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Mah...ditemi voi

Aperto da Damiano Bergamaschi, 14 Luglio 2025, 01:11:48 AM

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Damiano Bergamaschi

Buonasera a tutti.

Questa volta mi piacerebbe parlare di un argomento su cui sto riflettendo ultimamente e che sta portando (forse) un cambiamento in me. Premetto che ho 28 anni e di cose da sperimentare ne ho ancora molte. Però ho già "visto" cose che mi sembrano interessanti per uno della mia età. O magari mi sbaglio.
Comunque...

Ho la sensazione che si voglia sempre andare oltre nelle cose...fare sempre di più. Pensare in maniera sempre più complessa. Pensare sempre più in grande ecc...

Ma perché non volere di meno? Perché non si riesce a vivere di quelle quattro cose che servono e lasciare che il mondo, la vita, vadano avanti?

Perché pensare,agire, dover essere? Quell'istinto che ci spinge a superare i limiti in ogni campo da dove viene? Perché c'è?

Io vedo che il mondo è una gabbia. Si, una gabbia che vuole ucciderti. Ogni cosa in tutto l'universo è progettata per eliminare la vita.
E la vita stessa compare non appena c'è la minima possibilità.
Ma anche se c'è questa lotta tra opposti (vita e morte) che cosa rimane a noi se non l'eternità di un ciclo continuo di nascita-vita-morte? Perché prima di nascere eravamo qualcosa e dopo la morte saremo qualcosa.
È la solita solfa del "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma".
Ma perché? Perché le cose stanno così?
E si ritorna a "perché c'è qualcosa invece che il nulla?" Ecc...ecc...
Per arrivare poi a "perché il perché?" E a "cos'è la domanda?" E "il linguaggio?" "La verità?"
Ma perché non volere "la falsità?" Oppure ancora..."niente affatto?"

Forse tutto questo è perché non abbiamo niente di meglio da fare una volta soddisfatti i nostri bisogni fondamentali.

Allora viva la concretezza! Si ma...la fantasia? Il progresso? L'ispirazione?

Cosa sto cercando secondo voi?

Il perché dei perché? La domanda delle domande?

Ma perché, invece, non dire Tutto ed il suo contrario che tanto... perché mettere ordine?

Io sento, percepisco che il mondo va...ma...dove? Perché?
E fatta pure questa considerazione, perché mi ostino a fare un discorso di senso compiuto in un forum su internet invece che parlare a caso di qualsiasi cosa che, come detto prima, tanto... perché mettere ordine?

E a quell'ordine mi riferisco alla filosofia, alla scienza, ad ogni forma di pensiero.

E perché mi ostino a imporre il verbo, il punto di vista? Perché voglio essere quello che dice La Verità (con la "v" maiuscola)?

Ok, ma perché?

E rincomincia il loop infinito dietro alla stessa cosa...alla fine non ho detto nulla di nuovo, vedete? E poi si dice che filosofia è pensiero logico, consequenziale e discorso di senso compiuto...forse una volta...ora le cose sono cambiate.

Ma il mio discorso, quindi, dove voleva arrivare? Ovunque e da nessuna parte.

Non ho mai studiato in vita mia...al massimo letto qualcosa qua e la (di filosofia e di scienza) e non leggerò (credo mai) un libro di filosofia o di scienza perché mi annoierei a morte (credo non so). Se volete fare discorsi e consigliarmi letture/studi siete liberi di farlo o meno però io credo che non intraprenderò mai un percorso universitario di tipo umanistico/scientifico perché...non ho voglia.
Ma allora perché cerco di andare sempre oltre, sempre più a fondo nelle cose se poi non ho la minima coerenza né in quello che penso, che dico e né in quello che faccio?
Come posso darmi un limite in tutto ciò? Oppure sarebbe sbagliato darmelo?

Ho pensieri molto altalenanti in tutto ciò. Un momento penso:"si, diventerò il più grande pensatore di tutti i tempi" e l'istante dopo:"esci, vai in discoteca e chissenefrega di tutto ciò".

E tornando al titolo del post: Mah...ditemi voi.

Un caro saluto al forum,

Bergamaschi Damiano.

