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Vecchio 02-03-2008, 22.00.32   #611
tmusa
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Originalmente inviato da Yam
Il contributo di Eccles alla terapia del dolore e' stato molto importante, a me basterebbe gia' questo(...)
Ma alla fine cio' che conta e' qualcosa di molto, molto pratico!
Tu hai l'ossessione dell'analisi logica, scommetto che a schuola (l'h ce l'ha mettevo davvero) eri molto bravo in questo.

p.s.: non so se continuare, Tmusa che ne dici?
A dire il vero non mi ha molto appassionato il dibattito un po' troppo specialistico.
Sono d'accordo quando dici che ciò che conta è qualcosa di molto pratico.
Quando si scrive di argomenti spirituali è mia opinione che essi debbano riflettere una pratica spirituale che li ha originati. Per questo di solito non perdo tempo a parlare con chi non ha un cammino avviato. Ho fatto un'eccezione con Visechi perché, va detto, è un'eccellente penna. Però se continuiamo con i nostri linguaggi diversi finiamo di accrescere: da una parte l'arroganza intellettuale e dall'altra l'orgoglio spirituale; e allora a chi giova?

Ciao
tmusa is offline  
Vecchio 03-03-2008, 09.52.15   #612
visechi
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Riferimento: La chiave di tutto

Oddio! Scopro dunque che mi è stato concesso un onore, quello di rappresentare un’eccezione. Io, benché non abbia ‘un cammino avviato’, sono stato omaggiato delle vostre illuminate parole. Eppure leggevo che questa discussione fosse principalmente rivolta a coloro “che non hanno mai avuto l'esperienza” (testuali parole del proponente il thread). Ebbene, signori, io non ho mai avuto l’esperienza, allora, mi domando, da dove salta fuori questa volontà di stornare l’attenzione nonostante i propositi manifestati più volte?

E per parlare di volontà, giacché di essa tanto si parla e sparla (povera nostra facoltà, sì tanto fraintesa, fino al punto di averne voluto mutarne essenza e consistenza), di essa parliamo. Sarà pedanteria, la mia, sarà, invece, espressione della libera volontà di chi intende fissare basi solide e non friabili su cui poggiare il seguito dell’intero ragionamento, altrimenti si rischia di non capirsi… a voi lascio la sentenza, ma quando si parla di volontà in maniera così distorta, oppure quando si piega il pensiero altrui ai propri desideri e alle proprie distorte interpretazioni, in un forum pubblico, attendetevi sempre qualcuno che sollevi abiezioni, ed io appunto sollevo eccezioni.

E’ dunque l’espressione della volontà del meditante la molla che silenzia la mente, che scaccia i pensieri, che oppone al fastidioso cigolio dell’intelletto pensante il silenzio ove si espande il satori, flash illuminante che trascende i pensieri che si esprime nell’illuminata comunione con il Tutto.
Ma chi glielo dice a lor signori che la volontà è deliberazione della mente? Chi dirà a codesti maestri della ‘non-mente’ che per trascendere le facoltà dell’intelletto pensante è necessario, per esprimere una volontà, far ricorso proprio a quanto s’illudono d’aver trasceso? L’espressione deliberativa della volontà, amici cari, presuppone il pensiero analitico e decisorio. Presuppone, signori belli, un percorso che si sviluppa in grazia e virtù del processo più eccelso che l’evoluzione ha concesso all’animale uomo, e che, strabiliante e sconvolgente, approda sempre al pensiero. Chi avrà mai l’ardire di suggerire che la scaturigine del silenzio avverso al frastuono della mente, la sua causa causante, è sempre il pensiero?

