Nel piccolo comune di Motta in provincia di Catania, la giunta leghista (e già fa ridere) ha piazzato una targa in memoria delle vittime del femminicidio che recita: "il valore di un uomo lo vedi nel sorriso della donna che ha accanto". Teoricamente gli eletti consiglieri comunali dovrebbero rappresentare l'elite socio-culturale del paese. Ebbene questi signori si sono inventati una frase davvero infelice, che misura il ritardo, appunto culturale della nostra élite. Insomma la donna non si picchia e non si uccide ma è felice perché sorride al fianco del suo uomo e il valore di un uomo si misura da quel sorriso. Una visione ancillare della donna che immaginiamo all'opera fra fornelli e bavaglini e sorride felice al rientro del suo uomo. Provate ad invertire il lemma uomo con donna e viceversa per sentire l'arcaicità di questa frase.
Ciao Jacopus. :)
La tua è una riflessione molto acuta e pienamente condivisibile.
Un tempo si sarebbe detto: "Il valore di un uomo si vede nel sorriso della donna che aveva accanto, quando viene a sapere che lui è morto onorevolmente in battaglia".
Però, sempre di mentalità "maschilista" si tratta, sebbene di tipo diverso!
Un saluto! :)
Non sarei così severa. In un paese in cui la misoginia trasuda nei social e continua ad esercitare violenza, opprimere e sfruttare, il livello di quella scritta rimane comunque al di sopra del minimo etico. Il minimo etico di una società ancora sostanzialmente patriarcale.
Non saprei se la qualificazione di ancillare del testo vada riferita all'uomo o alla donna, per cui non lo definirei maschilista o paternalista, ma di chiara ispirazione eterosessuale.
Baylham. Valore/uomo, sorriso/donna. Direi che a stereotipi veteropatriarcali stiamo messi benino. Poi, ok, i problemi sono altri, ma il linguaggio non è mai neutro rispetto ai problemi, anzi è la struttura profonda dei problemi e della loro soluzione.
A me sembra il prodotto paradossale di un compromesso impossibile fra ciò ciò che quegli amministratori di Motta sono e ciò che ci si attende che siano.
Come dice Ipazia il fatto stesso che obtorto collo si siano prestati paradossalmente è un buon segno.
Resta un lungo percorso ancora da fare ma la cui meta non è propriamente edificante.
Infatti la metà comunque riduttiva , a mio parere è poter sostituire il termine femminicidio con partnercidio.
Una metà edificante sarebbe non dover usare alcuno di questi termini, ma questa è ovviamente utopia.
Citazione di: Jacopus il 01 Settembre 2021, 12:58:39 PM
Baylham. Valore/uomo, sorriso/donna. Direi che a stereotipi veteropatriarcali stiamo messi benino. Poi, ok, i problemi sono altri, ma il linguaggio non è mai neutro rispetto ai problemi, anzi è la struttura profonda dei problemi e della loro soluzione.
A me pare che quel motto sia invece la dimostrazione più evidente di quanto il ruolo e la percezione della donna da parte dell'uomo sia ormai completamente ribaltato rispetto a non molto tempo fa. "Valore" infatti in quella frase non è affatto associato al termine "uomo" in sé, non è un attributo maschile a prescindere, ma dipende dalla capacità dell'uomo di suscitare il "sorriso", ovvero più generalmente di "rendere felice", la donna che ha accanto. Se Nietzsche non troppo tempo fa scriveva "L'uomo deve venire educato per la guerra, la donna per il sollievo del guerriero: tutto il resto è follia" adesso si dice (e quella frase vuol dire esattamente quello) "la donna può fare quel che crede e come crede, e l'uomo è stato fatto per accettare supinamente ogni sua decisione, amarla, proteggerla e renderla felice: il suo valore di "uomo" si determina infatti dalla capacità di assolvere al meglio tale compito"
Effettivamente chi l'ha inventata deve essere un ipermaschilista.
"il valore di una donna lo vedi nel sorriso dell'uomo che ha accanto". L'ho scritto, così forse è chiaro cosa intendo dire.
A proposito della frase di Nietzsche non posso che essere in totale disaccordo. L'uomo educato per la guerra è esattamente il nazifascista che continua a germinare pensieri ed opere dentro ognuno di noi. Sta a noi superare, proprio attraverso l'educazione, quel continuo richiamo al ur-fascismo. Se non lo facciamo, abbiamo evidentemente degli interessi terreni e non vogliamo il bene dell'umanità, ma il bene di una parte dell'umanità a discapito del resto, ad maiorem Gloriam Dei. La frase successiva non è altro che il rovesciamento "reattivo" del patriarcato. Il patriarcato non si rovescia tramite il matriarcato, ma attraverso la collaborazione equa e condivisa fra uomo e donna, dove nessuno dei due ha valore in cambio di sorrisi, ma dove entrambi sorridono ed hanno valore, in reciprocità. E non mi fate gli insulsi esempi dell'uomo che lavora in miniera perchè ha i muscoli, e allora anche la donna deve lavorare in miniera, vi prego. O meglio, lo può obiettare solo chi realmente ha lavorato in miniera. grazie.
La frase ha più di una lettura, anche se l'autore o il propositore ne intendeva una specifica, rimane ai posteri come polisemica, secondo me.
Sarà furbizia...ma è anche bravura..? Novelli Biante nelle giunte leghiste, notizie d'altri mondi.
Citazione di: Jacopus il 01 Settembre 2021, 15:35:05 PMIl patriarcato non si rovescia tramite il matriarcato, ma attraverso la collaborazione equa e condivisa fra uomo e donna, dove nessuno dei due ha valore in cambio di sorrisi, ma dove entrambi sorridono ed hanno valore, in reciprocità.
La reciprocità non esiste tra eguali, a che serve il do ut des tra due individui identici, al punto da esprirmersi nel medesimo modo (che sia entrambi sorridendo o "avendo valore"). Le persone sono più grandi del loro abito giuridico e della loro "eguaglianza" formale, il codice civile non è una buona fonte di ispirazione per scrivere aforismi su targhe, ma per i modelli dell'anagrafe..il patriarcato, in termini colloquiali e non strettamente accademici, è il soggetto di una ideologia che ha tutte le carte in regola per essere considerata una teoria del complotto.