Jacopus

Fai un sacco di domande. Per rispondere servirebbero un migliaio di pagine. A me quello che mi ha colpito è questo bisogno di risposte a cui si contrappone il rifiuto di impegnarsi. A costo di sembrare bacchettone (in questi tempi insani), posso solo dire che per trovare una risposta alle domande serve disciplina. Personalmente l'ho appreso all'università. Prima era bello leggere Joyce, Nietzsche, Fromm, senza nessuna necessità di riscontro. Per carità serve anche quello, ma quando mi sono dovuto confrontare con le Costitutiones romane dalla Repubblica al Dominato, imparando a memoria tutti i loro nomi, ho scoperto cos'è la disciplina intellettuale. Senza questa, senza l'ordine che ti dice di restare concentrato per ore su un testo, le tue domande resteranno inevase. Al massimo sentirai qualche commento che ti piacerà per poi dimenticartene qualche ora dopo, lasciandoti nella condizione che fai intravedere nel tuo intervento. Ovviamente non è semplice quello che ti propongo, ma è l'unica via. Permettimi di citare Eschilo (visto che ancora non ho citato nessuno 😁): "la cura per il dolore è la conoscenza".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#2
Citazione di: Jacopus il 14 Luglio 2025, 08:30:08 AMA costo di sembrare bacchettone (in questi tempi insani), posso solo dire che per trovare una risposta alle domande serve disciplina.
Concordo con te, seppur col senno di poi. :)
Di solito per impegnarsi nello studio a testa bassa ci sono motivazioni che funzionano, ma non è detto che funzionino con tutti, e sospetto che Damiano sia uno di questi.
Per esempio nel mio caso, l'incentivo a prendere 10  non ha funzionato, perchè mi chiedevo, che valore potesse avere un 10 datomi da una scuola cui io davo zero.
E' possibile impegnarsi nello studio quando il professore viene a scuola per leggersi il giornale, con l'alibi che lo pagano poco?
E che scuola sarebbe quella che glielo consente di fare?
Difficile impegnarsi quando dell'impegno non ti danno un esempio che per ammirazione della fonte certamente emuleresti.
Però, detto col senno di poi, bisogna farlo, contro tutti e contro tutto, rimandando a dopo la raccolta dei frutti, che forse non saranno le risposte ai nostri perchè, ma che comunque non mancheranno.
Rompendo l'uovo si troverà la sorpresa.
Se però credi di conoscerla già, e non ti interessa non romperai l'uovo.
Le cose non stanno così, si tratta di una vera sorpresa ed è diversa per ognuno di noi.


Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

anthonyi

Sarò sincero, Damiano, il tuo é un testo caotico nel quale traspare prevalentemente un certo disagio interiore che diventa "pessimismo cosmico".
Piú che esprimere opinioni sul mondo forse dovresti domandarti perché credi di essere in gabbia. La gabbia della quale parli non é altro che la proiezione di situazioni interiori che sono all'origine di quella sofferenza che esprimi nel testo. Questo é quanto posso dirti in relazione a quello che so di psicologia, ti faccio i miei saluti. 

Phil

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 14 Luglio 2025, 01:11:48 AMUn momento penso:"si, diventerò il più grande pensatore di tutti i tempi" e l'istante dopo:"esci, vai in discoteca e chissenefrega di tutto ciò".
Secondo me, da quel nulla che posso conoscere di te in base a quello che hai scritto, ti conviene puntare sulla seconda, ossia puntare sull'esperienza di vita che credi ti possa far "star bene" (non so se la discoteca la ritieni adeguata a ciò). Le domande ti accompagneranno lo stesso, ma se anche ti (in)formassi meglio in filosofia avresti probabilmente domande irrisolte fino alla tua morte. Diventare «il più grande pensatore di tutti i tempi» ti è precluso, perché non c'è l'olimpiade dei pensatori in cui collezionare ori e allori; è quindi più saggio imparare a convivere con le domande e, soprattutto, addestrarsi a capire quali solo le domande mal poste o prive di senso, per non rincorrere chimere e utopie (salvo scegliere di fare di tale rincorsa il gioco del proprio tempo).
Lettura consigliata: Desiderata.

