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Vecchio 05-03-2008, 12.47.49   #631
andre2
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Citazione:
Yam Citazione:
Originalmente inviato da andre2
terza via = meditazione, intesa come condizione.
con l'illuminazione andrei più cauto, anche se dicono...



.....anche se dicono che l'illuminazione e' gia' qui...noi non ci crediamo, la mente preferisce credere che si debba impegnare, meditare.....ma meditare cosa significa?


"Il Vuoto non ha bisogno di supporto;
[...]
Senza compiere alcuno sforzo,
restando sciolti e naturali,
è possibile spezzare il giogo,
e ottenere la Liberazione.
Se, guardando nello spazio, non si vede nulla,
e se, allora, con la mente si osserva la mente,
si distrugge ogni distinzione
e si raggiunge la Buddhità.
Le nubi che vagano per il cielo
non hanno radici, non hanno casa;
e così sono anche i pensieri discriminanti
che attraversano la mente."
ottima descrizione della meditazione, come se ne trovano tante nella vasta letteratura buddista.
quindi niente ascesi, trasfomazioni, sublimazioni, trasmutazioni, ego superiori e inferiori, io illusori e io veri e trascendenti....

ma il semplice fermarsi... a osservare.
volevo dire che, chi ha avuto il risveglio può dire che è già qui, gli è pertinente e naturale.
ma chi non lo ha avuto non può, salvo limitarsi con chiarezza a fare riferimenti...
ovvero chi millanta di averlo avuto o si atteggia come lo fosse (attività egoica) di fatto se ne allontana.... anche se è sempre qui.
perchè il risveglio definisce una condizione, non uno stato....
andre2 is offline  
Vecchio 05-03-2008, 13.09.30   #632
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da andre2

volevo dire che, chi ha avuto il risveglio può dire che è già qui, gli è pertinente e naturale.
ma chi non lo ha avuto non può, salvo limitarsi con chiarezza a fare riferimenti...
ovvero chi millanta di averlo avuto o si atteggia come lo fosse (attività egoica) di fatto se ne allontana.... anche se è sempre qui.
perchè il risveglio definisce una condizione, non uno stato....

Questi sono solo pensieri...attivita egoica come dici tu....che ti allontanano da cio' che realmente sei...gia'...qui..e adesso, non in un futuro che non e' mai esistito e che mai esistera'.
Ognuno e' libero di continuare a torturarsi con la sua stessa mente.....oppure di smettere di farlo (e questo e' il risveglio).
Yam is offline  
Vecchio 05-03-2008, 15.47.46   #633
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Chiariamo questo punto.
La letteratura Buddista, e non solo, non e’ affatto piena di descrizioni dello Stato Naturale come quella da me indicata nella Mahamudra.
Mahamudra e Dzoghchen, che oggi sono integrate nella visione del Vajrayana, o Buddismo Tantrico, sono sentieri a se stanti. Sono indicazioni dirette della vera natura della mente. Cio’ che viene indicato e’ il Rig Pa, o lo stato di pura presenza, che in tibetano e’ Rig Pa’i Ye Shes (spirito consapevole), sinonimo del sanscrito Atman. Quella pura presenza e’ Buddha Samantabhadra, il Buddha Primordiale (di solito rappresentato in unione con la consorte Samantabhadri che e’ il Vuoto primordiale).



E’ si una preziosa indicazione per la pratica ma non solo….e’ cioe’ la nostra vera natura da sempre e per sempre gia’ illuminata.
Come nell’Advaita Vedanta, si dice che “noi siamo quello”, cioe’ quella pura presenza….il nostro vero Se’.
Lo siamo da subito, lo eravamo ieri e lo saremo domani…..
Chi dice di non essere illuminato?
La mente, l’ego.
Il Rig Pa non dice proprio niente, e’ li da sempre, e’ l’illuminato primordiale….precede il sorgere di ogni fenomeno, di ogni pensiero….
Ora, per me personalmente, e’ stata una indicazione preziosa e la mia pratica, oltre alla recita di mantra e a meditazioni varie, con o senza oggetto, e’ sempre stata quella di dimorare nel qui ed ora, nel riconoscere quella pura presenza ogni qualvolta essa veniva oscurata dalle nubi del pensiero….o dall’emergere di una vasanas (Bag Chags in tibetano…cioe’ le impressioni latenti storate nell’Alaya Vijnana o Kun Gzhi…cioe’ i nostri personali condizionamenti, conosciuti anche nella psicoanalisi come coazione a ripetere o ferite dell’anima ecc. ecc.).
Le vie dirette, come gia’ detto e ripetuto, lavorano in questo modo: riportando la mente fenomenica continuamente alla sua sorgente silenziosa. Come diceva Dogen: “la pratica e’ gia’ illuminazione”.

