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Vecchio 03-03-2006, 18.18.40   #1
fallible
Ospite abituale
 
Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
la sensibilità

Buon pomeriggio!
Prima in una sala d' aspetto ho assistito ad una scena "amoerevole" una coppia di anziani che si aiutava vicendevolmente ad indossare i capotti prima di uscire.......non sò per quale motivo mi è venuto in mente questo quesito, la sensibilità d'animo aiuta o pregiudica il vivere, chi mi conosce o intuisce il mio modo di essere conosce il mio pensiero, mi chiedo perchè , a volte questo calice è cosi' "pesante"? claudio
ps riguardo all'altro post (X yam) perchè non provare a volare più alto?
fallible is offline  
Vecchio 03-03-2006, 19.37.18   #2
gyta
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
La sensibilità è.. un "lusso"
chi più "sente" più necessita di "chiarezza";
non può permettersi ad esempio per ben convivere con tale sensibilità di fare orecchie da mercante a ciò che sente,
pena il conflitto tra mente e sensi (cosa valida per chiunque ma ai più sensibili accentuata di gran lunga!)
Più "sai" e più devi saper gestire ciò che sai;
idem è per il sentire.

In realtà spesso la sensibilità viene vissuta male
poiché obbliga a guardarci dentro senza mezzi termini,
come solitamente non vorremmo.
La storia è sempre la medesima: chi soffre e perché.
Chi sente pesante il calice e perché.
E' sempre la mancanza di presa di coscienza di ciò che ci accade e perché, anziché ciò che vorremmo ci accadesse.
La "sofferenza" è nella maggior parte dei casi una difficile presa di coscienza del punto nel quale ci troviamo.




Gyta
gyta is offline  
Vecchio 03-03-2006, 21.39.42   #3
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Citazione:
Messaggio originale inviato da gyta
La sensibilità è.. un "lusso"
chi più "sente" più necessita di "chiarezza";
non può permettersi ad esempio per ben convivere con tale sensibilità di fare orecchie da mercante a ciò che sente,
pena il conflitto tra mente e sensi (cosa valida per chiunque ma ai più sensibili accentuata di gran lunga!)
Più "sai" e più devi saper gestire ciò che sai;
idem è per il sentire.

In realtà spesso la sensibilità viene vissuta male
poiché obbliga a guardarci dentro senza mezzi termini,
come solitamente non vorremmo.
La storia è sempre la medesima: chi soffre e perché.
Chi sente pesante il calice e perché.
E' sempre la mancanza di presa di coscienza di ciò che ci accade e perché, anziché ciò che vorremmo ci accadesse.
La "sofferenza" è nella maggior parte dei casi una difficile presa di coscienza del punto nel quale ci troviamo.




Gyta

La sensibilità è una condanna e non un lusso! il non poter fare orecchio da mercante è nell'atto pratico "la condanna"

Chi è troppo sensibile vive malissimo, ma non perchè essa ci obbliga a guardarci dentro senza mezzi termini, ma perchè si è totalmente disarmati al nostro prossimo.....e questo è terribile!

Per il resto hai ragione, oramai! se la si deve portare con se, con tutto quello che comporta sicuramente un giorno darà i suoi frutti!!

Kim is offline  
Vecchio 03-03-2006, 22.31.08   #4
gyta
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Messaggio originale inviato da Kim
..ma perchè si è totalmente disarmati al nostro prossimo.....e questo è terribile!

Ti parrà forse strano.. ma chi scrive è una iper-sensibile
"disarmati" solo per questo punto si dovrebbe aprire una profonda ed accurata analisi discorsiva!
A mio avviso, non è la sensibilità a renderci "fragili"
ma le due cose sono -sempre a mio avviso!- separate;
sicuramente la fragilità viene ad essere accentuata secondo il grado di sensibilità che siamo in grado di recepire.
Se vogliamo la sensibilità mette meglio a nudo i conflitti già esistenti, non li crea ma li amplifica e questo può essere un vantaggio nella ricerca analitica od uno svantaggio nella ricerca dell'immediato "vivere bene".
Naturalmente "lusso" l'ho scritto in senso.. ironico.
Se ci sentiamo "minacciati" od "a rischio" o "indifesi"
è perché ciò che sentiamo mette a nudo una realtà alla quale non sappiamo ancora far fronte. Può essere una nostra interiore realtà od una realtà esterna che viene a trovarsi in conflitto con la nostra; ma in fin di conti e d'analisi è sempre la nostra "posizione" che determina la sofferenza (o meno)del.. sentire:
"duro" ma.. (ahimè!) reale.
Poiché l'eventuale "esterno" mette in discussione la nostra irremovibile visione di noi stessi e dello stesso mondo circostante.

