Lo scrittore irlandese George Bernard Shaw (1856 - 1950), premio Nobel per la letteratura nel 1925, nel 1939 ricevette l'Oscar alla migliore sceneggiatura per il film: "Pigmalione", ispirato dall'omonima commedia.
Shaw in un suo aforisma scrisse: "Il peggior peccato verso i nostri simili non è l'odio ma l'indifferenza; questa è l'essenza della disumanità".
Anche l'odio è un peccato grave, ma forse è più inquietante, pervasiva e malvagia l'indifferenza. Viene manifestata con il distacco emozionale, silenziosamente fa capire all'altro/a di essere persona sgradita.
Essa infatti cancella l'l'altro/a dall'orizzonte della propria vita. Ferisce col silenzio, è una modalità adatta per arginare chi non si vuol più vedere, con chi non si vuole avere nulla a che fare. Tale "ricetta" va bene anche per le coppie che si separano, senza usare gesti violenti.
Invece quando si ama c'è sempre una restrizione, ma per fare posto a chi si ama.
(https://i.pinimg.com/564x/21/31/12/2131125e36ba1b5ccc7b377c836209bf.jpg)
Il sostantivo "indifferenza" deriva dal latino "indifferentia", parola composta da "in" privativo (= non) + la particella "dis-" (che indica separazione) + il verbo "ferre" (= portare): letteralmente: "senza differenza, "non fa differenza"... fra persone, cose o idee.
"Libertas indifferentiae": l'indifferenza è collegata alla libertà dell'individuo di scegliere chi e cosa rifiutare.
La parola greca equivalente a indifferenza è "adiaphoria".
Il termine "adiaphora" (= cose indifferenti) era un concetto usato dalla filosofia stoica (influenzata dalla corrente filosofica cinica) per indicare cose che sono al di fuori dalla legge morale, cioé azioni che non sono moralmente prescritte né moralmente proibite.
Alcune pratiche ascetiche dei cinici vennero adottate da monaci mendicanti nel periodo paleo-cristiano.
Nella teologia cristiana l'adiaphora si riferisce a questioni considerate non essenziali per la fede, perciò possono essere o non essere praticate, a seconda delle usanze e delle opportunità locali.
L'indifferenza può anche non dipendere dalla percezione negativa dell'altro, per esempio lo stato d'animo di chi rifiuta il senso di appartenenza sociale.
(https://www.alessiatuzio.it/wp-content/uploads/2018/02/Indifferenza.jpg)
L'indifferenza agisce in silenzio, senza ira. Viene manifestata con la "freddezza" e il disinteresse.
Chi viene "negato" soffre, oppure no, dipende dalla motivazione.
Un individuo può essere importante per un altro/a, ma non significa reciprocità.
Ci sono persone che preferiscono non amare per evitare di essere psicologicamente "ferite", perciò si rifugiano nell'indifferenza. Di solito hanno subìto l'esperienza traumatica dell'abbandono e non riprovare lo stesso dolore.
(https://www.dodli.it/blog/wp-content/uploads/2017/12/B-uEyRBW0AEJVXG.jpg)
Nelle relazioni interpersonali l'indifferenza può essere considerata come extrema ratio che induce l'individuo ad allontanarsi da un'altra persona, che non vuol conoscere o frequentare.
In alcuni casi l'indifferenza è una forma di difesa tramite esclusione.
(https://aforismi.cloud/wp-content/uploads/2020/06/Lindifferenza-spesso-non-%C3%A8-una-scelta-ma-una-necessit%C3%A0..jpg)
(https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71bH%2BgW8sdL.__AC_SY445_QL70_ML2_.jpg)
Psicologicamente l'indifferenza è come un'arma puntata contro l'avversario, ultima soluzione che si attua per far capire ciò che l'altro non vuole capire. Fa molto soffrire, però può essere necessaria per proteggersi, anche da persone e/o situazioni che in passato hanno invece suscitato interesse.
L'indifferenza induce la "freddezza emotiva", il disinteresse verso chi non si gradisce o ci ha fatto del male.
La convinta indifferenza è uno stato di grazia, è saggezza, se invece è soltanto esteriore può diventare sofferenza, perché è una forzatura da parte dell'indifferente.
Dipende dall'importanza che si attribuisce agli altri.
(https://i.pinimg.com/564x/26/c0/46/26c0462e41f6790e8492b5b1cee8dc66.jpg)
Ciao Ipazia,
chi è il cavaliere che hai postato ?
Un abile spadaccino indifferente ? :D
(https://i.pinimg.com/564x/fa/28/ef/fa28ef5380d766c41ac32133ff930733.jpg)
L'indifferenza è la forma di difesa più efficace nella giungla antropologica. La più leggera e meno dispendiosa di energie vitali, come bene illustra il quadro di Watteau: l'Indifferent. Un detto lucano fa: col sì t'impicci, col no ti spicci. Il no è, concordo col post precedente, l'indifferenza rivolta a chi la merita: nel lavoro, in società e nella vita.
E come non citare apatia e atarassia, patrimonio filosofico di stoici ed epicurei. Ed infine il percorso dell'illuminazione buddista.
Ipazia ha scritto
CitazioneL'indifferenza è la forma di difesa più efficace nella giungla antropologica
Bene ! ;)
Passiamo dall'indifferenza individuale all'indifferenza sociale, fenomeno cognitivo, emotivo e comportamentale. Tendiamo a vivere in "zona sicurezza", ignorando chi ci sta vicino senza conoscerlo, Cerchiamo soluzioni per eliminare ciò che non corrisponde alla nostra visione della realtà. Conseguenza dell'indifferenza sociale: mi guardi ma non mi vedi, perché la tua mente è orientata altrove, continui a guardarmi..., ma non mi vedi comunque.L'indifferenza come sguardo si fa atteggiamento e comportamento.
L'indifferenza nega l'incontro, il dialogo, la possibile reciproca conoscenza.Nell'indifferenza sociale c'è chi s'immagina protagonista di un film western, di estrarre la pistola per primo e vincere il duello. :D ;D
Occorre a mio avviso non confondere l'indifferenza con il distacco.
Perché l'indifferenza annulla ogni valore dell'altro.
Viceversa, il distacco mistico annulla se stessi.
L'indifferenza è una sottile ma potente manifestazione della volontà di potenza.
Mentre il distacco è la rinuncia ad ogni volontà. Che non sia la volontà di Dio.
Di modo che, parafrasando Gramsci, odio l'indifferenza, ma amo il distacco.
Bob, aiutami a capirmi.
Ma la mia avversione per i rom, soltanto quelli che delinquono (maschi e femmine), che non vogliono integrarsi nella nostra società e preferiscono vivere in modo parassitario, è "distacco mistico" (uso la tua frase) o indifferenza sociale ?
La mia è discriminazione, pregiudizio ?
L'indifferenza sociale mi aiuta a "vederli senza guardarli", sono "ombre che camminano. :D
Distacco, indifferenza,... meglio sarebbe ripercorrere il cammino della filosofia antica che coniò termini come apatia, atarassia, e che enumerò le 4 verità del cammino che libera dal dolore.
L'esecrazione dell'indifferenza odora di un politicamente corretto che rimane alla superficie dei fenomeni. La specie homo è biologicamente curiosa, impicciona. Per essa l'indifferenza è un elaborato, un punto d'arrivo, non certo di partenza. Essa fiuta l'Altro, ne annusa le affinità, e solo quando coglie aspetti ostili e ne sperimenta la pericolosità decide di difendersi attivando comportamenti ad hoc tra cui l'indifferenza. Vale per le popolazioni e per gli individui nella fase evolutiva dell'approccio al mondo che si va discoprendo.
