Sedute spiritiche, ricerche nel paranormale, avete esperienze da raccontare?

Aperto da Luther Blissett, 29 Ottobre 2025, 20:30:24 PM

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Luther Blissett

Invito chi di voi ha compiuto queste esperienze, a raccontarcele qui.
È giusto che sia io a iniziare.
Nonostante mi consideri un ricercatore instancabile su qualsiasi tipologia di fenomeni sia paranormali che spirituali, una sorta di inibizione procuratami dall'imprinting cattolico mi ha frenato fortemente sul tema delle sedute spiritiche, tanto che nel corso della mia lunga vita ho evitato <quasi> del tutto di partecipare a tali sedute, nonostante ne avessi avuto gran numero di occasioni, e mi son limitato a compiere esperimenti sulla comunicazione coi defunti di natura non medianica (ad esempio, con la metafonia con la ricerca delle voci elettroniche sui 5Mhz): mi rendo conto dell'ipocrisia di fondo che sta dietro questo mio comportamento, ma da una parte non volevo infrangere il codice privato che avevo contratto con mia madre cattolicissima, ma dall'altra non potevo bloccare del tutto la mia pulsione di ricerca irrefrenabile.
Da giovane ed inesperto, però volli infrangere una tantum questo impegno di astensione assoluta delle sedute mediatiche esplicitamente dichiarate tali, e partecipai, quindi, ad una di esse.
Si trattò di una seduta a pagamento, che si svolse a Roma nel 1970 nella via dove abitava Julius Evola.  L'ambiente era esattamente come me lo aspettavo, e il medium pure, giovane anche lui e tuttora vivente, però già con l'atteso physique du rôle.
Non ogni cosa mi ricordo con precisione, ed è come se la memoria voglia interferirmi con falsi ricordi.  Ma devo dire che quella unica seduta, che già nella mia intenzione recondita  avevo stabilito che sarebbe restata unica, e senza seguito possibile, mi è rimasta impressa in alcuni dettagli che posso dire di ricordare adesso come se non fossero intanto trascorsi ben 55 anni.        
In tutto, attorno al tavolo, eravamo in 5, tre uomini e due donne.
Fatemi usare una terminologia approssimata.
Il tavolo "rispondeva" alle domande sollevandosi da una parte uno svariato numero di volte, e il medium doveva alla fine ricavare il senso della frase che veniva componendosi.
A un certo punto il medium ha formulato "al tavolo" una domanda che più o meno suonava così: "So che oltre me è presente con noi un altro medium... chiedo per sapere se ci sono oppure no altri medium oltre noi due presenti qui".
Il tavolo rispose così:   T-R-E-M-A-C-E-R-C-A-L-O
Da questa sequenza potevano ricavarsi due frasi differenti:
la prima: "tre, ma cercalo";
la seconda: "trema, cercalo".
A questo punto vi devo aggiungere che in quel momento io avevo realmente paura e tremavo come una foglia, ripromettendomi che mai più avrei partecipato a una seduta medianica :)
In tale frangente, lo devo ammettere, il mio comportamento non è stato affatto da temerario ricercatore in tutti i campi ai confini della conoscenza.
Comunque, da allora mai più sedute medianiche propriamente dette, nemmeno quando avrei avuto ad esempio occasione di partecipare a quelle che avvenivano a casa del più ospitale dei grandi ricercatori spirituali operanti a Roma, il grandissimo professor Filippo Liverziani, cattolicissimo ma anche coraggioso ricercatore. A lui, che praticamente ogni settimana accoglieva a casa sua chiunque ai dibattiti su temi di fenomenologia paranormale o religiosa, sarebbe bastato chiedere, ma la paura di avere infranto qualche oscura regola nei patti fatti con mia madre ha prevalso su tutto.
Raccontate ora voi le vostre esperienze medianiche o similari.
 ...
 Chi ha letto il mio thread dedicato al "pane benedetto" avrà compreso quale fosse la radice di quella oscura inibizione che ha finito per influenzare tutto il mio procedere nella ricerca sperimentale nei campi paranormale e spirituale. Certi impegni che avevo preso con mia madre non sono stati facili da mantenere integri al 100% come lei avrebbe voluto, dato che in fondo, in un modo o nell'altro, sono riuscito a compiere una ricerca ampia anche se non tanto soddisfacente nei campi che mi hanno sempre così tanto coinvolto. E se è vero che in sostanza posso ammettere di non aver trovato alcuna verità di quelle che tanto agognavo, è anche vero che ho altresì raggiunto la convinzione pervicace che nessuna altra persona al mondo ha raggiunto una siffatta verità. (Anche se ovviamente non posso onestamente escludere che esista qualcuno al mondo che avrà avuto il privilegio di  rivelazioni assolutamente private e destinate a restare riservate a circoletti assolutamente ristretti)  Mi si contesterà questa convinzione che apparirà arrogante, ma sarà forse pure il disincanto tipico dei vegliardi che hanno compreso la tragicità di fondo della nostra esistenza, e la vacuità totale (se non sul piano psicologico) che si cela dietro ogni cosiddetta via spirituale. Ne ho conosciute fin troppe, di persone spesso anche di grandissimo spessore, delle quali ho finito infine per scoprire che all'inizio avevano provato a celarmi la loro essenziale infelicità spirituale.  Una in particolare ho l'obbligo di ricordare qui, una donna straordinariamente lucida e accanita ricercatrice di verità spirituali.  Non ho avuto l'onore di poterne divenire anche amico confidente come avrei voluto, potevo soltanto incontrarla periodicamente per impegnarmi con lei in scontri dialettici che spesso divenivano furiosi e che ci facevano assomigliare ai duellanti del film di Buñuel "La via lattea".  Entrambi però ricavavamo anche un paradossale conforto da questi scontri, che altrimenti non avrebbero avuto più occasione di ripetersi, altrimenti lei mi avrebbe definitivamente buttato fuori della porta una volta per tutte.