Il_Dubbio

Secondo me ti sei risposto da solo. O meglio, nel scrivere questo disagio, hai scritto: è un loop.
La vita è un loop. Siccome questo ci mette disagio, tentiamo di superarlo. Ma ci ricadiamo ogni volta dentro. 

Pensa alla vita in senso compiuto, cosa ti piace fare? quali sono i tuoi desideri? Una volta raggiunto il tuo loop, una volta che ti sei stancato di fare sempre le stesse cose, o aver raggiunto quello che ti piaceva fare, ne vuoi uscire. Vuoi andare oltre.

Guardati allo specchio, cosa vedi? Tu che ti guardi allo specchio. Quello è il tuo primo loop. 
Ti servirà successivamente qualcuno che guarda te mentre ti guardi allo specchio, per farti uscire dal primo loop. Vorrai sapere cosa ne pensa di te, mentre l'altro avrà bisogno di sapere tu cosa pensi di lui. 
Ora sei uscito dal primo loop, non sei solo tu che ti guardi allo specchio, ora c'è un'altra persona che fa la stessa cosa mentre guarda anche te. Poi avrai bisogno di molte piu persone, le chiamerai amici, o conoscenti, oppure colleghi di lavolo ecc. Stai uscendo sempre di piu dal tuo loop. Quando sei arrivato quasi al limite, ritornerai indietro al primo momento in cui ti sei confrontato con te stesso. E dirai che sicuramente ti sarai arriccchito di tante esperienze, qualcuna buona molte altre negative. Ma questa volta con te stesso dovrai discutere bene. Se sei riuscito ad accettarti, potrai rimanere piu a lungo all'interno del tuo primo loop. Quello sarà il tuo primo momento di felicità. 
L'amore, ad esempio, fra due persone non vuol dire accettazione dell'altro vuol dire prima di tutto accettazione di se stessi. Non si può amare nessuno se non accetti prima te stesso. Quando ti sei accettato, allora avrai desiderio di dare oltre questo amore. Ma quando l'amore finisce, non finisce la tua accettazione di te stesso. 
Il primo loop non si scorda mai  :)




Alberto Knox

#6
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 14 Luglio 2025, 01:11:48 AMNon ho mai studiato in vita mia...al massimo letto qualcosa qua e la (di filosofia e di scienza) e non leggerò (credo mai) un libro di filosofia o di scienza perché mi annoierei a morte (credo non so).
è molto importante la scelta di un libro, se risulta noioso o no dipende sia dal lettore che dallo scrittore. Personalmente ero già convinto che la filosofia fosse una parte costitutiva del mio essere (del mio essere un cercatore di verità intendo) già prima che lessi il mio primo libro a riguardo della storia della filosofia . Ma fu quel libro a forgiare in me l innamoramento per la filosofia. Quindi ora ti consiglio quello che lessi io, è impossibile per un pensatore non trovarlo al quanto amabile. il titolo è "il mondo di Sofia" di joistein Gaarder.  Parla di una ragazzina di 15 anni che viene coinvolta in una grande avventura attraverso un corso di filosofia giunto da uno strano tizio con un basco in testa e un cane di nome Ermes che le porta delle lettere nella cassetta della posta o nei modi piu assurdi e inverosimili.  Si capirà poi che la narrazione  è un racconto nel racconto e che loro stessi sono personaggi che vivono nella mente dello scrittore. Riusciranno a scavalcare la prigione della coscienza del grande prestigiatore e svignarsela via piene di vita? e quindi, dal libro stesso?

estratto:

