Biglino e la Bibbia

Aperto da Luther Blissett, 17 Dicembre 2025, 19:57:27 PM

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anthonyi

Citazione di: Luther Blissett il 20 Dicembre 2025, 21:42:43 PMIo  arrogante nemico della fede?  No, semmai critico della fede tradizionale e priva del tutto di ogni riscontro o fondamento valido. 
La fede tradizionale é quella credenza che, affermandosi, ha costruito la società umana nella quale viviamo. Il suo essere attuale, il suo sviluppo morale e tecnologico,( ammetterai che in duemila anni qualche passo avanti si é fatto) , é il più importante riscontro della validità della fede stessa. 
Nel tuo "essere critico e sarcastico" tu sei un nemico della fede perché la critica è il sarcasmo possono indebolire la fede. 
Naturalmente possono molto poco, perché tu sei un semplice uomo, ma l'arroganza sta nella pretesa che le tue parole possano significativamente produrre questo indebolimento e anche nella non considerazione che tu sei un prodotto di questa società che non ha argomenti di riscontro al di fuori di quelli che gli ha procurato la stessa tradizione di fede. 

Tu contesti la Bibbia perché la consideri una rappresentazione troppo violenta, ma in virtú di quale principio lo fai? Di un principio di rifiuto della violenza. E che cosa ha introdotto questo principio di non violenza nella società umana se non la tradizione di fede. 
La non violenza non é nella natura umana, perché la violenza é uno strumento di sopravvivenza importante in natura. 
L'idea di non violenza non può affermarsi in un mondo umano determinato dalle leggi darwiniane, se si é affermato é perché é stato esternamente introdotto con una forza tale da superare le leggi darwiniane.
Tu fondi il tuo ragionamento critico su un principio alieno rispetto alla natura umana, la cui esistenza nella società umana attuale prova sia l'efficacia della fede, sia l'esistenza di un'entità tanto forte da implementare la non violenza in un uomo naturalmente violento. 













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Jacopus

CitazioneLa non violenza non é nella natura umana, perché la violenza é uno strumento di sopravvivenza importante in natura.
L'idea di non violenza non può affermarsi in un mondo umano determinato dalle leggi darwiniane, se si é affermato é perché é stato esternamente introdotto con una forza tale da superare le leggi darwiniane.
Tu fondi il tuo ragionamento critico su un principio alieno rispetto alla natura umana, la cui esistenza nella società umana attuale prova sia l'efficacia della fede, sia l'esistenza di un'entità tanto forte da implementare la non violenza in un uomo naturalmente violento.
L'uomo naturalmente violento é una ideologia che non trova riscontro nella più recente ricerca neurobiologica. Darwin non si è mai sognato di dire che l'uomo è violento. Questo è il diktat del darwinismo sociale che non ha a che fare con Darwin. L'uomo è ciò che la società fa di lui, tanto che padre kolbe, Salvo d'acquisto, Ghandi o Nelson Mandela non possiamo definirli violenti. E non possiamo neppure dire che il contrasto alla violenza proviene solo dalle religioni. L'Ubuntu è una prassi sociale zulù, profondamente non violenta. Pensare a l'uomo come intimamente violento si connette a una tradizione di pensiero nota, costellata di grandi nomi, ad esempio Kant, che si interrogava sul "legno storto dell'umanità".
Ma quello che occorre sottolineare sono tre cose;
1) esistono neurobiologicamente stati affettivi violenti e solidaristici. La rabbia, la paura, la sofferenza possono far scatenare la violenza adeguata alla sopravvivenza. Ma vi sono altri stati emotivi che contribuiscono alla cooperazione e alla solidarietà.
2) la struttura fortemente neuroplastica del sistema nervoso centrale dell'uomo fa sì che ognuno di noi riesca ad adattarsi a modelli di comportamento molto diversi fra loro. Geertz parlava in questo senso di reti di significati che ogni società crea e che modella il comportamento sociale. Pertanto credere che l'uomo sia violento, promuove nella realtà quella definizione. Classicamente una selffullfilling prophecy.
3) Nell'attuale situazione, nella quale dipendiamo sempre meno dai condizionamenti naturali potremmo avere le carte per orientare quella neuroplasticità verso modelli di comportamento solidaristici ed altruistici, ma questo obiettivo è in contrasto con i vertici della società che, avendo il controllo della "costruzione delle reti di significato", continua a richiamarsi al modello dell'homo homini lupus, per poter giustificare il proprio potere e l'inevitabilità di un potere diseguale.

