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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 07-08-2005, 14.49.43   #1
VanLag
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Parallelo tra “Vajont e guerra”, inevitabilità delle tragedie e stupidità del genere

Tempo fa ho visto la recita Paolini sulla tragedia del Vajont. Non conoscevo i dettagli e quello che mi ha impressionato maggiormente è stato come tutti sapessero che sarebbe successo e, tranne pochissimi casi isolati, tutti sono rimasti passivi aspettando che quel triste destino si compisse.
Un geologo austriaco aveva addirittura previsto con esattezza matematica, la posizione dove sarebbe avvenuto il crollo della montagna e la massa del materiale che sarebbe precipitata nel lago.

Tanti sapevano, ma di quelli che sapevano tutti sono rimasti a guardare, chi per interessi economici, (i costruttori) e chi per cinico disinteresse, (tanto non mi tocca da vicino).
Ancorché atroce il disinteresse di coloro che non erano coinvolti nella tragedia può essere comprensibile, quello che invece risulta difficilmente comprensibile è il comportamento delle popolazioni locali che, con rassegnata impotenza, sono rimasti ad aspettare il disastro.

Perché parlo di questo? Perché un’uguale stupida rassegnazione mi sembra di coglierla in coloro che sentono incombente una escalation della guerra e non si ribellano.

Sarà che la mia generazione ha ancora impressa nelle cellule l’odore della cordite, della polvere dei palazzi bombardati e caduti, delle grida delle madri, del dolore e della distruzione che ogni guerra porta con se, ma credo che occorra fare tutto quanto in nostro potere, (tranne scatenare una guerra), per scongiurare che il destino ci riservi ancora quelle esperienze.

Credo che occorra farlo, sia isolando il pensiero di chi con troppa facilità ci spinge all’intervento, ritenendo che tanto siamo i più forti, sia appianando i conflitti coi nostri nemici, anche se questo può costare qualche sacrificio. E’ meglio essere un po’ più poveri ma vivi, che ricchi ma morti, o ex ricchi che hanno perso tutto.

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Vecchio 07-08-2005, 15.28.38   #2
indigesto
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Per VanLang..........

Purtroppo vedo inutile il tuo messaggio d'amore e concordia , ne siamo tutti impregnati e ormai asuefatti per capire che l'apporto che tu chiedi come risultato non va più in la della punta del nostro naso . La prudenza da te invocata è come quella che pratichi andando in auto , inutile perchè sono gli altri che ti investono e ti fanno morire. La crudeltà è diffusa e la si può praticare in mille modi. Credimi "mors tua vita mea" sono sempre più di attualità e presto giungerà il giorno che fette di umanità scompariranno dalla Terra!!. Le leggi della natura prima o poi prevarranno sulle nostre , il cannibalismo ristabilirà i diritti alla sopravvivenza dei più forti e già oggi nel menefreghismo in cui sguazziamo i tuoi spunti di lodevole umanismo non fanno ne caldo ne freddo , insomma a parole ti si dice "bravo" ma nei fatti ognuno per sè e se c'è , DIO per tutti!!. Indigesto.
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Vecchio 07-08-2005, 18.43.08   #3
Mr. Bean
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effettivamente quella del Vajont è una delle pagine buie della nostra storia. Non l'unica. Purtroppo la stupidità umana non avrà mai fine, almeno fino a quando non si inizierà veramente a mettere il proprio tornaconto al servizio degli altri e non viceversa.
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Vecchio 07-08-2005, 20.58.55   #4
VanLag
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Re: Parallelo tra “Vajont e guerra”, inevitabilità delle tragedie e stupidità del genere

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Un geologo austriaco aveva addirittura previsto con esattezza matematica, la posizione dove sarebbe avvenuto il crollo della montagna e la massa del materiale che sarebbe precipitata nel lago.
La mia memoria latita, ma mi sono documentato. Il geologo si chiamava Leopold Muller, la sua previsione, (mandata in rapporti ufficiali), era di una frana di circa 200 milioni di metri cubi. In verità sbagliò di un quinto in quanto la frana fu di 260 milioni di metri cubi. Lui sbagliò di un quinto, gli altri dissero che non sarebbe caduta.

