Omnis determination, negation est

Aperto da Alberto Knox, 05 Giugno 2025, 23:47:15 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Alberto Knox

l'avrete capito tutti il senso della locuzione latina , ne abbiamo parlato tanto. "Ogni determinazione è una negazione", famoso aforisma di Hegel che in un certo senso abbraccia Aristotele e Platone tramite il principio di non contraddizione , una cosa è quella e non un altra cosa ovviamente. Ma già Spinoza scriveva che " La determinazione non appartiene alla cosa secondo il suo essere; al contrario essa è il suo non essere" . Qualsiasi cosa che noi possiamo conoscere , qualunque ente noi possiamo conoscere immediatamente suppone una negazione. Qualsiasi cosa voi possiate pensare, dicendola, immediatamente istituite una negazione , se dite che è una cosa è questo allora non è anche quest altro e quindi delimiti e quindi determini.
C è una dimensione dell essere che noi non possiamo conoscere che Anassagora chiamava "Nous" , che gli antichi chiamavano "Sophia" , che Eraclito chiamava "logos" , che i credenti chiamano Dio, ovvero quella logica , quell essere che abbraccia e che contiene la grande energia creatrice e al tempo stesso distruttrice di tutte le cose e che da forma a tutte le cose , questo, necessariamente deve contenere tutto , è quindi, indeterminato. E io penso che questa indeterminazione noi ce la portiamo dentro.
Abbiamo istituito il dualismo, essere e non essere, bene e male , Dio e il diavolo, il bene dello spirito in antitesi con  la tentazione del peccato , il corpo e l anima , anch'essi in antitesi. Veniva contrapposto il non senso della vita, il male del mondo  al bene , alla giustizia . Così che abbiamo istituito  il dualismo metafisico che poi a ben guardare è anche fisico , (l anima contrapposta al corpo).
Ma non ci sono il bene e il male come fossero due regni, due territori contrapposti . Dio da un lato, Satana dall altro e via dicendo. Quello che c'è , è un unico processo che si fa anche attraverso il negativo . è vero, noi ci portiamo dentro propio tutto, Dio e il cielo, l'inferno e la terra, la vita e la morte e anche molti secoli . Siamo l'antinomia , siamo la contraddizione.


"Nell ultima capanna un uomo giaceva al suolo con la testa quasi sepolta nella sabbia mentre le formiche correvano sul suo corpo. Era un indigeno colpito dalla malattia del sonno che era stato abbandonato dai suoi perchè non erano più in grado di trasportarlo. Benchè respirasse ancora non vi era più nulla da fare. Intanto che mi occupavo di lui, attraverso la porta aperta della tenda contemplavo le acque azzurre del golfo, contornato da verdi foreste mentre il sole al tramonto diffondeva i suoi raggi di fuoco. Era un panorama di magica bellezza. Ma abbracciare con un solo sguardo tale paradiso e l 'orribile miseria dell essere umano era una cosa che agghiacciava il cuore"
(albert schweitzer)

la contraddizione è la regola del vero. la non contraddizione , del falso. (Hegel)

è a questa tempesta di contraddizioni che la vita ci consegna e a volte questa tempesta ti può fare naufragare, restituire il biglietto come diceva  Dostoevskij nei fratelli Karamazov , caro alioscia dice Ivan al fratello credente, non è il tuo Dio che non accetto, è questo mondo che non accetto.  In questo senso voleva dire "restituisco il biglietto" e come ben sappiamo non mancano esempi di chi , oggi, restituisce il biglietto. Abbiamo bisogno di un etica che dia energia e speranza , un etica che vada oltre l'antroprocentrismo , ovvero il modo di comportarsi col prossimo. Un etica che si riassuma, ovvero che faccia sintesi della contraddizione , dell antinomia che viviamo e sperimentiamo , questa sintesi io la identifico tramite la breve frase "rispetto per la vita, in ogni sua forma".
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Alberto Knox il 05 Giugno 2025, 23:47:15 PMAbbiamo bisogno di un etica che dia energia e speranza , un etica che vada oltre l'antroprocentrismo , ovvero il modo di comportarsi col prossimo. Un etica che si riassuma, ovvero che faccia sintesi della contraddizione , dell antinomia che viviamo e sperimentiamo , questa sintesi io la identifico tramite la breve frase "rispetto per la vita, in ogni sua forma".
Questo è il più bell'argomento fra quelli mai qui proposti, e ci vuole non poco coraggio per esporsi in questo modo.
Hai toccato un punto importante che credo comporti problemi di tal difficile soluzione, che  penso sia il motivo per cui si evita di farlo.
''L'uomo non è un animale'', determina l'uomo affermando cosa non è, e su ciò si basa la nostra etica, sull'esclusività.
Se affermiamo che l'uomo è un animale, dobbiamo mutare l'etica, basandola sull'inclusività, o ce la teniamo così com'è?
Questo è il problema di difficilissima soluzione, di cui dicevo sopra.
E' sufficiente estendere un etica nata in ambito esclusivo per renderla un etica inclusiva?

