oppone l'Amor Fati quale alternativa che afferma il valore della esuberanza vitale. Nietzsche aveva insinuato che l'autore de Il mondo come volontà e rappresentazione aggiungesse qualche scherzo davvero di troppo.
Kierkegaard nel suo Diario, tra afasie ed illusioni psicologiche, aveva giustamente criticato l'impostazione atea mediante cui si indicava l'estinzione del desiderio fine a sé stesso, dicendo che una materia così deve esser trattata con santità e senza metter da parte la realtà di Dio. Con ciò, si indicava il valore delle dottrine religiose orientali del disinganno.
Per capire il pensiero dominante indicato da Schopenhauer è necessario tener fermo il suo oggetto di indagine, la negatività del mondo isolato dall'ordine cosmico cui opporre un passaggio (nirvana) dalla falsità alla verità, dall'insoddisfazione alla gioia. Per capire l'assurda identificazione — ma non reale attestazione di identità — tra cristianesimo e sofferenza fatta da Kierkegaard è necessario riferirsi più radicalmente a ciò che domina il mondo attraverso l'imprevisto e al corrispettivo rimedio, simboleggiati dal Crocifisso: un avvenimento negativo di morte cui si oppone la fede nel Dio che è presente nella morte stessa, che viene rimandata senza esser più sciagura. Ciò nel racconto del martirio di Gesù è solo significato non specchiato. Quindi in ultima analisi l'esempio tragico del Crocifisso è di per sé ipotetico anche se la sofferenza fa parte della esistenza; e ciò si simboleggia con la semplice Croce, che è il segno simbolico principale.
Ho detto questo perché Schopenhauer considera buddhismo e cristianesimo quali religioni realiste, che includono il pensiero e la realtà del negativo (in tal senso pessimiste, ma non oltre), e nel far ciò comprende meglio il Buddha che il Cristo. Non c'è dubbio che egli difendeva anche la cristianità da chi vedeva in detto realismo un'autoafflizione o peggio un'autopunizione violenta. Ma quest'ultimo incubo, riguardante specificamente il mondo cristiano, non è del tutto fugato dalla illustrazione della Noluntas e i sottoposti all'incubo non sono del tutto smentiti e sono molto prepotenti. Per questo è giusto specificare. Inoltre senza coscienza di tale distinzione è facile anche per un grande filosofo fraintendere la vita cristiana (cosa che avvenne e che avviene tuttora).

Ho scritto motivato da senso di necessità, visto che c'è una drammatica condizione di sottocultura.
Per chi ne avesse bisogno e non fosse superbo, lo rimando a scuola. Nel link in basso una lezione corretta e non difficoltosa — ammesso però che si voglia esser precisi con le parole, senza voglia di travisarle per trasferire pensieri alieni a mo' di armi (si sa che tra i banchi di scuola bisogna tenere condotta sufficiente per imparare). Ad esempio: scienza e conoscenza non sono lo stesso e quanto a conoscenza pura la scienza è soggettiva ma — aggiungo io — non su altro piano... Non penso che si possa trovare sul Web lezione migliore di questa (dire della filosofia di Schopenhauer può essere arduo):
https://www.studenti.it/schopenhauer-il-velo-di-maya.html] (Mi risulta che il contenuto del link indicato è stabile (in esso è riportata data del 5 luglio 2023); nell'incertezza, invito a farne riferimento solo se in possibilità di autocertificarsene.)
Sulla filosofia e teologia di S. Kierkegaard, rappresentativa del pensiero occidentale corrispondente, basti quel che ho illustrato io.
[26 [28, 30] maggio 2025]


MAURO PASTORE

green demetr

Salve Pastore,

Diciamo che però questa riflessione si basa un idea filosofica di cosa sia il cristianesimo e l'induismo.

Non ho poi ben capito quale sia la domanda, sempre che ve ne sia una.
L'Induismo non ha molta attinenza con la filosofia, è un illusione prospettica che vi sia una filosofia induista come molti dicono qui in occidente.
Io stesso considero l'induismo una flosofia.
Ma con gli anni dati alla mano, non lo è.
Noi la liquidiamo come dualista, ma la verità è che è una religione come tante (tutte?) che si basa su una propria liturgia diremmo noi cristiani.
E' quindi a mio avviso una religone animica, che non ha niente da insegnarci che già sappiamo noi: come sottomettere le persone al credo e quindi al governo.