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Vecchio 20-08-2005, 22.51.58   #5
antonio greco
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PAGINE BUIE DEL BEL PAESE ....

Il Vajont non é l' unica pagina buia italiana.......



E LA BARCA ITALIA VA, MA FA ACQUA, ACQUA DA TUTTE LE PARTI
( Un equipaggio che non sa navigare)

L`aria, in Italia, é pesante. Per rendersene conto, stare un anno fuori e poi tornare. Allora si respira pesante, si cammina su terreno fangoso. E fangosa quella terra ove diventa complessa, difficile, un`azione che nel resto dell’Europa é ovvia, immediata, senza storia. In Italia invece essa puo avere una storia negativa, puo’ effettuarsi solo in tempi lunghi, o con estrema difficoltà, o con l`intervento di un padrino.

E pesante l`aria di quel Paese ove persino persone dotate di qualità eccelse stentano a emergere, a portare a termine le proprie iniziative. Ove invece le stesse persone, andando in un altro Paese europeo, di latitudine poco piu alta, emergono senza problemi, hanno successo.

In gennaio ‘98 il procuratore generale segnala che la giustizia italiana non é proprio a livelli europei. Il direttore delle F.S. ha detto poco prima qualcosa di simile delle ferrovie. In luglio ’99 il magistrato capo del pool Mani Pulite denunzia il rischio che una buona metà delle inchieste su tangentopoli cada in prescrizione, in quanto ….”la giustizia non funziona. E spiacevole, aggiunge, poiché sarebbe un segno di impunità”.. Altri responsabili di grosse strutture pubbliche italiane, nel fare paragoni cogli altri Paesi dell’Unione, potrebbero arrivare a conclusioni fallimentari di simile tipo. Non sarebbe sorprendente.

E la barca Italia va, continua a navigare, ma fa acqua da tutte le parti.

Le ultime eclatanti notizie confermano quello che sapevamo: il Paese non funziona. Se uno degli uomini chiave del vecchio centrosinistra si rifugio’ in Tunisia per sfuggire alla giustizia, se un ex-premier é stato indagato per complicità con la mafia, allora non si possono aver dubbi: il sistema Italia ha i piedi d’argilla e rischia il sottosviluppo.

Guardando fuori dalle frontiere, dove ti volti, vedi qualcosa che gli altri sanno fare, e noi no. O meglio, fingiamo di fare la stessa cosa, o proviamo a farla. O diciamo di volerla fare. Ma poi succede che ci fermiamo a metà strada. O che abbiamo un risultato che non é paragonabile a quello ottenuto negli altri Paesi dell’Unione, ma lo é a quello ottenibile in un Paese del Nord-Africa.

I media hanno parlato recentemente di due fra i tanti ospedali in sofferenza. Sigilli al Policlinico di Roma nel ’97, a seguito di un’infezione diffusa. Inoltre le notizie di luglio ’99 dallo stesso ospedale dicono: perquisite dai carabinieri le sale operatorie. Immodizia, ferri arrugginiti, provette sporche. Undici bimbi infettati da un piccolo germe, il quale si é preso il compito (due volte in 24 mesi, o forse erano due germi diversi ?) di mostrare a tutti che il grosso ospedale universitario é sporco e mal gestito. Cosa che chi lavora in esso sa da anni, ma finge di non sapere, per non essere danneggiato da un sistema mafioso che gestisce personale e risorse in base ai proprii interessi.

IL Caldarelli, cuore dolente della sanità partenopea, non va meglio. Per cui la marcia della salute, organizzata da un partito, si chiude davanti ai suoi cancelli. Bindi, ministro della Sanità, dichiara: “…Il problema é comune alle grandi strutture. Al Caldarelli mancano le camere sterili, a Firenze chiudono le sale operatorie del Careggi, a Pesaro muoiono dieci persone. Realtà diverse, accomunate da un’emergenza.” Solo dieci mesi prima lo stesso ministro, con faccia tosta (o per ignoranza ?), aveva sostenuto nel talk-show “Porta a porta” che la Sanità italiana é al livello di quella degli altri Paesi sviluppati d’Europa !…… Ma la serietà dei politici italiani é ormai conosciuta in Europa !

