La Maschera (persona) ha un ruolo fondamentale nella vota intrapsichica di un essere umano. Non è una semplice proiezione dell'io, nè una costruzione ipocrita per apparire. E' fondamentalmente un contenitore, una protezione dietro la suale costruire in mopdo più ... "intimo" la relazione con il Sè.
Un essere umano che non abbia una "persona" ebn strutturata è nudo. O meglio, senza pelle.

No, non proprio. L'ombra non è sempre e necessariamente la compensazione di un aspetto inflazionato. A volte.
Ma Jung si è occupato di descrivere una parte della psiche che lui chiama appunto "maschera" o "persona".

Care cielo e fragola le vostre osservazioni allargano proficuamente il discorso ma vorrei precisare che “la vita è recita?” Va compreso in un contesto psicosociale d’interazionismo simbolico dove l’interesse per l’impressione sugli altri si manifesta nelle forme della presentazione del Sé.

Tutto ciò che facciamo avrebbe implicazioni specie in termini d’ingraziamento, autopromozione, ecc. attraverso condotte vestiti, risultati, ecc. e sarebbe anche un importante strumento di autoconoscenza.

In senso junghiano (Tipi psicologici) potrei circoscrivere il significato di “maschera” nell’adattamento cosciente a ciò che è collettivo. C’è falsità se l’individuo s’identifica completamente con la propria persona.-maschera con scarsa consapevolezza della propria interiorità e incapacità di percepire ciò che va al di là del proprio ruolo sociale manifestando così un atteggiamento rigido. Quindi “maschera”significativa in senso sociale.

mi stai facendo venire in mente quello che io, da profana, chiamo 'processo identificativo' e che uso spesso sul lavoro.
I miei tailleur tirolesi ne sono un esempio, li tiro fuori quando devo trattare con qualche cliente sui settanta...semplificano la vita...chi mi sta di fronte si rilassa, mi identifica in un essere in grado di comunicare con lei, si tranquillizza e si apre con più fiducia, faccio meno fatica.
Poi il prodotto è sempre prodotto da me ed io sono sempre io.
E non considero una finzione mettermi quella 'maschera'.
Certo è che considero diverso fare lo stesso nel privato e farlo con coscienza...

Chi dispone di un’ampia gamma di autoimmagini è variabile e imprevedibile nelle sue autopresentazioni anche in vista di una visibilità con finalità precise.

E’ un’abilità anche sapersi vestire in modo coerente alla propria personalità e alle occasioni da vivere. L’abito racconta molte cose ed è ciò che gli altri vedono di noi ancor prima di conoscerci.

In senso Junghiano, se l'individuo si identifica completamente nella persona-maschera indubbiamente c'è un serio problema.
Ma sarebbe altrettanto serio se l'individuo si identificasse con l'anima o con il Sè. L'equilibrio psichico è un rapporto "etico" di queste figure intrapsichiche, che non sono esistenti in sè. Non è che abbiamo una persona, un'anima un io e un Sè come abbiamo un maglione, un libro di poesie, un documento e un giardino segreto. Oggetti casuali ma non troppo. Siamo interi.

La persona –maschera è irrinunciabile per l’adattamento sociale. Se c’è identificazione con la Persona e disconoscimento dell’Anima : io risolto nei ruoli sociali e culturali a scapito di sentimenti, intuizioni, creatività. Se c’è identificazione con l’Anima e disconoscimento della Persona: io fragile risolto negli aspetti irrazionali ed emotivi. Si trascura l’esigenza della Persona e si sogna più che vivere il mondo

e tu cosa sei?

Sono frammenti di personalità tra Anima e Persona

Limpido come il sole di oggi su Roma!