Leggo oggi nel Blog di un amico:

Il Paradiso non aspetta
Chi non sa vivere adesso nel Paradiso interiore dell'Eterno presente, non lo vivrà mai. Nemmeno quando lascerà il corpo.
Chiunque vive nell'inferno ora, e l'inferno è il regno della mente egoica, lo vivrà anche allora, quando si separerà dal corpo.
La speranza è dell'ego... è il trionfo illusorio di questa mente ingannatrice, che sacrifica la Vita donata per un sogno. Un sogno chiamato futuro: il Paradiso immaginario.
L'inferno, il quale è lo specchio tenebroso dei nostri confusi e angoscianti pensieri, non è determinato solo da una condizione esteriore ma, soprattutto, da una condizione interiore non armonizzata, conflittuale.
Il cosiddetto Paradiso invece è la dimensione spirituale di beatitudine che è in grado di trascendere la fenomenologia mondana, pur essendone pienamente e paradossalmente immersa, proprio in questo momento, proprio lì dove siamo.


Prajnaram (Mirror qui..)
Yam is offline  
Vecchio 05-03-2008, 17.56.15   #634
crepuscolo
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Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Chiariamo questo punto.
La letteratura Buddista, e non solo, non e’ affatto piena di descrizioni dello Stato Naturale come quella da me indicata nella Mahamudra.
Mahamudra e Dzoghchen, che oggi sono integrate nella visione del Vajrayana, o Buddismo Tantrico, sono sentieri a se stanti. Sono indicazioni dirette della vera natura della mente. Cio’ che viene indicato e’ il Rig Pa, o lo stato di pura presenza, che in tibetano e’ Rig Pa’i Ye Shes (spirito consapevole), sinonimo del sanscrito Atman. Quella pura presenza e’ Buddha Samantabhadra, il Buddha Primordiale (di solito rappresentato in unione con la consorte Samantabhadri che e’ il Vuoto primordiale).



E’ si una preziosa indicazione per la pratica ma non solo….e’ cioe’ la nostra vera natura da sempre e per sempre gia’ illuminata.
Come nell’Advaita Vedanta, si dice che “noi siamo quello”, cioe’ quella pura presenza….il nostro vero Se’.
Lo siamo da subito, lo eravamo ieri e lo saremo domani…..
Chi dice di non essere illuminato?
La mente, l’ego.
Il Rig Pa non dice proprio niente, e’ li da sempre, e’ l’illuminato primordiale….precede il sorgere di ogni fenomeno, di ogni pensiero….
Ora, per me personalmente, e’ stata una indicazione preziosa e la mia pratica, oltre alla recita di mantra e a meditazioni varie, con o senza oggetto, e’ sempre stata quella di dimorare nel qui ed ora, nel riconoscere quella pura presenza ogni qualvolta essa veniva oscurata dalle nubi del pensiero….o dall’emergere di una vasanas (Bag Chags in tibetano…cioe’ le impressioni latenti storate nell’Alaya Vijnana o Kun Gzhi…cioe’ i nostri personali condizionamenti, conosciuti anche nella psicoanalisi come coazione a ripetere o ferite dell’anima ecc. ecc.).
Le vie dirette, come gia’ detto e ripetuto, lavorano in questo modo: riportando la mente fenomenica continuamente alla sua sorgente silenziosa. Come diceva Dogen: “la pratica e’ gia’ illuminazione”.

Leggo oggi nel Blog di un amico:

Il Paradiso non aspetta
Chi non sa vivere adesso nel Paradiso interiore dell'Eterno presente, non lo vivrà mai. Nemmeno quando lascerà il corpo.
Chiunque vive nell'inferno ora, e l'inferno è il regno della mente egoica, lo vivrà anche allora, quando si separerà dal corpo.
La speranza è dell'ego... è il trionfo illusorio di questa mente ingannatrice, che sacrifica la Vita donata per un sogno. Un sogno chiamato futuro: il Paradiso immaginario.
L'inferno, il quale è lo specchio tenebroso dei nostri confusi e angoscianti pensieri, non è determinato solo da una condizione esteriore ma, soprattutto, da una condizione interiore non armonizzata, conflittuale.
Il cosiddetto Paradiso invece è la dimensione spirituale di beatitudine che è in grado di trascendere la fenomenologia mondana, pur essendone pienamente e paradossalmente immersa, proprio in questo momento, proprio lì dove siamo.


