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Streghe

Aperto da doxa, 03 Dicembre 2025, 08:25:10 AM

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"Tremate, tremate, le streghe son tornate !"

Era uno degli slogan del movimento femminista negli scorsi anni '70 e "figlio" diretto del '68.


Albrecht Dürer, "Strega cavalca una capra", 1501,  bulino, Fondo Corsini,  Accademia dei Lincei, Roma

La strega, a lei spetta il regno della notte, teatro per l'espressione dei suoi poteri,  nel contempo cercati e temuti, evocati e condannati.

Nell'Europa occidentale le streghe subirono persecuzioni, torture, uccisioni,  in particolare dal XIV al XVIII secolo, fino a quando Maria Teresa d'Austria ingiunse  di terminare i processi contro di loro.
 
Anna Göldi fu l'ultima donna  ad essere condannata a morte per stregoneria in Europa. Era cittadina svizzera, innocente. Fu ghigliottinata a Glarona  il 13 giugno 1782.

La sentenza fu descritta all'epoca dallo storico August Ludwig von Schlözer come un omicidio giudiziario con queste parole: "l'assassinio di un'innocente, deliberatamente e con tutto lo sfarzo della santa giustizia".
Il 27 agosto 2008,  il parlamento cantonale di Glarona, dopo  più di 226 anni dall'esecuzione, decise di riabilitare Anna Goeldi, poi  le ha dedicato un museo. 

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Francisco Goya, Sabba delle streghe", dipinto a olio su muro, poi trasferito su tela. Fu realizzato tra il 1820 e il 1823. E' conservato  nel Museo del Prado, Madrid

Nel dipinto è raffigurato Satana seduto su un masso petroso mentre parla alle streghe. Ha la fisionomia caprina, con barbetta e corna.

Le streghe sono citate anche nell'Editto di Rotari (in latinoEdictum Rotharis Regis): fu la prima codificazione scritta delle consuetudini o leggi  longobarde, fino ad allora tramandate oralmente, e  integrate da leggi del diritto romano.

L'editto,  promulgato a Pavia nel 643 dal re longobardo Rotari, è scritto in latino con frequenti parole d'origine longobarda. E' composto da 388 capitoli, in uno di questi c'è scritto: "Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit" (= "Se qualcuno  la chiamerà strega, che è Masca").
La parola in lingua latina "strigam" significa strega, idem "masca":era il termine longobardo per indicare la strega. La frase proibisce di usare quei termini verso una donna. Il divieto dimostra la presenza del termine "masca" nel vocabolario longobardo e la connessione con le credenze sulle streghe, però  il lemma "masca" deriva dal francese antico "masques" e questo dall'antico provenzale "mascar", interpretabile con "incantesimo". Alcuni studiosi ritengono che nella parola sia insita l'idea della trasmutazione.


due pagine dell'Editto di Rotari

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I Longobardi si insediarono nel Sud Italia nel 570 e influenzarono con la loro cultura.

Il dominio longobardo nel meridione si concluse con la conquista normanna nel 1047.

Dall'antico provenzale "mascar" deriva  anche "mascurer" (= mascherarsi la faccia) e il nome "mascara" usato da tante donne.

Nel latino tardo troviamo "mascam" in testi dal VII secolo,  con il significato di strega o "stregone".

Nel Sud Italia è diffuso il nome "masciara" per indicare la strega. 

"Masca" è  una figura del folclore piemontese, collegata con la stregoneria.  In Piemonte, nel territorio collinare del Roero (prov. di Cuneo), c'è il "Bric dla masca Micillina" (in dialetto piemontese "bric" significa cima di una collina o di un monte).

Micillina è il nome della donna che fu arsa sul rogo il 29 luglio del 1544 su quella collina in cui viene ricordata da una epigrafe.

Prima di lei,  tre donne  furono bruciate  nel 1472 a Forno Rivara (Forno Canavese), nell'area metropolitana di Torino, nel 1474 un'altra donna a Prà Quazzoglio, nel canavese, tutte finite sotto il cupo sguardo dell'Inquisizione per stregoneria.


Luis Ricardo Falero, Le streghe al sabba, olio su legno di pioppo, 1878, collezione privata
Il dipinto raffigura un gruppo di streghe, quasi tutte nude, che si stanno recando ad un sabba, un luogo di ritrovo dove avvenivano rituali di magia nera e orge. Oltre alle streghe nel dipinto sono presenti varie creature demoniache o associate alla stregoneria, inclusi un pipistrello, un caprone e un gatto nero.
Tra le varie figure spicca un gruppo  in primo piano, composto da due streghe al centro dell'opera, una delle quali a cavallo di un caprone, una vecchia strega che si regge ad un corno del caprone e si appoggia ad una giovane strega dai capelli rossi (la quale a sua volta si aggrappa ad uno stregone). Nella parte destra del dipinto sono presenti altre tre creature oscure: lo scheletro di un pellicano (un simbolo di morte nella tradizione egiziana), uno scheletro umano ed una salamandra.