Secondo un filosofo greco che visse più di 2000 anni fa, la filosofia naque grazie alla capacità, peculiare agli esseri umani, di stupirsi. A suo parere , il fatto di esistere è così strano per un uomo che le domande filosofiche nascono da sole. Pensa a quello che succede durante un gioco di prestigio .Non riusciamo a capire come sia successo quello che abbiamo visto. Allora ci chiediamo come ha fatto il prestigiatore a trasformare un fazzoletto bianco  in un coniglio vivo. Ecco, per alcune persone il mondo è incomprensibile nello stesso modo in cui è impossibile capire come il prestigiatore possa estrarre un coniglio da un cappello a cilindro che un attimo prima era assoluitamente vuoto.
PEr quanto riguarda il coniglio ci rendiamo conto che il prestigiatore deve averci ingannato e vogliamo scoprire propio come ha fatto. Quando parliamo del mondo la situazione è un pò diversa. Noi sappiamo che il mondo non è un imbroglio ne un inganno perchè camminiamo sulla terra e noi stessi ne facciamo parte. In fondo siamo noi il coniglio bianco che viene estratto dal cilindro. La differenza fra noi e il coniglio consiste solo nel fatto che il coniglio non è consapevole di prender parte a un gioco di prestigio ; nooi invece ci sentiamo coinvolti in qualcosa di misterioso e vogliamo scoprire come tutto sia collegato.
p.s.
per quanto riguarda il coniglio , forse è meglio paragonarlo a tutto l universo. Noi che ci abitiamo siamo minuscoli parassiti che vivono nella pelliccia del coniglio. I filosofi cercano di arrampicarsi sui peli sottili in modo da poter fissare negli occhi il grande prestigiatore.
Mi segui Sofia? Ti arriverà la continuazione.

Sofia era sfinita. Se stava seguendo? Non si ricordava neanche se era riuscita a tirare il fiato mentre leggeva...



Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: Damiano Bergamaschi il 14 Luglio 2025, 01:11:48 AMIl perché dei perché? La domanda delle domande?

Ma perché, invece, non dire Tutto ed il suo contrario che tanto... perché mettere ordine?

Io sento, percepisco che il mondo va...ma...dove? Perché?
E fatta pure questa considerazione, perché mi ostino a fare un discorso di senso compiuto in un forum su internet invece che parlare a caso di qualsiasi cosa che, come detto prima, tanto... perché mettere ordine?

E a quell'ordine mi riferisco alla filosofia, alla scienza, ad ogni forma di pensiero.

E perché mi ostino a imporre il verbo, il punto di vista? Perché voglio essere quello che dice La Verità (con la "v" maiuscola)?

Ok, ma perché?
. «Perché ogni disordine ha un suo ordine interno e misterioso. Forse è l'andatura della mente, forse quella del ricordo, forse è l'intenzione di essere volatile o l'aspirazione alla semplicità, in ogni caso è qualcosa di sfuggente che non vuole essere imbrigliato in un piano: come un animale o come un albero della foresta, non addomesticati, inutili, nel senso che non si curano di avere uno scopo, sono in vita e gli basta. Il disordine è questo essere cosí come si è seguendo un filo illogico di stare al mondo». 
Chandra Livia Candiani dal libro "questo immenso non sapere; conversazione con alberi, animali e il cuore umano"  ;)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Damiano Bergamaschi

Citazione di: Alberto Knox il 14 Luglio 2025, 22:59:00 PM. «Perché ogni disordine ha un suo ordine interno e misterioso. Forse è l'andatura della mente, forse quella del ricordo, forse è l'intenzione di essere volatile o l'aspirazione alla semplicità, in ogni caso è qualcosa di sfuggente che non vuole essere imbrigliato in un piano: come un animale o come un albero della foresta, non addomesticati, inutili, nel senso che non si curano di avere uno scopo, sono in vita e gli basta. Il disordine è questo essere cosí come si è seguendo un filo illogico di stare al mondo».
Chandra Livia Candiani dal libro "questo immenso non sapere; conversazione con alberi, animali e il cuore umano"  ;)
Citazione di: Alberto Knox il 14 Luglio 2025, 19:46:22 PMè molto importante la scelta di un libro, se risulta noioso o no dipende sia dal lettore che dallo scrittore. Personalmente ero già convinto che la filosofia fosse una parte costitutiva del mio essere (del mio essere un cercatore di verità intendo) già prima che lessi il mio primo libro a riguardo della storia della filosofia . Ma fu quel libro a forgiare in me l innamoramento per la filosofia. Quindi ora ti consiglio quello che lessi io, è impossibile per un pensatore non trovarlo al quanto amabile. il titolo è "il mondo di Sofia" di joistein Gaarder.  Parla di una ragazzina di 15 anni che viene coinvolta in una grande avventura attraverso un corso di filosofia giunto da uno strano tizio con un basco in testa e un cane di nome Ermes che le porta delle lettere nella cassetta della posta o nei modi piu assurdi e inverosimili.  Si capirà poi che la narrazione  è un racconto nel racconto e che loro stessi sono personaggi che vivono nella mente dello scrittore. Riusciranno a scavalcare la prigione della coscienza del grande prestigiatore e svignarsela via piene di vita? e quindi, dal libro stesso?

