Salve. Ennesima mia ignoranza che mi piacerebbe veder chiarita dai contenuti dottrinali di una qualche religione. Se, come probabile, ciò non risulterà possibile, mi accontenterei delle considerazioni dei lettori.
Mi chiedo : ma se l'uomo non esistesse.......Dio esisterebbe ?.
Presumo che per le diverse confessioni religiose la risposta debba essere sicuramente positiva.
A questo punto io però mi chiederei ancora : ma avrebbe un senso comprensibile l'esistenza di un Dio in mancanza di chi è chiamato ad amarlo ed onorarlo ?.
Non sono così irriverente da chiedere anche : ma che farebbe/faceva Dio in assenza della creatura (sembra) sua prediletta ? Si specchiava nell'unverso inanimato ? Contemplava il nulla ?.
In breve, quale sarebbe il ruolo di Dio in assenza dell'uomo ??.
Che ne pensate voi ??. Saluti.
Salve. A pochi minuti dall'apertura di questa discussione, spinto dalla curiosità, ho già trovato una autorevole indiretta risposta esterna ai miei quesiti.
Si tratta di un intervento assai recente (
http://https://gloria.tv/article/Sxp8CZYBsQC32a7LJAxdYGijW)del Sommo Pontefice in cui - sembra - egli si sia espresso nei seguenti termini (cito) :
"Durante la sua udienza nella Piazza San Pietro papa Francesco ha detto: "il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio "senza l'uomo"; è Lui che non può stare senza di noi, e questo è un mistero grande! Dio non può essere Dio senza l'uomo: grande mistero è questo!". ".Ora, anche se filosoficamente mi sento sconvolto da simile affermazione, facendo uno sforzo mentale ne trovo la giustificazione nella necessità di spiegare - al popolo indifferenziato - concetti dottrinalmente indigeribili dando loro una consistenza semplicisticamente digeribile.
Diciamo che lo trovo un intervento di demagogia dottrinale.
Resta tuttavia valida - per me . la ricerca di fonti dottrinali "serie" ed il voler conoscere il vostro parere circa il quesito da me posto in partenza. Saluti.
Quesito squisitamente antropo/geo/centrico. Quindi perfettamente in linea con la koiné teistica. Come dimostra il secondo post.
Citazione di: viator il 18 Maggio 2019, 14:04:50 PM
Salve. Ennesima mia ignoranza che mi piacerebbe veder chiarita dai contenuti dottrinali di una qualche religione. Se, come probabile, ciò non risulterà possibile, mi accontenterei delle considerazioni dei lettori.
Mi chiedo : ma se l'uomo non esistesse.......Dio esisterebbe ?.
Presumo che per le diverse confessioni religiose la risposta debba essere sicuramente positiva.
A questo punto io però mi chiederei ancora : ma avrebbe un senso comprensibile l'esistenza di un Dio in mancanza di chi è chiamato ad amarlo ed onorarlo ?.
Non sono così irriverente da chiedere anche : ma che farebbe/faceva Dio in assenza della creatura (sembra) sua prediletta ? Si specchiava nell'unverso inanimato ? Contemplava il nulla ?.
In breve, quale sarebbe il ruolo di Dio in assenza dell'uomo ??.
Che ne pensate voi ??. Saluti.
un credente potrebbe risponderti che c' è stato un momento in cui l' uomo non c' era, mentre Dio si. Ed è stato prima che Dio creasse l' uomo. Cosa facesse Dio prima di creare l' uomo ? Probabilmente faceva la guerra ad altri Dei, poi, un giorno, si sono stufati e hanno creato gli uomini per farsi la guerra al posto loro, che se ne stanno lassù a sbellicarsi dalle risate.
@Viator
Non dovresti essere "filosoficamente" sconvolto. Perché che Dio abbia bisogno dell'uomo per esistere è filosofia. Autentica filosofia.
Mentre l'affermare o il negare l'esistenza di Dio è gioco di bimbi. Che intendono Dio come un possibile o impossibile giocattolo...
Dio ha bisogno di me!
In che senso però?
Nel senso che Dio può esserci solo attraverso di me, ossia essendo, appunto, me stesso.
Citazione di: viator il 18 Maggio 2019, 14:04:50 PM
Salve. Ennesima mia ignoranza che mi piacerebbe veder chiarita dai contenuti dottrinali di una qualche religione. Se, come probabile, ciò non risulterà possibile, mi accontenterei delle considerazioni dei lettori.
Mi chiedo : ma se l'uomo non esistesse.......Dio esisterebbe ?.
Presumo che per le diverse confessioni religiose la risposta debba essere sicuramente positiva.
A questo punto io però mi chiederei ancora : ma avrebbe un senso comprensibile l'esistenza di un Dio in mancanza di chi è chiamato ad amarlo ed onorarlo ?.
Non sono così irriverente da chiedere anche : ma che farebbe/faceva Dio in assenza della creatura (sembra) sua prediletta ? Si specchiava nell'unverso inanimato ? Contemplava il nulla ?.
In breve, quale sarebbe il ruolo di Dio in assenza dell'uomo ??.
Che ne pensate voi ??. Saluti.
Ciao Viator, 3D molto interessante, mi sembra tu definisca Dio come una creazione ideale umana, in tal caso è evidente che Dio, senza uomo, non esiste. Nell'altra ipotesi, cioè che Dio esista indipendentemente dall'uomo, ne avrebbe di cose a cui pensare, l'Universo (Sempre ammesso che non ce ne siano altri) è talmente grande e pieno di cose.
Si Dio da qualche parte ci ha detto che siamo la sua creatura prediletta, ma secondo me lo ha fatto solo per solleticare il nostro ego. Lui apprezza tutte le creature, e prima che noi venissimo fuori ne ha fatte uscir fuori tante, solo sulla nostra terra, figuriamoci nel resto dell'Universo, e negli altri Universi che qualcuno sostiene possano esistere.
Un saluto
Salve Bobmax. Citandoti : "Non dovresti essere "filosoficamente" sconvolto. Perché che Dio abbia bisogno dell'uomo per esistere è filosofia. Autentica filosofia.".
Ti chiedo : hai riflettuto sul significato di "esistere" ? Secondo me significa . "ESSERE AL DI FUORI DI UNA QUALSIASI COSA ASSUNTA QUALE RIFERIMENTO".
"e-" nel senso di "fuori" e "sistere" nel senso di stare, cioè di "essere".
