Piccola proposta di una nuova teologia

Aperto da Luther Blissett, 24 Ottobre 2025, 02:00:00 AM

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niko

#90
Citazione di: Luther Blissett il 01 Novembre 2025, 19:03:49 PMAllora ti rispondo, riprendendo alcune formule reperibili nel mio post precedente, e provando a svilupparle.  Per formule intendo quelle frasette-lampo che avevo chiamato sciabolate, per avvertire che si trattava di espressioni  condensate di frasi assai più articolate ed estese, che se però le avessi usate, si sarebbe allungato il brodo, convertendo anche il post precedente nell'ennesimo mio pippone interminabile.
Vuol dire che anche stavolta sarò un po' prolisso. Tieni presente comunque ciò che ho detto nel post precedente.
Parliamo di Esso. Ebbene, Esso proprio non ci riesco a chiamarlo il Dio maggiore poiché non è Dio, pur essendo l'unica entità onnipotente dei tre livelli in cui si configura la gerarchia ipotizzata dal teosolipsismo.  È Esso soltanto che ha tutte le competenze, è Esso soltanto che fa tutto e tutto può, è Esso la Cosa che fa esistere tutte le cose, ed è Esso a forgiare fisicamente tutti gli universi, è Esso che plasma la materia, ma quando crea non lo fa in un fiat come il dio delle favole.  Noi lo infiliamo nella gerarchia solo perché dispone di tutti i poteri e prerogative che invece difettano ai livelli inferiori.
A entrambi i livelli inferiori (il nostro Dio minore e noi) appartengono, tra le altre, le seguenti due fondamentali prerogative:
la possibilità di essere persone e l'intelligenza sociale in forme derivate dal formarsi di società animali evolute su pianeti dove ha potuto formarsi e mantenersi molto a lungo la vita.
Al livello 0 (zero), cioè al livello di Esso, esiste la potenza creatrice, che adesso provo a raccontare facendoti notare come, così esprimendomi, questo Esso io lo stia buffamente personalizzando.  Se la frase precedente fosse un'equazione, occorrerebbe bruscamente  semplificarla, ed eliminare l'Esso.  Il livello creativo di tutta la Realtà non gode delle sofisticate prerogative di cui possiamo godere noi, dei livelli 1 e 2: noi soltanto possiamo essere persone e usare e financo abusare della nostra umana intelligenza, che condividiamo col nostro Dio minore, che è l'unica entità a noi superiore che deve interessarci.
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Il livello 0 (zero) di tutta la Realtà crea continuamente universi, e molto probabilmente ne crea a miliardilioni, poiché lo fa senza avere coscienza.  Esso non ha coscienza, ripeto. Un ateo normale (e io non mi sento un ateo) non lo avrebbe chiamato Esso, ma al posto di usare il termine Esso costui si sarebbe espresso in termini di normale fisica teorica, dicendo ad esempio che si formano continuamente infiniti universi, e solo uno ogni miliardilioni diventa capace di generare cose più complesse di onde fluttuanti di materia, e ce ne vogliono miliardilioni anche di questi ultimi più complessi, e via di seguito chissà per quante volte, perché ne venga fuori qualcuno somigliante al nostro universo. Ma ritogliamo la parola al normale ateo, e riprendo io con un lessico consono alla mia teoria. La matematica più utile per poter trattare le modalità creative di Esso è evidentissimamente la statistica con la teoria delle probabilità.  Occorre la maiuscola anche con il Caso, dato che è il Caso il grande padre di tutti i dettagli dell'intera Realtà.    Se il Caso è il vero Padre di tutto, come chiamare la madre? Usiamo un'altra maiuscola anche per lei, la Madre di tutta la Realtà: è  la Materia (e in fondo ce lo suggerisce il nome stesso).
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Ora prendiamo in considerazione il nostro universo, già avendo intuito che di universi ne devono esistono infiniti altri, probabilmente quasi tutti infinitamente più squallidi del nostro, poiché già la vita e l'intelligenza sociale sono rarissime perfino nel nostro quasi vuoto universo  (il giudizio di squallore è il nostro giusto giudizio di valore, che possiamo dare legittimamente del nostro universo come di tutti gli altri, ed è un privilegio che condividiamo con il nostro Dio minore, e tutti insieme, noi assieme al nostro Dio minore,  disprezziamo apertamente il cieco potere creativo di Esso.
L'ateo normale è più sbrigativo e non personalizza Esso, così risparmiandosi di spargere invettive... però c'è spazio per tutti :)
Dunque, dicevo: il nostro universo.
Esso non lo ha creato l'altroieri, si è limitato a creare un turbine di materia... c'è stato un gran casino tra antimateria e materia, fino a che ha prevalso infinitesimamente quest'ultima chissà perché, ma questa è materia per gli scienziati, che sono l'unica categoria di persone che dovrebbero occuparsi di Esso, e che si divertiranno a dirci quanti miliardi di anni pensano che ci sia voluti per il formarsi della vita, e quanti ancora per il formarsi della nostra umana intelligenza e sensibilità.
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Quindi, niko, tenendo anche conto del fatto che già sapa mi ha preceduto nel risponderti splendidamente, aggiungo soltanto qualche spigolatura.
Praticamente tutta la complessità nel nostro universo ci viene riversata proprio da Esso, ma ciò avviene non perché Esso sia generoso, ma perché Esso è un infinito scialacquatore.
Il terribile e innegabile concetto di tropicalità nicciana, con cui con orrore dobbiamo constatare come davvero avremmo voluto chiamare splendido  il nostro pianeta,  mentre siamo al contempo consapevoli di quanti fantastiliardi di creature Esso stia gettando nella voragine del mondo, avendoci impiegato pure miliardi di anni per fare questa infinita porcheria. 
E pensa a quanti fantastiliardi di altri universi ha sprecato a espandere per riuscire a combinare qui questa porcheria.
Esso non ha coscienza, ma è intelligente, anzi è più infinitamente intelligente di noi, poiché non occorre coscienza per essere intelligenti.
La nostra intelligenza sociale è diversa da quella naturale, e infinitamente  inferiore ad essa, ed è inferiore perché handicappata proprio dal nostro esser persone, essendo spesso la nostra intelligenza non in sintonia con la nostra sensibilità personale. Mi rendo conto che  questo è un concetto urtante e per molti difficile da capire, e apparentemente controintuitivo.
Seguimi in questo semplice ragionamento.
Mi metto a giocare una partita a scacchi con un computer pronipote di Deep Blu, che costruiranno tra qualche secolo. So che non ho speranze, non posso vincere, è impossibile. Perché?
Mentre io devo fare innumerevoli ragionamenti su ogni mossa, il pronipote di Deep Blu non fa ragionamenti, ma scorre rapidissimamente tutte le combinazioni di mosse possibili, cioè compie tutti gli errori possibili e valuta automaticamente le conseguenze di tutti gli errori possibili, giungendo così infine a sbaragliarmi sistematicamente.  Come sarebbe possibile vincere una partita con esso (uso il minuscolo per dire che è solo un nipotino di Esso) se esso è in grado, mentre sta giocando con me, di giocare in un baleno virtualmente tutte le partite possibili e valutandone l'esito?
È così che funziona l'intelligenza suprema di Esso: commette tutti gli errori possibili e così sistematicamente alla fine finisce perfino, talvolta, per combinare qualche rarissima cosa indovinata.
Inutile vituperarlo, dato che non è una persona che possa rispondere, e dato che la sua intelligenza superiore è di tipo combinatorio, basata aridamente sulla statistica e sulla probabilità, e sulla scellerata libertà che gli deriva dai capricci del Caso.
Nella tribù di Esso, l'unico vero mistero per me rimane la Materia, (mentre non è un mistero lo Spirito, che è un termine inventato dall'uomo, senza riscontro oggettivo nella Realtà), mentre la Materia esiste davvero, ed è strano che Lei sia così capace di assumere forme infinite, che sia capace di convertirsi in energia, e che anche noi siamo fatti di Lei.


