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Vecchio 25-02-2005, 18.24.50   #11
SonoGiorgio
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
Citazione:
Messaggio originale inviato da GiraSole
Se devo essere sincero no... il decidere e scegliere è il modo per "riempire" la propria coscienza, cioè in base alle scelte imprimi in essa determinate esperienze che se collegate alla memoria (se si riesce di ricordarle) diventano consapevolezza piena...
non ho voluto sottilizzare, mi sembrava bene chiarire... che dici ci sta?

Ci sta se parliamo della Coscienza comune.....
SonoGiorgio is offline  
Vecchio 25-02-2005, 18.26.26   #12
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Citazione:
Messaggio originale inviato da SonoGiorgio
SantoGiorgio? No ti prego...questo no...proprio Santo, no!
L'argomento è delicato.
Il cervello è la macchina; la Mente è un "vortice" prodotto dal cervello; il pensiero è il suo prodotto. Nel Vortice si costituisce la Coscienza.
La Coscienza è l'entità che in te decide.
Più la Coscienza è Monda, più hai eliminato le tue sovrastrutture, più questa Coscienza diventa autonoma.....il Sè che si risveglia.
Ora, ti sembra questo un ragionamento di un Folle?

Vabbeh a parte la terminologia e la mente al cervello o al corpo... ci siamo
Uno is offline  
Vecchio 25-02-2005, 18.38.51   #13
Uno
ospite sporadico
 
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
Citazione:
Messaggio originale inviato da SonoGiorgio
Ci sta se parliamo della Coscienza comune.....

Eddai se la sposti "più in alto" ci sta anche dopo...
Comunque per ricollegarci al thread... qual'è la differenza tra un folle comune.... uno "normale" e un folle iniziato?
Uno is offline  
Vecchio 26-02-2005, 13.57.08   #14
atisha
Ospite pianeta Terra
 
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Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
Re: FOLLIA ED AMORE INCONTRANO DOLORE

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
Follia è Amore, Amore è anche un po’ Dolore.

"Il cuore arreca sofferenza, è vero, ma solo perché è in grado di dare piacere – solo per questo dà sofferenza. Il dolore è la via che permette al piacere di giungere; l’agonia è la soglia da cui entra l’estasi. Se ne sei consapevole, accetti il dolore come una benedizione. In quel caso, d’un tratto la qualità del dolore inizia immediatamente a cambiare. Non sei più in conflitto con il dolore, e poiché non sei più in antagonismo, non è più dolore: è un amico. È un fuoco che ti ripulirà. È una trasformazione, un processo, in cui ciò che è vecchio se ne andrà e giungerà il nuovo; in esso la mente scomparirà e il cuore funzionerà nella sua totalità. E a quel punto la vita è una benedizione." (Osho)



atisha is offline  
Vecchio 27-02-2005, 17.13.28   #15
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
X Sonogiorgio.

Precisazione importante:
è la mente che genera il cervello e non viceversa.
E' la mente Universale che crea un cervello individuale.
Dimostrazione?
La dimostrazione può venire solo dalla meditazione.La cosa può solo esser vista dal vivo.
Comunque ,niente paura,dopo che avrai esalato l'ultimo respiro e il cuore avrà dato il suo ultimo battito,tutto ciò ti apparirà evidentissimo.Ma sorgerà una gran disperazione:la sensazione di essere vissuto per niente ,ovvero di esser vissuto con la paura,conscia o inconscia,di una morte che allora vedrai non esistere.
Ciò che ti da l'illuminazione non è la scoperta che non esiste Dio,ma la scoperta che non esiste la morte.
Ma deve essere una scoperta,non una credenza.

Kantai,l'eterno.
kantaishi is offline  
Vecchio 27-02-2005, 22.49.34   #16
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Folle-Mente

Citazione:
Messaggio originale inviato da atisha
"Il cuore arreca sofferenza, è vero, ma solo perché è in grado di dare piacere – solo per questo dà sofferenza. Il dolore è la via che permette al piacere di giungere; l’agonia è la soglia da cui entra l’estasi. Se ne sei consapevole, accetti il dolore come una benedizione. In quel caso, d’un tratto la qualità del dolore inizia immediatamente a cambiare. Non sei più in conflitto con il dolore, e poiché non sei più in antagonismo, non è più dolore: è un amico. È un fuoco che ti ripulirà. È una trasformazione, un processo, in cui ciò che è vecchio se ne andrà e giungerà il nuovo; in esso la mente scomparirà e il cuore funzionerà nella sua totalità. E a quel punto la vita è una benedizione." (Osho)




