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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 29-04-2004, 19.18.41   #11
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
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mi dispiace pennac.
io parlo da esterno alla situazione, al massimo sono all'interno di gruppi di saltuari fumatori, ma nulla più; spero di non ferire nessuno, che è così facile, quando si parla di argomenti che da fuori sono sempre considerati in modo troppo superficiale.

noi stiamo parlando di "ipersensibilità emotiva", quindi di un'eccessiva risonanza delle "corde" emotive interiori agli eventi esterni. Quindi di "fragilità", una minor resistenza ai problemi che scuotono da dentro o da fuori.

che tutti i bimbi siano così non lo credo.
di bimbi più o meno sicuri ce ne sono: c'è quello che parte da solo all'avventura, per raggiungere il gelataio e scroccargli un gelato, e quello che se ne sta spaurito, attaccato con le sue manine alle gonne della mamma.

ci sono delle differenze fin dai primi anni di vita.
poi gli eventi; una vita tranquilla e senza grossi terremoti viene sopportata bene da chiunque, una mai serena, sempre preda di bestie nere, da pochi.

ma oltre a questo, le sale cinematografiche pullulano di modelli distorti, estremi, a volte sotto sotto ironici, ma di un ironia comprensibile da un "pubblico adulto".
Non di rado esperienze "tossiche" vengono presentate come modelli veramente fighi di vita! come mai?
r.rubin is offline  
Vecchio 29-04-2004, 19.23.21   #12
nicola185
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Data registrazione: 15-02-2004
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x Pennac

Mi spiace molto. So cosa significa vivere certe tragedie in famiglia. Nella mia famiglia c'ero io. Ma sono sopravissuto. Per l'esperienza che mi son fatto, per il tipo di lavoro che ho intrapreso mi son reso conto che la guerra non dovevo combatterla contro l'eroina o la cocaina, (la seconda è ancora più terribile soprattutto se assunta via endovenosa) ma contro il peggiore di nemici che mi potessero capitare: me stesso. So cosa significa vedere la disperazione impressa in chi ha deciso di annientarsi. Io la mia la vedevo attraverso gli occhi di mio padre. Chii usa sostanze non viene corrotto dagli amici malsani. Chi usa sostanze e si distrugge è perchè la distruzione ce l'ha già dentro, l'ha già provata in tenera età. Questo mi insegna la mia esperienza.
nicola185 is offline  
Vecchio 29-04-2004, 20.27.04   #13
Marco_532
Vivi!
 
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... condivido il tuo pensiero Nicola ... questo crea il tossicodipendente e non la semplice curiosità di provare ... anche se a volte questo è un ottimo passaggio per la tossicodipendenza ...
Marco_532 is offline  
Vecchio 29-04-2004, 21.03.38   #14
nicola185
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Credo che ognuno di noi ha in se un inferno interiore. Cambia solo il modo di farlo tacere. C'è chi lo fa tacere attraverso la carriera, chi attraverso lo sport, chi attraverso relazioni virtuali, chi attraverso un amore, chi attraverso tutte queste cose ed altro. Diventiamo così bravi nel fare questo che qualche volta siamo convinti di non avercelo proprio. Credo anzi che la maggioranza della gente cada in questo tranello. Ma quando questo inferno affiora, perchè ci accade qualcosa di talmente traumatico che lo richiama in vita, l'imbattersi nell'eroina è sinonimo di fine per molti. L' eroina permette a molte persone di non impazzire ma come dazio chiede spesso la vita. La cocaina, invece permette di richiamare in vita certi traumi, a volte rimossi, in modo tale da poterli, in un certo qual modo rielaborare, o per lo meno ci illude di pensare che le ossessioni che viviamo siano da attribuire alla sostanza stessa. Ma anche lei presenta contii molto salati. Lavoro, patente, relazioni, famiglia, SOLITUDINI ORBITALI. Oggi personalmente ho imparato che l'inferno bisogna affrontarlo perchè i nostri demoni peggiori sono sempre comunque umani. Come me e come tutti voi. Nè più
nè meno.
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Vecchio 29-04-2004, 23.24.48   #15
Attilio
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Sembra assurdo, ma c'è anche chi l'inferno impara a goderselo, qualche volta...

Nicola, già dai tuoi primi post traspariva una spiccata sensibilità all'argomento.

Mi spiace per chi, sfortunatamente, si è trovato a contatto con queste inspiegabili situazioni. Sono vicino a chi ha perso qualche caro.

Ciao!
Attilio is offline  
Vecchio 29-04-2004, 23.32.44   #16
nicola185
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Messaggio originale inviato da Attilio
Sembra assurdo, ma c'è anche chi l'inferno impara a goderselo, qualche volta...

Nicola, già dai tuoi primi post traspariva una spiccata sensibilità all'argomento.

