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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 17-06-2004, 18.55.51   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Italia, Paese Della U.e., O Paese A Parte ?

IL SISTEMA ITALIA
PAESE DELLA U.E. ? O PAESE A PARTE ?

Differenze

Le differenze rispetto alla U.E., notate sia dagli Italiani che viaggiano che dagli Europei che arrivano.

Qualcuno comincia a chiedersi perché:

- riusciamo a fare male (o diciamo di voler fare, ma poi ...), noi i più creativi europei, cose che gli altri Paesi della U.E. sanno fare bene;
- ci muoviamo, in alcune città e regioni o settori, in un pantano di imprevisti o scenari grigi;
- qualche imprenditore considera l’interesse di trasferire la propria attività al di fuori delle nostre frontiere;
- a fronte di numerosi problemi sociali, ben conosciuti da tempo, non si propongono soluzioni. Anzi, meglio non parlare dei vecchi problemi, tanto siamo rassegnati !

Le evoluzioni della seconda metà dell’ultimo secolo hanno messo in evidenza:

- la conquista dei palazzi del potere da parte di politicanti, avvezzi a negoziare, impadronirsi, negoziare, scambiare, condizionare;
- la diffusione nel dopoguerra di abitudini tradizionali una volta confinate nel mezzogiorno nei palazzi del potere;
- col tempo si diffonde nel milieu politico, poi in quello pubblico, l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente un impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

Colla istituzione della Comunità Europea, le merci cominciano a passare le frontiere e nei Paesi della U.E. inizia la competizione. Produttori di beni e servizi devono fare fronte ad una competizione più accanita e difficile. In tale quadro economico divenuto complesso, i sistemi di produzione e vendita più efficienti emergono. Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingue per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto negativo sulla competitività.

Eccoli:
- l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione
(causa ed effetto della confusione in aumento), in un mercato sempre più complesso,
creano difficoltà agli imprenditori.
- la difficoltà frequente di realizzare i programmi pubblici che sono stati decisi rende incerto il quadro economico e quello pubblico. Si vive nel nuovo secolo sempre di più alla giornata, i programmi pubblici divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
- diviene troppo raro il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai a inizio secolo: conoscere un VIP potente.

Non sarebbe meglio dire la verità ? Che siamo una società troppo confusa ? Che non sappiamo realizzare cio’ che abbiamo deciso di voler fare ? Per mancanza di coerenza ? O é un commento esagerato ?

La confusione politica non é la causa dei problemi nazionali. Ma la più chiara espressione di una deriva di società. Qualcosa di simile fu scritto da TIME alla scoperta di tangentopoli.

Risultati

Dopo alcuni decenni di diffusione dei nuovi metodi di gestione del potere, si puo’ osservare frequentemente (é la specificità italiana nella U.E.):

- servizi e opere pubbliche sono troppo spesso gestiti senza impegno né motivazione, visto che la carriera dipende sempre più dagli allacci personali;
- la crescente distanza fra gli obiettivi dichiarati prima delle elezioni e i progressi realmente realizzati;
- la sempre meno chiara esistenza delle responsabilità legate al proprio ruolo.

Nei servizi resi al cittadino la qualità si degrada. Poco male, l’Italiano é flessibile, si abitua a tutto, anche al peggio. La sempre più larga diffusione di metodi approssimativi e fumosi fa apparire nel grigiore sociale incoerenze, promesse dimenticate, obiettivi mancati.

Decenni di espansione di inefficienze e fallimenti, accettati, hanno fatto si che nessuno se ne lamenta più. Rassegnazione balcanica. La diffusione della incertezza e inaffidabilità nel tessuto sociale degrada molti settori e appesantisce molte attività economiche. Le quali talvolta divengono meno competitive, senza che ci sia una gran colpa degli imprenditori.