Una donna estremamente lucida eppure pronta a credere anche nell'assurdo.  Una donna moderna che però aveva deciso lucidamente di divenire bigotta come una beghina del Cinquecento.
Non mi permetteva di dirle niente che attenesse alla sua interiorità spirituale, e neanche ammetteva, pur così autoironica com'era, che le si dicessero cose spiritose e leggère.
Un giorno avrei tanto voluto scherzare con lei, avrei voluto poterle dirle che il suo volto assomigliava proprio alla Gioconda del '500, ma coi capelli contorti come una Medusa, ma dovetti tacere e mordermi le labbra.
Non era mio intento conquistarla come donna, volevo soltanto farle capire che doveva prendere atto della sua condizione e curarsi, perché avevo purtroppo indovinato la diagnosi che le avevo fatto ma che non mi permise di apertamente comunicarle, di depressione, depressione che purtroppo la portò molti anni dopo infine al suicidio.
Lei voleva con tutte le sue forze credere in Dio, ma secondo me il Dio in cui lei confidava non le aveva realmente fatto il dono della fede, poiché la fede è un dono che il Dio della tradizione dà soltanto ad alcuni e non a tutti. 
Occorre un dono del Dio dell'assurdo  per credere nell'assurdo.
 ...
In quella mia decisione di partecipare ad almeno una seduta spiritica una tantum confluivano tutta una serie di motivazioni eterogenee. A quell'epoca era ancora viva mia madre ed era mia intenzione riuscire ad emanciparmi dalla sua attenzione vischiosa: partecipare a una seduta medianica, dopo che le avevo anche solennemente promesso che mai avrei compiuto esperimenti vietati dalla Chiesa, mentre era ancora viva, era una forte trasgressione che non sentivo ancora empia, come poi l'avrei sentita dopo la sua dipartita.
Ho seguito con attenzione, pur senza partecipare direttamente,  le ricerche compiute da alcuni circoli di sperimentatori, poiché anche se non riesco a credere che i defunti esistano ancora, eppure intendo interessarmi ugualmente della fenomenologia eventualmente evocata da quelle sperimentazioni.
 Ho però 
appunto sempre evitato di partecipare direttamente anche io a tali esperimenti, non soltanto per rispettare l'impegno preso con mia madre, ma anche perché è probabile che in fondo non credo di avere quel coraggio speciale che occorrerebbe per confrontarmi con effettivi fenomeni concreti.
L'influenza inibitrice in merito che ha avuto mia madre è stata poi sostituita proprio da analoga influenza inibitrice che ha esercitato su di me quell'amica straordinaria che ho appena citato. Lei era una straordinaria antropologa, che aveva un coraggio da leonessa, che io assolutamente non avevo. Lei entrava, per scoprirne i segreti e studiarle, nelle sètte esoteriche e anche in quelle dichiaratamente demoniache, simulando il desiderio di divenirne un'iniziata: lei era certa dell'assenza di poteri reali da parte di quei soggetti delle sètte, ma contava anche su una sua fede rocciosa nel Dio cristiano che riteneva una garanzia di protezione nel caso che fossero emersi degli effettivi pericoli spirituali. Lei era molto riservata con me e lasciava trapelare soltanto qualcosina ogni tanto, ma quel poco di bagliori che ogni tanto mi traspariva erano più che sufficienti per turbarmi. Da nessuna altra fonte potevo venire a conoscere cose delicate nei campi estremi che più mi interessavano. Solo da lei potevo apprendere cose che soltanto molti anni dopo sarebbero potute divenire di dominio pubblico. Poi è vero che anche lei aveva i suoi limiti ma non avevo modo di avvisarla, poiché mi rendeva impossibile parlarle di certi argomenti personali che la riguardavano. Come prima detto, era mia convinzione che lei in realtà non avesse la fede che sosteneva di avere, e che stesse ingannando se stessa cercando di convincersi di averla realmente, e che in quel turbinio di arrischiate ricerche lei stesse cercando delle prove indirette per riuscire ad avere una fede meno tormentata. In fondo lei mi assomigliava molto di più di quanto potesse ammettere. (In un'ottica cristiana, Dio e il Diavolo, da reciproci oppositori, adottano però verso l'uomo una medesima strategia: entrambi si nascondono accuratamente evitando di dare segni della propria effettiva esistenza. Dunque, anche cercare segni presso le sètte demoniache significa cercare indirettamente Dio, poiché trovati effettivi indizi dell'Uno, ne deriva direttamente la dimostrazione dell'esistenza dell'Altro: era quello che pensavo che fosse alla base del forsennato interesse per quel genere di sètte da parte di lei)
 E lei, inoltre, nascondeva a se stessa una profonda e pericolosa depressione, pericolosa proprio perché non riconosciuta e ammessa.
 Lei bloccò comunque ogni mia pulsione di ricerca al suo fianco rifiutando una mia proposta di collaborazione in una sua specifica ricerca a cui ero interessato anch'io (e in realtà mi accorsi di sentirmi in qualche modo sollevato, che avesse respinto il mio appoggio tecnico: capivo che forse avrei corso il rischio che al dunque mi sarebbe mancato il coraggio).

