L inimitabilita del Corano

Aperto da Stefaniaaa, 30 Luglio 2025, 21:20:26 PM

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daniele22

Citazione di: iano il 13 Agosto 2025, 12:50:15 PMIo credo che tu riesca a farlo, però dovresti dirci come fai. Cioè il fatto che riusciamo a farlo non vuol dire che sia cosa ovvia farlo, e che  in effetti ci può apparire ovvia nella misura in cui lo facciamo senza sapere come.
Il libro ci dice  come lo fanno i ciechi, usando le orecchie, perchè il muro rimanda i rumori che il cieco fa camminando. Quindi se il suono se l'eco non varia di intensità sanno che stanno andando dritto, e quando sparisce l'eco sanno che il muro è finito.
Per aumentare la rumorosità, e sopratutto per renderla costante, a volte usano un bastone con una pallina finale girevole..
Tu lo fai allo stesso modo, ma mente i ciechi ne hanno coscienza, perchè l'acquisiscono, tu no.
A riprova del fatto che usare coscienza o meno riguarda solo un diverso modo di fare, e che la coscienza non è indispensabile, e quindi non è fondamentale.
Contrariamente a quello che sappiamo, cioè a quello di cui abbiamo normalmente  coscienza, il nostro senso più sviluppato non è la vista, ma l'udito, tanto che viene detto senso salvavita. Questo significa che ti salva la vita più volte al giorno senza che tu te ne accorga.
L'unico svantaggio certo per i ciechi è di vivere in città progettate per vedenti.
Sentire la realtà è un modo diverso di vederla, e quale fra i due sia più vantaggioso è da discutere.
Un altro vantaggio certo per i ciechi è di notte ci  ''vedono'', mentre i vedenti no.
Inoltre la parte del cervello dedicata alla vista nei non vedenti viene riconvertita a rafforzare l'udito, e questo è propriamente un esempio di plasticità del cervello.
Esistono anche tecniche per indirizzare questa riconversione, velocizzando il tempo di riconversione.
Come fanno dunque a ''vedere'' i ciechi dovrebbe adesso essere chiaro, potenziando il senso dell'udito che è già fra tutti il più potente.
Ma le sorprese non finisco qua.
Il libro ci dice che noi vediamo letteralmente, cioè senza virgolette, con le orecchie, quindi i ciechi, almeno in parte, ci vedono veramente.
Essi semplicemente potenziano quel meccanismo per cui i vedenti non vedono solo con gli occhi, ma anche con le orecchie.
Ma le sorprese non finiscono qua.
Noi ci sentiamo anche con gli occhi.
Pensa dunque a quanti sono i meccanismi sensoriali sfuggono alla nostra coscienza, ma non all'indagine scientifica.

Puoi prendere atto del fenomeno anche tu se non sei proprio sordo. Mettiti a un metro da una parete di casa col corpo rivolto nella sua direzione (non ortogonalmente quindi) e poi a passetti laterali procedi ortogonalmente alla parete. Mano a mano che ti avvicini alla parete percepirai chiaramente una differenza di suono. L'ho scoperto casualmente una vita fa, cioè, non è che ho fatto apposta un esperimento. Non ricordo di preciso, ma probabilmente ero al buio in ambiente noto. Notai la cosa comunque, tanto che pensai che si trattasse di un'illusione dovuta al fatto che sapevo che c'era il muro. Però riprovando mi resi conto inequivocabilmente che era dovuto a una differenza nella percezione del rumore dei passi. Due più due fa quattro e il pensiero andò ai non vedenti.
D'altra parte potrei anche riportare un claro esempio di una nostra neurorigidità (confermato da parenti e amici), ma non penso che la cosa possa interessare

