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LOGOS - Argomenti => Percorsi ed Esperienze => Discussione aperta da: stelle dell'auriga il 30 Novembre 2019, 18:21:33 PM

Titolo: La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 30 Novembre 2019, 18:21:33 PM
Da dove iniziare il discorso..?  ::)

Forse dalle sensazioni e dalle emozioni provate da piccola nei giorni delle festività natalizie, sensazioni, ricordi cari che inevitabilmente riaffiorano in questi giorni particolari quando si iniziano a vedere i primi addobbi natalizi, quando le strade incominciano a "vestirsi" di luci e mercatini colorati, a pochi chilometri dalla mia città poi, allestiscono qualcosa di veramente molto suggestivo e raffinato che richiama orde turisti da tutta l' Italia, l' operazione è suggestiva, ma con chiara finalità commerciale, d' altronde cosa non lo è oggi nelle feste?

Il Natale è principalmente la festa cristiana per eccellenza, la festa della famiglia, amici e bla bla bla, che poi da grandi si vede un pò tutto con gli occhi dello scetticismo, quella purezza e magia della festa si perde man mano che si cresce, e quei ricordi non sbiaditi dell' infanzia riemergono dolcemente e con estrema tenerezza, facendo anche male...

Ringrazio mio padre che era una persona molto fanciullesca, che a me e ai miei fratelli ha trasmesso la magia delle feste, anche con pochi gesti, ci portava a vedere quei fantastici presepi artistici, io rimanevo incantata a guardare gli scenari paesaggistici, le luci, le espressioni delle statuette, tutto era "vivo e palpabile", ed aveva un sapore autentico.

Oggi mi pare che la vera essenza della festa si sia un pò perduta di vista, si deve preparare il cenone, il pranzo, si deve pensare ai regali, una vera fatica fisica e mentale.

L' anno scorso un mio familiare ( un ragazzo di vent' anni) non ha voluto gli auguri, ha detto di essere ateo e non credere alla favoletta della nascita di Gesù, (però il pranzo e il regalo non li ha disdegnati  ::) ) gli ho risposto che anche gli atei a Natale si scambiano gli auguri, ci sono rimasta male e penso che l' educazione ed il rispetto siano ancora più importanti di qualunque pensiero si professi.

La domanda, dopo questo pippone non c'è, lascio a voi le vostre riflessioni sul Natale, le vostre esperienze e se sentite ancora viva la magia legata a questa festa suggestiva.
:)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: viator il 30 Novembre 2019, 21:38:46 PM
Salve Isfrael. Credo che ad un ventenne dei nostri tempi si possa perdonare la dimostrata immaturità di comportamento.
I giovani vengono al mondo ovviamente immaturi e ciò comporta automaticamente che :


Queste, in sintesi, secondo me sono le ragioni per le quali un ventenne può non riuscire a distinguere l'ateismo dalla buona educazione.

Circa il Natale, diciamo che io stesso compresi solo assai tardi il perchè esso viene chiamato "Santo".

Il fatto è che nel Calendario dei Santi (che sarebbe l'elenco ufficiale dei Santi attribuiti ai giorni dell'anno) non esisteva un qualche S.Natale e ciò - mi pare- sollevò i malumori della potentissima e piissima categoria dei mercanti (noti devoti di S.Natale), i quali presero a rivendicare l'attribuzione - alla loro corporazione - di tale figura quale Santo Patrono (centinaia di mestieri e categorie molto meno pie e facoltose godevano invece già di illustri Santi Patroni).

Ecco quindi che un bel dì i loro voti vennero accolti e da allora si cominciò a parlare di Santo Natale, patrono dei Mercanti.

Qualcuno obietterà che - ufficialmente - il Patrono dei mercanti dovrebbe essere tale S.Omobono, ma questa è solo una grossolana bufala messa in circolazione dagli stessi mercanti allo scopo di accostare la propria immagine a quella di chi ("Omobonus") richiama la possibilità di fruire di sostanziosi "bonus" (sconti) nel periodo immediatamente successivo a quello di Natale (cioè nella "canonica" stagione dei saldi !). Saluti ed auguri di Buon Natale.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Dicembre 2019, 00:09:17 AM
Isfrael ha scritto:
CitazioneDa dove iniziare il discorso..?

Buongiorno  Isfrael, l'aura natalizia, la suggestiva atmosfera, l'alone di sacralità per la nascita di Gesù creano cari ricordi negli adulti quando pensano alla loro infanzia.

Questo topic che hai iniziato giunge nel giusto momento, perché è passata da poco la mezzanotte ed oggi è 1 dicembre 2019:  il calendario liturgico ci ricorda che  quest'anno, in questo giorno, inizia il periodo dell'avvento: questo sostantivo deriva dal latino "adventus" e significa "arrivo" ma viene usato col significato di "attesa"... del popolo ebraico di Dio sulla Terra,  il Dio che, secondo i cristiani,  si è "incarnato" in Gesù, il Cristo.

L'avvento è il tempo dell'anno liturgico che prepara al Natale, al ricordo della nascita di Gesù.

La liturgia dell'Avvento fu elaborata in modo progressivo dal V secolo. Il periodo dell'avvento durava da una a tre settimane, poi,  dal 1570,  venne allungato alle quattro domeniche che precedono il Natale.

Quattro sono le domeniche di Avvento nel rito romano, mentre nel rito ambrosiano sono sei,  e l'Avvento è già cominciato domenica 17 novembre.

L'Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola.

La Chiesa per le solennità e per le domeniche celebra i "primi vespri" la sera del giorno precedente la festa. Questa consuetudine deriva dalla religione ebraica: gli ebrei computano il giorno da un tramonto all'altro e non da mezzanotte a mezzanotte.  

La parola vespro deriva dal latino "vesperus" ed indica il tramonto.

Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria fino alla Messa della notte di Natale.  

Quest'anno la seconda domenica di Avvento coincide con la solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre.

Mi sto accorgendo di averti descritto alcune notizie storiche sull'avvento e di non aver risposto alle tue domande. Ti chiedo scusa.

Comunque se l'argomento interessa te ed altri nick del forum possiamo fare insiemeil percorso fino all'Epifania dialogando con i post e rispettando la scansione temporale degli avvenimenti, perciò, se ti/vi va cominceremo il viaggio parlando dell'angelo che annuncia a Miriam (Maria) di essere stata scelta per incarnare il Figlio di Dio, il Dio fatto uomo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: bobmax il 01 Dicembre 2019, 09:27:25 AM
Come ogni rito, anche il Natale è senz'altro espressione concreta dello slancio esistenziale verso l'Assoluto.

Tuttavia questa "concretezza" ha un prezzo: l'inevitabile caduta nella superstizione.

Nella ricerca, spesso inconsapevole della Verità, queste superstizioni devono essere superate.

L'ateismo è sovente un modo, ingenuo, di metterle in discussione.

Ingenuo, perché non si avvede di essere esso stesso una superstizione, non diversa da quelle che vuol combattere.

Solo quando quel giovane si ritroverà all'inferno, se ne avrà la fortuna, potrà constatare la banalità del proprio ateismo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: myfriend il 01 Dicembre 2019, 17:51:20 PM
@Isfrael

Il Natale è una festa magica perchè racconta una straordinaria storia umana.
Una storia di persone semplici che hanno vissuto fino in fondo la loro umanità.
Non è una storia di re e regine, di regni e di guerre tra regni.
Non è una storia di potenti e condottieri.
Ma è la storia di uomini e donne "normali" e "ordinari".
Ed in questa ordinarietà sta tutta la bellezza della festa.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 01 Dicembre 2019, 18:48:55 PM
@viator
Mi ha divertito la tua seconda parte del post ;D , per quanto riguarda i giovani mi viene alla mente il detto che si nasce incendiari e si muore pompieri, comunque è vero che l' operazione commerciale è indubbiamente viva nel prima e dopo feste, per questo la spiritualità va a farsi benedire (termine appropriato), se hai qualche tradizione particolare o qualche ricordo piacevole legato a questa festa racconta, l'invito è rivolto a tutti ovviamente


@altamarea
Grazie davvero per aver riportato un pò di informazioni riguardo l' avvento

Comunque se l'argomento interessa te ed altri nick del forum possiamo fare insiemeil percorso fino all'Epifania dialogando con i post e rispettando la scansione temporale degli avvenimenti, perciò, se ti/vi va cominceremo il viaggio parlando dell'angelo che annuncia a Miriam (Maria) di essere stata scelta per incarnare il Figlio di Dio, il Dio fatto uomo.

Sì, mi interessa ;) 

@bobmax 
 L' essere umano ha bisogno di crescere e di capire, chi cerca trova, è necessario sapere cosa si cerca, a volte più si va avanti e più gli enigmi si complicano

@Myfriend

sono d' accordo con te, mi fa piacere ritrovarti in questo forum
:)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Dicembre 2019, 21:39:45 PM
O. K. Isfrael, scrivo altre notizie generali sull' Avvento poi dedicherò dei post all'annunciazione a Maria, la madre di Gesù.

Nel 325 ci fu il Concilio di Nicea e nel 336 la Chiesa di Roma istituì la festa di Natale fissando la data al 25 dicembre.

Il frammento di un testo scritto nel 366 circa dal teologo Ilario, vescovo di Poitiers, dice che "la Chiesa si dispone al ritorno annuale della venuta del Salvatore, con un tempo misterioso di tre settimane".

Nel 380 il Concilio di Saragozza (Spagna) impose ai fedeli di assistere alle celebrazioni eucaristiche dal 17 dicembre al 6 gennaio. In quei 21 giorni, la parte che precede il Natale forse costituiva una specie di Avvento.

La proclamazione del dogma della maternità divina, avvenuta ad Efeso nel 431, motivò i cristiani al culto mariano e  a celebrare la "Natività del Signore".

Nel 451 il Concilio di Calcedonia diede rilievo al mistero dell'incarnazione di Cristo.

La tradizione della preparazione spirituale dei fedeli alla celebrazione del dies natalis arrivò alla Chiesa di Roma dalla Spagna e dalla Gallia.

Nel "Lezionario della Chiesa di Capua" del 546 circa ci sono notizie sulla preparazione religiosa dei fedeli al Natale.

L'Avvento è tempo di conversione: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Matteo 3, 2).
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Dicembre 2019, 21:48:53 PM
L'anno liturgico inizia con l'Avvento, perché nella Chiesa tutto ha inizio con la venuta di Cristo. Ma nel passato l'ordinamento era diverso.  Si seguivano gli usi ebraici e l'anno liturgico cominciava con la Pasqua.  E  fu facile commemorare il dies natalis con lo stesso schema temporale della Quaresima. Perciò nei primi secoli dell'era cristiana l'Avvento anziché essere tempo di gioiosa attesa era caratterizzato da penitenze e digiuni.  In seguito alcune chiese locali trasferirono la liturgia dell'Annunciazione dal tempo di Quaresima nel periodo natalizio.

Le riforme del calendario liturgico e del messale hanno lenito l'aspetto penitenziale, permettendo nel periodo dell'Avvento  l'uso moderato in chiesa sia dei  fiori sia dell'organo, ma  i sacerdoti continuano ad indossare  i paramenti viola per celebrare la Messa, non si recitano o cantano il Te Deum e il Gloria.  

L'Ordinamento Generale del Messale Romano al n° 305 dice che: "Nel tempo d'Avvento l'altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore";  al n° 313: "In tempo d'Avvento l'organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore".

Come ho  suddetto nel periodo dell'Avvento nelle chiese non viene recitato né cantato il "Gloria", ma si dà risalto al Vangelo di Luca che narra degli angeli annuncianti la nascita del "Salvatore".

Il testo del Gloria che si canta durante la celebrazione eucaristica deriva da un'antica traduzione dalla lingua latina ma non esprime in modo corretto il significato del testo originale, scritto da autore anonimo in lingua greca. Nel Vangelo di Luca c'è scritto: "...Pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2, 14). L'evangelista fa riferimento non soltanto alla buona volontà degli uomini ma anche all'amore divino verso l'umanità.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Dicembre 2019, 22:02:21 PM
Le comunità cristiane del Nord Europa in questi giorni  preparano o acquistano la tradizionale "corona dell'Avvento": sono rami di abete o di pino che vengono confezionati in forma tonda e decorati con 4 candele, che simboleggiano  le 4 domeniche che mancano fino a Natale. Ogni domenica ne accendono una e recitano preghiere o leggono un brano biblico.

(https://www.bing.com/th?id=OIP.9cEMsE-iXU1_T1gUu4giGAHaJ4&pid=Api&rs=1)


Un'altra tradizione vigente nelle nazioni del nord Europa ma ormai diffusa anche in Italia è il  cartaceo "calendario dell'avvento": comprende il periodo dall'1 al 24 dicembre e serve ai bambini a tenere il conto di quanti giorni mancano al Natale. Di solito sul calendario ci sono finestrelle con persianine: ogni giorno ne viene aperta una e si può leggere  un proverbio od altro,  oppure può esserci un dolcetto.

Il primo calendario dell'avvento fu stampato a Monaco di Baviera nel 1908. Gerhard Lang decise di continuare l'idea della sua mamma, che di anno in anno preparava per Natale calendari colorati per tutti i suoi figli.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Dicembre 2019, 22:27:48 PM
Nell'Antico Testamento ci sono frasi che dicono che il Messia verrà; un quinto delle profezie  annunciano la venuta trionfante del Messia  (che per l'ebraismo non è Gesù) e del suo "regno glorioso". 

La venuta del "Giorno del Signore" era invocata dal popolo di Israele: essi chiedevano a Dio di tornare per liberarli dall'oppressione della schiavitù e dal peccato. Ecco alcuni esempi.

Isaia (63, 19):"Ah, se tu squarciassi i cieli e scendessi !"

Geremia (33, 14 – 16) invoca la venuta del Messia, re di giustizia e di pace: "Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: "Signore nostra giustizia" 

Daniele (7, 13 – 14): "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto".

Michea (5, 1): "E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra le principali città di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà il dominatore di Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti".

Samuele (1 Sam 2, 10): "Gli avversari del Signore saranno frantumati; Egli tuonerà contro di essi dal cielo; il Signore giudicherà le estremità  della terra e darà forza al suo re; innalzerà la potenza del suo Unto".