 
La realtà non ha in se un ordine, ma si presta a ricevere un ordine, senza il quale essa non potrebbe apparirci, e per questo essa ci appare ordinata, e non essendoci un solo modo di ordinarla, diversamente potrà apparirci.

Alberto Knox

Citazione di: iano il 06 Giugno 2025, 00:34:52 AML'uomo non è un animale'', determina l'uomo affermando cosa non è, e su ciò si basa la nostra etica, sull'esclusività.
Se affermiamo che l'uomo è un animale, dobbiamo mutare l'etica, basandola sull'inclusività, o ce la teniamo così com'è?
Questo è il problema di difficilissima soluzione, di cui dicevo sopra.
E' sufficiente estendere un etica nata in ambito esclusivo per renderla un etica inclusiva?
Che cosa siamo noi? è questa la domanda che contiene contraddizione. Che cosa siamo noi che siamo in grado di amare e poi per via di quello stesso amore diventare veicoli di morte. L'uomo è anche un animale e non solo un animale , è anche soma , un pezzo di materia vivente, ma non solo soma.  Siamo anche psichè, che è la vita psichica, siamo anche Nous ,coscienza spirituale. La domanda deciva non è ,secondo me, identificare cosa siamo o cosa non siamo ma piu di tutto che cosa ci facciamo qui! . Cioè , al di la che ho trovato  un lavoro,  che pago le bollette, che vado al bar ,che vado in discoteca e i like su facebook è tutto qui? è questo lo scopo? essere una delle tante rotelle del grande ingranaggio sociale che gira al servizio del sistema? ho una visione piu ampia? oppure mi accontento del mio andirivieni casa/lavoro, scopamiche e gli altri vizi che mi tengono a galla , abbiamo davvero bisogno di cose materiali? ho uno scopo? ho una direzione?, esiste un messaggio per me?, per la mia vita, per il mio tempo ,per il mio spazio?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Più che altro bisognerebbe chiederci: quali sono le nostre pretese?

Alberto Knox

Citazione di: daniele22 il 06 Giugno 2025, 21:24:42 PMPiù che altro bisognerebbe chiederci: quali sono le nostre pretese
Siamo anche desiderio. ognuno di noi desidera e questo è struttura della natura in quanto viventi. 
Già Shopenauher metteva in guardia dal desiderio (la voluntas) ma senti cosa diceva William Shakespeare a proposito del desiderio già nel 1500 . Parole che sono ancora attuali, ancora vive. " E tutto avrà nome potere e il potere volontà e la volontà desiderio. E il desiderio, assecondato doppiamente dalla volontà e dal potere lupo universale farà dell intero universo la sua preda per poi alla fine , divorare se stesso. " Troilo e Cressida atto primo scena terza. Questo è Shakespeare e parla del nostro tempo. Non stiamo forse consumando anche la nostra casa noi come genere umano? 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Jacopus