anthonyi

Citazione di: InVerno il 14 Agosto 2025, 07:55:19 AMSono completamente d'accordo con te, non sembra che i personaggi dei racconti sacri siano i coltelli più affilati del cassetto e la questione addirittura peggiora nel nuovo testamento che ci racconta che apparentemente solo una decina di persone in tutta la Galilea si era messa a seguire pedissequamente l'apocalittico predicatore, e ce li descrive come gente che non aveva mai ricevuto un educazione e incapace di opporre a Gesù la benché minima resistenza critica a quello che il guru diceva. 
Dipende dai momenti, alla moltiplicazione dei pani e dei pesci sembra fossero 5mila.
Quanto alla "resistenza critica", non si capisce perché un seguace dovrebbe farla, se ha da ridire, basta che se ne vada. 
C'é un momento infatti in cui Gesù, dopo l'allontanamento di tanti, dice ai suoi: "volete andarvene anche voi?" 
Lui non tratteneva nessuno, piuttosto la questione é un'altra, una persona che ha grandi capacità nel mondo tende ad insuperbire, é poco disposto ad accettare di avere dei maestri, e quindi con più difficoltà accetta di seguire Cristo o altri maestri.
Perché beninteso, Cristo non é il solo maestro della storia, e naturalmente i maestri possono essere buoni o cattivi.
Anche nei riti satanici, infatti, i sacerdoti proclamano di essere portatori di verità indiscutibile. 
L'unico criterio di selezione é quello del tempo, soprattutto del tempo successivo alla morte del "guru". Lo dicono anche i sacerdoti del sinedrio quando devono decidere se condannare o meno Pietro perché stava predicando in nome di Gesú. Allora erano tanti i messia che venivano fuori, e per quei sacerdoti Gesú era solo uno dei tanti, però ebbero modo di riflettere e capire che: "se questa nuova fede non é da Dio allora si spegnerà da sola, se invece é da Dio noi certo non la potremo fermare"
E la stessa riflessione vale fino ad oggi, quanti hanno cercato di fermare la missione di Cristo nella storia e non ci sono riusciti! 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Duc in altum!

Citazione di: K il 12 Agosto 2025, 07:49:01 AMTuttavia, tenendo presente che è la chiesa il luogo naturale dell'incontro tra Dio e l'uomo, e che quindi è lì che ci si aspetta qualcosa del Regno, osservando la costante diminuzione dei devoti, quasi una tendenza all'estinzione, qualche domanda bisogna pur farsela.
Pace&Bene @K.

Con il CVII non solo si è per sempre sepolta la "cristianità", ma anche il senso restrittivo o letterale del magisteriale: "extra ecclessiam nulla salus".
Infatti, la Gaudium et Spes [21] enuncia: E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale.
Da ciò, il luogo naturale dell'incontro tra Dio e l'umanità, è nel cuore di ognuno...
Che poi nella Chiesa Cattolica Romana - per quanto se ne dica o se ne voglia dire - questo germe può essere più facilmente corroborato, io ne sono testimone (qualcosa ho già raccontato).

Per quel che riguarda la diminuzione dei devoti, è la giusta e normale conseguenza della morte della cristianità (accennata in precedenza).
Gli individui devono essere liberi di ricevere i sacramenti per loro spontanea volontà, e non come imposizione socio-politica o per tradizione o perché così fan tutti o perché non si sa mai!

L'unica domanda da farsi è semplicemente già presente nel Vangelo: «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Citazione di: K il 12 Agosto 2025, 07:49:01 AMForse, anziché piegarsi al racconto che della manifestazione di Dio si è sempre fatto, in tempi lontani e profondamente diversi dai nostri, occorrerebbe oggi riguardare da capo tutta la faccenda tenendo ferma la frase "verità che salva"...
...e rende liberi, ma solo per chi lo vuole grazie alla propria fede!
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

Citazione di: InVerno il 12 Agosto 2025, 14:19:08 PMPoi certo ci si prende qualche spicciola soddisfazione a prendere per la mano Duc e fargli vedere cosa è scritto sul testo che crede di conoscere, ma è totalmente normale, sono sicuro che se si potesse sondaggiare la questione si scoprirebbe che mediamente gli atei conoscono meglio i testi dei cristiani.
Anche il diavolo, comi dimostra il Vangelo, conosce i testi sacri meglio degli uomini...

Sorvolando ciò, il punto non è tanto capire, comprendere o interpretare cosa è scritto sul testo - questo lo può fare chiunque -, la difficoltà è nell'accettare quella Parola.