Ora, poichè una definizione appropriata di "essere" sarebbe secondo me "la condizione per la quale le cause producono degli effetti" (resto a disposizione per eventuali definizioni alternative se giudicate meglio appropriate), secondo il tuo ragionamento Dio (causa prima o non prima) non potrebbe esistere in assenza dell'effetto da Egli/esso prodotto (l'uomo).
Forse la tua sarà autentica filosofia, mentre la mia solo uno scherzo. Saluti.
Salve Anthonyi. C'è un unico modo per accontentare tutti i punti di vista filosofici circa Dio :
Considerare tale termine come sinonimo di "tutto ciò che è", lasciando da parte sogni e bisogni troppo tipicamente, sospettosamente umani.
Dio = Mondo, quindi ciò che ci ha fatto, di cui faremo parte sia da vivi che da morti, ciò che cancellerà infine sia le nostre superbie che le nostre sofferenze, che ci farà eternamente felici poichè provvederà ad assolvere - per loro eliminazione - tutti i nostri bisogni e tutti i nostri desideri. Amen e saluti.
Citazione di: bobmax il 12 Luglio 2019, 15:12:40 PM
@Viator
Non dovresti essere "filosoficamente" sconvolto. Perché che Dio abbia bisogno dell'uomo per esistere è filosofia. Autentica filosofia.
Mentre l'affermare o il negare l'esistenza di Dio è gioco di bimbi. Che intendono Dio come un possibile o impossibile giocattolo...
Dio ha bisogno di me!
In che senso però?
Nel senso che Dio può esserci solo attraverso di me, ossia essendo, appunto, me stesso.
in realtà sono gli uomini che hanno bisogno di Dio; e la storia recente ce lo insegna. Un paese sconfitto da una guerra e che ha perso la sua massima carica istituzionale, per mantenere l' ordine ha bisogno della religione, la CDU in Germania e la DC in Italia ne sono la prova.
Citazione di: viator il 12 Luglio 2019, 18:01:55 PM
Salve Anthonyi. C'è un unico modo per accontentare tutti i punti di vista filosofici circa Dio :
Considerare tale termine come sinonimo di "tutto ciò che è", lasciando da parte sogni e bisogni troppo tipicamente, sospettosamente umani.
Dio = Mondo, quindi ciò che ci ha fatto, di cui faremo parte sia da vivi che da morti, ciò che cancellerà infine sia le nostre superbie che le nostre sofferenze, che ci farà eternamente felici poichè provvederà ad assolvere - per loro eliminazione - tutti i nostri bisogni e tutti i nostri desideri. Amen e saluti.
Ciao Viator, e mica accontenti tutti così, sicuramente non accontenti i fautori del Dio personale, e neanche accontenti quelli che nelle esperienze NDH dicono di avere incontrato l'Essere di luce.
Un saluto.
Citazione di: Domenico il 12 Luglio 2019, 19:44:32 PM
Citazione di: bobmax il 12 Luglio 2019, 15:12:40 PM
@Viator
Non dovresti essere "filosoficamente" sconvolto. Perché che Dio abbia bisogno dell'uomo per esistere è filosofia. Autentica filosofia.
Mentre l'affermare o il negare l'esistenza di Dio è gioco di bimbi. Che intendono Dio come un possibile o impossibile giocattolo...
Dio ha bisogno di me!
In che senso però?
Nel senso che Dio può esserci solo attraverso di me, ossia essendo, appunto, me stesso.
in realtà sono gli uomini che hanno bisogno di Dio; e la storia recente ce lo insegna. Un paese sconfitto da una guerra e che ha perso la sua massima carica istituzionale, per mantenere l' ordine ha bisogno della religione, la CDU in Germania e la DC in Italia ne sono la prova.
Ciao Domenico, che gli uomini hanno bisogno di una religione sono d'accordo, ma non è detto che questa religione sia spirituale e che ci sia necessariamente Dio. Anche le ideologie possono essere buone religioni in grado di inquadrare gli uomini, a destra, come a sinistra.
Salve Anthonyi. Ho detto che una certa definizione dovrebbe accontentare tutti i punti vista FILOSOFICI, non TUTTI I punti di vista individuali. Non farmi più tonto di quanto io non sia ! Saluti.
@Viator
Esistere non coincide con Essere.
Esistere significa infatti "stare fuori". Per stare fuori abbisogna dell'essere.
Mentre l'essere basta a se stesso.
Questo "stare fuori" indica perciò un ente, che esiste proprio in quanto se ne sta lá fuori...
Disquisire sull'esistenza o meno di Dio dà per implicito che Dio sia un ente.
Mentre l'Assoluto non può essere riducibile a un ente...
Il Tutto, per esempio, non è un qualcosa, cioè non è un ente!
Per rendersene conto, occorre mettere da parte l'ovvio.
Citazione di: viator il 12 Luglio 2019, 21:09:15 PM
Salve Anthonyi. Ho detto che una certa definizione dovrebbe accontentare tutti i punti vista FILOSOFICI, non TUTTI I punti di vista individuali. Non farmi più tonto di quanto io non sia ! Saluti.
Ciao Viator, mi scuso per l'incomprensione, per cui i punti di vista filosofici non prevedono mai un Dio personale ? Eppure in Teologia questa è una dicotomia fondamentale, tra il Dio panteista, che è quello che tu hai definito, e il Dio personale, che ad esempio è tipico della Chiesa Cattolica, che avversa l'idea di un Dio panteista.
Salve Anthonyi. L'unico problema di un Dio personalistico è che esso, se ipotizzato, perderebbe per strada tutte le sue caratteristiche divine e diventerebbe semplicemente un Superman ante-litteram.
A quanto pare schiere di dotti acutussimi pedantissimi teologi hanno perso e stanno perdendo tempo trascurando una simile evidenza logico-filosofica.
Per fede e dottrina Dio sarà come "piace" crederlo, per logica e filosofia (oppure la filosofia può fare a meno della logica ?) Dio non può che essere l'ASSOLUTO ovviamente impersonale.
Come è possibile risultare assoluti in sè e contemporaneamente mostrarsi umanamente relativi, come una veste personale di Dio invece richiederebbe
?. Saluti.
Citazione di: viator il 13 Luglio 2019, 11:59:51 AM
Salve Anthonyi. L'unico problema di un Dio personalistico è che esso, se ipotizzato, perderebbe per strada tutte le sue caratteristiche divine e diventerebbe semplicemente un Superman ante-litteram.