Il fattore prevalente che degrada il sistema Italia ? Forse le diminuite qualità, affidabilità di merci e servizi sono state in molti settori accompagante da un altro tipo di degrado: l’insufficienza di organizzazione, sicurezza, rigore, serietà poteva talvolta essere accettata senza contraccolpi dalla società quando esistevano frontiere e dogane (prima degli anni ’90). Coll’istituzione del mercato europeo la competitività, che é divenuta un must, perde colpi in alcuni settori della nostra economia, per via delle inefficienze e insufficienze. Maggiori le difficoltà di alcuni imprenditori di affrontare il mercato globale, essendo da sempre abituati a sistemi di lavoro e organizzazione ormai fuori dei tempi. Ove invece i loro competitori al di là delle frontiere basano la loro competitività anche su serietà, rigore e capacità organizzative di alto livello.

Se nel mercato nazionale degli anni ’60 una mediocre (o mancante) organizzazione poteva essere accettata, nel complicato villaggio globale di questo secolo si rischia di perdere competitività ogni giorno.

Sarà ora di iniziare la riflessione nazionale ? Anche per evitare che lo stivale, che già scricchiola, si stacchi dalle Alpi per navigare verso il Nordafrica o il Sudamerica.

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

Il sottoscritto é disponibile per una presentazione delle cause ab ovo dei guai italiani






Parigi, ottobre 03
IL DEGRADO E LE SUE CONSEGUENZE
La società oggi.
Le trasformazioni italiane recenti, sono di tre tipi :
- divaricazione dall’Europa;
- evoluzioni negative dei rapporti sociali;
- eliminazione di valori.
Queste tre evoluzioni (indicate in dettaglio negli allegati), sono state rapide negli ultimi venti anni. Il risultato é lo scenario sociale attuale in Italia, cosi riassumibile:
- in alcuni settori della economia gli
imprenditori perdono competitività;
- alcuni settori della società cominciano a bloccarsi;
- gli imprenditori divengono talvolta
inaffidabili, non per propria scelta ma perché operano in in sistema arrugginito, fangoso, senza certezze.
Fra i tanti aspetti della degradazione in corso, qualcuno é qui sotto riportato, a titolo esemplificativo:
- aumento della confusione nei rapporti
col sistema pubblico;
- aumentata incapacità di risolvere
problemi,divenuti endemici, nel quadro sociale;
- estensione della corruzione a tutti i
settori, persino in quello del calcio;
- diminuita capacità e motivazione dei
gestori del pubblico di rispondere ai bisogni della società e gestire efficacemente le risorse (vedi allegato “E la Barca va”). Un esempio: la criminalità non é più controllabile né perseguibile con efficacia.
Questi diversi aspetti di una realtà che potremmo chiamare “il disarmo dello stivale” indicano la complessità di una società senza un futuro certo. Essi sono legati ad un deragliamento dei valori fondamentali della società.
Tale deragliamento fa si che:
- i peggiori personaggi prendano il potere e lo gesticano prioritariamente nel proprio interesse;
- i cittadini si abituino al peggio ed
abbassino la guardia dei comportamenti accettabili, fino al livello del terreno; talvolta fino al livello delle fogne; ogni sopraffazione é accettata senza sorpresa, non ci sono più limiti;
- gli stessi, in largo numero, hanno
imparato ad occuparsi del “particolare”, rassegnati al degrado dello stivale (il grigio suo futuro non li spinge a rimboccarsi le maniche per ricostruire).

Quale futuro ?

Si nota un’assenza di proposte concrete per europeizzare la società. Se proposte serie ci saranno, esse andrebbero ben gestite, per non ricadere nella solita inefficienza sociale, con l’aiuto di attori capaci e ben scelti. Che dovrebbero in buona parte provenire dall’esterno del sistema. Il quale é oramai “terzamondizzato”, cioé é difficilissimo disporre di persone capaci di gestire risorse e servizi di pubblico interesse ad un livello simile a quanto si fa in altri Paesi U.E.. Soprattutto gli emigrati in Paesi avanzati possono dare contributi validi ed efficaci per:
- definire i cambiamenti urgenti, con
l’obiettivo di europeizzare del Paese;
- proporre e gestire gli stessi come si fa in Europa, con efficienza e senza interessi privati o di clan.