Pace&Bene
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

niko

Citazione di: K il 12 Agosto 2025, 07:49:01 AMAnche se non penso siano milioni coloro che possono testimoniare in modo veritiero che Dio è con loro, ma solo poche migliaia, hai ragione: comunque sia qualcuno c'è. Questo è un fatto.
Tuttavia, tenendo presente che è la chiesa il luogo naturale dell'incontro tra Dio e l'uomo, e che quindi è lì che ci si aspetta qualcosa del Regno, osservando la costante diminuzione dei devoti, quasi una tendenza all'estinzione, qualche domanda bisogna pur farsela.
Ma anche qua le cose non sono semplici. Infatti come viene detto esplicitamente nel testo conciliare Dei Verbum, l'auto-manifestazione di Dio (oggettivata in Scrittura e tradizione) ci fa partecipi di una "verità che salva", non di una verità in generale, non della Verità (in un senso metafisico).
E come intendere la salvezza? Certo non come salvezza della sola anima, nel suo percorso ultraterreno, poiché siamo pure fatti di altro.
Così la salvezza che il Regno promette deve essere una salvezza integrale.
Come dicevi tu: salvarci dall'insensatezza della sofferenza.
Forse, anziché piegarsi al racconto che della manifestazione di Dio si è sempre fatto, in tempi lontani e profondamente diversi dai nostri, occorrerebbe oggi riguardare da capo tutta la faccenda tenendo ferma la frase "verità che salva".


Piccola postilla: un Dio che ti salva "dall'insensatezza della sofferenza", avendo il potere di salvarti, direttamente, dalla sofferenza (ricordate? E' onnipotente e onnisciente), e' sadico.

Un Dio paternalista e sadico.

E' come se essendo gravemente malato, andassi da un medico, e quello, mi annunciasse che lui, pur potendo, non mi salva dal cancro, no, bonta' sua mi salva "dall'insensatezza del cancro". Tirargli lo stetoscopio in testa, e cambiare medico, a quel punto, sarebbe il minimo.

La gente, con Dio, spesso questo piccolo atto dovuto, di tirare lo stetoscopio in testa e cambiare medico, non lo fa. Ma solo perche' Dio, e' un medico, che opera in regime di monopolio.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Kob

Citazione di: niko il 15 Agosto 2025, 09:09:30 AMPiccola postilla: un Dio che ti salva "dall'insensatezza della sofferenza", avendo il potere di salvarti, direttamente, dalla sofferenza (ricordate? E' onnipotente e onnisciente), e' sadico.
Un Dio paternalista e sadico.
E' come se essendo gravemente malato, andassi da un medico, e quello, mi annunciasse che lui, pur potendo, non mi salva dal cancro, no, bonta' sua mi salva "dall'insensatezza del cancro". Tirargli lo stetoscopio in testa, e cambiare medico, a quel punto, sarebbe il minimo.
La gente, con Dio, spesso questo piccolo atto dovuto, di tirare lo stetoscopio in testa e cambiare medico, non lo fa. Ma solo perche' Dio, e' un medico, che opera in regime di monopolio.
Hai ragione. Ma è l'uomo ad essersi convinto che Dio è onnipotente. È l'uomo, ossessionato dal potere, ad aver proiettato su Dio questa immagine di potenza sovrannaturale (le Scritture sono con evidenza l'espressione delle ossessioni di quelle generazioni).
Quindi o Dio non esiste, o Dio è tutt'altra cosa.
La domanda giusta da farsi è allora secondo me: perché continuare a cercare Dio, viste le numerosi contraddizioni?
Ecco la risposta: perché ateismo e materialismo da una parte e religione tradizionale dall'altra non sono in grado di sciogliere il mistero dell'uomo. L'enigma della santità, per esempio. L'enigma di un venticello sovrannaturale che non sposta affatto le montagne, al più sconvolge, rigira come un calzino, mostra la vita come un sogno...
Viene da chiedersi se non sia qualcosa di attiguo alla malattia mentale...
In un senso positivo, non polemico, viene da chiedersi se, al di là del loro sapore profondamente diverso, in entrambi i casi (follia e ricerca di Dio)  non ci sia una simile "negazione + apertura", un rigettare sofferto del mondo e poi un aprirsi al sogno, alla vera umanità (sentita come un sogno perché sempre sfuggente la vita concreta).
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

anthonyi

Citazione di: niko il 15 Agosto 2025, 09:09:30 AMPiccola postilla: un Dio che ti salva "dall'insensatezza della sofferenza", avendo il potere di salvarti, direttamente, dalla sofferenza (ricordate? E' onnipotente e onnisciente), e' sadico.