Mi ritrovo pienamente in questa prospettiva, secondo la quale la verità è contraddittoria nel mondo della praxis (non nel mondo dell'episteme, dove esiste un principio di non contraddizione temporaneo). E mi ritrovo anche nel discorso della necessità di trovare un nuovo equilibrio per "educare" quel desiderio tanto ben evocato da Shakespeare. A mio modo di vedere, quel desiderio è una parte profonda, quasi genetica non solo degli esseri umani ma probabilmente almeno di tutti i vertebrati dotati di sistema nervoso. Il problema risiede nel fatto che il nostro dominio tecnologico ha reso quella spinta al desiderio sia un rimedio che un veleno. Senza desideri si muore, con la realizzazione dei desideri tecnologizzati dell'uomo del XXI secolo si muore ugualmente.
Questa però è una contraddizione diversa dall'omnis determinatio negatio est, perché il principio spinoziano ed hegeliano e Junghiano è un principio votato alla non polarizzazione, alla possibilità del riconoscimento dell'altro, in un superamento della logica amico-nemico. La contraddizione dell'umanità tecnologica è invece più tragica e non prevede Commissioni per la Riconciliazione e la Pace. Questo perché da un lato c'è una spinta al desiderio che è "ontologica" e vitale e dall'altro c'è un iper-potere che portando alle estreme conseguenze quel desiderio diventa mortale.
In qualche modo e torno al punto, dovremmo educare il desiderio instauratosi filogeneticamente con un diverso modo di desiderare, e mi va bene il principio del "rispetto per la vita in ogni sua forma." A patto di rendere concreto, almeno filosoficamente, questo principio. Ad essere coerenti però temo che:
A) servirebbe troppo tempo per una modifica ad una intenzionalità desiderante strutturata filogeneticamente.
B) un suo cambiamento reale significherebbe mutare in modo straordinario le istituzioni, i rapporti sociali, le credenze e le abitudini di miliardi di persone, la maggioranza delle quali o non capirebbe o se capisse, capirebbe di rimetterci da questo cambiamento.
È come se noi come specie animale continuassimo a pensare all'ambiente come infinitamente disponibile e pieno di risorse, perché per miliardi di anni, vista l'assenza di tecnologie, è stato davvero così. Ora la tecnologia non permette all'ambiente di recuperare tutte le energie e quindi c'è una dissipazione che rende velenoso quel desiderio inizialmente e necessariamente vitale.
Purtroppo non vedo vie d'uscita sagge e filosofiche, ma purtroppo un peggioramento più o meno veloce di questa contraddizione di fondo. Servirebbe una nuova fede ecologista, l'accettazione di una nuova via verso un diverso tipo di desiderabilità. Un movimento come il cristianesimo e il marxismo che però a differenza di cristianesimo e marxismo non pongano più l'uomo al centro.
Dal dentista ho visto questa frase appesa al muro, attribuita a Bacone: "non è l'uomo fatto per il mondo ma il mondo per l'uomo". Il mondo però non è più in grado di fornire risorse affinché l'uomo faccia, o che almeno faccia quello che ha fatto finora.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Alberto Knox

la nostra casa fluttua letteralmente nel vuoto , la terra è un ecosistema dove all interno del quale la vita è regolata da quattro grandi principi regolatori. Il primo di questi principi sono gli impollinatori, senza gli impollinatori non esisterebbe la vita su questo pianeta così come la conosciamo , solo dalle api dipende il 75% delle coltivazioni commestibili. Se domani mattina si estinguessero le api in meno di 50 anni andremmo in contro al sesto evento di estinzione globale di questo pianeta. Mentre sappiamo che se si estinguesse l essere umano , domani mattina la vita inzierebbe a fiorire e prosperare su questo pianeta. Quindi forse c'è da soffermarsi un attimino, riflettere sul ruolo che l'essere umano ha su questo pianeta. Il secondo principio regolatore della vita , sono gli alberi e le foreste , da cui dipende il 27% dell ossigeno che respiriamo. Il terzo principio regolatore , udite udite, sono  i cetacei. Dai dei delfini alle balene che defecando fertilizzando il fitoplanton da cui dipende quasi il 70% dell ossigeno che respiriamo. Ora il quarto principio regolatore della vita è la mente umana ed è l'unico dei quattro che sta sistematicamente distruggendo i primi tre. 
I primi tre principi regolatori si basano sull interconnessione e l'interdipendenza , quindi i principi che regolano la vita su questo pianeta non sono principi di competizione, fondamentalmente sono principi di collaborazione , principi di intereconnessione interdipendenti. Possiamo quindi dichiare apertamente che la mente umana , oggi come oggi non è ecosostenibile , ha un impatto devastante sull ambiente e sulla salute delle persone. 
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Belle argomentazioni, ma da quando più o meno giustamente si è voluto fare a meno della divinità regolatrice si è prodotto solamente molta confusione. Sembra che a voi tutto ciò faccia molto piacere 

