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Vecchio 21-12-2004, 05.37.01   #1
isaefrenk
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Verrà un tempo che fede e ragione si daranno la mano.

dal libro incontri C.F.77


(inedito)


Verrà un tempo che fede e ragione si daranno la mano.
Dicendo questo non siamo animati da spirito ottimistico, bensì da spirito profetico. Ogni causa ha scritto in sé l’effetto; per questo l’uomo, dopo il trapasso, rivedendo la passata vita, prevede la futura nelle sue maggiori caratteristiche. Così noi, esaminando il mondo quale è oggi, prevediamo il futuro, infallibilmente. L’uomo non ha mai saputo trovare l’equilibrio intimo, giudicare con discernimento, trovare l’armonia dei contrari. È fazioso per natura; ciò vuol dire non comprendere la legge di equilibrio e lasciarsi trascinare da essa da un estremo all’altro, in un eterno conflitto: dall’ esaltazione della vita umana dei pagani, al suo all’annullamento, proprio dei Cristiani, dall’esaltazione della fede nei secoli passati, alla esaltazione della ragione e così via.
Il dissidio che esiste tra fede e ragione, per dire di estremi, dipende più da un acceso misticismo mal compreso e da un troppo rigido positivismo, che da una divergenza vera e propria; ciò è chiaro, la Verità è unica, anche se presenta diverse facce. Così, se l’uomo riuscisse a svelare il simbolo delle Scritture Sacre, cioè seguisse l’insegnamento nella sua sostanza e non nella forma, se riuscisse a ragionale in moda equilibrato ( questo implicitamente insegna S. Tommaso quando dice: “ Una cosa non è giusta, perché Dio la vuole, ma Dio la vuole perché è giusta”) allora non esisterebbe più questo dissidio.
Diamo un’occhiata da vicino a questi simbolismi della Scrittura:
Dio creo l’uomo (elemento attivo) a sua immagine e somiglianza; ciò vuol dire che macrocosmo e microcosmo sono analoghi e formano un tutto. Le conseguenze fatele da voi.
Dio creo la donna (elemento passivo) togliendo una costola all’uomo; ciò vuol dire che le forze contrarie non sono mai opposte e che si può trovare la analogia dei contrari, perché uno ha sempre un elemento dell’altro.
Facciamo un esempio: prendiamo la luce e l’ombra, apparentemente due enti contrari; ma in realtà la luce non è che una vibrazione ad altissima frequenza la quale rappresentata graficamente, da un insieme di sinusoidi.
Questo ci dimostra che in sostanza la luce assoluta è un alternarsi di qual cosa, chiamiamola luce ed ombra.
In Adamo non si deve raffigurare il primo uomo, ma la prima umanità che, giunta alla perfezione, aveva trasformato il soggiorno in questo pianeta in un vero paradiso terrestre.
In questo paradiso si trova l’albero del bene e del male al punto di confluenza di 4 fiumi. Questo albero, da i frutti proibiti, simbolizza il potere che dà la sapienza. Esso si realizza nel superamento delle passioni e nell’intimo equilibrio, simbolizzati dal punto di confluenza dei fiumi. Essi sono 4 perché simbolizzano il quaternario che, nel piano terreno, rappresenta le forze della natura, mentre nel piano umano significa il quaternario inferiore dell’uomo, più precisamente i corpi: fisico, astrale, mentale istintivo e mentale intellettivo, con i corrispondenti attributi ( peso ed estensione per il fisico, emotività e passionalità per l’ astrale, equilibrio ed armonia, per il mentale istintivo, ragione e capacità di apprendere per il mentale intellettivo).
In questo caso, come abbiamo detto, questo quaternario è equilibrato, il che vuol dire che le corrispondenti passioni ( umane) sono superate dall’individuo il cui Ego spirituale domina perfettamente i veicoli.