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In Europa ci furono 60 mila condanne a morte, vittime dell'ottusa violenza inquisitoriale o della fanatica superstizione  della plebe incolta.
Furono fatte bruciare sui roghi dagli inquisitori.

"Fu femminicidio" dicono tre  scrittrici olandesi (Susan Smit, Bregje Hofstede e Manja Bedner)  che hanno creato una fondazione, la " National Witches Monument",  per dedicare un monumento a tutte le vittime europee della caccia alle streghe. Una ingiustificabile strage delle innocenti.

Sulla stregoneria ci sono molti libri. Per esempio quelli scritti da Marina Montesano, che insegna storia medievale nell'Università di Messina ed è  esperta di storia culturale (folclore, magia, stregoneria).  Tra i suoi libri:

"Supra acqua et supra ad vento. Superstizioni, maleficia e incantamenta nei predicatori francescani osservanti" (Italia, sec. XV),  Istituto Storico Italiano per il Medio Evo

"Dall'orgia ereticale al sabba delle streghe. La sessualità come strumento persecutorio", in La sessualità nel basso Medioevo, Spoleto, CISAM, 2021, pp. 325-342.

(con M. Caffiero) "Superstizione, magia, demonologia, stregoneria. Mediatori culturali e circolazione delle credenze tra tardo Medioevo e prima età moderna"«Rivista di Storia del Cristianesimo», 1/2021.

"Maleficia. Storie di streghe dall'Antichità al Rinascimento", edit. Carocci, 2023.

Nel 2024 ha pubblicato il saggio: "Andare per i luoghi della stregoneria" (edit. Il Mulino) E' un viaggio in alcune località italiane in 14 tappe, connesse con la stregoneria, dove s'intrecciano  storia, leggenda, magia, mistero e testimonianze.

Convivi sabbatici, filtri incantati, triangoli magici: ingredienti fantastici di una storia crudele.

La figura della strega, considerata non soltanto malefica, ma  anche guaritrice e medium.

L'autrice racconta il Piemonte delle masche, le larve ritornanti, il Friuli dei benandanti che difendevano i raccolti con la magia, la Sardegna delle domus de Janas dove dimorano le fate e gli spiriti dei defunti. E poi Palermo dove c'è una piazzetta dedicata a sette fate, che incantavano con balli, canti e convivi.

Un capitolo del  suo libro è dedicato a Benevento, alla leggenda del famoso noce e il sabba delle streghe.

"Sabba", secondo  la credulità popolare diffusa in Europa fin dal Medioevo, era una riunione  di streghe  di varia provenienza con la presenza del diavolo.

I sabba intorno al noce di Benevento consistevano in banchetti gastronomici, danze, orge diaboliche con spiriti e demoni nelle sembianze di gatti o caproni.

Dopo le riunioni le streghe provocavano l'orrore. Si credeva che fossero capaci di causare aborti, di generare deformità nei neonati facendo loro patire atroci sofferenze, sfiorando come una folata di vento i dormienti e che fossero la causa del senso di oppressione sul petto che a volte si avverte stando sdraiati. Si temevano anche alcuni dispetti più "innocenti", per esempio che facessero ritrovare di mattina i cavalli nelle stalle con la criniera intrecciata o sudati per essere stati cavalcati tutta la notte. In alcuni piccoli paesini campani, tra gli anziani circolano ancora voci secondo cui le streghe di Benevento di notte rapiscano i neonati dalle culle per passarseli tra loro, gettandoli sul fuoco, e terminato il gioco, li riportino lì dove li avevano presi.

Le incorporee janare entravano nelle case  passando sotto la porta. Il loro nome forse deriva da "ianua" (= porta), perciò c'era l'usanza di lasciare una scopa o del sale sull'uscio: la strega avrebbe dovuto contare tutti i fili della scopa o i grani di sale prima di entrare, ma nel frattempo sarebbe giunto il giorno e sarebbe stata costretta ad andarsene. I due oggetti hanno un valore simbolico: la scopa è un simbolo fallico contrapposto alla sterilità portata dalla strega, il sale si riconnette con una falsa etimologia alla  dea Salus.

Sabba: questo nome è un'alterazione del termine ebraico Shabbat: è il giorno di riposo ebraico, che inizia al tramonto del venerdì e termina al tramonto del sabato. L'antisemitismo medievale considerava i riti del sabato ebraico un insieme di atti perversi.