I Folli, dolce amica, sentono il dolore e vivono immersi nel dolore. Talvolta lo incontrano nel prossimo, forse perché anche questo essi cercano. Ma mai, i folli, lo trasfigureranno, lo vivono così, puro, come si presenta, come una lamina che gli trapassa il cuore. Per i Folli il dolore non è catarsi, è anch’esso vita. Nel dolore sguazzano, di esso s’intridono, e lo conducono con sé. E’ anche questa la Follia dei Folli: vivere anche nel dolore, conviverci, osservarlo, spesso coccolarlo e con esso coccolarsi. Il dolore degli altri, se intenso e genuino, talvolta annichilisce, ma un Folle mai si farà travolgere, scorazza libero fra le sue fosche strade, perché percorrerle spesso conduce a sfiorare il cuore pulsante di una persona. Le pene dell’anima, amica cara, sono piccole ombre, macchie che il Folle osserva, intingendo in esse le dieci dita, con queste, così impregnate, si dipinge il volto, componendo strani disegni, che sono l’immagine del proprio saper patire con.
Un Folle, e forse qui risiede il culmine della sua malia, soffre il dolore altrui, e spesso stilla dal suo cuore calde lacrime per un patire che mai gli apparterrà completamente. Perché ciò accada, cara amica, non è dato saperlo; forse è Natura della sua Follia, ma chi con un Folle di tal fatta si accompagna, l’ho inteso dire, ricava sollievo per le sue pene, perché a lui consegna parte delle sue tribolazioni. Ed il Folle con sé le conduce, anche mestamente grato, perché di esse sa far tesoro, e con queste s’impreziosisce.
Un Folle, serena amica, non è un iniziato, piuttosto raggruma in sé, in un caldo groviglio, quiete e folle guerra, luce ed ombra. Un Folle è un paradosso che si scioglie in danza nella sua semplice complessità.
Sovente il dolore del Folle non gli appartiene, avendolo egli attinto, nel corso del suo peregrinare, da chi incontra per la via. Perché il Folle sia attratto dal patire altrui, è anche questo un mistero che si somma al mistero complessivo della sua contorta Natura. Il Folle ama, ama con passione, senza con questo disdegnare l’odio, ma sempre rifugge, con estremo sdegno, dal nefasto fato che gli imporrebbe di essere egli stesso origine del dolore altrui. Sua peggior nemica è la Noia, per questo è inconcludente, perché in prossimità di una qualche meta, non avverte più il fascino dell’avventura. Egli, così, nella sua inconcludenza, è anche barbaglio della vita, in conclusa anch’essa.
E’ tanto Folle e sconsiderato che non sa celare i propri sentimenti, sempre ben esposti al giudizio e al turbinio dei quattro venti, da cui si lascia accarezzare, e che lo conducono a percorrere viali che solcano lande desolate, oppure lussureggianti giardini ricchi di profumose piante, e in cui la luce si mescola con l’ombra, e l’ombra tetra non è mai sola, squarciata spesso da lamine di sole.
Un Folle, amica cara, non è mai solo, perché questo eterno male lo spaventa e da cui, volando come un astore, fugge via repentinamente con volo irregolare ed impaziente. Non sa apprezzare i silenzi ancestrali che tanti cuori sanno ben ammaliare, avvinto sempre dal Grande caos che un’affollata piazza sa generare. Ama la gente perché in essa coglie due grammi di Follia con cui trascorrere liete ore a chiacchierare. Non crede a nulla, ma da tutto è affascinato, e, con folle curiosità, in ogni cosa vuole entrare, perché della superficie non sa che fare. Non ama affatto il lucore artificiale di troppe teologie, ma spera sempre in una Fonte che lo sappia consolare in quei momenti di malinconia durante i quali il cielo e il mare si giurano battaglia. Ama la brezza che la sua vela sa gonfiare, si oppone stupido alla tormenta che mai saprà domare.
Il Folle canta con stonata voce, danzando con movenze mai troppo accorte. Egli è l’eccesso in troppe cose, ed ha in uggia il quotidiano amplesso delle spose. Ruba le lacrime che con le sue sa amalgamare, per creare un elisir dolce amaro che ingurgita con bramosia per riprendere a danzare.
Cara amica, il Folle è un paradosso che crea l’ordine dal suo disordine, perché da questo il mondo spesso fugge, perché dentro agli schemi non sa stare. Ama la vita e chi sa urlare, senza piegare il capo allo stanco camminare. Reca con se una strana luce che ammalia o scora, ma mai sarà il riflesso dell’altrui luminescenza. Amica sorprendente, il Folle è nel cuore quasi sempre un poco solo, rapito dalla sua malia, in cerca sempre d’inusitata via. Eppur lo vedi in eterna compagnia di chi non vuole mai buttarlo via.
Amica cara, non sono io quel Folle, tanta strada avrei ancora da compiere, ma quanto bramo quella sua malia.
Ciaooooo (Un abbraccio)


