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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 28-05-2008, 16.31.40   #21
Noor
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

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Originalmente inviato da donella
se in Sicilia il salumiere vi vende e vi conteggia per .... boh.... "lardo di Colonnata" ... quello del maiale del suo vicino di casa.... (domanda semplicissima) : ve lo prendete, lo pagate, "sospendete il giudizio e lasciate fluire la vita".... oppure vi sentite presi per i fondelli (anche voi)?
Perchè proprio in Sicilia?Sai..vi abito..
Sospendere il giudizio non significa farsi prendere per fessi..chiaramente..
Rimanendo nel tuo esempio:sarà farsi rendere spiegazioni e cambiare il prodotto dal salumiere e TUTTO FINISCE LI'..senza ulteriori strascichi emotivi-mentali.
Questo significa, in questo caso,lasciar fluire.
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Vecchio 29-05-2008, 11.12.37   #22
donella
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

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Originalmente inviato da hava
Nel tuo post parlando di differenza fra finzione consapevole e quella inconscia arrivi alla conclusione che "quella inconsapevole finisce col minare il meglio delle possibilita' relazionali". Ma ci sono pure i casi nei quali l'inganno di se stessi riesca utile come inconscia difesa da sensazioni insopportabili, e che diritto abbiamo noi di giudicare tali espedienti?

Ne sono convintissima anch'io, Hava. Sul serio.
Non mi sembra, però, di essere stata mossa dal desiderio di giudicare questi espedienti: io registro una mia insofferenza e di quella cerco le cause.
Dopodichè prendo atto anche della totale involontarietà e dunque "incolpevolezza" di tante condotte, ma ciò non toglie che queste continuino nondimeno a provocarmi insofferenza.
E' come essere allergici alle fragole: consideri che sono un gioiellino della natura e che piacciono a molti... però se sei allergico e hai un minimo di rispetto per il tuo fisico... prendi atto e non le mangi.

Peraltro l'insofferenza di cui parlo si manifesta in un ambito estremamente circoscritto, che era ed è esclusivamente quello del "dialogo". Posso spiegarmi con un esempio attinto dal reale?
Una mia amica segue da anni un cammino spirituale (di quelli preoccupantemente coinvolgenti e settari che originano da dogmi cattolici e sfociano chissà dove).
E' una persona con la quale riesco anche piacevolmente ad intrattenermi e fare cose (certo che possiamo benissimo andare insieme a teatro o a fare spese), e poi sono anche sincerissimamente curiosa di conoscere sia i suoi percorsi e sia le dinamiche che li determinano.
Due sole operazioni mi risultano impossibili con lei e mi generano una insofferenza che diventa fastidio profondissimo e, lo ammetto, persino intolleranza: la prima cosa per me impossibile è fingermi grata ed illuminata dai dogmi con cui puntella ASSERTIVAMENTE la propria esistenza, affettuosamente cercando di INSEGNARMELI DALL'ALTO e con una sorta di commiserazione di quanti, per lei, sono sulla via della perdizione e della disdetta esistenziale; la seconda cosa per me impossibile è ILLUDERMI che parlare servirebbe a qualcosa, e proprio per le ragioni che dici tu : qualunque tentativo di discussione critica dei suoi dogmi comporterebbe una reazione di DIFESA delle sue "certezze" tale da produrre quello che in tre minuti diverrebbe un surreale accostamento di monologhi oppure una guerra rancorosa da parte SUA.
Questa persona vive male nonostante. Ma quando mi "spiega" i guai del mondo in termini di "Maligno" e "Malefici" da cui preservarsi con recita di rosarii tipo Radio Maria........ Hava, e ce lo vedo tutto quel che dici tu, ma ti assicuro che se cerco di parlarle davvero di qualcosa... rischio solo di sembrarle anch'io incarnazione del Maligno!!!!!!!!
Questa è la finzione a sè stessi che io trovo incompatibile con ogni forma di dialogo. Non la giudico. Può anche farmi tenerezza. Però se ho voglia di sgranchire il cervello..... il suo numero di telefono è sicuramente quello che NON compongo, perchè solo all'idea si spegne narcotizzato dalla noia il mio (telefono e cervello).
Poi possiamo andare a teatro insieme (un parcheggio al posto di due, vuoi mettere?) , sapendo che guarderemo lo stesso spettacolo vedendone due completamente diversi.......

Sono riuscita a farmi un po' comprendere?

P.s. per Noor : ho citato la Sicilia solo perchè il lardo di Colonnata non è siciliano.
donella is offline  
Vecchio 29-05-2008, 11.29.36   #23
donella
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Scusa Hava ma ho dimenticato un dettaglio che forse può aiutare a spiegarmi.

E' questo: quando (temporalmente) supero la mera "registrazione" della mia insofferenza quel che mi resta è solo qualcosa che somiglia alla tristezza. Insomma quella sensazione che ci fa dire "peccato... ".

