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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 10-01-2007, 10.03.15   #1
piccolaombra
Ospite
 
Data registrazione: 02-08-2006
Messaggi: 18
immobilismo

Questa mattina mi sono svegliata con un senso di angoscia pazzesca: compio oggi 35 anni e mi sento completamente immobile., un anno in più è passato e tutto è esattamente uguale ad un anno fa.

Sono da tempo in una situazione che non mi va più bene eppure non riesco ad uscirne.

Sono stufa delle continue critiche del mio compagno, nonché padre di mio figlio, dei suoi atteggiamenti svilenti e svalutanti nei miei confronti, e sono ancora più stufa di continuare a lamentarmi senza fare poi niente per cambiare le cose.

Parlare con lui è impossibile, non accetta di vedere messo in discussione il suo modo di essere e oramai ho perso ogni speranza sul fatto che possa cambiare (quando cerco di parlargli finiamo sempre con il litigare e rifiuta anche l’ipotesi di una terapia di coppia perché in passato avevamo avuto una breve esperienza che aveva ritenuti inutile).

Sono stufa di stare ferma, di essere paralizzata dalla mie ancestrali paure abbandoniche, dalla mia cronica paura della solitudine, anche se poi mi rendo conto che la vera solitudine è quella che si prova in due.

Mi aggrappo ai ricordi di 12 anni di vita passati insieme, mi aggrappo ai momenti belli che, se pur rari, ancora ci sono, ma perdo di vista l’inferno della quotidianità che da tempo ci attanaglia e ci inquina l’esistenza. E così vado avanti, o meglio, NON vado avanti, perchè dopo ogni discussione, dopo ogni litigio, dopo ogni pianto, tutto torna come prima, in attesa di quello successivo.

Se qualcuno si è trovato on questa situazione di empasse ed è riuscito in qualche modo ad uscirne, sarei felice di leggere la sua esperienza, quanto meno per provare a credere che è possibile farlo, che è possibile uscire da questo loop e reinvestire su di sé.

Penso di meritarmi di meglio che questo genere di vita, ma allora perché non ho la forza di fare il salto?

Per ora mi vedo solo chiusa in un freddo compartimento di un treno parcheggiato su un binario morto.
piccolaombra is offline  
Vecchio 10-01-2007, 11.54.20   #2
Catone
Ospite abituale
 
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Dipende...

Se tu dentro di te sai che il tuo rapporto è sbagliato e che avete fatto un passo (il condividere la vita) che non dovevate fare, allora da questo empasse non uscirai

Se non è così:
Qualcuno, un paio di secoli or sono, stabilì un assurdo "diritto alla felicità". La società attuale ci offre (o finge di offrirci) una serie infinita di opportunità che nascono dal proprio dinamismo.
La realtà è però tanto diversa e cozza violentemente con la teoria. La vita è sacrificio, fatica, sudore, spesso routine e monotonia. Nei rapporti di coppia si tende a dare il peggio (con chi sfogarsi o lasciarsi andare se non con il partner?): per questo ci vuole tanta sopportazione.
Sentire la propria vita inadeguata e soffocante è una cosa direi normale: se capisci che è colpa della teoria e non della realtà te ne fai una ragione. E l'ottica muta.
Catone is offline  
Vecchio 10-01-2007, 15.05.42   #3
edali
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Citazione:
Originalmente inviato da Catone
Dipende...

Sentire la propria vita inadeguata e soffocante è una cosa direi normale: se capisci che è colpa della teoria e non della realtà te ne fai una ragione. E l'ottica muta.

Sì! L’ottica muta e iniziamo a sentirci vivi.
edali is offline  
Vecchio 10-01-2007, 17.24.20   #4
falbala48
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Messaggi: 110
Riferimento: immobilismo

Citazione:
Originalmente inviato da piccolaombra
Questa mattina mi sono svegliata con un senso di angoscia pazzesca: compio oggi 35 anni e mi sento completamente immobile., un anno in più è passato e tutto è esattamente uguale ad un anno fa.

Sono da tempo in una situazione che non mi va più bene eppure non riesco ad uscirne.

Sono stufa delle continue critiche del mio compagno, nonché padre di mio figlio, dei suoi atteggiamenti svilenti e svalutanti nei miei confronti, e sono ancora più stufa di continuare a lamentarmi senza fare poi niente per cambiare le cose.

Parlare con lui è impossibile, non accetta di vedere messo in discussione il suo modo di essere e oramai ho perso ogni speranza sul fatto che possa cambiare (quando cerco di parlargli finiamo sempre con il litigare e rifiuta anche l’ipotesi di una terapia di coppia perché in passato avevamo avuto una breve esperienza che aveva ritenuti inutile).