Un Dio paternalista e sadico.

E' come se essendo gravemente malato, andassi da un medico, e quello, mi annunciasse che lui, pur potendo, non mi salva dal cancro, no, bonta' sua mi salva "dall'insensatezza del cancro". Tirargli lo stetoscopio in testa, e cambiare medico, a quel punto, sarebbe il minimo.

La gente, con Dio, spesso questo piccolo atto dovuto, di tirare lo stetoscopio in testa e cambiare medico, non lo fa. Ma solo perche' Dio, e' un medico, che opera in regime di monopolio.






La salvezza divina é molto Piú della salvezza dalla sofferenza, e la sofferenza é educativa, un po di sofferenza nel nostro breve passaggio terreno é la preparazione per le gioie della vera vita. Comunque per te che a quella vera vita non ci credi non si capisce perché ti fai tanti problemi, anche per te la sofferenza ha un senso biologico, serve per proteggerti da danni maggiori a quelli che hai già subito, a non ripetere un'esperienza pericolosa. 
Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Kob

Citazione di: Duc in altum! il 14 Agosto 2025, 12:43:59 PMPace&Bene @K.
Con il CVII non solo si è per sempre sepolta la "cristianità", ma anche il senso restrittivo o letterale del magisteriale: "extra ecclessiam nulla salus".
Infatti, la Gaudium et Spes [21] enuncia: E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale.
Da ciò, il luogo naturale dell'incontro tra Dio e l'umanità, è nel cuore di ognuno...
Che poi nella Chiesa Cattolica Romana - per quanto se ne dica o se ne voglia dire - questo germe può essere più facilmente corroborato, io ne sono testimone (qualcosa ho già raccontato).
Per quel che riguarda la diminuzione dei devoti, è la giusta e normale conseguenza della morte della cristianità (accennata in precedenza).
Gli individui devono essere liberi di ricevere i sacramenti per loro spontanea volontà, e non come imposizione socio-politica o per tradizione o perché così fan tutti o perché non si sa mai!
L'unica domanda da farsi è semplicemente già presente nel Vangelo: «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
...e rende liberi, ma solo per chi lo vuole grazie alla propria fede!
Tu insisti molto su questa cosa dell'accettazione della Parola, come se fosse un evento singolo, che una volta fatto è fatto, e tutto il resto ne verrebbe di conseguenza.
A me le cose sembrano più difficili.
Primo: la Parola, come ogni parola, non ha un significato univoco. Il suo senso va decifrato. Come fosse per esempio la lettura di un testo su cui mettiamo le mani ogni cinque anni: ogni volta ci sembra qualcosa di nuovo, si ha proprio l'impressione di averlo compreso realmente solo ora, e che le nostre precedenti letture non siano state altro che fraintendimenti.
Quindi perché la Parola dovrebbe fare eccezione? È Parola di Dio solo nel senso di essere l'espressione di persone ispirate. Persone che quindi hanno cercato di esprimere la loro esperienza spirituale, o quello che credevano di avere vissuto.
Secondo: a meno di essere dei fondamentalisti (ma un europeo sano di mente può esserlo?), il dubbio e gli argomenti contro il dubbio sono il pane quotidiano di chi cerca Dio. Nel nostro tempo escludo ci possa essere ricerca di Dio senza un continuo lavoro critico finalizzato a dar conto della propria fede. Un continuo dar conto della sensatezza della propria ricerca.
Sarebbe più facile immaginarsi la Madonna in cielo in ascolto mentre tu reciti il rosario del venerdì. Sarebbe più facile pensare di potersi dire: ma è tutto vero! Tutto quanto!
Ma non sarebbe sincero.
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