A quanto pare schiere di dotti acutussimi pedantissimi teologi hanno perso e stanno perdendo tempo trascurando una simile evidenza logico-filosofica.
Per fede e dottrina Dio sarà come "piace" crederlo, per logica e filosofia (oppure la filosofia può fare a meno della logica ?) Dio non può che essere l'ASSOLUTO ovviamente impersonale.
Come è possibile risultare assoluti in sè e contemporaneamente mostrarsi umanamente relativi, come una veste personale di Dio invece richiederebbe
?. Saluti.
Ciao Viator, siccome qui abbiamo il problema di definire Dio, come si può dire a priori che debba rispettare alcune caratteristiche?
Le caratteristiche divine non so se possano essere un problema filosofico, sicuramente sono state un problema teologico, nel quale i teologi sono entrati in contraddizione. Ma la contraddizione è proprio effetto delle caratteristiche poste a priori.
Tu affermi che Dio, in filosofia, debba essere l'assoluto. Per quale ragione escludi che Dio possa essere, in qualche sua componente, relativo?
Se crediamo che esista il male ecco allora che abbiamo qualcosa dove Dio non ci sono molte ragioni che ci sia.
Se crediamo di avere il libero arbitrio, ecco che c'è qualcosa che può comportare scelte non coincidenti con la volontà di Dio, ed anche qui ci sono ragioni perché Dio non sia presente.
Naturalmente un personalismo di Dio non comporta un relativismo umano, che poi anche se fosse non sarebbe tanto incoerente visto che è scritto che siamo fatti "a sua immagine".
Un saluto
Il giudaismo-cristianesimo si basa sul concetto di alleanza, tra Dio e l'uomo.
Un'alleanza descritta nei testi sacri come voluta da Dio, come avviata per iniziativa di Dio.
Per cui l'interrogativo sulla vita di Dio al di fuori dell'alleanza con l'uomo rischia di far perdere il senso autentico della religione.
Che invece si basa su questa domanda: qual'è l'obiettivo di questa alleanza?
E la risposta è: diventare umani, capire che cosa voglia dire essere umani.
La Rivelazione non dice che cosa è Dio, ma cosa è l'uomo.
Ciò che noi tradizionalmente chiamiamo Dio può essere immaginato come il luogo sconosciuto da cui viene il messaggio.
Perché credere all'esistenza, alla realtà di questo "luogo" trascendente?
Per la bellezza e la potenza del contenuto del messaggio. Perché in ciò che rivela il messaggio sentiamo un'attrazione come il desiderio di trovare finalmente la vera pace tornando a casa dopo un lunghissimo e doloroso pellegrinaggio.
Insomma, la teologia sulla scorta del pensiero filosofico greco si è concentrata sulla natura di questo luogo trascendente. Ma il punto essenziale è proprio l'accettazione dell'inconoscibilità di quella dimensione. La fede è appunto questo: credere che il messaggio venga da Dio senza sapere che cosa sia Dio. Accettare questo vuoto.
Inutile dire che poi l'uomo non ha fatto altro che cercare di riempire questo vuoto con le più disparate definizioni teologiche.
Scordandosi sempre la cosa più importante: il contenuto del messaggio, l'invito a diventare veramente umani, ovvero a entrare nel Regno.
Salve Bobmax. Citandoti : "Esistere non coincide con Essere.
Esistere significa infatti "stare fuori". Per stare fuori abbisogna dell'essere.
Mentre l'essere basta a se stesso.
Questo "stare fuori" indica perciò un ente, che esiste proprio in quanto se ne sta lá fuori...
Disquisire sull'esistenza o meno di Dio dà per implicito che Dio sia un ente.
Mentre l'Assoluto non può essere riducibile a un ente...
Il Tutto, per esempio, non è un qualcosa, cioè non è un ente!
Per rendersene conto, occorre mettere da parte l'ovvio.".
Infatti non ho mai sostenuto che "essere" ed "esistere" coincidano.
L'"esistere" (come l'insistere, il sussistere, il consistere etc.) rappresenta una condizione ulteriore e particolare rispetto all'essere e può stabilirsi solo subordinatamente alla condizione dell'"essere".
Perdona la pedanteria ma ti propongo il mio distinguo tra "ente" ed "entità" :
ENTE = ciò che è in modo specificato e riconoscibile (l'Assoluto, l'"essere", Dio, l'Anima etc. etc. non sono enti specificabili e riconoscibili universalmente .in quanto si tratta di concetti ampiamente controversi sia a individuale che a livello culturale collettivo).
ente
ENTITA' = ciò che è in modo NON specificato, non universalmente riconoscibile o definibile.
Infatti - come tu stesso noti - Dio ed Assoluto sono ENTITA', mentre il TUTTO è invece proprio un ENTE in quanto concetto universalmente riconducibile alla "ovvia" definizione di "l'insieme di ciò che è".
Così la penso io. Saluti.
Salve Anthonyi. Citandoti : "Tu affermi che Dio, in filosofia, debba essere l'assoluto. Per quale ragione escludi che Dio possa essere, in qualche sua componente, relativo?
Se crediamo che esista il male ecco allora che abbiamo qualcosa dove Dio non ci sono molte ragioni che ci sia.".
Se Dio è entità assoluta nella sua intierezza, evidentemente non può contenere nessuna propria parte in sè relativa, la cui presenza smentirebbe-smonterebbe appunto la sua totale, completa assolutezza.
Se noi prendiamo una piccola parte di DIO e la mettiamo in un cantuccio dal quale tale parte non abbia più rapporto con il resto di Dio, avremmo un Dio mutilato di diversa consistenza di quello "intero" e "assoluto" che avevamo in partenza. Faremmo bene a chiamarlo con un altro nome.
Circa infine la presenza, all'interno, dell'assolutezza divina, di aspetti ed attributi contradditori (infinita bontà ed infinita crudeltà etc. etc.), essi si pongono come tali solo secondo un'ottica relativa quale quella umana, per la quale esistono sempre riferimenti che sembrano generare contraddizione, negazione, opposizione di termini.
Così noi chiamiamo male e crudeltà solo l'assenza o la carenza del riferimento loro opposto dal quale facciamo "partire" le nostre considerazioni (in genere, quelli per noi più convenienti, come appunto il bene e la bontà).
Dio è come la corrente elettrica considerata come "cosa in sè".
Esso E' indipendentemente dalla direzione e dalla carica +/- che noi vorremmo attribuirgli. Saluti.