Invece nei Vangeli si dice che il Messia è venuto ed è Gesù di Nazaret. Poi ci sarà un secondo avvento il ritorno del "Salvatore" in gloria e potenza: "Allora vedranno il Figlio dell'Uomo (Gesù) venire su una nube con potenza e gloria grande" (Lc 21, 27). Nel Nuovo Testamento ci sono 319 versetti con profezie sul ritorno di Cristo (= Messia).

Ai suoi discepoli Gesù indicò il secondo avvento come "evento definitivo", in cui sarà instaurata la giustizia e si compirà il "Regno dei cieli" da lui annunciato.

Il prossimo post lo dedicherò all'Annunciazione,  se mi sarà concesso di continuare il threed, forse noioso. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 02 Dicembre 2019, 11:19:15 AM
Ho un ricordo particolare di un Natale passato da convalescente, in giovinezza. Un ricordo legato ad un animaletto particolare. Mi vedo alla finestra adagiato sullo sdraio da spiaggia che mia mamma aveva imbottito di cuscini per farmi stare comodo. Le tende della finestra aperte per guardare fuori. Il giorno prima ero stato dimesso dall'ospedale della Contea dopo una brutta polmonite , conseguenza del morbillo che avevo ricevuto come dono natalizio dai miei fratelli. Mi avevano concesso di tornare a casa per la festività con l'impegno di non uscire e non prendere freddo. Guardavo la neve che scendeva. Un miracolo della vigilia. Raramente nevica a Natale, se non nei film e nelle cartoline. Poco sotto la finestra c'era il recinto della coniglia nana "testa di leone". La bestiola aveva scavato, come fanno i conigli, un tunnel sotto terra dove si rintanava per fuggire il gelo. All'improvviso, forse mi ero distratto o appisolato un attimo,  guardo fuori e vedo quattro batuffoli di pelo che saltano nel recinto. Salti inverosimili per animaletti così piccoli e appena nati. Erano quattro coniglietti che uscivano dalla tana per la prima volta. Proprio alla vigilia di Natale. Ricordo che mi commossi osservandoli e poi...chiamai mia mamma e i miei pestiferi fratellini ché venissero a guardare. Nessuno si aspettava questa cosa, questa nascita natalizia. Non ricordavamo più che poco tempo prima mio papà aveva concesso un pò di "divertimento" a Fiocco, il coniglio maschio di casa, avendolo visto decisamente depresso osservare un libro...
Ricordo ancora che due dei quattro erano completamenti neri e infatti, uno dei due, decidemmo di chiamarlo Black. Dell'altro non ricordo il nome...Gli altri due invece erano macchiati.
Il giorno dopo, era Natale, i miei fratelli portarono i due macchiati in casa e me li posarono sulle ginocchia, sopra la coperta che non volevo e che mia mamma mi costringeva a tenere addosso. Mi concessero di battezzarli. Il più vispo dei due, quello che non stava fermo e tentava di 'scalarmi' lo chiamai Vercingetorige. All'epoca leggevo e fantasticavo la storia romana sul Conoscere, la mitica enciclopedia (che conservo ancora...).
I due neri invece non li portarono mai dentro. Stranamente...Che sfortuna dev'essere nascere nero. Anche per un coniglio...Ricordo solo che mio fratello minore diceva di non capire dov'era la testa, perché non si distinguevano le orecchie dal codino...
Però cadde pochissima neve. Solo una spruzzata...che presto venne bevuta dalla terra...
Fu un Natale molto bello, nonostante le mie precarie condizioni di salute. Un ricordo struggente, soprattutto di mia mamma affacendata sulla cucina a legna.  Aveva invitato per il pranzo suo papà, il vecchio Toni, detto "Schena" (schiena) perché si raccontava che da giovane arava da solo i campi, senza il cavallo, tirando l'aratro.
Ricordo che mia mamma, quando entrò, gli andò incontro e con fare severo gli intimò di non fumare la pipa nella stanza, come faceva di solito, chè non dovevo respirare il fumo...
E lui disse solo:"Posso sputare almeno?". Questo me lo ricordo bene... ;D
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Dicembre 2019, 16:39:57 PM
Complimenti Sari. Il tuo bel ricordo pre-natalizio è narrato bene, mi piace. :)  

Invece la mia narrazione della Natività è arida, si basa su eventi (veri o falsi che siano) tratti dal Nuovo Testamento e dintorni.

I giorni passano veloci e ci sono molte cose da dire, perciò è ora che io riprenda il mio "cammino" dedicandomi oggi all'Annunciazione.

Come già detto sono graditi commenti, contestazioni ed interruzione dei miei post su richiesta. Non voglio essere  una "vox clamantis in deserto".

Il luogo dell'annunciazione:oltre duemila anni fa a Nazaret, un villaggio della Galilea. Questa località è menzionata 12 volte nel Nuovo Testamento.

Gli scavi archeologici hanno permesso di individuare l'area occupata dal piccolo paese, che l'urbanizzazione medievale e moderna ha conglobato all'interno dell'attuale città.

L'abitato si estendeva da nord a sud sul crinale della collina oggi occupata dalla basilica dell'Annunciazione, dal convento francescano e dalla chiesa di san Giuseppe.

(https://www.nationalgeographic.com.es/medio/2017/04/06/panoramica-de-nazaret_1d9d5ce3.jpg)
Veduta parziale dell'odierna Nazaret, in primo piano la basilica dell'Annunciazione.

La "Grotta dell'Incarnazione", che si trova nella cripta della Basilica dell'Annunciazione  è indicata dalla tradizione come il luogo dov'era la casa di Maria, in cui ella ricevette la visita dell'arcangelo Gabriele.

Gli scavi, durante la costruzione della basilica moderna hanno messo alla luce i resti di due chiese precedenti, una bizantina e una di epoca dei crociati.
La chiesa, costruita nel 1730, fu demolita  e la superficie  fu riutilizzata per costruire la  nuova e più grande "Basilica dell'Annunciazione".

Nell'area sotto e intorno alla  basilica e alla vicina chiesa dedicata a San Giuseppe nell'antichità c'erano numerose grotte (alcune utilizzate come abitazione), silos per il grano, cisterne per acqua e olio; presse per uva e olive, e pietre di mulino.

Secondo i Vangeli di Luca e Matteo  a Nazaret avvenne l'annunciazione dell'arcangelo Gabriele a Maria del concepimento di Gesù, Figlio di Dio e Dio stesso.

Il vangelo lucano informa che un angelo entrò in casa di Maria  per annunciarle il concepimento verginale e la nascita verginale di Gesù, il Figlio di Dio. la "Conceptio Domini" o "Conceptio Christi" (Lc 1, 26 – 37), per opera dello Spirito Santo. Secondo quanto  racconta l'evangelista Matteo, Maria, promessa sposa di Giuseppe, ebbe dei dubbi quando seppe della gravidanza di Maria ma intervenne un angelo, che gli disse di non avere timori in merito, "... perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù..." (Mt 1, 18 – 25)
(http://i1.ytimg.com/vi/l5jOE6xl27c/maxresdefault.jpg)

Gesù nacque a Betlemme ma trascorse la sua infanzia a Nazaret insieme ai genitori.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Dicembre 2019, 17:09:53 PM
Nei vangeli ci sono due informazioni sull'antica Nazaret, non era un remoto villaggio agricolo ma un paese abbastanza popolato al tempo di Gesù. C'era anche la sinagoga, in cui Gesù, di sabato (lo "shabbat" ebraico) entrò, aprì il rotolo riguardante il profeta Isaia, lesse e commentò la profezia che lo ""riguardava (Lc 4,16-27).

L'altra informazione, di carattere topografico, è fornita dallo stesso passo di Luca, che ricorda il dirupo situato presso il villaggio, in cui la folla, piena d'ira, voleva gettare Gesù al termine del suo discorso messianico in sinagoga (Lc 4, 28-30).

La prima menzione extra-evangelica ma indiretta di Nazaret è in alcune fonti giudaiche della fine del I secolo d.C., con riferimento a quella comunità giudeo-cristiana che credeva in "Jeshua' Hannozrî" (Gesù di Nazaret), i "nozrím" – nazareni - che assieme ai "miním" – eretici – furono inclusi nella dodicesima orazione della preghiera "Shemonè Esrè", inserita durante il cosiddetto "sinodo di Jamnia-Javneh".

Attualmente Nazaret è una città di circa 75 mila abitanti, allocata su una collina a circa 350 metri s.l.m. ed è la più grande città araba di Israele, con una trentina di chiese e monasteri, oltre a moschee e antiche sinagoghe.
La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele: 31,3% cristiani e 68,7% musulmani.

(http://www.losmejoresdestinos.com/destinos/israel/nazaretpic.jpg)
Nazaret: basilica dell'Annunciazione

Gesù viene anche indicato col termine "Nazareno", e nazareni sono chiamati gli abitanti di Nazaret.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 02 Dicembre 2019, 17:19:04 PM
Sariputra ho "ascoltato" con molto coinvolgimento il tuo ricordo/racconto, lo hai descritto talmente bene che ne ho visto le scene, ho immaginato la casa, il  freddo, ho visto i coniglietti, hai la capacità di rendere vivida la storia ( complimenti a voi di questo forum, siete molto bravi a scrivere :) ), sembrava proprio una pagina di un libro di narrativa.

@altamarea, sono contenta del tempo che stai dedicando a quest' argomento, mi affascina molto la figura di Maria, proprio ieri sera guardavo dei quadri famosi che l' hanno ritratta nel corso dei secoli, sempre con la dolcezza infinita nel suo volto. ( non riesco ad inserire le immagini)

Mi sono sempre chiesta cosa pensasse e cosa provasse in cuor suo una fanciullina di quindici anni, nell' apprendere la notizia dell' angelo, vabbè che a quei tempi la psicologia non era per nulla contemplata, è come se ognuno avesse il suo ruolo predefinito, con delle qualità specifiche, ma non ci è dato sapere nulla dei loro sentimenti più segreti...

Vado a leggere il tuo ultimo post  :-*
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Dicembre 2019, 18:32:22 PM
(https://i.ytimg.com/vi/Sqd0dyhbyLQ/hqdefault.jpg)

Nazaret: chiesa dedicata a San Giuseppe, realizzata tra il 1911 e il 1914 in stile neo romanico.
Fu progettata dall'architetto Wendelin Hinterkeuser. In precedenza c'era una piccola cappella fatta costruire dai frati francescani nel 1754 sui resti di una chiesa crociata.
Negli scavi archeologici di fine Ottocento venne ritrovata una vasca con pavimento mosaicato, ritenuta un antico battistero, e una serie di grotte e silos visibili nella cripta della chiesa.

Giuseppe, il padre legale o "putativo" di Gesù.

L'aggettivo "putativo" deriva dal latino tardo "putativus" (= presunto) dal verbo "putare" (= credere).

L'iconografia presenta  Giuseppe come uomo anziano e silenzioso, sempre appartato, anche quando a Betlemme nacque Gesù e vennero ad onorare il neonato i pastori e successivamente i Magi.

Di Giuseppe i vangeli ci dicono poco. Chi ne parla di più è l'evangelista Matteo: lo indica come sposo di Maria, racconta alcuni suoi sogni durante i quali  gli angeli gli suggeriscono di fuggire in Egitto per evitare la "furia omicida" di Erode e di rientrare a Nazaret a pericolo cessato.

Poi Giuseppe esce di "scena". Altre notizie su di lui ci sono nei vangeli apocrifi, in particolare nella "Storia di Giuseppe il falegname": è un racconto dove dettagli, tradizione e cultura ebraica si amalgamano in una biografia fantasiosa.

"Téktôn" è la parola greca che nei vangeli definisce la professione di Giuseppe, ma anche di Gesù, prima del suo ministero biblico.

Téktôn indica il falegname o il carpentiere, Le antiche versioni siriaca e copta dei vangeli, i Padri greci della Chiesa, la tradizione popolare e iconografica, hanno optato per la traduzione "falegname".

Il primo a definire Gesù un téktôn  è l'evangelista Marco che, in occasione di una visita a Nazaret, osserva che i concittadini ironicamente si chiedono: «Non è egli il téktôn, il figlio di Maria?» (6,3).

Matteo riprende il racconto di Marco, ma con una variante: "Non è egli (Gesù) il figlio del téktôn?" (13,55). In questo caso è Giuseppe ad essere indicato come falegname.

Luca  in modo asettico trasforma così la domanda: "Costui non è il figlio di Giuseppe?" (4,22).

Giuseppe è una figura misteriosa, circondata da un'aura di riserbo e di silenziosa discrezione. Cosa sappiamo realmente di lui? Dai vangeli canonici poco, appare più come una figura dimessa, sullo sfondo della vita di Gesù, di Maria e degli apostoli. Sappiamo che era  anziano e di salda fede: i  messaggeri divini, gli angeli,  gli apparivano in sogno e lui non esitava a eseguire cosa gli veniva comandato. Fu fidanzato e poi sposo di Maria, padre legale di Gesù, un falegname, discendente della stirpe di Davide sebbene la sua condizione sociale fosse modesta.

Nel testo apocrifo della "Storia di Giuseppe il falegname", viene descritta la morte di Giuseppe all'età di 101 anni,  dice che era vedovo quando sposò Maria e già padre di numerosi figli (i celebri fratelli di Gesù?).

Comunque, Gesù e la madre Maria furono venerati fin dal primo secolo del cristianesimo, Giuseppe, invece,  non fu oggetto di venerazione per molti secoli.

Nel 1868 cominciò il Concilio Vaticano I, durante il quale nel 1870 i vescovi presentarono al pontefice Pio IX due postulati  con i quali si chiedeva che il culto verso san Giuseppe fosse più elevato nella liturgia e la sua proclamazione solenne come patrono della Chiesa cattolica e patrono dei morenti.

Con l'abolizione della festività del 19 marzo, dedicata a San Giuseppe, è diminuita la devozione  verso di lui.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Dicembre 2019, 19:23:50 PM
(http://www.colapisci.it/antonello/picture/madonna/Antonello%20Annunziata.jpg)
Antonello da Messina, Vergine annunziata, 1476 ca., Galleria Nazionale della Sicilia, Palermo

La Chiesa cattolica commemora il 25 marzo l'annunciazione a Maria del concepimento del figlio per opera dello Spirito Santo.  Tale data fu stabilita in riferimento a quella della nascita di Gesù, il 25 dicembre.

Mancando al riguardo riferimenti precisi nei Vangeli, per le date vennero calcolati i nove mesi della gestazione.

