Milano, piazza Duca d'Aosta

Aperto da doxa, 18 Agosto 2025, 16:44:36 PM

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doxa

 

Milano, piazza Duca d'Aosta, grattacielo Pirelli, foto di Uliano Lucas, 1968. Ritrae un emigrante meridionale appena arrivato a Milano. Con la mano sinistra porta la valigia (con dentro il vestiario ?), invece sulla spalla destra regge col braccio e la mano  lo scatolone di cartone. Immagino che dentro ci sia del cibo prodotto nella sua zona d'origine per consolare la sua nostalgia per il paese natio.

Sullo sfondo si vede il grattacielo (o palazzo) Pirelli, spesso detto "Pirellone", domina piazza Duca d'Aosta, nella quale prospetta anche la stazione di Milano centrale. Dal 1958 al 1966 il "Pirellone" fu l'edificio più alto dell'Unione europea. Poi il record passò alla "Tour di Midi" di Bruxelles.
 


Milano, piazza Duca d'Aosta, ingresso della stazione centrale.  di Milano.
 
Quell'uomo nella foto si chiama Antonio Antonuzzo, è originario di Bronte (località nota per la produzione del pistacchio) ed è appena uscito dalla stazione ferroviaria.

La scena fa pensare alla verticalità (il grattacielo), lo "spaesamento" dell'emigrante giunto nel capoluogo lombardo con la speranza di poter cambiare vita, il suo transito fra la condizione di un passato e quello di un futuro.

Passano i decenni, eppure Milano non ha modificato la natura genetica, continua a svolgere il ruolo di collegamento tra la fine dell'Europa settentrionale e la fine dell'Europa meridionale, città di sutura tra due modelli di esistenza.
 

fabriba

Bellissima foto, di un tempo in cui forse per la prima volta Milano vedeva flussi migratori importanti che ne avrebbero sconvolto il profilo demografico.

Storie d'epoca di Milano (di quegli anni, ma anche fino a forse 10 anni più tardi) parlano di problemi di integrazione, di cartelli (veri o leggendari) per l'affitto di case con diciture tipo "No Terroni". In un mondo che considerava altro già il varesotto, il bergamasco, il comasco (con vari coloriti epiteti), figurarsi persone nate e vissute fino al giorno prima a mille km a sud.

L'integrazione è stata complessivamente abbastanza rapida, ora della fine degli anni '80 non c'era più una vera discriminazione individuale (per quanto la storia di consensi della "Lega Nord" in parlamento racconti una storia diversa sul sociale), ma perchè il meridionale venisse più o meno completamente considerato "uno" col milanese, si sarebbe dovuta attendere l'altra grande ondata migratoria, quella da molto più lontano che continua ai giorni nostri, e che fa sembrare le differenze tra meridionale e milanese piccole come nel 1968 dovevano sembrare le differenze tra varesotto e milanese.

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