Ciò è esenziale per giungere a sapere, a potere. Ma nell’uomo la potenza e la sapienza senza l’amore e l’altruismo, ovvero con l’egoismo, producono la catastrofe e l’occultamento del sapere.
Il serpente tentatore è infatti l’anima della terra, l’atmosfera che S. Paolo ci esorta a vincere, l’egoismo che, facendo presa sulle anime giovani, spinse ad usufruire delle forze dell’uomo e della natura a scopo egoistico e personale, provocando la cacciata dal paradiso terrestre.
Dio allora cacciò l’uomo, vestito di pelli di bestie(significato evidente) dicono le Scritture; ma fu l’uomo che, rendendosi simile alla bestia, si punì da solo. A guardia del perduto paradiso, del sapere divenuto occulto, è l’angelo dalla spada fiammeggiante, l’angelo della pura iniziazione.
Dei secoli avvenire è la riconquista di questo paradiso, vincendo l’angelo, ossia dando prova di capacità evolutiva.
Ecco come, svelando il simbolismo delle Scritture, che interpretato alla lettera è stato causa di fanatismo, si conciliano fede e ragione, concordi di fronte alla Verità.
Adamo, che come abbiamo già detto non significa l’uomo, ma l’umanità, dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre, ebbe due figli, Caino e Abele.
I figli di un’umanità degenerata, che era ricaduta fra le spire del serpente, non potevano essere equilibrati: si era aperto un nuovo ciclo e la nuova umanità doveva ascendere alla conquista del perduto paradiso.
Caino e Abele, due estremi, simbolo di un’umanità non equilibrata: il forte e il debole, il violento e il mite.
Seguendo la vicenda troviamo l’inevitabile: il remissivo ucciso dal prepotente. In ognuno di noi v’è un Caino ed un Abele, perché ciascuno di noi è ben lungi dall’intimo equilibrio. Non dobbiamo cacciare Caino, né ripudiare Abele. Il regno dei cieli si conquista a viva forza, quando si è capaci di perdonare ogni violenza subita.
E’ la forza che vince, ma è l’intelligenza che vince la forza. Vi è un uomo più forte di colui che uccide ed è colui che muore per non uccidere, chi muore per salvare.
Era un Dio o un vigliacco Colui che, schiaffeggiato, porse l’altra guancia? E si lasciò crocifiggere fra due ladroni chiedendo pietà per i suoi crocefissori? Perché non mostrò la sua potenza fulminandoli? Il mondo avrebbe creduto, avrebbe riconosciuto la Sua divinità.
Ed invece è morto senza invocare giustizia, rassegnato, come accettasse la colpa che volevano attribuirgli.
Questa fu la Sua vittoria. Credete forse che se Cristo non avesse fatto riporre la spada a Pietro ma, al contrario, avesse combattuto gli ebrei, oggi vi sarebbero cristiani sulla terra? No, combattere la violenza con la violenza non è distruggerla, ma forzarla a riprodursi.
Fintanto che per una fede vi sono martiri, quella fede non si distrugge, ma si accresce e si espande. I veri vittoriosi sono loro, i martiri, gli oppressi, essi soli non morirono mai, mai resterà vano il loro sacrificio, ma saranno come il punto di appoggio di Archimede, necessario a sollevare il mondo, a volgerlo in loro favore.
Dicemmo che un tempo che Mosè era stato il precursore del Cristianesimo, come Cristo era stato il riformatore del Giudaesimo; ma gli uomini non hanno compreso né l’uno né l’altro e si sono odiati e divisi, anziché amarsi ed unirsi.
“ Il regno del Messia – dice un grande – è il regno della carità”.
“ Io non vengo per sovvertire la legge, ma per compierla” dice il Maestro.
continua...................... ..