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(Allegati saranno inviati su richiesta)
P.S. Il sottoscritto puo’ essere contattato per una presentazione sulle cause primarie dei guai e dei problemi sociali italiani.
antonio greco is offline  
Vecchio 17-06-2004, 22.33.17   #2
neman1
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Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
Ciao, non c'entra con il forum, lo so'...e non vorrei che ti offendessi se ti chiedo: non e' che hai questa visione dell'Italia per il tuo soggiorno (non so se terminato) all'estero? Sai, stando in un paese straniero ci si puo sentire come un pesce fuori acqua, e di conseguenza anche le proprie radici. Comunque, apprezzabile il tuo impegno per venirci a capo. Ciao
neman1 is offline  
Vecchio 18-06-2004, 08.29.07   #3
Giuliano
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Messaggi: 270
Re: Italia, Paese Della U.e., O Paese A Parte ?

Citazione:
Messaggio originale inviato da antonio greco
IL SISTEMA ITALIA
PAESE DELLA U.E. ? O PAESE A PARTE ?

Differenze

Le differenze rispetto alla U.E., notate sia dagli Italiani che viaggiano che dagli Europei che arrivano.

Qualcuno comincia a chiedersi perché:

- riusciamo a fare male (o diciamo di voler fare, ma poi ...), noi i più creativi europei, cose che gli altri Paesi della U.E. sanno fare bene;
- ci muoviamo, in alcune città e regioni o settori, in un pantano di imprevisti o scenari grigi;
- qualche imprenditore considera l’interesse di trasferire la propria attività al di fuori delle nostre frontiere;
- a fronte di numerosi problemi sociali, ben conosciuti da tempo, non si propongono soluzioni. Anzi, meglio non parlare dei vecchi problemi, tanto siamo rassegnati !

Le evoluzioni della seconda metà dell’ultimo secolo hanno messo in evidenza:

- la conquista dei palazzi del potere da parte di politicanti, avvezzi a negoziare, impadronirsi, negoziare, scambiare, condizionare;
- la diffusione nel dopoguerra di abitudini tradizionali una volta confinate nel mezzogiorno nei palazzi del potere;
- col tempo si diffonde nel milieu politico, poi in quello pubblico, l’idea che la carica pubblica o l’elezione non comporta necessariamente un impegno né grandi obblighi inerenti al proprio ruolo.

Colla istituzione della Comunità Europea, le merci cominciano a passare le frontiere e nei Paesi della U.E. inizia la competizione. Produttori di beni e servizi devono fare fronte ad una competizione più accanita e difficile. In tale quadro economico divenuto complesso, i sistemi di produzione e vendita più efficienti emergono. Fra i Paesi della U.E., l’Italia si distingue per alcuni fattori particolari del suo quadro sociale, che hanno un impatto negativo sulla competitività.

Eccoli:
- l’assenza di volontà e capacità organizzative, la diffusione dell’improvvisazione
(causa ed effetto della confusione in aumento), in un mercato sempre più complesso,
creano difficoltà agli imprenditori.
- la difficoltà frequente di realizzare i programmi pubblici che sono stati decisi rende incerto il quadro economico e quello pubblico. Si vive nel nuovo secolo sempre di più alla giornata, i programmi pubblici divengono solo indicativi. Le promesse non si possono mantenere. Gli obbiettivi dichiarati si dimenticano.
- diviene troppo raro il valore “responsabilità del proprio operato”. Si diffonde a macchia d’olio il vecchio (ma una volta nascosto) uso di selezionare la classe dirigente per allacci personali. Il merito e l’esperienza, formalmente in auge, divengono in pratica valori dimenticati. L’unica cosa che conta ormai a inizio secolo: conoscere un VIP potente.

Non sarebbe meglio dire la verità ? Che siamo una società troppo confusa ? Che non sappiamo realizzare cio’ che abbiamo deciso di voler fare ? Per mancanza di coerenza ? O é un commento esagerato ?

La confusione politica non é la causa dei problemi nazionali. Ma la più chiara espressione di una deriva di società. Qualcosa di simile fu scritto da TIME alla scoperta di tangentopoli.

Risultati

Dopo alcuni decenni di diffusione dei nuovi metodi di gestione del potere, si puo’ osservare frequentemente (é la specificità italiana nella U.E.):

- servizi e opere pubbliche sono troppo spesso gestiti senza impegno né motivazione, visto che la carriera dipende sempre più dagli allacci personali;
- la crescente distanza fra gli obiettivi dichiarati prima delle elezioni e i progressi realmente realizzati;
- la sempre meno chiara esistenza delle responsabilità legate al proprio ruolo.