Nel tratto Parigi-Roma dormire in cuccetta puo’ portare a strani confronti. Se il vagone cuccette é francese, il condizionamento é in funzione. Se la carrozza é italiana, una volta su cinque il viaggio (in inverno) sembra fatto in Siberia. In estate sembra fatto in Africa. La differenza: in Francia una carrozza che ne ha bisogno, va in manutenzione. In Italia viaggia. C’é da soprendersi del numero di incindenti ferroviari in Italia ?

Le condizioni di costruzione dell’Eurotunnel (Parigi-Londra) e del passante ferroviario Milano-aeroporto sono state elencate da Radice sul Corriere della Sera. Eurotunnel, 50 km, il passante milanese 10.5 km. Eurotunnel, 380 miliardi/km, il passante 571 miliardi/km. Eurotunnel finito in 7 anni, il passante milanese non finito in 17 anni.

Da La Repubblica (27-1-99), contenente un articolo intitolato Bassa Velocità : « Sui lavori lungo la direttrice Milano-Napoli emerge una realtà sconcertante : uno spaccato di una commedia dell’assurdo, un’inestricabile matassa di contraddizioni ed errori della quale sarà impossibile venire a capo. Cominciando dall’elemento macroscpico dei ritardi e dei rinvii …..tra un progetto bocciato e un cantiere contestato, la data di apertura dell’intera tratta é fissata al 2006. E un gap incolmabile rispetto agli standards degli altri Paesi Europei. »
« L’altro intoppo riguarda invece Napoli. La stazione terminale dei convogli ad alta velocità non sarà quella di Napoli, ma un apposito scalo ad Afragola. Un interscambio, ove i passeggeri dovranno cambiare treno per arrivare a destinazione. » Un modo come un’altro per vanificar’e il riparmio di tempo conseguito ! L’articolo conclude : « Poca Europa in tutto questo».

Panorama,nel novembre 99, tenta di ripôndere alla domanda: “Di chi la colpa del caos dei trasporti ?”con qualche rilevamento. “I tempi medi di realizzazione delle grandi infrastutture restano dalle tre alle cinque volte superiori a quelli europei. Per la direttissima ferroviaria Roma-Firenze ci sono voluti più di 30 anni. Qualsiasi persona di buon senso sa che , per liberare le strade, le merci dovrebbero viaggiarre in mare e su treno. Ma la % di merci trasportatat sui vagoni F.S. rimane inferiore al 15%.”
Le Ferrovie dello Stato hanno ammesso (lettera al Corriere del 1-11-99): “Il quadruplicamento degli assi Nord-Sud e Est-Ovest e il potenziamento dei nodi fondamentali, partiti 20 anni fa, subiscono ritardi a causa delle interrminabili procedure amministrative.”

L’indagine ISTAT sulle università (Il Corriere, 5-11-99) mette in rilievio l’alto tasso di insuccesso che non ha eguali negli altri Paesi evoluti: solo il 40 % degli iscritti raggiunge il traguardo della laurea. Inoltre, nel ’98, l’esercito dei fuori corso nelle università supera l’88 % del totale iscritti.

C’é da chiedersi come mai l’Italia sia in Europa e non in Africa !

Le Poste Italiane hanno da decenni il primato europeo per la lentezza della consegna, per la lunghezza delle code agli sportelli e per l’inaffidabilità dei servizi. Nel luglio ’99 la proposta del ministro Piazza per l’abolizione della coda agli sportelli: un coacervo di buone intenzioni, indice del livello della maturità civile italiana. In un’altro Paese il problema dalla coda si sarebbe risolto senza impegnare il parlamento, in modo più semplice: rilevamento delle cause del problema e realizzazione pratica dei correttivi necessarii ad eliminarlo. In Italia si propone una legge. La commedia dell’arte é italiana !

