Gli occhi non ragionano, e la ragione non vede.

Aperto da iano, 06 Novembre 2025, 06:22:18 AM

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iano

Gli occhi non ragionano, e la ragione non vede, ma gli occhi potrebbero avere una ragione nascosta, se la ragione fa luce sulla realtà. Con la ragione costruiamo infatti teorie che ci suggeriscono quale comportamento tenere  proprio come fanno i sensi,. Quindi i sensi possono avere una ragione nascosta, se con la ragione possiamo dire ancora qualcosa sulla realtà senza vederla.
In un modo o nell'altro questo ci consente di rapportarci con essa.
La realtà appare come logica, perchè i sensi sono un prodotto della logica.
Se logico è il nostro modo di vedere la realtà, ecco perchè essa ci appare logica, quando essa si limita unicamente a consentirci di interagirvi  secondo logica, e il fatto che ciò sia possibile ci dice indirettamente qualcosa  su di essa, anche se non ci dice direttamente come è fatta.
Ma non abbiamo bisogno di sapere come è fatta per usarla.
Non faccio con piacere l'analogia col computer, però calza, perchè basta sapere come e quali tasti pigiare.
Gli oggetti della realtà sono quei tasti, però la tastiera usata è relativa, assoluto è ciò che rimane nascosto, e su cui indirettamente agiamo.
Sapere come è fatto il computer serve quando si rompe, ma questo alla realtà non può succedere, e non dovrebbe quindi essere un nostro problema, e comunque non è che il guardarci questo ci aiuti a comprendere come va usato.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

iano

Come il pensiero magico aveva già intuito, l'assoluto risponde alle nostre formule, e la scienza  ha chiuso il cerchio non limitandosi a pronunciarle, ma provando a metterle in atto.
Il potere del logos è ne più ne meno il nostro, divino solo se noi lo siamo.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

daniele22

Resta il fatto che a motivo del nostro opporci l'un l'altro sulla comprensione di qualcosa si generano pure aspre guerre (tanto nel forum quanto nel donbass)... io sarei di natura anche abbastanza fatalista, ma se noi non comprendiamo il funzionamento di quello che usiamo significa che rinunciamo di fatto a quella che è senz'altro una prerogativa umana, ovvero quella della critica consapevole anche del proprio passato.
L'impressione comunque è quella che stiamo perseverando nel fregarsene di comprendere pur affermando di comprendere.. certo che gli umani sono strambi

Adalberto

Sono sempre a disagio di fronte ai concetti e a quella forma di astrazione che li rende quasi divinizzabili. Di fronte ad essi mi taccio, per scarso interesse.
Ma qui si parla di un senso, la vista, che mi accende una lampadina e...  mentre mi avvio verso l'uscita perché so di essere OT,  butto lì qualche pensiero afilosofico e  terreno.

Ho l'impressione che i nostri processi cognitivi procedano  in una forma di correlazione e di concorrenza  attraverso immagini e parole in rappresentanza delle realtà percepite attraverso i sensi
Entrambi i processi – che non necessariamente coinvolgono il senso della vista - innescano logiche simboliche di diversa modalità.
Le immagini implicano processi intuitivi per i quali prevale l'approccio emotivo e  "fideistico" , generando un'aggregazione sociale  tendenzialmente divisoria, ma non necessariamente divisiva o antagonista.
Le parole  invece, essendo modulari come un Lego componibile e scomponibile, richiedono uno sforzo costruttivo maggiore ( e quindi capacita elaborative maggiori, non so se superiori), con il vantaggio/svantaggio di possedere una plasticità facilmente modificabile grazie  all'aggregazione in frasi , soggette sempre all'interpretazione emotiva e cognitiva altrui, qualora venga usato  un similare  sistema di rappresentazione.
Proprio quella plasticità del parlar per frasi modificabili nel dialogo può aumentare la costruzione di rapporti  "fiduciari" e una cooperazione sociale più elastica.

Ma i due sistemi mentali convivono in ciascuna persona e di conseguenza  si ricade prima o poi nel gorgo dell'incomprensione espresso da Daniele.
Siamo diversi perché abbiamo immaginari diverse, ma se ci parlassimo e ascoltassimo un po' di più - come fanno i mercanti - per costruire "fiducia" piuttosto che "fede"  forse potremmo capire che anche gli interessi materiali nella loro diversità possono fare la comune convenienza.
Non divago oltre giacché ho offerto abbastanza giustificazioni per la mia autoespulsione. Perdonami Iano per l'incursione, ciao.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

iano

#4
Citazione di: Adalberto il 06 Novembre 2025, 20:00:12 PMMa i due sistemi mentali convivono in ciascuna persona e di conseguenza  si ricade prima o poi nel gorgo dell'incomprensione espresso da Daniele.
Siamo diversi perché abbiamo immaginari diverse, ma se ci parlassimo e ascoltassimo un po' di più - come fanno i mercanti - per costruire "fiducia" piuttosto che "fede"  forse potremmo capire che anche gli interessi materiali nella loro diversità possono fare la comune convenienza.
Non divago oltre giacché ho offerto abbastanza giustificazioni per la mia autoespulsione. Perdonami Iano per l'incursione, ciao.
Non hai divagato.
Se astraiamo la nostra immagine, e perfino il condividere il DNA, ciò che ci fa uomini è il condividere un immaginario, che è la realtà come ci appare, uguale per tutti noi.
Questo però noi lo diamo per scontato, mentre notiamo le differenze che però non sono tali da mettere in pericolo la nostra comunanza.
Quando questo immaginario lo portiamo fuori di noi, traducendolo in parole, noi crediamo di descrivere la realtà, ma in effetti stiamo facendo una traduzione da immagini, che condividiamo, a parole da condividere, e non è scontato che ciò avvenga.
In pratica si parte da qualcosa di condiviso e lo si porta fuori mettendolo in discussione, con i relativi pro e contro.
I pro sono che produciamo descrizioni alternative della realtà, assumendo su di essa punti di vista nuovi.
I contro sono che ciò che ci faceva uomini vacilla, con pericolo di speciazione.
In ciò non ci sarebbe niente di male, se non fosse che noi ci teniamo a restare uomini, pur evolvendoci.
Certo, l'estetica è ciò che ci fa riconoscere in modo immediato, ma non siamo uomini perchè la condividiamo.
E invece ci basta un colore diverso della pelle, o il diverso nome che diamo al Dio comune, per scatenare l'inferno.
Ma quando entriamo in contatto coi ''diversi'', anche per caso, senza volere, non manchiamo mai di rilevare la sostanza che ci accomuna.
Questi incontri non voluti facilmente avvengono dove c'è maggior densità abitativa, nelle metropoli, che infatti votano tendenzialmente in modo diverso dalle campagne. Dagli al ''diverso'', anche se solo apparentemente tale, e hai il 50% di voti assicurati.
E' un vero peccato che siamo cosi imbecilli.
Eppure basterebbe comprendere cosa ci fa veramente uomini... andando oltre il nostro immaginario.
immaginario che condividiamo, perchè inutile negarlo, siamo imbecilli tutti allo stesso modo.
Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Adalberto

L'occhio vince l'udito di giorno ma perde di notte.
Privo di senso resta il saggio.
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

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