iano

#8
Siamo partiti dalla natura matrigna, e passando per l'uomo che si vendica della natura dominandola,  dovremmo approdare all'uomo come parte della natura, e sapremo di esserci arrivati quando cadrà l'esigenza di dover distinguere fra naturale e artificiale.
Cioè quando diremo che,  tanto l'uomo è fatto per il mondo, quanto il mondo è fatto per l'uomo.
Se è la coscienza a darci di noi una rappresentazione innaturale, dovremo acquisire la coscienza che diversi non siamo.
Ciò comporta una rivoluzione etica difficile da immaginare.
Questo è il motivo per cui non parlo di Etica nel forum, perchè solo di questa nuova Etica vorrei parlare, se sapessi cosa dire.
Alla fine credo che, presa la coscienza di cui sopra, non resterà che attendere di constatare le conseguenze etiche.
Se vogliamo estendere il comandamento di non uccidere a tutti gli esseri viventi, siamo aiutati dal fatto che da un lato, a noi,  nessuno più ci ammazza, virus compresi, e dall'altro abbiamo tecnologie alternative per procurarci le proteine, che saranno pure artificiali, ma che è stata ancora la natura a produrre, se noi ne siamo parte, e quindi ancora naturali.


La realtà non ha in se un ordine, ma si presta a ricevere un ordine, senza il quale essa non potrebbe apparirci, e per questo essa ci appare ordinata, e non essendoci un solo modo di ordinarla, diversamente potrà apparirci.

daniele22

I virus possono pure sopraffarci per quello che ne so, e non solo occasionalmente come può farlo una tigre.
È la ragione umana a dirci che la distinzione tra naturale e artificiale non ha alcun valore, almeno a livello filosofico.
Se le citate (da me) pretese umane si rivolgono alla giustizia, impariamo a usare la ragione anziché la pancia come facciamo ora. Cerchiamo dunque i motivi per cui sempre ora usiamo la pancia anziché la ragione.
Un po' alla volta impareremo a rispettare i nostri simili e pure gli altri, senza per questo camminare scopando la strada davanti a noi per paura di uccidere qualche anima microscopica

PhyroSphera

Citazione di: Alberto Knox il 05 Giugno 2025, 23:47:15 PMl'avrete capito tutti il senso della locuzione latina , ne abbiamo parlato tanto. "Ogni determinazione è una negazione", famoso aforisma di Hegel che in un certo senso abbraccia Aristotele e Platone tramite il principio di non contraddizione , una cosa è quella e non un altra cosa ovviamente. Ma già Spinoza scriveva che " La determinazione non appartiene alla cosa secondo il suo essere; al contrario essa è il suo non essere" . Qualsiasi cosa che noi possiamo conoscere , qualunque ente noi possiamo conoscere immediatamente suppone una negazione. Qualsiasi cosa voi possiate pensare, dicendola, immediatamente istituite una negazione , se dite che è una cosa è questo allora non è anche quest altro e quindi delimiti e quindi determini.
Il determinare non è tutto del pensiero.
Citazione di: Alberto Knox il 05 Giugno 2025, 23:47:15 PMC è una dimensione dell essere che noi non possiamo conoscere che Anassagora chiamava "Nous" , che gli antichi chiamavano "Sophia" , che Eraclito chiamava "logos" , che i credenti chiamano Dio, ovvero quella logica , quell essere che abbraccia e che contiene la grande energia creatrice e al tempo stesso distruttrice di tutte le cose e che da forma a tutte le cose , questo, necessariamente deve contenere tutto , è quindi, indeterminato. E io penso che questa indeterminazione noi ce la portiamo dentro.
Abbiamo istituito il dualismo, essere e non essere, bene e male , Dio e il diavolo, il bene dello spirito in antitesi con  la tentazione del peccato , il corpo e l anima , anch'essi in antitesi. Veniva contrapposto il non senso della vita, il male del mondo  al bene , alla giustizia . Così che abbiamo istituito  il dualismo metafisico che poi a ben guardare è anche fisico , (l anima contrapposta al corpo).
Ma non ci sono il bene e il male come fossero due regni, due territori contrapposti . Dio da un lato, Satana dall altro e via dicendo. Quello che c'è , è un unico processo che si fa anche attraverso il negativo . è vero, noi ci portiamo dentro propio tutto, Dio e il cielo, l'inferno e la terra, la vita e la morte e anche molti secoli . Siamo l'antinomia , siamo la contraddizione.