Sergio Bocca afferma : « Ferrovie e crimininalità. Non passa giorno o settimana senza morti o ammazzati dalla malavita organizzata o senza treni che deragliano e locomotive che s’incendiano….. Al ministro dell’interno va bene che esista una non piccola provincia italiana, la Aspromontana, in cui lo stato in cento anni non ha mai trovato uno dei sequestrati della ‘ndrangheta. ».

Nelle riunioni internazionali ove vengono discussi e definiti gli standards di trasmissione per le telecomunicazioni, o dei collegamenti internazionali, o per la costruzione di apparecchi industriali, i rappresentanti degli altri Paesi dell’Unione Europea proteggono gli interessi delle proporie economie. I rappresentanti italiani raramente ci provano, se lo fanno rischiano brutte figure.

Nel 2002 la sorpresa di Marino, re dei trapianti. Lui , che nel ’92 era il 1° direttore straniero del centro trapianti governativo USA, nel ‘99 diviene direttore dell’ISMETT di Palermo. Nel 03, stanco di combattere per poter lavorare, sbatte la porta e se ne va a dirigere la divisione trapianti a Philadelphia, dicendo: qui in Italia non posso lavorare, son costretto ad andarmene. Un’altro esempio del pantano italiano.

Vale la pena di ricordare che non c’é nessun Paese dell’Unione Europea che sia al livello italiano, cosi basso, in tutti i settori menzionati ? E quali ne sono i motivi ? E come mai nessuno li ricerca e li scopre ? L’intellighentia italiana dorme, o non esiste ?
Se vogliamo andare a fondo e scoprire le cause del sottosviluppo italiano, non c’é alternativa ad un riesame dei nostri comportamenti. Questa lettera dall’Europa é un piccolo contributo preliminare.

Antonio Greco

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Vecchio 21-08-2005, 00.01.35   #6
indigesto
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Ad Antonio....e altri......

Sono convinto che tra il dire e il fare o l'aver fatto di coloro che tanto si agitano per la tutela degli italiani siano nella realtà in contrasto per gli scarsi risultati ottenuti con le loro esperienze!!. Antonio Greco , ci fai impallidire col tuo catastrofismo , tanto giudichi , tanto analizzi , tanto descrimini e disprezzi , ma dicci un po' tu che hai fatto della tua vita?? per arrogarti il diritto di raccontarci la verità con questa tua logorroica contumelia sull'Italia??. Sono convinto che per guarire l'Italia ci vogliano venti anni , tanti quanti per mettere in piedi una nuova società a partire dalle scuole elementari , le bibbie dei giusti come tu ti credi , anche se lodevoli non vanno più in là di adescare qualche annoiato pischerlo di provincia , novello carbonaro in mezzo ad una italianità di traditori e vigliacchi molluschi!!, tali e quali ormai siamo ridotti!!. Indigesto.
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Vecchio 21-08-2005, 09.10.53   #7
antonio greco
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COME ARRIVARE ALLA UTOPIA

Parigi, luglio 05

Perché l’ economia arranca

L’ economia italiana non puo’ riprendersi, nelle presenti condizioni della società. Perché si tratta di una società che non funziona.

La verità mi sembra: non si puo dire che in Italia esistano una vera società ed un patto sociale. Infatti la società italiana é una grossa struttura (che viene persino chiamata “Democrazia”), con i piedi di argilla. I N.C.I (nuovi comportamenti italiani) hanno mutato in argilla i piedi, che invece avevano bisogno di una buona e lunga fisioterapia.

IL SUCCO DEL PROBLEMA


Gli Italiani viaggiano, poi scrivono lettere che si leggono su diverse rubriche online.

Vedo aumentare il numero di lettere che chiedono:

- una bella cosa, vista in Xlandia, sarebbe possibile vederla in Italia ?
- perché da noi non succede xyz, quando in Ylandia la stessa cosa é facile e piacevole?