daniele22

Sull'inimitabilità del Corano non mi pronuncio dato pure che bisognerebbe tenere conto della musicalità del testo. C'è in ogni caso sicuramente differenza tra Gesù e Maometto. In merito a quest'ultimo e in relazione alla nascita e affermazione dell'Islam abbiamo abbondanza di fatti storici documentati. Questi ci raccontano che l'Islam, al di là del messaggio spirituale, si è affermato solo grazie a un evidente compromesso con le preesistenti politiche già in uso presso i clan. La storia dell'Islam è infine una storia di guerra e senza tale compromesso con usi e costumi probabilmente Maometto non avrebbe avuto successo. In questo senso, pur non avendo disconosciuto la Legge, cosa di non poco conto, mi sembra che il messaggio di Gesù si sia affermato diversamente

niko

Citazione di: anthonyi il 15 Agosto 2025, 10:19:47 AMLa salvezza divina é molto Piú della salvezza dalla sofferenza, e la sofferenza é educativa, un po di sofferenza nel nostro breve passaggio terreno é la preparazione per le gioie della vera vita. Comunque per te che a quella vera vita non ci credi non si capisce perché ti fai tanti problemi, anche per te la sofferenza ha un senso biologico, serve per proteggerti da danni maggiori a quelli che hai già subito, a non ripetere un'esperienza pericolosa.

Se la sofferenza è educativa, io non voglio essere educato, né da Dio, né dagli uomini... e siccome io non ho chiesto, di esistere o di essere creato, a posteriori pretendo, di esistere, nelle migliori condizioni possibili. Da un genitore e creatore idealizzato onnipotente, come minimo mi aspetto felicita' fin da subito qui sulla terra, non compromessi. 

Un essere amorevole e onnipotente non e' (minimamente) giustificato se ragiona in termini di:

> preparazione, attesa, compromesso, educazione,
mali minori, mali maggiori, fini e mezzi >

tutti termini, questi, che per loro stessa natura tradiscono un difetto, di potenza (che onnipotenza e'? Quella di Paperino? Chi e' onnipotente comanda e viene soddisfatto immediatamente, e quindi, anche, eternamente; egli non puo' avere, un principo di realta' in senso freudiano). 

E nemmeno e' giustificato se crea, e mette al mondo, esseri talmente miserabili, da dover ragionare in questi termini. E' onnipotente, quindi potrebbe anche non metterli, al mondo.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Duc in altum!

Citazione di: Kob il 15 Agosto 2025, 18:25:45 PMTu insisti molto su questa cosa dell'accettazione della Parola, come se fosse un evento singolo, che una volta fatto è fatto, e tutto il resto ne verrebbe di conseguenza.
Non ho creato io le regole di questo "videogame"... volenti o nolenti tutti debbono giocarci (decidendo che "tattica" usare attraverso la fede soggettiva)!

Citazione di: Kob il 15 Agosto 2025, 18:25:45 PMPrimo: la Parola, come ogni parola, non ha un significato univoco. Il suo senso va decifrato. Come fosse per esempio la lettura di un testo su cui mettiamo le mani ogni cinque anni: ogni volta ci sembra qualcosa di nuovo, si ha proprio l'impressione di averlo compreso realmente solo ora, e che le nostre precedenti letture non siano state altro che fraintendimenti.
Certo, per i dettagli, ma la pietra fondante non ha più nulla da essere decifrata.
Infatti, il cristianesimo non è una religione fondata sulla Parola, se non nell'univoco senso che quella Parola è una persona: Gesù... quindi nessuno può decifrare qualcuno se non lo conosce (o perlomeno frequentato un minimo).
"L'ignoranza delle scritture è ignoranza di Cristo" (San Girolamo, già nel IV sec. a. C. aveva determinato che: Se Cristo è la Parola di Dio che si è fatta carne, tutta la Bibbia è stata scritta perché possiamo conoscere Cristo, pertanto se ignoriamo la Bibbia ignoriamo Cristo... e viceversa!).

Citazione di: Kob il 15 Agosto 2025, 18:25:45 PMQuindi perché la Parola dovrebbe fare eccezione? È Parola di Dio solo nel senso di essere l'espressione di persone ispirate. Persone che quindi hanno cercato di esprimere la loro esperienza spirituale, o quello che credevano di avere vissuto.
Nessuna eccezione, è questione di fare esperienza come si fa esperienza quando si vive in relazione con il prossimo... tutto qui!

