Piccola proposta di una nuova teologia

Aperto da Luther Blissett, 24 Ottobre 2025, 02:00:00 AM

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Alexander

La teologia cerca di studiare gli attributi della divinità partendo dall' interno di una fede. Cerca cioè di dare sistematicita' con la ragione a ciò che è già una convinzione di fede. Qui invece abbiamo un semplice materialismo camuffato nei termini. Intanto manca la fede e il discorso verte piuttosto nel dimostrare l'assurdità dell'esistenza. Dio non è Dio ma una forza cieca che crea a caso, e ogni tanto casualmente gli va bene e produce un " obbrobrio di mondo/I". Il dio interiore a noi non si distingue in nulla da noi e perciò, a rigor di logica, manca dei presupposti necessari per dire che esista in sé. L'unica cosa che si afferma esistere è la "materia"e non lo spirito, o qualche attributo spirituale. Una teoria materialista per l'appunto che tende semplicemente a rendere ridicola la visione tradizionale teologica.

Luther Blissett

#61
Citazione di: Alexander il 01 Novembre 2025, 19:43:53 PMLa teologia cerca di studiare gli attributi della divinità partendo dall' interno di una fede. Cerca cioè di dare sistematicita' con la ragione a ciò che è già una convinzione di fede. Qui invece abbiamo un semplice materialismo camuffato nei termini. Intanto manca la fede e il discorso verte piuttosto nel dimostrare l'assurdità dell'esistenza. Dio non è Dio ma una forza cieca che crea a caso, e ogni tanto casualmente gli va bene e produce un " obbrobrio di mondo/I". Il dio interiore a noi non si distingue in nulla da noi e perciò, a rigor di logica, manca dei presupposti necessari per dire che esista in sé. L'unica cosa che si afferma esistere è la "materia"e non lo spirito, o qualche attributo spirituale. Una teoria materialista per l'appunto che tende semplicemente a rendere ridicola la visione tradizionale teologica.
Non mi pare giusto considerare teologie o religioni legittime soltanto quelle più tradizionali o quelle che si ricalcano tra loro.
La mia teologia non parte da una fede, è piuttosto una proposta di teoria razionale intorno alla possibilità che un Dio vi sia realmente, e che abbia una complessa relazione con noi umani, come spiegato nel corso di questo thread.
Questa ipotesi tende a smarcarsi dal semplice materialismo, ma tiene conto di fatti oggettivi e incontestabili che portano a escludere che possa esistere un Dio meraviglioso che ami le sue creature.
Un Dio che ami l'umanità non tratterebbe nel modo ignobile che conosciamo questo suo pianeta, e soprattutto non si nasconderebbe con la risibile scusa del libero arbitrio; incredibile sentire dei cristiani, ad esempio, usare l'espressione "principe di questo mondo" per riferirsi al Diavolo: ovvero Dio avrebbe consegnato il suo mondo al suo nemico!? Sarebbe questo un segno del suo amore per l'umanità? O farebbe questo per selezionare quelli da amare da quelli da mandare all'inferno?
Una teologia che miri a dare speranza almeno di obliqua sopravvivenza, e che spieghi come possano esistere margini di possibilità che la morte non si riveli un annichilimento deve fare i conti con la tragicità della Realtà, e svelare tutte le contraddizioni in cui si dibattono le religioni tradizionali.