Prima di chiedersi perchè qualcuno è indifferente bisognerebbe chiedersi perchè qualcuno o qualcosa diventa oggetto d'indifferenza.
Citazione di: doxa il 08 Febbraio 2021, 15:33:57 PM
Bob, aiutami a capirmi.
Ma la mia avversione per i rom, soltanto quelli che delinquono (maschi e femmine), che non vogliono integrarsi nella nostra società e preferiscono vivere in modo parassitario, è "distacco mistico" (uso la tua frase) o indifferenza sociale ?
La mia è discriminazione, pregiudizio ?
L'indifferenza sociale mi aiuta a "vederli senza guardarli", sono "ombre che camminano. :D
Ciao Doxa
Dalla mia esperienza, il distacco è la stessa compassione.
E la compassione non può derivare da un atto di volontà, quindi non ha alcun esito volere il distacco.
Solo lo si è, quando lo si è, compassione, distacco.
E' un dono di Dio.
Il distacco è la stessa grazia.
E' un corto circuito.
Infatti, l'uomo davvero distaccato "obbliga" Dio a intervenire.
E Dio interviene con la propria volontà.
Nel senso che l'uomo distaccato vede la volontà divina in azione, come d'altronde sempre avviene.
La questione che poni è tragica.
Nel senso che nessuna scelta è davvero "giusta". Per cui qualsiasi cosa decidiamo... comunque sbagliamo.
E' infatti in gioco la Verità, che non conosciamo.
Allora possiamo essere tentati dall'indifferenza. Il modo forse più neutrale per affrontare situazioni in sostanza inaccettabili.
Ma essendo io un intollerante, non riesco neppure a provare indifferenza, i parassiti non li sopporto proprio. Non mi sono indifferenti, non li tollero.
Però questo mio sentire così chiaro e imperativo mi espone ancor di più all'errore...
Perché la discriminazione, il pregiudizio, devono prima o poi fare i conti con la Verità.
Perché un conto è valutare la situazione di per sé: parassitismo, un altro il perché di questa situazione.
E allora quel ladruncolo, che d'impulso può ricevere solo il mio disprezzo, può diventare un problema tale da farmi arrestare nel mio giudizio.
E in quel arresto, che è una crisi esistenziale, può avvenire il distacco.
Tanto più grave era il mio errore, tanto più probabile è la crisi.
L'indifferenza può invece farti evitare di entrare in crisi, ma in questo modo non cogli neppure la possibile occasione.
Dice giustamente bobmax "Occorre a mio avviso non confondere l'indifferenza con il distacco".
e desidero esporre il mio pensiero:
L'indifferenza è una sottile arma contro chi la pensa differentemente e rappresenta la sconfitta del dialogo; non so se sia più dolorosa per chi la usa o per chi la subisce, ma può essere efficace per la ripresa del dialogo o può rappresentare una definitiva espressione di odio.
Il distacco deriva dalla presunzione di conoscere la verità , negare il confronto e restare "beatamente" tranquilli
L'intolleranza come l'odio fanno parte della sfera emotiva.
Ciao Mariano,
sono d'accordo, trovo che l'odio sia uno sconfinamento dell'amore, è ancora sentimento anche se ovviamente con caratteristiche diverse dall'amore, ma l'indifferenza è assenza di sentimenti, è provare o meglio non provare nessuna empatia verso l'esistenza altrui , "non fa né caldo ,nè freddo" si potrebbe dire, cioè non si prova nulla della presenza altrui. La vea indifferenza è cessare di provare qualcosa verso qualcosa d'altro da sé.
L'indifferenza non è affatto un sentimento è oltre l'odio è di più dell'odio.
Sono inutili qualunque giustificazione o auto giustificazione, non è mai una "vera" difesa è una forma squilibrata di cercare equilibrio nello squilibrio , negando qualcosa fuori di sé che fa morire qualcosa dentro di sé.
Avrei da ridire sulle scuole di pensiero che negano qualcosa del mondo per la propria "contemplazione ombelicale", questa è una forma di egocentrismo contraddittoria a qualunque pensiero sociale.
C'è un tempo per l'indifferenza e il distacco e un tempo per l'empatia e la solidarietà. Saggio è chi vive a tempo il suo tempo e stolto chi confonde un tempo con un altro. La vita è breve e non va sprecata. Certe differenze sono incolmabili e Don Chisciotte aveva già fatto il suo tempo quattro secoli fa. Ma più di ogni altra cosa è la pratica esistenziale ad emettere la sua irrevocabile sentenza: anche chi si angustia per i mali del mondo dorme i suoi sonni tranquilli come chi non lo fa. Forse anche meglio perchè si sente in pace con la propria coscienza. Ma i mali non cambiano per la sua coscienza a posto e chi attua un filosofico distacco lo sa.
Vecchia storia che gli occidentali risolsero con l'atarassia e gli orientali col nirvana. Da lì bisogna partire per fare un discorso filosofico dignitoso.
Con "distacco" intendo il distacco mistico. Che consiste nella rinuncia alla volontà propria.
È annullamento di se stessi.
Come ho già avuto modo di dire.
Di modo che non può esservi alcuna presunzione nell'uomo distaccato. Perché il distacco è accettazione della propria nullità.
È comunque legittimo dare un diverso significato al termine distacco. Che tuttavia non è allora distacco mistico. E non ha perciò nulla a che vedere con quanto ho scritto.
L'indifferenza è una ammissione di incapacità, magari solo presunta, nel comprendere gli altri, in quanto il farlo costa fatica, e non si pensa di potercela fare.
Non sempre però le condizioni ambientali e sociali permettono di metterla in atto, e sono queste le condizioni che producono maggiore ricchezza materiale e spirituale.
Una grande metropoli progredisce perché ha maggiore probabilità di essere multiculturale e più difficilmente vi si può porre in atto l'indifferenza.
La metropoli è il luogo del conflitto, perché contiene in se' diversi punti di vista, ai quali poter attingere alla bisogna, pur senza volerlo.
Ciò ha suggerito ad alcuni imprenditori una possibile via del successo, assumendo le persone dalle competenze più diverse e improbabili e creando le condizioni per cui esse non siano invogliate a confinarsi nei loro uffici, promuovendo incontri accidentali.
Ci sono più bar dentro l'azienda che scrivanie.
Steve Jobs lo ha fatto quando messo alla porta dalla Apple ha fondato la Pixar.
Se la cosa funziona a livello di azienda dovrebbe funzionare anche a livello di singolo.
Ma non siamo tutti Steve Jobs.
Non viviamo in un mondo idilliaco in cui si tratta solo di comprendere gli altri. La società umana è percorsa da conflitti di tipo economico, politico e caratteriale che usano l'indifferenza quale mezzo razionale per ridurre violenza e aggressività. E' evidente che ogni padrone, incluso Steve Jobs, vorrebbe livellare i diversi cervelli e sensibilità al livello del suo massimo profitto. Ma ci riuscirà soltanto quando, e ci siamo vicini, sostituirà integralmente agli umani le macchine e gli uomini-macchina. Situazione rispetto alla quale esercito la massima, distaccata, autodifesa. Avendo la fortuna di potermelo permettere e non avendo partorito schiavi per questo tipo di evoluzione antropologica.