Nei servizi resi al cittadino la qualità si degrada. Poco male, l’Italiano é flessibile, si abitua a tutto, anche al peggio. La sempre più larga diffusione di metodi approssimativi e fumosi fa apparire nel grigiore sociale incoerenze, promesse dimenticate, obiettivi mancati.

Decenni di espansione di inefficienze e fallimenti, accettati, hanno fatto si che nessuno se ne lamenta più. Rassegnazione balcanica. La diffusione della incertezza e inaffidabilità nel tessuto sociale degrada molti settori e appesantisce molte attività economiche. Le quali talvolta divengono meno competitive, senza che ci sia una gran colpa degli imprenditori.

Il fattore prevalente che degrada il sistema Italia ? Forse le diminuite qualità, affidabilità di merci e servizi sono state in molti settori accompagante da un altro tipo di degrado: l’insufficienza di organizzazione, sicurezza, rigore, serietà poteva talvolta essere accettata senza contraccolpi dalla società quando esistevano frontiere e dogane (prima degli anni ’90). Coll’istituzione del mercato europeo la competitività, che é divenuta un must, perde colpi in alcuni settori della nostra economia, per via delle inefficienze e insufficienze. Maggiori le difficoltà di alcuni imprenditori di affrontare il mercato globale, essendo da sempre abituati a sistemi di lavoro e organizzazione ormai fuori dei tempi. Ove invece i loro competitori al di là delle frontiere basano la loro competitività anche su serietà, rigore e capacità organizzative di alto livello.

Se nel mercato nazionale degli anni ’60 una mediocre (o mancante) organizzazione poteva essere accettata, nel complicato villaggio globale di questo secolo si rischia di perdere competitività ogni giorno.

Sarà ora di iniziare la riflessione nazionale ? Anche per evitare che lo stivale, che già scricchiola, si stacchi dalle Alpi per navigare verso il Nordafrica o il Sudamerica.

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr

Il sottoscritto é disponibile per una presentazione delle cause ab ovo dei guai italiani






Parigi, ottobre 03
IL DEGRADO E LE SUE CONSEGUENZE
La società oggi.
Le trasformazioni italiane recenti, sono di tre tipi :
- divaricazione dall’Europa;
- evoluzioni negative dei rapporti sociali;
- eliminazione di valori.
Queste tre evoluzioni (indicate in dettaglio negli allegati), sono state rapide negli ultimi venti anni. Il risultato é lo scenario sociale attuale in Italia, cosi riassumibile:
- in alcuni settori della economia gli
imprenditori perdono competitività;
- alcuni settori della società cominciano a bloccarsi;
- gli imprenditori divengono talvolta
inaffidabili, non per propria scelta ma perché operano in in sistema arrugginito, fangoso, senza certezze.
Fra i tanti aspetti della degradazione in corso, qualcuno é qui sotto riportato, a titolo esemplificativo:
- aumento della confusione nei rapporti
col sistema pubblico;
- aumentata incapacità di risolvere
problemi,divenuti endemici, nel quadro sociale;
- estensione della corruzione a tutti i
settori, persino in quello del calcio;
- diminuita capacità e motivazione dei
gestori del pubblico di rispondere ai bisogni della società e gestire efficacemente le risorse (vedi allegato “E la Barca va”). Un esempio: la criminalità non é più controllabile né perseguibile con efficacia.
Questi diversi aspetti di una realtà che potremmo chiamare “il disarmo dello stivale” indicano la complessità di una società senza un futuro certo. Essi sono legati ad un deragliamento dei valori fondamentali della società.
Tale deragliamento fa si che:
- i peggiori personaggi prendano il potere e lo gesticano prioritariamente nel proprio interesse;
- i cittadini si abituino al peggio ed
abbassino la guardia dei comportamenti accettabili, fino al livello del terreno; talvolta fino al livello delle fogne; ogni sopraffazione é accettata senza sorpresa, non ci sono più limiti;
- gli stessi, in largo numero, hanno
imparato ad occuparsi del “particolare”, rassegnati al degrado dello stivale (il grigio suo futuro non li spinge a rimboccarsi le maniche per ricostruire).

