la condizione meditativa, l'osservazione non condizionata di ciò che siamo e di ciò che è, la comprensione che ne matura, è serietà ed è il modo di vivere.
il resto, è conseguente e secondario, comprese le le presunte illuminazioni o risvegli che dir si voglia, visioni, ascensioni, trasfigurazioni, ecc....
promettere illuminazioni non mettendo in rilievo o addirittura bypassando l'approccio assolutamente onesto col ciò che è e il ciò che siamo è, grazie magari a qualche "tecnica", è.....

Gasp!
Che cinismo.
Capisco le tue paure, posso anche capire il dualismo materia non so cos'altro, ma il significato dell'abbandono non e' certo quello di "farsi schiacciare dalla vita", quella la definirei "depressione".

Salve a tutti,

Alcuni mi conoscono,da altri forum,un paio d'anni fa' ho incominciato una ricerca personale,su chi sono,questa oggi mi ha portato qui.
Il mio primo post,in questa discussione,è per ringraziare principalmente Tmusa,proprio ora ho finito di leggere l'ultimo post,sull'argomento da lui iniziato,circa tre mesi fa' dice giustamente qualcuno piu' su.

Devo, bisogna,dare atto,all'umilta'"di Tmusa,nell'abbassarsi a spiegare come raggiungerla,e cosè l'illuminazione,(con tutti i suoi limiti,i suoi scalini,i suoi abbagli,le sue contraddizioni,e sempre con coscienza,di non averla mai raggiunta pienamente).
Il linguaggio,nonche la semplificazione,della possibilita'del risveglio di chiunque,sono la base,del linguaggio di Tmusa,(solo in alcuni casi,cioè quello di abbassarsi,per raggiungere con parole piu' semplici, un ricercatore come me,che medita da non molto,e che non ha mai avuto nessun tipo di stato meditativo,diciamo "molto profondo",)che ,al contrario,è una persona molto intelligiente.
Con questo risottolineo,un ringraziamento a tutti quelli che vorranno farmi conprendere.


Devo dire che non con poca fatica,ho seguito tutti" i vostri post,e vi ringrazio per cio' che ho potuto apprendere,sia dai "vecchi amici "Yam,Atisha,Mirror,Salvatore,c he dagli altri che non conoscevo.
Grazie.
Graziano

Beh..si ,difatti non sempre sono ben compresi termini come Abbandono o Resa.
Finquando si legge nella Comprensione (qui si dice l'Illuminazione) una lotta,una battaglia da vincere..
ciò indica che vi sono ancora troppe paure da affrontare prima..

Ma le paure si affrontano o anche qui è invece necessario un fiducioso abbandono?

A me non piace parlare di fiducioso abbandono perche' sembra che ci si affidi a qualcosa di esterno.
Le tensioni che una emozione causa possono essere spiegate scientificamente, cosi il rilassamento che appare sempre e comunque la strategia migliore in ogni situazione della vita.

Quale sarebbe il problema?
Nisargadatta diceva sempre che aveva ottenuto il Risveglio,grazie all'essersi affidato all suo Maestro e alle sue parole...
insomma fa capire come sia basiliare questo "sostegno" di fiducia..
Anche lo psicanalista funziona così mi pare (anche se ad un livello diverso,ma è quello che c'interessa,visto che parliamo di paure)..
credo che sia una forma di naturale transfert che scioglie certi blocchi emozionali..

Nessun problema, ma si puo' anche comprendere il funzionamento della pratica. ( Ho scoperto un autore molto interessante: Tornio Hirai, psichiatra giapponese e insegnante zen.)

Io ne ho trovati tre:

1) Le parole hanno un loro significato, se lo si rispetta quando fa comodo ma lo si stravolge se non corrisponde al nostro fine, allora basta saperlo e prendiamo atto dell’inutilità del discutere, perché non è che si possa dialogare se usiamo lingue falsificate.

2) Cosa centra l’affidarsi ad un maestro con l’abbandono? Se un maestro chiede l’abbandono dell’allievo al proprio sapere non è certo un maestro ma uno che ci vuol togliere l’individualità e quindi, ripeto, non è un vero maestro. Il vero maestro è colui che spera di non veder tornare il proprio allievo , anche perché capirà di essere stato un buon maestro per avergli saputo insegnare a camminare con le proprie gambe e ragionare con il proprio cervello, quindi a non aver più bisogno di lui; l'abbando, in questo rapporto, è la cosa più lontana che possa esistere.

3) E’ vero, anche la psicoanalisi funziona nel modo descritto, ma dallo psicanalista si va se si ha un problema e non se si sta bene.

Per coscienza ordinaria io intendo la coscienza non risvegliata. Chi ignora la condizionalità della coscienza e vive la sua esperienza cognitiva in una dimensione obnubilata. E' la coscienza di tutti e di ciascuono prima di avere l'esperienza del risveglio. Quella coscienza che ci fa credere il mondo come reale e razionale mentre è convenzionale, fittizio ed immateriale o impermanente.

Direi di si. E' la coscienza non distillata dalla corretta pratica della meditazione.

Questo è corretto. Dopo l'esperienza del risveglio ci si rende conto che non esistono luoghi, pratiche, o rituali particolari per raccogliersi, meditare o abbandonarsi al tutto. Ogni istante può essere giusto per entrare nello stato naturale dell'Illuminazione, come ogni istante può essere causa di separazione e perdita.
La separazione è originata dalla mania dell'identificarci con un ego. Mania profondissima e difficilissima da estirpare. In mille modi torna a confonderci qualunque livello di perfezione raggiungiamo, è lì. Bisogna saperci convivere, è il nostro male assoluto, è il nostro peccato originale.
Esattissimo. E' il non essere che ci devia; è il mondo convenzionale e concettuale che ci confonde.
Nell'Illuminazione non ci sono desideri. Quando sorgono essi segnano il confine oltre il quale si rientrata nel territorio della dualità, della separazione, del io e del tu, del noi e dell'altro. E' il mondo ordinario, grigio, opaco e dolente. Quello che bisogna imparare a trascendere.

Dal dizionario online:

Affidarsi:
abbandonarsi alla protezione, alla benignità di qualcuno