Risponderei cosi: il Paese ha avuto negli ultimi anni tante trasformazioni. Ma i fondamenti del sistema Italia sono tali da incoraggiare le trasformazioni negative e scoraggiare quelle positive. L’adattabilità italiana e l’abbassamento del livello di guardia (dei comportamenti accettabili) hanno fatto il resto.

Negli ultimi decenni parecchie evoluzioni della società italiana sono state negative. Ed accelerate. Abbiamo messo al bando quegli strumenti che permettono in altri Paesi lo sviluppo. Li abbiamo sostituiti con nuovi strumenti che, oltre ad ostacolare lo sviluppo, accelerano il degrado. Tutto cio’ é successo per una serie di ragioni concomitanti che é possibile individuare. Soprattutto se avessimo una capacità di riflessione, di paragone , di analisi. Tutte cose un po’rare nel Paese ove la caratteristica più comune é la confusione.

Ad un emigrato, che vive in un paese serio, che convive con situazioni e parametri normali, é possibile trovare le ragioni di un cosi rapido degrado, specie se la lunghezza della indagine (circa dieci anni) e il gran numero di paragoni gli hanno aperto gli occhi. Lo ha potuto fare, avendo avuto un’attività in un quadro internazionale ed essendo stato spinto a viaggiare tutta Europa per più di venti anni.

Non serve scovare la causa del non funzionamento di un paio di servizi nazionali e fermarsi li. Bisogna andare oltre, capire perché non sappiamo gestire un Paese che, per voler competere, dovrebbe essere moderno non solo nei meccanismi strutturali, ma anche nei comportamenti. Un Paese che non applica la costituzione e le leggi nei riguardi di tutti. Un Paese che tende alla lottizzazione, invece di mettere in moto le carote e far funzionare le leggi (1) col bastone.

Per sviare un’opinione diffusa sulle colpe della sola politica, una frase pubblicata da TIME alla scoperta di Tangentopoli: “Gli Italiani scoprono con rabbia di essere stati governati da una banda di lestofanti, i quali hanno gestito Tangentopoli. Non sanno che la gestione del potere politico, invischiato in Tangentopoli, é la migliore espressione della mentalità italiana di oggi”.

QUALI LE PROSPETTIVE ?

Due evoluzioni mi sembrano possibili:

a) attiviamo le riflessioni necessarie (con un gruppo di esperti e la testimonianza di emigrati, lontano dalle scene politico-demagogiche) per individuare obiettivamente le cause del degrado sociale ed economico.
Cio’ permetterà di identificare le misure, anche educative, in grado di fare evolvere il sistema Italia semibloccato in sistema positivo (sono positivi, cioé non bloccano ma supportano l’economia, i sistemi di molti Paesi della U.E.). Un dibattito nazionale permetterà poi alla società di capire chi vuole il progresso sociale e chi invece lo ostacola per aumentare poteri nascosti. Si indidueranno le leve, le alleanze e le promozioni necessarie ad applicare le misure urgentiad europeizzare il Paese. Cio’ implica coraggio e determinazione, abbastanza rari nella rassegnata Italia di oggi. Il trend cambierebbe, dopo un paio d’anni si vedrebbero i primi risultati sull’economia. Negli anni successivi gli impatti sulla competitività sarebbero forti e positivi.
b) non osare iniziative, per cambiare tutto cio’ che é urgente cambiare. Restare cioé colla attuale rassegnazione balcanica a cio’ che non va e lasciare che il sistema continui a degradarsi. Il sistema Italia si allontanerà ancor più dall’Europa. Gli imprenditori vedranno aumentare le proprie difficoltà, l’ occupazione diminuirà, il numero dei tonfi “tipo FIAT” rischia di aumentare. Rischiamo, in un decennio, di divenire l’Argentina della U.E. ed il sistema Italia continuerà a dirigersi verso il terzo mondo.