Se patriarcato disturba, chiamiamolo maschilismo. Che è un derivato diretto del modello "accademico" patriarcale. Ben lungi dall'essere superato tanto nella pratica che nell'immaginario.
Riguardo alla inversione di genere nella frase, è evidente che tipo di valore femminile si coniuga preferibilmante col sorriso maschile.
Mi sembra, nella sua ambigua versatilità, un ottimo esempio di "motto rorschach": ognuno ci si (ri)specchia, nel senso che ci vede quello che vuole, inconsciamente o meno, vederci (perché attiva le sue "battaglie morali", la sua autodeterminazione, o meglio, eterodeterminazione sociale, intesa come identità rafforzata dalla differenziazione, etc.).
Curiosamente, in questa piccola casistica da micro-esperimento social(e), pare si tenda a vederci qualcosa con cui non si concorda, piuttosto che qualcosa che si approverebbe: Jacopus (con Eutidemo) e donquixote hanno dato letture contrarie, entrambi però leggendoci ciò che (magari sbaglio) non condividono; iano vede la "negatività" non nel senso della frase (se non erro), ma comunque nella inconciliabilità con ciò che realmente è chi l'ha proposta (e di cui non condivide i valori); Ipazia, dopo averci letto il minimo etico di una società patriarcale (che suppongo non approvi), nel commentare l'inversione della frase, parla di evidente valore femminile, implicito nel motto rovesciato, e scommetterei che anche tale evidenza non è di quelle che lei vede di buon occhio (sebbene anche il motto invertito sia, ereditando la dispersiva allusività di partenza, un rorschach con differenti interpretazioni: da spogliatoio, edipiche, social-estetiche, etc.).
Per essere una (sibillina) targa in memoria delle vittime del femminicidio, direi che non ha avuto, almeno qui, un grande effetto di "positività", a conferma di come la comunicazione sia un percorso sempre molto sdrucciolevole, anche quando magari si pensa di vincere facile...
Salve. ennesimo polverone suscitato da chi ha interesse a fare polvere su di una questione di perdurante grandissima moda.
Maschilismo, femminismo, omicidio, maschicidio, femminicidio..............tutte vuote definizioni generate SEMPLICEMENTE dalla mancanza - nella cultura umana - dell'unica parola adatta a delineare le responsabilità di certi fatti e comportamenti.
La parola adatta ma inesistente (a causa di immarcescibili tabù culturali) è PERSONICIDIO. Saluti.
I veneti la versione B l'hanno codificata da tempo:
Par èssar giusta, 'na dona bisogna che (l)a piasa, che (l)a tasa e che (l)a staga in casa.
Scusami Viator ma tu come chiameresti l'assenza o la scarsa presenza di donne nei consigli di amministrazione, nel mondo accademico, nel mondo dirigenziale della Pubblica Amministrazione, nei massimi gradi delle Forze Armate, nel campo della ricerca scientifica avanzata, in Senato e in Parlamento, nella classe dirigenziale sanitaria? La chiameresti personicidio?
Per raccontare il patriarcato (e non il maschilismo, che è un'altra cosa), ho preso ad esempio una targa insulsa e barocca su un fenomeno che avrebbe bisogno di meno targhe e di più azioni a difesa delle donne, ma si sa che le azioni (centri antiviolenza, case madre-bambino) costano molto di più di una targa commemorativa (intanto una lacrima di coccodrillo mi scende dalla guancia). Ma che la metà del genere umano sia sottoposto all'autorità maschile è ancora vero nell'avanzato mondo occidentale e sacche di resistenza e di tradizioni non si piegano tanto facilmente. Immaginate cosa accade in Niger (ma intanto non sono fatti nostri, che si impicchino).
Fino a un secolo fa, la necessità che la donna stesse a casa era anche pseudoprovata da pseudostudi scientifici che ponevano la donna come gradino intermedio fra l'uomo (inteso come maschio di homo sapiens) e i primati superiori. Fino al 1983 (neppure 40 anni fa) il marito poteva usare mezzi di correzione non solo verso i figli ma anche verso la moglie, considerata una minorenne a vita.
Potete anche foderarvi gli occhi con il famoso prosciutto di montagna di Eutidemo ( :D ) ma la realtà è questa. Non è un complotto miei cari. E' ora che i maschietti si tolgano, oltre al prosciutto di montagna, anche i baffi neri e la coppola dalla testa. Io l'ho già fatto e vi assicuro che il testosterone continua a fluire vigoroso nel mio organismo.
Citazione di: Jacopus il 01 Settembre 2021, 22:27:10 PM
Fino a un secolo fa, la necessità che la donna stesse a casa era anche pseudoprovata da pseudostudi scientifici che ponevano la donna come gradino intermedio fra l'uomo (inteso come maschio di homo sapiens) e i primati superiori. Fino al 1983 (neppure 40 anni fa) il marito poteva usare mezzi di correzione non solo verso i figli ma anche verso la moglie, considerata una minorenne a vita.
Potete anche foderarvi gli occhi con il famoso prosciutto di montagna di Eutidemo ( :D ) ma la realtà è questa. Non è un complotto miei cari. E' ora che i maschietti si tolgano, oltre al prosciutto di montagna, anche i baffi neri e la coppola dalla testa. Io l'ho già fatto e vi assicuro che il testosterone continua a fluire vigoroso nel mio organismo.