estratto:

Secondo un filosofo greco che visse più di 2000 anni fa, la filosofia naque grazie alla capacità, peculiare agli esseri umani, di stupirsi. A suo parere , il fatto di esistere è così strano per un uomo che le domande filosofiche nascono da sole. Pensa a quello che succede durante un gioco di prestigio .Non riusciamo a capire come sia successo quello che abbiamo visto. Allora ci chiediamo come ha fatto il prestigiatore a trasformare un fazzoletto bianco  in un coniglio vivo. Ecco, per alcune persone il mondo è incomprensibile nello stesso modo in cui è impossibile capire come il prestigiatore possa estrarre un coniglio da un cappello a cilindro che un attimo prima era assoluitamente vuoto.
PEr quanto riguarda il coniglio ci rendiamo conto che il prestigiatore deve averci ingannato e vogliamo scoprire propio come ha fatto. Quando parliamo del mondo la situazione è un pò diversa. Noi sappiamo che il mondo non è un imbroglio ne un inganno perchè camminiamo sulla terra e noi stessi ne facciamo parte. In fondo siamo noi il coniglio bianco che viene estratto dal cilindro. La differenza fra noi e il coniglio consiste solo nel fatto che il coniglio non è consapevole di prender parte a un gioco di prestigio ; nooi invece ci sentiamo coinvolti in qualcosa di misterioso e vogliamo scoprire come tutto sia collegato.
p.s.
per quanto riguarda il coniglio , forse è meglio paragonarlo a tutto l universo. Noi che ci abitiamo siamo minuscoli parassiti che vivono nella pelliccia del coniglio. I filosofi cercano di arrampicarsi sui peli sottili in modo da poter fissare negli occhi il grande prestigiatore.
Mi segui Sofia? Ti arriverà la continuazione.

Sofia era sfinita. Se stava seguendo? Non si ricordava neanche se era riuscita a tirare il fiato mentre leggeva...




Citazione di: Il_Dubbio il 14 Luglio 2025, 19:32:06 PMSecondo me ti sei risposto da solo. O meglio, nel scrivere questo disagio, hai scritto: è un loop.
La vita è un loop. Siccome questo ci mette disagio, tentiamo di superarlo. Ma ci ricadiamo ogni volta dentro.

Pensa alla vita in senso compiuto, cosa ti piace fare? quali sono i tuoi desideri? Una volta raggiunto il tuo loop, una volta che ti sei stancato di fare sempre le stesse cose, o aver raggiunto quello che ti piaceva fare, ne vuoi uscire. Vuoi andare oltre.

Guardati allo specchio, cosa vedi? Tu che ti guardi allo specchio. Quello è il tuo primo loop.
Ti servirà successivamente qualcuno che guarda te mentre ti guardi allo specchio, per farti uscire dal primo loop. Vorrai sapere cosa ne pensa di te, mentre l'altro avrà bisogno di sapere tu cosa pensi di lui.
Ora sei uscito dal primo loop, non sei solo tu che ti guardi allo specchio, ora c'è un'altra persona che fa la stessa cosa mentre guarda anche te. Poi avrai bisogno di molte piu persone, le chiamerai amici, o conoscenti, oppure colleghi di lavolo ecc. Stai uscendo sempre di piu dal tuo loop. Quando sei arrivato quasi al limite, ritornerai indietro al primo momento in cui ti sei confrontato con te stesso. E dirai che sicuramente ti sarai arriccchito di tante esperienze, qualcuna buona molte altre negative. Ma questa volta con te stesso dovrai discutere bene. Se sei riuscito ad accettarti, potrai rimanere piu a lungo all'interno del tuo primo loop. Quello sarà il tuo primo momento di felicità.
L'amore, ad esempio, fra due persone non vuol dire accettazione dell'altro vuol dire prima di tutto accettazione di se stessi. Non si può amare nessuno se non accetti prima te stesso. Quando ti sei accettato, allora avrai desiderio di dare oltre questo amore. Ma quando l'amore finisce, non finisce la tua accettazione di te stesso.
Il primo loop non si scorda mai  :)