COME USCIRNE

La mia testimonianza (e quella di altri emigrati in Paesi avanzati) é necessaria per innescare una riflessione che é necessaria ed urgente (inizialmente conducibile da una istituzione indipendente ?); la quale ci permetterebbe di capire in cosa siamo lontani dai Paesi capaci di sviluppo, cosa ci é necessario per essere competitivi. Dopo tale riflessione sarà possibile discutere un programma di europeizzazione del Paese.

Ho pubblicato parecchie analisi, dopo lunga inchiesta, riflessione e paragoni con l’Europa. Ed inoltre numerosi articoli che cercano di rispondere alle domande:

- perché cio’ succede solo in Italia, non nel resto della U.E.;
- come potremmo migliorare tale o talaltro risultato ?
- perché l’utopia da noi (cosi definita in una lettera al CdS), diventa poi realtà in un altro Paese ?

Le “Lettere dall’Europa”, contenenti le analisi, sono pubblicate su:

http://angrema.blogspot.com/
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)
http://angrema.blogspot.com.blog.kat...gressoangrema/

Suggerisco a chi vuole cercare le CAUSE primarie dei guasti, di leggere almeno: “Pubblica Distruzione”, “La Lapide”, “La Favola”, “Cocci”, “Doppio linguaggio”, “La Barca va”, “Cullarsi nelle Fatue Illusioni”,”Colli di Bottiglia”, “Un vecchio mi disse” o “Sacrifici al nuovo dio”, “Realismo”.

UN INVITO

Come iniziare un dibattito costruttivo, in un Paese ove troppa gente si adatta a tutto (anche al peggio) ? Molto semplice. Vivo a Parigi e ho bisogno di collaborazione in Italia. Chi é d’ accordo colle fasi su indicate mi contatti, per suggerirmi un’ associazione seria (non politica) o un VIP suscettibile di organizzare una mia presentazione (con altri emigrati ?), cui faccia seguito una tavola di discussione (lontano da poteri nascosti).

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
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(1) Far funzionare la Giustizia ? Sarebbe possibile, certo, se ............. iniziassimo ad insegnare, come in Europa, la chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno”.
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Pratico

Chi vuole contribuire ad innescare una ricostruzione possibile, ha una possibilità. Leggere qualcuno dei testi suggeriti. Indi, se li trova stimolanti, diffondere questo MANIFESTO INVITO nelle agorà Internet o ai propri amici.
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Indigesto, per la mia vita privato ti rispondo su un messaggio privato
antonio greco is offline  
Vecchio 21-08-2005, 11.20.28   #8
indigesto
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Per Antonio Greco.........

Vedi Antonio , essere stato provocativo e indiscreto nei tuoi riguardi aveva il solo scopo di distoglierti dal caparbio ruolo di "salvatore della Patria" , tale e quale ti sei imposto nei tuoi azzeccati interventi , ricchi di tutte cose buone e intelligenti ma che portano all'esasperazione per chi da te gradirebbe rivolgessi pure altrove i tuoi "saggi" interventi!!. Sono sicuro che la vita e la società che negli anni hai frequentato , ti hanno arricchito di molte altre esperienze , forse più frivole ma di uguale interesse per chi come me frequentiamo questo forum. Qui ci inventiamo alla notte argomenti da trattare di giorno , essere interessanti o interessati è il nostro cruccio da condividere con tutti , ma ogni argomento è fine e se stesso e non si può portarlo avanti per mesi o anni , nella varietà stà il piacere , nel proporre è come andare a pescare , a volte abboccano pesci interessanti e a volte pure noi siamo abboccati , se l'argomento ci interessa , quindi Antonio , cambia l'esca e permettici di avere il piacere di dialogare con te!!. Indigesto.....ma non sempre.
indigesto is offline  
Vecchio 21-08-2005, 12.46.22   #9
antonio greco
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SE POSSO CAMBIARE ESCA

Essendo io un curioso determinato, mi sono informato ed ho osservato altri campi.