Se la metti così non serve il dio minore, ci siamo solo noi ed Esso... e infatti, il dio minore è "sparito" da questa tua ultima spiegazione... la vita che inventa dei minori è insignificante, rispetto alla "vera" vita, che accetta (direttamente) il rapporto di amore e competizione con Esso.

Dio, non solo non può creare un altro Dio, ma non può nemmeno creare noi umani se non al costo di smettere, di essere, Dio. Non è infinito, ma banalmente numero. Banalmente, ci precede e ci segue una vita che accetta di esistere al costo di Esso, e fondamentalmente lo fa, direi quasi con gioia, perché ne condivide lo stesso a-finalismo idiota. A questo livello così fondamentale tale condivisione, in quanto condivisione dei non-fini, non è più nemmeno un sacrificio. Anche la vita "personificata" stessa, proprio come il Caso fa tutti gli errori possibili, empatizza con la non persona. Non acquistata, e non redenta da nessuno, e in fondo nemmeno da se stessa, comprende la sottigliezza per cui la sofferenza, tutta la sofferenza, alla fine della fiera esprime il valore, e non il prezzo, di una singola vita. Il problema specifico dell'uomo, che invece fugge da tutto questo tramite gli dei minori, immaginandoli (irr)reciprocamente, è davvero tutto suo.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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