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Vecchio 10-05-2006, 06.14.34   #1
klee
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Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo

Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo

Alla vigilia della Festa della Mamma (Domenica 14 Maggio) Save the Children, pubblica la classifica dei paesi dove i bambini e le mamme stanno meglio e quelli dove stanno peggio, l’edizione annuale, contenuta all’interno del Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo, analizza la condizione di 125 paesi, sulla base di 6 indicatori del benessere materno e 4 indicatori del benessere infantile.
Da questo rapporto emerge lo stretto legame fra salute, sopravvivenza materna e quella del bambino, le nazioni dell’Africa subsahariana infatti occupano le ultime posizioni mentre i paesi scandinavi conquistano la vetta della graduatoria.

L’Italia si afferma nella zona alta della classifica, relativamente ad alcuni parametri chiave:

ad esempio relativamente al tasso di mortalità infantile entro il primo anno di vita del bambino, si trova all’ 8° posto, davanti a Svizzera, Gran Bretagna, Olanda, Stati Uniti. Per quanto riguarda il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, risulta ugualmente tra i paesi che maggiormente tutelano la salute e la sopravvivenza dei bambini, occupando il 10° posto, prima di Gran Bretagna, Olanda, Canada, Australia e Stati Uniti.

In Somalia più di 1 bambino su 7 muore prima di aver compiuto un anno, il 71% della popolazione non ha accesso all’acqua potabile, il 17% dei bambini è affetto da malnutrizione, 1 donna su 10 muore per complicazioni legate al parto o alla gravidanza; il 75% dei neonati nasce senza l’assistenza di personale specializzato e il 78% delle donne ha l’anemia.

“Se vogliamo migliorare la qualità della vita infantile, dobbiamo iniziare con l’investire nella salute e nel benessere materno.

La vita non è semplice per mamme e bimbi nei paesi in coda alla graduatoria. La maggior parte di loro non è mai andata a scuola. Sono fortunate quelle mamme che sopravvivono al parto e fortunati quei bambini che superano il mese di vita o addirittura il primo anno.” sostiene Carlotta Sami, Direttore dei Programmi di Save the Children Italia,

“La buona notizia è che noi sappiamo cosa serve per aiutare queste mamme e questi bambini a sopravvivere e crescere:
Save the Children sta lavorando in partnership con le comunità locali e i governi per assicurare programmi di provata efficacia in favore delle madri e dei bambini dei paesi in via di sviluppo.

La quasi centenaria esperienza sul campo di Save the Children ha dimostrato che il miglioramento e l’ampliamento dell’accesso all’istruzione e a cure sanitarie per mamme e bambini, compresi programmi di pianificazione familiare, è cruciale per il benessere materno-infantile”.

articolo su Trad8

Ultima modifica di klee : 10-05-2006 alle ore 06.17.12.
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Vecchio 15-05-2006, 10.00.09   #2
Monica 3
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Ciao Klee.

Peccato che un tema così importante e primordiale, da cui dipende la salute ed il futuro del pianeta intero non abbia suscitato alcun interesse negli utenti del forum.

Una politica di protezione della maternità nel rispetto della dignità e dell'intelligenza della donna, frutto di collaborazione di menti femminili e maschili deve essere ancor messa a punto.

A me sembra che le teorie sulla maternità (allattamendo, cura ed educazione del neonato) non siano mai al centro di riflessioni per politiche sostenibili, ma varino in un funzione della congiuntura economica.

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Vecchio 16-05-2006, 10.14.16   #3
Monica 3
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ESSER MADRE

E’ accettare la vita
Che entra in te e ti riempie.

Ti annulla e ti stravolge
E poi ti lascia.

Sola.
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Vecchio 16-05-2006, 11.57.08   #4
Mr. Bean
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Ciao Klee.

Peccato che un tema così importante e primordiale, da cui dipende la salute ed il futuro del pianeta intero non abbia suscitato alcun interesse negli utenti del forum.

Una politica di protezione della maternità nel rispetto della dignità e dell'intelligenza della donna, frutto di collaborazione di menti femminili e maschili deve essere ancor messa a punto.

