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Vecchio 27-01-2008, 17.10.30   #1
emmeci
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Forse il redentore è il gioco

Comunemente si considera il gioco come un’attività che appare svincolata da fini utilitari immediati e anche di vera aggressività; qualcosa che negli individui giovani (e negli animali) porta all’esplorazione e all’apprendimento di comportamenti socializzanti utili per la specie. Così nell’uomo il gioco può andare dal puro divertimento al riconoscimento di regole, rischi e anche punizioni, manifestandosi nell’insieme come un modo di agire libero e strutturato, creativo e ripetitivo, spesso associato anche a significati simbolici e rituali, mentre nelle società industriali esso perde spontaneità e creatività finché può venir sottomesso a scopi commerciali, come nello sport.
Il gioco è stato studiato dagli psicologi come elemento importante di uno sviluppo delle emozioni, dell’intelligenza e del comportamento sociale: una somma di esperienze che ha portato a far comprendere i valori del gioco ben oltre quello che la cultura poteva ritenere possibile fino a un secolo fa, e che però nell’arte e nella filosofia sono andati spesso più avanti, immedesimandosi in qualche modo con la dialettica socratica e anche platonica e sboccando, sulla scena ateniese, in una concezione del gioco in versione farsesca addirittura come catarsi del dramma tragico. Trascorrendo i secoli si potrà parlare di Schiller impegnato a tradurre il giudizio estetico kantiano in quel concetto di libero gioco delle facoltà umane che sostiene non solo la poetica schilleriana, ma trova una sua teorizzazione nelle “Lettere sull’educazione estetica”, che prospettano la possibilità di una risoluzione della storia, inaridita dalla divisione del lavoro, nella riconquista, attraverso il gioco, di un’armonia perduta. E non ho bisogno di citare Nietzsche che, attraverso o al di là della concezione dionisiaca e degli sforzi per assurgere alla volontà di potenza, sembra innalzare sul gioco di forze cui l’uomo può consegnarsi, un gioco sempre più alto, fino a quel ripetersi eterno dell’uguale in cui ogni momento possiede tutto il suo senso: come sembra simboleggiare lo Zarathustra che danza.
Forse si può andare oltre? Si può concepire che l’essenza del gioco stia nell’intenderlo non solo come un modo utile per educare il bambino e arricchire l’adulto aprendoli a ciò che sembra solo divertimento ma è divertimento soggetto a una regola che attenua i comportamenti aggressivi; e neppure come un emblema grazioso di qualche era avvenire più pacifica ed armoniosa, ma addirittura come ciò che può non solo simboleggiare ma in qualche modo realizzare il ritorno all’Eden, cioè una soppressione del male, se non addirittura una redenzione dell’esistenza? Dunque una trasformazione della storia reale in qualcosa che è al centro di una storia diversa, in cui la creatività è temperata dalla ragione, quasi un sogno da svegli… Forse il gioco può appagare perfino ciò cui la religione aspira, sostituendosi all’ira e agli incubi dei profeti e a quella brama di eroico martirio che ancora spinge i popoli a combattere per il proprio Dio tingendo di sangue la terra? Si potrebbe, infine, considerare il gioco come un momento purificante della storia, se non il bagliore di una nuova civiltà, addirittura di una redenzione dell’uomo?
emmeci is offline  
Vecchio 28-01-2008, 20.50.23   #2
Koli
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Forse si può andare oltre? Si può concepire che l’essenza del gioco stia nell’intenderlo non solo come un modo utile per educare il bambino e arricchire l’adulto aprendoli a ciò che sembra solo divertimento ma è divertimento soggetto a una regola che attenua i comportamenti aggressivi; e neppure come un emblema grazioso di qualche era avvenire più pacifica ed armoniosa, ma addirittura come ciò che può non solo simboleggiare ma in qualche modo realizzare il ritorno all’Eden, cioè una soppressione del male, se non addirittura una redenzione dell’esistenza?

Forse questo sarà un po' meno utopico se al gioco aggiungiamo un educazione mirante al rispetto (non in assoluto), delle diversità. Lo si dice spesso ma lo si attua ancora poco.
Koli is offline  
Vecchio 04-02-2008, 14.55.18   #3
emmeci
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

Certo, quando si parla di gioco sembra di regredire in qualche modo a uno stadio infantile….eppure ci sono fior di cervelli pensanti che hanno subìto il fascino di questa parola, e non sono solo quei pochi nomi che ho citato nel mio primo messaggio. Forse, il gioco può richiamare qualcosa di serio, qualcosa che ha a che fare con le nobili attività dello spirito.
Penso che si sappia cos’è la teoria dei giochi (“una scienza matematica – dice wikipedia - che analizza situazioni di conflitto e ricerca soluzioni competitive e cooperative tramite modelli.....con applicazioni dal campo economico e finanziario a quello strategico militare, dalla politica alla sociologia, dalla psicologia all’informatica, dalla biologia allo sport.
E la filosofia? E’ impossibile citare tutti i riferimenti che i filosofi hanno fatto al gioco, da Platone che diceva che l’uomo è un gioco nelle mani di Dio a Hegel (“nella sua indifferenza e nella sua suprema leggerezza è la serietà più elevata e l’unica vera”). Insomma, il gioco non deve richiamare soltanto palla, biliardo e play-station, e neppure farci suggestionare dall’uso romantico di questa parola, che ricorda l’infernale vertigine del giocatore di Dostoevskij e la disperazione di chi esce da Montecarlo o Sanremo giurando di non ricaderci mai più. Forse si potrebbe persino considerare questo forum come un campo di gioco dell’intelligenza sul punto di maturare per poter arrivare a giostrare con i grandi filosofi del momento….E l’ironia che prende alcuni di noi non è infine un giocare con la verità?
O è meglio dire che noi siamo il giocattolo della verità, noi che, per lo meno in quanto filosofi in corso d’opera, cerchiamo affannosamente qualcosa che ancora ci sfugge – e forse questo non è soltanto il destino di apprendisti filosofi ma di filosofi consumati e maturi, perfino di scienziati (se pensiamo all’immagine di Einstein che mostra la lingua e che dice: Dio non gioca ai dadi), cioè di tutti coloro che sanno che la verità c’è e non è nemmeno troppo lontana, mentre sembra ogni volta sparire, lasciandoli con un pugno di mosche. E non so menno se si debba parlare solo di scienziati e filosofi perché, in fondo, non sono anche i religiosi alla ricerca di un Dio che non vedono mai?
emmeci is offline  
Vecchio 20-02-2008, 09.43.47   #4
coccinella.79
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