Salve Ipazia. Meravigliosa la tua capacità di risultare efficacemente lapidaria. Al di là della soggettività troppo spesso sentimental-moralistica con la quale questo argomento (e quasi tutti gli altri) viene affrontato dagli altri utenti..........ecco la perfetta definizione sociopsicotecnica della indifferenza quale neutrale strumento (semplicemente simmetrico al suo opposto, il coinvolgimento) gestionale dei rapporti "politici". Bravissima e sempre grazie. Saluti.
Citazione di: Ipazia il 19 Febbraio 2021, 15:52:13 PM
Non viviamo in un mondo idilliaco in cui si tratta solo di comprendere gli altri. La società umana è percorsa da conflitti di tipo economico, politico e caratteriale che usano l'indifferenza quale mezzo razionale per ridurre violenza e aggressività. E' evidente che ogni padrone, incluso Steve Jobs, vorrebbe livellare i diversi cervelli e sensibilità al livello del suo massimo profitto. Ma ci riuscirà soltanto quando, e ci siamo vicini, sostituirà integralmente agli umani le macchine e gli uomini-macchina. Situazione rispetto alla quale esercito la massima, distaccata, autodifesa. Avendo la fortuna di potermelo permettere e non avendo partorito schiavi per questo tipo di evoluzione antropologica.
Nell'esempio della Pixar non c'è un livellamento di cervelli, ma l'assunzione di diversità di cervelli che vengono incentivati ad interagire, quando invece normalmente mostrano indifferenza reciproca.
Direi che si tratta di concentrare nel tempo e nello spazio, e sopratutto in modo pacifico, interazioni conflittuali che di solito hanno ,come tu dici , manifestazioni violente e aggressive.
Se dopo ogni guerra si rifiorisce, l'idea è di rifiorire senza guerre.
Però si potrebbe anche essere tutti soddisfatti e culturalmente allineati in un governo globale finalmente pacificato.
Ma solo a pensarlo mi viene noia.
Noi siamo capaci di dire di no. I robot lo sanno fare?
Mi piace ad esempio dire di no alle tue previsioni sul futuro, dandone una mia versione.
La tecnologia è sempre stata con noi sapiens, noi uomini macchine sapiens.
La sua attualizzazione ci infonde un timore che condivido con te.
Ma secondo me lo sviluppo della tecnologia semplicemente ci aiuta a prendere coscienza di quel che siamo.
O se preferisci a non poter più negare la nostra natura, smettendola di auto adularci.
Ma non è una natura buona o cattiva.
È quel che è, e noi stiamo percorrendo da un nel po' la strada dell'autocoscienza.
Sarà un Nené o un male? Siamo noi.
Ho sufficiente esperienza di realtà aziendali pubbliche e private per sapere che l'armonia ricercata non è finalizzata a qualche cenacolo filosofico ma al modo per aumentare i profitti e ridurre i costi. Se la piscina, il campo da tennis e il bar non ottenessero questo risultato si chiuderebbe tutto. Che il modello famiglia-azienda sia molto produttivo lo so, e non ne faccio una colpa al padrone, che in tal caso dimostra di saper valorizzare le "risorse umane" di cui dispone, ma sempre in funzione della valorizzazione del capitale. Il primo risultato di queste operazioni è la dissoluzione della vita privata del dipendente che viene totalmente sussunta alle necessità aziendali le quali diventano, protagoricamente, la misura di tutte le cose. Misura che scalza anche l'autonomia della retribuzione visto che siamo tutti una grande famiglia nella stessa barca.
Quello della Pixar è un modello aziendale alternativo.
Si tratta di una scommessa che solo un genio pazzo poteva mettere in atto, ma è stata vinta.
Nella misura in cui una azienda deve essere creativa andrebbe quindi tenuto in conto, e mi chiedo quali aziende in Occidente, fatte salve quelle statali, possano permettersi di non esserlo.
Immagino che in una azienda del genere la stragrande maggioranza dei dipendenti non produrrà nulla, ma là probabilità che si produca un idea nuova e giusta e vincente non è piccola.
Ammetto che ci vuole coraggio a mettere su un azienda del genere.
Ma a noi interessa in quanto esperimento sociale dove si dimostra che la diversità è una ricchezza, la cui produzione viene rallentata dalla naturale indifferenza.
Citazione di: paul11 il 17 Febbraio 2021, 20:42:58 PMAvrei da ridire sulle scuole di pensiero che negano qualcosa del mondo per la propria "contemplazione ombelicale", questa è una forma di egocentrismo contraddittoria a qualunque pensiero sociale.
Ciao, Paul (ogni tanto ci si rivede)..
Sono pienamente d'accordo.. vorrei averla scritto io molto molto tempo fa una frase tanto sintetica e innegabilmente vera!
Citazione di: doxa il 07 Febbraio 2021, 20:02:58 PMLo scrittore irlandese George Bernard Shaw (1856 - 1950), premio Nobel per la letteratura nel 1925, nel 1939 ricevette l'Oscar alla migliore sceneggiatura per il film: "Pigmalione", ispirato dall'omonima commedia.Shaw in un suo aforisma scrisse: "Il peggior peccato verso i nostri simili non è l'odio ma l'indifferenza; questa è l'essenza della disumanità".Anche l'odio è un peccato grave, ma forse è più inquietante, pervasiva e malvagia l'indifferenza. Viene manifestata con il distacco emozionale, silenziosamente fa capire all'altro/a di essere persona sgradita.Essa infatti cancella l'l'altro/a dall'orizzonte della propria vita. Ferisce col silenzio, è una modalità adatta per arginare chi non si vuol più vedere, con chi non si vuole avere nulla a che fare. Tale "ricetta" va bene anche per le coppie che si separano, senza usare gesti violenti.Invece quando si ama c'è sempre una restrizione, ma per fare posto a chi si ama.
D'accordissimo.. Aggiungo, la peggiore malattia del secolo..
Quando non simulata la reputo una mancanza grave di capacità emozionale umana.. Non una difesa. E raramente motivata da reazione per difesa.
Citazione di: iano il 18 Febbraio 2021, 23:20:23 PML'indifferenza è una ammissione di incapacità, magari solo presunta, nel comprendere gli altri, in quanto il farlo costa fatica, e non si pensa di potercela fare.
magari e non magari priva di consapevolezza: incapacità di relazionarsi, mancanza di interesse aggiunta ad un fine sostanziale altrettanto non cosciente di disprezzo :D
Citazione di: doxa il 08 Febbraio 2021, 15:33:57 PMBob, aiutami a capirmi.Ma la mia avversione per i rom, soltanto quelli che delinquono (maschi e femmine), che non vogliono integrarsi nella nostra società e preferiscono vivere in modo parassitario, è "distacco mistico" (uso la tua frase) o indifferenza sociale ?
La mia è discriminazione, pregiudizio ?L'indifferenza sociale mi aiuta a "vederli senza guardarli", sono "ombre che camminano. :D
Hai mai sospettato di essere tu "l'ombra che cammina".. pensaci sù.. potrebbe essere illuminante!
Visto che domandi.. una risposta te la do pure io: la "tua avversione" nei termini da te posta è xenofobia, razzismo ovvero rabbia priva di consapevolezza,
quella stessa violenza che alimenta l'ignoranza sociale. Non è distacco, non è indifferenza ma una forma esplicita di violenza.
