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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 13-02-2005, 00.09.33   #1
trounoir
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-12-2004
Messaggi: 40
Heidegger esistenzialista?

Salve!
discutendo con un mio amico riguardo la mia "possibile" tesina, che verte molto sull'eistenzialismo e sul senso dell'assurdo, mi sn arrivati dei "rimproveri" per quanto riguarda la scelta di Heidegger,
proprio perché, secondo lui, il filosofo non è da considerare esistenzialista...è così?io l'ho trovato tra questi nel mio libro di testo...
poi secondo voi si potrebbe fare un collegamento a Nietzsche e al nichilismo per poi parlare dell'esistenzialismo?
grazie mille in anticipo
trounoir
trounoir is offline  
Vecchio 13-02-2005, 19.12.37   #2
odos
Ospite abituale
 
L'avatar di odos
 
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
Ciao trounoir

Credo che ormai si possa dire che Heidegger non sia un esistenzialista. Questa interpretazione è un vecchia questione a lungo discussa, di cui si può trovare anche una ricca bibliografia. Se ci si ferma ad “essere e tempo” si può cadere nell’inganno di considerare Heidegger un esistenzialista, per il fatto che questa opera essendo incompiuta, termina con l’analitica esistenziale dell’esserci, e manca della parte relativa al cosiddetto “rovescio” che avrebbe dovuto proiettare le categorie individuate nell’analitica esistenziale sull’essere in generale.

Ma essere e tempo parla chiaro: lo scopo dell’opera è la ricerca del senso dell’essere in generale. Questo cammino non fu portato avanti perché il nostro linguaggio, un linguaggio metafisico, non poteva dire adeguatamente questa svolta (Cfr. “lettera sull’umanesimo”). Ma Heidegger è molto di più di “essere e tempo”. Prova a recarti in una biblioteca ben fornita, e prova a vedere quanto lavoro e fatica ha fatto quest’uomo per tentare quella svolta, dal ’27 in poi. Me ne sto rendendo conto adesso che sono in Germania dove non bisogna aspettare i tempi e le condizioni delle traduzioni.

Certo senz’altro l’analitica esistenziale di essere e tempo è validissima anche sotto un profilo esistenzialista. Tuttavia il senso del pensiero di Heidegger non si riduce a questo, anzi lo sfiora solamente…

Poi gli strascichi storici di questa interpretazione del suo pensiero sono ancora attuali. Nei manuali tipo Abbagnano e non so che altro si trovano ancora queste interpretazioni. D’altra parte Abbagnano era proprio un’esistenzialista. La traduzione stessa di “essere e tempo”, l’unica che esiste in Italia, risale se non erro a più di 50 anni fa, e la terminologia adottata attinge quasi completamente dal campo semantico esistenzialista.

Non saprei in realtà che consigli dare, ma essendo sempre sensibile quando si parla di Heidegger ed esistenzialismo, spero che il mio piccolo contributo possa servire in generale ad una lettura meno preconfezionata di questo pensatore geniale.

Saluti




odos is offline  
Vecchio 15-02-2005, 23.34.41   #3
trounoir
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-12-2004
Messaggi: 40
risposta

Innanzitutto grazie per avermi risposto!
Avevo posto la domanda anche perché dovendo preparare il mio "percorso" interdisciplianre per l'esame mi sn "scontrata" con questo dubbio...
In realtà, come dici tu, Heidegger "sfiora" i temi esistenzialistici, anzi forse parla solo di inquietudine e della ricerca del senso dell'essere, ma non delle conseguenze che questo può avere concretamente (emozioni e relazioni, anzi conflitto con l'Altro), si rimane sempre intorno al tema del Dasein e dell'essere-per-altri e essere-per-la morte (se nn erro).
Dovendo trattare quella parte dell'esistenzialismo un pò + tormentata credo che nel panorama esistenzialista ci sia Sartre ("l'enfer, c'est les autres"- HUis Clos et la Nausée).
Kierkegaard fa aprte ancora dell'800 e poi lo escluderei perché cmq tratta il tema di Dio...
mentre Sartre è pienamente ateo e si potrebbe collegare perfettamente all'ateo Camus per il tema dell'assurdo e del rapporto cn l'Altro (L'étranger)...