 ...
Prima di concludere questo post volevo accennare qualcosa, prima che me ne dimentichi, a proposito dei padri esorcisti: ho avuto modo di conoscerne in tutto quattro.  Avevo preso contatto con loro con l'intento di avere qualche aiutino nella mia ricerca su questi temi di confine. Però con tre di loro l'incontro fu un fallimento completo.
 Uno, don Giuseppe Tomaselli, con cui avrei dovuto discutere di quei certi temi che mi interessavano maggiormente, ma con cui finii per scontrarmi su variegati altri argomenti, per finire a discutere sui TdG, sui quali peraltro eravamo entrambi d'accordo, avendo io oltretutto collaborato in merito con Lorenzo Minuti del GRIS, ma finimmo per bisticciare lo stesso.
 Il secondo, padre Candido Amantini, passionista alla Scala Santa, con cui non fu possibile avviare il minimo dialogo: mi mandò via bruscamente alzando pure la mano sinistra.
 Il terzo, padre Gabriele Amorth, anche lui alla Scala Santa, con cui avevo sperato di avere informazioni riguardo le lezioni di paranormologia che il professor Andreas Resch impartiva ai padri esorcisti, ma la cosa finì con lui che mi inseguiva poiché voleva sul serio picchiarmi!
 Solo il quarto fu con me moltissimo accogliente, tanto che mi abbracciò stringendomi fortemente a sé come in una presa di lotta greco-romana: era Emmanuel Milingo... in quel caso dovetti infine scappare io  :)
 Milingo era comunque veramente carismatico, e dal loro punto di vista bene hanno fatto i Focolarini a sorvegliarlo come cherubinieri: sono finora riusciti a evitare che lui se ne tornasse in Africa, dove capisco che avrebbe ancora intenzione di creare un nuovo Kimbanguismo, insomma una nuova Chiesa per spaccare ulteriormente quella di Roma. Nonostante l'età avanzata, il charisma ce l'avrebbe avuto, indubbiamente, ma forse è un po' tardi.

 

anthonyi

E' significativo, Luther, che tu evochi un argomento come questo alla vigilia di Halloween.
Non so se sai che questa data rappresenta per gli esoteristi il "compleanno di Satana". 
E infatti la stessa chiesa, nella sua condanna all'esoterismo, ha una forte contrarietà a questa festa le cui origini sono subdole. 
Ricordo che a tale data sono legate più di una strana morte violenta, l'omicidio di Meredith kercher é Certamente il più noto.
Sarò esplicito, Luther, le forze del male sono pericolose, hanno il solo obiettivo di fare del male all'uomo, ed evocarle serve solo a   renderle Piú forti.
Io sono particolarmente cosciente di questi problemi perché vivo con un problema di infestazione spirituale, sono stato esorcizzato 18 anni fa e da allora, presa coscienza del mio problema, la mia principale attenzione é cercare di minimizzare l'azione delle forze spirituali nei miei confronti.
L'azione del male é dura, quando può tiranneggia la volontà umana. 
Come dissero sia Gesú che khrisna : "chi opera il male diventa schiavo del male".
Detto questo io vorrei invitarti a riflettere su te stesso, Luther. Da dove viene tutto questo interesse verso le cose esoteriche? Quale forza lo muove? 
L'illusione dell'esoterista é quella di controllare le forze del male, ma nella realtà é vero il contrario, sono le forze del male che sfruttano l'esoterismo per realizzare i loro obiettivi. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Luther Blissett