Gyta, la regola della proprietà commutativa me l'anno insegnata nelle scuole elementari. Non pensare che metaforicamente cambiando l'ordine degli addendi o dei fattori riesci a convincere che io sono il colpevole e loro le vittime sacrificali.
La mia avversione per i rom corrisponde alla loro avversione nei nostri confronti.
Dici che la mia "è xenofobia, razzismo ovvero rabbia priva di consapevolezza".
Io mi baso su dati statistici, su fatti di cronaca quotidiana del loro agire delinquenziale.
Tu forse vivi in un piccolo paese o all'interno di un convento, oppure appartieni ai radical chic. Io vivo in città e la mia non è "rabbia priva di consapevolezza", ma ira funesta consapevole nei loro confronti.
Tu cosa fai per redimerli ? Per abbracciarli con affetto ed anche lavarli ? Doni loro parole, solo parole e aspetti che altri agiscano ?
La mia indifferenza è violenza, invece la tua "solidarietà", soltanto con parole, nei loro confronti è amore ?
Ciao Doxa.
Hai perfettamente ragione.
Le belle teorie e i buoni propositi alla prova dei fatti si dimostrano carta straccia.
I fatti dicono che i rapporti conflittuali con gli altri, non cercati, succedono, man mano che i migranti aumentano., con sempre maggiore probabilità, tanto che dei loro esiti si può iniziare a fare sintesi statistica.
Ti riporto i primi esiti di questi rapporti, raccontati da miei conoscenti, che sono racconti molto simili, come se ...ci fossimo messi d'accordo.
Iniziamo col dire che noi non siamo razzisti, ma che però non si può accettare che...etc...etc...
Ammettiamo però che c'è un marocchino nostro dirimpettaio ( situazione appunto ormai sempre più probabile) che abbiamo avuto modo di conoscere e che è una bravissima persona. Come a dire che l'eccezione conferma la regola.
Io non so' se si tratta di una eccezione , ma si tratta dell'unico marocchino che nostro malgrado abbiamo conosciuto.
Nella mia personale esperienza , non cercata appunto come le altre, ho notato che bisogna dare tempo al tempo e lasciare che i sentimenti umani , con tutti i loro pro e contro, facciano il loro sporco lavoro.
La ricompensa è piacevole e inattesa.
Si inizia a sospettare che ci si possa sentire in pace col mondo, ma sopratutto con se' stessi.
Buongiorno Iano,
io abito a Roma ed ogni mattina dai vari campi nomadi nell'area metropolitana partono tanti di loro, maschi e femmine, per delinquere non come passatempo ma come unica cosa che sanno fare: il ladrocinio, attività verso la quale vengono addestrati fin da piccoli.
Salgono sui treni regionali senza avere il biglietto. Lo so, perché uso spesso quei treni, idem sui bus urbani. Giungono a destinazione e si dividono per competenza: chi si dedica all'accattonaggio usando anche neonati per impietosire; numerose ragazze sono dedite al furto con destrezza sulle metro e alle fermate, ecc. ecc..
A molti di loro hanno dato le case popolari e non pagano il canone.
Il Comune e la regione spendono migliaia di euro in aiuti economici (molte famiglie rom ricevono anche il reddito di cittadinanza); altri denari per far mandare i loro bambini nelle scuole elementari e medie, ma molti di essi latitano. La maggior parte delle famiglie rom non vuole integrarsi, non vogliono imparare un mestiere artigianale. Comunque ci sono delle eccezioni.
Lo so che tra loro ci sono anche persone povere ma oneste, che trascorrono le giornate nel rovistare nei cassonetti dei rifiuti per cercare oggetti e rivenderli per pochi euro, oppure si dedicano alla raccolta di materiali ferrosi, elettrici, ecc..
A volte guardo le ragazze rom e mi fanno pena, perché penso che vorrebbero vivere come le altre ragazze non rom, andare a scuola, divertirsi, flirtare, ma non possono perché vivono in un ambiente sociale opprimente ed escludente, dal quale non possono o difficilmente riescono ad evadere.
Ciao Doxa
Concordo con te. E percepisco pure come tu ti stia inoltrando nella giusta direzione.
Perché la questione da affrontare è sempre quella: la Verità.
Che non conosciamo. Ma in cui non possiamo certo sperare, se iniziamo col mentire a noi stessi...
Di modo che dobbiamo necessariamente fare i conti con noi stessi.
Cosa è "vero" per me adesso?
Sì, questa mia attuale verità un domani potrà non esserlo più. E magari anche adesso non è fermissima... Però è ciò che ora considero "vero".
Non so se nei tanti buonisti vi sia una effettiva sincerità. Magari vi è invece ipocrisia, è solo un atteggiamento da mostrare. Oppure è davvero bontà...
In quest'ultimo caso, beati loro.
Io invece non sono buono.
E non baratterei la mia fragile "verità" per nessuna beatitudine.
Perché questo è ciò penso "vero" ora!
Nessuna ipocrisia è accettabile, quando si imbocca la via della Verità.
Non è certo affermando che tanto rubano pure altri, o che fanno le pentole, come mi è stato replicato da dei buonisti, che mi si fa cambiare idea sui rom.
Le stesse anime candide per cui i diritti vengono prima dei doveri...
Altro motivo di disaccordo.
Quindi la mia "verità" me la tengo stretta.
Fino a quando si rivelerà... falsità.
Ma assolutamente non devo mentire a me stesso.
Difficilissimo.
Perché è grande la tentazione di prendere una scorciatoia abbandonando la via della Verità.
Chiudendomi ai dubbi, evitando di guardare là dove la mia "verità" traballa. Come quando pur noto il vuoto in quegli occhi senza speranza.
Ma la Verità lo pretende.
Anche se ad ogni nuova falsità che scopro in me mi assale la sofferenza.
@ doxa & c. Citazione di: doxa il 08 Aprile 2020, 18:01:04 PML'epidemia suscita il desiderio dell'ordine, della disciplina, sorveglianze e controlli, intensificazione e ramificazione del potere.
(Foucault)
Questo l'hai postato tu!Ne cogli il senso?
No Gyta, non ne colgo il significato. Non so a cosa alludi e cosa c'entra con la risposta che ti ho dato nel precedente post.
Per cortesia puoi manifestare meglio la tua opinione ampliandola ? Grazie :)
Citazione di: Gyta il 22 Febbraio 2021, 03:32:26 AM
@ doxa & c.
Citazione di: doxa il 08 Aprile 2020, 18:01:04 PML'epidemia suscita il desiderio dell'ordine, della disciplina, sorveglianze e controlli, intensificazione e ramificazione del potere.
(Foucault)
Questo l'hai postato tu!
Ne cogli il senso?
Citazione di: doxa il 22 Febbraio 2021, 08:37:05 AMNo Gyta, non ne colgo il significato. Non so a cosa alludi e cosa c'entra con la risposta che ti ho dato nel precedente post.Per cortesia puoi manifestare meglio la tua opinione ampliandola ? Grazie :)
Significa che nelle situazioni di malessere qualunque tipo esse siano la risposta è cercata nella ricerca estrema di un ordine in veste di autorità capace di lenire il senso interiore di smarrimento, non più né meno della medesima rassicurazione che i bambini cercano (in questo caso giustamente) dal genitore, errore gravissimo invece per un adulto che si trova così più o meno velocemente a sostenere quell'autorità capace di soffocare con la forza l'apparente causa del generale malessere, nella ricerca esemplare del caprio espiatorio a comodo di turno. E cosa di più comodo può esserci che quell'individuo o quella massa di individui che politicamente e per zero possesso è sicuro non possano obiettare con voce?