Eppure questa stessa modalità "ampliata" del sentire può divenire fonte di ricchezza anziché di sofferenza, di accrescimento anziché "diminuzione".
Il sentire è capacità di porsi in relazione col mondo esterno, con le infinite e differenti realtà; è la capacità di poter vedere con gli occhi dell'altro e non solo del nostro Super-Io (ciò che vorremmo essere, ad esempio); la capacità di far risuonare le corde più sottili, profonde del nostro essere.. Ciò necessita però di una maggiore ed accurata conoscenza di tali "corde" affinché il loro suono non sia a noi sconosciuto, né risulti essere uno "spogliarsi di forza"!

Ciò che in lontananza può mediamente intimorire,
a media distanza può angosciare, spaventare, bloccare..
e stranamente a distanza quasi nulla, ravvicinata, perde ogni fascino.. funesto



Gyta

Ultima modifica di gyta : 03-03-2006 alle ore 22.33.24.
gyta is offline  
Vecchio 03-03-2006, 22.50.39   #5
Kim
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Messaggi: 1,288
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Messaggio originale inviato da gyta
Ti parrà forse strano.. ma chi scrive è una iper-sensibile
"disarmati" solo per questo punto si dovrebbe aprire una profonda ed accurata analisi discorsiva!
A mio avviso, non è la sensibilità a renderci "fragili"
ma le due cose sono -sempre a mio avviso!- separate;
sicuramente la fragilità viene ad essere accentuata secondo il grado di sensibilità che siamo in grado di recepire.
Se vogliamo la sensibilità mette meglio a nudo i conflitti già esistenti, non li crea ma li amplifica e questo può essere un vantaggio nella ricerca analitica od uno svantaggio nella ricerca dell'immediato "vivere bene".
Naturalmente "lusso" l'ho scritto in senso.. ironico.
Se ci sentiamo "minacciati" od "a rischio" o "indifesi"
è perché ciò che sentiamo mette a nudo una realtà alla quale non sappiamo ancora far fronte. Può essere una nostra interiore realtà od una realtà esterna che viene a trovarsi in conflitto con la nostra; ma in fin di conti e d'analisi è sempre la nostra "posizione" che determina la sofferenza (o meno)del.. sentire:
"duro" ma.. (ahimè!) reale.
Poiché l'eventuale "esterno" mette in discussione la nostra irremovibile visione di noi stessi e dello stesso mondo circostante.

Eppure questa stessa modalità "ampliata" del sentire può divenire fonte di ricchezza anziché di sofferenza, di accrescimento anziché "diminuzione".
Il sentire è capacità di porsi in relazione col mondo esterno, con le infinite e differenti realtà; è la capacità di poter vedere con gli occhi dell'altro e non solo del nostro Super-Io (ciò che vorremmo essere, ad esempio); la capacità di far risuonare le corde più sottili, profonde del nostro essere.. Ciò necessita però di una maggiore ed accurata conoscenza di tali "corde" affinché il loro suono non sia a noi sconosciuto, né risulti essere uno "spogliarsi di forza"!

Ciò che in lontananza può mediamente intimorire,
a media distanza può angosciare, spaventare, bloccare..
e stranamente a distanza quasi nulla, ravvicinata, perde ogni fascino.. funesto



Gyta

Ti sembrerà ancora piu' strano ma lo sono anche io! tanto tempo fa in psicologia abbiamo già affrontato l'argomento ed allora io ti dissi quello che tu ora mi ripeti! è la capacità di poter vedere con gli occhi dell'altro e non solo del nostro Super-Io allora io ti dissi che del mio prossimo tendevo a rivestire il ruolo per meglio capirlo! ma questo gioco che gioco non è, mi esauriva sotto un certo punto di vista...