Detto questo alcune religioni, in modo alquanto ambivalente, sono state importanti proprio per rafforzare questo meccanismo culturale di estensione della solidarietà ma bisogna capire a che prezzo é stato fatto e se non sia possibile costruire reti di significato più adeguati al bisogno dell'uomo del XXI secolo.
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Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

#17
Citazione di: Jacopus il 21 Dicembre 2025, 08:13:53 AML'uomo naturalmente violento é una ideologia che non trova riscontro nella più recente ricerca neurobiologica. Darwin non si è mai sognato di dire che l'uomo è violento. Questo è il diktat del darwinismo sociale che non ha a che fare con Darwin. L'uomo è ciò che la società fa di lui, tanto che padre kolbe, Salvo d'acquisto, Ghandi o Nelson Mandela non possiamo definirli violenti. E non possiamo neppure dire che il contrasto alla violenza proviene solo dalle religioni. L'Ubuntu è una prassi sociale zulù, profondamente non violenta. Pensare a l'uomo come intimamente violento si connette a una tradizione di pensiero nota, costellata di grandi nomi, ad esempio Kant, che si interrogava sul "legno storto dell'umanità".
Ma quello che occorre sottolineare sono tre cose;
1) esistono neurobiologicamente stati affettivi violenti e solidaristici. La rabbia, la paura, la sofferenza possono far scatenare la violenza adeguata alla sopravvivenza. Ma vi sono altri stati emotivi che contribuiscono alla cooperazione e alla solidarietà.
2) la struttura fortemente neuroplastica del sistema nervoso centrale dell'uomo fa sì che ognuno di noi riesca ad adattarsi a modelli di comportamento molto diversi fra loro. Geertz parlava in questo senso di reti di significati che ogni società crea e che modella il comportamento sociale. Pertanto credere che l'uomo sia violento, promuove nella realtà quella definizione. Classicamente una selffullfilling prophecy.
3) Nell'attuale situazione, nella quale dipendiamo sempre meno dai condizionamenti naturali potremmo avere le carte per orientare quella neuroplasticità verso modelli di comportamento solidaristici ed altruistici, ma questo obiettivo è in contrasto con i vertici della società che, avendo il controllo della "costruzione delle reti di significato", continua a richiamarsi al modello dell'homo homini lupus, per poter giustificare il proprio potere e l'inevitabilità di un potere diseguale.

Detto questo alcune religioni, in modo alquanto ambivalente, sono state importanti proprio per rafforzare questo meccanismo culturale di estensione della solidarietà ma bisogna capire a che prezzo é stato fatto e se non sia possibile costruire reti di significato più adeguati al bisogno dell'uomo del XXI secolo.
Darwin ha costruito la teoria della "selezione della specie", cioé dell'affermazione dei caratteri più idonei alla sopravvivenza e riproduzione.
Tra questi caratteri l'uso della violenza é uno dei più importanti perché se metti in un ambiente a confronto un violento con un non violento é assai probabile che il non violento non sopravviva.
Le neuroscienze possono descrivere l'uomo di oggi, un uomo appunto "prodotto della società", non un uomo prodotto originario della natura.
La dicotomia che tu fai tra violenza e solidarietà-cooperazione, poi, non ha molto senso.
La cooperazione umana, infatti, non é antitetica alla violenza che spesso é una cosa collettiva più che individuale.
La violenza, infatti, serve soprattutto a difendersi dall'estraneo, o da chi é un pericolo per la comunità, mentre all'interno della comunità la violenza é ovviamente controllata perché dannosa per la sopravvivenza della comunità stessa. Tale controllo non é affermazione di un principio di non violenza, ma di opportunità della violenza stessa, che quindi non viene negata, ma semplicemente usata come conviene.
Jacopus siamo sempre lì, il "buon selvaggio" può essere un'eccezione prodotta da luoghi isolati, oppure il risultato di un momentaneo calcolo di convenienza, ma non é rappresentativo della natura umana al netto di condizionamenti esterni alla natura umana.
Permettimi poi di dirti, jacopus, che il tuo mettere continuamente la concezione dell'uomo al servizio di un'ideologia politica attribuendo la Genesi della violenza alle classi dominanti che si vogliono ribaltare non é molto professionale.
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Jacopus

CitazioneTra questi caratteri l'uso della violenza é uno dei più importanti perché se metti in un ambiente a confronto un violento con un non violento é assai probabile che il non violento non sopravviva.
Ma l'hai mai letto Darwin? Se mi dici esattamente dove dice questa cosa te ne sarei grato.
CitazioneLa cooperazione umana, infatti, non é antitetica alla violenza che spesso é una cosa collettiva più che individuale.
Ho detto esattamente la stessa cosa. Posso solo aggiungere che anche la violenza può essere un comportamento collettivo.

