Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Psicologia
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze


Vecchio 11-05-2004, 10.35.00   #1
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Il dolore

Debitamente autorizzato dall’autrice, inserisco nel forum alcune pagine che io ritengo bellissime, che trasudano sofferenza. Evito qualsiasi mio commento. E’ mia intenzione condividerle con voi solo perché le ritengo genuine e rappresentative di un animo sofferente. Questo che segue è il primo testo, successivamente ne inserirò anche altri.
L’autrice è una donna, in questo primo brano ha reso i periodi al maschile per evitare che chi la conosce la individuasse, il testo è stato già pubblicato su un sito Internet, nel prosieguo rinuncerà a questa sua ulteriore difesa… solo alla fine, nell’ultimo brano, è chiarito il motivo di tanta sofferenza, ora non intendo anticipare nulla.


La mia penna è un ago acuminato che stuzzica il cuore. La intingo in un calamaio colmo di neri e vischiosi umori. Scrivo su una scolorita pergamena in cui restano fatalmente visibili profonde cicatrici, ricordi di dolori mai sopiti. Per tergere i miei scritti ho solo una lercia ed avvizzita carta assorbente troppe volte utilizzata, misero anelito di una vita che nella penombra stancamente si trascina. Il mio Romanzo è impregnato del dolore che ho vissuto e fatto vivere. Scrivo alla fioca luce di un fuoco fatuo, effimera lucciola nell'immensa ombra di una cupa notte senza luna. Orridi coaguli di sangue sono i caratteri che traccio sulla ruvida superficie. Segni occulti fatti d'ambiguità, il cui indecifrabile mistero si raggruma componendo il profilo di una truce fiera che emette atroci disperanti urla. Chino su un arido prato d'ortiche, colgo avvilito le foglie cadute dagli alberi, che mai più ritorneranno. Oramai, esanime, traccio un segno rosso, sangue, sul passato, e non colmerò gli spazi vuoti del futuro. Una vita, cos'è una vita se non uno sprezzante ricordo che azzanna e una laida lusinga che si accende? Un anelito di vita infarcito di timori per quello che sarà.
Un giorno, forse, tutto questo finirà.
visechi is offline  
Vecchio 11-05-2004, 18.18.48   #2
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
E' uno straziante grido di dolore. Mi è parso il grido di una donna in travaglio che sta facendo nascere suo figlio. Il figlio di questa donna si chiama vita. La vita meravigliosa e straordinaria che si fa strada nella sofferenza.

In questo dolore che stringe il cuore io ho visto la vita, la vita che questa donna non so se consapevole o meno sta vivendo nella sua pienezza.

Persona incredibilmente straordinaria, che può essere solo amata.
Grazie

Mary
Mary is offline  
Vecchio 11-05-2004, 18.35.21   #3
bomber
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
e pensare che il dolore e solo un nostro pensiero e che alla fine non esiste ....
bomber is offline  
Vecchio 12-05-2004, 09.46.13   #4
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
2^ parte

Quello che segue è un secondo brano composto sempre dalla stessa autrice. Ancora una volta descrizioni di tetri paesaggi fanno da cornice al suo modo di vedere ed interpretare il mondo. Esplicative del suo dolore sono le metafore utilizzate… trasudano sofferenza da ogni parola… non vi è alcuno spazio per la Speranza; descrive una Natura ostile, nemica, che aggredisce in ogni sua manifestazione. La conclusione sembra quasi voler annunciare la propria meraviglia per essere ancora fra i vivi e il perdurare di una situazione soffocante. Forse non è vero che il dolore sia solo una rappresentazione della nostra mente.

Nere, pesanti, acide gocce di pioggia, veementi scrosciano da un plumbeo cielo di nuvole tetre.
Fradicia osservo le spighe avvizzite che, chine, affrante, piangono su un arido campo.
Lontano, tetri proclivi di monti percossi da freddi venti, presagi d'orridi eventi, fanno cornice ad un triste teatro chiamato vita.
Pioggia, ferale lavacro, disadorno simulacro di fasti remoti solo intravisti.
Fiele che impregna, violenta, brucia e buca la pelle, scorre veloce e s'insinua nell'anima.
Greve è il sospiro del mondo, nero è il colore del sole che brucia e non scalda.
Un fiume impetuoso che erompe, valica gli argini, spazza via case e trascina corpi enfiati dall'acqua che uccide; galleggiano tristi carcasse, oramai unici funerei fiori in un campo slavato… un nero sudario.
Irregolari contorni di nere montagne precludono lo sguardo ad un orizzonte in cui s'avanzi un'aurora… il buio che vince…
Eppure sono qui, a guardare quest'enigmatica sprezzante pantomima che mi ostino a chiamare vita.
Niente ho da offrire, solo un lugubre pianto, per chi vuole ascoltare.
Oggi, sono ancora così.
visechi is offline  
Vecchio 12-05-2004, 12.13.46   #5
basil
Ospite abituale
 