Citazione di: Phil il 14 Luglio 2025, 11:51:12 AMSecondo me, da quel nulla che posso conoscere di te in base a quello che hai scritto, ti conviene puntare sulla seconda, ossia puntare sull'esperienza di vita che credi ti possa far "star bene" (non so se la discoteca la ritieni adeguata a ciò). Le domande ti accompagneranno lo stesso, ma se anche ti (in)formassi meglio in filosofia avresti probabilmente domande irrisolte fino alla tua morte. Diventare «il più grande pensatore di tutti i tempi» ti è precluso, perché non c'è l'olimpiade dei pensatori in cui collezionare ori e allori; è quindi più saggio imparare a convivere con le domande e, soprattutto, addestrarsi a capire quali solo le domande mal poste o prive di senso, per non rincorrere chimere e utopie (salvo scegliere di fare di tale rincorsa il gioco del proprio tempo).
Lettura consigliata: Desiderata.

Citazione di: anthonyi il 14 Luglio 2025, 09:50:04 AMSarò sincero, Damiano, il tuo é un testo caotico nel quale traspare prevalentemente un certo disagio interiore che diventa "pessimismo cosmico".
Piú che esprimere opinioni sul mondo forse dovresti domandarti perché credi di essere in gabbia. La gabbia della quale parli non é altro che la proiezione di situazioni interiori che sono all'origine di quella sofferenza che esprimi nel testo. Questo é quanto posso dirti in relazione a quello che so di psicologia, ti faccio i miei saluti.

Citazione di: iano il 14 Luglio 2025, 09:16:46 AMConcordo con te, seppur col senno di poi. :)
Di solito per impegnarsi nello studio a testa bassa ci sono motivazioni che funzionano, ma non è detto che funzionino con tutti, e sospetto che Damiano sia uno di questi.
Per esempio nel mio caso, l'incentivo a prendere 10  non ha funzionato, perchè mi chiedevo, che valore potesse avere un 10 datomi da una scuola cui io davo zero.
E' possibile impegnarsi nello studio quando il professore viene a scuola per leggersi il giornale, con l'alibi che lo pagano poco?
E che scuola sarebbe quella che glielo consente di fare?
Difficile impegnarsi quando dell'impegno non ti danno un esempio che per ammirazione della fonte certamente emuleresti.
Però, detto col senno di poi, bisogna farlo, contro tutti e contro tutto, rimandando a dopo la raccolta dei frutti, che forse non saranno le risposte ai nostri perchè, ma che comunque non mancheranno.
Rompendo l'uovo si troverà la sorpresa.
Se però credi di conoscerla già, e non ti interessa non romperai l'uovo.
Le cose non stanno così, si tratta di una vera sorpresa ed è diversa per ognuno di noi.



Citazione di: Jacopus il 14 Luglio 2025, 08:30:08 AMFai un sacco di domande. Per rispondere servirebbero un migliaio di pagine. A me quello che mi ha colpito è questo bisogno di risposte a cui si contrappone il rifiuto di impegnarsi. A costo di sembrare bacchettone (in questi tempi insani), posso solo dire che per trovare una risposta alle domande serve disciplina. Personalmente l'ho appreso all'università. Prima era bello leggere Joyce, Nietzsche, Fromm, senza nessuna necessità di riscontro. Per carità serve anche quello, ma quando mi sono dovuto confrontare con le Costitutiones romane dalla Repubblica al Dominato, imparando a memoria tutti i loro nomi, ho scoperto cos'è la disciplina intellettuale. Senza questa, senza l'ordine che ti dice di restare concentrato per ore su un testo, le tue domande resteranno inevase. Al massimo sentirai qualche commento che ti piacerà per poi dimenticartene qualche ora dopo, lasciandoti nella condizione che fai intravedere nel tuo intervento. Ovviamente non è semplice quello che ti propongo, ma è l'unica via. Permettimi di citare Eschilo (visto che ancora non ho citato nessuno 😁): "la cura per il dolore è la conoscenza".
Grazie a tutti per le risposte. Volevo condividere con voi questa mia "risposta". Un altro ragionamento, un altro discorso a "caso". Perché? Perché voglio mostrarvi i miei pensieri. Voglio capire se c'è qualcosa di buono o meno. Piuttosto che aprire un altro post preferisco metterlo qui nei commenti e non intasare il Forum.
Il discorso, o meglio, flusso di pensieri è il seguente:

"Proviamo a parlare dell'apice del Tutto. Oltre il Tutto vi è il Nulla. Ma che cosa sono il Tutto ed il Nulla? Il Tutto è La cosa. Il Nulla è La non-cosa. Qualsiasi "cosa" che esiste, che si può immaginare e che si può dire è nulla comparata al Tutto. Potrei scrivere un numero infinito di parole ciascuna diversa dall'altra ma sarebbero tutte un nulla comparate al Tutto. Persino il Tutto è nulla comparato al Tutto. Quest'ultimo trascende anche se stesso, il termine trascendenza e così via...all'infinito...e ancora oltre. Il Tutto va oltre il termine "oltre". È indefinibile e definibile. Va oltre la dualità. Si dice che filosofia sia stare alla larga da certe questioni e domande perché reputate insensate. Ma il Tutto le include. E ne aggiunge ancora di altre. La concatenazione logica, il discorso e le parole non bastano più. Il Tutto non nasce dall'esperienza umana o da un'esperienza superiore. Ed essendo onnicomprensivo e ancora di più, il Tutto nasce dall'esperienza umana e da un'esperienza superiore ad essa. Contraddizione pura. E perfetta logica non-contradditoria. Persino il silenzio, l'annullamento del sé iperuranico non bastano per il Tutto. Quest'ultimo è la cosa più grande di tutte? Si e no. Oltre e oltre ancora. È la megalomania? Il Tutto non ha un agganciamento con una definizione. E ce l'ha. L'infinito e il meta-infinito e l'oltre ancora sono un "sono". Ma dove sto andando? Penso di essere andato oltre ogni limite. Prendetelo come discorso a caso, come pura malattia mentale, come pura "trollata" come si suol dire, ma questa è la mia mente...questo è Damiano."

Grazie,

Bergamaschi Damiano.

iano

#9
Citazione di: Damiano Bergamaschi il Oggi alle 10:51:57 AMGrazie a tutti per le risposte. Volevo condividere con voi questa mia "risposta". Un altro ragionamento, un altro discorso a "caso". Perché? Perché voglio mostrarvi i miei pensieri. Voglio capire se c'è qualcosa di buono o meno. Piuttosto che aprire un altro post preferisco metterlo qui nei commenti e non intasare il Forum.
Il discorso, o meglio, flusso di pensieri è il seguente:

"Proviamo a parlare dell'apice del Tutto. Oltre il Tutto vi è il Nulla. Ma che cosa sono il Tutto ed il Nulla? Il Tutto è La cosa. Il Nulla è La non-cosa. Qualsiasi "cosa" che esiste, che si può immaginare e che si può dire è nulla comparata al Tutto. Potrei scrivere un numero infinito di parole ciascuna diversa dall'altra ma sarebbero tutte un nulla comparate al Tutto. Persino il Tutto è nulla comparato al Tutto. Quest'ultimo trascende anche se stesso, il termine trascendenza e così via...all'infinito...e ancora oltre. Il Tutto va oltre il termine "oltre". È indefinibile e definibile. Va oltre la dualità. Si dice che filosofia sia stare alla larga da certe questioni e domande perché reputate insensate. Ma il Tutto le include. E ne aggiunge ancora di altre. La concatenazione logica, il discorso e le parole non bastano più. Il Tutto non nasce dall'esperienza umana o da un'esperienza superiore. Ed essendo onnicomprensivo e ancora di più, il Tutto nasce dall'esperienza umana e da un'esperienza superiore ad essa. Contraddizione pura. E perfetta logica non-contradditoria. Persino il silenzio, l'annullamento del sé iperuranico non bastano per il Tutto. Quest'ultimo è la cosa più grande di tutte? Si e no. Oltre e oltre ancora. È la megalomania? Il Tutto non ha un agganciamento con una definizione. E ce l'ha. L'infinito e il meta-infinito e l'oltre ancora sono un "sono". Ma dove sto andando? Penso di essere andato oltre ogni limite. Prendetelo come discorso a caso, come pura malattia mentale, come pura "trollata" come si suol dire, ma questa è la mia mente...questo è Damiano."

