Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Cultura e Società
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali


Vecchio 17-03-2005, 12.03.14   #1
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
il mito dello sviluppo,il mito del progresso

Un Modello Globale
Di Paolo Miscia

Il nostro modello (quello che riteniamo di dover esportare) si basa sul consumo fine a se stesso, slegato dal bisogno e sempre più generato solo dal desiderio, dall'impulso, dalla noia. Consumiamo e basta, senza neppure interrogarci sull'utilità del nostro gesto, su quanto effetivamente ci farà stare meglio. Tra il tempo che ci vuole a guadagnar soldi e quello che impieghiamo a spenderli, ne resta ben poco per dettagli quali la procreazione, l'amore, l'amicizia, la solidarietà.

Nella nostra foga di sviluppo travolgiamo interi continenti, sconvolgendo dinamiche demografiche e sociali che garantivano l'equilibrio da migliaia di anni. In Africa, prima della colonizzazione, non si soffriva la fame: il 100% del fabbisogno alimentare era soddisfatto dai prodotti locali. Ora la produzione è in mano ai grandi latifondisti, che preferiscono vendere sul "mercato internazionale" piuttosto che all'interno. E'la logica del denaro, che mette la valuta forte, prima dell'uomo. Il risultato è che i due terzi della produzione mondiale di cereali sono destinati all'alimentazione DEGLI ANIMALI dei paesi ricchi - e, ora sì, si muore di fame.
Invece di provare vergogna, ci vantiamo di averli aiutati a muovere i "primi passi" sula strada del progresso. Invece di pensare a ritirarci, ci convinciamo che la soluzione sarebbe prenderci carico in modo ancor più diretto delle loro decisioni, suggerendo che il modello (perfetto) non funziona perchè loro non lo sanno applicare, o sono corrotti, o non sono adatti. Ma ciò che è peggio è che se invece riuscissero a replicare la nostra accelerazione, si troverebbero in un vicolo cieco: il pianeta non può sostenere un "Nord" di sei miliardi di persone. Il viaggio sarà lungo e - a proposito - la stazione d'arrivo non esiste...
Giuliano is offline  
Vecchio 17-03-2005, 15.13.52   #2
oizirbaf
Ospite abituale
 
 
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
Re: il mito dello sviluppo,il mito del progresso

Citazione:
Messaggio originale inviato da Giuliano
Un Modello Globale
Di Paolo Miscia

Il nostro modello (quello che riteniamo di dover esportare) si basa sul consumo fine a se stesso, slegato dal bisogno e sempre più generato solo dal desiderio, dall'impulso, dalla noia. Consumiamo e basta, senza neppure interrogarci sull'utilità del nostro gesto, su quanto effetivamente ci farà stare meglio. Tra il tempo che ci vuole a guadagnar soldi e quello che impieghiamo a spenderli, ne resta ben poco per dettagli quali la procreazione, l'amore, l'amicizia, la solidarietà.

Nella nostra foga di sviluppo travolgiamo interi continenti, sconvolgendo dinamiche demografiche e sociali che garantivano l'equilibrio da migliaia di anni. In Africa, prima della colonizzazione, non si soffriva la fame: il 100% del fabbisogno alimentare era soddisfatto dai prodotti locali. Ora la produzione è in mano ai grandi latifondisti, che preferiscono vendere sul "mercato internazionale" piuttosto che all'interno. E'la logica del denaro, che mette la valuta forte, prima dell'uomo. Il risultato è che i due terzi della produzione mondiale di cereali sono destinati all'alimentazione DEGLI ANIMALI dei paesi ricchi - e, ora sì, si muore di fame.
Invece di provare vergogna, ci vantiamo di averli aiutati a muovere i "primi passi" sula strada del progresso. Invece di pensare a ritirarci, ci convinciamo che la soluzione sarebbe prenderci carico in modo ancor più diretto delle loro decisioni, suggerendo che il modello (perfetto) non funziona perchè loro non lo sanno applicare, o sono corrotti, o non sono adatti. Ma ciò che è peggio è che se invece riuscissero a replicare la nostra accelerazione, si troverebbero in un vicolo cieco: il pianeta non può sostenere un "Nord" di sei miliardi di persone. Il viaggio sarà lungo e - a proposito - la stazione d'arrivo non esiste...