La scelta del 25 marzo avvenne nel IV secolo dopo l'istituzione della festa del Natale il 25 dicembre, data vicina al solstizio invernale, mentre la data dell'Annunciazione è in prossimità con l'equinozio primaverile.

Per la liturgia la commemorazione dell'Annunciazione è considerata una festa dedicata a Gesù Cristo e non a sua madre Maria.


(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/10/Madonna_del_parto_piero_della_Francesca.jpg)
Piero della Francesca: "La Madonna del parto", affresco realizzato tra il 1455 e il 1465 in onore di sua madre; Monterchi, prov. di Arezzo. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Dicembre 2019, 20:09:33 PM
Isfrael ha scritto
CitazioneMi sono sempre chiesta cosa pensasse e cosa provasse in cuor suo una fanciullina di quindici anni, nell' apprendere la notizia dell' angelo


15 anni ? Nel Nuovo Testamento non c'è l'età di Maria. Certamente in quel tempo era usanza sposarsi in giovane età.
La tradizione di presentare la figura di Giuseppe come un anziano, vedovo e padre di altri figli, al momento delle nozze con Maria e della nascita di Gesù, risale al racconto apocrifo del Protovangelo di Giacomo (capitoli IX-XVI, che però ha soprattutto l'intento di raffigurare Giuseppe come tutore provvisorio e non come un vero sposo, e spiegare in questo modo la perpetua verginità di Maria.

Nei vangeli di Luca e Matteo la verginità di Maria è di tipo teologico, perché  pensano che in Gesù c'è Dio.

Fu l'angelo Gabriele ad annunciare Maria il concepimento verginale e la nascita verginale di Gesù Cristo (Vangelo di Luca) e a Giuseppe, promesso sposo della donna, di non temere il matrimonio con lei (Vangelo di Matteo).

Matteo per citare alcune parti dell'Antico Testamento usò  la traduzione in lingua greca, quella cosiddetta dei settanta, che nella traslitterazione commisero alcuni errori.

Nella lingua ebraica "vergine" si scrive "betulah", mentre "'almah" significa "ragazza", "giovane donna". I traduttori usarono  erroneamente la parola "'almah" per significare "vergine", che nella lingua greca si scrive  "parthenos". Perciò Matteo scrisse  i versetti del profeta Isaia in questo modo: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio..." (7, 14) anziché "Ecco, la giovane donna concepirà e partorirà un figlio".

Questo non implica che il giudaismo di quel tempo attendesse un concepimento verginale del Messia, annunciato dal profeta Isaia,  ma solo che "una donna, che ora è vergine, concepirà" un bambino provvidenziale e straordinario.

Messia è un vocabolo di origine ebraica che significa re "consacrato", l'"unto di JHWH", di Dio. Nelle antiche culture del Vicino Oriente la regalità era considerata un'investitura divina.  Nella cultura ebraica per l'investitura regale si preferiva la liturgia dell'unzione con l'olio di oliva anziché l'incoronazione del re d'Israele. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 03 Dicembre 2019, 14:45:03 PM
In un post precedente post ho scritto che nel rito romano della Chiesa cattolica l'Avvento contiene quattro domeniche e può durare quattro settimane. Si compone di due periodi; quest'anno il primo periodo è compreso tra L'1 e il 16 dicembre, l'altro dal 17 al 24 dicembre.

Nella prima parte del periodo dell'Avvento ci sono tre interessanti festività religiose: la Chiesa celebra San Nicola il 6 dicembre, l'Immacolata Concezione l'8 dicembre, Santa Lucia il 13 dicembre.  Sono tre commemorazioni liturgiche interessanti anche storicamente. In particolare quella dell'8 dicembre: la tradizione vuole  che in questo giorno festivo venga allestito il presepe  e/o l'albero di Natale.  
Allora, prima di descrivere le tre suddette festività religiose, che cominciano il 6 dicembre con San Nicola, approfitto di questi tre giorni di anticipo per scrivere post sul presepe e sull'albero di Natale.

Comincio con il presepe.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 03 Dicembre 2019, 16:54:46 PM
Citazione di: altamarea il 02 Dicembre 2019, 20:09:33 PM
Isfrael ha scritto
CitazioneMi sono sempre chiesta cosa pensasse e cosa provasse in cuor suo una fanciullina di quindici anni, nell' apprendere la notizia dell' angelo


15 anni ? Nel Nuovo Testamento non c'è l'età di Maria. Certamente in quel tempo era usanza sposarsi in giovane età.
Sì certo, l'eta anagrafica non compare nei Vangeli, questa è stata dedotta dall' usanza che riguardava le giovani donne d' Israele che dovevano sposarsi tra i tredici/quindici anni, il range è più o meno quello: adolescenziale, a quell' età davvero giovanissima non si possiede ancora una personalità compiuta, ma ovviamente stiamo parlando di epoche lontanissime da noi e diversissime, e comunque di notizie su Maria ce ne sono davvero poche nei Vangeli

"Comincio con il presepe"
 
La tradizione del presepe cerco di portarla con me, è molto suggestivo prepararlo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Dicembre 2019, 08:41:23 AM
Presepe /1
Domenica scorsa, 1 dicembre, papa Francesco si è recato a Greccio, un paesino a 700 metri s.l.m.  in provincia di Rieti, perché nel borgo c'è l'eremo francescano che ospita il "santuario del presepe". In questo luogo, come è noto, nel Natale del 1223 san Francesco organizzò la rappresentazione vivente della Natività. Il pontefice oltre che pregare nel santuario, nell'eremo ha firmato la lettera apostolica titolata  "Admirabile signum", riguardante il significato e il valore del presepe.

Le prime fonti per la raffigurazione del presepe sono  180 versetti  compresi nei Vangeli di Matteo e di Luca, denominati "Vangeli dell'infanzia": essi narrano la nascita di Gesù, avvenuta a Betlemme  di Giudea.  L'iconografia della natività fu arricchita dai racconti di altri tre  vangeli apocrifi: il protovangelo di Giacomo, il vangelo dello pseudo Tommaso ed il vangelo arabo dell'infanzia.

L'Evangelista Luca dice che Maria "diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (2,7).

Presèpe o presepio ? Qual è la giusta denominazione ? Entrambe le parole vanno bene! Sono varianti d'origine latina accolte nella lingua italiana. Il vocabolo prèsepe proviene dal latino  "praesaepe": parola composta, formata da "prae" (= davanti)  e "saepes"  (= chiuso, recinto), cioè "davanti al recinto", nel quale i pastori custodiscono ovini e caprini. Presepio, invece, scaturisce  da praesaepium", ma ugualmente significa ovile.  

Le due modalità vengono utilizzate in modo alternativo dai parlanti, ma c'è chi dice e scrive "presepe" e chi "presepio. Il loro plurale è unico: "presèpi", con l'accento sulla seconda e.
Sono due geosinonimi: parole che hanno lo stesso significato ma variano da zona a zona. Scrivo alcuni esempi.

Il siciliano Salvatore Quasimodo usa la parola "presepe" nella sua omonima poesia:
"Natale. Guardo il presepe scolpito
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure in legno ed ecco i vecchi
del villaggio e la stalla che risplende
e l'asinello di colore azzurro."

Salendo verso il nord,  ho ascoltato delle persone in alcune zone del Molise e nel Gargano che usavano  la parola "presepe".  

Eduardo De Filippo nella commedia "Natale in casa Cupiello" usa dire  sia presepe   sia presepio ('o pressebbio).

Il romagnolo Giovanni Pascoli nella poesia "Le ciaramelle" usa la parola "presepe":
[...]"Le pie lucerne brillano intorno,
là nella casa, qua su la siepe:
sembra la terra, prima di giorno,
un piccoletto grande presepe."[...]

Invece il milanese Alessandro Manzoni nel suo inno sacro titolato "Il Natale" ha scritto:
"presepio: [...]"La mira Madre in poveri
panni il Figliol compose,
e nell'umil presepio
soavemente il pose;
e l'adorò: beata!
innanzi al Dio prostrata,
che il puro sen le aprì." [...]
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Dicembre 2019, 10:00:49 AM
Presepe /2

Nei Vangeli canonici non è menzionata la grotta come luogo di nascita di Gesù  La descrivono due Vangeli apocrifi, il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo Matteo che risalgono al II secolo dopo Cristo. La descrivono rifulgente di luce, "come se vi fosse il sole".

Di una grotta parlò, per la prima volta il filosofo e martire palestinese  Giustino, originario di Flavia Neapolis, l'odierna Nablus. Egli circa  150 anni dopo gli avvenimenti scrisse: "Al momento della nascita del bambino a Betlemme, poiché non aveva dove soggiornare in quel villaggio, Giuseppe si fermò in una grotta prossima all'abitato e, mentre si trovavano là, Maria partorì il Cristo e lo depose in una mangiatoia, dove i Magi, venuti dall'Arabia lo trovarono" (Dialogo con Trifone, 78).

Il Protovangelo di Giacomo (elaborato tra il 140 ed il 170) amplia i racconti degli evangelisti Luca e Matteo e rielabora le narrazioni canoniche sulla natività. Questo libro è considerato il più antico testo cristiano che sostenga la verginità di Maria prima, durante e dopo la nascita di Gesù. Racconta di fantastici miracoli ed indica la grotta come luogo di nascita di Gesù.  Ma nel  testo greco del suo Vangelo, Luca usa la parola "kataluma"  (= caravanserraglio) per identificare il luogo dove Giuseppe e Maria cercarono alloggio: non in una grotta né in una stalla.  E il neonato Gesù dopo la nascita fu deposto in una mangiatoia nel caravanserraglio, luogo di sosta e ristoro per i carovanieri ed il loro bestiame.


Si attribuisce al filosofo e teologo cristiano Origene Adamanzio (185 – 254) l'ideazione della stalla come luogo della natività di Gesù. Origene, interprete delle profezie di Abacuc e di Isaia (1, 3), nella sua tredicesima omelia afferma la presenza del bue e dell'asino nella  cosiddetta stalla:  ):"Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende".
Gli animali vicino alla mangiatoia diventano i simboli del popolo ebreo e dei pagani. Davanti al Dio che nasce in una stalla tutti gli uomini, erano come buoi ed asini, privi di intelligenza e conoscenza.
Gli angeli presenti nella scena della Natività sono il modello di creature superiori, testimoni dell'evento straordinario.

La bugia di Origene fu creduta vera e tramandata.

Nel vangelo apocrifo del VI secolo attribuito allo pseudo Matteo c'è scritto: "Il terzo giorno dopo la nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla: mise il Bambino nella mangiatoia ed il bue e l'asino lo adorarono, e si avverò ciò che era stato preannunciato dal profeta Isaia".

Il papa emerito Benedetto XVI nel suo libro "L'infanzia di Gesù" ricostruisce l'iconografia cristiana e natalizia e conferma che il bue e l'asino non erano nella stalla con Gesù. Però, dice Ratzinger,  nell'Antico Testamento il profeta Isaia afferma:  "Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende" (1, 3) . Probabilmente, prosegue l'ex pontefice, anche altri due libri della Bibbia, quello di Abacuc e dell'Esodo ebbero influenza.

Per informazione cito anche il "Vangelo dello pseudo-Tommaso" e il cosiddetto "Vangelo arabo dell'infanzia".


Il "Vangelo dello pseudo Tommaso" fu scritto nella seconda metà del II secolo. Narra fantasiosi miracoli compiuti da Gesù bambino, che viene considerato capriccioso e vendicativo. Alcuni elementi di questo testo furono accolti a livello artistico nella tradizione cristiana.  

Il "vangelo arabo dell'infanzia"  non si sa quando fu scritto. Gli studiosi ipotizzano tra l'VIII ed il IX secolo. Anche questo testo contiene racconti fantasiosi relativi all'infanzia di Gesù.


A Betlemme sul presunto luogo della nascita di Gesù nel IV secolo vi si recavano numerosi pellegrini cristiani, perciò nel 326 imperatore Costantino  I vi fece costruire la basilica della natività. Attualmente è costituita dall'unione  di due chiese e da una cripta, la "grotta della Natività.

L'accesso alla basilica è consentito solo attraverso una porta, detta "Porta dell'Umiltà", un passaggio, stretto e basso, resa così per evitare l'ingresso a cavallo come  avveniva nel passato. Delle tre porte originarie è rimasta solo questa, poiché le altre due sono state murate.

A fianco dell'abside centrale  ci sono due scale che consentono l'accesso  nella cripta (Grotta della Natività), di forma rettangolare lunga 12,3 metri e larga 3,5 metri con due zone distinte:  

quella in cui, secondo la tradizione cristiana,  sarebbe nato Gesù; il punto è simbolicamente segnato da una stella d'argento in cui è incisa, in latino  la frase "Qui dalla Vergine Maria è nato Cristo Gesù";

e quella in cui era situata la mangiatoia in cui Maria avrebbe deposto il neonato.

(https://www.bing.com/th?id=OIP.hldgmi7zuqbHexatUGsONwHaFj&w=225&h=168&c=7&o=5&pid=1.7)
La stella d'argento indica il "punto" dove, secondo la tradizione, nacque Gesù.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Dicembre 2019, 10:38:47 AM
Le prime rappresentazioni artistiche paleocristiane della nascita di Gesù e dell'epifania sono testimoniate dagli affreschi parietali nelle catacombe e dai frontali marmorei dei sarcofagi. Le scene raffigurano il neonato Gesù disteso nella mangiatoia, con Maria, l'asino e il bue; oppure mostrano l'adorazione dei pastori o dei Magi.

(http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/wp-content/uploads/2016/12/3-Particolare-del-sarcofago-di-Adelfia-Siracusa-330-dopo-Cristo.jpg)
Questo frammento di sarcofago del 330 fu rinvenuto ad Adelfia (prov. di Siracusa) nel 1872 in un cubicolo delle catacombe di San Giovanni:  presenta il bambino in fasce nella mangiatoia, la Madre seduta su una roccia, il bue e l'asino (Museo archeologico regionale "Paolo Orsi").


(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/66/9821_-_Milano_-_Sant'Ambrogio_-_Sarcofago_di_Stilicone_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_25-Apr-2007.jpg/1024px-9821_-_Milano_-_Sant'Ambrogio_-_Sarcofago_di_Stilicone_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto_25-Apr-2007.jpg)
Milano, basilica di Sant'Ambrogio, sarcofago di Stilicone, IV secolo.(http://file:///C:/Users/Rodolfo/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image004.jpg)
Gesù, anche se è in fasce, ha il volto di un adulto. Lo vegliano un bue e un asino. Dietro i due animali ci sono uccelli che beccano un grappolo d'uva.