Se domani scomparissero per magia gli elettrodomestici e le macchine industriali, il lavoro fosse fisico nel 99.9% dei casi, e ci fosse la pressante necessità di produrre continuamente risultati bellici, indovina, le donne tornerebbero in cucina, quale poi sarebbe la giustificicazione dipenderebbe dai gusti di questi ipotetici uomini di questi ipotetici tempi. Che sia un mondo costruito in gran parte dagli uomini per altri uomini è un dato di fatto, che questi uomini si siano coalizzati in un associazione mafiosa (parole di una proponente italiana della teoria "del reciproco rispetto", ma anche tua vedo, parlando di coppole) basata unicamente sulla sottomissione dell'altro sesso e con lo scopo precipuo di perpetuare questa sottomissione, è una teoria del complotto. E insisterei a sottolineare: la teoria del "reciproco rispetto" che dovrebbe ispirare targhe e poesie, sarebbe che l'altro sesso è composto da mafiosi, in aperta opposizione alle "discendenti della dea madre". Tecnicamente, se una donna vivesse con diritti formali bassissimi reclusa in casa, ma fosse quella che gestendo il focolare gestisce anche le risorse economiche che porta a casa il marito (ed è uno dei casi più comuni) si parlerebbe di "matriarcato", ma in senso ristretto, non nel senso di "associazione mafiosa". Sono termini che sono stati dirottati ideologicamente da persone a cui non piace studiare storia, ma sono assetate di giustificazioni ai propri fallimenti personali attraverso pippotti sui sistemi sociali dei babilonesi. La targa è scritta oggi, e al massimo riferisce al patriarcato di oggi, che prevede che metà dei leader politici europei sia donna, spesso per accesso garantito unicamente sulla base del sesso ("quote rosa" formali o informali)
Restando "complottista", le quote rosa in politica dimostrano soltanto che la politica politicante non conta un picchio nel fantastico mondo del liberal-liberismo. Più difficile trovarle dove operano oligarchicamente i padroni del mondo, laddove si fa politica vera e si elaborano e programmano i destini altrui.
Che il trend sia verso una parificazione è probabile. Aiuta pure la grande confusione sotto il cielo dei generi (però l'utero rimane dirimente al di là di tutte le fole).
Dubito che distopie di ritorno al focolare domestico, latomie e clave siano dietro l'angolo, lasciando comunque al maschile il privilegio della muscolatura classica (fatta salva la palestra, dove sia accessibile pure alle donne).
Per quella cerebrale una donna deve valere il doppio di un uomo e lo sa. A parità, rimane un umano dimezzato o una baiadera, non solo nella giurisdizione islamica.
Buongiorno a tutti
Si dovrebbe, da qualche parte, in qualche borgata perduta tra i monti, quasi nascosta tra le fronde, fare una targa commemorativa anche per tutti gli uomini vittime delle donne. Uomini uccisi , giorno dopo giorno, dalla mancanza di qualunque sorriso, da pretese continue, dall'insofferenza della loro donna, dalla mancanza di rispetto, magari perché hanno perso il lavoro o portano pochi soldi a casa. Le donne vittime delle esplosioni di violenza maschili finiscono sui media, ma gli assassinati, avvelenati giorno per giorno dall'indifferenza femminile, non meriterebbero una simile targa, piccola, economica e nascosta da qualche parte?
Citazione di: Alexander il 02 Settembre 2021, 09:17:50 AM
Buongiorno a tutti
Si dovrebbe, da qualche parte, in qualche borgata perduta tra i monti, quasi nascosta tra le fronde, fare una targa commemorativa anche per tutti gli uomini vittime delle donne. Uomini uccisi , giorno dopo giorno, dalla mancanza di qualunque sorriso, da pretese continue, dall'insofferenza della loro donna, dalla mancanza di rispetto, magari perché hanno perso il lavoro o portano pochi soldi a casa. Le donne vittime delle esplosioni di violenza maschili finiscono sui media, ma gli assassinati, avvelenati giorno per giorno dall'indifferenza femminile, non meriterebbero una simile targa, piccola, economica e nascosta da qualche parte?
Ciao Alexander, le tue non sono parole politically correct, in questo mondo di retorica a favore del l'emancipazione femminile.
Ma in queste parole c'è del vero, almeno a mio parere.
Nella gran parte delle società umane il potere è sempre stato maschio, ma poi ogni maschio vive una relazione diretta con una femmina rispetto alla quale è spesso soccombente dal punto di vista psicologico.
Colui che ci ha creato ha fatto una sorta di compensazione, al maschio la forza bruta, alla femmina la forza psicologica della stabilità delle proprie convinzioni, che, nel confronto col maschio, vince.
Il "complottismo" (comploddo, gomblotto, gombloddo,...) non mi ha mai convinta. Solitamente chi chiama "al lupo, al lupo, complottista" è lui il lupo. I padroni considerano complottista la lotta di classe, i maschilisti ritengono complottista il femminismo, ...
"Complottista" è spesso sinonimo di boccalone ignorante, quando invece il complottismo reale richiede menti fervide di intelligenze superiori. Come il complottismo satanico su cui si sono fondate ideologie dal successo millenario. Ideologie che vanno sorrette da organizzazioni sociali complesse e pervasive come le religioni. O, in campo laico, esempi come il "complotto dei savi di Sion" che ha alimentato l'antisemitismo.
Chi vede solo complottismi nei propri avversari solitamente è un complottista che crede al complotto dei complottisti. Insomma, un gatto che si morde la coda
Sull'indifferenza femminile è stato scritto pure un
libro commemorativo.
Al di là della battuta, c'è molto da lavorare sulla psicologia umana e su quella maschile in particolare, orfana di dei, mamme, riposi del guerriero e guerre, che non sono più quelle di una volta.
Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2021, 13:37:14 PM
Chi vede solo complottismi nei propri avversari solitamente è un complottista che crede al complotto dei complottisti. Insomma, un gatto che si morde la coda
Per complotto intendo una teoria con determinate premesse... per esempio giustificare il fatto che la letteratura scientifica chiaramente mostri altri risultati da quelli che si vanno sostenendo, come il prodotto di una sezione della società coalizzata per ingannarne un altra, in questo caso sarebbe il "patriarcato" a inquinare sistematicamente la letteratura, implicitamente o esplicitamente, generando dei cosidetti "paradossi" (v. paradosso nordico) che paradossi sono solamente per chi non vuole accettare i risultati della ricerca, per tutti gli altri è tutto perfettamente logico. Teoria del complotto nel senso di teoria che tenta anzichè di rendersi falsificabile dimostrandosi, di rendersi infalsificabile per sorreggere un ideologia dogmatica. Io non ho mai sostenuto che chi non è d'accordo con me, non lo è perchè indottrinato da un associazione a delinquere di stampo sessista, ho idee molto più semplici sul perchè questo avvenga, principalmente collegate con il tempo che ho speso per ricercare la vicenda.
Ps. Ieri Benigni, premiato per qualcosa di cinematografico, ha ricordato alla platea che "se qualcosa ha preso il volo è stato grazie a te" riferendosi alla moglie. Non è disgustoso che nel 2021 qualcuno veda ancora la donna come colei che catalizza i voli pindarici degli uomini, mentre essi ricevono tutta la gratitudine sul palco? Un terribile esempio di sessismo che è passato inosservato anche agli occhi più scaltri. Il problema non è che esistono "motti rorschach" come dice Phil, ma che l'ideologia trasforma tutto il mondo in un rorschach.