Credo che Heidegger non rientrerà nel mio percorso...
magari ci metterò qualcosina...anche se non so perché ma parlando di esistenzialismo "ateo" (Camus e Sartre in particolare) mi viene anche un pò in mente Nietzsche...
secondo te ci potrebbe essere un collegamento tra il nichilismo e l'esistenzialismo?

Spero di nn chiederti troppo..solo che è raro trovare qlk appassionato di temi esistenzialistici...

Saluti, trounoir

grazie ancora!
trounoir is offline  
Vecchio 17-02-2005, 13.30.40   #4
Fredric
Ospite abituale
 
Data registrazione: 25-01-2005
Messaggi: 22
Se consideri che Heidegger parte dall'interpretazione di N. penso proprio che abbia a che fare con lui.Il nichilismo è quel processo che più ci ha fatto pensare alla nostra esistenza,tutti i valori supremi si svalutano,l'esistenza non ha più senso,N. invitava a trasvalutare questi vecchi valori per riconsiderare l'essere stesso secondo una nuova logica,ha chiuso il circolo metafisco iniziato da platone,perciò dopo di lui la verità sull'essere campia,considerandola quindi oltre la metafisica,come già ti ha detto odos,il suo lavoro è fondamentale per una concezione dell'essere come linguaggio.Verrà poi Gadamer che continuerà sul suo percorso.Ci spiega per esempio come tutta la storia possa essere andata in questo modo....ma sono tante le cose da dire..visita WWW.filosofia.it cmq la tua scelta mi sembra buona ho letto "la morte dell'anima" di Sartre è bellissimo..in bocca a lupo per gli esami,io ne ho fatto uno ieri di filosofia teoretica proprio sul nichilismo,volontà di potenza,Essere e tempo,Verità e Metodo....due mesi di sbattimento ma alla fine 24...vabbè basta
ciao
Fredric is offline  
Vecchio 18-02-2005, 20.15.00   #5
trounoir
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-12-2004
Messaggi: 40
crepi il lupo!!! :D

In effetti terrò molto in considerazione il nichilismo...
per il momento leggo qualcosa riguardo le origini del totalitarismo di Hannah Arendt e ho trovato la parola "superflous", riguardante la condizione sociale ma anche il giudizio che ha l'uomo di sé in una massa "informe"...gli interessi si perdono, così come tutti i valori e le relazioni interpersonali...
questa è una delle causee che porteranno alla "banalità del male", a quel facile consenso all'instaurazione di uno Stato forte e infernale...
Tutto ciò mi porterebbe a pensare di inserire nel percorso l'avvento dei totalitarismi quasi come "conseguenza" del ragionamento sull'essere...
L'individuo si disconosce, perde la propria identità, fugge in maniera assurda dalla libertà lasciandosi trascinare da qualcuno che sembra avere la capacità di dargli sicurezza e valori nuovi, un posto determinato in questo mondo indecifrabile...
"Ciascuno al suo posto!"...facile piegarsi al volere di qualcun'altro...è un fuggire dalle proprie responsabilità e apparire all'Altro come qlk di "utile" alla società, allo Stato intero...
e così il fine giustifica i mezzi...alla ricerca forsennata di un senso alla propria esistenza....

Peccato che io abbai tantissimissimi dubbi e quasi mi vien voglia di nn far nulla...
forse perché qst discorso sul senso dell'Assurdo mi tocca troppo da vicino....
cmq grazie mille per aver dedicato un pò del tuo tempo ad una "Squilibrata" come me ce ne sono davvero poche persone che hanno voglia di "ascoltare" (in qst caso leggere e risponedere ma è lo stesso).
In internet nn faccio altro che cercare siti sempre nuovi e lo stesso faccio in libreria...spero di trovare e di avere una illuminazione per quanto riguarda storia e arte...
anche se avevo pensato ad Ensor e all'entrata di Crsito a Bruxelles...è stupendo qst quadro..ci si beffa di Crsito...soffocato anch'egli dalla massa....e da quelle maschere, diventate l'unica realtà umana...

Grazie mille ciao!!!!
trounoir is offline  

 



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