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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 29-02-2008, 21.36.30   #601
tmusa
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Originalmente inviato da Noor
Non c'è nessuna volontà che doma la mente..
sarebbe come voler domare un cavallo imbizzarrito.
Solo dandogli la possibilità dello "spazio" ,non fugge via,scorazza sin che vuole e poi si arrende..( e non alla "tua" volontà:anche quella è illusione)
Questo spazio che si offre è l'osservazione-testimonianza. ..
Insomma,per capirci, se fosse la tua volontà a gestire queste pulsioni e movimenti della coscienza,finiresti presto in manicomio.
Affidandosi ad una Volontà superiore,ecco che l'Equilibrio si ripristina da se,senza controllo o repressione:è la Legge del Tao,in fondo.
Ma è quello che fai anche tu tmusa..
perquanto tu non lo abbia voluto ancora riconoscere...
Caro Noor,
lo so che su questo abbiamo una diversità di approccio. Ti voglio però aggiungere che nella sostanza essi non sono diversi.
Innanzitutto bisogna fare una differenza. Bisogna distinguere se ci si rivolge a chi ha gia avuto l'esperienza oppure no. Per esempio, quando tu scrivi qualsiasi cosa, per me è perfettamente tutto chiaro, ma noto che qualcuno mostra di non comprendere, spesso è portato a considerare le tue parole in modo superficiale, o letterale, senza penetrare il vero significato che è di natura spirituale.
Quando io scrivo, come in questo caso, che parlo della volontà, mi rivolgo a persone che non hanno mai avuto l'esperienza o che, pur avendola avuta non riescono a ripeterla, o l'hanno avuta in maniera fugace e vorrebbero approfondirla.
D'altra parte, anche tu parli di volontà superiore, che possiamo tradurla come una volontà non condizionata.
Allora, per tornare al discorso sulla volontà, voglio raccontare un'esperienza di illuminazione tutta giocata sull'esercizio puro della volontà.
Ricordo avevo appena finito di leggere l'autobiografia di uno Yogi di Yogananda e rimasi rapito dalla bellezza di quel libro. Avevo già avuto una prima esperienza di satori, ma da moltissimo tempo non riuscivo a ripeterla.
La lettura del libro però mi suscitò una nostalgia struggente ma allo stesso tempo dolcissima, di rientrare nella squisita dimensione illuminativa. Ero così turbato che feci una sorta di voto: da questo momento non accetterò alcuno stato emotivo che non sia l'Illuminazione: nessun sentimento, nessuna emozione, nessuna pulsione ancorché infinitesima, nulla.
Ecco questo è un esempio quando parlo di atto di volontà pura.
E così fu. Ricordo che ero andato in viaggio a Napoli per una questione di lavoro. Aggirandomi per via Mezzocannone mi fermai presso una bancarella che fra le cianfrusaglie vendeva le statuete di giada del buddah. La vista e mi procurò una piccola emozione di sorpresa e piacere; risoluto com'ero spensi anche quella. Poi così per tutta la mattinata; non appena sorgeva un pensiero e a questo seguiva uno stato emotivo, lo spazzavo via. Per farla breve, verso le tre del pomerigio, all'ennesimo tentativo della mente di condurmi con le sue erranti ideazioni verso stati emotivi non desiderati, ho risposto con l'ennesimo rifiuto di seguirla ma questa volta, accettta la resa incondizionata della stessa mente, ecco sorgere splendida la dimensione dell'lluminazione.
Ecco questo è un esempio di atto puro della volontà. Qui non c'è un ego che agisce. Anzi, la mente, l'ego, le circostanze: tutto tramo contro l'instaurarsi del dominio di quell'atto puro.
Ma ti dico di più, il principio dell'atto puro della volontà, come strumento di emancipazione sta anche alla base del "utilizzare le offese" del forum di Atisha.
Nella strutturazione della nostra personalità il prestigio personale,il decoro, la dignità, la reputazione, l'autostima, la considerazione sociale sono cose che vanno difese a tutti i costi. Se qualcuno le mette in dubbio o le offende provoca in noi una lacerazione sanguinosa. Ovvia, scontata, spontanea e naturale è la reazione di rabbia di fronte ad uno che ci offende.
A un certo punto uno dice a se stesso (atto puro della volontà), se quella persona mi offende prenderò quelle offese come coriandoli di carnevale.
La cosa accade. Noi rispondiamo con un sorriso divertito e festoso.
La volontà ha vinto la mente e le macchinazioni dell'io hanno perso.
Moltiplicato ad libitum questo giochetto ha un esito scontato: l'Illuminazione.
Ciao Noor, e grazie dei tuoi preziosi contributi.
tmusa is offline  
Vecchio 29-02-2008, 23.16.14   #602
Yam
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Originalmente inviato da visechi


Credo che abbia agito così, cioè utilizzare nella medesima accezione semantica diversi vocaboli, forse per evitare fastidiose ripetizioni… oltre ad essere un eminentissimo scienziato, il Nobel lo attesta, che sia anche un purista della sua lingua?