Rimane sempre, Viator, il "Se" iniziale del tuo ragionamento, e l'affermazione che "se Dio è assoluto, allora è tale in ogni sua parte". E se Dio non fosse assoluto? E se l'assolutezza di Dio non riguardasse ogni sua componente? Per quale motivo non deve essere possibile fare queste ipotesi in ambito filosofico?
Un saluto
Salve Anthonyi.
SE Dio è (l') Assoluto vale appunto per esso la definizione : ASSOLUTO = ciò che non è influenzabile da altro che da sè. Questa definizione, che io credo possa soddisfare sia il filosofofo che il credente, è anche quella che può rendere ragione della sinonimia tra i concetti di ASSOLUTO - MONDO - DIO - ESSERE - TUTTO - UNO. (provare a riflettere un poco su ciascuno di essi).
SE invece si suppone (cosa filosoficamente lecitissima) che il concetto di Dio possa o debba essere relativo, per esso varrà quest'altra definizione : DIO = entità relativa quindi influenzante verso- ed influenzabile da- ogni altro relativo.
Porre il concetto di Dio come Assoluto dovrebbe - dicevo sopra - soddisfare tutte le menti e tutte le anime prive di secondi scopi.
I problemi nascono quando si comincia a dire che Dio ha la barba bianca, suo figlio era biondo, chi veste un certo abito conosce la sua volontà mentre chi veste abiti civili può solo stare ad ascoltarla. Saluti.
Citazione di: viator il 14 Luglio 2019, 16:17:46 PM
Salve Anthonyi.
SE Dio è (l') Assoluto vale appunto per esso la definizione : ASSOLUTO = ciò che non è influenzabile da altro che da sè. Questa definizione, che io credo possa soddisfare sia il filosofofo che il credente, è anche quella che può rendere ragione della sinonimia tra i concetti di ASSOLUTO - MONDO - DIO - ESSERE - TUTTO - UNO. (provare a riflettere un poco su ciascuno di essi).
SE invece si suppone (cosa filosoficamente lecitissima) che il concetto di Dio possa o debba essere relativo, per esso varrà quest'altra definizione : DIO = entità relativa quindi influenzante verso- ed influenzabile da- ogni altro relativo.
Porre il concetto di Dio come Assoluto dovrebbe - dicevo sopra - soddisfare tutte le menti e tutte le anime prive di secondi scopi.
I problemi nascono quando si comincia a dire che Dio ha la barba bianca, suo figlio era biondo, chi veste un certo abito conosce la sua volontà mentre chi veste abiti civili può solo stare ad ascoltarla. Saluti.
Qui cominciamo ad entrare in un altro ambito, Viator, cioè quello della Sociologia delle religioni e degli aspetti politici della religione.
Io invece ragiono su un approccio cognitivo, e secondo me anche filosofico. L'unica strada che noi abbiamo per comprendere Dio è quella del rapporto di questo con il mondo sensibile, e il mondo sensibile ci segnala sempre e solo cose relative. In altri termini l'assoluto noi non possiamo vederlo, il relativo si, e se in qualcosa di relativo noi vediamo Dio (E non ci inganniamo) questo vuol dire o che Dio si è fatto relativo per rendersi percepibile a noi, oppure che è effettivamente relativo.
Saluti
@Viator
Secondo me, Ente è ciò che è determinato. Ossia ciò che si distingue da tutto il resto.
Poiché la determinazione è in sostanza una negazione, l'esistenza di un ente consiste nella negazione di ciò che non è.
Per esistere Dio ha bisogno di me. Perché solo attraverso di me può apparirmi come ente. Solo gli enti esistono...
Nel momento però in cui Dio sta per comparirmi davanti... l'ho già perduto!
Perché Dio non è un ente.
Giustamente invoca perciò Meister Eckhart: "Prego Dio che mi libero da Dio!"
Perché finché c'è un Dio (esiste Dio) ossia lo si considera ente, è inevitabile la nostra caduta: quell'ente non è Dio!
Apprezzo la tua difesa intransigente della logica. La logica deve essere rispettata!
Questo rispetto (che si fonda sull'Etica) però dovrebbe permetterci di giungere fino ai limiti di questa nostra logica per constatarne lo smacco.
Il Tutto, per esempio, non può essere un ente perché non ha nulla da negare. Mentre ogni ente è fondato sulla Negazione.
Questa constatazione non consiste in un "sapere", va più in là.
Forse Nulla è il modo migliore di intendere Dio. Personalmente preferisco intenderlo come Negazione della negazione.
Salve Anthonyi. Certo che non possiamo vedere o comunque PERCEPIRE Dio. E neppure ---- appunto ---- l'Assoluto.
Entrambi infatti li CONCEPIAMO.
CONCEPIRE. Definizione : "estrapolare l'ignoto impercepibile dal noto percepibile". Ovvero, dare per possibile ciò che l'esperienza materiale non potrà mai confermarci attraverso i sensi.
Naturalmente, se lo desideriamo, possiamo tranquillamente regredire alla condizione nella quale nessuno - per timore di sbagliarsi - si azzardi a concepire alcunchè. Saluti.
Ciao Viator, quella che tu definisci estrapolazione è in effetti un esperienza cognitiva, o ricognitiva. Per la mia visione nessuno può concepire o concettualizzare, o ricognere un qualcosa senza una cognizione preventiva.
Ti faccio un esempio, Abramo sente una voce che gli parla e in questa voce riconosce Dio, per poterlo fare deve avere già un'idea di Dio preesistente.
Naturalmente l'esperienza cognitiva può essere a differenti livelli di astrazione, io vedo cadere un fulmine e in questo vedo un segno divino, cioè vedo Dio, perché al fulmine associo quella potenza, quella rapidità di azione, quella capacità di agire dall'alto, cioè dal luogo dov'è il potere. Tutti questi attributi, che io associo a Dio, formano allo stesso tempo il concetto e gli attributi assegnati a Dio. Il passaggio critico è quando questi attributi diventano assoluti perché questa assolutezza non si può cognere ed è puro processo astrattivo o ideale.
Dopo questo passaggio, quel concetto assoluto di Dio non può più essere rafforzato da ulteriori ricognizioni, mentre invece noi abbiamo, nella storia umana, una molteplicità di esperienze umane che vengono associate a Dio, evidentemente un Dio che magari è concepito con attributi assoluti, ma anche con attributi relativi e quindi riconoscibili.
Sostenere che esiste solo il Dio ideale o assoluto potrebbe essere una posizione deistica, estrema, che però ha forti problemi proprio nello spiegare il processo cognitivo che ha prodotto quello stesso concetto di Dio.