A me sembra che le teorie sulla maternità (allattamendo, cura ed educazione del neonato) non siano mai al centro di riflessioni per politiche sostenibili, ma varino in un funzione della congiuntura economica.


forse perché dopo le parole occorrerebbero i fatti. Siamo tutti un po' (o molto?) frastornati da tanti bla bla, si dovrebbe, si potrebbe, ecc... O sbaglio?
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Vecchio 16-05-2006, 14.14.36   #5
Monica 3
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forse perché dopo le parole occorrerebbero i fatti. Siamo tutti un po' (o molto?) frastornati da tanti bla bla, si dovrebbe, si potrebbe, ecc... O sbaglio?


Credo anch'io che sia un po' così. Troppe cose si danno per scontate.

Per cominciare ho oggi detto ai miei figli che è ora che anche loro chiedano a me come sto.

Sarebbe interessante sentire le madri e chieder loro cosa ritengono di aver fatto bene o che abbia funzionato bene.
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Vecchio 16-05-2006, 15.11.22   #6
Fragola
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Ciao Klee.

Peccato che un tema così importante e primordiale, da cui dipende la salute ed il futuro del pianeta intero non abbia suscitato alcun interesse negli utenti del forum.

Una politica di protezione della maternità nel rispetto della dignità e dell'intelligenza della donna, frutto di collaborazione di menti femminili e maschili deve essere ancor messa a punto.

A me sembra che le teorie sulla maternità (allattamendo, cura ed educazione del neonato) non siano mai al centro di riflessioni per politiche sostenibili, ma varino in un funzione della congiuntura economica.

Io avevo la sensazione che l'articolo postato da Klee parlasse fondamentalmente della salute fisica, e non sono intervenuta perchè sinceramente non saprei cosa rispondere davanti ad una affermazione del tipo "noi sappiamo cosa serve per aiutare queste mamme e questi bambini a sopravvivere e crescere". Secondo me non è quasi mai così. Troppo spesso i tentativi di aiutare (di far calare dall'alto l'aiuto) le ..."popolazioni in via di sviluppo" creano perfino più danni di quelli che cercano di risolvere.
Non conosco il tipo di intervento di save the children e quindi non posso entrare nello specifico, ma troppo spesso chi aiuta con così tante certezzem poco si occupa di cosa è vermante meglio per l'altro. E' troppo preocupato di imporre all'altro quello che lui ritiene esssere il suo bene anche se l'altro ... non lo sa! Seleziono con strema cura le associazioni umanitarie che scelgo di sostenere. Preferisco essere sicura del fatto che gli interventi siano rispettosi della cultura e della dignità dei destinatari.
Ripeto che però on so molto di save the children. Da tempo aiuto un'altra associazione che intendo continuare ad iautare. Ed è meglio, secondo me, aiutarne una sola bene che 150 con un'euro a testa
Fragola is offline  
Vecchio 16-05-2006, 16.13.09   #7
Monica 3
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Io avevo la sensazione che l'articolo postato da Klee parlasse fondamentalmente della salute fisica, e non sono intervenuta perchè sinceramente non saprei cosa rispondere davanti ad una affermazione del tipo "noi sappiamo cosa serve per aiutare queste mamme e questi bambini a sopravvivere e crescere". Secondo me non è quasi mai così. Troppo spesso i tentativi di aiutare (di far calare dall'alto l'aiuto) le ..."popolazioni in via di sviluppo" creano perfino più danni di quelli che cercano di risolvere.
Non conosco il tipo di intervento di save the children e quindi non posso entrare nello specifico, ma troppo spesso chi aiuta con così tante certezzem poco si occupa di cosa è vermante meglio per l'altro. E' troppo preocupato di imporre all'altro quello che lui ritiene esssere il suo bene anche se l'altro ... non lo sa! Seleziono con strema cura le associazioni umanitarie che scelgo di sostenere. Preferisco essere sicura del fatto che gli interventi siano rispettosi della cultura e della dignità dei destinatari.
Ripeto che però on so molto di save the children. Da tempo aiuto un'altra associazione che intendo continuare ad iautare. Ed è meglio, secondo me, aiutarne una sola bene che 150 con un'euro a testa


Avendo lavorato nella cooperazione, condivido quello che dici Fragola. La maggior parte dei cooperanti si butta ad aiutare gli altri perché in fondo desidera essere aiutato.