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isaefrenk is offline  
Vecchio 21-12-2004, 05.38.22   #2
isaefrenk
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2 parte

Parole chiave, non soggette ad altra interpretazione, eppure non comprese o non volute comprendere. Voi, Giudei, avete ridotto la saggezza antica con una condotta esteriore che sa di ipocrisia, ad una non sentita, quindi non esistente spiritualmente. E voi Cristiani, come continuate il regno della Carità, istaurato da Cristo? Dove è l’amore al prossimo che dovrebbe smuovere la Carità? A Roma, centro di scomuniche ed anatemi? Nei carceri e sui roghi dell’inquisizione? E dov’è la tolleranza quando ancora brucereste, se lo poteste, chi non la pensa come voi? Combattetevi pure, se lo ritenete utile, ma non immischiate in questo conflitto i nomi di chi non sapete comprendere.
Non vedete che l’insegnamento è identico, che errate sono le vostre interpretazioni?
Ogni Maestro, se veramente è tale, insegna all’uomo a liberarsi, a conquistare il silenzio interiore. “Vi do la mia pace” fu detto e questa pace non si realizza facendo di se stessi dei poveri esseri, timorosi di una vendetta divina, in cui la ragione, la libertà, la volontà sono represse dal timore di un castigo eterno. Non si conquista neppure assoggettandosi ad un formalismo ipocrita. Può esistere la pace interiore senza l’intimo equilibrio? E come si può giungere a questa realizzazione senza la chiarezza interiore che solo la conoscenza di sé può stabilire?
Conoscere se stessi significa dunque riscattare la propria vita, realizzare una grande vittoria spirituale.
All’entrata del tempio di Salomone, che era un edificio simbolico nelle sue strutture, c’erano due colonne simbolizzanti due enti contrari, ma simili l’uno all’altro, che sorreggono l’intero sistema di universi. Essi erano larghe alle basi dodici cubiti e più sottili alla cima, come le piramidi.
Il dodici è il numero del completo ciclo annuale: è dato da tre ( la creazione, quindi la vita ) per il quattro ( la realizzazione e la spiritualità ).
Tali colonne erano alte diciotto cubiti ( il numero del dogma e del mistero ) ed erano avvolte a spirale, da una ghirlanda ( significante che tutto si regge e si incatena nell’universo ) facendo nove spire ( nove è il numero dell’iniziazione che conduce l’individuo a più alte mete ).
Ciascuna colonna era sormontata da quattrocento melegrane formanti una sola melagrana alta un cubito.
Questo è il simbolo della catena armonica degli esseri che si fondono nell’unità, come i grani della melagrana in un solo frutto, come le quattrocento melegrane in una sola.
E così è quando si realizza la vita di una vittoria spirituale; attraverso l’iniziazione percorriamo con cognizione di causa il dogma, il mistero, finché giungiamo all’unione consapevole con tutti gli esseri del creato.
Ma la pace interiore, senza la conoscenza di se stessi, senza l’intimo equilibrio, sinchè non si è constatata l’identità delle due colonne del tempio, non si giunge alla Realtà della vita.
Ogni Maestro porta la Verità che è unica, ma che mostra diverse facce a chi non sa comprenderla. Essa Verità, se compresa, fa di voi dei divini; incompresa, dei novelli costruttori della torre di Babele simbolo dell’anticristo.
L’uomo, imparando a sue spese, restaurerà il regno del Messia, lo stesso che attendono i Giudei.
E benché triste sia inizialmente questa visione, dovete voi sentire la vita come una condanna o come una salvezza?
Ciascuno di noi è un grano delle innumerevoli melegrane, ma tanto utile quanto un intero Universo; se uno di noi fosse annullato, l’intero sistema di Universi cadrebbe.
E Dio dovrebbe averci creati affinché vicendevolmente ci si combatta? Dovrebbe averci dato la fede affinché ci divida? Ma da quale insegnamento dei Maestri avete appreso questo modo di comportarvi? Chi vi ha insegnato a perdere la fiducia in voi stessi, a rendervi infelici? Chi vi ha autorizzato a credervi popolo eletto? Forse la scienza che la vostra religione custodiva? Ma se l’avete ridotta a ipocrisia, quale nobiltà volete che vi comunichi?
Ciascuno di voi, unico responsabile, soffre di questi errori e questa sofferenza è la cosa più bella che ne ricavate, perché vi aiuta a muovervi dalla cristallizzazione.
Ma per giungere alla sobrietà è forse necessario passare dalla ebrietà? Quante esperienze dolorose potreste risparmiarvi con un po’ di tolleranza! Le religioni, dice il saggio, sono il pensiero cristallizzato degli uomini, sul quale essi hanno creato dei templi e degli altari. Essi sono come tanti compartimenti stagno, che vi dividono anziché unirvi.
Non mentite a voi stessi facendovi seguaci di un formalismo che sa di ipocrisia, non distruggete la fiducia di voi stessi rendendovi infelici, abulici, inerti. Cercate di aprire la vostra coscienza alla vita dei piani spirituali, dove non è più sofferenza, dove è palese la fratellanza universale, dov’è il vero Cristo.
Perché qui Cristo voleva condurvi in consapevolezza: all’armonia con tutti gli esseri del creato, all’unione, alla pace interiore, all’intimo equilibrio, alla comunione dei Santi, che la saggezza dell’antico Israele simbolizzò in una melagrana formata da quattrocento melagrane.
“….come hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; come hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a cagion del mio nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato”. L’Evangelista Giovanni ( 15/20 ) ha voluto tramandare queste parole del Cristo; esse sono un giudizio sui figli del mondo. Quanti di questi figli agiscono solo in forza di un nome! Il pregiudizio li ha accecati e seguono, senza discernimento, una corrente che, a loro sommario parere, sembra essere buona.
Talvolta si giunge perfino, per l’odio giurato ad un nome, a sacrificare tante creature irresponsabili.
Ma neppure coloro che seguono la religione che si è fondata nel nome di un grande Essere se non seguono per intima convinzione, sono nel giusto. Il seguire una religione per il nome che essa porta non è di vantaggio per colui che la segue; perché il culto dei nomi è quanto di più errato vi sia. Né Cristiani, né Buddisti, né Maomettani, ma individui che credono a quello che testimoniarono i grandi Maestri.
Non credere a Cristo, a Budda, ma credere nell’essenza di ciò che essi predicarono. Chiamarsi Cristiani non perché si ammira la figura di Cristo, ma perché intimamente si è convinti della Verità che Egli ci additò.
Questo è quello che ogni uomo deve fare in fatto di religione. Imparare ad essere libero delle proprie credenze, non ad essere schiavo di un nome. Solo così ogni individuo può divenire un piccolo mondo di sapienza; solo così può essere padrone di ciò che crede, solo così riuscirà ad autocostruirsi una coscienza spirituale.