Quale futuro ?

Si nota un’assenza di proposte concrete per europeizzare la società. Se proposte serie ci saranno, esse andrebbero ben gestite, per non ricadere nella solita inefficienza sociale, con l’aiuto di attori capaci e ben scelti. Che dovrebbero in buona parte provenire dall’esterno del sistema. Il quale é oramai “terzamondizzato”, cioé é difficilissimo disporre di persone capaci di gestire risorse e servizi di pubblico interesse ad un livello simile a quanto si fa in altri Paesi U.E.. Soprattutto gli emigrati in Paesi avanzati possono dare contributi validi ed efficaci per:
- definire i cambiamenti urgenti, con
l’obiettivo di europeizzare del Paese;
- proporre e gestire gli stessi come si fa in Europa, con efficienza e senza interessi privati o di clan.

Antonio Greco
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Aggiungerei l'anomalia di concetrazione del potere dell'informazione nella societa' detta appunto dell'informazione,successiva a quella detta industriale,in mano a chi ha anche uno straordinario potere politico,aggiungerei una televisione terribilmente scadente che tende a impoverire e anche a degradare intellettualmente lo spettatore

aggiungerei una scuola che allo stato dei fatti e' scadente e demotivata negli insegnanti , una Universita' che e' agli ultimissimi posti nella ricerca

aggiungerei il fenomeno di inetere parti di territorio nazionale dove praticamente lo Stato ha abdicato a vantaggio di altri poteri illegali e criminosi

aggiungerei anche la diffusa italica presunzione che con il nostro presunto genio riusciremo comunque a cavarcela , con un colpo di tacco alla Totti , dopo aver magari sputato in faccia a qualche difensore della legalita' e della giustizia

Saluti
Giuliano is offline  
Vecchio 18-06-2004, 11.52.47   #4
antonio greco
L' Emigrato
 
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Messaggi: 637
RISPONDOP AL PRECEDENTE

D' accordo con tutto quanto hai detto, mio caro.

Fa tutto parte della deriva di cultura e comportamenti. Se non facciamo un' analisi delle cause ab ovo, non si sarà speranza !


EMIGRAZIONE E BUCHI NELL’ACQUA


Tanti emigrati italiani, in tutti i continenti. Molti hanno facilmente avuto successo in un altro Paese, sono apprezzati, ammirati. Fra di essi tanti, prima di emigrare, avevano fatto un buco nell’acqua in Italia. Ne cito solo uno, conosciuto da tutti: Gugliemo Marconi fu costretto a brevettare la sua invenzione nel Regno Unito.

Chi volesse sapere perché la stessa cosa si ripete da tanto e per tanti individui, cerchi prima la risposta ad un’altra domanda: “quali le differenze fra Italia e il resto della U.E. ?” Cosi capirà anche per quali motivi l’economia italiana ha (e avrà) enormi difficoltà a decollare.

Si sente qualcuno lamentarsi della diminuzione del potere d’ acquisto. D’ altra parte negli ultimi anni sembrano aumentate inefficienze e giri a vuoto. Forse non si pensa l’ ovvio: che le inefficienze in aumento, se sono troppe, hanno dato una mano a far peggiorare l’ economia, ad abbassare il potere di acquisto. Perché tutto cio’ succede, in U.E., solo nello Stivale ?

Avrete certo la vostra risposta, ma se foste interessati a conoscere la mia (un’inchiesta a largo raggio per otto anni), cercatela nelle Lettere dall’ Europa, su:

http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)
www.italianiestero.antoniodipi etro.it (nelle rubriche: “Forum” e “Lettere e Faq”)

Si tratta delle lettere di Antonio Greco. Il quale ha lavorato in giro per l’ Europa per trenta anni e vive in Francia da venti anni.


Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
Tel. +331-42.04.20.81

(disponibile per fare una presentazione, vista dall’ Europa, delle cause dei guai sociali italiani)
antonio greco is offline  

 



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