Ma dai, scommetto che di Eccles hai letto solo quelle poche parole da me postate...che oltretutto sono state tradotte dall'inglese!

Il contributo di Eccles alla terapia del dolore e' stato molto importante, a me basterebbe gia' questo....ed e' di questo che volevo parlare! In realta' nessuno sa niente di quella cosa misteriosa che chiamiamo Se' metafisico, lo stesso Eccles ammetteva questo, sta di fatto che qualcosa c'e', qualcosa in grado di "guarire", "armonizzare", "regolare" cio' che il caotico manifestarsi degli eventi fenomenici crea: il dolore!

Dell'aspetto filosofico non mi importa molto, so che era Cristiano e Dualista..ovviamente..e magari ha cercato di aggiustare le sue scoperte, di sistemarle e teorizzare condizionato dalla sua visione filosofica.
Ad ogni scienziato accade di fare i conti con la propria coscienza, con la propria sensibilita'..tanto piu' se e' un medico!
Ma alla fine cio' che conta e' qualcosa di molto, molto pratico!
Tu hai l'ossessione dell'analisi logica, scommetto che a schuola (l'h ce l'ha mettevo davvero) eri molto bravo in questo.

p.s.: non so se continuare, Tmusa che ne dici?
Yam is offline  
Vecchio 29-02-2008, 23.22.58   #603
Noor
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Originalmente inviato da tmusa
accettata la resa incondizionata della stessa mente, ecco sorgere splendida la dimensione dell'lluminazione
...è un esempio di atto puro della volontà. Qui non c'è un ego che agisce.
Caro tmusa
Piuttosto che evidenziare le superficiali differenze e sfumature che potrei cogliere,stavolta mi soffermo invece su ciò che ritengo comune al “linguaggio” a me più congeniale.
..Rappresenta un “passaggio”costruttivo, ritengo..Almeno per me lo è..
Salvo dunque,in sintesi questa tua frase,che ben rappresenta da sola il tuo ragionamento.
Credo che basti …senza andare a sottilizzare e badando piuttosto al Succo.Ciao