Nei trattati sulle streghe dei secoli XV, XVI  e XVII, oppure nei  coevi documenti ecclesiastici e gli scritti di giuristi e teologi, sabba era il nome con il quale veniva chiamata la riunione di donne che, avendo un patto con il demonio per averne particolari favori e poteri, di notte volavano  in luoghi determinati (come il noce di Benevento) per compiere riti orgiastici e unirsi in carnali congiungimenti con i demonî.

Quell'albero, al centro di tante credenze popolari, era diventato un simbolo della stregoneria italiana, alimentando storie di rituali e diaboliche riunioni.

"Unguento unguento
portami al noce di Benevento
sopra l'acqua e sopra il vento
e sopra ogni altro maltempo".


(Formula magica che molte donne accusate di stregoneria riferirono durante i processi)

La magia era considerata ragionevole, l'incantesimo possibile, il sortilegio praticabile. In gioco c'erano anche ragioni di bottega, che vedevano guaritrici analfabete e autodidatte sottrarre pazienti a medici istruiti e benestanti.

Inoltre,  c'era l'interesse della Chiesa di eradicare le tradizioni popolari di matrice pagana.


Lou

#4
Segnalo sull'argomento un romanzo storico letto anni fa, che tratta del tema, pubblicato nel 1990, vincitore di alcuni premi tra cui il Premo Strega.

Lo considero una perla letteraria, sia per il delicato stile narrativo, sia per la profilazione dei personaggi e sia per i risvolti storici di cui è intessuto.

"La chimera", Sebastiano Vassalli

(Ve ne sono svariate edizioni.)
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

doxa

Buonsera Lou, grazie per l'informazione sul romanzo storico "La chimera", di Sebastiano Vassalli  :)

Se vi offro da leggere un altro post sulle cosiddette streghe  è sopportabile ? L'argomento vi comincia ad annoiare ? Voglio essere ottimista :asd:

Domani, se vi garba, v'intratterrò descrivendo il "malleus maleficarum", :mad:

La Germania detiene il record delle condanne a morte. Da sola ha fatto tante vittime quante il resto d'Europa.

Non erano soltanto i cattolici a praticare la caccia alle streghe, ma anche i protestanti. Il giudice Benedikt Carpow, inquisitore di Wittenberg, si vantò di averne mandate a morte almeno 20.000 tra il 1566 e il 1596.

Invece l'Italia centro-settentrionale  ha il triste primato dei primi processi per stregoneria, che risalgono alla fine del '300.

Milano conta l'esecuzione di appena sedici donne e due uomini, ma solo perché i documenti sulla campagna di epurazione di Carlo Borromeo sono stati distrutti.

Inizialmente le immaginarie orge durante i sabba e i "voli notturni" delle streghe erano considerati sciocchezze. Le imputate non venivano perseguitate. In seguito teologi e inquisitori cominciarono a considerare il sabba un evento reale e le scorribande notturne delle streghe in compagnia del diavolo  furono considerati reati da punire con torture e la morte. 

A Todi,  il 20 marzo 1428 venne messa al rogo Matteuccia di Francesco. Secondo la sentenza, la donna, dopo essersi cosparsa il corpo con un unguento di grasso di avvoltoio, sangue di nottola e di neonati, invocò il demonio. Questo le apparve nelle sembianze di un caprone e la trasformò in una mosca, poi la fece salire sulla groppa e la condusse  in volo al noce di Benevento, per partecipare a un raduno in onore Lucifero. La confessione, estorta con la tortura, divenne la prova, incontrovertibile quanto improbabile, della stregoneria e la donna fu arsa sul rogo. 

A Triora, in Liguria, nel 1587 ci fu la carestia, causa la siccità. Molti bambini morirono per la fame. Gli abitanti si denunciavano a vicenda. Ci furono processi, condanne, suicidi, torture, revisioni, assoluzioni.

Nel 1523 a Mirandola (prov. di Modena) Gianfranco Pico, nipote del noto filosofo Giovanni Pico della Mirandola, scrisse un dialogo in latino titolato: "Strix (= strega), con sottotitolo significativo: O delle illusioni del demonio".

"Strix": un uccello notturno immaginato in epoca romana simile al gufo. Plinio lo descrive con la testa grossa, gli occhi fissi, il becco e gli artigli da rapace e le penne chiare. Secondo la tradizione, penetrava nelle case per cibarsi del sangue dei bambini o per allattarli e in tal modo avvelenarli. E' da questo animale che nasce il successivo termine striges e dunque strega.