Odo stormir le fronde mosse da un dispettoso venticello anche quando qualcuno ardisce spiegare agli amici che analisi logica e semantica sono due branche del linguaggio differenti, che si compendiano, ma che attengono a due differenti metodologie di comprensione di uno scritto o di un parlato, e che, se nell’analizzare uno scritto spesso la ‘h’ eccedente o assente (che attiene alle regole della grammatica e non dell’analisi logica) quasi mai modifica il senso del periodo, quindi il significato del pensiero espresso, lasciando al lettore impregiudicate le possibilità di comprensione; invece un semplice avverbio collocato ‘così’ al posto giusto, sovente muta forma e sostanza al pensiero, accompagnandolo in plaghe di comprensione inesplorate o forse solo obliate. E’ così che spesso la cordialità del canto corale incespica nella semantica, deducendo significazioni non significate e adducendo forme pensiero completamente travisate.

Ma torniamo alla volontà, che tanto spazio occupa nelle vostre disquisizioni teoriche.
La volontà, miei cari coralist, è espressione di un pensiero analitico, che, poiché tale, ha, in premessa, analizzato le condizioni che la istituiscono; nel caso, in questo caso narrato da Tmusa, ha analizzato il pensiero e il topos spazio-temporale (ovverosia luogo e tempo) in cui era immerso il volenteroso; ha esaminato e controllato la situazione emergente (pensieri incipienti) e, in un confronto condotto con il desiderio proveniente dall’intimo di annullarli o scacciarli, ha de-ciso (dall’etimo ‘operare un taglio’… come una rasoiata) e si è risolta a favore del loro annichilimento. Ma chi ha compiuto l’azione di deliberarsi a favore dell’una anziché dell’altra cosa (lasciarli fluire)? Qui, caro disattento Yam, siamo nel campo dell’analisi logica. Chi ha scientemente deciso di manifestare quella e non un’altra volontà? La mente pensante, indiscutibilmente!

Siamo ‘così’ – quanto trapassa i vostri desideri di trascendimento questo semplice avverbio – alla manifestazione di un pensiero avversativo, che oppone un muro ed un argine ad altri pensieri.
La volontà d’impedire alla “mente di condurmi con le sue erranti ideazioni verso stati emotivi non desiderati, ho risposto con l'ennesimo rifiuto di seguirla ma questa volta, accettta la resa incondizionata della stessa mente, ecco sorgere splendida la dimensione dell'lluminazione”, non è la resa della mente, è piuttosto il suo trionfo e il suo fastigio, poiché essa non solo ti ha concesso la sensazione di averla trascesa, ma si è imposta, in forma di volontà, a tutto il tuo essere, e l’illuminazione che tanto ti abbaglia, altro non è che la cifra del suo aver trionfato. Hai vissuto non il satori, non il samadhi, ma una situazione d’auto-ipnosi, una mimetizzazione della mente che, attingendo ad una situazione localizzata, ha impregnato di sé l’interezza del tuo Io. Non c’è davvero male… raccontane altre….

Ma, mi chiedo io, chi mai avrà l’ardire di mettere sull’avviso lor signori che sussiste questa possibilità? Io me ne guardo bene. Così pure mi astengo dal far notare che nel voler additare le altrui semplicistiche generalizzazioni, spesso s‘incorre nel controverso e contraddittorio atteggiamento di contrapporre alla generalizzazione sottolineata un’altra ben più marcata generalizzazione. Non è forse una generalizzazione superficiale ritenere che “Chiuso nella sua finitudine l'uomo cerca una dimensione di senso nella costruzione e superfetazione di un ego tirannico e capriccioso. Una sete inesausta lo trascina al possesso compulsivo dove tutto è oggetto di mercimonio o disprezzo. Un orizzonte desolato e desolante lo attende. A nulla vale l'accumulo di beni, il tuffarsi nell'edonismo, nel costruire una personalità ipertrofica, nei piaceri effimeri, nelle gratificazioni pagate care, nelle vane fantasticherie. Solo solitudine e abbandono, questo è il suo destino. Guardati intorno! Questo è l'uomo vecchio non l'uomo nuovo. Costui è un morto.”? Ma chi lo dice? Dove stà scritto che il senso del ‘finito’ comporta il disordine etico? Forse solo una semplicistica semplificazione del complesso universo uomo può sortire questa convinzione… ma io mi guardo bene dal farlo notare.