In Italia, dal IV secolo al XIII ci furono numerose rappresentazioni scultoree e pittoriche  della Vergine distesa su un letto accanto al Bambino poggiato nella mangiatoia, oppure lei adorante in ginocchio o seduta.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: myfriend il 04 Dicembre 2019, 10:48:43 AM
La tradizione è importante. Guai a cancellare la tradizione.
Nella tradizione c'è la nostra "storia"...la nostra identità di popolo e la nostra cultura.
La tradizione è, quindi, "sacra".

Grazie per l'informazione. Nel mio prossimo viaggio natalizio penso proprio che mi recherò a Greccio...preziosa informazione la tua.
Ne farò tesoro.

Tuttavia...dobbiamo essere vigili: MAI scambiare la tradizione per verità storica.
La tradizione è importante...ma è importante per i "signficati" che essa ci trasmette.
E, per me, l'unico e vero significato di questa tradizione del Presepe sta nel fatto che "la storia la facciamo noi". Sono gli "umili" che fanno la storia.
Certo...i re, le regine...i condottieri e i potenti "indirizzano" la storia politicamente. Ma l'evoluzione dell'umanità (questo io intendo per Storia con la "S" maiuscola) la fanno le persone comuni...le persone ordinarie. Cioè ciascuno di noi.
"La realtà è come noi la facciamo...istante-per-istante."
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Dicembre 2019, 13:00:33 PM
Grazie a te Myfriend !

Fin dall'alto Medioevo la nascita di Gesù e l'epifania venivano ricordate con sacre rappresentazioni  interpretate da attori, di solito sul sagrato delle chiese. Invece per il Natale del 1223, Francesco d'Assisi, volle rievocare di sera la  nascita di Gesù.

Si narra che nel novembre di quell'anno  tramite l'intercessione della nobildonna Jacopa dei Settesoli e del cardinale Ugolino, il pontefice Onorio III ricevette alla corte papale in Roma Francesco e alcuni suoi compagni di vita eremitica.

Il poverello di Assisi ormai quasi cieco,dopo aver contratto  durante il suo viaggio in Palestina una grave malattia agli occhi, chiese al pontefice l'autorizzazione alla predicazione del Vangelo e la bolla papale  con l'autorizzazione di una Regola per i  suoi seguaci.
Chiese anche l'autorizzazione per realizzare un presepe a Greccio in una grotta simile a quella di Betlemme per ricordare la povertà in cui nacque il Bambino Gesù. Il pontefice Onorio III accolse le richieste di Francesco.

Di ritorno a Greccio, Francesco venne ricevuto dal feudatario del luogo, Giovanni Velita. Costui lo interrogò sulle vicende romane e promise  di aiutarlo a realizzare  la rievocazione della natività sera del 24 dicembre del 1223 nella grotta dove il santo si  ritirava  in preghiera con i suoi compagni.  


Fra Tommaso da Celano, biografo della vita di San Francesco racconta che "C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme."
("Vita prima", cap. XXX, 468 - 469)

Alticama, moglie di Giovanni Velita, confezionò  con le sue mani un'immagine del bambino, tipo bambolotto, da mettere nella mangiatoia.  La scena venne animata dalla presenza dell'asino e del bue, ma non erano previsti i ruoli di Maria e Giuseppe.

Quell'evento ebbe notorietà anche per merito dei frati francescani che successivamente fecero costruire in quel luogo una cappella rurale e poi il complesso conventuale.  

(http://www.visitgreccio.com/sites/default/files/field/gallery/visit_greccio_santuario_greccio_panorama_0.jpg)

Greccio, la rupe sulla quale  fu costruito  il complesso conventuale francescano che ospita il "santuario del presepe",

(http://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/06/62/f0/04/grotta-del-presepe.jpg)

La "grotta del presepio" nel 1228 venne trasformata in cappella: c'è un altare, e nella lunetta l'affresco rappresenta la "natività di Gesù",  fu dipinto nel 1409  da Giovanni di Giovannello di Paulello, noto come "maestro pittore di Narni", attivo in Umbria  nel primo quarto del XV secolo.

Questi sono i due riquadri


(http://www.medioevoinumbria.it/wp-content/gallery/resources/santuario%20greccio%20(3).jpg)

(http://www.medioevoinumbria.it/wp-content/gallery/resources/santuario%20greccio%20(4).jpg)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Dicembre 2019, 15:46:50 PM
(https://restaurars.altervista.org/wp-content/uploads/2016/12/basilica_di_santa_maria_maggiore_panoramica-720x368.jpg)
Roma, basilica di Santa Maria Maggiore

Nel VII secolo questa basilica fu titolata a Santa Maria in Praesepium perché giunsero da Betlemme alcune reliquie, tra le quali la  cosiddetta "mangiatoia" dove venne adagiato  il neonato Gesù,  e le fasce ("fasciatori") che lo "avvolgevano".  

Le reliquie vennero collocate all'interno di un'apposita cappella, che nel tempo fu decorata e accolse anche il  gruppo di sculture del presepe realizzato nel 1291 circa dall'architetto e scultore Arnolfo di Cambio su  commissione di Niccolò IV, il  primo papa appartenente all'Ordine francescano:  pontificò dal 1288 al 1292.

Sisto V (1585 – 1590), che  era stato  il papa che più dei suoi predecessori aveva saputo ridare vigore alla città depauperata dal "sacco" di Roma del 1527, commissionò all'architetto Domenico Fontana il progetto e la costruzione nella Basilica di Santa Maria Maggiore di una cappella dedicata al Santissimo Sacramento, degna anche di custodire i gruppi scultorei del  presepio arnolfiano.
Nei vari spostamenti ci furono danni e dispersioni di statue, come quelle della Vergine e del Bambino.

Attualmente il gruppo scultoreo arnolfiano è custodito nella cripta della Basilica di Santa Maria Maggiore,  ma è incompleto.  

(http://www.itineroma.it/wp-content/uploads/2014/01/presepe-arnolfo-di-cambio.jpg)

I cultori del presepio reputano sbagliato indicare come presepiali le sculture in bassorilievo o altorilievo che raffigurano la Natività. Le statue  per il presepe debbono essere "a tutto tondo".

Il primo presepe scolpito a tutto tondo è conservato nel Seminario patriarcale di Venezia. Le petrose statue furono realizzate nel 1240 circa. Le figure hanno caratteristiche simili alle statue (in altorilievo)  che sono nella lunetta del timpano della basilica forlivese di San Mercuriale, realizzate nel 1230 circa dal "Maestro dei mesi", che lavorò anche  nel duomo di Ferrara e fu  allievo dello scultore Benedetto Antelami.

Alcuni studiosi considerano il primo presepio con statue in legno a tutto tondo  quello conservato  a Bologna in una cappella nella chiesa della Trinità che fa parte del complesso ecclesiastico di Santo Stefano o delle sette chiese.  Rappresenta l'adorazione dei Magi e  fu scolpito alla fine del XIII secolo dal cosiddetto "maestro del crocefisso".

Nel periodo rinascimentale  furono realizzate da noti artisti delle opere di tipo presepiale nei dipinti, sculture in legno e in terracotta.

Il grande sviluppo dei presepi ci fu nel '600 e nel '700, durante i quali primeggiarono  alcuni artigiani napoletani. Le rigide  statuine furono sostituite con manichini snodabili, vestiti con  pregiate stoffe. Numerose nobili famiglie napoletane fecero a gara  per allestire nelle loro dimore il più bel presepio. Aggiunsero alla scenografia case tipiche dei borghi agricoli,  negozi, statuine che raffigurano commercianti, artigiani, popolani.

Tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX   nel periodo natalizio comincio a diffondersi l'allestimento del presepio anche nelle case della borghesia e  poi degli strati sociali marginali. Tale tradizione ancora continua, anche se da almeno 50 anni sta avanzando l'usanza dell'albero di Natale.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 04 Dicembre 2019, 17:08:41 PM
Sono un grande esperto di composizione dei presepi. Sin dalla più tenera età fui apprendista di mio padre nel realizzarli. Mio papà era estremamente fantasioso e questa qualità la riversava copiosamente anche in questa attività. Ricordo che ci prendeva un intero fine settimana. A quel tempo , saccheggiando un vecchio cassettone tarlato nella soffitta del Toni, dopo averlo naturalmente scrollato per bene per far uscire eventuali, ma non improbabili, topini, trovai  le famose, leggendarie statuine in gesso risalenti ad un'imprecisatà età antica. Per 'antico' mio nonno non andava più in là del suo di nonno, però, quindi potevano pure avere centinaia d'anni come decine...
Queste statuine erano date per perdute. Il ritrovarle accrebbe in maniera significativa la mia autostima di bambino. Fu un'impresa per me, in poche parole...Mia nonna mi gratificò per la riscoperta con una spessa fetta di polenta arrostita sulla legna, con la sopressa ovviamente. Mio nonno, sbuffando come faceva di solito dalla pipa, mi concesse di utilizzarle nel mio presepe con il silenzio. Il silenzio dei vecchi contadini era un vero enigma per me all'epoca: era un sì o un no? Chi poteva saperlo? A parte mia nonna che sicuramente, come tutte le donne che ti vogliono bene sul serio, leggeva nella sua mente come in un libro stampato. Almeno così a me pareva.  Naturalmente, il desiderio di poterle utilizzare,  mi fece propendere per il sì...
Arrivato a casa mi accorsi, dopo averle scrutate con più attenzione, che erano veramente malridotte. Alla Madonna mancava il naso e un orecchio; a San Bepi il braccio che reggeva il bastone; l'asino, ridotto senza le orecchie, pareva un pecorone e il bue era senza corna. Un disastro insomma...
Solo il bambinello era integro seppur con un volto camuso, indecifrabile. Mi venne quasi da piangere. Per i pastori non mi preoccupai, visto che il centro del presepe era la sacra famiglia, ma erano messi pure peggio...
Queste statuine di gesso non erano piccole e quindi mio padre, con un'idea che allora mi fece sussultare di speranza, si rivolse ad un suo amico che lavorava i gessi per gli stampi in ceramica. Questi rattoppò e sistemò come meglio potè i cinque manufatti e, quando il gesso si fu ben seccato, iniziai il mio lavoro di giovane restauratore. Mio papà però...capita a volte di dimenticarsi di dire qualcosa ai figli, qualcosa d'importante...si dimenticò di dirmi di non usare i pennarelli di scuola per colorare il gesso...Lascio immaginare il pietoso risultato.
Quel che però mi rattristò sul serio...diciamo più precisamente che mi inquietò sul serio...era il fatto che dovevo riportare, dopo le Feste, le statuine dal nonno Toni. Quando lo riferii alla mamma , questa si mise a ridere e mi disse che sarebbe rimasto il nostro segreto...
Naturalmente non le riportai più indietro. Sono ancora nella Villa, da qualche parte... 
Un giorno di questi, se m'assale la nostalgia, forse vado a cercarle ancora una volta.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 05 Dicembre 2019, 14:41:15 PM
Sari sei bravissimo nell'esporre i tuoi ricordi. L'incipit del tuo racconto presepiale mi fa pensare ad Eduardo De Filippo nella commedia tragicomica "Natale in casa Cupiello". :D


Per quanto riguarda l'albero di Natale..., questa tradizione ebbe inizio nel nord Europa. Trae origine  da rituali pagani che simboleggiavano la rinascita del Sole dopo il  solstizio d'inverno.

La primogenitura dell'albero di Natale la pretende la città di Riga, capitale della Lettonia.
Nel centro storico c'è la piazza "Ratslaukums", sulla quale si affaccia anche il municipio. Nel selciato è stata affissa una lastra disegnata che simboleggia i rami d'abete e nel contempo indica in 8 lingue diverse il punto dove nel 1510, nel periodo natalizio, fu collocato il primo "albero di Natale": un abete addobbato, si dice,  con carta colorata, mele e dolciumi, poi venne bruciato come auspicio di prosperità per l'anno successivo.(http://[url%3dhttps://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/0c/19/92/94/riga-la-lapide-che-ricorda.jpg)
 
(https://ristorantesolferino.com/cms/wp-content/uploads/a.png)        
(sui bordi della petrosa lastra ottagonale c'è incisa in otto lingue la scritta: "Il primo albero di Natale, a Riga nel 1510".)

Ma il preteso primato della capitale lettone è contestato dagli estoni, che credono di essere stati loro nel 1441 ad allestire e addobbare il primo abete  a Tallinn, capitale dell'Estonia, in occasione del mercatino dell'Avvento nella loro città, nella piazza del municipio. Lo sostiene lo storico estone Jiri Kūskemā.


(http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p3/2013/11/14/Societa/Foto/TNX-1576-tallin_2.jpg)
(Tallinn: la Piazza del Municipio innevata e le casette in legno dove si vendono prodotti natalizi nel periodo dell'Avvento)


Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase nel nord e centro Europa.  I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nello scorso secolo questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Da alcuni anni viene allestito pure in Vaticano, in piazza San Pietro, insieme al presepe.

Nel 19/esimo secolo la tradizione dell'albero di Natale fu introdotto negli Stati Uniti d'America da immigrati tedeschi.

E dagli Stati Uniti la moda dell'albero di Natale giunse in Italia dopo la seconda guerra mondiale, anche per merito dei commoventi film importati dal U.S.A. e della televisione, che iniziò le tramissioni nel 1954.  
L'abete e non il pino è il vero albero di Natale. Nell'abete gli aghi sono attaccati a mazzetti, invece nel pino gli aghi sono singoli.
 
L'abete (vero o di plastica) viene addobbato con sfere colorate, luci, festoni, filamenti color oro e argento che simboleggiano i capelli delle fate secondo leggende nordiche.


Spesso vicino l'albero vengono posate sul pavimento le confezioni natalizie con i regali da offrire ai familiari nel giorno di Natale.