Sono stufa di stare ferma, di essere paralizzata dalla mie ancestrali paure abbandoniche, dalla mia cronica paura della solitudine, anche se poi mi rendo conto che la vera solitudine è quella che si prova in due.

Mi aggrappo ai ricordi di 12 anni di vita passati insieme, mi aggrappo ai momenti belli che, se pur rari, ancora ci sono, ma perdo di vista l’inferno della quotidianità che da tempo ci attanaglia e ci inquina l’esistenza. E così vado avanti, o meglio, NON vado avanti, perchè dopo ogni discussione, dopo ogni litigio, dopo ogni pianto, tutto torna come prima, in attesa di quello successivo.

Se qualcuno si è trovato on questa situazione di empasse ed è riuscito in qualche modo ad uscirne, sarei felice di leggere la sua esperienza, quanto meno per provare a credere che è possibile farlo, che è possibile uscire da questo loop e reinvestire su di sé.

Penso di meritarmi di meglio che questo genere di vita, ma allora perché non ho la forza di fare il salto?

Per ora mi vedo solo chiusa in un freddo compartimento di un treno parcheggiato su un binario morto.
Ciao, ho vissuto la tua stessa situazione, penso che molte di noi leggendoti si ritrovino, solo che io prima di spezzare questa catena ci ho messo 20 anni e due figli, anche io ero terrorizzata dalla paura della solitudine, paura di non arrivare alla fine del mese, paura delle cose che potessero rompersi a casa , paura di affondare da sola …la vita… la quotidianità…paura nel gestire i figli…di decidere da sola….sola…era una situazione di empasse impossibile da risolvere….ci ha pensato lui…stanco dei miei rifiuti, dei miei bronci, delle mie recriminazioni, ero ferita, incattivita, arrabbiata, isterica anche con quelli che allora erano due adolescenti, di punto in bianco ha preso 2 vestiti ed è andato via. Ero sicura che fosse una cosa passeggera, più grave delle altre ma passeggera, pensavo tornerà tutto si aggiusterà, è tornato ma per dirmi che aveva incontrato un’altra donna e che adesso …amava due donne… sai che sconquassamento?già proprio così sconquassamento si è rotto tutto,se ci penso adesso mi viene da ridere, si è rotta anche la casa, cosa da me temuta, è saltata la luce e per una notte ed un giorno siamo rimasti al buio, si è rotta l’autoclave, sembravo paperino, forse sarebbe più appropriato paperoga…ho dovuto affrontare tutto, ho imparato che esistono gli idraulici più o meno ladri, gli elettricisti più o meno competenti, che esistono le tasse, l’ici, la spazzatura, etc…ho scoperto che non tutto quello che lui faceva era giusto, ho trovato un amico che mi fa la dichiarazione dei redditi e pago la metà, ho imparato con mia figlia a riparare la cinghia della lavatrice quando si rompe, già proprio così, so cambiare le spine, so che quando si rompe qualcosa non sempre è la cosa più grave spesso sono stupidaggini, qualche led che si fulmina, qualche vite che si stacca e non mi terrorizzo più. Diciamo che ho scoperto che posso vivere anche senza di lui da un punto di vista pratico, anzi ho scoperto che sono capace di fare cose che prima non pensavo, so pulire i rubinetti dal calcare e questa cosa un po’ mi diverte, però solo adesso che sono passati 5 anni perchè all’inizio non è stato affatto così. Per le considerazioni emotive il discorso è diverso, l’ho sposato per amore, credevo nella famiglia, nei nostri figli, in noi,ero sicura che mai avrebbe trovato un’altra donna invece ci ha messo solo tre mesi, ecco interrogati su questo, come ti sentiresti se ti capitasse una cosa simile? Sai cosa succede? Entrano in gioco l’orgoglio ferito, la vanità di donna offesa, la gelosia terribile, la smania di sapere cos’ha lei più di te (dopo un po’ capisci anche che non ha nulla in più ma è solo diversa),la rabbia perché lui è felice…senza di te…che lei riesce ad avere senza fatica ciò per cui tu hai lottato anni…la tristezza delle domeniche passate a cinema con le amiche mentre pensi che lui magari passeggia come tu avresti sempre voluto ma non con te…il dolore e la disperazione dei figli….ecco la cosa più importante da mettere nel conto i figli.Forse devo stringere, purtroppo sono valutazioni solo tue ma se è incapacità di comprensione, stanchezza, routine, se non ti senti apprezzata come donna, se è soltanto questo pensaci, vaglia tutti gli aspetti a 360°, non solo uno dettato dal malessere.
Mi spiace se sono stata prolissa in bocca al lupo ed un abbraccio di vero cuore
falbala48 is offline  
Vecchio 11-01-2007, 09.14.55   #5
piccolaombra
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Faccio riferimento all'intervento di Catone:

Dipende...