Mi spiace per chi, sfortunatamente, si è trovato a contatto con queste inspiegabili situazioni. Sono vicino a chi ha perso qualche caro.

Ciao!

Girarlo al positivo. Darci un senso. E allora tutto diventa molto più bello. Anzi semplicemente vita.
"Il Paradiso è fatto del calore dell'Inferno" dal libro "Cuore di Mostro" di Maria Rita Parsi
nicola185 is offline  
Vecchio 30-04-2004, 10.40.13   #17
@tess@
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Credo che ognuno di noi ha in se un inferno interiore. Cambia solo il modo di farlo tacere. C'è chi lo fa tacere attraverso la carriera, chi attraverso lo sport, chi attraverso relazioni virtuali, chi attraverso un amore, chi attraverso tutte queste cose ed altro. Diventiamo così bravi nel fare questo che qualche volta siamo convinti di non avercelo proprio. Credo anzi che la maggioranza della gente cada in questo tranello. Ma quando questo inferno affiora, perchè ci accade qualcosa di talmente traumatico che lo richiama in vita, l'imbattersi nell'eroina è sinonimo di fine per molti
Sono d'accordo con cio che affermi Nicola, credo che la differenza tra chi arriva alla tossicodipendenza, chi alla depressione e chi ad altre forme di "sublimazione" del proprio inferno interiore sia dovuto alla diversa modalita' di reazione alle difficolta'.... c'e' chi subisce passivamente, chi cerca di reagire e chi combatte.
Il modo scelto a mio avviso dipende molto dal nostro imprinting, dal nostro modello familiare.... che pero' si puo' cambiare attraverso un arduo processo di crescita e consapevolezza interiore..... Bellissima la frase che conclude il tuo post.....

. Oggi personalmente ho imparato che l'inferno bisogna affrontarlo perchè i nostri demoni peggiori sono sempre comunque umani. Come me e come tutti voi. Nè più
nè meno.... Credo che questo sia un messaggio molto positivo per tutti noi.... grazie..
ciao
@tess@ is offline  
Vecchio 30-04-2004, 21.01.20   #18
dana
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ciao Nicola, se la tossicodipendenza è l'effetto di un malessere interiore, può essere che qualcuno, dall'esterno, sia in grado di intervenire per dare aiuto a risolvere il malessere, senza finire nella dipendenza? C'è un momento in cui un incontro, una persona, la famiglia, la scuola, un medico, può consentire di evitare di imboccare la strada della droga?
Si dovrebbe essere in grado, in una società civile, di dare una mano ad un adolescente in lotta con i propri fantasmi.
Ma forse sto pensando ad un mondo ideale, non a quello attuale, dove la sensibilità, che è un pregio, diventa quasi un ostacolo alla sopravvivenza.

Può avere effetti positivi, come per tutte le grandi difficoltà, chi sopravvive diventa più forte e più ricco interiormente, una persona nuova migliore.

un abbraccio
dana is offline  
Vecchio 30-04-2004, 22.07.44   #19
nicola185
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Credo che in certi casi sia molto difficile. Gli adulti a volte ci provano, ognuno con le proprie modalità. Ma metaforicamente, gli adolescenti e, ancor più i bambini, parlano ancora la lingua universale, quella che si parlava prima della costruzione della Torre di Babele. Coloro che parlano le lingue che sono venute dopo, spesso si pongono in veste di portatori di verità di insegnamenti dicendo quello che si deve e non si deve fare. Lo sforzo, invece, credo che debba essere indirizzato più verso la condivisione delle proprie difficoltà delle proprie sofferenze offrendo, magari ai giovani interlocutori, le risposte scelte caso per caso. Offrendo appunto, non imponendo. Spesso cadiamo nello stupido tranello di pensare che i bimbi o anche i ragazzini siano troppo piccoli per capire o troppo deboli per poter reggere le nostre sofferenze. Ci sono bimbi che emotivamente si fanno carico dell'intera sofferenza della loro famiglia permettendo agli altri componenti di poter decollare. Bimbi che fanno da pista da dove poter decollare. Se non ci fossero gli "idioti", come ci si potrebbe sentire intelligenti? Se non ci fossero i "cattivi", come ci si potrebbe sentire buoni? Ma spesso queste considerazioni sfuggono alla comprensione razionale proprio perchè non supportate dalla consapevolezza emotiva. Per poter aiutare gli altri, penso, Dana, che si debba, prima di ogni altra cosa, rendersi conto del nostro bisogno d'aiuto.
nicola185 is offline  
Vecchio 01-05-2004, 01.05.32   #20
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Ulteriori considerazioni

Rispetto alle cause che possono portare all’uso di sostanze ho ripescato questo passo tratto da “Storie di ordinaria follia” di Henry Charles Bukowsky. Non condivido tutto quello che c’è scritto ma tengo conto dell’anno in cui lo ha scritto (1967 quando sono nato io combinazione). Lui parla specificatamente dell’LSD ma credo che non si discosterebbe da molto, almeno in alcuni tratti se parlasse anche di altre sostanze pesanti.