Fra  i numerosi canti natalizi alcuni sono diventati famosi, come l'italiano "Tu scendi dalle stelle",  il tedesco "O tannenbaum", l'austriaco "Stille nacht" (in italiano "Astro del ciel")  gli americani "Jingle bells" e "White Christmas". E' invece di origine irlandese il testo e la melodia del canto"Adeste fideles".
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Lady Joan Marie il 05 Dicembre 2019, 15:48:22 PM
La magia del Natale, secondo me è in ognuno di noi...
In tutti coloro che credono che in un Bambino è nato un Dio che ci ama così tanto da prendere forma umana. Tutti non possiamo non considerare questa verità, certo il presepe, l'albero di Natale e le città e le case che sono vestite a festa è bellissimo, ma la magia del Natale è nel Natale stesso che ci porta a riflettere che Dio ci ama...  :)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: anthonyi il 05 Dicembre 2019, 18:48:27 PM
Citazione di: altamarea il 01 Dicembre 2019, 21:39:45 PM

Nel 325 ci fu il Concilio di Nicea e nel 336 la Chiesa di Roma istituì la festa di Natale fissando la data al 25 dicembre.


Ciao altamarea, la celebrazione del natale nasce un po' prima del 336, per un certo periodo venne celebrata alla fine di marzo, poi nel 336 viene fissato al 25 dicembre.
BUON AVVENTO A TUTTI !
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 05 Dicembre 2019, 20:56:56 PM
Ciao Anthonyi, per il dies natalis Christi mi sono attenuto al "Chronographus" del Filocalo, pur sapendo del Natalis Solis Invicti e dei Saturnalia, ma su questi temi  argomenterò in seguito.

Mi interessa il tuo riferimento del dies natalis Christi alla fine del mese di marzo. Su quale festa pagana si sovrappose ? Forse alla cosiddetta "Festa primaverile di Hilaria" che si svolgeva dal 22 al 27 marzo in onore di Attis e Cibele (la Magna Mater), entrambe divinità protettrici anche della vegetazione e  connesse al ciclo di morte e resurrezione della Natura ?
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: anthonyi il 06 Dicembre 2019, 12:36:06 PM
Ciao altamarea, perché dai per scontato che la celebrazione di marzo fosse sovrapposta a un'altra celebrazione ? Forse il discorso che fecero allora fu l'esatto contrario, le prime celebrazioni del natale si realizzano, per volere di Costantino, a Roma, in locali adiacenti alla grotta di Romolo e Remo, il luogo nel quale storicamente aveva luogo il rito del Lupercale, che mi sembra si realizzasse in febbraio, e che era certamente nella tradizione Romana il rito più forte e anche per le sue caratteristiche disturbava il rito natalizio, forse è anche per questo che il natale venne spostato a dicembre.
saluti
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 06 Dicembre 2019, 15:26:43 PM
Grazie Anthony per la tu informazione. L'avevo letta tempo fa, ma desidero approfondirla per capire il collegamento con il dies natalis del 336.

6 dicembre: san Nicola

San Nicola nacque a Pàtara di Licia (Anatolia) nel 270  e morì nel 343 a Myra (attuale Demre, nella Turchia meridionale) città in cui fu vescovo.  Questo santo è conosciuto come Nicola di Myra o Nicola di Bari. Le sue reliquie, dopo varie vicissitudini, sono custodite, secondo la tradizione, a Bari e Venezia.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/aa/Carte_Lycie.png/220px-Carte_Lycie.png)

La devozione verso san Nicola, considerato taumaturgo, protettore dei marinai e uomo caritatevole, venne diffusa dal VI secolo  nel bacino del Mediterraneo ed in Europa. I monaci ortodossi diffusero in Russia il culto per questo santo.

L'etimo del nome "Nicola" deriva dall'unione di due parole greche "Nike" (= vincitore) + "Laos" (= popolo), cioè: "vincitore del popolo".

Nella mitologia greca la dea Nike  è la personificazione della vittoria, raffigurata come una donna con le ali, da cui deriva l'appellativo di "Vittoria Alata".Viene menzionata per la prima volta da Esiodo nella Teogonia. Nike è celebrata in occasione delle vittorie nelle gare atletiche o artistiche, ma anche negli scontri bellici.

Le spoglie di Nicola, vescovo di Myra,  furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087. In quell'anno  furono trafugate da una spedizione di 62 persone tra marinai e mercanti partiti da Bari a bordo di una nave.  Tornarono nel capoluogo pugliese il 9 maggio 1087 col "sacro bottino" e furono accolti trionfalmente dalla popolazione. Le reliquie  vennero custodite nella chiesa dell'abbazia benedettina.

A questo santo la leggenda ha assegnato un gesto che persino Dante rievoca quando parla della "larghezza che fece Niccolao a le pulcelle, per condurre ad onor la giovinezza" (Purgatorio XX,31-33): tre giovani donne, che un padre in miseria le voleva destinare alla prostituzione per ragioni di sopravvivenza.
Nicola per aiutarle s'introdusse  di notte nella loro stamberga e regalò loro tre piccole borse con monete d'oro. Quel leggendario dono dette origine all'uso dei regali di "Sankt Niklaus", così denominato nell'area anglosassone. Col tempo il nome fu deformato in "Santa Claus". In Italia è conosciuto come "Babbo Natale".

Nei dipinti viene rappresentato  con l'abito talare vescovile e la mitra; con la mano sinistra sorregge il bastone pastorale e con la mano destra benedice nel modo greco-ortodosso; altri simboli collegati alla sua figura carismatica sono: il libro dei Vangeli, le  tre sfere d'oro, oppure tre sacchetti con le monete, per ricordare il suo aiuto alle tre ragazze.

(https://www.cremaonline.it/articoli/images/ru20388a.jpg)

In Italia e all'estero sono molte le chiese dedicate San Nicola e numerose sono le tradizioni in suo onore.  

Nell'attuale Turchia, dove nacque e fu vescovo, viene chiamato  "Noel Baba".

(https://gazetemanifesto.com/wp-content/uploads/2018/01/Noelbabaheykeli.jpg)
Statua di Noel Baba a Demre (ex Myra, dove san Nicola fu vescovo).  In precedenza  nello stesso luogo c'era la statua che rappresentava san Nicola. Il cambio è stato effettuato con la speranza di aumentare l'afflusso di turisti.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 06 Dicembre 2019, 16:20:58 PM
/2  6 dicembre: san Nicola 

San Nicola: in lingua latina "Sanctus Nicolaus";  nella lingua olandese "Sint Nikolaas", modificato  nel tempo in "Sinter Klaas". Questa  modalità fonetica fu introdotta negli Stati Uniti d'America da immigrati originari del nord Europa, ma negli U.S.A. il nome  del santo subì un'altra modifica dai parlanti la lingua inglese e Sinter Klaas divenne Sankt Niklaus (= portatore di doni) ed infine Santa Klaus, personaggio ideato dallo statunitense Washington Irving e conosciuto in Italia col nome di "Babbo Natale. 

(http://www.intofineart.com/upload1/file-admin/images/Jan%20Steen18.jpg)
Jan Steen: "Festa di san Nicola", 1668 circa; Rotterdam (Olanda), Museo Boijmans van Beuningen

E' uno dei dipinti più noti della storia dell'arte olandese. Sono rappresentate le abitudini ancora oggi in uso  la mattina del 6 dicembre in Olanda, momento in cui la famiglia si riunisce in cucina e i bambini scoprono i doni che, secondo la tradizione diffusa nel nord Europa, san Nicola calandosi dal camino, va a mettere nelle scarpe lasciate in vista sul pavimento.
Il pittore Jan Steen ha raffigurato la scena che si svolgeva nel proprio ambiente domestico e col ricorso ai propri figli come modelli. La bambina è raffigurata al centro mentre sorregge i doni. Dietro di lei c'è il fratello con una specie di mazza da golf con la pallina in terra.
Vicino alla bambina c'è il fratello più grande che piange perché ha trovato nella sua scarpa ha trovato soltanto verghe, ma viene confortato dalla nonna che ride. Gli usi in questa composizione pittorica sono all'origine dei costumi che nel XIX secolo vennero associati al periodo natalizio con l'intervento di nuovi e differenti portatori di doni, tra cui il tedesco "Weihnachtsmann" (= Uomo di Natale), il russo "Ded Moroz" (= Nonno Gelo) e l'americano "Santa Claus".


In Olanda san Nicola è anche il patrono della città di Amsterdam.


Per comprendere il favoloso personaggio Santa Klaus si deve tener presente l'agiografia di San Nicola e le tradizioni popolari a lui collegate: San Nicola offre doni, Santa Klaus (o Claus) porta doni.
 
 Nell'immaginario collettivo Santa Klaus ha l'aspetto di un simpatico e panciuto uomo anziano con la folta barba e baffi bianchi, che nella notte della vigilia di Natale entra nelle case per lasciare sotto l'albero di Natale i regali.
 
 Ma chi creò tale personaggio ? Il progenitore è il newyorchese Washington Irving (1783 – 1859), che  nel 1809 scrisse  l'umoristica  "History of New York" usando lo pseudonimo di Diedrich Knicherbocker. Il testo satirico descrive la vita nella colonia olandese di  New Amsterdam (l'attuale New York) e cita Sinter klaas,  non  come santo ma immaginato come una polena affissa sulla prora del vascello "Buona dama",  con l'aspetto di un marinaio olandese che indossa un mantello verde e con la pipa in bocca. Irving narra che mentre la nave stava entrando nel porto di quella città,  la polena all'improvviso si animò, scese a terra e prese un cavallo legato ad un carro pieno di regali. Con questo cominciò prodigiosamente a volare sul cielo di quella città e a fermarsi sui tetti delle case dove erano i bambini, ai quali calava i doni attraverso i camini.

Su questo tema ci furono poi interventi letterari di altri autori. Il 23 dicembre del 1823 sul quotidiano di New York "Sentinel Troy" venne pubblicata l'anonima poesia "An account of a visit  of St. Nicholas", scritta dall'insegnante di lingue e letterature straniere Clement Clark Moore (1779 –1863). La poesia è nota  col suo incipit:  "Twas the Night Before Christmas" ("Era la notte prima di Natale") o come "The Night Before Christmas" ("La notte prima di Natale"). Questo testo poetico  fu fondamentale per lo sviluppo della figura del moderno Santa Klaus/Babbo Natale: contribuì a collegare il popolare portatore di doni alle date del 24 e 25 dicembre anziché al 6 dicembre (giorno dedicato dalla Chiesa alla commemorazione di San Nicola) e a "separare" il santo dal suo "erede", Santa Claus/Babbo Natale.

Una delle prime versioni illustrate della poesia di Moore  è  del 1830, disegnata da Myron B. King, che mostra Santa Claus in cima ad un tetto con la slitta trainata da  renne.
Invece l'illustratore statunitense di origine tedesca Thomas Nast (1840 – 1902) disegnò nel 1863 per la rivista "Harper's Weekly"  la classica versione di Santa Claus. Prima di allora, la maggior parte delle rappresentazioni di Babbo Natale mostravano un uomo alto e magro. Nast, invece, disegnò un uomo anziano, in tunica,  paffuto, con fluente barba e baffi bianchi. In numeri successivi della rivista, il cartoonist immaginò Santa Klaus proveniente dal Polo Nord, dove aveva una fabbrica di giocattoli  realizzati da un gruppo di elfi che lavoravano per lui. Nella notte di Natale caricava i doni sulla slitta trainata da  renne volanti e poi via in giro per far avere ai bambini i regali desiderati... se possibile. 

(https://www.comune.giussano.mb.it/flex/images/a/c/2/D.e2061cb3b1ff45fc8f86/Babbo_Natale_g.jpg)
Il passaggio da Santa Klaus al cosiddetto Babbo Natale avvenne casualmente dopo il crack di Wall Street nel 1929 e la conseguente recessione economica che causò alla Coca Cola il crollo delle vendite della bibita.  Per rilanciarle, quell'azienda decise nel 1931 di imperniare la campagna pubblicitaria invernale facendo del popolare Santa Klaus il "testimonial" della bevanda. 
 Venne chiesto al pittore Haddon Sundblom di ridisegnare Santa Klaus, che fino ad allora veniva immaginato vestito con abiti azzurri, grigi o  di color marrone. Sundblom, invece, lo veste con un fantasioso completo di giacca e pantaloni di colore rosso, con bordure di pelliccia bianca; stivaloni neri e lucidi, cappellino conico di colore rosso e listato con la bianca pelliccia; di aspetto sorridente e bonario, mentre sorregge sulla mano la bottiglietta sinuosa con quella bibita. L'idea fu vincente, le vendite migliorarono, ma quel che più conta, da quel giorno l'abito di Babbo Natale rimase rosso, come noi lo conosciamo. I primi disegni di Sundblom con il ritratto di Santa Klaus vennero pubblicati sul "The Saturday evening post" e su "Ladies home journal".
Haddon Sundblom, nato nel Michigan e cresciuto a Chicago, per il suo Santa Klaus si ispirò al viso sorridente di un suo amico, un pescatore in pensione di nome Lou Prentiss. Dopo la morte di questo, l'artista si ispirò su se stesso per le successive raffigurazioni.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Lady Joan Marie il 06 Dicembre 2019, 19:58:37 PM
San Nicola è anche il Santo protettore di Bari della mia amata Puglia, la mia bella regione! E sentirne parlare mi fa molto piacere e ti ringrazio per tutto ciò che scrivi Alta anche se io tutto ciò che concerne San Nicola lo sapevo già, ma è sempre un piacere rileggerlo, grazie!  ;)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Dicembre 2019, 15:41:25 PM
8 dicembre: Immacolata Concezione

Quest'anno la seconda domenica di Avvento coincide con la solennità dell'Immacolata Concezione, l'8 dicembre.

Cosa s'intende per immacolata concezione ? Non il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria, ma  che lei fu concepita  immune dal peccato originale per volontà di Dio.

Il peccato originale rappresenta la disobbedienza verso il volere di Dio da parte di Adamo ed Eva, progenitori dell'umanità.

Secondo la Chiesa cattolica per effetto del peccato originale, l'uomo eredita una colpa che, se non viene estinta con il sacramento del battesimo preclude la salvezza.

Nella Genesi il peccato originale è un peccato dello spirito, ma per il filosofo e teologo Clemente Alessandrino (150 circa – 250 circa) una delle conseguenze è la concupiscenza.

Per Agostino, vescovo di Ippona il peccato originale  si trasmette con l'atto sessuale: l'individuo è generato nella colpa, insita in ogni accoppiamento.  