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Il 5 dicembre 1484 papa Innocenzo VIII promulgò la bolla "Summis desiderantes affectibus" (= Desiderando con supremo ardore), con la quale il pontefice affermava la necessità di sopprimere l'eresia e la stregoneria. Nominò i frati domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger inquisitori incaricati di estirpare la stregoneria dalla Germania. Il documento pontificio fu sollecitato su richiesta di quei due per perseguire la stregoneria nella valle del fiume Reno. Il papa concesse loro i pieni poteri  nei vescovati di Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo e Brema. Il documento papale concedeva di punire con la scomunica chiunque avesse cercato di ostacolare gli inquisitori.

Kramer e Sprenger usarono la "Summis desiderantes affectibus" come prefazione al loro trattato in lingua latina titolato "Malleus maleficarum" (= "martello delle malefiche", cioé le streghe), riguardante l'eresia, il paganesimo e la stregoneria. Lo scrissero nel 1486 ma fu  stampato nel 1487. Divenne  un manuale fondamentale per la "caccia alle streghe".

Il libro è diviso in tre parti. La prima argomenta  sulla natura della stregoneria e dice che le donne, a causa della loro debolezza e a motivo del loro intelletto inferiore, sono predisposte a cedere alle tentazioni di Satana.

Il "Malleus maleficarum"  è il  più noto dei tre principali trattati pubblicati sulla questione nel  XV secolo. Gli altri due furono:
il "Formicarius" di Johannes Nider, elaborato tra il 1436 e il 1437,  ma divulgato nel 1475, e  il "De lamiis et pythonicis mulieribus" (= "Delle streghe e delle indovine"),  di  Ulrich Molitor, del 1489.

Il Malleus Maleficarum è una raccolta di credenze e di nozioni pregresse sul fenomeno della stregoneria, spesso estrapolate da testi più antichi, quali il "Directorium inquisitorum" di Nicolas Eymerich, pubblicato  nel 1376  e il  citato "Formicarius".

Secondo i due frati domenicani c'erano  più streghe che stregoni, perché la donna è "mas occasionatus" (= un maschio mancato). :mumble: Tale convinzione la sostenevano in modo ridondante con citazioni prese da testi di  Aristotele, Agostino di Ippona e altri libri religiosi.

Numerose personalità coeve alla pubblicazione dei due domenicani dubitavano dell'esistenza delle streghe,  le consideravano superstizioni. Altri  invece credevano nei poteri soprannaturali di maghi, streghe e stregoni, per  poteri offerti loro  dal diavolo.

Il Malleus Maleficarum non fu mai adottato ufficialmente dalla Chiesa cattolica, ma ebbe consensi da quasi tutti gli inquisitori  e dai  giudici dei tribunali statali (o secolari). La popolarità di tale trattato  contribuì a emarginare  l'autorevolezza di un precedente testo di riferimento per i casi di stregoneria, l'antico "Canon episcopi",  perché considerato non rilevante per la caccia alle streghe.

Il  "Canon Episcopi" era un importante testo di diritto canonico medievale che ebbe  notevole influenza sulla questione della stregoneria. Originariamente inserito nel "De ecclesiasticis disciplinis di Reginone di Prüm"  nel  906 circa,  e successivamente, nel XII secolo, incluso nel "Decretum Gratiani" (= decreto di Graziano): è il nome più conosciuto della "Concordia discordantium canonum", raccolta di fonti di diritto canonico redatta  nel 1140 circa da Graziano, un giurista,  studioso del diritto canonico

Il canone chiarisce la volontà della Chiesa dell'epoca riguardo a varie credenze popolari, per esempio le donne che cavalcavano di notte con figure pagane (come la dea Diana o Erodiade, la principessa ebraica citata nel Vangelo), oppure  partecipavano ai sabba. Secondo il Canon Episcopi, quelle  donne non si muovevano fisicamente, ma i loro spiriti erano ingannati da Satana, che si trasfigurava in angelo della luce per plagiare le loro menti.

Il punto chiave del canone era che:

tali visioni erano considerate sogni o allucinazioni, non eventi reali.

I vescovi e i loro funzionari erano istruiti nel punire chi credeva  le superstizioni come se fossero fatti concreti.

Per secoli, il Canon Episcopi rappresentò la linea guida della Chiesa, mantenendo un approccio scettico e razionale verso le accuse di stregoneria basate su voli notturni o sabba. La sua influenza fu determinante nel contenere la persecuzione delle streghe durante gran parte del Medioevo, poiché la posizione ufficiale era che la stregoneria, in questi termini, non esisteva realmente. Ma verso la fine del Medioevo e l'inizio dell'era moderna, l'interpretazione di quel canone fu contestata e  fu progressivamente abbandonato, portando a un'intensificazione della caccia alle streghe in Europa.

Comunque il Malleus Maleficarum rimase fino alla metà del XVII secolo il più consultato manuale sulla caccia alle streghe, sia da parte degli inquisitori cattolici, sia dei giudici protestanti,  perché spiega come comportarsi in ogni occasione.