iano

#62
Citazione di: Luther Blissett il 30 Ottobre 2025, 20:09:40 PMProvo a ricapitolare la mia teologia, che potrei considerare una sorta di teoneuroscienza o neuroscienza di Dio, la quale sostiene che studiare la psiche umana consente di studiare di concerto la psiche divina, per il semplice fatto che appunto il Dio che ci fa esistere, creando noi, non ha creato persone altre rispetto a Sé stesso, bensì ha duplicato direttamente Sé stesso: noi siamo Lui, siamo Sue identità secondarie, e non ce ne ricordiamo poiché ci ha indotto un'amnesia che deve perdurarci dalla nascita fino alla morte. Lui non voleva accontentarSi di guardarci vivere osservandoci dall'esterno di noi. Lui vuole vivere segretamente in noi, direttamente, per poter palpitare insieme a noi in tutte le nostre emozioni, come se fosse una parte segreta di noi. E quindi, la psiche divina e quella umana sono la medesima cosa, poiché in ultima analisi fanno entrambe parte della medesima persona, allo stesso modo in cui la ventina di personalità secondarie di B.Milligan condividevano comunque il medesimo cervello e la stessa psiche (e ovviamente anche lo stesso B.Milligan, con tutte le sue personalità secondarie costituenti quasi un diverticolo psichico, era una delle miliardi di identità secondarie di Dio).
Quindi la condizione di Milligan non sarebbe patologica, avendo Dio semplicemente  seguito uno schema non rigoroso di assegnazione: tipo una identità per ogni individuo.
Quindi, se qualcuno scoprisse di possedere più identità come Milligan può stare tranquillo?
Certo, se questi diversi individui non avessero la necessità di  comunicare fra loro, come comunque fanno, se dal loro Dio avessero ereditato il solipsismo, effettivamente non sarebbe un problema.
Però questi diversi individui in genere comunicano fra loro.
Qual'è lo scopo di una comunicazione fra diverse identità dello stesso dio dimentiche di esserlo?
Cosa se ne fa Dio di questa comunicazione, e se se ne fa qualcosa, perchè in certi casi  la rende difficoltosa ?
Sembra comunque esserci una non perfetta fluidità nei ragionamenti che questo Dio fa fra se e se...se di questo si tratta.

Ma tu,  pur essendo una identità di Dio dimentica di se, notando una discontinuità nel suo modo di assegnare le sue identità, sei riuscito a risalire a lui, anche se la tua rimane solo un ipotesi fatta prendendo spunto dal caso Milligan.
Finché resta un ipotesi, un ragionevole sospetto, tu sarai ancora fra noi, perchè se riuscissi a dimostrarlo, e ce ne facessi parte, tu e noi spariremmo come identità, essendo riassorbiti dal Dio di cui abbiamo provato l'esistenza.
Se questo Dio  possiamo considerarlo come l'equivalente del paradiso cristiano, per lo stesso motivo, la conoscenza, da uno si esce e nell'altro si rientra.

La rarità dei casi tipo Milligan comunque fa pensare.
Perchè se il caso pure li giustifica, non sembrano un prodotto del caso le singole multiple identità, ma del Dio minore, che sembra pure stare sotto il caso, riuscendovi comunque a contravvenire.
Insomma lui non può fare cose a caso, perchè se sono fatte caso, non le ha fatte lui, ma il suo superiore.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

#63
Insomma, un Dio minore come può esserlo un passacarte, di cui si potrebbe benissimo fare a meno?
Ia tua teologia si potrebbe riassumere come un porre il caso al posto di Dio, ma rifiutandosi di ammetterlo.
Come una promessa rotta che non si può dimostrare non sia stata mantenuta.

Infine, sembra lecito sospettare che ti di questo Dio sappia fin troppo, anche nei più minimi particolari, per poterne esserne dimentico, ricordandoti perfino di esserlo.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

#64
Citazione di: Luther Blissett il 01 Novembre 2025, 19:03:49 PMmentre la Materia esiste davvero, ed è strano che Lei sia così capace di assumere forme infinite, che sia capace di convertirsi in energia, e che anche noi siamo fatti di Lei.
Strano è semmai che tu abbia la certezza che esista davvero, cioè che consideri ovvia la sua esistenza, e sebbene non sei il solo a crederlo, non perciò mi sembra meno strano. Diciamo che almeno da te mi aspettavo qualcosa di diverso.