Vittima di quell'ideologia sessuofobica  fu nel passato il matrimonio. Per correggere i peccati della "carne" furono redatti i penitenziali, elenchi di peccati e penitenze.

Per la Chiesa cattolica ogni essere umano nasce con il peccato originale, ma Maria quando fu concepita dai suoi genitori fu esentata, perché nel disegno divino doveva diventare la madre di Gesù Cristo. 

Secondo la tradizione cristiana i genitori di Maria si chiamavano Gioacchino (in ebraico Jojakim) e Anna (in ebraico Hannah). La loro leggenda è narrata in tre vangeli apocrifi: il Protovangelo di Giacomo (del 150 circa), il Vangelo dello pseudo Matteo (del V secolo) e nell'Evangelium de nativitate Mariae (del Vi secolo).

Su Maria di Nazaret la Chiesa cattolica deliberò in tempi diversi quattro dogmi:  il suo immacolato concepimento da parte dei suoi genitori, la sua verginità, la sua maternità e la sua assunzione in cielo.

Il termine dogma  indica in una religione una verità di fede non soggetta a discussione da chi si reputa seguace. 
 
Nella teologia cristiana la verità dogmatica discende dalla rivelazione divina, in modo diretto od indiretto, oppure da indicazioni di fede o di morale su un determinato argomento.


Nel passato il dogma dell'Immacolata Concezione indusse molti genitori  ad attribuire alle neonate i nomi di Concetta (=concepita senza peccato) e Immacolata. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Dicembre 2019, 15:45:15 PM
Immacolata Concezione  /2

Le prime dispute teologiche sull'immacolata concezione cominciarono nell'alto medioevo, ma  la prima teologia su tale tema  fu elaborata dal  francescano Duns Scoto (1265 – 1308). 

Papa Sisto IV, che pontificò dal 1471 al 1484 ed era stato in precedenza superiore generale dei Francescani, cominciò l'iter della definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione con due Bolle: "Cum praecelsa", del 1476, e "Grave nimis" del 1483.

Nei secoli successivi ci furono in merito altre Bolle pontificie, fino a quella di Pio IX, denominata "Ineffabilis Deus", dell'8 dicembre 1854, con la quale definiva verità di fede  l'Immacolata Concezione. 


A questo dogma sono collegate due "apparizioni" mariane riconosciute dalla Chiesa:

Nel 1830 Catherine Labouré, novizia in un monastero parigino, fece coniare una medaglia (detta poi la medaglia miracolosa) che riportava le seguenti parole, da lei viste durante un'apparizione della vergine Maria (avvenuta il 27 novembre dello stesso anno): "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi"

Nel 1858, quindi quattro anni dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio IX,  la "veggente" di Lourdes, Bernadette Soubirous,  riferì che la Vergine le si era presentata con le parole "Que soy era Immaculada Councepciou" ("Io sono l'Immacolata Concezione", in lingua occitana).
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Dicembre 2019, 15:47:18 PM
Iconografia e simbologia dell'Immacolata Concezione

"Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te." (=Tutta bella sei, Maria, ed in te non c'è la macchia originale del peccato): la frase è tratta da una delle melodie mariane più popolari, ma è la rielaborazione di un versetto del "Cantico dei Cantici".

Un altro versetto divenuto celebre nella storia dell'arte sacra è  nel 12/esimo capitolo dell'"Apocalisse", scritta dall'evangelista Giovanni:  "Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle."

I due suddetti versetti ed altre frasi tratte da testi religiosi contribuirono a formare l'iconografia di Maria concepita senza il peccato originale. La rappresentazione simbolica  che si affermò fu  realizzata nel '600  dal pittore spagnolo di corte Francisco Pacheco, censore artistico dell'Inquisizione,  suocero e maestro del pittore Diego Velàzquez.

Pacheco raffigurò l'Immacolata come un'adolescente dai lunghi capelli e per i dettagli  trasse ispirazione dal citato versetto dell'Apocalisse:

- immaginò la Vergine in una visione celestiale ("nel cielo apparve un segno grandioso"...);

- con l'abito splendente ("vestita di Sole");

- la luna in fase calante o crescente, a forma di falce, sotto i suoi piedi ("con la luna sotto i suoi piedi");

- "e sul suo capo una corona di 12 stelle".

Un altro interessante dettaglio è  il cingolo o cordone che cinge ai fianchi  la tunica della Madonna.  Nei dipinti commissionati dai  frati Francescani, questi spesso pretesero la riproduzione del  cingolo  con tre nodi in uso nel francescanesimo: indicano i voti di povertà, castità ed obbedienza. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Dicembre 2019, 15:49:57 PM
Simbologia mariana e la bandiera d'Europa

La "corona di 12 stelle" oltreché simbolo mariano ispirato dall'Apocalisse dell'evangelista Giovanni è presente anche sulla bandiera d'Europa. Infatti raffigura  dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu.

Questa bandiera venne adottata dal Consiglio d'Europa  nel 1955, l'8 dicembre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra l'Immacolata Concezione.    

Le discussioni per la scelta iconografica dell'emblema cominciarono fin dalla fondazione del Consiglio d'Europa, istituito a Strasburgo nel maggio del 1949. Era un organismo in quel tempo   privo di poteri politici effettivi ed incaricato solo di porre le basi per la costruzione di una federazione europea.

Nel 1950 quel Consiglio bandì il concorso per  il bozzetto della bandiera della futura Europa unita.

Nel gennaio del 1955 cominciò la rassegna dei numerosi progetti presentati, al termine della quale scelse un disegno del francese Arsène Heitz. Il giovane alsaziano partecipò con un bozzetto che presenta 12 stelle su sfondo azzurro.

Lo scrittore  cattolico Vittorio Messori disse che al devoto mariano Heitz  l'idea gli venne dalla lettura dell'Apocalisse, ma di tale sua ispirazione non c'è traccia nei documenti ufficiali.  

Il 25 ottobre del 1955 l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approvò la scelta  della bandiera d'Europa con 12 stelle e fu adottata dagli Stati membri l'8 dicembre dello stesso anno.


Venne esposta per la prima volta  a Parigi, dove fu issata sul pennone del castello de "La Muette" il 13 dicembre 1955.    

Trent'anni dopo, nel 1985, i capi di Stato e di governo della Comunità europea decisero, col consenso del Consiglio d'Europa, di usare la stessa bandiera come simbolo dell'unione europea, istituita con il trattato di Maastricht nel 1992.


(https://www.bing.com/th?id=OIP.dA-znFMNgE62Fhiln_bTngHaE8&w=274&h=183&c=7&o=5&pid=1.7)

Questa è la bandiera di colore blu e di forma rettangolare  del Consiglio d'Europa e dell' Unione europea.
Il significato di perfezione è simboleggiato dal cerchio,  formato dalle 12 stelle d'oro a 5 punte che rappresentano idealmente l'unità,  la solidarietà e l'armonia tra i popoli d'Europa. Il numero delle stelle è invariabile, non dipende dal numero degli Stati membri.

Numerose nazioni che fanno parte della "confederazione" europea  raffigurano la  comune bandiera sia sulle banconote  e le monete sia sulle patenti di guida e targhe automobilistiche.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 08 Dicembre 2019, 10:17:59 AM
L'8 dicembre, in concomitanza della celebrazione dell'Immacolata Concezione, ci sono tre tradizionali eventi: l'allestimento del presepio e/o dell'albero di Natale, l'arrivo in città degli zampognari.

Del presepio e dell'albero di Natale ho  scritto in precedenti post, oggi descrivo

gli  zampognari

(http://1.bp.blogspot.com/-oUz-UUmp5MU/UBrdAaoI1jI/AAAAAAAAA6M/29RgPpnXup4/s1600/zampognari2.jpg)

Gli zampognari  sono  così chiamati perché suonano la zampogna, un antico strumento musicale. Le canne sono collegate ad un otre di pelle nella quale il suonatore insuffla l'aria.

Il nome della zampogna deriva dal latino "symphōnĭa" (sembra impossibile crederci, ma è vero), che significa armonia, consonanza di suoni.

(https://i.pinimg.com/originals/46/2f/f0/462ff0a499e4581df7b74422b66f5930.jpg)

Questo strumento musicale era diffuso nel Vicino Oriente e in altre località del Bacino del Mediterraneo.

Nel Libro del profeta Daniele la zampogna  è citata col nome in aramaico: "sumponyàh".

In epoca romana le lunghe marce delle legioni erano accompagnate dal suono di vari strumenti musicali, fra i quali una particolare zampogna derivata dal flauto di Pan, denominata In latino "utriculus" o "tibia utricularis".

Nel Medioevo e in epoca moderna la zampogna venne diversificata in varie tipologie territoriali, una delle quali è la cornamusa scozzese ("great highland bagpipe"), di quattro diversi tipi.  Veniva usata anche durante le battaglie.

(https://vdxl.im/woger_image/70043/main_im/channel/webshop/action/hd/image.jpg)

Ancora oggi ci sono reggimenti scozzesi che continuano a marciare al suono delle cornamuse.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 08 Dicembre 2019, 10:24:45 AM
L'abbigliamento degli zampognari
 
Nel passato l'8 dicembre in numerosi paesi e città  arrivavano gli zampognari. 

Le coppie di suonatori che giungevano a Roma di solito avevano ai piedi lunghi calzettoni di lana di pecora, al posto delle scarpe  usavano le "cioce", con lacci a forma di fettucce attorcigliate sulle gambe; indossavano pantaloni di velluto nero lunghi fino al ginocchio, giacche di lana di pecora o giacconi di montone,  e sulla testa mettevano un cappello nero, di feltro, di forma tronco-conica avvolto da nastro rosso. Si proteggevano dal freddo indossando il tabarro, il mantello a ruota, in panno pesante o di lana ruvida, di colore nero, allacciato al collo con un fermaglio.  A tracolla il tascapane, utilizzato per metterci il cibo nella prima parte del viaggio verso la città, e gli oggetti per la pulizia personale.

Così apparivano i suonatori di piffero e zampogna, che dall'Appennino centrale  andavano per le strade  della città per suonare le tradizionali melodie natalizie  e la speranza di ricevere in cambio offerte di denaro. Su prenotazione si recavano anche nelle case e nelle botteghe per suonare e cantare davanti al presepio o alle immagini di Maria col Bambino Gesù. Come compenso ricevevano cibo, dolciumi, denaro.

A Roma e a Napoli gli zampognari giungevano dalla valle del Liri  e dalla Val di Comino  (prov. di Frosinone), dal versante meridionale delle Mainarde, da Scapoli e Castelnuovo al Volturno, frazione del Comune di Rocchetta al Volturno (prov. di Isernia), da Fossalto (prov. di Campobasso).

Nel XIX secolo a Roma gli zampognari venivano chiamati "Li piferari" (i pifferai). Arrivavano nella capitale il 25 novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora Santa Caterina d'Alessandria (d'Egitto). Solitamente erano in due, talvolta tre: uno suonava la zampogna, un altro il piffero, il terzo cantava. 
Per la questua giravano per le vie della città, si fermavano a suonare vicino le edicole mariane diffuse nel centro storico. Ce ne ha lasciato il ricordo il noto pittore romano Bartolomeo Pinelli.

(http://www.pierotrincia.it/public/image/stampe_img/pifferai_roma_pinelli.jpg)
Bartolomeo Pinelli: "Li piferari in Roma"; acquaforte con coloritura, 1809.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Lady Joan Marie il 08 Dicembre 2019, 18:43:27 PM
Io li adoro gli zampognari, quando suonano il loro strumento da cui proviene il loro nome ti danno la sensazione di trovarti in un altro mondo... Quello natalizio! ;)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 09 Dicembre 2019, 00:30:40 AM
Il giorno di festa, il Natale tanto atteso dai bambini, si risolve in due fasi ben distinte. Nella prima dominano la gioia e i litigi tra fratelli o sorelle (adesso molto meno visto la maggioranza di figli unici...) per i regali ricevuti da Babbo Natale; nella seconda invece i lamenti  e gli accidenti tirati ai genitori per la frustrazione data dal dover tralasciare i trastulli e , ben imbaccucati, andare a porgere i doverosi auguri ai parenti. Spesso, anche in fase adulta, questa frustrazione si ripresenta immancabile al meriggio del dì di festa quando, abbandonato il tiepido divano o il cuscino per meditare, di solito sotto l'incalzare della compagna (raramente l'incontrario...), maldisposti si prende l'autovettura e ci si trascina colà, tra i parenti. Parenti che, soprattutto le adorabili suocere ...che Allah le protegga...già dal primo pomeriggio si mettono al lavoro per rendere giustizia all'ultimo centimetro quadrato di spazio disponibile ancora nello stomaco...
Chi non ha memoria di questo rito? Chi non ricorda il silenzio in auto mentre si viaggia all'imbrunire verso la dimora dei parenti o degli amici? Quel silenzio malinconico da pancia piena e sguardi spirituali sulle lunghe fila d'alberi spogliati dall'inverno? Silenzio rotto solo da frasi sconnesse, stanche, digestive:
-Certo che il pasticcio poteva venirmi meglio...-
-Ma no!...eeauumm!...era buono...-
-Ti avevo detto di prendere due pacchi di pasta per lasagne. Uno era troppo poco...-
-Ma se non siamo nemmeno riusciti a finirlo...-
-Sì...finirlo...due pacchi ci volevano...è che, come al solito...-
...(silenzio)...
-E' che, anche il giorno di Natale non riesci a...-
-A cosa?...-
-Non riesci proprio  a non essere...-
-Cosa?...-
-Tirchio! Come al solito...-
-Parsimonioso, non tirchio.-
-No, proprio tirchio. Quanto costava un altro pacco di pasta? Un euro e mezzo? Daiii...è più forte di te.-
-Almeno il giorno di Natale...-
-Il giorno di Natale no. Capodanno no. La Befana non si può. Non vuoi sentire critiche, ecco cos'è...-
-Anche se non voglio tu...-
-Lo devo fare, capisci? Lo dico per te. A me non importa. Lo sai che non tengo a queste cose...-
-Ehi! Guarda una coppia di cicogne in volo...-
-Sì, cambia discorso, come al solito...non sono cicogne. Da quanto non fai il controllo dal'oculista? Tiri anche su quello, vero?-

Così, spossati, si arriva dai parenti. La gioia del mattino, i baci appena svegliati, gli abbracci dei bambini, si mescolano con il malumore del pomeriggio, l'acidità di stomaco e quel senso di déjà vu che si colora soltanto di luci intemittenti delle luminarie, ossessive sotto il cielo che si fa buio prestissimo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 09 Dicembre 2019, 16:31:27 PM
Buon pomeriggio Sari.