Grazie InVerno per il tempo che hai speso per spiegare la tua posizione. Purtroppo il patriarcato esiste da più tempo della letteratura scientifica per cui è più probabile che i modelli valoriali in essere, da analizzare con cura, siano imprintati a tale arcaico modello sociale al netto di qualsiasi bias complottista. La falsificazione è un buon metodo di asseverazione, ma quanta della spacciata scienza vi si sottomette onestamente, senza trucchi e senza inganni ? Non è che forse anche il plusvalore muscolare maschile è stato dopato nel corso della civilizzazione (non della selezione naturale) dalla reclusione femminile nel ruolo fisicamente distruttivo di vacca fattrice, escluse pochissime eccezioni come Sparta nei suoi bei tempi andati ?
Io escludo il complottismo dal mio repertorio critico perché cerco di decostruire il "complotto" nelle sue motivazioni e facendo ciò trovo più stimoli conoscitivi che superstizione e delirio. Sarà un tarlo da filosofi, ma pure Galileo fu complottista rispetto alla "scienza" del suo tempo.
Benigni è una viscida figura ripugnante. Anche il modello "riposo del guerriero" si è miserabilmente involuto.
Citazione di: InVerno il 03 Settembre 2021, 07:17:34 AM
Ps. Ieri Benigni, premiato per qualcosa di cinematografico, ha ricordato alla platea che "se qualcosa ha preso il volo è stato grazie a te" riferendosi alla moglie. Non è disgustoso che nel 2021 qualcuno veda ancora la donna come colei che catalizza i voli pindarici degli uomini, mentre essi ricevono tutta la gratitudine sul palco? Un terribile esempio di sessismo che è passato inosservato anche agli occhi più scaltri. Il problema non è che esistono "motti rorschach" come dice Phil, ma che l'ideologia trasforma tutto il mondo in un rorschach.
Benigni voleva solo rendere omaggio alla compagna della sua vita, non credo si rivolgesse alle altre donne.
C'è un modo di vedere la realtà differente dal sessismo (che sia maschilismo o femminismo), un modo per il quale ci sono gli uomini, ci sono le donne, e poi ci sono le coppie, cioè uomini e donne uniti nella sorte e nel ruolo sociale, che dimostrano che i sessi possono convivere, senza nessuna necessità di entrare in competizione l'un con l'altro.
Come ho già spiegato, nel rapporto di coppia la figura femminile è normalmente dominante, perché dotata di una maggiore forza e stabilità psicologica, e il fatto che il ruolo del maschio abbia spesso una maggiore visibilità sociale è elemento di riequilibrio rispetto a questo. Riequilibrio anche nel senso di sostenere anche questa visibilità sociale.
Si dice che spesso dietro un grande uomo, c'è una grande donna, e io questo lo condivido, ma in un senso anche più forte, perché secondo me è difficile essere un grande uomo se non si ha il sostegno e l'armonia con una grande donna.
Non è vero il contrario, perché mentre la donna può bastare a se stessa, anche acquisendo ruoli di grande responsabilità, l'uomo senza il sostegno di una donna può perdersi.
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 09:02:22 AM
Non è che forse anche il plusvalore muscolare maschile è stato dopato nel corso della civilizzazione (non della selezione naturale) dalla reclusione femminile nel ruolo fisicamente distruttivo di vacca fattrice, escluse pochissime eccezioni come Sparta nei suoi bei tempi andati ?
Grazie a te per la risposta. La mia opinione: tra determinismo biologico e determinismo sociale, tertium datur, basta non inventare false dicotomie e le diverse concause si possono tranquillamente elencare. Dai per scontato che il patriarcato esista perchè qualcuno ne parla, ma prendendo ad esempio il libro "Maschi demoniaci" (
che ho scelto perchè spero sia l'ultimo libro sulla faccia della terra che possa essere accusato di "apologia del patriarcato", ma mai dire mai) i coautori sostengono che ciò che normalmente viene chiamato "matriarcato" sia in realtà una variante sui generis di un unico sistema di equilibrio (che senso avrebbe chiamarlo "patriarcato", non avendo un controvalore femminile?) tra i sessi originatosi ai tempi dei bonobo, e le argomentazioni a riguardo sono la letteratura che i proponenti della teoria dovrebbero affrontare, non anedottica storica decontestualizzata o leggendo "Herland" di Perkins Gilman.
Sono io a mio agio con un livello tale di determinismo biologico? Io no, però, non mi risulta che qualcuno sia riuscito ad andare nemmeno vicino a provare il contrario, ovvero che sia tutto un costrutto sociale, anzi ogni volta sembra che venga ribadito l'opposto..
Come abbiamo "imparato" negli ultimi due anni, protezione e libertà non viaggiano sugli stessi binari, anzi probabilmente sono inversamente proporzionali. Dubito io forse che i maschi abbiano abusato del primato nella protezione sociale, per accappararsi vantaggi su altri esseri umani..? io no, dubito però che la motivazione principale di questi fenomeni sia una misoginia talmente arcaica da risultare quasi innata? Potrò forse io dimenticare che la preghiera mattutina di un ebreo, è ringraziare Dio per non averlo fatto nascere donna? Non è che ho gli "occhi foderati", ma la misura trasforma la medicina in veleno.
Tutti bravi, nel 2021, a costruire le piramidi all'età del bronzo in una società "egualitaria" (ammesso e non concesso che l'atto di costruire piramidi sia effettivamente desiderabile per una società), nel frattempo va ricordato che quando in Giappone decisero di far lavore le donne in miniera, nel giro di poco tempo un quinto di esse contrasse infezioni vaginali, e la restante parte interruppe l'ovulazione rendendosi infertile per via degli eccessivi sforzi, facendosi che l'esperimento fallisse velocemente. Già quel sessista di Platone, disse che nella Repubblica alle donne andavano dati lavori lievi, forse perchè sessista, o forse perchè conscio di ciò che la stragrande maggioranza delle società "patriarcali" conosce, ovvero che alle madri e alla prole va data priorità massima di protezione, e gli spendibili sono gli uomini, che ancora oggi, in assenza di qualcosa di tangibile per cui "spendersi", si suicidano in dieci volte il numero delle donne, senza che nessuno si metta ad urlare all'emergenza e a fare targhe, perchè appunto, considerati tradizionalmente "spendibili", da qualsiasi società umana (gli "strani vantaggi masochistici" che i "dominatori" proteggono alacremente nell'omertà mafiosa). In definitiva, e forse a conclusione, una citazione di Orwell che mi è sempre piaciuta:
coloro che abiurano la violenza, possono farlo solamente sfruttando altri che commettano violenza al posto loro.@Anthonyi, sono in gran parte d'accordo con te, e ti rispondo solamente per precisare che quello su Benigni era mio umorismo, di quello che non fa ridere.