Certo, hanno espresso la loro esperienza spirituale particola, ma sempre sotto i dettami dello Spirito Santo.

Dalla Dei Verbum:
CAPITOLO III
L'ISPIRAZIONE DIVINA
E L'INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA

Ispirazione e verità della Scrittura
11. Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa [17] per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità [18], affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo [19], scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte [20].
Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture [21]. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Kob

Citazione di: niko il 16 Agosto 2025, 09:29:24 AMSe la sofferenza è educativa, io non voglio essere educato, né da Dio, né dagli uomini... e siccome io non ho chiesto, di esistere o di essere creato, a posteriori pretendo, di esistere, nelle migliori condizioni possibili. Da un genitore e creatore idealizzato onnipotente, come minimo mi aspetto felicita' fin da subito qui sulla terra, non compromessi.
Un essere amorevole e onnipotente non e' (minimamente) giustificato se ragiona in termini di:
> preparazione, attesa, compromesso, educazione,
mali minori, mali maggiori, fini e mezzi >
tutti termini, questi, che per loro stessa natura tradiscono un difetto, di potenza (che onnipotenza e'? Quella di Paperino? Chi e' onnipotente comanda e viene soddisfatto immediatamente, e quindi, anche, eternamente; egli non puo' avere, un principo di realta' in senso freudiano).
E nemmeno e' giustificato se crea, e mette al mondo, esseri talmente miserabili, da dover ragionare in questi termini. E' onnipotente, quindi potrebbe anche non metterli, al mondo.

Stavo leggendo un passo di padre Andrea Arvalli. Mi è venuto in mente che potrebbe essere una risposta alle tue obiezioni:

"Noi vorremmo un Dio che ascoltasse o realizzasse i nostri desideri, sogni, necessità, un Dio che ci gratifichi. Invece Dio vuole farci crescere liberandoci dalle nostre illusioni e coinvolgerci invece nei suoi progetti, e nel suo modo di condurre le cose. Vuole che cambiamo i nostri desideri, ed il nostro modo di vedere le cose. Pertanto la vera preghiera ha come frutto la torsione dei nostri desideri che nell'incontro con Lui, vengono profondamente trasformati dal Suo Cuore."

Naturalmente ci si chiede: sì, ma di fronte a certe esistenze che si bruciano subito, che sono fin dall'inizio senza speranza, disperate, quale sarebbe il disegno di Dio su di loro? Che senso avrebbe? Non è meschino anche soltanto parlarne?

D'altra parte l'idea che ci sia una forza che spinge affinché avvenga questa torsione dei nostri desideri, come l'opera di un Dio misterioso e in buona parte incomprensibile, ecco, questa cosa mi sembra così reale e radicata nell'essere umano che anche volendo rifiutare ogni immagine di Dio poi si rimane lo stesso con questo enigma che pretende di avere una risposta...
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

Kob

Citazione di: Duc in altum! il 16 Agosto 2025, 13:09:44 PMDalla Dei Verbum:
CAPITOLO III
L'ISPIRAZIONE DIVINA
E L'INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA

Ispirazione e verità della Scrittura
11. Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa [17] per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità [18], affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo [19], scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte [20].
Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture [21]. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».


E se invece la religione non fosse altro che una forma d'arte?
Così se la letteratura soddisfa il bisogno di bellezza, la religione, con le sue immagini, i suoi simboli, risponderebbe alla sete di salvezza.
E come la bellezza è soggettiva, nel senso che ciascuno cerca nei grandi testi della tradizione letteraria qualcosa di specifico, chi la perfezione della forma, dell'espressione, chi la profondità psicologica delle figure rappresentate, chi semplicemente una storia in cui immergersi, etc., la salvezza è altrettanto personale (salvezza dalla morte, o salvezza da una vita incosciente, ottusa, che procede verso il suo esaurimento come un meccanismo cieco; e ancora: salvezza come recupero della vera umanità, di un respiro più profondo, etc.).
Le forme letterarie sono mutate nel tempo. Avrebbe senso dire che l'Odissea è letteratura ma Il processo di Kafka no?
Così anche nella religione io vedo trasformazioni, mutamenti, nuove forme che sostituiscono quelle più antiche, tentativi, slanci azzardati, o temporanei ripiegamenti.
"Dentro ai manicomi c'è la pazzia riconosciuta da tutti, fuori dai manicomi c'è la pazzia clandestina... ma il tutto non è che follia" (T. Bernhard, "Ungenach")