Il Natale in famiglia  e i piacevoli o spiacevoli  ricordi dell'infanzia...

Ma da adulti ?

Molte persone  sono contente delle festività natalizie, tante altre vorrebbero evitarle perché per loro significa malinconia, solitudine, problemi nei rapporti familiari o problemi economici, oppure lavorativi.  

Si, lo shopping per i regali, la preparazione di pranzi e cenoni, la tensione psicologica e la stanchezza che inevitabilmente pervade chi ospita.

E le "visite parentali" ?  I parenti sono come i gatti: abitudinari.  Cambiare iter diventa difficile e si diventa preda di critiche. Meglio variare i tempi  per non suscitare. assuefazione. Anche se per anni ci si è comportati in un determinato modo, non significa che si debba per forza continuare a farlo.

A volte sentirsi ingabbiati nelle pretese dei diversi familiari può  essere stressante, e si pensa alle festività natalizie come una incombenza da superare  il prima possibile, da far diventare presto un ricordo e tornare alla "normalità" quotidiana.

Riti e rituali vanno bene nella liturgia ecclesiastica, invece  tra parenti, anche se rafforzano i legami,  alla lunga stancano, diventano noiosi.

Sari ti ricordi il film del 1992 titolato "Parenti serpenti" , diretto da Mario Monicelli ?

In quel film tutti i parenti, quattro nuclei familiari,  come ogni anno per le festività natalizie si riuniscono nella casa dei nonni. Tutto sembra scorrere tranquillamente, nell'ordinaria routine festiva, con cenone della vigilia, processione, tombolata, messa di mezzanotte e scambio di regali, ma nel giorno di Natale avviene l'imprevisto durante il pranzo..., con conseguenti litigi che liberano rancori, ipocrisie, gelosie.

Penso che per le festività natalizie sia meglio partire per una breve vacanza con la partner e gli eventuali  figli, se sono minorenni.

Non è più il tempo del detto popolare: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi".
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 10 Dicembre 2019, 10:45:46 AM
I preparativi per il Natale sembrano essere diventati principalmente il cibo, cene e cenoni, acquisti regali, il pensare ad addobbare la casa meglio e più al top degli altri;  tutto riguarda la materialità e l' esteriorità, d' altronde viviamo nell' epoca dei social, più sei social , più sei in vista e più hai consensi ( lo si vede anche in politica  :o ).

E la spiritualità che il cardine di questa festa? i rapporti con gli altri, le persone che ci sono accanto o anche distanti?
 
La sincerità e la voglia di stare un pò insieme, accogliere gli altri che ci stanno antipatici, i "diversi", gli emarginati, i folli, quelli non uniformati alle regole...

Quel bambino venuto due millenni fa a predicare l' amore e la fratellanza, sembra sia sempre più abbandonato e solo, verosimilmente al "freddo e al gelo"

Scusate cari amici, solo solo riflessioni personali per ciò che ho visto in questi giorni.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 10 Dicembre 2019, 13:20:12 PM
Isfrael ha scritto
CitazioneLa sincerità e la voglia di stare un pò insieme, accogliere gli altri che ci stanno antipatici, i "diversi", gli emarginati, i folli, quelli non uniformati alle regole...

Buongiorno Isfrael, nel "cronoprogramma" dei mei post riguardanti i commenti sulle festività natalizie ho "prematuramente" pensato di riservarli nei giorni dopo il dies natalis,  ma visto che stiamo argomentando su questo allora O.K.. Santa Lucia è il 13 dicembre, il post a lei dedicato può attendere. 

Dici di "accogliere gli altri che ci stanno antipatici". Ma dai,  questo buonismo masochista è inaccettabile. Mi dovrei angustiare pure nel periodo natalizio ? Sicuramente  non saremmo invitati al pranzo di Natale neanche da loro.

Per quanto riguarda i diversi, gli emarginati, i folli, ecc., questa gente, se mi è sconosciuta non mi attira. Se invece è persona di mia conoscenza e so che ha bisogno di aiuto, posso dargli del denaro, posso pagargli il pranzo in un ristorante. Se ha familiari, anche a questi, ma senza prolungamenti...

(http://i.telegraph.co.uk/multimedia/archive/02059/quebec-city_2059456a.jpg)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 10 Dicembre 2019, 14:34:15 PM
(http://arredamentoshabby.it/wp-content/uploads/2014/11/Stanza-con-decorazioni-natalizie-country-francesi-nella-foot-principale.jpg)
La casa a Natale: accogliente e festosaIntorno al presepe o all'albero di Natale ci sono le confezioni con i regali, le "strenne".

Il sostantivo "strenna" deriva dal latino "strēna".

"Strenae" erano i doni con significati simbolici o religiosi che i Romani usavano scambiarsi in particolari giorni di festa, come nei Saturnalia (17 – 23 dicembre in epoca domizianea) e alle calende di gennaio quale augurio per il nuovo anno. Tradizione poi passata alle cristiane festività natalizie.

In origine, alle calende di gennaio si donavano ramoscelli (verbenae) di alloro o di olivo, fichi, datteri e miele, perché l'anno fosse dolce come questi cibi. Col tempo  anziché questi doni furono offerte  anche somme di denaro.

Strēnĭa o Strēnŭa:  era una divinità della religione romana considerata protettrice della salute.  Secondo  Varrone e Festo  a questa dea erano dedicati un sacellum (altare) e un lucus (boschetto), il  "lucus Streniae", adiacenti la via Sacra, a Roma.  

Nel primo giorno dell'anno dell'antico calendario si svolgeva una processione: cominciava dal piccolo tempio dedicato alla dea Strenia. Le persone durante il cammino tenevano in mano un rametto verde staccato da alberi nel piccolo bosco, che era considerato sacro a questa divinità, ubicato nella zona del colle Esquilino.

La processione percorreva la via Sacra fino all'arco trionfale dedicato all'imperatore Tito nel foro major, poi  proseguiva verso la sommità della Rupe Tarpea, sul colle capitolino.

Il grammatico e letterato Marco Terenzio Varrone (116 a. C. – 27 a. C.) narra che il sacello dedicato alla dea Strēnĭa era ubicatotra i colli Celio ed Esquilino; secondo Ovidio era nelle vicinanze del Minervium, edificio templare dedicato a Minerva Capta o Capita, alle pendici del Celio.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 11 Dicembre 2019, 08:41:13 AM
13 dicembre:  Santa Lucia
Il nome Lucìa, con l'accento tonico sulla i, deriva dal latino "lux" (= luce). In questa lingua l'accento tonico nel nome anziché sulla i cadeva sulla u (lùcia): questa modulazione sonora fa comprendere meglio il collegamento con lux, lemma usato dai cristiani come segno e promessa di luce spirituale.

Lucia è il femminile del nome maschile "Lucius" (Lucio).

Lucia era anche il nome della ragazza nata nel 283 e vissuta a Siracusa che, secondo notizie agiografiche,  morì martire nella città natia il 13 dicembre del 304 durante la persecuzione anti-cristiana voluta dall'imperatore Diocleziano.

Il suo corpo fu deposto in un loculo nelle catacombe che da lei presero il nome. Fu venerata come santa dai siracusani e il suo sepolcro divenne meta di pellegrinaggi.

Il culto per santa Lucia si diffuse fuori dalla Sicilia in altre parti d'Italia. A Roma vennero dedicate in suo onore circa 20 chiese. A Ravenna, nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo è effigiata nella "Processione delle Vergini".

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fd/Meister_von_San_Apollinare_Nuovo_in_Ravenna_002.jpg/220px-Meister_von_San_Apollinare_Nuovo_in_Ravenna_002.jpg)
"Processio delle vergini".  Questo mosaico è nella navata. Lucia è la seconda da destra.

Dante Alighieri nel "Convivio" (III-IX, 15) afferma di aver subìto in gioventù una lunga e pericolosa alterazione agli occhi, ottenendo poi la guarigione per intercessione della santa siracusana. Per gratitudine e ammirazione il poeta le attribuì un ruolo allegorico nella "Divina Commedia". Nelle tre cantiche santa Lucia diventa il simbolo della "grazia illuminante".

Prima della riforma del calendario gregoriano nel 1582  la festa in onore di questa santa, il 13 dicembre, cadeva in prossimità del solstizio d'inverno, perciò il detto popolare "santa Lucia il giorno più corto che ci sia". Il pontefice Gregorio XIII per correggere le imperfezioni del calendario giuliano, che nei secoli aveva accumulato la sfasatura astronomica di circa 10 giorni,  decretò che si passasse direttamente dal 4 al 15 ottobre. E la celebrazione di Santa Lucia, il 13 dicembre, rimase distante dal solstizio d'inverno, che nel nostro emisfero avviene il 21 o il 22 dicembre: il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima: è la notte più lunga ed il giorno più corto dell'anno. Nei giorni successivi la luce solare torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d'estate. 

Nell' antichità il solstizio d'inverno simboleggiava la fine di un anno e l'inizio di quello successivo, e si festeggiava il Sol invictus (per esteso "Deus Sol invictus"), considerato una divinità.  

segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 12 Dicembre 2019, 09:30:50 AM
E se Babbo Natale venisse per davvero?
Se la letterina e il desiderio
detto così... senza crederci nevvero...
venisse preso invece sul serio?

Se quel regno di fiaba e di mistero
ti toccasse proprio accanto al fuoco?
Se al mattino di un giorno sincero
il bambolotto, la pistola,  il piccolo cuoco
o quel peluche dal musetto nero
placassero il tuo sentirti straniero?

Se la nostra bella sicurezza
nella scienza umana e nella dea ragione
che ci serve come una pezza
per ripararci dal mutar della stagione
si rivelasse un'imperdonabile leggerezza?

Se venisse sul serio?
Silenzio! Hai sentito?
Cammina piano per favore
non fare nessun rumore.

Attento a non svegliare i ragazzi!
Che guaio sarebbe per noi
loro non son per niente pazzi
così colti e intelligenti...e poi
brevettati miscredenti
sono capaci di darcelo sui denti.

Fai piano piano, se puoi...

Molto liberamente ispirato da una poesia di Dino Buzzati


Quale papà non ricorda il "fare piano", mentre i figli dormono al caldo, mentre si sistemano i regali sotto l'albero o sul tavolo? Mettevo anche mezzo bicchiere di vino e qualche scorza di mandarino , per far finta che Babbo natale si era 'rifocillato'. ;D  Lasciavo poi la stufa semiaperta...Al mattino mia figlia piccola metteva quasi la testolina dentro stupefatta: "Ma come ha fatto a passare per il camino?".. :o
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 12 Dicembre 2019, 15:09:53 PM
13 dicembre: santa Lucia/2

Per l'etimologia del suo nome (lux, luce) santa Lucia è invocata come protettrice della vista e dalle malattie degli occhi; è patrona dei medici oculisti e dei non vedenti.

Fu scelta come protettrice della vista perchè alcuni agiografi le attribuirono la frase che avrebbe pronunciato durante il martirio: "ai non credenti toglierò l'accecamento", frase che aveva una valenza spirituale ma venne interpretata in senso "oftalmico".
Altri agiografi, invece, attribuirono alla martire siracusana una leggenda medievale riferita ad un'altra Lucia, terziaria domenicana, che per non cedere alle tentazioni del fidanzato si "strappò" gli occhi. Ovviamente è un episodio fantastico e le raffigurazioni degli occhi  di santa Lucia posati su un piatto o in una ciotola derivano dalla devozione popolare.

(https://www.bing.com/th/id/OIP.T5UazU5_0oE-yomET8rbVQHaJ-?w=182&h=245&c=7&o=5&pid=1.7)

Nell'iconografia cristiana dal XIV secolo Lucia venne raffigurata con i suoi occhi strappati e posati in un piattino. In precedenza veniva rappresentata soltanto con la palma del martirio ed una lampada,  simbolo della luce e della fede che illumina il dubbio.
 
Il suo corpo fu  sepolto in un arcosolio scavato nel tufo delle catacombe di Siracusa, che nell'878  fu invasa dai Saraceni. I cristiani del luogo per tutelare i resti della santa li prelevarono dal sepolcro e li nascosero. 

Nel 1039, il macedone Giorgio Maniace (998 – 1043),  generale bizantino e catapano (governatore) d'Italia come ricompensa per aver liberato Siracusa dagli Arabi, pretese il corpo  di santa Lucia  e lo portò con sé a Costantinopoli, capitale dell'impero romano d'Oriente,  insieme ai corpi di sant'Agata di Catania e altri santi siciliani, per farne dono alla co-imperatrice Teodora, sorella dell'imperatrice Zoe.


A Siracusa di santa Lucia rimasero alcuni presunti o falsi oggetti personali:  la sua tunica, le scarpe ed il velo,  che furono custoditi nel duomo della città.


Nel 1204, durante la quarta crociata, il doge veneziano Enrico Dandolo fece prelevare a Costantinopoli  i resti del corpo di santa Lucia e li inviò a Venezia, dove già era affermato il culto della martire e c'era anche una chiesa a Lei dedicata.  Ma nel capoluogo lagunare si preferì collocare le reliquie nella chiesa di San Giorgio Maggiore.  Nel 1280 furono  trasferite  nella chiesa dell'Annunziata. Non basta. Nella stessa città fu costruita una nuova chiesa, consacrata nel 1313 e titolata a Santa Lucia, che accolse i resti della martire siracusana. Successivamente, nel 1860, questo sacro edificio fu demolito per costruire  nella città la prima stazione ferroviaria (inaugurata nel 1954) e i resti della santa furono ancora una volta traslati, nella vicina chiesa di San Geremia, poi denominata chiesa dei Santi Geremia e Lucia, dove tuttora si venerano. Ma il luogo di culto principale è a Siracusa, nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.   
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 12 Dicembre 2019, 15:45:47 PM
Il culto per Santa Lucia è diffuso in Europa.

In Svezia, al mattino del 13 dicembre migliaia di bambine o adolescenti vengono vestite con una tunica bianca, sorreggono in mano una candela accesa e sul capo una coroncina di candele, alimentate con le batterie per motivi di sicurezza. Si formano le processioni guidate da una bambina che rappresenta santa Lucia e simboleggia la luce spirituale; al seguito, damigelle e paggetti. Mentre sfilano cantano canzoni tradizionali natalizie ed illuminano l'oscurità con le loro candele.  