Ciao


P.S.: come dice Yam, la neurologia aiuta, ma sovente aiuta di più la giusta compensione di uno scritto, quindi le regole del linguaggio sono un potentissimo sostegno.
visechi is offline  
Vecchio 03-03-2008, 10.42.08   #613
Noor
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Originalmente inviato da visechi
La volontà d’impedire alla “mente di condurmi con le sue erranti ideazioni verso stati emotivi non desiderati, ho risposto con l'ennesimo rifiuto di seguirla ma questa volta, accettta la resa incondizionata della stessa mente, ecco sorgere splendida la dimensione dell'lluminazione”, non è la resa della mente, è piuttosto il suo trionfo e il suo fastigio, poiché essa non solo ti ha concesso la sensazione di averla trascesa, ma si è imposta, in forma di volontà, a tutto il tuo essere, e l’illuminazione che tanto ti abbaglia, altro non è che la cifra del suo aver trionfato. Hai vissuto non il satori, non il samadhi, ma una situazione d’auto-ipnosi, una mimetizzazione della mente che, attingendo ad una situazione localizzata, ha impregnato di sé l’interezza del tuo Io. Non c’è davvero male… raccontane altre….
E’ vero che su questo punto,sull’uso della volontà,non sono stato molto in accordo (e non solo io) con l’uso che ne ha fatto tmusa ,e non glielo ho nascosto..
Ultimamente,leggendolo meglio,però ho capito cosa intende,in quanto non si riferisce ad una volontà “mentale”,quanto “pura” che nasce da sé nella trascendenza della mente stessa.
E’ puro anelito che non nasce dall’ego,è spinta che si accoglie che non ha scopi…a cui ci si arrende.Ecco che le due apparenti volontà in realtà sono una,cioè ci si riferisce sempre alla stessa,poichè frutto della stessa Energia .
Noor is offline  
Vecchio 03-03-2008, 23.19.25   #614
tmusa
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Originalmente inviato da visechi
E’ dunque l’espressione della volontà del meditante la molla che silenzia la mente, che scaccia i pensieri, che oppone al fastidioso cigolio dell’intelletto pensante il silenzio ove si espande il satori, flash illuminante che trascende i pensieri che si esprime nell’illuminata comunione con il Tutto.
Ma chi glielo dice a lor signori che la volontà è deliberazione della mente? Chi dirà a codesti maestri della ‘non-mente’ che per trascendere le facoltà dell’intelletto pensante è necessario, per esprimere una volontà, far ricorso proprio a quanto s’illudono d’aver trasceso? L’espressione deliberativa della volontà, amici cari, presuppone il pensiero analitico e decisorio. Presuppone, signori belli, un percorso che si sviluppa in grazia e virtù del processo più eccelso che l’evoluzione ha concesso all’animale uomo, e che, strabiliante e sconvolgente, approda sempre al pensiero. Chi avrà mai l’ardire di suggerire che la scaturigine del silenzio avverso al frastuono della mente, la sua causa causante, è sempre il pensiero?
Lascia stare il tono canzonatorio che non serve, e cerca di ragionare in modo profondo. Volontà suprema significa annientare la volontà condizionale. Tutto quel blob che produce la mente condizionale e cioè tutte le ideazioni originate dalla struttura psicologica di un ego fittizio. Tutto questo và distrutto. E' ovvio che non si può distruggere il pensiero con il pensiero, scopri ancora una volta l'acqua calda, perché sarebbe come cercare il buio con una lampada; ma tutto, il problema, tutto il problema; tutto il problema, sta proprio lì, altrimenti anche il più fesso dei fessi ci riuscirebbe. E invece pochissimi ci riescono. Bisogna trovare una strada: ingannare i condizionamenti mentali, forzarli, deviarli, fare ciò che mai faresti. Lavare i piedi ad un lebbroso, e berene l'acqua dell'abluzione come fosse ambriosia. Ecco questo è una esempio di volontà pura.
Ma con questo chiudo la mia convesazione con te, pur rispettando la tua visione del mondo, laica, materialista, informata di razionalismo positivista, non la condivido e soprattutto la trovo inconciliabile con la mia.
Ti saluto e ti auguro la migliore fortuna.
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Vecchio 04-03-2008, 06.52.22   #615
paperapersa
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Originalmente inviato da daniele tolu
Avendo compreso che l'attaccamento ai termini e al settaggio della mente pensante ha generato tale illusione di vita e di morte,bene e male,giusto sbagliato,come si può in poche parole spiegarlo a tutti
che in realtà siamo vittima di una comprensione illusoria dela realtà?
siamo vittima di un ego che si confronta e che vuole apparire perché schiavo anch'esso di tale illusione??
insomma é possibile che la massa prima o poi intuisca che siamo vittima di un incomprensione che ha generato tale competizione smisurata che ci stà portando alla distruzione?
Come trasmettere tale consapevolezza?
Io ne capisco ben poco ma avendo letto alcuni testi e leggendo voi ho intuito che la mia mente pensante é schiava di certi concetti illusori che reputo(reputavo) veri e scontati.
Come far conoscere il proprio ego e raccontargli la favoletta della convinzione di certe illusioni e attaccamento ai termini che generano tale "realtà"?