Se tu dentro di te sai che il tuo rapporto è sbagliato e che avete fatto un passo (il condividere la vita) che non dovevate fare, allora da questo empasse non uscirai

Sentire la propria vita inadeguata e soffocante è una cosa direi normale: se capisci che è colpa della teoria e non della realtà te ne fai una ragione. E l'ottica muta.


Sai...ho riletto più volte queste righe ma davvero non riesco a comprenderne il significato....In che senso dovrebbe essere "colpa della teoria"? Io ho fatto riferimento ad un malessere concreto, a situazioni di vita, e non a modelli teorici o astratti, non ad un'idea di felicità o all'ideale della copoia perfetta, della famiglia da Mulino Bianco" che ho abbandonato oramai da tempo....

So che la vita, in primis quella di coppia e di famiglia, è fatta di sacrifici, di soportazione, di compromessi, ma penso che sia imprescindibile anche il rispetto reciproco, il sentirsi accettati per quello che si è, e non costantemente criticati.

E' questo ciò che ho cercato, forse confusamente, di esprimere, e non capisco in che senso è possibile mutare ottica "capendo che è colpa della teoria e non della realtà"....
piccolaombra is offline  
Vecchio 11-01-2007, 10.39.58   #6
Catone
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A me il tuo sembrava il classico caso da "insoddisfazione di vita" che molte volte si manifesta nei matrimoni. In base al "diritto alla felicità" ciascuno di noi pensa che sia normale avere una vita tipo film di hollywood. La realtà è molto diversa e la disillusione può essere forte.
Se invece, come dici, viene a mancare il rispetto, beh, allora la situazione è diversa. Probabilmente si ricade nella prima ipotesi, quella del rapporto sbagliato su cui si prova ad investire lo stesso. Dalle tue parole mi par di capire che il tuo partner non ti apprezzi. Difficile pensare che si sia accorto solo ora della tua (presunta) inadeguatezza. La prima condizione perchè una coppia possa funzionare è la stima reciproca. Il tuo uomo ti stima?
Non sono uno psicologo, faccio solo riferimento alle mie esperienze di vita.
Catone is offline  
Vecchio 11-01-2007, 12.17.26   #7
piccolaombra
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Citazione:
Originalmente inviato da Catone
A me il tuo sembrava il classico caso da "insoddisfazione di vita" che molte volte si manifesta nei matrimoni. In base al "diritto alla felicità" ciascuno di noi pensa che sia normale avere una vita tipo film di hollywood. La realtà è molto diversa e la disillusione può essere forte.
Se invece, come dici, viene a mancare il rispetto, beh, allora la situazione è diversa. Probabilmente si ricade nella prima ipotesi, quella del rapporto sbagliato su cui si prova ad investire lo stesso. Dalle tue parole mi par di capire che il tuo partner non ti apprezzi. Difficile pensare che si sia accorto solo ora della tua (presunta) inadeguatezza. La prima condizione perchè una coppia possa funzionare è la stima reciproca. Il tuo uomo ti stima?
Non sono uno psicologo, faccio solo riferimento alle mie esperienze di vita.

Non penso che si tratti di stima, penso che lui mi stimi in realtà, forse non mi apprezza a sufficienza come madre perchè si basa su un suo modello "ideale", non a caso quello della sua di madre, modello, come potrai immaginare, un po' anacronistico, visto che lei poteva permettersi di stare acasa e non lavorare, con tanto di tata fissa a seguito.
Io rientro in quel 99% di donne della nostra generazione che per desiderio e per bisogno (non escludo comunque che io ho scelto di voletr tornare a lavorare, e non l'ho fatto solo per motici economici) hanno cercato a fatica di coniugare vita professionale e famiglia. Non me ne vergognom non penso di essere per questo una mander meno "buona", non voglio fare la donna mager che fa i figli e poi li fa agli altri, la sera schizzo a casa appena riesco per stare con il mio bimbo e fare tutto quel che riesco, ma anche questo non è mai abbastanza, non viene mai valorizzato, vengono solo rimarcati gli aspetti negativi....
Non voglio farla lunga perchè rischierei di fare un lungo discorso di lamentela e non voglio....
piccolaombra is offline  
Vecchio 11-01-2007, 13.22.35   #8
Catone
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Se ti stimasse capirebbe. Evidentemente voleva un altro tipo di donna, che non sei tu. E che forse non c'è più.
Prosit!
Catone is offline  
Vecchio 12-01-2007, 16.30.09   #9
angelo della luce
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Ciao Piccola Ombra.Devi solo valutare quanto è importante per te questo uomo.Rifletterei sulla esperienza di Falbala 48. Metterei al primo posto tuo figlio e la sua tranquillità .ciao
angelo della luce is offline  

 



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