Un saluto
Ho sentito rispondere alla domanda "Dio esiste?" in un modo particolare, "vivo come se Dio esistesse".. suppongo si possa dire anche il contrario. In ogni caso mi sembra una buona formulazione perchè non è incentrata nel dare esistenza a Dio in prima persona ("Dio esiste!") ma nel fatto che si può esperire una vita nella sua presenza. Con la seconda formulazione penso che la domanda iniziale di Viator venga risolta, perchè non necessita la propria affermazione come prova dell'esistenza di Dio, l'affermazione di Dio deriva invece dalla relazione individuale che si ha con lui.
Salve Anthonyi. Citandoti : "Sostenere che esiste solo il Dio ideale o assoluto potrebbe essere una posizione deistica, estrema, che però ha forti problemi proprio nello spiegare il processo cognitivo che ha prodotto quello stesso concetto di Dio.".
Dal mio punto di vista non c'è alcun problema nello spiegare il processo psichico che ha prodotto - presso l'uomo - la maturazione cognitiva del concetto di Dio.
Semplicemente, partendo dalla sensazione-cognizione di essere una trascurabile presenza circondata da un mondo immenso e sconosciuto, l'uomo ha voluto-dovuto crearsi una "risposta" universale ai misteri dei quali era ed è in balia.
Ha quindi "costruito" uno strumento concettuale adatto a placare i propri dubbi ed ansie, blindandolo con un semplice dogma interiore : DA OGGI IL MONDO LO CHIAMERO' DIO, CIOE' LA PERSONIFICAZIONE DI CIO'-COLUI CHE PREDILIGE L'UOMO, BADA AI SUOI DESTINI E SOPRATTUTTO LO SOTTRARRA' ALLA MORTE. (il concetto divino ovviamente ha potuto instaurarsi solo in quanto si era diventati titolari di una COSCIENZA, la quale vide anch'essa mutato il proprio nome in ANIMA)
E il tutto è venuto molto facile e naturale poichè il rapporto credente-Dio è strutturato ESATTAMENTE come quello bimbo-genitore.
Il bimbo-figlio si riconosce come simile al genitore, è stato creato dal genitore, ha bisogno del genitore, lo ama ma contemporaneamente tende a sottrarsi alla sua autorità................... Saluti.
Citazione di: viator il 17 Luglio 2019, 13:07:30 PM
Salve Anthonyi. Citandoti : "Sostenere che esiste solo il Dio ideale o assoluto potrebbe essere una posizione deistica, estrema, che però ha forti problemi proprio nello spiegare il processo cognitivo che ha prodotto quello stesso concetto di Dio.".
Dal mio punto di vista non c'è alcun problema nello spiegare il processo psichico che ha prodotto - presso l'uomo - la maturazione cognitiva del concetto di Dio.
Semplicemente, partendo dalla sensazione-cognizione di essere una trascurabile presenza circondata da un mondo immenso e sconosciuto, l'uomo ha voluto-dovuto crearsi una "risposta" universale ai misteri dei quali era ed è in balia.
Ha quindi "costruito" uno strumento concettuale adatto a placare i propri dubbi ed ansie, blindandolo con un semplice dogma interiore : DA OGGI IL MONDO LO CHIAMERO' DIO, CIOE' LA PERSONIFICAZIONE DI CIO'-COLUI CHE PREDILIGE L'UOMO, BADA AI SUOI DESTINI E SOPRATTUTTO LO SOTTRARRA' ALLA MORTE. (il concetto divino ovviamente ha potuto instaurarsi solo in quanto si era diventati titolari di una COSCIENZA, la quale vide anch'essa mutato il proprio nome in ANIMA)
E il tutto è venuto molto facile e naturale poichè il rapporto credente-Dio è strutturato ESATTAMENTE come quello bimbo-genitore.
Il bimbo-figlio si riconosce come simile al genitore, è stato creato dal genitore, ha bisogno del genitore, lo ama ma contemporaneamente tende a sottrarsi alla sua autorità................... Saluti.
Ciao Viator, l'idea che Dio sia la panacea alle ansie ed insicurezze, e che con tale ruolo si sia evoluto nella storia umana, è abbastanza riduttiva ed abbastanza irrazionale.
Quando io parlo di formazione del concetto di Dio, intendo questa come soggetta a logiche di sopravvivenza sociale ed evoluzionistica. Le paure che gli uomini vivono hanno un senso evoluzionistico di protezione preventiva da vari pericoli. Non parliamo poi di qualcuno che non ha paura di morire perché crede che vivrà dopo la morte, e che quindi non usa nessuna cautela rispetto alle situazioni di rischio.
Piuttosto potremmo dire che il concetto di Dio ha un ruolo sociale positivo nel creare comunità più compatte, rese unite dal fatto di avere fede nello stesso Dio, e socialmente più ordinate. Non che questo basti a spiegare, ma è sicuramente di più dell'argomentazione sociologica (Perché effettivamente in alcune branche della sociologia qualcosa di analogo alla tua spiegazione è utilizzato) che tu proponi.
L'uso della parola "cognitivo" poi, specifica il fatto che la costruzione deriva dall'osservazione dell'ambiente esterno, ambiente esterno nel quale la possibilità di una "rivelazione" è sempre da prendere in considerazione, visto che una molteplicità di narrazioni culturali parlano della stessa, questo sia nel caso che si voglia spiegare la rivelazione stessa nei termini di fenomeno naturale, sia che si voglia affermare che questa è appunto "rivelazione di Dio".
Un saluto
Citazione di: anthonyi il 17 Luglio 2019, 15:40:34 PM
Ciao Viator, l'idea che Dio sia la panacea alle ansie ed insicurezze, e che con tale ruolo si sia evoluto nella storia umana, è abbastanza riduttiva ed abbastanza irrazionale.
Riduttiva forse sí, perché sopra questo stadio primitivo si sono sedimentate costruzioni mentali e psichiche più complesse che hanno agito retroattivamente. Ma non é certo irrazionale pensarlo. L'illusionismo desiderante opera alla grande anche nella nostra situazione evolutiva e non é solo prerogativa infantile, che la rende solo più trasparente e meno mistificabile
CitazioneQuando io parlo di formazione del concetto di Dio, intendo questa come soggetta a logiche di sopravvivenza sociale ed evoluzionistica. Le paure che gli uomini vivono hanno un senso evoluzionistico di protezione preventiva da vari pericoli. Non parliamo poi di qualcuno che non ha paura di morire perché crede che vivrà dopo la morte, e che quindi non usa nessuna cautela rispetto alle situazioni di rischio.