“ L’LSD può pure farti a pezzi perché non è un’arena per leali impiegati delle poste. Certo, l’acido cattivo al pari di una cattiva puttana può metterti fuori gioco. Anche il gin fattincasa nella vasca da bagno ha avuto, durante il proibizionismo, i suoi bei dì. La legge crea la propria malattia in velenosi mercati neri. Ma perlopiù, i brutti “viaggi” psichedelici sono dovuti al fatto che chi vi si imbarca era già avvelenato dalla stessa società. Se un uomo ha preoccupazioni, per l’affitto, la rata della macchina, il cartellino da timbrare, mandar il figlio all’università, portar l’amante a cena in un locale carissimo, l’opinione dei vicini di casa, il bene della patria, oh mio Dio cosa farà Brenda Starr, allora una compressa di LSD lo farà, probabilmente impazzire perché,in un certo senso, è già pazzo e tira avanti solo perché è trascinato dalla corrente, sostenuto dalla routine,intontito da tutto il fracasso che l’esenta dal pensare con la propria testa,. Per un trip ci vuole uno che non sia già stato messo in gabbia, che non sia già stato inculato dalla grande Paura che, in tal modo, spinge avanti l’intera società. (opinione personale mia: una persona libera non ne sentirebbe la necessità) Purtroppo, molti uomini, sopravvalutano se stessi come liberi pensatori. Ed è un grosso sbaglio della generazione hippie, non fidarsi di nessuno oltre i 30 anni. 30 anni non vuol dire un accidenti. Molte persone vengono catturate e addomesticate già all’età di 7-8 anni. Molti giovani SEMBRANO liberi ma si tratta solo di un fatto chimico ed energetico che riguarda il corpo e non già di una realtà che riguarda lo spirito. Ho conosciuto uomini liberi nei posti più strani e a TUTTE le età (portieri di albergo, ladri di auto, benzinai) e anche alcune donne libere (infermiere o cameriere perlopiù) e di QUALSIASI età. L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino.
Un viaggio psichedelico vi mostra cose non soggette ad alcuna norma. Vi mostrerà cose che non sono nei libri di testo e cose contro cui non potete sporgere querela, o reclamare in municipio. L’erba rende semplicemente più sopportabile l’attuale società. L’LSD è invece una nuova società a sé stante. Se tu sei un inserito, puoi pure rubricare l’LSD come “droga allucinogena” e lavartene le mani. Ma quel che si intende per “allucinazione” varia a seconda di dove ti trovi, ovvero del polo sul quale ti orienti. Qualsiasi cosa ti succede quando ti succede diviene realtà: sia un film, un sogno, un atto sessuale, ammazzare, venire ammazzato, o mangiare una pizza. Solo le bugie vengono imposte dopo. Quel che succede, succede. Allucinazione è solo un vocabolo, un piedistallo sociale. Quando uno muore per lui la faccenda è molto reale; per gli altri solo una disgrazia o un ingombro da levar di torno. E per questo c’è il cimitero. Quando il mondo ammetterà che TUTTE le parti rientrano nel quadro d’insieme, si potrà cominciare a sperare. Qualsiasi cosa vede l’uomo è vera. Non è mica stata portata lì da qualche forza estranea: era lì prima che lui nascesse. Non biasimatelo per il fatto che adesso lui la vede, e non date a lui la colpa se diventa matto solo perché maestri sacerdoti non furono abbastanza saggi da insegnargli che l’esplorazione della realtà non ha mai termine, e che siamo degli ******* a limitarci all’abbicì del mondo. Non è l’LSD la causa del brutto viaggio: ma tua madre, il governo, la ragazza di rimpetto, il gelataio dalle mani sudicie, lo studio imposto controvoglia dell’algebra o dello spagnolo, la puzza di un cesso del 1926, un uomo dal naso troppo lungo quando a te t’hanno detto che i nasoni sono brutti; sono stati i lassativi, la causa, è stata la brigata Abramo Lincoln, la pubblicità della margarina, la faccia di Roosevelt, sono state le caramelle al limone, è stato lavorare per 10 anni in una fabbrica e venirne licenziato perché sei arrivato in ritardo di 5 minuti, è stato per via di quel fregnone che ti insegnava la storia in quinta elementare, è stato per via del tuo cane investito da un auto e nessuno ti fà da testimonio, è stato per via di tante cose la cui lista verrebbe lunga 5 Km.
Un brutto viaggio? Tutto questo paese, tutto il mondo sta compiendo un brutto viaggio, amico mio, ma a te t’arrestano per aver ingoiato una compressa.”
nicola185 is offline  

 



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