Ultima modifica di visechi : 27-02-2005 alle ore 22.51.52.
visechi is offline  
Vecchio 27-02-2005, 23.07.23   #17
Mistico
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Per Kantaishi

Citazione:
Messaggio originale inviato da kantaishi
...sorgerà una gran disperazione:la sensazione di essere vissuto per niente ,ovvero di esser vissuto con la paura,conscia o inconscia,di una morte che allora vedrai non esistere.
Ciò che ti da l'illuminazione non è la scoperta che non esiste Dio,ma la scoperta che non esiste la morte.
Ma deve essere una scoperta,non una credenza.
Con quale hardware riusciremo a provare questa umana disperazione Kant? ...e cosa, quale filo ricondurrà le memorizzazioni del vecchio hardware nel nuovo? E se in quel momento nessun hardware sarà impiegato per eseguire il software dei questa nostra disperazione, ...cosa, allora, consentirà a noi di vedere questo film che nessun cinema e nessuna memoria da e conserva?

E se fosse che hai una gran paura che dopo la morte non avvertirai alcun legame con la vita finita?

La morte esiste Kant, mi dispiace doverti contraddire. La morte è un momento di trasformazione, è il passaggio da una cosa a molte altre!

Ma perchè hai paura? Di cosa?!
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Vecchio 27-02-2005, 23.21.36   #18
Mistico
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...segue

Sinceramente non sospettavo che avessi questa paura in modo particolare. Può essere che la la tua vita sia stata e sia qualcosa di una notevolezza talmente speciale che tu sai, sei certo, ...che nessuna delle tante cose che ti succederanno e che sono strettamente determinate dalla tua attuale esistenza... potranno mai valere neppure una minima parte di quel che è stato ed è ancora la tua esistenza.

Noi moriamo continuamente, non è vero che si muore alla fine. Ogni volta che smettiamo qualcosa e non la riprendiamo più... una patre di noi muore. Ogni volta che prendiamo o iniziamo qualcosa noi nasciamo nuovamente.

Alla fine, un numero enorme di cose che vengono da noi ci sopravviveranno anche se non penseranno a noi neppure per un attimo. Molte di quelle cose saranno più grandi di noi e più meravigliose. Provare a dire a queste cose che nulla sono sarebbe un'impresa fallita in partenza! Sono e saranno cose vere, valide ed uniche tanto che non sarà facile convincerle di non essere loro "la cosa importante".
Mistico is offline  
Vecchio 27-02-2005, 23.31.06   #19
Mistico
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termino.

La vita è un continuo passaggio da una trasformazione ad un'altra. Soltanto in questo senso, Kantaishi, tu hai ragione... La vita non termina.

Però termina la misera limitatezza delle cose di un singolo. Noi siamo creatori di trasformazioni e quel che ci accomuna è Creazione, è il corpo del quale siamo temporanee cellule: Dio.
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Vecchio 28-02-2005, 07.45.46   #20
atisha
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Visechi

Citazione:
soffre il dolore altrui, e spesso stilla dal suo cuore calde lacrime per un patire che mai gli apparterrà completamente


quindi il folle è un irresponsabile che sposandosi all'altrui causa della sofferenza, esperimenta, fa esperienza non diretta..per timore di ritrovarsi a possedere già quella perduta sofferenza..dolore, dell'io bambino frustrato, che mai guarir potrà..se non con la Fede e Verità...

quindi il folle da te poeticamente ed abilmente descritto..è un disperato e angosciato..disperato a tal punto da cibarsi dell'altrui lacrima..senza distorsione alcuna?

quindi quel folle amico mio..non permetterà mai lo sviluppo dell'Intelligenza... e mai permetterà di sostituire l'oscurità sua e altrui, con propria Luce..e rimanendo sdraiato nel suo letto di morte a contatto diretto con il proprio dolore che mai avrà bevuto a piene mani e sperimentato in piena consapevolezza... morirà come povero uomo impregnato di ciò che non fu mai completamente suo...scimmiottando un vivere ed una dimensione mai fondamentalmente per paura tentata...in un abito stretto e luccicante di ricordi..museo d'arte per assurdo.. ma senza conoscere lo spazio in cui è restato addormentato fino a quel giorno d'inizio del vero dolore, recato ad un nuovo e sconosciuto passaggio: la morte.

un abbraccio..

Ultima modifica di atisha : 28-02-2005 alle ore 07.47.53.
atisha is offline  

 



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