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Vecchio 21-12-2004, 06.42.39   #3
isaefrenk
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Facciamo un esempio: prendiamo la luce e l’ombra, apparentemente due enti contrari; ma in realtà la luce non è che una vibrazione ad altissima frequenza la quale rappresentata graficamente, da un insieme di sinusoidi.
Questo ci dimostra che in sostanza la luce assoluta è un alternarsi di qual cosa, chiamiamola luce ed ombra.
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Vecchio 21-12-2004, 12.59.21   #4
Mistico
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Citazione:
…Dio creo l’uomo (elemento attivo) a sua immagine e somiglianza; ciò vuol dire che macrocosmo e microcosmo sono analoghi e formano un tutto. Le conseguenze fatele da voi…
Ok, fin qui ci siamo…

Citazione:
…Dio creo la donna (elemento passivo) togliendo una costola all’uomo; ciò vuol dire che le forze contrarie non sono mai opposte e che si può trovare la analogia dei contrari, perché uno ha sempre un elemento dell’altro…
Azzardata questa tesi…

Citazione:
…Facciamo un esempio: prendiamo la luce e l’ombra, apparentemente due enti contrari; ma in realtà la luce non è che una vibrazione ad altissima frequenza la quale rappresentata graficamente, da un insieme di sinusoidi.
Questo ci dimostra che in sostanza la luce assoluta è un alternarsi di qual cosa, chiamiamola luce ed ombra…
Qui non ci siamo, Isaef:
L'onda elettromagnetica della luce non è necessariamente di forma sinusoidale, ma, ammesso che lo sia sempre, nche in questo caso la semionda positiva non si oppone a "nessuna semionda", si oppone ad una semionda negativa che la bilancia e rende possibile l'oscillazione in frequenza. Le due semionde attraversano lo stato di "zero" (nessuna energia) ad una frequenza doppia di quella dell'onda.
Ho chiarito questo per evidenziare che "l'ombra" non è il contrario della luce, ma è semplicemente la "non luce".
Il contrario di qualsiasi onda è un'altra onda di identica forma, intensità e frequenza, ma di "fase" opposta ("controfase", quando la prima è in valore positivo l'altra ha identico valore al negativo). In tale situazione, le due onde si annullano reciprocamente soltanto nei punti dello spazio in cui queste coincidenze si verificano… un po' più in là… già non è più vero. Il principio è largamente impiegato in elettronica (es. : Sistema DOLBY per la soppressione del rumore di fondo).
Il tuo esempio resta valido, ma va spiegato in modo differente:
"Il completamento di ogni cosa si ha quando per ciascuna cosa esiste un suo opposto di uguale valore ma di contrario orientamento. Ogni cosa è esistente nell'intervallo di tempo nel quale l'opposto della tale cosa è ugualmente esistente ma in luogo differente. Quando il luogo coincide, qualunque cosa si annulla nel proprio opposto" (es. : materia con antimateria, onda in fase con onda in controfase, amore con odio che genera indifferenza… etc. etc.)
L'uomo e la donna sono per certi aspetti una realtà completa, poiché per certi aspetti sono uguali in valore ed opposti in orientamento… Ma, il contrario dell'uomo non è la donna: è l'uomo fatto di antimateria!