Il matriarcato non credo sia mai esistito. Il massimo beneficio che le donne hanno avuto dalle diverse civilizzazioni è stata una condizione di quasi parità come a Sparta. Nelle società meno ideologizzate patriarcalmente e più vicine allo stato di natura vi è stato un naturalissimo culto della fertilità che però non ha messo in discussione i ruoli tradizionali maschile-femminile. In ambito lavorativo le donne non sono mai vissute di rendita: contadine, tessitrici, cuoche, sarte, domestiche, governanti, ... si sono sempre fatte il mazzo e, finito di lavorare, la servitù aggiuntiva delle cure domestiche. Mettiamoci le gravidanze in serie ed a quarant'anni una donna era vecchia e da buttar via. Anche gli uomini invecchiavano prima, ma si era molto più generosi sulla rottamazione. Patriarcato appunto, che non ha nulla a che fare con lo stato di natura, con la biologia, ma si è consolidato per millenni nella citazione ebraica riportata. Mi pare che anche in area orientale vi siano simili giaculatorie maschiliste, condivise per secoli anche dalle madri gravide.
Oggi tutto questo non ha senso e sono crollate anche le differenziazioni di genere dotate di qualche legittimità naturale. Anche l'ultima specifica maschile, la guerra, ormai si combatte con dispositivi unisex in cui l'unico determinismo che conta è quello tecnologico. Lo stesso dicasi per i lavori pesanti e pericolosi in cui si è inventato ben più della lavatrice e dell'aspirapolvere per sgravare il peso di fatiche tradizionalmente maschili. Nelle miniere giapponesi citate non ci vanno più nemmeno gli uomini (che si ammalavano pure loro di malattie legate alla riproduzione oltre a quelle respiratorie ed ematiche) in quelle condizioni.
Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi e la sua crisi radicale, paragonabile a quella delle religioni - del resto sono due facce della stessa medaglia come islam, cristianesimo, induismo,... insegnano - ha presentato un prezzo da pagare molto più alto a chi ha perso potere che a chi, non avendo nulla da perdere, qualcosa ha guadagnato.
Benigni, indipendentemente dalle sue vicende sentimentali, è un viscido cortigiano. Vil razza dannata, come da aria celebre. In buona compagnia con miriadi di testimonial, influencer e lobbisti.
Inverno. La tua, se mi posso permettere, è solo psicologia reattiva. Il matriarcato se davvero esistito (ma dubito) non è la risposta, così come non è la risposta la citazione di Orwell. Se le donne non sono adatte a fare lavori in miniera, questo non significa che non possano fare altri lavori meno faticosi. Io trovo del tutto irrazionale, soprattutto in un sistema che predica la libera concorrenza e la competitività, che molte professioni "non estrattive" e dove conta solo l'impegno, l'ingegno, le capacità, l'intelligenza, siano un appannaggio culturale di metà del genere umano. Forse i nostri muscoli sono un lasciapassare per considerarci più ardimentosi, svegli, lucidi e razionali delle donne? Il problema detto in spiccioli è uno solo. L'uomo maschio ha costruito, attraverso un lavoro culturale durato secoli, un insieme di credenze, di abitudini, di modi di fare, di impostazioni che vanno dai giochi alle posture delle gambe, che sinteticamente pùò essere definito: l'archetipo del razzismo al fine di uno sfruttamento di risorse, addolcito da più o meno riuscite oscillazioni sentimentali. Dulcis in fundo. Davvero basta con la donna-madre, madonna o puttana. Io voglio accanto una compagna di vita che condivida con me, alla pari il senso della vita. Non ho bisogno di una Diotima, consigliori e cortigiana. Direi che i tempi sono maturi e gli esempi talebani dovrebbero darci la forza per fare un balzo in avanti.
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM
Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi
I suicidi maschili sono solo la prova della maggiore instabilità della psiche maschile.
Citazione di: anthonyi il 03 Settembre 2021, 20:07:27 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM
Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi
I suicidi maschili sono solo la prova della maggiore instabilità della psiche maschile.
L'instabilità della psiche del sesso "forte" da cosa dipende ?
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM
Oggi tutto questo non ha senso e sono crollate anche le differenziazioni di genere dotate di qualche legittimità naturale. Anche l'ultima specifica maschile, la guerra, ormai si combatte con dispositivi unisex in cui l'unico determinismo che conta è quello tecnologico. Lo stesso dicasi per i lavori pesanti e pericolosi in cui si è inventato ben più della lavatrice e dell'aspirapolvere per sgravare il peso di fatiche tradizionalmente maschili. Nelle miniere giapponesi citate non ci vanno più nemmeno gli uomini (che si ammalavano pure loro di malattie legate alla riproduzione oltre a quelle respiratorie ed ematiche) in quelle condizioni.
Dici bene, oggi, il problema è che lo spettro delle teorie antropologiche dovrebbe essere leggermente più ampio dell'oggi. Con la stessa velocità con cui si è giunti alle innovazioni tecnologiche che hanno permesso materialmente l'emancipazione femminile, sono altrettanto velocemente giunti riconoscimenti formali dei diritti alle donne. Cento anni tra il suffragio universale maschile e quelle femminile, sono praticamente il tempo necessario per aspettare che muoia il nonno rompiballe, quello intento a pronunciare indicibili frasi sessiste alle figlie mentre gira il sugo, il temibile "ultimo dei patriarchi".