PS Se posso dirti la mia impressione,ti ha fatto bene rimanere presente in questo forum..E' un confronto che paga,se ben utilizzato..non trovi?
Noor is offline  
Vecchio 29-02-2008, 23.30.32   #604
tmusa
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Originalmente inviato da visechi
Ma in questo meccanismo, fondamentalmente occulto, non è obbligatorio scovare le tracce della deità o di una Coscienza Superiore, se non quell’unica traccia che può razionalmente condurre alla più elevata e sostanzialmente oscura funzione della nostra mente.
Ciao
Infatti non lo è obligatorio. Però mi accorgo che parliamo di cose diverse. Quando si parla di intuizione, volendo descrivere, l'esperienza del Satori, questa è in realtà solo un'approssimazione con l'eureka, cui siamo abituati nella nostra esperienza ordinaria. L'illuminazione è qualcosa in più. Infatti non esiste un'intuizione tale che ti scuolte alle fondamenta, e che ti cambia la vita anche dopo. Allora, l'unico modo per averne una piena comprensione purtroppo è solo sperimentandola, per quanto ci si sforza, ed io ci ho provato in tutti i modi, i realtà non si riesce a definirla correttamente. In questo avevano ragione gli antichi saggi quando dicevano: il Tao di cui si parla non è il Tao.
Per questo sarebbe opportuno farne una reale esperienza.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Fai torto a me, ed anche alla tua intelligenza.
Ciao
Sia chiara una cosa, qualsiasi mia affermazione polemica o confutazione non riguarda mai la persona. Esclusivamente un concetto, un tono o la tenuta logica di un ragionamento, come si conviene in un forum. Non esiste i me come metodo fare torto a nessuno.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
I tronfi impellicciati non sono certamente Madre Teresa, Francesco d’Assisi, Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, per citare gli occidentali, Yogananda e i tanti altri mistici orientali che popolano con i loro scritti e pensieri le biblioteche del pianeta. Sono gli oziosi signorotti annoiati, in special modo occidentali, che per vincere il tedio interiore si sollazzano con una filosofia (quella orientale) complessa ed affascinante, giungendo ad una sintesi fra il proprio desiderio di vincere la noia e la complessità del messaggio della spiritualità del sol levante. Sono coloro che compiono un sincretico amalgama fra cultura occidentale e spiritualità orientale. Sono coloro che pascono e cullano la propria uggia, infuocata dal desiderio di non vedere e sentire, con spiritualità che per essere com-prese (cioè prese dentro) necessitano di una forma mentis e di una disposizione d’animo non utilitaristica, tipica del mondo occidentale.
Ciao
Come osservazione generale mi trovo pienamente d'accordo con questa analisi. Anch'io trovo le mode spirituali, la new age, gli yoga da salotto, lo zen da gossip, come una degenerazione ridicola della spiritualità vera.
Resta il sospetto che le hai scritte pensando a noi. Se così fosse mi sembra un pregiudizio.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Utilitarismo che non è un elemento esterno all’uomo di Ponente, ma che è entrato a far parte del suo patrimonio genetico (io sono occidentale, non mi escludo dal novero).
Questa mi sembra una generalizzazione superficiale.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Ecco! Certe prosopopee spirituali hanno il suono, il colore, il profumo e il sentore dello strumento util-izzato per evitare di sentire, di vedere, di odorare che la Vita dinamicamente colloquia in un’eterna disputa più con il sentimento profondo dell’uomo che con il pensiero cosciente, con la ratio.
Il controllo fino alla eradicazione dei sentimenti è la conditio sine qua non per qualsiasi progresso spirituale. Su questo non ho dubbi. La ragione, ratio o pensiero cosciente è la nostra pià preziosa ancella nel cammino esistenziale, ma essa ci può condurre fino ad un certo punto, per andare oltre bisogna abbandonare anche quella.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Le vostre disquisizioni spirituali si trascinano dietro la scia del pensiero intellettuale (vedasi Yam, troppo avvezzo al distinguo, alla precisazione pedante, alla correzione sanscritta). Insomma, la vostra spiritualità è troppo pensata per essere esente dal pensiero. Noi siamo uomini occidentali, con tutte le conseguenze che ciò comporta, non sempre e per forza negative, che non si peritano di voler sentire all’orientale.
Il pensiero non è sempre è comunque contaminante. Se li si osservano i pensieri non fanno male. L'importante non farsi trascinare dalle ideazioni considerandole realtà. Poi c'è pensiero e pensiero: dico una banalità, i pensieri spirituali non sono la stessa cosa dei pensieri omicidiali.

Citazione:
Originalmente inviato da visechi
IO non ho passpartout. Non ho soluzioni valide per tutti. Non ho la “chiave di tutto”. Rifuggo e intimamente diffido di chi propone soluzioni schematiche e schematizzate buone per ogni evenienza. Neppure la psicoanalisi mi pare abbia prodotto le meraviglie promesse in origine. Io credo nella finitudine dell’uomo, dell’impossibilità di trascendere i propri limiti gnoseologici e fisici. Ogni varco che si apre nel nostro orizzonte conoscitivo o fisico, introduce l’uomo entro un’area di non noto, di occulto, nell’oscurità che deve essere pian piano diluita attraverso il lume della ragione corroborata dal sentimento e dalle finite capacità che la Natura bel corso dell’evoluzione ha forgiato.
Oltre il finito c’è il finito, non il trascendente. Oltre l’uomo solo l’uomo. Oltre la cultura altra cultura che si sedimenta strato dopo strato fino a produrre un corpo calloso ove s’impiantano le radici dell’uomo che ci seguirà, come noi radichiamo noi stessi nell’humus prodottosi nei millenni che ci hanno preceduto. Humus che ci alimenta e nutre. Il percorso che compiamo ha il senso che individualmente gli attribuiamo noi. Perché l’uomo è un animale cui necessita il senso e il significato. C’è chi propende per l’ideologia per connettersi alla storia, chi per la spiritualità per connettersi al divino, chi per la scienza per meglio aderire alla Natura, ma nessuna delle tre vie sono la Via e nemmeno il senso. Ciascuno dei tre sentieri è solo un mezzo per trarre dalla Vita un senso che asetticamente le manca. L’uomo nuovo, diceva Nietzsche, deve rimanere fedele alla terra senza più volgere il proprio sguardo al cielo. Ciò significa che l’uomo è solo con se stesso, non può contare sull’ultramondano, non v’è nulla cui connettersi se non se stessi e la Natura.
Mi fermo per non inondare il forum.
Questa è buona letteratura. La considero ottima come manifesto dell' umanesimo positivista. Ma non ci porta nuova verità, persegue l'errore.
Chiuso nella sua finitudine l'uomo cerca una dimensione di senso nella costruzione e superfetazione di un ego tirannico e capriccioso. Una sete inesausta lo trascina al possesso compulsivo dove tutto è oggetto di mercimonio o disprezzo. Un orizzonte desolato e desolante lo attende. A nulla vale l'accumulo di beni, il tuffarsi nell'edonismo, nel costruire una personalità ipertrofica, nei piaceri effimeri, nelle gratificazioni pagate care, nelle vane fantasticherie. Solo solitudine e abbandono, questo è il suo destino. Guardati intorno! Questo è l'uomo vecchio non l'uomo nuovo. Costui è un morto.



Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Ma ti rendi conto che così dicendo riduci la spiritualità a mera psicologia? La trasformi da ‘pratica’ o ‘metodo’ che connette al trascendente, in ‘pratica’ o ‘metodo’ auto-assolvente, che induce l’auto-redenzione. Mi può star bene, ed allora tutto va bene. Io rinuncio alla confutazione, ma voi annunciate questa novità al mondo. La spiritualità è una pratica psicologica sofisticatissima ma che nulla ha a che vedere con il noumeno, ditelo al mondo! E’ stato tutto un abbaglio, un inganno, finora si è mentito!
Ciao
Il cammino spirituale è eminentemente pratico, su questo non c'è che dire.
Affermare però che è una pratica psicologica ancorchè sofisticatissima è riduttivo.
Essa deve coinvolgere l'intero nostro essere. Totalmente. Altrimenti nisba.
Come dice il saggio, basta una discriminazione, sottile come un capello ed è persa.
Quando la ottieni essa è estremamente elusiva. Una volta l'ho paragonata ad una piuma sul dorso della mano.
Poi, con il tempo, ce l'hai sempre con te. O meglio, quasi sempre.


Ciao
tmusa is offline  
Vecchio 01-03-2008, 10.39.32   #605
Mirror
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L'altro è uno specchio

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Originalmente inviato da Noor
Caro tmusa
Piuttosto che evidenziare le superficiali differenze e sfumature che potrei cogliere,stavolta mi soffermo invece su ciò che ritengo comune al “linguaggio” a me più congeniale.
..Rappresenta un “passaggio”costruttivo, ritengo..Almeno per me lo è..
Salvo dunque,in sintesi questa tua frase,che ben rappresenta da sola il tuo ragionamento.
Credo che basti …senza andare a sottilizzare e badando piuttosto al Succo.Ciao

PS Se posso dirti la mia impressione,ti ha fatto bene rimanere presente in questo forum..E' un confronto che paga,se ben utilizzato..non trovi?


caro Noor...
condivido in pieno lo spirito di questo tuo atteggiamento.
Penso che proprio in questo approccio ci sia una chiave, se non di tutto, almeno di una parte fondamentale dell'altro in cui possiamo riconoscerci.

Quando la relazione con qualcuno si chiarisce in noi a livello profondo, ci si rende conto che l'altro siamo noi.
Se ci accade questo, constatiamo che la relazione con l’altro, colui esterno a noi, si modifica. Ora vediamo ciò con cui l’altro si identifica, le sue idee, il suo passato, un aggregato di memorie mescolate. Non vogliamo più cambiarlo, siamo noi stessi anche noi condizionati, a modo nostro, dalla storia che abbiamo vissuto e che abbiamo preso per personale. Ascoltiamo soltanto. Non ci paragoniamo più, vediamo in noi il bisogno di essere riconosciuti dall’altro, le nostre proiezioni, la nostra rabbia… La relazione con l’altro diventa una relazione nel presente. Siamo con ciò che si presenta ora: le nostre emozioni, le nostre sensazioni... vediamo come e dove agiscono.
Non domandiamo più all’altro di comprenderci né di approvarci. Vediamo in noi quando l'altro cerca di essere compreso: l’altro ci permette di vedere dove siamo con noi, nel rifiuto o nell’accettazione. Senza l’altro, ci sarebbe difficile conoscerci, l’altro è un rivelatore del nostro mondo interiore. L'altro è sempre uno specchio in cui possiamo rifletterci.
L'incontro, lo scambio, con l’altro diventa una relazione…silenziosa. Perché occorre il silenzio per poter ascoltare ciò che l'altro cerca di dirci dietro le parole, per ascoltare ciò che si risveglia in noi. In quest'ascolto silente, l'altro si rivela. Sia come l'altro in noi, sia l'altro di fronte a noi. In questo spazio d'ascolto e consapevolezza emerge ciò che si potrebbe chiamare Amorevolezza Cosciente.