Grazie,

Bergamaschi Damiano.
Esempio di loop infinito.
Ci si entra quando si confonde la realtà con la sua descrizione, credendo di fare domande sulla realtà, che non hanno risposta, perchè sono domande sulla descrizione della realtà.
Che cosa sono dunque il tutto e il nulla?
Sono due termini fra tanti coi quali descriviamo la realtà, non a caso in opposizione fra loro, perchè ogni cosa che afferma può essere negata. Se questa è una proprietà del linguaggio, la dualità, non sarà necessariamente una proprietà di ciò che esso descrive, anzi di più, non ha proprio senso pensarlo.
La realtà non ha un senso, ma descrivendola glielo diamo.
Quindi poi entriamo nel loop chiedendoci che senso ha quel senso.
Attraverso il linguaggio interagiamo con la realtà, quindi non ci resta che appropriarcene, perchè è un modo col quale indirettamente possiamo appropriarci della realtà, o meglio, in armonia con la nuova cultura che avanza, per sentirci con essa un tuttuno.
In ogni caso un modo diretto per farlo non esiste.
Noi sappiamo di non sapere quando il sapere viene smascherato come illusione di realtà, ma una illusione da rivalutare  e coltivare, stanti i risultati che ci ha fin qui dati, uno dei quali è la realtà come ci appare, quella sorpresa che sta fuori dell'uovo quando  nasciamo.
Certo, la realtà ci appare solida, tutt'altro che un illusione, per quanto qualche illusione in essa faccia qua e là  capolino a suggerire, per chi vuol ascoltare, la sua vera natura, e la nostra, che comprende la capacità di toccare il cielo con un dito.
Non è vero che lo tocchiamo?
Si, ma non è vero neanche che esiste il cielo.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

Il_Dubbio

Citazione di: Damiano Bergamaschi il Oggi alle 10:51:57 AMGrazie a tutti per le risposte. Volevo condividere con voi questa mia "risposta". Un altro ragionamento, un altro discorso a "caso". Perché? Perché voglio mostrarvi i miei pensieri. Voglio capire se c'è qualcosa di buono o meno. Piuttosto che aprire un altro post preferisco metterlo qui nei commenti e non intasare il Forum.
Il discorso, o meglio, flusso di pensieri è il seguente:

"Proviamo a parlare dell'apice del Tutto. Oltre il Tutto vi è il Nulla. Ma che cosa sono il Tutto ed il Nulla? 
No l'apice non è quello. L'apice è il momento in cui tu prendi coscienza di te stesso. Oltre a quella presa di coscienza, non c'è nulla. Internamente tu sei gia il Tutto. 
Tu pensi a qualcosa che è fuori di te, ma non c'è nulla che stia fuori che tu non possa percepire internamente a te stesso. 
Poi avviene l'oggettivazione. Percepire cioè qualcosa fuori da se stessi. Ma L'apice, l'inizio, è la soggettivazione. Senza che io stesso percepisca me stesso, non posso percepire nulla al di fuori di me stesso. 
Come ti dicevo è il primo loop. Quello fondamentale. 
Poi come si sa si sono costruite le teorie scientifiche che per lo meno, per non essere altamente soggettive, sono almeno intersoggettive. Cioè che in un certo senso le avvertiamo tutti e diamo per scontate che quelle sono quelle oggettive. Che stanno li e che non dipendono dal fatto che noi le avvertiamo o meno. 
Ma quello è comunque un loop successivo. E molto avanti nell'evoluzione delle nostre sensazioni.