... complimenti Giuliano! Hai fatto leggere agli amici del forum considerazioni che molti tendono a rimuovere. Posso confermare che alcuni anziani del villaggio di Nanoro a nord di Ouagadougou mi dicevano proprio che le loro condizioni di vita sono peggiorate quando gli occidentali hanno introdotto la monocultura in quei terreni poveri del Sahel: dato che è l'Occidente che stabilisce poi i prezzi, la loro vita ne è stata stravolta.
oizirbaf is offline  
Vecchio 18-03-2005, 10.20.09   #3
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
Ciao Oizirbaf,
non vorrei essere in quella gente con cui hai parlato,non tanto negli anziani quanto nei loro figli,poveri cristi...vivere nel Sahel sara' sempre piu' difficile,come tu hai ben capito

voglio trasmettere l'opinione di gente difficilmente contestabile:

lo dico per gli altri del forum che leggessero, tutto quello che segue non e' certo colpa della gente di Nanoro,ne' dei Masai col loro bestiame e nemmeno di nessuno dei "popoli della natura" come li chiamano giustamente i tedeschi

""Siamo diventati agenti geologici,capaci di influenzare i processi che determinano il clima",afferma il climatologo George Philander.E' praticamente certo che l'attivita' umana abbia causati buona parte del riscaldamento del secolo scorso,come ha stabilito nel 2001 un fondamentale rapporto dell'International Panel on Climate Change (Ipcc) della Nazioni Unite"

National Geographic-Settembre 2004


"Sono dieci anni che dirigo questa rivista , e ormai so quali articoli scateneranno un'ondata di critiche da parte dei lettori.Ogni volta che pubblichiamo una storia che mette in discussione le opinioni piu' diffuse e radicate,alcuni lettori ci scrivono indignati.Bah,ci risiamo.Ben 74 pagine di questo numero sono dedicate ai cambiamenti globali del clima , e sono pronto a scommettere che riceveremo missive da persone che non credono che il clima stia cambiando o che l'uomo contribuisca al problema.Qualcuno decidera' di disdire l'abbonamento alla rivista.Perche' dunque pubblicare questi articoli?Semplice.Perche' il problema e' troppo importante per far finta di niente.Dall'Antartide all'Alaska,al Bangladesh,la tendenza al riscaldamento globale sta modificando l'habitat,con ripercussioni gravi sugli ecosistemi e sull'economia.(...)E' questo il tema piu' importante della geografia del nostro secolo.Se qualcuno cancella l'abbonamento,pazienza.Ma se non pubblicassi questa storia non riuscirei piu' a guardarmi allo specchio senza provare un profondo senso di vergogna"

William Allen -National Geographic ,Settembre 2004-Direttore della rivista


"L'innalzamento della temperatura provoca inevitabilmente un aumento di volume di volume degli oceani per dilatazione; a questo,si aggiunge il massiccio apporto di acqua dolce derivante dalla fusione dei ghiacciai.(...)Mai in passato,un numero cosi grande di esseri umani ha abitato vicino alla costa(...).Enormi centri urbani in cui la popolazione e' concentrata presso pianure costiere o delta fluviali (Shangai,Bangkok,Giacarta,Toki o e New York) sono a rischio.L'impatto economico e umanitario previsto per paesi a quota molto bassa,densamente popolati e diperatamente poveri come il Bangladesh e' potenzialmente catastrofico.(...)Non solo la possibilita' che l'acqua salata penetri nelle falde acquifere minaccia l'approvvigionamento di acqua potabile e mette a rischio le coltivazioni.Nel Delta del Nilo,la principale regione agricole dell'Egitto,un'erosione diffusa e la contaminazione con acqua salata sarebbero disastrose:il Paese non possiede quasi altro terreno coltivabile."

Dall'articolo "Segnali dalla Terra" sui cambiamenti globali del clima-National Geographic ,Settembre 2004


Ciao
Giuliano is offline  
Vecchio 18-03-2005, 11.08.11   #4
dani62
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 26-11-2004
Messaggi: 245
Giuli, parte gli inutili sensi di colpa, cosa posso fare?
dani62 is offline  
Vecchio 18-03-2005, 16.40.38   #5
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
eh,questa e' una bella domanda,anzi forse e' la domanda fondamentale,che fare?
bisogna essere realisti,e dire che puo' essere un processo non reversibile almeno quello puramente climatico,ma puo' esserlo anche quello economico-politico

che costo avrebbe ,ammesso che le elites mondiali lo decidessero,la trasformazione del modello di sviluppo?
le industrie basate sul vecchio modello e l'occupazione connessa che fine farebbero?
e tutto il loro immenso indotto?