Per quanto riguarda il fondamentalismo cristiano: non esiste.
L'unica religione fondamentalista, che invece è una setta ovviamente, è l'islamismo, che fa della guerra la sua base del credo.
Il cristianesimo è il cristianesimo e basta.
E' la filosofia che da un punto di vista cristiano è corrotta.
L'idealismo sopratutto con il suo dualismo, e il suo relativismo, dove bene e male sono due principia che si scontrano.
Per quanto riguarda la morte: per un cristiano non è minimamente un concetto metafisico, lo sto studiando proprio ora: la morte è un demone, uno come tanti altri, nemmeno il più pericoloso.
A gesù basta cacciarlo.
Come ormai negli ambienti della destra americana hanno capito il problema dell'Europa intera è l'hegelismo, da cui nasce il mostro comunista, ossia che dal male possa nascere il bene.
Per un cristiano colto, queste sono vecchie eresie, cotte in salsa new age, dai cervelloni del nostro tempo.
Per un Cristiano la realtà non è un illusione, ma l'incarnazione stessa del Dio.
La creazione ricordi no?

Schopenauer era un trombone, un falso, un ipocrita.
Nietzche gli ha detto grazie e lo ha scaricato come un cane, al primo benzinaio sulla strada verso la grandezza.(booooom)
Melancholia

PhyroSphera

Citazione di: green demetr il 30 Maggio 2025, 15:39:25 PMSalve Pastore,

Diciamo che però questa riflessione si basa un idea filosofica di cosa sia il cristianesimo e l'induismo.

Non ho poi ben capito quale sia la domanda, sempre che ve ne sia una.
L'Induismo non ha molta attinenza con la filosofia, è un illusione prospettica che vi sia una filosofia induista come molti dicono qui in occidente.
Io stesso considero l'induismo una flosofia.
Ma con gli anni dati alla mano, non lo è.
Noi la liquidiamo come dualista, ma la verità è che è una religione come tante (tutte?) che si basa su una propria liturgia diremmo noi cristiani.
E' quindi a mio avviso una religone animica, che non ha niente da insegnarci che già sappiamo noi: come sottomettere le persone al credo e quindi al governo.

Per quanto riguarda il fondamentalismo cristiano: non esiste.
L'unica religione fondamentalista, che invece è una setta ovviamente, è l'islamismo, che fa della guerra la sua base del credo.
Il cristianesimo è il cristianesimo e basta.
E' la filosofia che da un punto di vista cristiano è corrotta.
L'idealismo sopratutto con il suo dualismo, e il suo relativismo, dove bene e male sono due principia che si scontrano.
Per quanto riguarda la morte: per un cristiano non è minimamente un concetto metafisico, lo sto studiando proprio ora: la morte è un demone, uno come tanti altri, nemmeno il più pericoloso.
A gesù basta cacciarlo.
Come ormai negli ambienti della destra americana hanno capito il problema dell'Europa intera è l'hegelismo, da cui nasce il mostro comunista, ossia che dal male possa nascere il bene.
Per un cristiano colto, queste sono vecchie eresie, cotte in salsa new age, dai cervelloni del nostro tempo.
Per un Cristiano la realtà non è un illusione, ma l'incarnazione stessa del Dio.
La creazione ricordi no?

Schopenauer era un trombone, un falso, un ipocrita.
Nietzche gli ha detto grazie e lo ha scaricato come un cane, al primo benzinaio sulla strada verso la grandezza.(booooom)
"La realtà è un'illusione" sta a significare in molte saggezze e religioni: 'c'è una falsa realtà e una vera da raggiungere'. E' disastroso per chi si occupa di filosofia bollare Schopenhauer come un trombone. La vera filosofia non giudica senza aver realmente interpretato. Altra cosa è dire che il pensiero di Marx ed Engels funziona solo accogliendone l'ostilità, notare i limiti della dialettica hegeliana e i disastri del suo rovesciamento marxiano: c'è la storia politica che racconta e non si stanno muovendo offese. Non c'è dubbio che Marx fosse un pensatore potente, io lo tratto da estraneo e ne metto in luce le contraddizioni per chi vuole il prosieguo della nostra civiltà. La filosofia in Germania, durante il Secolo XX° è importante e non bisogna essere presuntuosi prima di capire.

Nella concezione cristiana si pensa a forze negative impalpabili, fatte di coincidenze, quindi a un dominio del peccato: esiste l'arbitrarietà ma le cattive scelte sono preda di tali forze; e non c'è alcuna confusione tra morte e demone. La morte quale evento infausto, per modi e tempi, deve essere evitata, e questo è altro.

L'approccio di "green demetr" alla religione non è neutrale ed è antiscientifico. Compreso che l'induismo è una religione, che le religioni non sono sciocchezze ma sistemi per vivere meglio o vivere, allora si inizia a valutare con reale intelligenza, anche l'induismo.


MAURO PASTORE

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