Citazione di: anthonyi il 30 Ottobre 2025, 03:35:23 AMDa dove viene tutto questo interesse verso le cose esoteriche? Quale forza lo muove?
L'illusione dell'esoterista é quella di controllare le forze del male, ma nella realtà é vero il contrario, sono le forze del male che sfruttano l'esoterismo per realizzare i loro obiettivi.
Leggendoti, mi fai ricordare la stessa paradossale contestazione che reiteratamente mi rivolgeva in vari modi la mia interlocutrice antropologa, di cui ho parlato nel mio post, donna straordinariamente acuta ma anche consapevolmente e orgogliosamente bigotta.
Era paradossale la sua domanda a me rivolta poiché mi veniva da una persona che addirittura stava rischiando la vita a causa del suo grande interesse verso il mondo esoterico.
È vero che lei era spinta dal suo spirito battagliero a entrare dentro le sètte anche più pericolose con lo scopo di meglio conoscerle per meglio poterle combattere.
Ma intanto lei aveva in tal modo acquisito una competenza inquietante, e deludente insieme, poiché aveva anche scoperto (son convinto, anche con delusione) che non c'era niente di straordinario dentro quelle sètte, e che non vi si manifestavano fenomeni paranormali o diabolici di alcuna sorta, e che si trattava di congregazioni pericolose soltanto perché potenzialmente potevano sospettarsi d'essere propense a compiere dei reati comuni.
Lei se ne era resa conto, tanto che addirittura si era praticamente iscritta al Cicap (!).
Sembrava incredibile immaginarla collaborare col Cicap, lei che era una vibrante savonarola.
Semmai avrei dovuto iscrivermi io, al Cicap, ma appunto non mi ritengo così scientista da unirmi al coro di quelli che ufficialmente affermano che i fenomeni paranormali (e anche quelli spirituali) non esistono.
Ecco, arriviamo dunque al punto che ti rispondo.
Temo che i fenomeni paranormali e quelli spirituali non esistano, e tanto vorrei che esistessero facoltà universitarie o seri istituti che si ponessero l'obiettivo di studiarli.
Non ho purtroppo avuto l'onore di conoscere il professor Hans Bender, morto nel 1991, grande studioso di questi fenomeni.
Penso a persone come lui, per quelle facoltà universitarie e istituti che purtroppo invece non riescono ancora ad esistere.
E quando in passato ci sono stati studiosi di rilievo interessati a questi argomenti, le cerchie che hanno creato si sono purtroppo disgregate dopo la loro morte.
Ci sono anche studiosi che sarebbero interessati all'argomento ma vogliono evitare di far sapere di avere questi interessi, poiché averli sembra di per sé determinare un danno reputazionale.
Ecco, ti sto rispondendo, a me dispiace tutto questo.
Il cosiddetto "pane benedetto" (di cui parlai nel mio primo post qui dentro): che cosa ne avrei fatto?  Avrei voluto che fosse esistito un istituto specializzato con i suoi vari laboratori, di chimica, fisica, etc completamente dedicato a compiere ricerche.. e anche quel "pane benedetto" avrebbe dovuto essere esaminato in quell'istituto.
Chiedo troppo? sto sperando qualcosa di impossibile?
Vorrei che ricerche come quella compiuta sulla Sindone non fossero effettuate una tantum  ma divenissero la prassi per tutti i casi consimili.
L'interesse verso questi fenomeni non va demonizzato come purtroppo invece tende a fare la Chiesa.
...
Quando mi scontravo dialetticamente con la mia straordinaria interlocutrice, dovevo censurami, dovevo rinunciare a poterle dire apertamente tutto quel che avrei avuto da dirle veramente.  Così dovevo comportarmi se volevo continuare ad averla come interlocutrice, poiché era estremamente facile essere buttati fuori da lei.
E tra le cose che non potetti mai dirle, e che ho già accennato anche in questo forum, vi era che lei cercava disperatamente come me dei segni tangibili della reale esistenza di Dio, e dato che non li trovava nel lato luminoso della Realtà, li stava cercando paradossalmente anche dall'altra parte, non trovandoli con sua iniziale sorpresa però nemmeno lì, e lei così correva il rischio di finire di pensarla come me, ovvero che se Dio e il Diavolo esistono entrambi veramente, costoro sono solidali nel perseguire la medesima strategia, tanto da non poterli distinguere tra loro.
Questa mia sfortunata conoscente che purtroppo non volle mai dirsi mia amica finì purtroppo per suicidarsi (cosa che purtroppo non mi sorprese, avendo riscontrato in lei una deriva depressiva, senza poter mai affrontare comunque l'argomento).  Per miei motivi famigliari non ebbi modo di seguire gli ultimi suoi anni e purtroppo quindi non conosco come precisamente si siano verificati certi eventi, ma è impressionante la sequenza di due fatti che avrebbero destabilizzato chiunque: lei aveva un figlio (di cui ignoravo del tutto l'esistenza, e questo dà un'idea di quanto fosse con me riservata sulla sua vita privata) e questo figlio ebbe un grave incidente per cui entrò in coma; con sorpresa anche dei medici questo figlio uscì dal coma e sembrò essersi ripreso completamente, ma poco tempo fu preso da leucemia fulminante e morì. Se le cose si sono effettivamente svolte così, e io non posso che limitarmi a riferire de relato, lei avrebbe subìto un doppio trauma, dapprima qualcosa che potrebbe aver percepito come un "miracolo", e sùbito dopo un "antimiracolo", una beffa che lei non si aspettava, dopo aver speso la sua vita intera a cercar segni di Dio, e temendo forse di aver piuttosto scovato i segni di un trickster.  E forse in casi come questo non è necessario avere la depressione per giustificare un insano gesto.