Citazione di: doxa il 21 Febbraio 2021, 08:21:37 AM[..]A volte guardo le ragazze rom e mi fanno pena, perché penso che vorrebbero vivere come le altre ragazze non rom, andare a scuola, divertirsi, flirtare, ma non possono perché vivono in un ambiente sociale opprimente ed escludente, dal quale non possono o difficilmente riescono ad evadere.
D'altronde tu stesso evidenzi il problema dell'ambiente sociale.. ponendo lo sguardo in questa direzione penso puoi ben giungere a comprendere che lo schifo (senza parafrasare) che provi in realtà non è per loro ma per il terrore di sapere che, umani come te, nella medesima situazione, anche a te potrebbe accadere di non avere più armi per combattere una vita ai margini.. Il disgusto che si prova verso l'umanità che viene alienata ha tanti volti.. quello del terrore -terrore all'idea nascosta con violenza dentro di noi, che sì, anche a noi può capitare la medesima sorte bastarda- si trasforma se privo di coscienza in odio.. xenofobia, razzismo, chiamiamolo come ci pare tanto altro non è che risultanza di una paura profonda dì vedere nell'altro ciò che mai vorremmo fosse fatto a noi.. il giungere persino ai peggiori crimini perché ormai la speranza di una reale umanità ci ha totalmente abbandonati.. resta allora perlomeno la sicurezza che il denaro possa coprire la nostra umanità alienata..
Gyta, non sono d'accordo con te. Io non ho lo smarrimento interiore. Saprei bene cosa fare. Costringere i rom a lavorare. Chi delinque deve sapere che subirà la certezza della pena.
Ma quale ricerca del capro espiatorio del malessere generale. I parassiti rom rubano ovunque e si deve subìre in silenzio ? Mi concedi la legittima difesa ?
Ci sono famiglie rom che sono più ricche di te e di me. Si dedicano allo spaccio di droga, all'usura. Formano dei clan che intimoriscono gli abitanti di interi quartieri.
Ti faccio un esempio. Quattro ragazzine ogni giorno vengono arrestate e rilasciate, perché così prevede la legge. Agiscono nei Comuni di Anzio e Nettuno, località marine in provincia di Roma, che io frequento.
Ecco l'articolo di ieri.
22 febbraio 2021
Tentano di scippare una donna ad Anzio, in quattro fermate dai carabinieri
(http://[url=https://www.ilcaffe.tv/img_articoli/big/2021/02/22-123908-115-17.jpeg%5Dhttps://www.ilcaffe.tv/img_articoli/big/2021/02/22-123908-115-17.jpeg%5B/url%5D)
"Una donna di Anzio, che si è vista circondata da quattro ragazze, tre minori e una maggiorenne, ha gridato aiuto ed ha tentato di difendersi da uno scippo. A sentire le sue grida, mentre camminava in piazza Battisti, proprio sotto il palazzo del comune, oltre ai passanti, anche i carabinieri di Anzio che stavano facendo un pattugliamento di controllo del territorio. I militari hanno fermato le quattro prima che riuscissero a derubare e aggredire la donna e le hanno portate in caserma. Non è la prima volta che le ragazzine vengono segnalate dai cittadini sia di Anzio che di Nettuno, per i tentati scippi soprattutto ai danni di persone anziane e sole, e non è neanche la prima volta che vengono fermate e identica dai carabinieri. Per tre di loro scatterà la segnalazione, l'ennesima, al Tribunale dei minori. La quarta invece, che è maggiorenne e non è al primo colpo messo a segno, è stata arrestata e sarà processata per direttissima. Tutte sono residenti in zona Zodiaco ad Anzio".
No Gyta, non fare voli pindarici. Siccome anch'io potrei trovarmi nella loro stessa situazione debbo accettare che commettano reati e rimangono impuniti ?
Sei un seguace di papa Francesco e dei pauperisti ?
Hai subito dei furti durante la tua vita ? Hai provato cosa significa trovare la casa profanata dai ladri ?
Io non ho nessun terrore di loro, ma sono adirato verso di loro e verso le maggioranze parlamentari del "volemose bene".
Salve. Non capisco certe diatribe su argomenti circa i quali è facilissimo mettersi d'accordo tra persone intelligenti. Rom (o qualsiasi altra minoranza) e delinquenza : Dovremmo essere tutti d'accordo circa il fatto che i delinquenti risultano depositari della facoltà di delinquere (sia che tale facoltà sia vera, cioè frutto di autentico "libero arbitrio", sia che sia falsa, cioè in realtà non facoltativa ma rigidamente - anche se magari remotamente - deterministica).
Ugualmente e per le stesse IDENTICHE ragioni dovremmo essere tutti d'accordo circa il fatto che debbano esistere delle LEGGI individualmente discutibili ma collettivamente indispensabili.........le quali sanzionino le conseguenze di certe LIBERE SCELTE ESISTENZIALI, quali il NOMADISMO, il quale costringe fatalmente ad adottare comportamenti e modalità di sussistenza e profittazione vietati dalle leggi della popolazione STANZIALE.
A Gyta chiedo : ma secondo te il BENE (concetto completamente soggettivo e relativo) deve stare al di sopra delle LEGGI (dettati non oggettivi ed assoluti ma - concedimelo - perlomeno non individualistici)........oppure deve essere subordinato alla LEGGE ?
Se è la LEGGE a dover essere subordinata al BENE, i Giudici che amministrano la Legge, a quali altri Giudici dovrebbero sottostare ?.
C'è qualcuno che non è d'accordo ? Saluti.
Ciao Viator
Il Bene sta senz'altro sopra qualsiasi legge. Su questo non dovrebbe esserci dubbio alcuno.
Essendo però il Bene la stessa Verità, penso proprio che nessuno possa affermare di conoscerlo compiutamente.
Tuttavia, non è che non conosciamo proprio nulla, riguardo al bene...
Qualcosa percepiamo, e magari in certe situazioni potremmo addirittura sacrificare la nostra vita per ciò che appare essere senz'altro bene.
È uno slancio, una scommessa in cui eterniamo noi stessi, la nostra scelta del bene, costi quello che costi...
Là fuori non vi è niente che possa prevalere su ciò che crediamo bene.
Dobbiamo però crederlo per davvero, senza ombra di dubbio!
E questo non è facile. Perché potremmo ingannarci.
Ma se ne siamo proprio certi... potrebbe giungere Dio a dirci il contrario, non lo ascolteremmo!
Per la semplice ragione che è in gioco la Verità.
Di solito però, se non vogliamo auto ingannarci, ci inoltriamo nel mondo senza certezze granitiche. E con queste certezze instabili affrontiamo il divenire.
Seppur instabili, queste certezze sono però tutto quello che abbiamo. E su di esse ci basiamo. Anche nel decidere cosa fare.
Più una certezza appare solida e più convintamente decidiamo.
Prendendocene... la responsabilità!
Perché la questione, riguardo alla delinquenza, come ad ogni altro ambito in cui siamo chiamati a valutare, è quanto siamo fedeli a ciò che crediamo "vero".
Perché in questa fedeltà si gioca il nostro essere stesso.