In realtà è bastato entrare in fabbrica, cioè partecipare attivamente allo sforzo bellico e alle necessità di protezione, per convincere gli uomini a garantire il voto alle donne. Se era possibile anche prima delle fabbriche, ci siamo persi qualche miracoloso intruglio rinascimentale, o hanno fatto sparire tutte le corazze con il reggipetto. Che la donna storicamente faccia lavori "peggio ricompensati" deriva da un semplice fatto, sono assenti del rischio della vita,
così come la maggior parte dei lavori maschili oggigiorno, ma è ancora una volta consistente con il mondo animale, dove provvigione del cibo e prole nei mammiferi sono appannaggio femminile (le "mille mansioni" che elenchi), e la protezione, cioè l'attività mortale, principalmente maschile (Gilmour, 1990).
Dico questo per giustificare un qualche ritorno ad un mondo "naturale"?
Ovvio che no, dico questo per screditare una teoria che ipotizza che lo iato tra la situazione sociale dei sessi, sia unicamente basato su un costrutto sociale (detto appunto, "patriarcato") che potrebbe essere selettivamente "ribaltato" senza anche ribaltare la società intera (nella
fogna comportamentale terminale, che forse ci aspetta comunque, ma tant'è a me l'idea non piace).Ogni uomo è figlio di una donna.
Inverno. Che il patriarcato non sia esclusivamente fondato su un costrutto culturale potrebbe anche avere un qualche fondamento (sospendo il giudizio perchè in natura esistono forme di equilibrio che non si basano esclusivamente su una divisione del lavoro come nelle società umane tradizionali, basti pensare a canidi, scimmie bonobo o leoni, tanto per fare i primi esempi fra i mammiferi, per non parlare di molte specie di uccelli, dove la cura dei pulcini è equamente condivisa fra padre e madre). Ma anche se vi fosse un retroterra biologico, che condiziona la specializzazione maschile nella "attività mortale" e femminile nella "cura della prole" (cosa di cui dubito, proprio a partire da esempi di altre specie animali viventi), non vedo quale sia il problema.
Noi, da circa quarantamila anni, non siamo più solo natura, e siamo (sempre più) soprattutto cultura. Nel momento in cui scriviamo su un forum di filosofia attraverso sistemi cablati che usano un alfabeto numerico digitale per mettere in contatto con un linguaggio simbolico soggetti distanti anche centinaia di chilometri, utilizzando strutture interconnesse a vario livello di complessità, direi che tutti i più banali aspetti della nostra natura, sono ampiamente stravolti e dovremmo (dovremmo, perchè il nostro cervello arcaico/tradizionalista non è d'accordo) così dedicarci al fondamento platonico della filosofia, ovvero all'etica del comportamento umano. Alla faccia della struggle for life e di ogni misunderstanding della teoria darwiniana.
Citazione di: Jacopus il 03 Settembre 2021, 23:14:13 PM
Noi, da circa quarantamila anni, non siamo più solo natura, e siamo (sempre più) soprattutto cultura.
Ciao jacopus, ciao ipazia la risposta è anche per te,
ma la cultura perché dovrebbe essere in antitesi alla natura? La cultura umana viene dall'uomo, e l'uomo viene dalla natura, per cui la cultura viene dalla natura.
E l'origine del rapporto uomo donna é proprio lì, nella separazione tra un maschio dedito alle funzioni più aggressive (conflitto e caccia), è una femmina dedita a quelle più metodiche, cura e custodia dei cuccioli d'uomo.
C'è da dire piuttosto che con l'evolversi della civiltà le funzioni maschili sono andate sempre più fuori mercato, perché non servono, e questa è una ragione di quello smarrimento che è proprio del maschio moderno, che si ritrova ad avere a che fare con pulsioni aggressive interiori che sono scritte nel suo genoma, ma che la società che ha attorno non accetta è non riconosce.
Poi c'è la questione del potere istituzionale, che in effetti è parte delle funzioni conflittuali, perché lo si costruisce nel conflitto tra maschi, selezionando il più adatto.
E la funzione del potere crea anche un ordine sociale, perché gli altri maschi sono predisposti per essere gregari, per accettare il potere di un capo.
Perché nella storia gli eserciti sono sempre stati fatti solo di uomini? Da una parte c'è l'aggressività maschile, ma dall'altra c'è la maggiore predisposizione maschile ad essere comandato, magari sulla base di una costruzione ideale, religiosa o filosofica che sia.
La femmina è invece sempre più con i piedi per terra, fatta per risolvere i problemi reali, quotidiani, suoi e della sua prole. Questo le rende possibile comandare, e infatti nella storia umana abbiamo avuto anche nell'antichità delle donne di potere, ma mai eserciti con donne, perché è difficile comandarle.
Citazione di: Jacopus il 03 Settembre 2021, 23:14:13 PM
Inverno. Che il patriarcato non sia esclusivamente fondato su un costrutto culturale [.....]non vedo quale sia il problema.
I problemi dell'esistenza del patriarcato o meno riguardano il fatto che c'è qualcuno che dice che lo sta cercando e vuole ribaltarlo, ed essendo che secondo me non esiste, ribalterà qualcos'altro, cosa di preciso non lo so, quando si cerca qualcosa che non esiste si finisce di solito per ribaltare casa, ma il risultato che uno dovrebbe aspettarsi è un aumento radicale dell'asocialità e della incomunicabilità tra i sessi, e tu guardati in giro dove queste teorie vanno per la maggiore....
Il problema è che una teoria che guarda la storia attraverso questi lenti è una teoria che propone agli esseri umani un passato da mafiosi, dove le relazioni sociali e interpersonali sono ridotte unicamente alla dimensione di prove di forza. Un uomo deve dimenticarsi della propria forza, davanti ad una donna, non esercitarla come fosse l'unico "drive" delle proprie energie vitali. E' uno scandalo aprire un libro di storia e leggerlo così sia ad una bambina che ad un bambino, un incredibile disservizio, e pure gratuito, con l'unico risultato di istigare vittimismo intransigente. Capisco anche che in Italia non sia un argomento così importante, e la maggior parte delle persone vi aderisca "per buon senso", siamo tutti in trepidante attesa di ritornare a parlare di migranti e diritto marittimo, ma nel resto del mondo il concetto di patriarcato circola e cambia le società.