Innegabile peró l'illusionalità di tali atteggiamenti. Incluso l'aspetto evolutivo, al nostro tempo già in grossa crisi, sia gnoseologica che funzionale. Per cui non rimane tale concetto che quale surrogato di etiche più mature: ...
CitazionePiuttosto potremmo dire che il concetto di Dio ha un ruolo sociale positivo nel creare comunità più compatte, rese unite dal fatto di avere fede nello stesso Dio, e socialmente più ordinate. Non che questo basti a spiegare, ma è sicuramente di più dell'argomentazione sociologica (Perché effettivamente in alcune branche della sociologia qualcosa di analogo alla tua spiegazione è utilizzato) che tu proponi.
... che non hanno bisogno del babau per autoregolamentarsi e trovare motivazioni etiche positive.
Citazione
L'uso della parola "cognitivo" poi, specifica il fatto che la costruzione deriva dall'osservazione dell'ambiente esterno, ambiente esterno nel quale la possibilità di una "rivelazione" è sempre da prendere in considerazione, visto che una molteplicità di narrazioni culturali parlano della stessa, questo sia nel caso che si voglia spiegare la rivelazione stessa nei termini di fenomeno naturale, sia che si voglia affermare che questa è appunto "rivelazione di Dio"
Anche cognitivamente, più la Rivelazione si rivela più appare fondata la genesi umana del divino piuttosto che il contrario, essendo pure le narrazioni culturali tutte convergenti sul fattore umano che le ha prodotte ed elaborate. Tanto nelle analogie che nelle differenze. Cosa di cui gli antenati greci del nostro pensiero erano già ben consapevoli.
Citazione di: Ipazia il 17 Luglio 2019, 17:28:30 PM
Riduttiva forse sí, perché sopra questo stadio primitivo si sono sedimentate costruzioni mentali e psichiche più complesse che hanno agito retroattivamente. Ma non é certo irrazionale pensarlo.
In realtà, Ipazia, proprio in relazione agli stadi primitivi della formazione della cultura umana, tempi cioè nei quali il problema della sopravvivenza era prioritario, quell'argomentazione è irrazionale. Dipingere l'uomo antico come qualcuno che si perdesse in fantasie per non affrontare la realtà, una realtà che era caratterizzata da necessità di sopravvivenza con le quali dovevi confrontarti con il massimo del tuo potenziale di razionalità, non ha senso.
Oltretutto io pongo la questione del processo cognitivo che fa evolvere il concetto di Dio. Se una comunità si illude che Dio gli fa vincere la guerra, e la guerra la vince veramente (Magari anche per effetto di questa credenza), allora va tutto bene e il concetto di Dio si rafforza. Il problema si pone quando la guerra la perdi, che effetto c'è sulla fede in Dio, chiaramente negativo, e come si spiega la continuità della fede nonostante le tante esperienze negative dell'umanità?
Un saluto.
Citazione di: Ipazia il 17 Luglio 2019, 17:28:30 PM
Anche cognitivamente, più la Rivelazione si rivela più appare fondata la genesi umana del divino piuttosto che il contrario, essendo pure le narrazioni culturali tutte convergenti sul fattore umano che le ha prodotte ed elaborate. Tanto nelle analogie che nelle differenze. Cosa di cui gli antenati greci del nostro pensiero erano già ben consapevoli.
E' banale affermare che le narrazioni culturali della rivelazione sono un prodotto umano. Il problema è capire quanto queste narrazioni, e gli effetti che producono, siano spiegabili in termini di leggi naturali, e quindi rivelino una totale naturalità dell'essere umano.
Un saluto
Sono spiegabili dalla psicologia quali proiezioni antropomorfiche di pulsioni naturali umane come risulta dall'antropologia religiosa comparata. Ogni popolazione divinizza enti naturali oggetto della sua esperienza sensibile. Talvolta si eccede nell'immaginazione di creature fantastiche, ma sempre riconducibili ad una somma di attributi empiricamente rilevabili (uomini e cavalli volanti, demoni cornuti o sputanti fuoco, fulmini e tempeste divine,...)
Salve Anthonyi. A proposito di ".......Il problema si pone quando la guerra la perdi, che effetto c'è sulla fede in Dio, chiaramente negativo, e come si spiega la continuità della fede nonostante le tante esperienze negative dell'umanità?". il fatto è assai semplice : a tal punto entrano in gioco gli interpreti ufficiali della volontà di Dio (dagli sciamani ai Papi) i quali, per mantenere il proprio ruolo, spiegheranno che le vittorie ed i miracoli sono opera dell'intervento divino mentre le sconfitte e le disgrazie sono il frutto della peccaminosità, della inadeguatezza, della scarsa fede degli umani. Saluti.
Citazione di: Ipazia il 17 Luglio 2019, 19:39:01 PM
Sono spiegabili dalla psicologia quali proiezioni antropomorfiche di pulsioni naturali umane come risulta dall'antropologia religiosa comparata. Ogni popolazione divinizza enti naturali oggetto della sua esperienza sensibile. Talvolta si eccede nell'immaginazione di creature fantastiche, ma sempre riconducibili ad una somma di attributi empiricamente rilevabili (uomini e cavalli volanti, demoni cornuti o sputanti fuoco, fulmini e tempeste divine,...)
no, è che ci piace passare il natale in famiglia giocando a tombola coi piccoli.
Citazione di: Ipazia il 17 Luglio 2019, 19:39:01 PM
Sono spiegabili dalla psicologia quali proiezioni antropomorfiche di pulsioni naturali umane come risulta dall'antropologia religiosa comparata. Ogni popolazione divinizza enti naturali oggetto della sua esperienza sensibile. Talvolta si eccede nell'immaginazione di creature fantastiche, ma sempre riconducibili ad una somma di attributi empiricamente rilevabili (uomini e cavalli volanti, demoni cornuti o sputanti fuoco, fulmini e tempeste divine,...)