La fede e la ragione non sono conciliabili. Aver fede in qualcosa che la propria ragione accetta non è avere fede, è avere nozione, è avere comprensione, è avere conoscenza.
Però sono d'accordo con te… con voi… e per dirla bene… con NOI (ci siamo capiti, credo) sul fatto che verrà il tempo in cui "fede" e "ragione" saranno una sola cosa, e sarà quando tutti chiameremo "Consapevolezza" sia la fede, sia la ragione.

Ultima modifica di Mistico : 21-12-2004 alle ore 13.06.04.
Mistico is offline  
Vecchio 21-12-2004, 13.14.19   #5
isaefrenk
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Mistico
Ok, fin qui ci siamo…

Azzardata questa tesi…

Qui non ci siamo, Isaef:
L'onda elettromagnetica della luce non è necessariamente di forma sinusoidale, ma, ammesso che lo sia sempre, nche in questo caso la semionda positiva non si oppone a "nessuna semionda", si oppone ad una semionda negativa che la bilancia e rende possibile l'oscillazione in frequenza. Le due semionde attraversano lo stato di "zero" (nessuna energia) ad una frequenza doppia di quella dell'onda.
Ho chiarito questo per evidenziare che "l'ombra" non è il contrario della luce, ma è semplicemente la "non luce".
Il contrario di qualsiasi onda è un'altra onda di identica forma, intensità e frequenza, ma di "fase" opposta ("controfase", quando la prima è in valore positivo l'altra ha identico valore al negativo). In tale situazione, le due onde si annullano reciprocamente soltanto nei punti dello spazio in cui queste coincidenze si verificano… un po' più in là… già non è più vero. Il principio è largamente impiegato in elettronica (es. : Sistema DOLBY per la soppressione del rumore di fondo).
Il tuo esempio resta valido, ma va spiegato in modo differente:
"Il completamento di ogni cosa si ha quando per ciascuna cosa esiste un suo opposto di uguale valore ma di contrario orientamento. Ogni cosa è esistente nell'intervallo di tempo nel quale l'opposto della tale cosa è ugualmente esistente ma in luogo differente. Quando il luogo coincide, qualunque cosa si annulla nel proprio opposto" (es. : materia con antimateria, onda in fase con onda in controfase, amore con odio che genera indifferenza… etc. etc.)
L'uomo e la donna sono per certi aspetti una realtà completa, poiché per certi aspetti sono uguali in valore ed opposti in orientamento… Ma, il contrario dell'uomo non è la donna: è l'uomo fatto di antimateria!

La fede e la ragione non sono conciliabili. Aver fede in qualcosa che la propria ragione accetta non è avere fede, è avere nozione, è avere comprensione, è avere conoscenza.
Però sono d'accordo con te… con voi… e per dirla bene… con NOI (ci siamo capiti, credo) sul fatto che verrà il tempo in cui "fede" e "ragione" saranno una sola cosa, e sarà quando tutti chiameremo "Consapevolezza" la fede.


si può vedere luce anche a occhi chiusi no?


l'ombra è contrario della non ombra e quindi l'ombra si crea con un riflesso di luce e dove c'è ombra non c'è luce.

si parla di negativo e positivo comunque no?
Mistico nulla si annulla ma si riconosce e per riconoscere i giochini illusori di questo piano dei contrari se deve riscoprire questo fatto no?

l'uomo e la donna sono la materializzazione dellla dualità del conflitto ecc ecc del piano fisico , ma poi si cambiano certi ruoli.
secondo me è il lato femminile e il lato maschile che l'entità vogliono intendere, e questo sono intrinseche nei due sessi no è vero?


naturalmente dobbiamo ammettere la diferenza fra fede ceca e fede ragionata.
noi facciamo atti di fede quotidianamente , moltevolte è cieca ma altre volte è raggionata no?

verrà securamente che fede e ragione si daranno la mano come scienza e metafisica, paranormale medianità tutto si incontrerà per l'unione "finale"

isaefrenk is offline  

 



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