L'avatar di basil
 
Data registrazione: 16-08-2003
Messaggi: 242
mi sembra di leggerci un po' troppo compiacimento narcisistico... sarà lo stile 'letterario'...
basil is offline  
Vecchio 12-05-2004, 12.52.55   #6
dawoR(k)
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
Exclamation ...azzarola

ma nemmeno baudelaire
in preda
ai fumi dell'assenzio...

<<<w.>>>
dawoR(k) is offline  
Vecchio 12-05-2004, 14.14.28   #7
July
Ospite
 
L'avatar di July
 
Data registrazione: 16-04-2004
Messaggi: 15
Che ottimismo!

Mi sembra tanto una lettura da aspiranti suicidi.

Io non sono proprio una di quelle che riuscirebbe ad ascoltare per tanto il "lugubre pianto".... però nello stesso tempo mi incuriosisce un po' sapere cosa può provocare una visione della vita così estrema.
July
July is offline  
Vecchio 12-05-2004, 16.45.36   #8
Vi@nne
Ospite abituale
 
L'avatar di Vi@nne
 
Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
Citazione:
Messaggio originale inviato da basil
mi sembra di leggerci un po' troppo compiacimento narcisistico... sarà lo stile 'letterario'...

Sottoscrivo
Vi@nne is offline  
Vecchio 13-05-2004, 09.56.26   #9
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
3^ parte

La chiusura del brano che segue, il terzo in ordine di stesura… almeno credo, fa emergere una volontà tenace di mantenere, nonostante il dolore e il senso di vuoto, dei contatti con il mondo esterno, anche se alimentati o tenuti in piedi solo attraverso la virtualità di un forum, insomma, una gran voglia di comunicare. L’apertura, che non so bene se faccia parte integrante del corpo del testo o se sia solo una specie di dedica, annuncia una risposta che l’autrice fornì ad una persona che attraverso un forum le aveva dimostrato sensibilità, affetto e comprensione e le aveva domandato qualche notizia circa la sua situazione; sono in possesso anche delle varie risposte o dei vari interventi che i suoi scritti hanno determinato.
Non vedo alcun compiacimento narcisistico, tantomeno letterario, più che altro una profonda solitudine determinata da eventi traumatici che l’hanno coinvolta e da cui è stata travolta.


Te ne do' solo una piccola stilla.
Sola, indolente, seduta su un sasso, spento il fragore del mondo, stanca, percossa nel cuore, osservo un'anima affranta, delusa, contratta in se stessa.
Oramai parlo a me stessa. Dipingo me stessa mentre osservo me stessa che ascolta il silenzio.
Un deserto, un'arida terra, un fuoco che brucia. Atmosfere pesanti. Alberi dalle braccia spezzate, chini e prostrati, privi di nerbo. Fiori recisi, campi mai arati e sempre violati. Lurida melma di un tetro acquitrino. Putridi morti ti camminano affianco; relitti di vita che piano sfiorisce. Case bruciate, abbattute da dardi cruenti. Tetti strappati da venti impetuosi. Lerci banditi ti rubano l'anima. Biechi assassini affilano lame. Schianti d'ossa frante, divelte dal corpo. Corpi oltraggiati da laidi sguardi. Risa sguaiate di sordide troje. Luci inquietanti proiettano ombre spietate. Deliri interrotti da urla agghiaccianti. Aliti immondi di bestie feroci. Figli rapiti alle braccia di madri. Croci insozzate dall'altrui codardia.
Questa è la vita.
Ora sono qui, fra voi, triste, avvilita, recisa e stanca, sospesa fra questo sconquasso, trovo parole che non danno conforto, prive di senso. Vane parole che riempiono l'aria, che recan molestia.
visechi is offline  
Vecchio 13-05-2004, 10.21.35   #10
basil
Ospite abituale
 
L'avatar di basil
 
Data registrazione: 16-08-2003
Messaggi: 242
Re: 3^ parte

La scrittura può avere un valore terapeutico.
Ma può anche essere uno schermo al nostro sentire, separarci da esso.
In questo caso non sentiamo più il nostro dolore, non restiamo in contatto con esso, non lo ascoltiamo davvero, lo rappresentiamo.
E diventa qualcosa di morto, di falso.
Cui eleviamo altari e ci prosterniamo.

IMHO.
basil is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it