Esso la crea, oppure la ricombina, delle due una.
Se la ricombina allora dobbiamo dare ad essa,  in quanto esiste senza metterne in dubbio l'esistenza, come tu fai, un livello tutto suo, e siamo arrivati a quattro, di due che ne avevamo, Dio e il suo creato.
Ora, seppure con non calanche, tu parli di scienza dimostrando di sapere di cosa stai parlando, e cerchi di farla convivere con Dio, volendo dimostrare che la sua accettazione non valga in automatico una dichiarazione di ateismo.
Bisognerebbe intendersi su cosa sia una religione.
Se una religione è ciò che contiene una metafisica, allora la scienza è una religione.
Meglio si potrebbe dire, se contiene almeno una metafisica, e la religione propriamente detta ne contiene una sola, almeno ufficialmente, mentre la scienza ne ammette molteplici, in contemporanea o   alternandole nel tempo.
Quindi ciò che distingue la scienza dalle altre religioni è la mancanza di una univocità, che sia dichiarata o ricercata, metafisica.
Per recuperare questa univocità non serve fare un polpettone di tutte le metafisiche, più o meno dichiarate come tali, fra scienza e religioni propriamente, o impropriamente dette, moltiplicando i livelli di esistenza, ma basta ammettere la possibilità di narrazioni diverse e alternative, di una realtà unica non univocamente determinabile, possibilmente sentendosi ricchi per tanta diversità come optional  non richiesto, ma comunque gradito.
E' la ricchezza di poter interagire con la realtà in più modi, e non nell'unico a cui ci costringere la conoscenza della verità, senza più necessità di coscienza, come una macchina che agisce secondo un software immutabilmente predefinito, al modo che sembra fare la materia seguendo le leggi della fisica.
Possibile che chi ricerca la verità non si renda conto di quanto possano essere indesiderabili le conseguenze della sua conoscenza, se pure esistesse?
ma , per loro fortuna, non esiste. :)
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

#65
Citazione di: sapa il 01 Novembre 2025, 17:53:15 PMSe ho capito bene, il Dio minore di cui si parla non immagina, ma vive stati allucinatori nei quali vive l'umanità.
Secondo me tu hai capito bene, ma è che io non vedo la sostanziale differenza fra immaginare ed avere allucinazioni.
Io credo che se possiamo immaginare la realtà allora ciò che diciamo realtà può essere frutto della nostra immaginazione, cosa da non considerare necessariamente in negativo.
Detto in altro modo, l'allucinazione è una immagine della realtà disfunzionale, ma nella sostanza sempre di immaginazione si tratta.
Le immagini del sogno sono disfunzionali, ma questo non è un problema, o se è un problema si risolve al risveglio.
Le allucinazioni sono quelle immaginazioni disfunzionali che non risolvi svegliandoti, perchè sveglio lo sei già. Sono uno scollegarsi dalla realtà ad occhi aperti, mentre è normale scollegarsi chiudendo gli occhi , non spegnendo perciò la capacità immaginativa che continua  a lavorare, ma a vuoto.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

#66
Citazione di: Luther Blissett il 01 Novembre 2025, 20:45:53 PMUna teologia che miri a dare speranza almeno di obliqua sopravvivenza, e che spieghi come possano esistere margini di possibilità che la morte non si riveli un annichilimento deve fare i conti con la tragicità della Realtà, e svelare tutte le contraddizioni in cui si dibattono le religioni tradizionali.
Per scongiurare l'oblio della morte, per la quale ''non ci resta che piangere'', hai trasformato l'oblio in vita, con ''un ricomincio da tre'', che a me fa venir da ridere, ma solo  perché ho evocato Troisi, facendolo rivivere nella mia immaginazione, come farebbe un Dio minore,
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Luther Blissett