comunque a livello globale sarebbe solo una , mettere tutte le nostre fottute armi da parte,e cercar di puntare tutto in primis
nel campo energetico,sullo sviluppo della tecnologia di sfruttamento delle energie pulite,sfruttamento tecnicamente possibile,abbandonando piu' velocemente possibile i combustibili fossili
Cina India e Occidente tutto,con una strategia comune
lo so,sembra una favola,e purtroppo potrebbe esserlo

le industrie,tutti i mezzi,tutti i vettori a combustibile tradizionale diventerebbero rapidamente obsoleti,e non riesco a immaginare il costo per riuscire a convertirli

difficile da immaginare anche l'entita' delle resistenze politiche a tutto questo

che dire,che fare
chissa',puo' essere che possiamo solo preparaci personalmente ad un mondo che sara' sempre piu' diviso in pochi molto ricchi e gente sempre piu' povera,la stragrande maggioranza.
E tra questi sara' piu' povero chi dovra' acquistare molta energia fossile o elettrica , chi dovra' acquistare alimenti in mercati delle grosse citta',chi si dovra' spostare in auto per lunghi tratti ogni giorno,chi dovra' comprare acqua potabile

e' bene avere coscienza di come stanno le cose,anche per fare le scelte giuste per noi e per i nostri figli
compriamoci impianti di pannelli elettrovoltaici per le nostre abitazioni,mettiamo stufe a legna o a pellet di legna,facciamo studiare i nostri figli qualcosa che sia "commerciabile" anche all'estero,perche' probabilmente l'Italia reggera' sempre meno il confronto con gli altri paesi

dimentichiamoci delle Jacuzzi che sembravano a portata negli anni 80 anche della middle class,consuma troppo,acquistiamo auto ,se ce ne sono ancora,che durino molto,con meno optional possibili,che sono i primi a guastarsi,perche' il mercato non vuole che durino

abituiamoci a fare altre vacanze,sostenibili per il nostro portafoglio e per l'ambiente

se abbiamo possibilita' di coltivarci l'orto,teniamone di ben conto

se possibile allontaniamoci dai grandi centri,e' li che arriveranno piu' disperati che altrove
perche' ci stiamo sudamericanizzando
abbiamo pure gia' il nostro"Peron di plastica"

aspettiamoci che le nostre pensioni saranno misera cosa come potere d'acquisto,"alleamoci" con amici nostri coetanei,quando sara' tempo, per poi affrontare i disagi dell'eta',c'e' chi pensa gia' a delle comunita' solidali

speriamo che l' Eni,come da notizia sul Corriere,acquisti davvero la Unocal americana,e non l'acquistino i cinesi,nostri concorrenti

a livello generale,votiamo chi ascolta chi vuole uno sviluppo sostenibile e vi investe, cerca di mantenere uno stato sociale,investe nella ricerca,nell'istruzione di qualita' ,chi non si allea con i bushisti,quelli comunque della torta energetica non ne lasceranno nemmeno le briciole

chissa' a livello planetario alla fine ce ne potremmo anche render conto che cosi' non va , ma intanto....

ah,poi non pensiamo che noi occidentali siamo cosi' meglio degli altri,tutto questo l'abbiamo inventato noi

Saluti
Giuliano is offline  
Vecchio 28-03-2005, 18.46.48   #6
Giuliano
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-12-2003
Messaggi: 270
Speranza soprattutto dalla Cina

http://www.greenpeace.it/clima/displaynews.php?ID=18


BONN 2004: NIENTE DA DICHIARARE

[ 04/06/2004 ] - Si e' conclusa oggi la conferenza internazionale sulle energie rinnovabili di Bonn. Le conclusioni mostrano come, volenti o nolenti, i paesi di tutto il mondo dovranno convertire il loro sistema energetico verso un modello basato sullerinnovabili come fonte principale a partire dal 2050.

La Cina ha rappresentato forse il paese piu' impegnato sotto questo fronte, adottando tra l'altro le linee guida illustrate nel rapporto Wind Force 12 (Vento Forza 12), redatto da Greenpeace e dall'Associazione Europea per l'Energia Eolica (EWEA). Le Filippine e l'Egitto hanno adottato forti misure nazionali per la spinta delle rinnovabili e Spagna e Danimarca hanno seguito l'esempio, cosi' come il paese ospite della conferenza, la Germania.

Purtroppo, pero', gran parte dei paesi industrializzati ha fallito l'obiettivo, non modificando, se non di poco, le cifre dei finanziamenti riservati al settore delle energie pulite. L'Italia, come molti altri paesi industrializzati, ha presentato un pacchetto di proposte contenente unicamente misure gia' esistenti o progetti pilota di dubbia efficacia, alimentando unicamente confusione e non contribuendo attivamente alla definizione di una struttura di mercato che sia orientata allo sviluppo di fonti pulite, prive di carichi ambientali ed economici ai danni della collettivita'.