CitazioneJacopus siamo sempre lì, il "buon selvaggio" può essere un'eccezione prodotta da luoghi isolati, oppure il risultato di un momentaneo calcolo di convenienza, ma non é rappresentativo della natura umana al netto di condizionamenti esterni alla natura umana
Anthony siamo sempre lì. Occorre studiare prima di parlare. Ti consiglio Panksepp per comprendere meglio le basi neurobiologiche della specie homo sapiens. Potrai valutare da solo che non c'è la violenza fra i comportamenti geneticamente ereditati dall'uomo.
CitazionePermettimi poi di dirti, jacopus, che il tuo mettere continuamente la concezione dell'uomo al servizio di un'ideologia politica attribuendo la Genesi della violenza alle classi dominanti che si vogliono ribaltare non é molto professionale.
Questa me la spieghi? Pensi di intimidirmi? Confermi solo il tuo metodo di confrontarti. Che significa che non é professionale. Professionale rispetto a cosa? La mia professione mi impone di difendere le classi dominanti? Di cosa parli esattamente? Stai vaneggiando?
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InVerno

La religione cristiana è antivitalistica, la critica di Nietzsche è rimasta insuperata. Tuttavia, dando a Cesare quel che è di Cesare ha creato uno spazio unico nelle religioni mondiali, uno spazio per il laico, in cui poi si sono inserite forze vitalistiche come il "capitalismo", creando una combinazione esplosiva. I cristiani ovviamente di Cesare falsificarono il testamento per rubargli l'impero e per riprendersi la corona Napoleone ha dovuto aspettare un pò, ma questa divisione non è un invenzione di Gesù, se non di Gesù in quanto uomo dell'impero romano (o perlomeno chi scrisse di lui successivamente lo era) e perciò distinguendo la religione dallo stato. Nell'Islam o nell'ebraismo questa distinzione non esiste, e neanche nelle teocrazie orientali, Paolo rendendo facoltativa la tradizione deuteronomica libera le mani dello stato. Nel cristianesimo è confluita una valanga di cultura classica, cosa farebbero senza Platone i cristiani? La storiella dei pastorelli è solo un framework verso cui nel tempo sono confluiti infiniti mondi e le migliori menti, Gesù da solo è ben poca cosa rispetto all'interezza della tradizione cristiana.
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Ora Noè, coltivatore della terra, cominció a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacó. Genesi 9:20

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 21 Dicembre 2025, 10:14:06 AMMa l'hai mai letto Darwin? Se mi dici esattamente dove dice questa cosa te ne sarei grato.Ho detto esattamente la stessa cosa. Posso solo aggiungere che anche la violenza può essere un comportamento collettivo.
Anthony siamo sempre lì. Occorre studiare prima di parlare. Ti consiglio Panksepp per comprendere meglio le basi neurobiologiche della specie homo sapiens. Potrai valutare da solo che non c'è la violenza fra i comportamenti geneticamente ereditati dall'uomo.Questa me la spieghi? Pensi di intimidirmi? Confermi solo il tuo metodo di confrontarti. Che significa che non é professionale. Professionale rispetto a cosa? La mia professione mi impone di difendere le classi dominanti? Di cosa parli esattamente? Stai vaneggiando?

Il fatto che il carattere violento é un fattore di sopravvivenza é logico, la quasi totalità degli animali lo usano.
Nello specifico dell'essere umano quali sono gli strumenti Piú utilizzati nell'arco della preistoria? Asce, archi e frecce, Lance, tutti strumenti di violenza, certo servono per la caccia, ma la caccia é o non é un comportamento violento? 
Venendo a tempi Piú vicini se, come dite voi "scienziati neurobiologi" non esiste predisposizione genetica all'uso della violenza che senso ha il quinto comandamento "non uccidere". Perché bisogna dire agli uomini di non uccidere se questi motu proprio neanche ci pensano a farlo. 
Se, secondo la tua tesi, la violenza non é carattere generale umano ma solo una incentivazione fatta da pochi capi interessati ad usare la violenza per mantenere il loro potere (che chiaramente sono esseri umani degenerati) non avrebbe avuto Piú senso un comandamento del tipo "uccidi chi mette in discussione il potere del capo"?
E ribadisco questa é la tua tesi, anche se riscritta in una chiave Piú cruda. Una tesi funzionale alla generazione di conflitto sociale contro le classi dirigenti della società con l'obiettivo di una rivoluzione sociale che però si realizza solo se le classi dominate hanno la capacità, motu proprio, di esercitare atti di violenza contro le classi dirigenti contraddicendo il principio di partenza per il quale la violenza é solo emanazione dei capi, e non di tutti gli esseri umani. 

Con il riferimento alla professionalità posso dirti che essa é in relazione al tuo riferimento alla professione di "scienziato neurobiologo". 
Se in tale professione arrivi a conclusioni abbastanza contraddittorie con il comportamento osservato dell'essere umano, ma che sono funzionali a una data ideologia politica, senza fare nomi per carità, ma sappiamo di quale si tratti, questo per me é un comportamento non professionale. 
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