Ecco : quella specie di tristezza è simile a quella del lutto per chi nella morte dell'altro vive la fine di ogni possibile condivisione e la definitiva preclusione per l'altro delle gioie che questa vita può dare.
donella is offline  
Vecchio 29-05-2008, 15.18.55   #24
hava
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Citazione:
Originalmente inviato da donella
Scusa Hava ma ho dimenticato un dettaglio che forse può aiutare a spiegarmi.

E' questo: quando (temporalmente) supero la mera "registrazione" della mia insofferenza quel che mi resta è solo qualcosa che somiglia alla tristezza. Insomma quella sensazione che ci fa dire "peccato... ".

Ecco : quella specie di tristezza è simile a quella del lutto per chi nella morte dell'altro vive la fine di ogni possibile condivisione e la definitiva preclusione per l'altro delle gioie che questa vita può dare.



Donella, la tua amica sta cercando una soluzione ai suoi problemi ,e lo fa su base della sua personalita' e tendenze.
Ma le tue reazioni sono altrettanto legittime e tu le analizzi con onesta' senza cercare pretesti....una delle tue qualita' che non si puo' sorvolare.
hava is offline  
Vecchio 29-05-2008, 15.49.20   #25
Pipoca
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

Ciaop.

La maschera che noi portiamo, sia essa consapevole o inconsapevole (argomento molto interessante...), ha comunque una doppia valenza: per chi la porta, ma che per chi la interpreta.

La mia immaginazione su come possa essere la persona dietro ad un nick, così come dietro a un nome o ad un volto stesso è soggettiva e sicuramente diversa dall'immaginazione di un altro.

Oppure possono non coincidere le intenzioni con le percezioni: se l'intento, più o meno sincero, di chi sceglie un nick non coincide con la percezione altrui, il confronto diventa sempre più problematico.

E' un rapporto ambivalente, creato sia da chi si rappresenta che dallo spettatore. Pregiudizi o aspettative, concezioni diverse, relativismo.

Come fare a superare l'ostacolo?
Pipoca is offline  
Vecchio 30-05-2008, 18.25.42   #26
donella
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Riferimento: Dietro a un nick c'è sempre....

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Originalmente inviato da Pipoca
Come fare a superare l'ostacolo?

Ciao Pipoca.
Non ho la risposta ma sono convinta che la domanda meriti e che sia quella "giusta", qui giunti.

Io ci provo , ad affrontare questo ostacolo, come farei con qualunque altro ostacolo:
1) cercando di non dimentacicare mai che C'E'.
2) cercando di valutarne con la massima attenzione le misure;
3) cercando di annotare i possibili perchè di ogni frontale con l'ostacolo, per metterli in sistema e (cercare di) ridurre le incognite all'allenamento successivo.

Immagino quanto questo possa suonare arido (è allenamento anche questo) a chi ritiene che "siamo uno" e che l'unico ostacolo che ci creiamo si chiama ... ora "pensiero" e ora "linguaggio"....
Rozzissimamente (che posso fare più che ammetterlo?) ... io mi vedo "io" con l'esigenza dalla nascita di sintonizzarmi (se possibile) con quanti più possibile "io" di altri (che erano proprio simili al mio, prima delle tentate sublimazioni: era ieri che tutti sul seggiolone urlavamo "è mioooooooooo").
Poi si cresce con potenzialità e soprattutto incontri diversi.... e c'è chi rinnega "é mioooooo" e se ne vergogna.... e c'è chi dice "beh, sì, "è mioooo" è un dato di realtà: parliamone piuttosto che termovalorizzarlo".

donella is offline  
Vecchio 30-05-2008, 21.23.15   #27
Noor
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Originalmente inviato da donella
Immagino quanto questo possa suonare arido (è allenamento anche questo) a chi ritiene che "siamo uno" e che l'unico ostacolo che ci creiamo si chiama ... ora "pensiero" e ora "linguaggio"....
Rozzissimamente (che posso fare più che ammetterlo?) ... io mi vedo "io" con l'esigenza dalla nascita di sintonizzarmi (se possibile) con quanti più possibile "io" di altri (che erano proprio simili al mio, prima delle tentate sublimazioni: era ieri che tutti sul seggiolone urlavamo "è mioooooooooo").
Non è per niente arido secondo me..
Riconoscere che siamo uno,non è disconoscere che v'è anche una mente,un pensiero.Tutto sta metterli al loro posto,per quel che compete loro..
Diventano ostacolo se non riconosciamo il loro sviluppo ipertrofico.
Non riesco ad immaginare come saremmo senza poterci riconoscere ognuno nel proprio corpo,ognuno con le "sue" cose..
avvertendo,nello stesso tempo, in questo mascherarsi che è l'ego, un grande Gioco che ci rende possibile vivere insieme ad altri "m-io"..
Ecco per me un'argomento sempre interessante..(ognuno con i suoi gusti,no?)Ciao
Noor is offline  

 



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