Un conto infatti è la crisi esistenziale che rischiamo ogni volta che decidiamo erroneamente, perché credevamo vero ciò che non lo era.
Un altro snobbare queste certezze, che pure abbiamo, per qualche nostro tornaconto. Come il voler apparire buoni, civili, moderni...
Nel primo caso rischiamo l'inferno.
Nel secondo, semplicemente... non siamo.
Salve bobmax. Va bene. Prendo atto del fatto che il Bene - secondo te - deve stare sopra la Legge. Ma se tu stesso ammetti la notevolissima nebbiosità del concetto di bene.............in caso di processo per comportamenti delinquenziali.............come facciamo a giungere ad una sentenza ? Saluti.
Ciao Viator
Il giudice non persegue il bene, in quanto giudice deve seguire le leggi. È lì per quello.
Le leggi possono essere buone o cattive, ma sono leggi!
La questione del Bene prescinde da qualsiasi legge.
Mentre la legge "dovrebbe" derivare dalla ricerca del Bene.
Ma in che senso la legge dovrebbe rispecchiare un'idea di bene?
Donde nasce quest'idea se non da ciò che è considerato vero?
Non dovremmo forse operare affinché le leggi siano il più possibile giuste? E quindi rispecchino la verità?
Qual è lo scopo di una sentenza?
Non è forse di applicare la giustizia?
Ma per stabilire cosa è giusto devo sapere cosa è vero.
Di modo che le leggi dovrebbero il più possibile esprimere ciò che si ritiene vero, ora.
E questo è pure lo sforzo del giudice sincero. Che deve rispettare le leggi ma allo stesso tempo, in quanto uomo, cerca di interpretarle attraverso la propria idea di giusto e di vero.
Ma secondo voi da dove deriva la resistenza tenace delle culture ai cambiamenti che , per le mutate condizioni, rispetto a quelle in cui sono nate, ci si attenderebbe da esse?
Evidentemente c'è una logica ancora più forte che a me però non appare.
Comprensibile una certa inerzia, ma il caso della resistenza della cultura nomade su un pianeta che ormai dovrebbe apparirgli alieno è un esempio che sorprende.
Non ci può essere dubbio che la nascita di una cultura abbia i suoi buoni motivi.
Ma perché non cambia quando vi sono altrettanti buoni motivi per farlo?
L'esempio eclatante comunque ci dice che questa inerzia apparentemente insensata ai cambiamenti, delle culture , vale per tutte le culture.
Deve esserci una contropartita a ciò che mi sfugge.
Quale?
E quali sono i motivi che rendono la cultura nomade "esemplare" in tal senso?
Forse il motivo è che una cultura chiusa dentro un confine si può permettere cambiamenti senza perdere comunque identità.
Se la cultura degli Italiani cambia, gli Italiani restano.
Non ci sono più gli Italiani di una volta, ma ci sono ancora.
Ma se cambia la cultura dei Nomadi i Nomadi spariscono.
Potrebbe essere questo il motivo che ne fa' un esempio in negativo?
Quando due culture acquistano differenze così incolmabili non credo neanche che si possa parlare di indifferenza reciproca, perché l'indifferenza si pratica comunque fra pari. Uomini indifferenti ad altri uomini.
Ma quando siamo in presenza di comportamenti così censurabili da una parte e dall'altra, l'unica spiegazione a ciò è che non si considerano gli altri uomini.
Io non credo che si possano commettere crimini contro l'umanità, se non perché quelli non si considerano uomini.
La risposta sta probabilmente nel cambio del punto di vista: siamo noi veterolegalitari o gli zingari più in sintonia con la cultura, koinè - quelle vere senza retorica - dominanti ?
Puoi spiegare più estesamente Ipazia? Grazie😊
Citazione di: viator il 23 Febbraio 2021, 15:52:30 PM
[..] secondo te il BENE (concetto completamente soggettivo e relativo) deve stare al di sopra delle LEGGI (dettati non oggettivi ed assoluti ma - concedimelo - perlomeno non individualistici)........oppure deve essere subordinato alla LEGGE ?
Se è la LEGGE a dover essere subordinata al BENE, i Giudici che amministrano la Legge, a quali altri Giudici dovrebbero sottostare ?.
C'è qualcuno che non è d'accordo ?
Ti rispondo nell'altra discussione perché il tema lì rientra.. ;-)
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/le-cause-delle-attuali-migrazioni/msg49962/#msg49962Citazione di: iano il 24 Febbraio 2021, 00:18:35 AM
[..]Ma quando siamo in presenza di comportamenti così censurabili da una parte e dall'altra, l'unica spiegazione a ciò è che non si considerano gli altri uomini.
Io non credo che si possano commettere crimini contro l'umanità, se non perché quelli non si considerano uomini.
Sono pienamente d'accordo!!
Citazione di: iano il 24 Febbraio 2021, 08:35:38 AM
Puoi spiegare più estesamente Ipazia? Grazie😊
Gli zingari sono l'archetipo della specie dominante nell'attuale formazione sociale. Archetipo evolutosi in hackers, "vili affaristi" finanziari, mafiosi, migranti clandestini a caccia di welfare altrui, ... Tutti rigorosamente apolidi, globalisti e globalizzati, al di là del bene e del male (perciò il Bene gli fa un baffo).
Siamo noi veterolegalitari i perdenti in questa partita, non loro. Loro che occupano tutto lo spettro del parassitismo antropologico, dai bassifondi all'empireo delle rendite finanziarie. Gli zingari rubano in un mondo il cui i furti più grandi sono legalizzati, riveriti e premiati con premierati politici ed economici. Si astengono dal lavoro in un mondo in cui il lavoro è ridotto ad una faccenda da schiavi, da intoccabili. L'hanno capito perfino i semianalfabeti che migrano per prendersi il welfare gratuitamente dove ci sono ancora fessi che glielo offrono. Gli zingari questo welfare lo sfruttano da sempre e sono i maestri, i maieuti, di un mondo a misura di parassita, non di lavoratore.
Un doveroso pensiero al bellissimo film
Parasite di Bong Joon Ho, che ci presenta lo zingaro nella sua forma bassa e alta, comunque dominante.
Citazione di: Ipazia il 24 Febbraio 2021, 15:26:32 PM
Citazione di: iano il 24 Febbraio 2021, 08:35:38 AM
Puoi spiegare più estesamente Ipazia? Grazie😊
Gli zingari sono l'archetipo della specie dominante nell'attuale formazione sociale. Archetipo evolutosi in hackers, "vili affaristi" finanziari, mafiosi, migranti clandestini a caccia di welfare altrui, ... Tutti rigorosamente apolidi, globalisti e globalizzati, al di là del bene e del male (perciò il Bene gli fa un baffo).
Siamo noi veterolegalitari i perdenti in questa partita, non loro. Loro che occupano tutto lo spettro del parassitismo antropologico, dai bassifondi all'empireo delle rendite finanziarie. Gli zingari rubano in un mondo il cui i furti più grandi sono legalizzati, riveriti e premiati con premierati politici ed economici. Si astengono dal lavoro in un mondo in cui il lavoro è ridotto ad una faccenda da schiavi, da intoccabili. L'hanno capito perfino i semianalfabeti che migrano per prendersi il welfare gratuitamente dove ci sono ancora fessi che glielo offrono. Gli zingari questo welfare lo sfruttano da sempre e sono i maestri, i maieuti, di un mondo a misura di parassita, non di lavoratore.