Discendere dal Dio personale all'impersonale Nous quale assoluto indeterminato che distrugga le false opposizioni duali? Ma se si fa della coppia indeterminazione/determinazione la chiave per interpretare tutto senza avvedersi che è solo una indicazione fra tante, se in questa inconsapevole assolutizzazione si identifica determinazione ed affermazione per una impossibile comprensione di un chimerico essere, allora tutto è visto unilateralmente e sfuggono tanti sensi. Secondo il tuo procedere tante dualità reali paiono irreali. Dio e Satana, quindi rivelazione e occultazione, sono nell'autentico orizzonte di fede il Nous e ciò che è incomprensivo; eliminando tali opposti si fraintende la stessa Mente universale posta a fondamento del filosofare che tu mostri. Così per tutte le altre dualità.
Citazione di: Alberto Knox il 05 Giugno 2025, 23:47:15 PM"Nell ultima capanna un uomo giaceva al suolo con la testa quasi sepolta nella sabbia mentre le formiche correvano sul suo corpo. Era un indigeno colpito dalla malattia del sonno che era stato abbandonato dai suoi perchè non erano più in grado di trasportarlo. Benchè respirasse ancora non vi era più nulla da fare. Intanto che mi occupavo di lui, attraverso la porta aperta della tenda contemplavo le acque azzurre del golfo, contornato da verdi foreste mentre il sole al tramonto diffondeva i suoi raggi di fuoco. Era un panorama di magica bellezza. Ma abbracciare con un solo sguardo tale paradiso e l 'orribile miseria dell essere umano era una cosa che agghiacciava il cuore"
(albert schweitzer)

la contraddizione è la regola del vero. la non contraddizione , del falso. (Hegel)

è a questa tempesta di contraddizioni che la vita ci consegna e a volte questa tempesta ti può fare naufragare, restituire il biglietto come diceva  Dostoevskij nei fratelli Karamazov , caro alioscia dice Ivan al fratello credente, non è il tuo Dio che non accetto, è questo mondo che non accetto.  In questo senso voleva dire "restituisco il biglietto" e come ben sappiamo non mancano esempi di chi , oggi, restituisce il biglietto. Abbiamo bisogno di un etica che dia energia e speranza , un etica che vada oltre l'antroprocentrismo , ovvero il modo di comportarsi col prossimo. Un etica che si riassuma, ovvero che faccia sintesi della contraddizione , dell antinomia che viviamo e sperimentiamo , questa sintesi io la identifico tramite la breve frase "rispetto per la vita, in ogni sua forma".
Allora provare a fare tesoro della affermazione di Schweitzer - attuata attraverso un particolare - sulla inconciliabilità presente nella esistenza, tentare di trarre significati da un romanzo di Dostoevsky in cui c'è un non credente che non ha amato il viaggio della vita e vuole porne termine nonostante accetti il Dio di suo fratello (che invece in Dio ci crede oltre che accettarlo), sentire il bisogno di un'etica non antropocentrica e vitalistica, basata sul rispetto della vita in tutte le sue forme... tutto questo che senso ha se non si ha capito a cosa ci si sta rapportando? Che senso ha l'appello alla totalità delle forme della vita se escludendo tanta parte della lotta per vivere, tante dualità reali, questa totalità non è vera? Così la vita si ripresenta dopo esser stata emarginata o agisce in occulto, senza il nostro controllo, nonostante il volgersi alla Mente universale, al Nous appunto; ma soprattutto così si dimentica il ruolo della morte accanto alla vita!
Niente di strano che di questo passo l'aspirante filosofo si trovi proprio a soccombere, per distrazione e oblio, ad esempio per via di un virus che era oltre la intuizione di tanto monistico ottimismo. L'errante si pone da parte come uomo, vive nella periferia del mondo non badando a tante cose, ma così rischia di morirci atrocemente.