Sono profondamente convinta che ho solo avuto beneficio dalla mia triste vita da iper sensibile....e che ho aiutato anche altrii! ...ma se ora avessi da scegliere, ricominciando una vita!!!...no, grazie passo!!!... forse tu puoi capire....o forse sarà stanchezza!!! chissà...


Ultima modifica di Kim : 03-03-2006 alle ore 22.57.34.
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Vecchio 03-03-2006, 22.55.38   #6
edali
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La sensibilità non è solo la sofferenza. Io la sento come un grande dono. Così come puoi sentire il dolore (anche non tuo) ugualmente puoi percepire la gioia e la bellezza, nelle forme più sottili.


Che cosa potrebbe essere così spaventoso nel guardarsi dentro? Guardarsi dentro per capirsi e comprendersi e come conseguenza comprendere gli altri.
edali is offline  
Vecchio 03-03-2006, 23.08.26   #7
Kim
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Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
La sensibilità non è affatto sofferenza...è la sua applicazione che lo puo' essere, è l'ineluttabile destino umano di certi, che la rende tale! non ha peso ne misura, quindi nessuno puo' dire fa male, fa bene in senso lato, ma se io sono qui e tu la...io la sento maggiormente grazie o per colpa nel "mio qui" che è diverso dal "tuo la"...ma avremmo ragione entrambe!...perchè rimane comunque un bel dono! lo dico per buonismo...ma non lo penso!

baci Edali!

Kim is offline  
Vecchio 03-03-2006, 23.35.24   #8
gyta
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Kim
Ti sembrerà ancora piu' strano ma lo sono anche io!

...ma se ora avessi da scegliere, ricominciando una vita!!!...no, grazie passo!!!...

Sì.. penso di poter ben comprendere!!
"Passerei" spesso.. anch'io!!

Citazione:
ma questo gioco che gioco non è, mi esauriva sotto un certo punto di vista...

E' vero: richiede un maggior dispendio d'energia!!



Gyta

p.s. : Ciao, Edali! (allora ci sei.. tacita ma presente)

Ultima modifica di gyta : 03-03-2006 alle ore 23.43.28.
gyta is offline  
Vecchio 04-03-2006, 10.53.39   #9
turaz
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Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
la sensibilità è un dono.
se non la si fa "fruttare" in funzione dell'amore incondizionato...
si è come un albero o un terreno secco in cui il seme è stato gettato ma è inaridito e morto.
Sofferenza?
la sofferenza è dell'ego... ma è un passo ulteriore che forse in questo momento risulterebbe non comprensibile.
piuttosto com-passione
turaz is offline  
Vecchio 04-03-2006, 11.46.14   #10
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Non so se la sensibilità è un dono. Forse è qualcosa che abbiamo al momento della nascita e poi la vita ci toglie. Forse.

Essere sensibile non è necessariamente sintomo di fragilità ma della capacità di un individuo di vedere il mondo con una messa a fuoco maggiore. Questa messa a fuoco ti fa vedere quello che i più duri non vedono. Quel che fai di questa capacità spetta solo a te.

Entro in una stanza e percepisco "a pelle" che i colleghi hanno qualcosa contro di me. Non ne conosco la ragione, non esiste una ragione se fino a qualche giorno fa abbiamo scherzato. Cosa faccio? ne soffro? mi incavolo? faccio domande? mi sento sola ed emarginata?
No, assolutamente no. Penso: è un problema vostro non mio.

E aspetto che gli passi, se gli passa.

Vedo una signora anziana che cammina con difficoltà e deve andare al piano superiore. L'ho vista, ma posso anche andarmene non è una cosa che mi riguarda. Invece vado vicino e dico: venga, andiamo con l'ascensore.

Sensibilità è percepire e vedere il mondo intorno a noi e dentro di noi con una buona messa a fuoco e poi farne l'uso che ne vogliamo.
Se mettiamo la sensibilità al servizio dell'amore i frutti sono straordinari.

Il sadico la usa per percepire le vibrazioni delle vittime come pochi altri sanno fare.

Ciao
Mary
Mary is offline  

 



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