insomma un cane non sà che deve morire,non glielo ha mai insegniato nessuno,é ignaro di tale accadimento,quindi per me vive in eterno,almeno a parole!

cosa ne pensate? si può creare un libretto delle istruzioni?
anche io ne avrei bisognio?

tmusa? mirror? e chi si sente di dire la sua.....

Purtroppo non c'è alcun libretto di istruzioni.
Ognuno di noi ha il suo personale cammino di "risveglio" o a"apprendimento".
per capire chi è!
Arrivare a capire che l'ombra ci ha permesso di divenire luce
ed abbracciarla e ringraziarla per come ha saputo ben interpretare il suo
ruolo.......sarà bellissimo! E sono certa che avverrà! nonostante questa enorme voglia di "punire" "giudicare", "eliminare", "castrare".......
Sarà come una Supervisione in cui Destra e Sinistra si renderanno conto
di essere parti di un unico immenso Corpo e faranno di tutto per
il Suo Benessere e la Sua Salute.....Totale.
Forse qualcuno resterà imbrigliato nel suo ruolo, non vorrà togliersi il costume di scena, vorrà recitare ancora perchè era così bello identificarsi
nel personaggio.....e perchè come attore vorrà avere altre occasioni
di "successo" o forse gli ex- attori , come accade nel reale, vorranno diventare registi! Siamo totalmente liberi di riprodurre bellezza, armonia,
gioia, allegria (commedie) o dolore, passione e dipendenza, e drammi.
Ma saremo attori consapevoli che entrare e uscire di scena fa solo parte
di uno spettacolo.
paperapersa is offline  
Vecchio 04-03-2008, 08.42.35   #616
tmusa
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Originalmente inviato da Noor
E’ puro anelito che non nasce dall’ego,è spinta che si accoglie che non ha scopi…a cui ci si arrende.
Queste parole mi hanno ispirato una riflessione riflessione. L'anelito. Qualè l'anelito di fondo che ci muove. Io credo che ciascuno di noi nutra nel proprio intimo un bisogno di senso, un bisogno di verità dove il nostro intelletto possa trovare la sua pace. E' un bisogno intimo, quasi inconscio che ci trascina senza neanche apparire in superfice. Come se, relegati in un tunnel oscuro, pieno di cunicoli bui e meandri tenebrosi, andassimo in modo naturale verso un punto dove in lontananza ci apparisse un chiarore, una luce. Così inseguiamo la verità come come fosse quella luce lontana. Senza tanti ragionamenti tutti andiamo verso quella direzione. Così sono le parole di verità. Uno le avverte, le sente in qualche modo scavare gallerie, cunicoli che puntano verso quel botro di luce e le segue. Ecco, la volontà è quel desiderio inconscio di luce. Desiderio primigenio e insopprimibile. Disorientata dalla tenebra, confusa, impaurita dalle ombre, tuttavia essa rimane indomita, diritta punta alla luce.
Ciao Noor
tmusa is offline  
Vecchio 04-03-2008, 09.52.48   #617
Yam
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Originalmente inviato da tmusa
Come se, relegati in un tunnel oscuro, pieno di cunicoli bui e meandri tenebrosi, andassimo in modo naturale verso un punto dove in lontananza ci apparisse un chiarore, una luce. Così inseguiamo la verità come come fosse quella luce lontana.