Prajnaram (Mirror qui..)

la mente, l'ego cerca l'illuminazione perchè da sempre ne è escluso. E' qualcosa che non conosce e mai conoscerà per questo s'inventa formule e colori per rappresentarla, diventa un'ossessione, ma quando l'illuminazione sarà possibile lei non ci sarà più, quindi inutile spiegare

Yam grazie di tutto ciò che hai postato, grazie di cuore
crepuscolo is offline  
Vecchio 05-03-2008, 18.07.54   #635
fallible
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Salve e buon pomeriggio!
Il Paradiso non aspetta
Chi non sa vivere adesso nel Paradiso interiore dell'Eterno presente, non lo vivrà mai. Nemmeno quando lascerà il corpo.
Chiunque vive nell'inferno ora, e l'inferno è il regno della mente egoica, lo vivrà anche allora, quando si separerà dal corpo.
La speranza è dell'ego... è il trionfo illusorio di questa mente ingannatrice, che sacrifica la Vita donata per un sogno. Un sogno chiamato futuro: il Paradiso immaginario.
L'inferno, il quale è lo specchio tenebroso dei nostri confusi e angoscianti pensieri, non è determinato solo da una condizione esteriore ma, soprattutto, da una condizione interiore non armonizzata, conflittuale.
Il cosiddetto Paradiso invece è la dimensione spirituale di beatitudine che è in grado di trascendere la fenomenologia mondana, pur essendone pienamente e paradossalmente immersa, proprio in questo momento, proprio lì dove siamo.

Prajnaram (Mirror qui..)

l'amico anche in questo forum ha postato qualcosa del genere almeno concettual-mente e ammiro veramente le sue capacità nel descrivere quel che Tutti hanno dentro coperto da tanti strati di speranza, una domanda farei comunque a prajnaram (che vuol dire?)-mirror...perchè qualifichi l'Eterno Presente, Paradiso, contrapponendolo all'inferno , il regno della mente egoica, quando nel viverlo la contrapposizione sfuma come qualsiasi "speranza" ? un caro claudio

ps non lo vivrà mai e la buddhità?
fallible is offline  
Vecchio 05-03-2008, 19.03.35   #636
Noor
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Originalmente inviato da Yam
Come nell’Advaita Vedanta, si dice che “noi siamo quello”, cioe’ quella pura presenza….il nostro vero Se’.

nel riconoscere quella pura presenza ogni qualvolta essa veniva oscurata dalle nubi del pensiero….
Riconoscere Quello..escludendo questo e quello..
L'emersione mi pare proceda per negazioni..no?

(Chiaramente non è la mente che discerne e nega..ma è "il cielo" stesso che si autoriconosce )
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Vecchio 05-03-2008, 21.18.49   #637
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Citazione:
Originalmente inviato da Noor
Riconoscere Quello..escludendo questo e quello..
L'emersione mi pare proceda per negazioni..no?

(Chiaramente non è la mente che discerne e nega..ma è "il cielo" stesso che si autoriconosce )

Certo all'inizio si utilizza la mente (neti neti) ma poi subentra l'iti iti...cioe' "e' questo e' questo"...ed e' quello che stavo dicendo. Comuque non esiste solo il neti neti...ci sono tanti altri modi di indicare la vera natura della mente....diretta-mente.
Yam is offline  
Vecchio 05-03-2008, 21.46.51   #638
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Citazione:
Originalmente inviato da fallible
perchè qualifichi l'Eterno Presente, Paradiso, contrapponendolo all'inferno , il regno della mente egoica, quando nel viverlo la contrapposizione sfuma come qualsiasi "speranza" ? un caro claudio

ps non lo vivrà mai e la buddhità?

Due uomini pregano senza sosta. L'uno è corrucciato e triste mentre l'altro è sorridente e allegro. Il primo domanda: "Com'è possibile che io viva nell'angoscia e tu nella gioia se entrambi preghiamo per lo stesso numero di ore?".
L'altro risponde: "Perchè tu preghi sempre per chiedere e io prego solo per ringraziare".