La storia umana è quello che è ed edulcorarla è un disservizio tanto quanto qualsiasi manipolazione e travisazione di essa. È una storia fatta di schiavitù dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla donna. Storia di classismo e patriarcato, entrambi ancora operanti con livelli diversi di intensità e annichilimento dei diritti umani (cultura, ma anche natura) in tutto il pianeta.
La si racconta per superarla ed instaurare una qualità della vita migliore per tutti. Anche per i gregari che con gli opportuni strumenti culturali e politici saranno ben lieti di non esserlo più. Perché, come Jacopus ha già osservato, la natura ci offre esempi assai differenziati di comportamento sessuale, sociale e sociosessuale ed il primate umano è perfettamente in grado, attraverso lo strumento culturale e l'imprinting che ne deriva, di scegliere il suo stile di vita, pluralmente declinato secondo un principio di libertà compatibile con la libertà altrui.
Non credo si farà molta strada evolutiva negando il carattere classista e patriarcale della storia umana. Carattere che non va demonizzato, ma compreso (ermeneutica) ed elaborato.
Anche sulla innata debolezza psicologica e aggressività del maschio e assenza di disciplina della femmina della razza umana mi permetto di esprimere dei dubbi, dipendendo il tutto dal contesto sociale di formazione e vita. (Anche in natura le femmine diventano molto aggressive quando si tratta di difendere i piccoli e le leonesse sono più abili cacciatrici dei leoni che filosoficamente attendono il pasto e al massimo partecipano alla parte finale della predazione).
Resta intatta la differenza riproduttiva, sulla quale non c'è ideologia (sovrastruttura) gender che tenga, ma sulla quale si possono instaurare sovrastrutture assai diverse tra loro, benigne e maligne.
Inverno wrote: "ma nel resto del mondo il concetto di patriarcato circola e cambia le società."
E meno male mi vien da dire, Inverno, anche se non credo che in India, dove vive un quinto della popolazione mondiale, le teorie antipatriarcali abbiano un nutrito seguito e a quanto mi risulta anche in Nigeria gli antipatriarcalisti fanno una vita grama. In realtà, questa discussione a me fa capire come, in Italia, siamo molto più vicini al Medio-oriente che all'Europa. Infatti, presumo che questo forum sia abitato da soggetti informati, mediamente di un livello culturale alto, che leggono, che hanno viaggiato, eppure nonostante questo, le voci che mettono in dubbio il patriarcato come forma di dominio dell'uomo sulla donna, replicato per diversi secoli, sono molteplici, mentre quelle che tendono a suffragare quella visione sono poche (ma combattive). Si ipotizzano rivoluzioni che porteranno a successive catastrofi, si teorizzano rovesciamenti di potere, dove la donna, finalmente potrà esercitare la sua vendetta su uomini inermi e schiavizzati. Mah! Davvero non vi siete mai incontrati con situazioni di dominio uomo-donna, secondo stili patriarcali? Proprio ieri, parlando con una donna di 50 anni, vecchia amica di famiglia, mi raccontava (per l'ennesima volta) come aveva voluto fermamente venire ad abitare al Nord, perchè in Calabria le donne devono stare chiuse in casa se non hanno un fidanzato e si parlava di quanto accadeva 30-35 anni fa, non il millennio scorso. Personalmente con mia moglie ho avuto sempre un rapporto di collaborazione e di reciproco rispetto. Se c'è da spostare un armadio lo sposto io, che diamine, ma lei ad esempio ha uno stipendio più alto del mio, ma questo non mi fa sentire un cretino e neppure un orgoglioso marito di una donna in carriera. Siamo due esseri umani che condividono nel tempo, l'avventura della vita, collaborando e condividendone la fatica. Penso che questo approccio sia importante, perchè è lo stesso che hanno appreso i miei figli e che mi auguro porteranno avanti quando formeranno la loro famiglia. La democrazia e la reciprocità sono molto più interconnesse con i rapporti familiari piuttosto che leggi e costituzioni.
Suppongo che il vivere "reclusa in casa" non abbia nessuna correlazione con il tasso di omicidi tradizionale nella zona e la sicurezza sociale avvertita,e che la disparità di potenziale offensivo tra portatori di armi da fuoco e non, sia un elemento totalmente irrilevante.
Ho visto la mia compagna prendere il master in una nota università Italiana, ho seguito le lezioni, ho guardato i temi, e posso dire che tutta Italia non è la Calabria agreste, e neanche il medio oriente. Ma l'origine delle teorie ne determina i risultati. C'è una nazione in particolare, egemone sull'intera cultura occidentale (almeno fino a ieri) che da un ventennio a questa parte guarda con sempre maggiore interesse alla filosofia politica in Europa chiamata "socialismo". Resosi gradualmente conto di vivere in una società estremamente tossica e iniqua, vorrebbero evidentemente giocare alla "lotta di classe", ma c'è un problema nell'importare questa filosofia oltre atlantico, infatti nel frattempo, nella stessa nazione, l'accumulo di capitale organizzato ha raggiunto una dimensione sacrale, incondannabile materialmente e moralmente. Perciò ai novelli marxisti, mutilati del bersaglio corretto di una teoria economica che ha bisogno di un antipode dialettico, cioè in questo caso i ricchi, si divertono ad inventare tutta una serie di sottogruppi surrogati, i bianchi, gli etero, i maschi, i cinesi.. wellcome nel tribalismo globale, previsto da quasi cinquant'anni dagli studiosi di scienze comportamentali, in una sclerotica ricerca di "chi mi ha rubato il portafoglio" a livello globale, resuscitando la cultura dell'inquisizione, la cultura del sospetto su base biologica e sessuale.
Citazione di: Ipazia il 04 Settembre 2021, 09:13:32 AM
La storia umana è quello che è ed edulcorarla è un disservizio tanto quanto qualsiasi manipolazione e travisazione di essa. È una storia fatta di schiavitù dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla donna. Storia di classismo e patriarcato, entrambi ancora operanti con livelli diversi di intensità e annichilimento dei diritti umani (cultura, ma anche natura) in tutto il pianeta.
La si racconta per superarla ed instaurare una qualità della vita migliore per tutti. Anche per i gregari che con gli opportuni strumenti culturali e politici saranno ben lieti di non esserlo più. Perché, come Jacopus ha già osservato, la natura ci offre esempi assai differenziati di comportamento sessuale, sociale e sociosessuale ed il primate umano è perfettamente in grado, attraverso lo strumento culturale e l'imprinting che ne deriva, di scegliere il suo stile di vita, pluralmente declinato secondo un principio di libertà compatibile con la libertà altrui.