Quindi secondo te, il fatto che gli esseri umani immaginino realtà inesistenti con una tale forza da convincersi che queste realtà esistano davvero, è un meccanismo che ha un senso evoluzionistico, cioè che aiuta gli esseri umani a riprodursi e sopravvivere? Se è così spiegami perché, altrimenti vuol dire che la specie umana fa eccezione rispetto alla legge evoluzionistica che determina il comportamento di tutte le altre specie viventi
Guarda che l'antropologia culturale non può spiegare nulla rispetto alla questione che pongo, perché descrive i comportamenti umani senza spiegarne l'origine biologica. Sappiamo che gli esseri umani, dall'origine della loro cultura, hanno costruito rappresentazioni religiose e sono stati fortemente condizionati, da queste rappresentazioni. L'aspetto essenziale di queste rappresentazioni, poi, è la vita oltre la vita, e questa non può avere riferimenti empirici di alcun genere, per cui è una pura costruzione ideale. Tutto questo, a tutt'oggi, non ha una spiegazione biologica accettabile.
Le costruzioni euristiche che vengono presentate in sociologia come in psicologia, alle quali sia tu che Viator avete accennato, sono ben lungi dal poter rappresentare questa spiegazione.
Un saluto
Citazione di: anthonyi il 18 Luglio 2019, 06:38:18 AM
Quindi secondo te, il fatto che gli esseri umani immaginino realtà inesistenti con una tale forza da convincersi che queste realtà esistano davvero, è un meccanismo che ha un senso evoluzionistico, cioè che aiuta gli esseri umani a riprodursi e sopravvivere? Se è così spiegami perché, altrimenti vuol dire che la specie umana fa eccezione rispetto alla legge evoluzionistica che determina il comportamento di tutte le altre specie viventi.
Non so se abbia avuto una funzione evolutiva, ma propenderei per il NO. Soprattutto non c'è l'ha rispetto ad un concetto a te caro come
l'efficienza. Se i nativi americani avessero trattato i conquistadores come uomini e non come numi la loro sorte sarebbe stata meno tragica. Li avrebbero sopraffatti con la forza del numero prima che li impestassero e conquistassero. Anche il rapporto con le pestilenze si è risolto una volta trattato con rimedi naturali piuttosto che con riti religiosi.
CitazioneGuarda che l'antropologia culturale non può spiegare nulla rispetto alla questione che pongo, perché descrive i comportamenti umani senza spiegarne l'origine biologica. Sappiamo che gli esseri umani, dall'origine della loro cultura, hanno costruito rappresentazioni religiose e sono stati fortemente condizionati, da queste rappresentazioni. L'aspetto essenziale di queste rappresentazioni, poi, è la vita oltre la vita, e questa non può avere riferimenti empirici di alcun genere, per cui è una pura costruzione ideale. Tutto questo, a tutt'oggi, non ha una spiegazione biologica accettabile.
Che non è neppure necessaria, trattandosi di produzione mentale tutta antropologica. La questione é semmai ...
CitazioneLe costruzioni euristiche che vengono presentate in sociologia come in psicologia, alle quali sia tu che Viator avete accennato, sono ben lungi dal poter rappresentare questa spiegazione.
... considerare il vantaggio di spigare anche l'imprevisto e l'imprevedibile in modo naturale piuttosto che sovrannaturale, lasciando alla fiction, riconosciuta tale, i suoi immaginifici diritti, dalla favolistica alla tombola natalizia alla produzione estetica. Ma tenendo sempre d'occhio la realtà, perché il sonno della ragione ...
Citazione di: Ipazia il 18 Luglio 2019, 09:21:11 AM
Che non è neppure necessaria, trattandosi di produzione mentale tutta antropologica. La questione é semmai ...
E siamo sempre li, per te l'origine antropica spiega tutto, ma è l'uomo che devi spiegare, perché tanti hanno detto che l'uomo non è solo natura, e se non spieghi la naturalità di tutto ciò che l'uomo fa, in particolare quando si occupa di religione, non puoi negare (razionalmente) che la ragione per cui si occupa di religione sia di tipo spirituale.
Che la natura abbia prodotto un animale immaginifico non dimostra che i prodotti di tale immaginazione siano reali. Sognare un defunto non significa entrare in contatto con esso in qualche forma post mortem, ma più realistico è cercare l'origine del sogno nella nostra memoria più o meno profonda e simbolicamente trasformata. Molti parti della mente sono stati percepiti e interpretati fantasticamente finchè non ne sono state realisticamente determinate le cause naturali.
Tale metodo non è solo più euristico, ma anche più efficiente :D
Salve Anthonyi. Non capisco la tua insistenza nel chiedere ad Ipazia (ed eventualmente a me) le ragioni di ciò che - sulla base di quelle che sembrano essere le tue convinzioni interiori - risulterebbe intrinsecamente inspiegabile.
Se sei credente sarai convinto che Dio abbia conferito all'Uomo il libero arbitrio e quindi diventa vano chiedere la giustificazione evoluzionistica e persino culturale di un qualsiasi comportamento o convinzione umana.
L'uomo, usando appunto del libero arbitrio, avrà via via assecondato piuttosto che contraddetto qualsiasi "legge" o meccanismo naturale (inclusa addirittura la stessa volontà divina - altrimenti che libero arbitrio sarebbe?).
Se invece cerchi di farci rivelare l'impossibilità di dimostrare l'inesistenza di Dio......... anche se tu ci riuscissi resterebbe da dimostrare che tu hai ragione e noi torto.
Il Dio in cui credi - se esiste - ti farà fare certo un bel terno al lotto :
egli si mostrerà certo riconoscente verso i suoi fedeli pensando :
"Guarda costoro che confidano in me dopo che io ho dato loro libertà di scelta e giudizio e dopo che ho fornito e fornisco ugual mole di indizi (argomentazioni, prodigi o disgrazie) circa la mia esistenza o la mia inesistenza ! Costoro sì che mi amano!". Saluti.
Citazione di: viator il 18 Luglio 2019, 12:51:01 PM
Salve Anthonyi. Non capisco la tua insistenza nel chiedere ad Ipazia (ed eventualmente a me) le ragioni di ciò che - sulla base di quelle che sembrano essere le tue convinzioni interiori - risulterebbe intrinsecamente inspiegabile.
Se sei credente sarai convinto che Dio abbia conferito all'Uomo il libero arbitrio e quindi diventa vano chiedere la giustificazione evoluzionistica e persino culturale di un qualsiasi comportamento o convinzione umana.
L'uomo, usando appunto del libero arbitrio, avrà via via assecondato piuttosto che contraddetto qualsiasi "legge" o meccanismo naturale (inclusa addirittura la stessa volontà divina - altrimenti che libero arbitrio sarebbe?).