P.S. Anch'io vorrei sottolineare l'apprezzamento per tutti i partecipanti al dibattito interessante. In particolare per l'amico Tmusa, per avere perseverato, con i suo valido contributo, stando qui a dibattere nel forum, con pazienza e tolleranza, secondo me, arricchendolo e arricchendosi.

Mirror is offline  
Vecchio 01-03-2008, 13.33.40   #606
daniele75
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Avendo compreso che l'attaccamento ai termini e al settaggio della mente pensante ha generato tale illusione di vita e di morte,bene e male,giusto sbagliato,come si può in poche parole spiegarlo a tutti
che in realtà siamo vittima di una comprensione illusoria dela realtà?
siamo vittima di un ego che si confronta e che vuole apparire perché schiavo anch'esso di tale illusione??
insomma é possibile che la massa prima o poi intuisca che siamo vittima di un incomprensione che ha generato tale competizione smisurata che ci stà portando alla distruzione?
Come trasmettere tale consapevolezza?
Io ne capisco ben poco ma avendo letto alcuni testi e leggendo voi ho intuito che la mia mente pensante é schiava di certi concetti illusori che reputo(reputavo) veri e scontati.
Come far conoscere il proprio ego e raccontargli la favoletta della convinzione di certe illusioni e attaccamento ai termini che generano tale "realtà"?

insomma un cane non sà che deve morire,non glielo ha mai insegniato nessuno,é ignaro di tale accadimento,quindi per me vive in eterno,almeno a parole!

cosa ne pensate? si può creare un libretto delle istruzioni?
anche io ne avrei bisognio?

tmusa? mirror? e chi si sente di dire la sua.....
daniele75 is offline  
Vecchio 01-03-2008, 15.27.03   #607
Noor
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Originalmente inviato da daniele tolu
Come far conoscere il proprio ego e raccontargli la favoletta della convinzione di certe illusioni e attaccamento ai termini che generano tale "realtà"?
L'ego vive di quella favoletta...
non è certo questi che ne deve diventare consapevole,ma guarda caso è lui stesso che cerca ricette.C'è un paradosso non riconosciuto.
Quella stessa consapevolezza, d'altronde,sarebbe la sua fine...e lui non vuole morire..
L'ego bisogna impararare a riconoscerlo ed accettarlo,non a come liberarsene.
Al resto "lavora" la consapevolezza,l'osservazione. ..
e la resa a "questo momento"..
Noor is offline  
Vecchio 02-03-2008, 21.13.45   #608
tmusa
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Originalmente inviato da Mirror



Quando la relazione con qualcuno si chiarisce in noi a livello profondo, ci si rende conto che l'altro siamo noi. (...)
Questa frase contiene un po' l'essenza dell'Illuminazione. Quando vedi l'altro come un'altro te stesso, direi che è fatta. Il distacco da un io psicologico e dal proprio senso corporeo è così netto che tutto ciò che si riflette nella coscenza rappresenta il nostro corpo. Non c'è più un io e un tu, ma siamo membra dello stesso corpo, come gli uccelli degli alberi e la gente che passa per strada. E' ben vero che, se vi è una gradualità nell'ituizione, questa è fra le penetrazioni più profonde.
Chi la possiede ha raggiunto, se non la vetta della montagna sacra, l'ultimo costone che la precede.
Colgo l'occasione per ringraziarti dei tuoi preziosissimi contributi. Ciao
tmusa is offline  
Vecchio 02-03-2008, 21.23.44   #609
tmusa
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Originalmente inviato da Noor
Caro tmusa
Piuttosto che evidenziare le superficiali differenze e sfumature che potrei cogliere,stavolta mi soffermo invece su ciò che ritengo comune al “linguaggio” a me più congeniale.
..Rappresenta un “passaggio”costruttivo, ritengo..Almeno per me lo è..
Salvo dunque,in sintesi questa tua frase,che ben rappresenta da sola il tuo ragionamento.
Credo che basti …senza andare a sottilizzare e badando piuttosto al Succo.Ciao