Ma purtroppo ho un tarlo nella testa, che si chiama impasse:

- sospetto di essere uno dei pochissimi ad aver osservato, analizzato a partire dal ' 90 (ma non sempre) le CAUSE delle differnti capacità fra Italiani ed europei;
- poiché ne ho analizzato le interazioni, ho potuto costruire una ricetta che si puo' chiamare "come europeizzare il Bel Paese". Ricetta semplice in principio, difficile in pratica, viste le capacità rare di riflessione in un Paese che si accomoda di vivere alla giornata. Cioé mi sembra che la abitudine persa alla riflessione lucida mette gli Italiani nell' impasse di non sapere divenire "normali".
- questo ultimo punto é un gran cruccio, per chi vive in un Paese ove le cose si fanno ed efficienti (anche nel pubblico) ed ha fatto da una vita dell' impegno e dell' azione un' abitudine.

Nel resto dell' U.E. c' é diffusa un' abitudine: discutere in momenti diversi il serio ed il faceto. IN Italia mi sembra che tale abitudine é molto rara. Di conseguenza nella via civile puo' succedere che Caio parli di cose serie; e Sempronio capisca che lui scherza (per via della demagogia e furbismo diffusi).

agosto 04

Ora che tutti (meno Berlusca) abbiamo capito dove va a finire Bush, ho ritirato fuori una lettera che pubblicai su Internet poco dopo l’ attacco a N.Y.. Essa é ancora attuale e vale la pena ripubblicarla. Eccola,

CITAZIONE:

Parigi, 29 settembre 01
LO SCERIFFO E IL VIVAIO


Pochi giorni dopo l'attentato al WTC di New York già sappiamo :

- che gli investigatori hanno subito individuato il capo della banda e le squadre che hanno trasformato gli aerei in bombe e cimiteri;
- che G.W. Bush ha dichiarato che condurrà il Paese (i buoni) alla vittoria ed alla punizione dei "cattivi ";
- che si sospetta l'esistenza di una rete internazionale islamica fondamentalista con attentatori di varii Paesi arabi, dislocati in Europa e in USA.

Il piglio deciso e sicuro che Bush ha mostrato nei primi giorni dopo il lutto mi spinge alle seguenti reazioni :

- il presidente USA, fino ad ieri visto con una personalità non troppo convincente, assume rapidamente il ruolo di giustiziere, determinato, rapido e sicuro. Il suo muoversi sicuro sulla luttuosa scena newyorkese e mondiale mi ricorda lo sceriffo che rincorre il ladro di cavalli che ha incendiato la fattoria nel West. Pistola in pugno, risponde all'aggressione cercando di colpire il ladro nascosto dietro la porta del saloon. Forse farà fuori il ladro, o forse riuscirà ad arrestarlo. Ma..... questa volta la cosa non é del tutto sicura. Si useranno non pistole, ma caccia o carri armati, o missili. E non ne é garantito il risultato.
- gli Americani guardano al presidente come l'eroe che sistema tutto e si fidano dei suoi comandi ed azioni determinate e rapide. Approvano all' 80 % la sua azione.

Rifletto un po', con la mia testa di europeo, e mi vengono i seguenti pensieri o domande.
Gli Americani (li conosco un po', bravi ragazzi ma talvolta limitati) forse non si chiedono perché é stato tanto facile a Bin Laden reclutare terroristi in parecchi Paesi arabi e asiatici. Sono gente semplice, pratica, abituati ad aggredire il problema. La riflessione non é sempre sicura. La finezza della comprensione poi é spesso assente.

Sarà allora compito di Chirac, Blair, Berlusca e Schoereter spiegargli :

- che la punizione rapida dello sceriffo non é appropriata, ci vuole piuttosto una buona inchiesta con risultati probanti e poi si parlerà di giustizia ;
- che, per il lungo termine e in questo mondo cambiato cosi rapidamente, é vitale cercare di capire perché i Paesi nordafricani e mediorientali sono un vivaio cosi' provvido di terroristi. La sconfitta di una banda di terroristi non basta, molte altre bande potrebbero nascere, altrettanto pericolose.