Un doveroso pensiero al bellissimo film Parasite di Bong Joon Ho, che ci presenta lo zingaro nella sua forma bassa e alta, comunque dominante.
Sai, mi è difficile comprenderti.. da una parte fai discorsi illuminati dall'altra al contempo sostieni posizioni che distruggono quella medesima luce.. Ti rendi conto dei furti legalizzati eppure ti accanisci contro etnie rischiando peraltro citazioni per comportamento xenofobo.. boh..
In qualunque situazione siamo chiamati a decidere, ciò che è in gioco è sempre la verità.
Gli esseri umani sono tutti uguali?
Se rispondiamo di no, allora dobbiamo dire il perché. Definire questa differenza. Che deve essere "vera".
Cioè deve reggersi su un fondamento inoppugnabile. In caso contrario siamo nella falsità.
Se viceversa rispondiamo di sì, allora dovremmo essere conseguenti. Se non lo siamo, cadiamo nell'ipocrisia.
Perché se vi è uguaglianza, allora vi devono pure essere pari diritti e pari doveri.
E in una società il dovere viene prima del diritto.
Perché solo il rispetto dei doveri permette il soddisfacimento dei diritti.
Se così non avviene, la società si frantuma.
Di modo che, chiunque può rivendicare dei diritti solo rispettando i doveri.
E i doveri sono gli stessi per tutti, se vi è uguaglianza!
Rivendicare dei diritti per una minoranza che non rispetta i doveri, è uno sfregio alla verità.
Nella fattispecie, come è possibile che dei genitori mandino dei figli minori a rubare e a chiedere la carità, senza che venga tolta loro la patria potestà?
Eppure proprio questo avviene per gli zingari...
Mentre per altri no. Se capitasse sarebbero tolti loro i figli.
Allora non vi è effettiva uguaglianza?
Oppure è solo ipocrisia?
@Gyta
Un nostro comune profeta diceva che la verità è rivoluzionaria. E in quanto tale rimane indifferente a qualunque citazione, incluse quelle di xenofobia. "Xenofobo" esso stesso, nella società rivoluzionaria che realizzò, fondata sul lavoro, non c'era posto per zingari che volessero continuare a fare gli zingari, in barba a qualsiasi feticismo etnico politicamente corretto.
Citazione
In qualunque situazione siamo chiamati a decidere, ciò che è in gioco è sempre la verità.
Gli esseri umani sono tutti uguali? [..]
E in una società il dovere viene prima del diritto.
Perché solo il rispetto dei doveri permette il soddisfacimento dei diritti.
Se così non avviene, la società si frantuma.
Di modo che, chiunque può rivendicare dei diritti solo rispettando i doveri.
E i doveri sono gli stessi per tutti, se vi è uguaglianza! [..]
Nella fattispecie, come è possibile che dei genitori mandino dei figli minori a rubare e a chiedere la carità, senza che venga tolta loro la patria potestà?
Eppure proprio questo avviene per gli zingari...
Mentre per altri no. Se capitasse sarebbero tolti loro i figli.
Allora non vi è effettiva uguaglianza?
Oppure è solo ipocrisia?
(bobmax)
Con un poco di cinismo e disillusione direi entrambe le cose..
Quanto costa allo stato garantire ai quei minori una vita dignitosa?
A malapena si occupa degli altri.. quando se ne occupa senza peggiorare le cose..
Il tuo discorso come pure il precedente non fa una grinza..
non fa una grinza nemmeno il dovere che va pari passo al diritto..
il problema si pone quando quel dovere che si vorrebbe rispettare diviene impossibile a rispettarsi..
Non vedo altre strade che non siano quelle della comprensione verso una realtà tanto contradditoria..
Solo il tentativo di comprenderla può portare a quei cambiamenti necessari a compiere quelle scelte individuali che contrastano alla radice le cause di ingiustizia ormai cristallizzate in sistemi.. Ecco perché è ancor più importante nei periodi di fragilità sociale evitare la ricerca di facili estreme risposte dirette ai sintomi.. anziché mirarne le cause..Volutamente sibillina perché la risposta seppure politica non può maturare senza un reale consenso individuale introspettivo.. Non è un problema "piccolo".. è la messa in gioco di tutto il nostro modo di concepire il reale, il senso stesso dell'esistenza.. della nostra (ndividuale) esistenza..
CitazioneMa secondo voi da dove deriva la resistenza tenace delle culture ai cambiamenti che , per le mutate condizioni, rispetto a quelle in cui sono nate, ci si attenderebbe da esse? [..]
Forse il motivo è che una cultura chiusa dentro un confine si può permettere cambiamenti senza perdere comunque identità.
Se la cultura degli Italiani cambia, gli Italiani restano.
Non ci sono più gli Italiani di una volta, ma ci sono ancora.
Ma se cambia la cultura dei Nomadi i Nomadi spariscono.
Potrebbe essere questo il motivo che ne fa' un esempio in negativo? [..]
(Iano)
(conosco ben poco della cultura zingara..)
Qui si intrecciano da una parte una realtà di uno stato che non è in grado di offrire nulla
dall'altra una etnia traferita in un mondo dove l'unico scambio è concepito in denaro..
il conflitto è talmente forte da portare in emersione troppo spesso i lati peggiori di entrambe..
Citazione@Gyta
Un nostro comune profeta diceva che la verità è rivoluzionaria.
(Ipazia)
Ecco.. fermiamoci qui. In completo accordo. :-)@Ipazia:
"politically correct" ti prego.. no!! E' il peggiore insulto che puoi farmi ;-D
Citazione di: Gyta il 24 Febbraio 2021, 19:30:22 PM
(conosco ben poco della cultura zingara..)
Qui si intrecciano da una parte una realtà di uno stato che non è in grado di offrire nulla
dall'altra una etnia traferita in un mondo dove l'unico scambio è concepito in denaro..
il conflitto è talmente forte da portare in emersione troppo spesso i lati peggiori di entrambe..
Si, la conosci poco: siamo proprio di fronte ad una "etnia" insensibile al denaro ???
Il problema non è il nomadismo, ma la loro renitenza al lavoro e ad ogni forma di comportamento civico, che in qualsiasi società sono l'abc della convivenza civile. Il lavoro non è solo quella cosa che ingrassa i capitalisti, è pure la produzione di valori d'uso e servizi necessari in qualsiasi società umana. Da questo sono fuori gli zingari e i bolscevichi furono i primi a non tollerarlo.
Prosecuzione della fiera dei luoghi comuni, tra l'altro contro una minoranza che ha conosciuto un olocausto simile a quello degli ebrei, ma senza le tradizioni e le influenze mass-mediatiche degli ebrei. Sulla obiezione relativa all'uguaglianza che non verrebbe rispettata fra italiani e zingari a proposito della decadenza dalla responsabilità genitoriale (non si chiama più patria potestà, che originariamente si applicava anche alla moglie, considerata una minorenne come i figli). Non è assolutamente vero. I figli della minoranza Rom sono sottoposti alle stesse procedure degli italiani se sono nelle anagrafi dei comuni, con residenza ufficiale. Ci mancherebbe altro. Anzi sono sottoposti a misure di vigilanza ancora più forti, proprio a causa dei pregiudizi nei loro confronti. Il problema si presenta con tutti quei rom che non sono registrati o che vivono nei campi rom, una pratica assolutamente da terzo mondo, che non fa altro che riprodurre nel tempo il problema. A Genova da circa 20 anni è stata fatta una politica di integrazione dei rom ai tempi dei governi di sinistra (Pericu e Sansa) tramite l'assegnazione di case popolari e la chiusura di un campo nomadi situato nei pressi del porto. Guarda caso, da circa 20 anni i reati commessi da minori rom è diminuito in modo geometrico. E' bastato non ammassarli in condizioni da circo in luoghi insani, simili ai caravanserragli. In ogni caso sono processi lunghi, che non si risolvono con la bacchetta magica.