anthonyi

Sono estremamente pesanti le cose che dici, Luther, al punto che mi viene da pensare che stai inventando storie per attirare l'attenzione. 
Comunque nel caso fosse vero che la tua amica antropologa, che già mi avevi detto essere depressa, si sia effettivamente suicidata, sarebbe una prova evidente di quello che cerco di dirti, le forze del male sono pericolose, quando le provochi attaccano alla psiche, generano pensieri sbagliati e la depressione è il suicidio sono tra i loro risultati più probabili.
Anch'io mi porto appresso problemi di depressione, che comunque gestisco bene con il ricorso alla preghiera, e nel passato ho avuto pensieri suicidiari, tutto effetto di questa infestazione malefica che in passato mi ha prodotto grandi sofferenze e difficoltà nella vita, oggi molto meno ma solo perché sono stato esorcizzato e ho anche imparato a gestire questa mia situazione.
La chiesa fa bene a condannare l'esoterismo, anzi il mio parere é che su questo bisognerebbe realmente fare una grande campagna informativa, quanti sono quelli che sanno delle vere origini esoteriche della festa di Halloween?
Quanti sono quelli che sanno che purtroppo le sacrestie dei preti esorcisti sono piene di persone che vivono problemi che poi spesso sono derubricati come patologie mentali per questa finzione materialista e scientista, Che ha contagiato anche la chiesa, che porta tanti come te a pensare che l'esoterismo sia un gioco o uno scherzo, è quindi ad approcciarsi ad esso senza meccanismi di difesa nei confronti delle forze del male.
Non posso che rinnovare a te, e a tutti i lettori, la raccomandazione a stare lontani da quel mondo, ti faccio i miei saluti, Luther. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

iano

Citazione di: Luther Blissett il 30 Ottobre 2025, 21:41:49 PMÈ vero che lei era spinta dal suo spirito battagliero a entrare dentro le sètte anche più pericolose con lo scopo di meglio conoscerle per meglio poterle combattere.
Ma intanto lei aveva in tal modo acquisito una competenza inquietante, e deludente insieme, poiché aveva anche scoperto (son convinto, anche con delusione) che non c'era niente di straordinario dentro quelle sètte, e che non vi si manifestavano fenomeni paranormali o diabolici di alcuna sorta, e che si trattava di congregazioni pericolose soltanto perché potenzialmente potevano sospettarsi d'essere propense a compiere dei reati comuni.
Lei se ne era resa conto, tanto che addirittura si era praticamente iscritta al Cicap (!).
Sembrava incredibile immaginarla collaborare col Cicap, lei che era una vibrante savonarola.
Semmai avrei dovuto iscrivermi io, al Cicap, ma appunto non mi ritengo così scientista da unirmi al coro di quelli che ufficialmente affermano che i fenomeni paranormali (e anche quelli spirituali) non esistono.
Mi risulta difficile pensare a uno che si iscriva al Cicap come se stipulasse una assicurazione sulla vita, perchè ciò non è contemplato, e riuscire ingannare quelli del Cicap sulle proprie intenzioni non è facile, visto che scoprire gli inganni è il loro mestiere.
Non so quale conoscenza diretta hai tu hai del Cicap, ma siccome lamenti la mancanza di studi sistematici sulle questioni che ti stanno a cuore, ti consiglio di provare a contattarli, perchè mi pare che loro quello fanno, seppur indirettamente.
Diversamente da te essi non sono arrivati alla conclusione che certi fenomeni non esistono, ma semplicemente non ne hanno trovato le cause naturali, scovandone solo di costruite ad arte.
Gli scienziati però in genere non hanno le competenze per scoprire queste cause artefatte costruiti dai maghi, perchè non possiedono le loro abilità di prestidigitazione.
Il Cicap è stato fondato allo scopo di dare agli scienziati questi ulteriori strumenti di indagine scientifica, una specie di dottorato in prestidigitazione .
Non è comunque la prima volta che mi imbatto nella incomprensione dei scopi del Cicap.



Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Caro Luther, sono molto dispiaciuto per la fine che ha fatto la tua amica antropologa, ma anche quelli che sono andati a studiare il fenomeno del cannibalismo conoscevano i rischi che correvano.
Il difficile del loro lovaro, a parte i rischi del mestiere che devono essere accettati a priori, è nel riuscire a non sentirsi coinvolti in ciò che studiano, cioè nel doversi spersonalizzare per essere freddo strumento di musica delle persone.
Se hai notato che la tua amica teneva da te una insuperabile distanza, è possibile che ti avesse individuato come oggetto di studio, seppur non riusciva a tenere del tutto quella distanza professionale, per cui tu hai potuto considerarla come un amica.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Citazione di: iano il 31 Ottobre 2025, 10:25:14 AMGli scienziati però in genere non hanno le competenze per scoprire queste cause artefatte costruiti dai maghi, perchè non possiedono le loro abilità di prestidigitazione.
Il Cicap è stato fondato allo scopo di dare agli scienziati questi ulteriori strumenti di indagine scientifica, una specie di dottorato in prestidigitazione .
In questo modo si cerca di evitare il rischio che gli scienziati scambino cause artefatte per naturali, quando cioè dietro c'è  un inganno, anche se ciò non esaurisce l'intera casistica.
Ci sono infatti anche casi, forse i più difficili da scovare, in cui la causa è artefatta, ma involontariamente costruita, cioè chi l'ha costruita è in perfetta buona fede, non avendo coscienza di averla costruita.
Un caso noto è quello del cavallo che sapeva far di conto.
Dalla soluzione di questo caso è nato un metodo di indagine scientifica detto'' in doppio cieco'' utilizzato principalmente per testare l'efficacia dei farmaci ponendoli a confronto coi placebo.
E' detto doppio cieco perchè non solo i pazienti non sanno cosa gli stanno somministrando, ma neanche chi conduce la sperimentazione lo sa.
Nel caso del cavallo che sa far di conto, sospettando che il suo padrone gli lanciasse un messaggio quando dovesse smettere di battere lo zoccolo, che valeva la fine del conteggio che dava il risultato dell'operazione aritmetica scritta su una lavagna, uno scienziato ne ha preso il posto, non ottenendo diverso risultato, cioè il cavallo continuava a dare il risultato corretto, per cui che quel cavallo sapesse far di conto è stato scientificamente provato.
Alla fine però si è capito che sia il padrone, sia lo scienziato, senza volere gli lanciavano quel segnale, perchè in loro assenza il cavallo diventava un asino. :))
Il medico che somministra il farmaco al paziente potrebbe dargli senza volere quel messaggio, per cui è bene che non sappia quale farmaco gli sta dando.
Lo sa un altro medico che non ha contatto diretto col paziente.
la scienza a volte sembra richiedere prove che al profano sembrano davvero cavillose, ma la prudenza e il rigore non sono mai abbastanza come l'esperienza insegna.
Inoltre c'è un dato importante che può sfuggire ai non addetti ai lavori, ma che chi si occupa di filosofia dovrebbe conoscere, specie quando si disquisisce di determinismo.
Le cause agenti sono sempre maggiori in numero di quelle che vengono assunte come significative, perchè a voler essere rigorosi la causa di un fenomeno è sempre l'universo intero, che però può essere escluso per la gran parte ai fini pratici, e grazie a ciò posiamo stilare leggi fisiche che non siano  funzioni di una tale molteplicità di variabili che sarebbe difficile scrivere e ancor più gestire, per noi umani, mentre i computer se la cavano un pò meglio, e grazie a questo oggi riusciamo a fare buone previsioni del tempo, tenendo conto di ogni battito d'ali di farfalla.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Infine, i cosiddetti fenomeni paranormali potrebbero avere cause impossibili da scovare, il che non esclude che possano averne,  e infatti quelli del Cicap non le escludono a priori.
Cioè non sono li per dimostrare che è tutta una truffa, per confermare il pregiudizio che lo sia.
Loro si limitano a cercare eventuali cause artefatte in mancanza di evidenti cause naturali, perchè quelle,  come è stato possibile costruirle  è sempre  possibile deostruirle, e  per quanto ne so il Cicap finora quelle cause le ha sempre trovate, ma non è che seguo queste questioni da poter porre spacciare per autorevole questa mia affermazione.
Diciamo che finché ho avuto il piacere di seguire queste cose, così mi risulta sia stato.

Infine, per rendere merito a quel cavallo , che in quanto cavallo non era certamente un asino, lo ''strano caso del cavallo che sa contare'', ci ha reso edotti di una  sensibilità che hanno gli animali domestici a interpretare la nostra mimica , che noi ce la possiamo solo sognare, o che se pure abbiamo, non sappiamo di averla, e quest'ultima mi sembra la cosa più probabile.
Come facciamo infatti a capire quando uno sta mentendo?
In effetti non sappiamo come, ma ci riusciamo, probabilmente perchè parallelamente al linguaggio verbale, ne usiamo uno mimico involontario e perciò impossibile da dissimulare.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

anthonyi

Citazione di: iano il 31 Ottobre 2025, 12:31:14 PMInfine, i cosiddetti fenomeni paranormali potrebbero avere cause impossibili da scovare, il che non esclude che possano averne,  e infatti quelli del Cicap non le escludono a priori.
Cioè non sono li per dimostrare che è tutta una truffa, per confermare il pregiudizio che lo sia.
Loro si limitano a cercare eventuali cause artefatte in mancanza di evidenti cause naturali, perchè quelle,  come è stato possibile costruirle  è sempre  possibile deostruirle, e  per quanto ne so il Cicap finora quelle cause le ha sempre trovate, ma non è che seguo queste questioni da poter porre spacciare per autorevole questa mia affermazione.
Diciamo che finché ho avuto il piacere di seguire queste cose, così mi risulta sia stato.


Le ha trovate nelle situazioni che ha posto sotto sperimentazione. Certamente non può fare analisi su reperti sacri perché chiaramente la Chiesa non si fida (non del risultato, ma dell'uso irrispettoso che potrebbe essere fatto di tali reperti).
Messa in questi termini, l'azione del Cicap, non é per nulla differente dalle ricerche che vengono commissionate dalla Chiesa sui presunti eventi miracolosi, persone competenti devono vagliare se esistono spiegazioni naturali del fenomeno, e se non ne trovano certificano che il fenomeno é inspiegabile, di più non possono fare. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