iano

#268
Citazione di: niko il 16 Agosto 2025, 09:29:24 AMSe la sofferenza è educativa, io non voglio essere educato, né da Dio, né dagli uomini... e siccome io non ho chiesto, di esistere o di essere creato, a posteriori pretendo, di esistere, nelle migliori condizioni possibili. Da un genitore e creatore idealizzato onnipotente, come minimo mi aspetto felicita' fin da subito qui sulla terra, non compromessi.

Un essere amorevole e onnipotente non e' (minimamente) giustificato se ragiona in termini di:

> preparazione, attesa, compromesso, educazione,
mali minori, mali maggiori, fini e mezzi >

tutti termini, questi, che per loro stessa natura tradiscono un difetto, di potenza (che onnipotenza e'? Quella di Paperino? Chi e' onnipotente comanda e viene soddisfatto immediatamente, e quindi, anche, eternamente; egli non puo' avere, un principo di realta' in senso freudiano).

E nemmeno e' giustificato se crea, e mette al mondo, esseri talmente miserabili, da dover ragionare in questi termini. E' onnipotente, quindi potrebbe anche non metterli, al mondo.


Approvo con un muto, ma sincero applauso.
Però c'è un difetto in questo ragionamento.
La felicità è fugace per sua natura, e questo non è difetto, ma pregio.
Infatti, se Dio ci desse felicità in modo continuativo, se non eterno, ci bloccherebbe quella crescita che dalla ricerca deriva, e che è causata da una pressoché perenne insoddisfazione.

Se la frase è infelice , la felicità è il punto che la chiude, che comunque è bene, per quanto breve, non mancare di godersi.
Se il paradiso è eterno non v'è felicità, a meno che un punto non stia per l'eternità.
Scriviamo con la mano, ma la miglior  scrittura è quella che ci prende la mano.

niko

#269
Citazione di: Kob il 17 Agosto 2025, 09:29:51 AMStavo leggendo un passo di padre Andrea Arvalli. Mi è venuto in mente che potrebbe essere una risposta alle tue obiezioni:

"Noi vorremmo un Dio che ascoltasse o realizzasse i nostri desideri, sogni, necessità, un Dio che ci gratifichi. Invece Dio vuole farci crescere liberandoci dalle nostre illusioni e coinvolgerci invece nei suoi progetti, e nel suo modo di condurre le cose. Vuole che cambiamo i nostri desideri, ed il nostro modo di vedere le cose. Pertanto la vera preghiera ha come frutto la torsione dei nostri desideri che nell'incontro con Lui, vengono profondamente trasformati dal Suo Cuore."

Naturalmente ci si chiede: sì, ma di fronte a certe esistenze che si bruciano subito, che sono fin dall'inizio senza speranza, disperate, quale sarebbe il disegno di Dio su di loro? Che senso avrebbe? Non è meschino anche soltanto parlarne?

D'altra parte l'idea che ci sia una forza che spinge affinché avvenga questa torsione dei nostri desideri, come l'opera di un Dio misterioso e in buona parte incomprensibile, ecco, questa cosa mi sembra così reale e radicata nell'essere umano che anche volendo rifiutare ogni immagine di Dio poi si rimane lo stesso con questo enigma che pretende di avere una risposta...


Insomma tra le nuovolette ci sarebbe questa entita' eterna, atemporale, personale e onnipotente la quale sostanzialmente, un bel giorno, ci ha creato come non ci vuole (e ti pareva :-[ ), per poi avere il problema, e il proggetto, di indurci a cambiare...

La fatidica con-versione... iddio e' il Logos...

Non invidio padre Andrea Arvalli, come non invidio nessun teologo o prete...









Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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