Caro iano, ho letto con piacere questo tuo ragionare.
Anche se giustamente ti mantieni critico, mi piace che tu abbia comunque preso sul serio la mia proposta di teologia, e se ti ha anche evocato qualche sorriso, meglio ancora :)
Per quanto riguarda il caso del signor Milligan, avevo anche precisato che ciò che è patologico per noi umani è invece fisiologico per il nostro Dio minore.  Ma spiego meglio questa dicotomia in questa circostanza: per Milligan è patologico, in quanto una sua eventuale guarigione sarebbe consistita nel riassorbimento delle identità secondarie, mentre per Dio è fisiologico, cioè normale, nel senso che per Lui si tratta del normale Suo agire nei nostri confronti, e quindi per Lui è normale dissociarsi in noi, per vivere, Lui immemore, nel nostro medesimo corpo, e quando siamo giunti al termine della nostra vita, cessa l'amnesia e ci risvegliamo stupiti ritrovandoci Dio, e simultaneamente "muore" il nostro piccolo ego umano, nel senso che finisce immagazzinato nella Sua memoria.
Noi siamo Lui, ma un attimo dopo la nostra morte ci sentiamo spossessati del nostro ego cui ci eravamo abituati, e ci ritroviamo in continuità ad averne un altro, una conturbante sensazione alienante, che da questa nostra postazione umana non riesco proprio a immaginarmi. 
Prenderei spunto da un concetto elaborato da alcune denominazioni evangeliche americane,  il concetto di "rapture" , per immaginarmi una sensazione simile a quella da loro concepita, anche se ovviamente con diversa eziogenesi e diverso significato e diverso finale.
E poi, "quasi" non avrei ancora idea di cosa potrebbe farci, Lui, successivamente, di tutta questa valanga di memorie di vite vissute in prima persona.   Un'ipotesi "prepotente" è che potrebbe divertirSi a scartabellare tra quelle Sue memorie provando anche a riviverle senza però rifarle effettivamente risorgere vive col nostro ego originario, ma rivivendole mnesticamente, restando quindi Lui.  Questo rivangare sulle Sue vite umane passate  può essere un piacevole diversivo al Suo gioco consueto e preferito che rimane quello di nascere infinite volte maturando ogni volta un ennesimo nuovo ego temporaneo.
Ma ora vediamo in cosa consistono le differenze tra i due tipi di esperienza (ovvero le differenze di sensazioni che Lui può esperire incarnandoSi in noi assumendo un nuovo ego temporaneo, e quelle che può esperire rinvangando nella Memoria delle Sue incarnazioni passate) : da una parte, mentre scartabella il passato delle Sue incarnazioni, Lui sta intanto conservando la Sua piena coscienza di essere Dio, e semplicemente Si ricorda di essere transitato per il nostro corpo, allora credendoSi noi, grazie all'amnesia perdurante per tutto il breve ciclo della nostra esistenza;  ma dall'altra parte è altrettanto bello per Lui ripercorrere questo tuffo nella Memoria delle Sue vite passate, poiché "ora" le sta rivivendo dalla prospettiva però del Suo Ego divino.  Quindi ritengo estremamente probabile che Dio ritorni ad libitum su ogni nostra esistenza, poiché per Lui deve essere esaltante rivivere ogni nostra vita, con la enorme differenza che, quando Lui ci "rivive", Lui non sta praticandoSi amnesia e conserva quindi pienamente la propria identità divina.   Quindi, penso proprio che Lui non Si accontenti di viverci una sola volta, la prima, ma penso che torni a riviverci almeno una seconda volta per riviverci rimanendo Lui, stavolta però senza amnesia.
Per questo dovremmo cercare di vivere vite le più dense e scombiccherate possibili, per farGli ritornare spesso a scartabellarci nella Sua Memoria per rivivere le nostre vite :)
Mi domando infatti qual è l'effetto di essere così ricordati, "rivissuti",  dal nostro Dio.
Mi piace ripetere: il Suo Ego che rivive una vita che fu condotta in prima persona dal nostro ego, ma dalla seconda volta in poi rivissuta da Lui senza più amnesia.
Ritengo sia possibile che questa sovrapposizione di persone attraverso la ruminazione mnestica nella psiche divina possa produrre degli effetti di cui allo stadio attuale dell'elaborazione della mia teologia non saprei ancora precisare l'importanza.
Perché escludere degli effetti di reviviscenza, ad esempio?
Un Dio che ci ricorda, con la sua potenza imaginativa: non si può escludere nulla.
(La mia teologia è ancora in cantiere :)

Alberto Knox

Citazione di: Luther Blissett il 02 Novembre 2025, 20:11:54 PM(La mia teologia è ancora in cantiere
sono belle da leggere le tue invenzioni, ma per chiamarle teologia ci vuole  un bel coraggio. Sono frutto del tuo pensiero. Mi ci metto e ne faccio un altra, quale sarà la piu vera? quella che tiene un filo logico ma non sempre ciò che è logico è anche reale. Potresti scriverci un libro ma venderesti poco.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

#69
Citazione di: Luther Blissett il 02 Novembre 2025, 20:11:54 PME poi, "quasi" non avrei ancora idea di cosa potrebbe farci, Lui, successivamente, di tutta questa valanga di memorie di vite vissute in prima persona.

Questo dio minore sembra essere messo li ad hoc per difenderci dalla mancanza di senso, assumendosene da solo il peso, come novello Atlante.

Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

#70
Riusciremo anche noi, come ha fatto la terra, a restare sospesi nello spazio della vita senza nessuno che ci sorregga?
Per quanto tempo ancora dovrà pesare su di noi questo vuoto?
La logica può venirci in aiuto.
Chi da  sostegno non è sostenuto, chi da senso non è sensato.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

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