iano

Citazione di: anthonyi il 31 Ottobre 2025, 13:31:09 PMLe ha trovate nelle situazioni che ha posto sotto sperimentazione. Certamente non può fare analisi su reperti sacri perché chiaramente la Chiesa non si fida (non del risultato, ma dell'uso irrispettoso che potrebbe essere fatto di tali reperti).
Messa in questi termini, l'azione del Cicap, non é per nulla differente dalle ricerche che vengono commissionate dalla Chiesa sui presunti eventi miracolosi, persone competenti devono vagliare se esistono spiegazioni naturali del fenomeno, e se non ne trovano certificano che il fenomeno é inspiegabile, di più non possono fare.
Comprendo il tuo punto di vista, ma quello che io volevo invece evidenziare è che la causa di ogni fenomeno è potenzialmente l'universo intero, che però nessun esperimento  può contenere.
Un esperimento consiste nell'isolare idealmente una parte di universo osservandolo da fuori, come solo un dio potrebbe fare con l'universo intero.
Non c'è esperimento che non sia ideale, almeno in parte, e in particolare il tempo non si lascia rinchiudere dentro quella parte di universo detta esperimento, come riusciamo a fare con lo spazio.
Per quanto riguarda ricerche che la scienza e la chiesa possono svolgere in parallelo la differenza può stare solo nei criteri coi quali si attribuisce autorevolezza agli indagatori, criteri che non sono mai assoluti, per cui ognuno è libero di aderirvi o meno, e ciò che conta è specificare a quali si aderisce e/o quali si sta usando.
No basta cioè dire che personaggi autorevoli li hanno condotti.
considerati autorevoli da chi, e perchè?
Detto questo non mancano esempi di religiosi che hanno dato e continuano a dare significativo contributo alla ricerca scientifica, segno che non c'è una divisione insuperabile fra i due mondi.
Comunuqe io se fossi un credente non darei la sacra sindone in mano a nessuno. Se poi un credente avesse dei dubbi, forse un vero credente non è.
Per quanto da scienziato potrei avere curiosità sulla sindone, non ci metterei mano, a meno che non mi fosse richiesto.
Io di sicuro non chiederei di mettervi mano.
Non so poi come siano andate le cose, perchè tante sono le mie curiosità, e la sacra sindone non è in cima ad esse, senza offesa.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Luther Blissett

Citazione di: iano il 31 Ottobre 2025, 10:25:14 AMMi risulta difficile pensare a uno che si iscriva al Cicap come se stipulasse una assicurazione sulla vita, perchè ciò non è contemplato, e riuscire ingannare quelli del Cicap sulle proprie intenzioni non è facile, visto che scoprire gli inganni è il loro mestiere.
Non so quale conoscenza diretta hai tu hai del Cicap, ma siccome lamenti la mancanza di studi sistematici sulle questioni che ti stanno a cuore, ti consiglio di provare a contattarli, perchè mi pare che loro quello fanno, seppur indirettamente.
Diversamente da te essi non sono arrivati alla conclusione che certi fenomeni non esistono, ma semplicemente non ne hanno trovato le cause naturali, scovandone solo di costruite ad arte.
Gli scienziati però in genere non hanno le competenze per scoprire queste cause artefatte costruiti dai maghi, perchè non possiedono le loro abilità di prestidigitazione.
Il Cicap è stato fondato allo scopo di dare agli scienziati questi ulteriori strumenti di indagine scientifica, una specie di dottorato in prestidigitazione .
Non è comunque la prima volta che mi imbatto nella incomprensione dei scopi del Cicap.
No, iano, stavolta sei caduto in un grosso malinteso.
Questa mia interlocutrice studiosa entrava nelle sètte sataniste con l'intenzione di ingannarle, soltanto quelle sètte intendeva ingannare. 
A queste sètte si presentava come interessata ma appunto soltanto per conoscerne i meccanismi, per meglio combatterle: era una studiosa di straordinario coraggio, che poi le venne ampiamente riconosciuto da tutti, e temuta e odiata da quelli delle sètte che celebrarono la notizia della sua morte con un tripudio di festa in Rete.
Il malinteso in cui sei caduto è che lei avesse voluto ingannare anche il Cicap: assolutamente no! Lei addirittura collaborava col Cicap.  Avevo sottolineato la sua vicinanza collaborativa al Cicap, proprio perché lei aveva comunque una visione del mondo del tutto opposta a questa associazione, associazione che la conosceva bene e l'ammirava anch'essa, pur non condividendone le idee apertamente e orgogliosamente bigotte.  Quando ho citato questo particolare di questa sua vicinanza sorprendente, volevo far notare che sicuramente quelli del Cicap dovettero rimanere all'inizio molto sorpresi al vederla avvicinarsi alla loro associazione, come del resto fui sorpreso anch'io al punto che, quando mi fu riferito questo fatto, in un primo momento non ci avevo creduto.  C'è da dire che lei mi aveva taciuto questo dettaglio della sua collaborazione col Cicap, e quando le chiesi se era vero che fosse divenuta collaboratrice  di tale associazione, lei me lo confermò, al che io le replicai che quando questa cosa mi era stato riferita non volevo crederci per quanto ne ero sorpreso, al che lei mi controreplicò di essere lei sorpresa del mio sorprendermi, e ne concluse come da ciò si capisse quanto io non l'avevo ancora capìta.
 ...
Ma io non potevo parlarle tanto apertamente, dato che sentivo che lei non avrebbe mai accettato quel che veramente avrei avuto voglia di dirle.  Non si lasciava mai andare.
Era evidente come lo stato di coscienza lucido tendesse in lei a farsi quasi permanente.
Suonava  incredibile la sua vicinanza al Cicap, proprio perché tale associazione nega l'oggettività di tutti i fenomeni sedicenti paranormali ma anche quelli spirituali.
La sua vicinanza al Cicap voleva dirci che lei accettava di discutere razionalmente anche con chi era critico in posizioni antitetiche alle sue, e obiettivamente tale avvicinamento va considerato un segno forte della sua serietà di studiosa.
...
In un convegno il filosofo  Emanuele Severino aveva definito la depressione come uno stato iperlucido.  Ebbene, se solo avessi accennato a questa autorevole messa in relazione tra uno stato depressivo e uno stato iperlucido, lei avrebbe immediatamente compreso che surrettiziamente stavo cercando di dirle che doveva curarsi.
Lei era consapevole  di stare in perenne stato di vigilanza, era visibilmente una guerriera in ogni istante, stava lì senza mai rilassarsi, anche mentre discuteva con me.  E conoscevo altre persone che la frequentavano e anche loro mi confermavano la mia impressione.
Per fortuna lei aveva anche un forte lato di autoironia, seppur anche questa senza che mai venisse meno l'autosorveglianza. 
Ad un certo punto decisi di provare a correre un grosso rischio, scrivendole addirittura un libro privato, che le donai presentandolo come un divertissement che ripercorreva i temi principali dei nostri accesi duelli verbali. Gradii molto che lei accettasse quel mio libro e che poi lo leggesse pure, dato che più volte citò qualche mia pagina per puntualizzare il suo punto di vista critico su qualche mio passaggio.
Ma in quel libro ci infilai, come spigolature e punturine di spillo, varie citazioni e frasette puntuali, e oliai pure alcune righe che l'avrebbero pilotata a inciampare tra l'altro anche in quella frasetta di Severino, che urtata così come fosse un sampietrino lungo il cammino, finalmente potevo fargliela arrivare senza rischiare di farmi buttare fuori dalla sua vita.
Capivo quali frasi non avrei potuto dirle a freddo, mentre lei restava lì come una pantera, ma infilate dentro un libro che pretendeva d'essere spiritosamente stimolante, potevo riuscire a comunicare con lei più profondamente del solito.