Ciao a tutti...
Mi viene da dire: forse che la vita è un gioco? Forse che noi siamo arrivati qui per nostro desiderio e ora ci lamentiamo che perdiamo, ma ci siamo dimenticati che non potremo mai perdere?
Forse che la filosofia anche se la amo è un puro gioco intellettuale?
Forse che non si può capire il trascendente con la mente?
Forse che stiamo facendo discorsi che a noi sembrano grandiosi e utilissimi ma in realtà non avrebbero senso di esistere se solo ci ricordassimo da dove siamo venuti?
Forse che l'unica cosa che conta davvero è non perdersi in ragionamenti che non portano a niente ma solo vivere????

Che belli che siete tutti!!
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Vecchio 14-06-2011, 15.47.39   #5
AquilaLictoris
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

. è il primo messaggio che posto, e spero di contribuire.
Io credo che per l'uomo, l'azione del giocare è sempre stato un momento di svago ed apprendimento, nonchè un modo per affinare le conoscenze in vari campi (anche se raramente ) e rafforzare i legami con le altre persone... Per fare un semplice esempio: lo sport dell'airsoft. Premesso che sono un "infognato" di call of duty e sono un sostenitore del corpo militare dello Stato, posso dire che è lo sport (o comunque il gioco) nel quale c'è il tasso più basso di violenza rispetto che in altri, come il calcio o ... Basandosi sull'onestà e sul rispetto dell'avversario, ci si cimenta dal punto di vista fisico che dell'intelletto (orienteering, strategia etc.) e si offre agli altri giocatori di, appunto, rafforzare i lagami con gli altri.
AquilaLictoris
AquilaLictoris is offline  
Vecchio 14-06-2011, 20.41.30   #6
Tempo2011
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

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Originalmente inviato da emmeci
Certo, quando si parla di gioco sembra di regredire in qualche modo a uno stadio infantile….eppure ci sono fior di cervelli pensanti che hanno subìto il fascino di questa parola, e non sono solo quei pochi nomi che ho citato nel mio primo messaggio. Forse, il gioco può richiamare qualcosa di serio, qualcosa che ha a che fare con le nobili attività dello spirito.
Forse, sarà anche per questo motivo che tutti quelli che praticano come professione gli sport popolari o attività artistiche ecc., diventano popolari a loro volta. Nella pratica, tutto ciò che rappresenta il ludico, facendoci regredire nell'infanzia togliendoci dalle responsabilità "adulte", è premiato tramite la partecipazione di massa, come se la stessa, ogni tanto, avesse la necessità di evadere da una condizione troppo grande da sopportare. Che il gioco non rappresenti una valvola di sfogo o un carica batteria dell’umana disperazione?
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Vecchio 21-06-2011, 10.18.54   #7
Tempo2011
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Riferimento: Forse il redentore è il gioco

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emmeci
Forse si potrebbe persino considerare questo forum come un campo di gioco dell’intelligenza sul punto di maturare per poter arrivare a giostrare con i grandi filosofi del momento….E l’ironia che prende alcuni di noi non è infine un giocare con la verità?
O è meglio dire che noi siamo il giocattolo della verità, noi che, per lo meno in quanto filosofi in corso d’opera, cerchiamo affannosamente qualcosa che ancora ci sfugge – e forse questo non è soltanto il destino di apprendisti filosofi ma di filosofi consumati e maturi, perfino di scienziati (se pensiamo all’immagine di Einstein che mostra la lingua e che dice: Dio non gioca ai dadi), cioè di tutti coloro che sanno che la verità c’è e non è nemmeno troppo lontana, mentre sembra ogni volta sparire, lasciandoli con un pugno di mosche. E non so menno se si debba parlare solo di scienziati e filosofi perché, in fondo, non sono anche i religiosi alla ricerca di un Dio che non vedono mai?
Perciò, più semplicemente, parlare del gioco come valvola di sfogo, delle nostre tensioni o un modo per ricaricarci e rinnovare la nostra voglia di vivere, non mi sembra poi tanto lontana, questa ipotesi, dalla realtà. Inoltre, se prendiamo in considerazione che la pratica del gioco è universalmente praticata in tutto il mondo animale, potremmo dichiarare che questa peculiarità l’abbiamo nel DNA. Allora, una ragione importante che riguarda il funzionamento del nostro equilibrio vi dovrà pur essere.
Tempo2011 is offline  

 



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