PS Se posso dirti la mia impressione,ti ha fatto bene rimanere presente in questo forum..E' un confronto che paga,se ben utilizzato..non trovi?
Ti confesso che la partecipazione a questo forum, e l'appuntamento quotidiano con voi, e con le mie riflessioni, mi ha dato un rinnovato vigore e una fresca motivazione nel cammino. Ho sempre praticato nella più totale e perfetta solitudine, non trovando intorno a me persone con cui parlarne.
Ora, sapere che c'è da qualche parte qualcuno che, pur nella diversità degli approcci, fa lo stesso percorso, mi rafforza l'energia spirituale e l'impegno.

Ciao Noor
tmusa is offline  
Vecchio 02-03-2008, 21.48.46   #610
tmusa
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Originalmente inviato da daniele tolu
Avendo compreso che l'attaccamento ai termini e al settaggio della mente pensante ha generato tale illusione di vita e di morte,bene e male,giusto sbagliato,come si può in poche parole spiegarlo a tutti
che in realtà siamo vittima di una comprensione illusoria dela realtà?
siamo vittima di un ego che si confronta e che vuole apparire perché schiavo anch'esso di tale illusione??
Come si può spiegarlo. C'è, credo, un primo livello che è dato dalla conoscenza logica o epistemologica cioè la conoscenza discorsiva del principio che noi non viviamo la realtà ma una rappresentazione mentale della realtà. E' una assioma , uno lo sente dire ,lo legge in qualche modo, in qualche modo lo apprende.
Ma questa conoscenza di tipo filosofico non serve a niente ai fini spirituali, allora bisogna che questa conoscenza diventi "esperienza", cioè bisogna vederla, o viverla. E questa la si ottiene solo dopo aver avuto un'intuizione di tipo illuminativo. Solo questa seconda conoscenza ha un effetto di rivolgimento interiore e ti consente di vivere nella nuova dimensione.
Citazione:
Originalmente inviato da daniele tolu
insomma é possibile che la massa prima o poi intuisca che siamo vittima di un incomprensione che ha generato tale competizione smisurata che ci stà portando alla distruzione?
Qui ti dò un opinione puoi prenderla per tale. Io credo di no. Cioè non credo che sia possibile che si possa estendere a grandi masse di persone questa emancipazione. Il motivo è dato dalla estrema elusività dell'Illuminazione e della estrema difficoltà di realizzarla. Molti i chiamati, ma pochi gli eletti, purtroppo. Sarei felice di essere smentito.

Citazione:
Originalmente inviato da daniele tolu
Come trasmettere tale consapevolezza?
Io ne capisco ben poco ma avendo letto alcuni testi e leggendo voi ho intuito che la mia mente pensante é schiava di certi concetti illusori che reputo(reputavo) veri e scontati.
Come far conoscere il proprio ego e raccontargli la favoletta della convinzione di certe illusioni e attaccamento ai termini che generano tale "realtà"?
Si dice che un Maestro possegga, gli Upaja o mezzi adatti, e sia in grado di guidare il discepolo alla realizzazione. Non avendo maestri a disposizione, ho letto le vite dei santi, un po' per rubargli il mestiere.
Leggendo e confrontando i vari percorsi ho tracciato una via adeguata alla mia condizione e alla mia storia personale. Poi, con molta determinazione, volontà e non arrendentoti mai, alla fine lo si realizza. Per citare ancora il Vangelo: bussa e ti sarà aperto. Detto fra noi, credo che anche frequentando questo forum ci siano indizi interessanti.
Un libro fra tutti che però mi ha dato lo shock finale è stato "la via zen" di Allen, non ricordo la casa editrice, ma è un libro tascabile, lo trovi con quattro soldi.




Citazione:
Originalmente inviato da daniele tolu
insomma un cane non sà che deve morire,non glielo ha mai insegniato nessuno,é ignaro di tale accadimento,quindi per me vive in eterno,almeno a parole!

cosa ne pensate? si può creare un libretto delle istruzioni?
anche io ne avrei bisognio?
Non è l'incosapevolezza o l'incoscienza la soluzione. Direi che è il contrario, la consapevolezza. Quale consapevolezza? Che la nostra vera natura è spirituale non soggetta a corruttibilità. Come ho detto prima, questa consapevolezza deve essere assunta dalla coscenza e vissuta come unica verità.
La si realizza con l'Illuminazione.
tmusa is offline  

 



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