E' per questo che ho spostato un po' il fuoco della discussione sulla maternità in generale. Avrei dovuto spiegarlo meglio.

Credo che se si vuole aiutare veramente bisogna dapprima risolvere i problemi con se stessi. Credo inoltre che debbano essere rivisti alcuni standars imposti dall'occidente.

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Vecchio 16-05-2006, 20.53.44   #8
Fragola
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Avendo lavorato nella cooperazione, condivido quello che dici Fragola. La maggior parte dei cooperanti si butta ad aiutare gli altri perché in fondo desidera essere aiutato.

E' per questo che ho spostato un po' il fuoco della discussione sulla maternità in generale. Avrei dovuto spiegarlo meglio.

Credo che se si vuole aiutare veramente bisogna dapprima risolvere i problemi con se stessi. Credo inoltre che debbano essere rivisti alcuni standars imposti dall'occidente.


Io penso che se uno aiuta perchè in fondo desidera essere aiutato va ancora bene! Purtroppo molti aiutano pensando di essere superiori. La versione moderna della beneficenza delle dame di un tempo Ma questo sarebbe un discorso lungo.

Se si vuola aiutare veramente bisogna prima risolvere i problemi con se stessi!!!! Sì. Sono d'accordissimo.

Ma cosa proponi per le madri di qui? Secondo me, la cosa di cui avrebbero veramente bisogno è meno solitudine. Ma come potremmo fare in pratica, secondo te?
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Vecchio 16-05-2006, 22.56.18   #9
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Io penso che se uno aiuta perchè in fondo desidera essere aiutato va ancora bene! Purtroppo molti aiutano pensando di essere superiori. La versione moderna della beneficenza delle dame di un tempo Ma questo sarebbe un discorso lungo.

Se si vuola aiutare veramente bisogna prima risolvere i problemi con se stessi!!!! Sì. Sono d'accordissimo.

Ma cosa proponi per le madri di qui? Secondo me, la cosa di cui avrebbero veramente bisogno è meno solitudine. Ma come potremmo fare in pratica, secondo te?


Io credo che la donna debba inanzitutto essere orientata molto presto a decidere se vuole essere madre o no. Una donna, pur non rinunciando alla propria femminilità, può non essere portata alla vita di famiglia.

La maternità deve essere riconosciuta come una delle attività più nobili e difficili e sostenuta al massimo, togliendo le madri dall'indigenza economica e dall'isolamento, attraverso incontri con altre madri e qualche ora di lavoro al giorno per i primi due anni-tre anni del bambino. Queste cose erano naturali in ambiente rurale. La società è cambiata ma i bisogni no. E' vero che l'uomo è oggi più vicino alla donna e spesso si alterna a lei nella cura dei bambini, ma non credo che basti. La famiglia deve essere inserita in un contesto più vasto. Anche il bambino ne approfitterebbe attraverso una socializzazione precoce. Talvolta si tratta solo di studiare bene le abitazioni per le giovani famiglie in modo che i bambini possano ritrovare quel "gioco di cortile" (che può anche avvenire in un locale comune debitamente attrezzato) nella cui supervisione i genitori possono alternarsi.

Una volta assolti i compiti materni la donna può dare moltissimo alla società e alla politica. Quando poi è verso la cinquantina diventa molto libera e ha normalmente parecchia esperienza.

Qui nel ricchissimo Lussemburgo (che non può obiettivamente essere paragonato ad altri paesi in termini di possibilità finanziarie) ci sono programmi di formazione per le donne rientranti nel mercato del lavoro. Mi sembra che l'approccio sia buono. Purtroppo ne approfittano soprattutto le donne lussemburghesi che parlano le tre lingue del paese e che hanno avuto i mezzi finanziari per starsene a casa con i bambini. Per le straniere la cosa è piu difficile: se queste non lavoravano prima difficilmente riusciranno a reinserirsi più tardi nel mercato del lavoro. Credo che le statistiche che riguardano i paesi occidentali non tengano sufficientemente conto delle differenze sociali anche all'interno dei paesi più ricchi.

Monica 3 is offline  

 



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