Avete presente i problemi del meridione? Quanti soldi sono stati spesi per cercare di risolverli. Ora invece pensiamo di risolvere il problema dell'integrazione dei rom senza neanche spendere un soldo. Ma allora cerchiamo di essere coerenti e spariamogli quando li vediamo, potrebbe diventare un caso di non punibilità ai sensi di una modifica futura del Codice Penale. Gli sgherri in Parlamento che la firmerebbero ci sono.
Facciamo un paragone fra le parole spese (anche in questo forum) su migranti e svariate tipologie di morti di fame, rispetto ad un problema che pesa come un macigno sulla società italiana, ovvero la criminalità organizzata e il suo legame organico con settori direttivi statali e grande impresa? I nostri cadaveri, quelli provocati dalla prestigiosa Società Autostrade, non puzzano. I furti fatti da qualche rom, diventano invece un fatto gravissimo e dal tanfo inconfondibile.
"Anche se il nostro maggio, ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare, vi ha fatto chinare il mento, se il fuoco ha risparmiato le vostre millecento, anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti " (De Andrè).
È emblematico come pur di non affrontare concetti davvero semplici, come doveri e diritti, si tirino in ballo un sacco di cose che non c'entrano niente.
Che c'entrano i soldi, il meridione, che vi sono anche altri ladri e via dissertando...?
Ma affrontare la questione per davvero, mai!
D'altronde non è proprio questa incapacità di affrontare i temi reali a rendere sempre più lontana la sinistra?
Magari non si chiama più patria potestà, ma il concetto è quello. Ma anche qui si va scavare nel nulla.
Un approccio inconsistente che non merita di essere ulteriormente considerato.
Se poi l'intento è di zittirmi. E la sinistra è abile in questo. Me ne farò una ragione.
Per Bobmax. Nessuno vuole zittirti. Magari sono io che ho il paraocchi. Io dico la mia, come tu dici la tua. Ma quello che mi da fastidio è questa gara alla generalizzazione. Tu parlavi di uguaglianza tradita, perchè certe regole vengono applicate ai nostrani mentre invece con i rom no. Ti assicuro che non è così. Rispetto ai rom. mentre invece in altri campi è proprio così. L'uguaglianza è tradita quando non vengono rispettati i diritti dei lavoratori, quando non si controlla lo stato delle autostrade, quando la criminalità organizzata con il consenso del potere politico vince un appalto e poi usa cemento impoverito o fa assumere come portantini ex-galeotti. I campi dove sussiste l'ineguglianza sono infiniti ed invece si va sempre a cozzare contro i morti di fame, quelli con meno difese. Rispetto alla sinistra ho i tuoi stessi dubbi. Una sinistra coerente non dovrebbe scendere a patti con certe pratiche e con certi metodi. Dovrebbe davvero difendere gli ultimi e spesso non lo fa per seguire gli umori dell'elettorato. Maurizio Ferrini, indimenticabile personaggio di Quelli della Notte, aveva già fatto uno spaccato preciso di certa sinistra.
Ed in ogni caso mi sembra di averti risposto in modo argomentato alla tua dichiarazione certa sui rom, quindi davvero quando dici "affrontare la questione mai", non so a cosa ti riferisci.
Non è l'uguaglianza ad essere tradita, ma la verità.
Solo la verità può permetterci di affrontare il male.
E allora dove c'è un problema, che è sovente tragico, perché è quasi impossibile trovare una soluzione che sia davvero giusta... occorre scavare.
Ma non negando il problema o sminuendolo!
Perché così facendo lo si fa imputridire. E allora i vari Salvini, Meloni e compagnia bella hanno tutto lo spazio per la loro demagogia.
Ma davvero tanti italiani sosterrebbero tali inconsistenti personaggi se non fosse che non vedono alternative alle loro paure? Finendo tra l'altro dalla padella alla brace...
Bisogna affermare chiaramente "prima i doveri!".
Poi, andare a vedere i motivi per cui vi è chi questi doveri non li rispetta.
Proporre delle soluzioni.
Ma infine i doveri devono essere rispettati!
Questo articolo mostra come si deve scavare.
Ma non credo sia possibile farlo in un modello sociale che ha elevato l'arte di arrangiarsi a paradigma universale. Parasite.
Assolutamente d'accordo Ipazia. Ho conosciuto personalmente alcune famiglie Rom, provenienti dalla Bosnia, che mi raccontavano di come vivevano in Jugoslavia prima della guerra civile. Avevano una vita esattamente come gli altri, con casa, lavoro, famiglia e rimpiangevano quei tempi. Una volta scoppiata la guerra, con la morte che colpiva a casaccio si sono precipitati nei paesi vicini, dove non hanno trovato la stessa capacità di accoglienza.
Citazione di: Jacopus il 24 Febbraio 2021, 21:27:53 PM
Prosecuzione della fiera dei luoghi comuni, tra l'altro contro una minoranza che ha conosciuto un olocausto simile a quello degli ebrei, ma senza le tradizioni e le influenze mass-mediatiche degli ebrei.[..]
Facciamo un paragone fra le parole spese (anche in questo forum) su migranti e svariate tipologie di morti di fame, rispetto ad un problema che pesa come un macigno sulla società italiana, ovvero la criminalità organizzata e il suo legame organico con settori direttivi statali e grande impresa? I nostri cadaveri, quelli provocati dalla prestigiosa Società Autostrade, non puzzano. I furti fatti da qualche rom, diventano invece un fatto gravissimo e dal tanfo inconfondibile.
Citazione di: Jacopus il 24 Febbraio 2021, 22:15:32 PM[..]quello che mi da fastidio è questa gara alla generalizzazione. Tu parlavi di uguaglianza tradita, perchè certe regole vengono applicate ai nostrani mentre invece con i rom no. Ti assicuro che non è così. Rispetto ai rom. mentre invece in altri campi è proprio così. L'uguaglianza è tradita quando non vengono rispettati i diritti dei lavoratori, quando non si controlla lo stato delle autostrade, quando la criminalità organizzata con il consenso del potere politico vince un appalto e poi usa cemento impoverito o fa assumere come portantini ex-galeotti. I campi dove sussiste l'ineguglianza sono infiniti ed invece si va sempre a cozzare contro i morti di fame, quelli con meno difese. Rispetto alla sinistra ho i tuoi stessi dubbi. Una sinistra coerente non dovrebbe scendere a patti con certe pratiche e con certi metodi. Dovrebbe davvero difendere gli ultimi e spesso non lo fa per seguire gli umori dell'elettorato[..]
Sottoscrivo parola per parola!
La cosa più folle è che si passi poi -quando va bene- per biechi sentimentalisti nostalgici.. quando questa realtà è nero su bianco.
Tutto sembra venga letto al contrario.. Eppure sono parole scritte.. l'evidenza è nelle stesse parole se uno le vuole leggere..