Non vi conviene procedere su una strada senza saggezza, anche perché se la filosofia non ne contiene o rispetta a sufficienza non è più filosofia.


MAURO PASTORE

Alberto Knox

Citazione di: PhyroSphera il 08 Giugno 2025, 12:03:08 PMsulla inconciliabilità presente nella esistenza, tentare di trarre significati da un romanzo di Dostoevsky in cui c'è un non credente che non ha amato il viaggio della vita e vuole porne termine nonostante accetti il Dio di suo fratello (che invece in Dio ci crede oltre che accettarlo), sentire il bisogno di un'etica non antropocentrica e vitalistica, basata sul rispetto della vita in tutte le sue forme... tutto questo che senso ha se non si ha capito a cosa ci si sta rapportando?
sì certo capisco, ho parlato di mente/corpo come dualismo in effetti ma dicendo mente e corpo noi non abbiamo colto l'uomo nella sua totalità, sarebbe di fatto riduttivo perchè l'essere umano è multidimensionale.
Diversa è la questione bene,male , dio /satana e vederli come domini separati , non vi è separazione fra bene e male , il male personificato da Satana e ilbene personificato in Dio, vi è un unico processo che passa anche per il negativo.

in che senso l'uomo è multidimensionale?
il cervello umano innanzitutto non distingue l'immaginazione dalla realtà, se vi facessi vedere dei video culinari o scene di sesso il vostro corpo comincerebbe a produrre ormoni , salivazione, succhi gastrici. il cervello non distingue immaginazione da realtà e tutto quello che noi vediamo è un idea della mente umana, mentre non c'è una mosca o una formica che sa di essere in italia. Sono processi immaginativi che noi proiettiamo all esterno a cui attribuiamo un significato esterno e interno e hanno certamente un impatto economico , ecologico, identitario, c'è gente che si ammazza oggi perchè crede di essere russa o Ucraina ma sono tutti processi immaginativi del cervello umano.
Si parla dunque di un intelligenza multipla, quindi di un intelligenza biologica che è l intelligenza del tuo corpo di funzionare indipendentemente dalla tua volontà, un intelligenza emotiva, un intelligenza mentale, il quoziente di intelligenza mentale e poi  adesso vediamo anche l'intelligenza artificiale e infine un intelligenza esistenziale , cioè la capacità dell essere umano di dare un senso profondissimo al dolore, alla morte , all amore, all incontro, alle relazioni. La parte umana che ci fa essere non tanto sfruttatori ma garanti della bellezza e dell armonia di questo pianeta. E io credo che è su quest ultima intelligenza  che noi dobbiamo parlare oggi.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 07 Giugno 2025, 00:02:39 AMSiamo anche desiderio. ognuno di noi desidera e questo è struttura della natura in quanto viventi.
Già Shopenauher metteva in guardia dal desiderio (la voluntas) ma senti cosa diceva William Shakespeare a proposito del desiderio già nel 1500 . Parole che sono ancora attuali, ancora vive. " E tutto avrà nome potere e il potere volontà e la volontà desiderio. E il desiderio, assecondato doppiamente dalla volontà e dal potere lupo universale farà dell intero universo la sua preda per poi alla fine , divorare se stesso. " Troilo e Cressida atto primo scena terza. Questo è Shakespeare e parla del nostro tempo. Non stiamo forse consumando anche la nostra casa noi come genere umano?
A metà del post di  apertura del topic dici: "Siamo l'antinomia, siamo la contraddizione". Immagino tu intenda che facendo questo ci opponiamo all'ordine universale. E c'è da considerare che nel mondo della vita questa opposizione sembra ineluttabile. È infatti per questo che suggerivo nel post nr. 3 di chiederci quali siano le nostre pretese piuttosto che cercare scopi del nostro essere qui. Riprendendo il mio post hai detto "Siamo anche desiderio" seguito da una mezza filippica nei confronti dei desideri. A parte che tieni da parte le paure, parli poi con altri di un ruolo che dovrebbe avere l'essere umano su questo pianeta. Beh, che l'essere umano debba chiedersi se sia il caso di darsi una regolata mi sembrerebbe il minimo sindacale a prescindere da cosa debba poi decidere. Allora, riguardo alle nostre pretese, la nostra assurda pretesa, che non è certo la pretesa di tutti gli esseri umani, nel senso che non è acutizzata pure se in tutti sarebbe latente, sembra essere quella di volere sovvertire l'ordine universale. Ma non sarebbe così scontato che a muovere tale istanza possa essere il desiderio piuttosto che la paura