In quest'approccio differente sta, secondo me, il successo della "realizzazione spirituale". In quest'attitudine cade anche la speranza... nel divenire.
Tutto è già come può e deve essere. Sei arreso serenamente al Cio che E'.
Nella gratitudine sincera fatta a priori c'è il segreto che anima il circolo virtuoso, il quale, autoalimentandosi continuamente, diventa natura creativa operante... Buddhità.

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Vecchio 05-03-2008, 22.27.33   #639
tmusa
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Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Tu puoi dire che tutti gli esseri sono illuminati?
Se si perche'?
Se no perche'?
(Occhio ai palombari del Se' )

Questo tipo di domande sono quelle che lo stesso Buddha tentava di evitare perché invitano più ad una speculazione filosofica o escatologica che alla rottura dei vincoli condizionanti, e al distacco. Ma siccome il bisogno di senso della mente è praticamente inesauribile, ed è in qualche modo propedeutico alla pratica spirituale, cioè prima bisogna comprendere qual'è il cammino, poi lo si realizza. Prima utilizziamo la ragione logica, l'intelletto, poi la contemplazione teoretica, l'intuizione: come ci insegna Dante influenzato da Aristotele.
Allora, con un pensiero più rivolto ai nuovi viandanti, che ai vecchi marinai, provo a dare una interpretazione, così come vedo le cose.

Osservando la natura vivente mi sono accorto che a partire dal più umile filo d'erba per proseguire fino al più complesso ed evoluto organismo, cioè l'uomo ,tutti obbediscono sostanzialmente a due imperativi categorici: il perpetuare sé stessi nel tempo e nello spazio.
Già lo diceva Schopenauer in qualche modo che tutti siamo soggetti alla cieca volontà della specie.
C'è come un software scritto da qualche parte in ogni organismo che impone di affermare gli stessi organismi sempre e comunque colonizzando ogni spazio fisico possibile , e colonizzando il tempo attraverso il susseguirsi delle generazioni.
Anche noi uomini, naturalmente, siamo soggetti a questa stessa legge. Lo spazio non ci basta mai e il tempo è sempre troppo breve. Di tutto facciamo per allargare i nostri confini, e di tutto per sconfiggere il tempo; anche a costo di umoristici lifting a 70 anni.
Insomma non voglio farla lunga, ma questo cieco indefettibile impulso, che in superficie prende tutte quelle forme che conosciamo, dai conflitti territoriali agli umoristici lifting, come ho detto;se guardiamo in profondità è originato da un medesimo ed identico anelito: ed è il desiderio di eternità ed il desiderio di onnipresenza, in altre parole è il desiderio di Illuminazione.
Allora alla prima tua domanda io rispondo si. Dal più umile filo d'erba al più evoluto degli organimi viventi in tutti c'è il seme dell'Illuminazione.
Però detto questo, bisogna anche dire, che un conto è riconoscere questa immanenza, altro è considerarla realizzata. l'Illuminazione che rappresenta il punto di arrivo di quel cieco tendere, anche di quel povero filo d'erba inconsapevole, la si può considerare realizzata solo quando si riflette nella coscienza. E purtroppo una coscienza riflettente l'abbiamo solo noi umani.

Questo spiega perché noi siamo stati definiti da Sant'Agostino: "Vocati a Deo", cioè chiamati da Dio, perché siamo gli unici ad avere la facoltà e la possibilità di ritornare da Lui coscientemente.
Dunque si conclude così con noi e in noi quel viaggio di ritorno a Dio incominciato quando partimmo come esili fili d'erba.

Se si perchè. Ho risposto
Se no. Non ammette risposta.
Un saluto a te e a tutti.
tmusa is offline  
Vecchio 06-03-2008, 01.05.55   #640
fallible
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Salve e buona nottata!
sarà perchè è tardi ma non ho trovato la risposta alla mia domanda in quanto mi sembra che se affermi giustamente, come tutto il resto del post, che Sei arreso serenamente al Cio che E'. in quell'arrendersi sfuma il concetto di Paradiso ed Inferno! claudio

ps è così per colloquiare...mi manca il significato dell'altro tuo nick...sono curioso
fallible is offline  

 



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