Non credo si farà molta strada evolutiva negando il carattere classista e patriarcale della storia umana. Carattere che non va demonizzato, ma compreso (ermeneutica) ed elaborato.
Anche sulla innata debolezza psicologica e aggressività del maschio e assenza di disciplina della femmina della razza umana mi permetto di esprimere dei dubbi, dipendendo il tutto dal contesto sociale di formazione e vita. (Anche in natura le femmine diventano molto aggressive quando si tratta di difendere i piccoli e le leonesse sono più abili cacciatrici dei leoni che filosoficamente attendono il pasto e al massimo partecipano alla parte finale della predazione).
Resta intatta la differenza riproduttiva, sulla quale non c'è ideologia (sovrastruttura) gender che tenga, ma sulla quale si possono instaurare sovrastrutture assai diverse tra loro, benigne e maligne.
E' chiaro, ipazia, che io ragiono per medie statistiche. Il disturbo mentale, la perdita di controllo emotivo, nei suoi effetti gravi, è una caratteristica soprattutto maschile.
La donna, anche nel suo stato di patologia psichica, è mediamente più controllata.
E comunque la difesa dei cuccioli non è un atto offensivo.
L'aggressività e la legittima difesa sono cose differenti.
Poi dobbiamo intenderci sul concetto di rapporto con il potere. Non è questione di essere disciplinati o meno, ma di fondare le proprie scelte di più su una osservazione materiale della realtà nel caso femminile, o più sul riferimento a una costruzione ideale.
Prendendo per esempio la rivoluzione francese, noi abbiamo gli uomini che agiscono in funzione di concetti astratti di libertà, eguaglianza.., le donne si ribellano, e fanno una loro sommossa autonoma quando vedono che non c'è il pane per i loro figli.
Inverno. La correlazione fra armi da fuoco, omicidi e segregazione c'è, ovvio, ma non nel senso che tu ritieni, altrimenti dovrebbe essere applicato anche ai maschi, ma nel senso che una cultura maschilista impone il concetto dell'onore che va lavato eventualmente con il sangue. E in questo concetto di onore rientra anche la verginità, onorabilità delle donne del clan. Personalmente solo in Calabria ho visto molte persone sfoggiare sotto la giacca o fra pantaloni e maglietta un'arma da fuoco e dubitavo che fossero appartenenti delle FFOO.
A proposito delle istanze radical chic, che propongono il politicamente corretto a spese delle vere lotte di classe, hai perfettamente ragione. Il partito radicale o il vecchio partito repubblicano sono l'espressione politica in Italia di questa visione. Due considerazioni in proposito. La prima. Molte forze conservatrici in Italia sono così arretrate da non prendere in considerazione questa opzione come "arma di distrazione di massa", perché non vi è stato un passaggio verso una borghesia responsabile e consapevole. La maggioranza dei ceti conservatori sono portatori di una cultura fortemente materialista, barocca, priva di una visione a lungo termine ed esemplarmente rappresentabile attraverso la mitica figura del marchese del Grillo. Giungere ad una visione di uguaglianza almeno formale, come nelle società realmente occidentali è troppo. E questo si riflette in svariati campi e più genericamente nella mentalità mafiosa dell'italiano medio, che non guarda all'interesse generale, alle conseguenze delle proprie azioni, ma pensa esclusivamente alla familia e ai suoi clientes.
Seconda considerazione. Da parte mia, lungi da voler affrontare un discorso di diritti civili per sviare l'attenzione su altri diritti ben più cogenti. A differenza di alcuni pseudo-marxisti, credo che le condizioni di vita che gli occidentali hanno instillato nel globo siano ingiuste e intollerabili. È pur vero che per modificare l'attuale stato di cose servirebbero movimenti di massa che non ci sono e pertanto mi limito a predicare, sperando che la parità di diritti e il superamento di visioni tradizionaliste possa anche condizionare positivamente la lotta per i diritti materiali, anche se su questo secondo fronte, visto l'andazzo generale, sono ancora più pessimista che rispetto al miglioramento della condizione della donna nella nostra società. In ogni caso, in entrambe le situazioni si tocca il portafoglio di qualcuno e si giustifica la situazione sulla base delle più colorite e disparate teorie biologiche, sociali, storiche, religiose e chi più ne ha, più ne metta.
Come avrai potuto intuire dai brevi accenni biografici della mia compagna, non ho scelto di dividere la vita con una che si facesse fotografare mentre mi fa i massaggi ai piedi (chi era? Adinolfi?), la mia compagna ha decisamente ottenuto maggior riconoscimento pubblico di quanto io potrei immaginarne la notte, ma il mio testosterone non se ne sente in qualche modo diminuito, perchè si sfoga dove serve. Sono più femminista io di tante di professione se dico che il mondo del futuro, sempre che il "futuro" non venga interrotto, è un mondo di donne, o se dico che la proriorità numero uno al mondo è rendere le donne sempre più "padrone" dei loro uteri, sopratutto nei paesi in "via di infognamento". Non sento che queste cose mi danneggino, perchè non credo che dare potere a persone dell'altro sesso, le trasformerà in dei "dominatori" e i maschi in dei "dominati", sembra una roba di De Sade, ma è la conclusione che dovrei trarre se accettassi la teoria del patriarcato, solamente invertita di segno. Teoria della reciprocità, o della servitù permanente?
Buon sabato a tutti
Secondo me non hanno molto valore né gli uomini né le donne. Vedo infatti in entrambi sostanzialmente gli stessi difetti, la stessa meschinità e la stessa tendenza all'egoismo e al desiderio di imporsi sull'altro/a. Naturalmente manifestati in modi diversi (ma non sempre). E' la specie umana stessa che è, presa in toto, molto deludente. Speriamo si estingua presto (certo che se continuano a fare vaccini... ::)
Che senso avrebbe invertire il patriarcato di segno ? Il patriarcato è un retaggio arcaico che va superato e il suo superamento non è l'inversione di segno, cosa di cui le donne sono perfettamente consapevoli.
Il superamento della sopraffazione di una parte sull'altra non è una sopraffazione di segno opposto, ma l'uguaglianza dei diritti.