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Vecchio 25-06-2004, 12.59.16   #1
Rotaflex
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-06-2004
Messaggi: 139
Polli mistici all'ingrasso....

L'Uomo può benissimo essere il frutto dell'Evoluzione, può discendere dalla scimmia così come è altrettanto realmente accaduta una Creazione dell'Uomo da parte di Dio ed in cui tutti gli animali sono in lui compresi; ciò dipende da dove si guarda:

se da Dio al "fenomenico" (e quindi su di un piano acosmico) o attraverso le categorie del fenomenico. Per chi è aldilà di esso, nell'universalità dell'Essere, laddove il fenomeno è "apparenza controllabile", quel problema assillante è veramente imputabile alla sola Ignoranza.

(...) In questo contesto era doveroso fare queste velocissime "postille", non per una "critica", ma per evidenziare quei punti da cui risulta come esista un lato del tutto relativo nel pensiero di un autore, anche portatore di qualcosa di ben più profondo. Fare di un'opera un idolo, qualsiasi essa sia, è sempre un "peccato nei confronti di sé stessi", in quanto, impedisce di cercare nella giusta direzione, che è quella del Sé. E certamente bisogna essere "preparati" se si vuole agire nella ricerca, ma questa preparazione riguarda l'interiorità, la determinazione nei fini, prima di un qualcosa di riducibile nelle categorie della mente. La differenza può essere colta solo da chi "sente" dal più profondo del suo essere il bisogno di risalire alla Verità ed alla Conoscenza, al monito del Cristo alla Perfezione.


Se si vuole un riferimento certo sull'iniziazione è inutile cercarlo sui libri o colla mediazione di altri, poiché tutto è simbolo indicante come sia solo in sè stessi il terreno ove si combattono le battaglie più significative e si conquistano quei traguardi invano cercati all'esterno. Invece di interrogarsi per vedere se si è bene imparata la lezione sulla metafisica e sull'ortodossia tradizionale, si interroghi il proprio cuore e gli si chieda se è davvero disposto a lasciare lutto e tutti, se trova fastidi non fuori di se, ma dentro, in quei limiti oscuri, in quell'avidità capace di un'arrivismo talvolta ben più deprimente di quello delle stime sociali.


Che cosa imporra dire che tutto è Se. quando nella vita quotidiana si vive sempre sulla difensiva per paura che la propria dignità venga lesa, il proprio orgoglio ferito, i propri averi materiali ed affettivi colpiti, quando la vera dignità si conquista mettendo a repentaglio la propria vita, poiché; "Chi ha a cuore la propria vita la perderà e chi l'avrà lasciata per amor mio la ritroverà".

Nel mondo si è solo dei "nomi" e tutto quanto è fenomeno morirà, per cui legarsi alle cose caduche che travolgono l'anima al loro destino e frutto del "senso comune"; ogni cosa deve apparire all'anima nella sua natura, fittizia, già morta, che un'onda nel mare nulla è: se si vuole mantenere l'anima intatta la si leghi all'eternità, che solo il vuoto del divenire può fare il miracolo dell'Unione.

Il narcisismo e l'orgoglio di chi vuole "apparire" nelle spoglie di "qualcuno" spesso si servono proprio dell'idea di Verità, della "grande opera" e via dicendo; nulla tuttavia serve per ottenere il passaggio da una porta "sempre aperta" ma accessibile solo a chi ha lasciato tutto e soprattutto il senso stesso dell'avere lasciato tutto, poiché con quel "senso" si avrebbe ancora il peso maggiore.

Non ha giustificazione il far vedere a se stessi "di essere approdati in un determinato stato" o di aver fatto questo o quello, in quanto solo perdendo di vista sé stessi si ritroverà il principio stesso dell'esistere. Non c'è morale o dottrina che, sulla Via, serva davvero ma solo la necessità del Vero. Ognuno poi creda e faccia ciò che vuole, porti pure a legittimità del proprio agire questa o quella Verità codificata, accusi pure di "demonismo", in nome di Dio: il Sé non riconosce che il Se, il resto tradisce comunque.


hehehe... dalla glorificazione del trionfo alla fenomenologia del tronfio il passo è breve, basta scivolare su una "i" e il presunto nobile volatile si rivela per quel che è, un dozzinale pollo di allevamento all'ingrasso.
Rotaflex is offline  
Vecchio 25-06-2004, 21.51.44   #2
atisha
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Messaggi: 3,020
atisha is offline  
Vecchio 08-07-2004, 07.12.34   #3
gyta
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Qualche ..Ritocco !!!

Chiedo scusa a Rotaflex
per aver 'manipolato' il suo scritto..!

"..tutto è simbolo indicante come sia solo in sè stessi il terreno ove si combattono le battaglie più significative e si conquistano quei traguardi invano cercati all'esterno...

... si interroghi il proprio cuore e gli si chieda se è davvero disposto a lasciare lutto e tutti, se trova fastidi non fuori di se, ma dentro, in quei limiti oscuri..

Che cosa importa dire che tutto è Se. quando nella vita quotidiana si vive sempre sulla difensiva per paura che la propria dignità venga lesa, il proprio orgoglio ferito, i propri averi materiali ed affettivi colpiti...

ogni cosa deve apparire all'anima nella sua natura..
se si vuole mantenere l'anima intatta la si leghi all'eternità..

nulla tuttavia serve per ottenere il passaggio da una porta "sempre aperta" ma accessibile solo a chi ha lasciato tutto e soprattutto il senso stesso dell'avere lasciato tutto..

Non ha giustificazione il far vedere a se stessi "di essere approdati in un determinato stato" o di aver fatto questo o quello, in quanto solo perdendo di vista sé stessi si ritroverà il principio stesso dell'esistere..
..il resto tradisce comunque. "


In questa sua 'nuova forma'
lo trovo altamente poetico e
-naturalmente- di mia totale approvazione..!

(prometto ..non lo faccio più !!)

Gyta
gyta is offline  
Vecchio 08-07-2004, 10.04.40   #4
Rotaflex
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-06-2004
Messaggi: 139
Ma si...

Va benissimo anche riveduto e corretto".
Gyta che diamine ...Perchè no?!
Sul termine "poetico" però ci starei attento...
Rotaflex is offline  

 



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