Devo dire che qui c'e' una descrizione perfetta del mio incubo ricorrente nell'infanzia, quando avevo la febbre alta.

Per il resto, in base alla mia esperienza, posso dire che non c'e' volonta' superiore o volonta inferiore, c'e' una sola volonta'.
Anche questo aspetto dell'esperienza Mistica e' stato indagato scientificamente tramite l'ipnosi.
Ad un certo gruppo di persone e' stato ingiunto di fare una determinata cosa ad una determinata ora di un determinato giorno e di dimenticare la seduta di ipnosi. Bene tutti hanno assolto al loro compito perfettamente e brillantemente (si trattava di cantare la marsigliese) ovunque si trovassero.
Ognuno convinse i presenti con argomentazioni varie, nessuno fece una brutta figura in pubblico.
Cosa significa questo?
Che esiste una sola volonta'...poi la mente ci ricama sopra...e si attribuisce questa o quell'altra cosa o azione.
Ognuno di noi e' programmato come e' programmato...se nel programma ci sta lo Stato Naturale (Sahaja Samadhi)...questo si manifestera'..spontaneamente.

"In realtà non ci sono persone, ma fasci di memorie e abitudini..."
Yam is offline  
Vecchio 04-03-2008, 13.16.47   #618
Noor
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Originalmente inviato da Yam
non c'e' volonta' superiore o volonta inferiore, c'e' una sola volonta'.

"In realtà non ci sono persone, ma fasci di memorie e abitudini..."
Certo..e nessuno la comanda questa Volontà..
(nel senso che è la stessa è quella a cui attribuiamo il nome "Dio")

è ciò che penso adesso..

sin quando pensiamo che ciò che ci guida è "la fuori" facciamo ,secondo me,un cattivo ragionamento:
se c'è un'unica Volontà non può che essere già dentro ogni cosa..dall'atomo al cosmo..
Uscendo dalla cognizione duale interno-esterno potrebbe diventare più facile comprendere ciò.
..Poi c'è quell' illusione della mente che crede che quel fascio di memoria qual è sia una volontà..
Noor is offline  
Vecchio 04-03-2008, 13.50.00   #619
tmusa
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Originalmente inviato da Noor
Certo..e nessuno la comanda questa Volontà..
(nel senso che è la stessa è quella a cui attribuiamo il nome "Dio")

è ciò che penso adesso..


Perfetto Noor, è esattamente quel che penso anch'io, per dirla con Dante

e nella Sua volontà è nostra pace
ell'è quel mar al qual tutto si move
ciò ch'ella cria e che natura face

più o meno così, cito a memoria.

Nella volontà di Dio c'è tutto. Tutto ciò che la stessa volontà crea e che crea la natura.
Ciao
tmusa is offline  
Vecchio 04-03-2008, 16.13.27   #620
Flow
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Sua volonta' e' gia' una separazione, come puo' il concetto di Dio unirsi o annullare il concetto di io ?
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