iano

#13
Citazione di: daniele22 il 10 Giugno 2025, 14:50:12 PMAllora, riguardo alle nostre pretese, la nostra assurda pretesa, che non è certo la pretesa di tutti gli esseri umani, nel senso che non è acutizzata pure se in tutti sarebbe latente, sembra essere quella di volere sovvertire l'ordine universale.
Noi possiamo solo sovvertire la descrizione che facciamo dell'ordine universale.
Dal fatto che possiamo darne una descrizione, possiamo indurre che un ordine effettivamente vi sia, ma l'assurda pretesa di poterlo sovvertire nasce solo dall'assurda pretesa di conoscerlo.
Noi possiamo solo imparare dai nostri errori, da intendersi come comportamenti che si dimostrano inadeguati, mutando per conseguenza il nostro agire, ma l'assurda pretesa di conoscere l'ordine universale, fa si che intendiamo ogni volta i nostri errori come il sovvertimento dell'ordine universale, e ciò determina una formidabile inerzia all'adeguamento del nostro comportamento.
Così ogni volta il mondo ci apparirà al contrario, e perderemo tempo a cercare di raddrizzarlo, finché non ci rassegneremo al nuovo ordine, cioè ad una descrizione nuova dell'ordine dell'universo, il quale universo un verso non ce l'ha, ma siamo noi che glielo diamo descrivendolo.
Ieri era parte della descrizione dell'ordine naturale poter disporre della natura a nostro piacimento. Oggi non può più esserlo.
Attraverso il linguaggio, con le sue antinomie e le sue contraddizioni agiamo sulla realtà, che però quelle antinomie e contraddizioni non ha.
La realtà non ha in se un ordine, ma si presta a ricevere un ordine, senza il quale essa non potrebbe apparirci, e per questo essa ci appare ordinata, e non essendoci un solo modo di ordinarla, diversamente potrà apparirci.

daniele22

Vorrei portare la discussione a un livello più colloquiale. Io posso dire di essere un flaneur. Non sono il solo a esserlo perché si tratta più che altro della polarizzazione di una tendenza, ma purtroppo, natural-mente, il nostro mondo è governato da quelli che non sono dei flaneur. Infatti, per sua natura il flaneur non si organizza con altri per governare il mondo, tuttavia deve accettare anche suo malgrado le determinazioni che quelli che, organizzandosi anche in conflitto tra loro, pretendono di governarlo. Accade così che questi ultimi manipolino di fatto il flaneur prepotentemente costringendolo magari in circostanze in cui egli debba pure imbracciare un'arma ... tanto per dire la più eclatante.
Tutto questo pensiero per esporre assai sinteticamente quelle che sono le nostre interazioni con la realtà

Discussioni simili (5)