Bonn ha mostrato che le rinnovabili stanno per diventare la principale fonte di approvvigionamento energetico mondiale, con l'appoggio della societa' civile, del mondo imprenditoriale, dei consumatori e dei sindacati. Sfortunatamente, gran parte delle industrie in rapida crescita nel settore sono state il risultato di politiche di una manciata di paesi. Oggi la lista si espande, ma non velocemente quanto dovrebbe.

La maggior parte dei governi ha riconoscito che l'energia rinnovaile e' l'unica strada per prevenire pericolosi cambiamenti climatici, ma non hanno ancora mostrato l'intenzione per dare al settore la richiesta struttura regolamentativa, politica e fiscale.
Giuliano is offline  
Vecchio 29-03-2005, 09.45.14   #7
dani62
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 26-11-2004
Messaggi: 245
Citazione:
Messaggio originale inviato da Giuliano
eh,questa e' una bella domanda,anzi forse e' la domanda fondamentale,che fare?
bisogna essere realisti,e dire che puo' essere un processo non reversibile almeno quello puramente climatico,ma puo' esserlo anche quello economico-politico

che costo avrebbe ,ammesso che le elites mondiali lo decidessero,la trasformazione del modello di sviluppo?
le industrie basate sul vecchio modello e l'occupazione connessa che fine farebbero?
e tutto il loro immenso indotto?


comunque a livello globale sarebbe solo una , mettere tutte le nostre fottute armi da parte,e cercar di puntare tutto in primis
nel campo energetico,sullo sviluppo della tecnologia di sfruttamento delle energie pulite,sfruttamento tecnicamente possibile,abbandonando piu' velocemente possibile i combustibili fossili
Cina India e Occidente tutto,con una strategia comune
lo so,sembra una favola,e purtroppo potrebbe esserlo

le industrie,tutti i mezzi,tutti i vettori a combustibile tradizionale diventerebbero rapidamente obsoleti,e non riesco a immaginare il costo per riuscire a convertirli

difficile da immaginare anche l'entita' delle resistenze politiche a tutto questo

che dire,che fare
chissa',puo' essere che possiamo solo preparaci personalmente ad un mondo che sara' sempre piu' diviso in pochi molto ricchi e gente sempre piu' povera,la stragrande maggioranza.
E tra questi sara' piu' povero chi dovra' acquistare molta energia fossile o elettrica , chi dovra' acquistare alimenti in mercati delle grosse citta',chi si dovra' spostare in auto per lunghi tratti ogni giorno,chi dovra' comprare acqua potabile

e' bene avere coscienza di come stanno le cose,anche per fare le scelte giuste per noi e per i nostri figli
compriamoci impianti di pannelli elettrovoltaici per le nostre abitazioni,mettiamo stufe a legna o a pellet di legna,facciamo studiare i nostri figli qualcosa che sia "commerciabile" anche all'estero,perche' probabilmente l'Italia reggera' sempre meno il confronto con gli altri paesi

dimentichiamoci delle Jacuzzi che sembravano a portata negli anni 80 anche della middle class,consuma troppo,acquistiamo auto ,se ce ne sono ancora,che durino molto,con meno optional possibili,che sono i primi a guastarsi,perche' il mercato non vuole che durino

abituiamoci a fare altre vacanze,sostenibili per il nostro portafoglio e per l'ambiente

se abbiamo possibilita' di coltivarci l'orto,teniamone di ben conto

se possibile allontaniamoci dai grandi centri,e' li che arriveranno piu' disperati che altrove
perche' ci stiamo sudamericanizzando
abbiamo pure gia' il nostro"Peron di plastica"

aspettiamoci che le nostre pensioni saranno misera cosa come potere d'acquisto,"alleamoci" con amici nostri coetanei,quando sara' tempo, per poi affrontare i disagi dell'eta',c'e' chi pensa gia' a delle comunita' solidali

speriamo che l' Eni,come da notizia sul Corriere,acquisti davvero la Unocal americana,e non l'acquistino i cinesi,nostri concorrenti

a livello generale,votiamo chi ascolta chi vuole uno sviluppo sostenibile e vi investe, cerca di mantenere uno stato sociale,investe nella ricerca,nell'istruzione di qualita' ,chi non si allea con i bushisti,quelli comunque della torta energetica non ne lasceranno nemmeno le briciole

chissa' a livello planetario alla fine ce ne potremmo anche render conto che cosi' non va , ma intanto....

ah,poi non pensiamo che noi occidentali siamo cosi' meglio degli altri,tutto questo l'abbiamo inventato noi

Saluti

Mi piace il senso pratico e reale della tua risposta...
Grazie...
dani62 is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it