Credo che ai semplicioni nostri amici americani, cosi rapidi e inventivi nello sviluppo di nuovi servizi e tecnologie, manchi una rotella. Quella rotella che permette ad un europeo qualsiasi di fare qualche semplice considerazione di buon senso:
- i motivi delle frustrazioni di alcuni Paesi in via di sviluppo (o piuttosto dal fallito sviluppo) vanno esaminati con attenzione e combattuti ;
- una buona autocritica (ma bisogna esserne capaci) potrebbe concludere che il comportamento americano (sia umano che economico) nei riguardi del sottosvimuppo é il problema. Mi sembra, ma cerco conferma, che la situazione sia la seguente:

a) l'odio diffuso in alcuni Paesi del III Mondo é per gli americani, non credo per gli europei ;
b) l'arroganza che talvolta appare negli americani quando trattano con cittadini di altri
Paesi é quella dei primi della classe che agiscono sapendo di essere i migliori. Il fatto di essere i migliori é valido secondo i criteri di un americano, nella cui cultura ci sono due soli valori : the money e il patriottismo. Purtroppo per loro, in altri Paesi esistono altri valori, che gli americani non sono interessati a conoscere e non rispettano, provocando senza saperlo frustrazioni, antipatie, odii.
c) la loro politica estera : in alcuni casi hanno mostrato arroganza da padroni e menefreghismo. Prima di tutto hanno sempre appoggiato Israele nonostante il trattamento prepotente che questo Paese infligge ai Palestinesi. Mi sembra poi che l' esercito e la C.I.A siano intervenuti con bombardamenti o incursioni a terra almeno in Cile, a Panama, in Afganistan, in SriLanka, a Cuba, in Irak. Credo che talvolta abbiano esagerato, talaltra abbiano agito di nascosto/in segreto (la CIA) e di cio' gli Americani sanno poco o niente, se ne parla solo in qualche giornale europeo. Alcune volte la C.I.A ha fatto grossi errori nei suoi interventi, appoggiando il clan sbagliato. Fuori degli USA, qualche sospetto si ha. Nella regione dove la C.I.A. ha agito da padrona, possono esser nati molti odii e antipatie. Alla fine poi gli Americani non sapranno mai perché tanti odii verso di loro.

- Questi loro atteggiamenti provocano, io credo, l'odio diffuso verso gli Yankees (che é alto in alcuni Paesi dell’ America latina), il quale a sua volta fa nascere grandi vivai di terroristi in molti Paesi. Andrebbero esaminate le cause dell'odio, per poter fare quanto necessario a far sparire i vivai di terroristi. Su di esse, chiedo l'opinione di altri che conoscono il comportamento degli Americani.

L'alternativa a tale approccio sarebbe, in USA e forse in Europa, la necessità di uscire ogni giorno di casa facendosi il segno della croce e portandosi dietro un po' di angoscia.

In una scena trasmessa dal Pakistan si é visto un cartello : " Americani, chiedetevi perché tanto odio contro di voi ! "

L'anno scorso lessi una frase, che mi colpî perché la considero molto vera : " Due popoli amano dare lezioni al mondo, gli Americani e i Francesi. Ma agli uni non piace che siano gli altri a farlo. " Io penso che gli Americani potrebbero rifletterci su. A chi conosce sia gli uni che gli altri non sfuggono le ragioni per cui ambedue i popoli si sentono superiori, ragioni che a loro sembrano fondate, ma ad altri completamente ingiustificate.

Aspettiamo che i vivai di terroristi continuino a proliferare o noi europei spieghiamo agli Americani le cause ab ovo dell'odio contro di loro ?
Antonio Greco
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FINE CITAZIONE

P.S. Emendamento al vecchio testo: nel testo va eliminata la parola “Berlusca”, accanto a Chirac e Shoereter: non sarebbe capace di capire, neanche lui, le implicazioni dell’ attacco all’ Irak. Sia Bush che Berlusca fanno cose ed hanno reazioni, di tipo “televisivo”, o “western” se preferite.
antonio greco is offline  

 



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