Se invece cerchi di farci rivelare l'impossibilità di dimostrare l'inesistenza di Dio......... anche se tu ci riuscissi resterebbe da dimostrare che tu hai ragione e noi torto.
Il Dio in cui credi - se esiste - ti farà fare certo un bel terno al lotto :
egli si mostrerà certo riconoscente verso i suoi fedeli pensando :
"Guarda costoro che confidano in me dopo che io ho dato loro libertà di scelta e giudizio e dopo che ho fornito e fornisco ugual mole di indizi (argomentazioni, prodigi o disgrazie) circa la mia esistenza o la mia inesistenza ! Costoro sì che mi amano!". Saluti.
Viator, io cerco di portare un po' di metodo scientifico nei ragionamenti. Le credenze interiori non c'entrano nulla, ci sono scienziati credenti e scienziati non credenti, ma tutti usano il metodo logico-scientifico. Diciamo che in ambito scientifico io sono agnostico, essere agnostici vuol dire credere nella verità spirituale che può essere comprovata. Per cui si assume che le verità spirituali siano sottoponibili al metodo logico-scientifico (Già questa affermazione farebbe aborrire molti credenti, ma anche molti atei).
A questo punto, indipendentemente dalle mie convinzioni interiori l'esistenza di Dio, della spiritualità ... può essere dimostrata o falsificata, e il metodo per farlo è secondo me proprio quello che cercavo di rappresentare ad Ipazia.
Comunque il mio è puro spirito di conoscenza, ed è soprattutto rifiuto di certe affermazioni semplicistiche che danno l'impressione di aver risolto tutti i problemi (Ne puoi trovare a bizzaffe, sia tra le argomentazioni teologiche, sia tra quelle atee).
Un saluto
E' proprio il metodo scientifico ad avere escluso dal suo ambito la fede religiosa, relegandola allo status di credenza. E' l'indagine scientifica, ed il progresso conoscitivo ad essa legato, ad avere fornito argomentazioni falsificanti le argomentazioni teologiche. Praticamente tutto ciò che un tempo veniva attribuito alla volontà dei numi ha trovato una spiegazione naturale. Rimane solo la fede - sic et simpliciter - su quanto rimasto ancora inesplorato.
Decisamente poco per poterci fare un discorso anche minimamente scientifico, sapendo che anche per l'imprevisto e l'imprevedibile il metodo scientifico - naturalistico - rimane in ogni caso la via più feconda e affidabile.
Citazione di: Ipazia il 18 Luglio 2019, 14:07:48 PM
E' proprio il metodo scientifico ad avere escluso dal suo ambito la fede religiosa, relegandola allo status di credenza. E' l'indagine scientifica, ed il progresso conoscitivo ad essa legato, ad avere fornito argomentazioni falsificanti le argomentazioni teologiche. Praticamente tutto ciò che un tempo veniva attribuito alla volontà dei numi ha trovato una spiegazione naturale. Rimane solo la fede - sic et simpliciter - su quanto rimasto ancora inesplorato.
Decisamente poco per poterci fare un discorso anche minimamente scientifico, sapendo che anche per l'imprevisto e l'imprevedibile il metodo scientifico - naturalistico - rimane in ogni caso la via più feconda e affidabile.
Il metodo scientifico permette di studiare le credenze, i comportamenti, e tutti i fenomeni umani nel loro complesso. Peccato che il relegare i gruppi di individui ciascuno nella sua setta, da una parte la setta dei credenti, dall'altra quella degli atei, senza che una dialettica possa disturbare le rispettive certezze, non permetta a quest'ultimo di estrinsecarsi nelle sue potenzialità.
Un saluto
Io cerco di disturbare le certezze dei credenti ;D e mi lascio anche disturbare dai credenti, ma finora nessun disturbo é stato così convincente da scuotere la mia fede atea. Immagino sia perché ho avuto anch'io la mia brava educazione religiosa e tutti gli argomenti teologici li ho pazientemente decostruiti nel corso di anni di riflessioni.
Salve. E' molto semplice : i bisogni psichici (che molti chiamano spirituali) producono le fedi, le quali non necessitano di ulteriori giustificazioni.
Le curiosità mentali producono le conoscenze, le quali vanno sempre giustificate davanti a chi, essendo privo di curiosità, non capisce perchè mai non possa essere sufficiente la fede. Saluti.
Citazione di: viator il 19 Luglio 2019, 11:52:07 AM
Salve. E' molto semplice : i bisogni psichici (che molti chiamano spirituali) producono le fedi, le quali non necessitano di ulteriori giustificazioni.
Le curiosità mentali producono le conoscenze, le quali vanno sempre giustificate davanti a chi, essendo privo di curiosità, non capisce perchè mai non possa essere sufficiente la fede. Saluti.
aggiungo che alla fin fine, a Dio, che uno gli creda o meno, poco gli cambia.
Citazione di: viator il 19 Luglio 2019, 11:52:07 AM
Le curiosità mentali producono le conoscenze, le quali vanno sempre giustificate davanti a chi, essendo privo di curiosità, non capisce perchè mai non possa essere sufficiente la fede. Saluti.
Perfettamente d'accordo, Viator, e la cosa vale sia per chi ha fede nell'esistenza, sia per chi ha fede nella non esistenza di Dio.
Viator scrive che bisogni spirituali producono le fedi, è vero, però la fede deve essere basata su chiare prove e sul logico ragionamento. Cos'è la fede? - "è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono"- Ebrei 11:1
Nessuna religione può pretendere di possedere tutta la verità sul mistero della fede come per esempio Trinità – parola che tra l'altro NON si trova nella Bibbia.
Dobbiamo riconoscere il fatto che Dio non ha bisogno di nulla da noi. In Aggeo 2:8 dice: "Mio è l'argento e mio è l'oro", e in Salmo 50:10: "Mie infatti sono tutte le bestie della foresta...". Questo significa che non possiamo "comprare" il favore di Dio, significa che Dio non ha bisogno di noi.
Noi invece abbiamo bisogno di valori spirituali, abbiamo bisogno di dedicarsi a una nobile causa o a un'ideologia che dia un senso alla nostra vita - questo sostengono anche gli esperti di salute mentale.
Gesù stesso disse: «Sta scritto: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio"». Qui "ogni parola" di Dio, si riferisce alle sue istruzioni e i suoi pensieri contenuti nella Bibbia che ci permette di vivere una vita felice e significativa. La Bibbia può essere paragonata a un libretto di istruzioni o un manuale per la vita dell'uomo che Dio ha reso disponibile a noi.