Luther Blissett

Citazione di: iano il 31 Ottobre 2025, 11:13:24 AMSe hai notato che la tua amica teneva da te una insuperabile distanza, è possibile che ti avesse individuato come oggetto di studio, seppur non riusciva a tenere del tutto quella distanza professionale, per cui tu hai potuto considerarla come un amica.
Stavolta hai colto bene un punto delicato, sul quale mi sono spesso interrogato.
Lei assolutamente non mi temeva, altrimenti mai mi avrebbe fatto entrare in casa sua; semmai mi pareva, ma forse era solo un'impressione, che fosse più a suo agio quando ci incontravamo fuori casa, ad esempio in Biblioteca Nazionale.
C'era comunque grande oggettiva distanza tra noi: lei era una studiosa affermata che finì anche per divenire molto conosciuta, mentre io non ero che un oscuro ricercatore universitario che poté conoscerla grazie alla malleveria del mio professore di riferimento.  Poi le raccontai tante mie vicissitudini con le varie religioni, comprese quelle che sorgevano come funghi proprio in quegli anni, ma le specificai che mi guardavo bene dall'avere a che fare con le sètte esoteriche, spiegando questo mio evitamento sia col fatto di una promessa solenne che feci a mia madre molto credente, ma anche perché non avrei nemmeno avuto il coraggio di averci a che fare.  Quindi, lei avrebbe dovuto considerarmi semmai soltanto una fonte fresca di dati sulla new age e territori limitrofi, e nient'altro di più tenebroso.  Tra l'altro, quel libro che le scrissi, dato che temevo di urtarla anche con un semplice libro, prima di consegnarlo a lei lo feci leggere sia al mio professore che al professor Liverziani, ed entrambi mi dettero il loro placet; il mio prof mi consigliò in aggiunta soltanto di migliorarne la veste grafica, e mi mise anche un pochino in guardia aggiungendo che non si poteva capire in anticipo la sua reazione, ma mi disse che dato che "ormai la conosci da vicino e sai quanto è mordace, vacci piano a cercar più confidenza, sappi che non te darà..."
Comunque è vero anche che un pochino esagero quando esaspero questa distanza.  Devo infatti ricordare che lei mi ha consentito di frequentarla molto a lungo, dagli anni '80 fino a quasi l'inizio del 2000, e fu solo per miei motivi famigliari che smisi di frequentarla. Inoltre è vero che lei era molto ritrosa a lasciar trapelare qualcosa di ciò che andava scoprendo nel mondo limaccioso che stava studiando, e mi pare che fosse anche giusta la sua riservatezza, trattandosi in fondo di suoi segreti professionali.  Lei, comunque, talvolta diveniva così indignata per certe cose che pian piano veniva scoprendo, che sull'onda di questa sua indignazione finiva per confidarsi con me, sia pure in modo parziale. Da lei, che era una fonte unica su certi argomenti, venni a conoscere tra i primi certe cose pesanti, alcune delle quali soltanto molto tempo dopo divennero di dominio pubblico, e anche queste soltanto parzialmente.
...
Ma devo dirti, iano, che resta pregnante la tua osservazione: lei è divenuta per me la seconda persona speciale dopo mia madre ad avere avuto così tanta influenza sulla mia vita spirituale, e quella distanza mi pesa ancora.

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