(https://www.bing.com/th/id/OIP.MCj8MCPUFHB_CKkT639SJwHaEP?w=286&h=164&c=7&o=5&pid=1.7)


Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori.

Questa tradizione del Settecento si ripete in chiese, scuole, ospedali e luoghi di lavoro in tutto il Paese e non sarebbe Natale in Svezia senza Lucia, che segna il passaggio alle ultime due settimane di Avvento. 

(https://www.bing.com/th/id/OIP.WIt6FB98p8qDqFzY4-8YLAHaFs?w=171&h=131&c=7&o=5&pid=1.7)

Annualmente viene incoronata una Lucia in ogni cittá. Le candidate sono giovani residenti e vengono pubblicizzate dai quotidiani e TV locali. La Lucia, che viene scelta dal pubblico, e le altre candidate che diventano le sue damigelle, devono saper cantare per poter poi esibirsi nelle piazze della cittá, negli ospedali, nei centri per gli anziani, nei centri commerciali e nelle fabbriche. Questa iniziativa risale al 1927. In quell'anno  un quotidiano di Stoccolma decise un concorso per eleggere la "Lucia di Svezia", che con una corona di sette candele sul capo e accompagnata da altre ragazze vestite come lei con tunica bianca doveva raccogliere i doni da distribuire il 13 dicembre ai bisognosi, ai malati ed agli anziani. L'iniziativa è ormai una tradizione nazionale. 


Il 13 dicembre in alcune località Santa Lucia porta regali, per esempio nel Veneto e nel nord Europa. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 13 Dicembre 2019, 00:15:07 AM
Lucia era già stata martirizzata a Siracusa da circa 10 anni, nel 304, quando nel febbraio del 313 a Milano (all'epoca capitale dell'Impero Romano) fu firmato il cosiddetto "editto di Costantino". Non fu un editto ma un rescriptum, da rescribĕre (= rispondere per scritto) firmato all'epoca dai due augusti dell'impero romano (Costantino per l'Occidente e Licinio per la pars Orientalis) per dare disposizioni ai governatori delle province romane di attuare le decisioni contenute nell''editto di Serdica (o editto di Galerio, Galerius Valerius Maximianus, che governò dal 305 al 311 d. C.), emanato il 30 aprile 311 a Serdica (attuale Sòfia, capitale della Bulgaria) dal primus augustus Galerio a nome del collegio tetrarchico che reggeva l'Impero romano. Con esso il cristianesimo otteneva implicitamente lo status di religio licita, di culto riconosciuto ed ammesso dall'Impero. Fu il primo editto di tolleranza dei cristiani, con il quale si pose fine alle persecuzioni.

Comunque il rescritto di Milano permise e favorì la diffusione del cristianesimo.
Secondo l'interpretazione tradizionale Costantino e Licinio firmarono quel rescritto per concedere a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di venerare le proprie divinità.

C'è da aggiungere, per quanto riguarda la martire Lucia,  che a Siracusa il suo corpo fu collocato nelle locali catacombe e la cittadinanza,  in suo onore fece costruire una chiesa a lei dedicata, poi danneggiata da un terremoto e distrutta durante la dominazione araba.

(http://www.basilicasantalucia.com/public/Immagini/Catacombe1.jpg)
Siracusa: le catacombe, dove deposero nel 304 il corpo della martire Lucia.
 
(http://www.basilicasantalucia.com/public/Slideshow/DSC_3070_HDR.jpg)

Siracusa: in primo piano il "tempietto del sepolcro" con il reliquiario di santa Lucia.  Vicino al tempietto c'è la basilica-santuario di Santa Lucia al Sepolcro. Scorcio panoramico sulla piazza Santa Lucia e sull'omonimo quartiere. 

Il cosiddetto "tempietto del sepolcro" è una chiesa ottagonale costruita nel XVII secolo al centro dell'area catacombale.  Internamente la chiesa ospita il loculo sepolcrale


(https://www.bing.com/th?id=OIP.obW_uayaNSJChFkVPsFzwQHaFj&pid=Api&rs=1)

Siracusa: chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 13 Dicembre 2019, 16:56:57 PM
«Sul mare luccica

l'astro d'argento;

placida è l'onda,

prospero il vento.

Venite all'agile

barchetta mia!

Santa Lucia,

Santa Lucia!

Con questo zeffiro

così soave

oh com'è bello

star sulla nave!

Su passaggeri,

venite via!

Santa Lucia,

Santa Lucia!

In fra le tende

bandir la cena

in una sera

così serena

chi non dimanda,

chi non desia?

Santa Lucia,

Santa Lucia!»

https://www.youtube.com/watch?v=3eueQ9L9xE4

:D
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 15 Dicembre 2019, 08:55:45 AM
La Natività tra dramma liturgico e sacra rappresentazione

Nel IX secolo i benedettini, in alcuni conventi europei, come San Gallo (in Svizzera) e Limoges (in Francia)  nel canto delle lodi sperimentarono l'introduzione dei  "tropi".

Il sostantivo "tropo" è polisemico. Qui viene inteso come integrazione di parole, di un verso al testo liturgico.

Simili ai tropi erano gli "stichi" bizantini: versetti dialogati del Salmo 67, intercalati con gli "stichirà", versi cantati ispirati dalle omelie pasquali.

Queste interpretazioni diventarono dialoghi, prima nell'Introitus - con l'Interrogatio e la Responsio -, poi per tutti i tropi della Pasqua, del Natale e  dell'Ascensione, specialmente nelle chiese benedettine ed episcopali.

Al monaco Tuotilo (abbazia di San Gallo, in Svizzera) indicato come anche Tutilone (850 circa – 915 circa), si fa convenzionalmente risalire l'inizio del dramma liturgico  con il  tropo pasquale "Quem quaeritis in sepulchro ?",  che è la domanda iniziale dell'angelo alle  "tre Marie" (tradizionalmente identificate con Maria, la madre di Gesù, Maria di Magdala e Maria di Cleofa) che visitano il sepolcro e lo trovano vuoto poiché il Cristo è risorto.


(https://1.bp.blogspot.com/-hTiUAjzDl3M/UkMR9K1nUvI/AAAAAAAACSs/HanqVV1Bxy0/s1600/angelo+e+tre.jpg)

La mistione dei tropi con i testi canonici diede luogo agli "offici drammatici", in particolare del tempo di Pasqua e di Natale.

La Pasqua con l'Officium Sepulchri (o Visitatio Sepulchri), noto come "Quem quaeritis", invece  la nascita di Gesù con l'Officium pastorum e l'Officium stellae, di cui dirò in seguito.

L'Officium Sepulchri veniva recitato al mattino della "Domenica di Pasqua" da diaconi e chierici. Alcuni di essi interpretavano le pie donne e l'angelo presso il sepolcro vuoto. La recitazione di solito si svolgeva nella zona riservata al coro oppure nel transetto della chiesa.

Dall'incontro tra l'angelo e le pie donne  cominciava il dialogo cantato in quattro versi.

Chiede l'angelo: "Quem quaeritis in sepulchro, o christicolae ?" (Chi cercate nel sepolcro, oh fedeli cristiane ?"

Rispondono le tre donne: "Jesum Nazarenum crucifixum, o caelicola" (Gesù Nazareno che è stato crocifisso, o spirito celeste).


Replica l'angelo: "Non est hic, surrexit sicut praedixerat. / Ite, nuntiate quia surrexit de sepulchro" (Non è qui, è risorto come aveva predetto. Andate, annunciate che Egli è risorto dal sepolcro).  Seguiva il canto corale del "Te Deum".


Questo primo Quem quaeritis pasquale ispirò in seguito le recitazioni natalizie, ma ovviamente l'angelo si rivolgeva ai pastori e ai re magi.

La scenografia fu dapprima costituita dall'altare, poi dal "sepolcro" e dal presepe: in ultimo dai palchi scenici  nelle piazze; gli attori furono gli stessi ministri del culto, poi gli aspiranti alla vita clericale e monastica, finché finirono col parteciparvi tutte le classi sociali, dagli artigiani ai giullari, i membri delle confraternite e in seguito gli attori di professione.

segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 16 Dicembre 2019, 00:06:51 AM
Nel precedente post ho  scritto che l'uso dei tropi condusse al dramma liturgico.  

Il sostantivo "dramma"  deriva dal greco "drama" e questo dal verbo "drao" (= azione).  E' un'azione con più persone.

Nella lingua italiana il lemma "dramma" è polisemico.

Dramma liturgico o dramma religioso medievale. Aveva uno scopo catechetico e didattico nei confronti  dei fedeli che assistevano allo "spettacolo".

Inizialmente gli "attori" erano diaconi e chierici. Indossavano  indumenti che connotavano i personaggi interpretati: paramenti sacri, come la  dalmatica o la mitria, ed altri accessori. Successivamente parteciparono alla teatralizzazione anche i laici delle  "fraternite", poi "confraternite".

I temi erano collegati alla Pasqua, successivamente anche al ciclo natalizio.

Di solito i testi per i drammi liturgici  venivano redatti dagli scriptores delle schole monastiche ed episcopali. I testi venivano adattati al contesto liturgico di ricezione: monastero o chiesa cattedrale.

La Chiesa era severa verso il teatro e gli attori ma fu costretta ad accettare i drammi liturgici e le sacre rappresentazioni perché il  latino era diventato una lingua incomprensibile al popolo, perciò diventava accettabile la teatralizzazione per far comprendere il messaggio cristiano.

Il dramma religioso deriva in parte dai cosiddetti "misteri", eredi nel XV secolo della duecentesca lauda: questo nome deriva  dai Salmi, che venivano cantati durante l'ufficio del Mattutino e detti laudes.

Nella prima metà del XIII secolo la lauda  venne trasformata in una autonoma forma poetica di ispirazione religiosa, usata come preghiera di gruppo dalle confraternite.

Le laude in volgare tramandateci per iscritto pur mantenendo la struttura responsoriale (costruite sull'alternanza tra un solista che recita brevi orazioni e un coro che le intercala ripetendo "alleluja") hanno la forma poetica profana con la tendenza ad evolvere in forma teatrale.  In origine le strofe  venivano recitate  solo da due persone.

Il precursore della lauda in forma dialogica che generò la nascita della lauda drammatica fu Jacopone da Todi (1230 – 1306).  La sua lauda più celebre fu "Donna del Paradiso" (o "Pianto di Maria"). Come interpreti oltre alla Madonna c'è Gesù, il nunzio fedele (l'evangelista Giovanni), il popolo.

La lauda permette di spiegare il Vangelo commuovendo lo spettatore e di essere comprensibile al popolo, usando la cosiddetta lingua volgare.  

A Jacopone da Todi è tradizionalmente attribuito anche lo "Stabat Mater" (= "Stava la Madre"): è una "sequenza", un componimento poetico liturgico, veniva recitato o cantato nella celebrazione eucaristica.  Questo testo fa meditare sulle sofferenze di Maria, la madre di Gesù, durante la Passione e crocifissione del Figlio.  

"Stabat Mater dolorósa / iuxta crucem lacrimósa, / dum pendébat Fílius. / Cuius ánimam geméntem, / contristátam et doléntem / pertransívit gládius". [...]

Ho sopra scritto che nella tradizione cristiana il dramma religioso deriva in parte dai cosiddetti "misteri", un genere teatrale apparso nel XV secolo basato su testi in lingua volgare.  

La prima notizia storica dei "misteri" è collegata con la città di Firenze.  

Le confraternite mettevano in scena la Natività, la Passione e  la Risurrezione di Gesù, ma anche vite di santi e di martiri. Gli attori recitavano su impalcature in legno.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 17 Dicembre 2019, 16:05:45 PM
Dramma liturgico e la natività

Dal  citato tropo pasquale  "Quem quaeritis" venne sviluppato anche il dramma liturgico natalizio, che veniva rappresentato tra il Natale e l'Epifania con diversi episodi:  "Officium pastorum", "Officium stellae", "Officium magorum".

Officium pastorum: sceneggia parte del secondo capitolo Vangelo di Luca (2, 8 – 20) e parte deriva dagli apocrifi Vangelo di Giacomo e Vangelo dello Pseudo Matteo nei quali si cita la presenza di una o due ostetriche accanto a Maria per la nascita di Gesù.

Dialogo fra "le ostetriche" e i pastori. Le levatrici chiedono ai pastori: "Quem quaeritis in praesepe, pastores, dicite ?" / Essi risposero: "Salvatorem, Christum Dominum, / infantem pannis involutum, / secundum sermonem angelicum". [...]

(= Dite, pastori, chi cercate nella mangiatoia ? / Essi risposero: "Il Salvatore, Cristo Signore, /
Il bimbo avvolto in fasce, / secondo le parole degli angeli". [...]

L'Officium pastorum fu seguito dall'Officium stellæ, inserito nella celebrazione dell'Epifania.  
 
"Officium stellae", cosiddetto dalla prima frase del dramma: "Stella fulgore nimio rutilat". 

Questa tipologia  è tratta dal Vangelo di Matteo  (2, 1 - 12). Fu elaborata in più versioni  tra il X e il XIII secolo ed è collegata alla celebrazione dell'Epifania. Riguarda l'arrivo dei Magi a Gerusalemme nel palazzo di Erode, poi a Betlemme  per la loro visita  al neonato Gesù  e l'offerta di doni, quindi  la loro partenza.
All'interno della chiesa dove si svolgeva questo dramma natalizio si formava una processione  con i figuranti: il corteo con i Magi e il loro seguito di servi attraversava la chiesa fino all'altare dove i Magi deponevano i tre doni: oro, incenso e  mirra.

Durante la Messa dell'Epifania, l'intonazione del Vangelo era introdotta dall'antifona "Ab Oriente venerunt": Ab Oriente venerunt Magi ut in Bethlehem adorarent  dominum et apertis thesauris suis pretiosa munera obtulerunt: aurum sicut regi magno, thus sicut deo vero, myrrham sepulture ejus, alleluia.
 
Per la Natività furono elaborati anche l'Ordo Rachelis e Ordo prophetarum.

Il temine latino "ordo" allude  all'ordine sequenziale delle varie fasi in cui può essere suddiviso un rito, un testo letterario, ecc.)

L'Ordo Rachelis evoca il pianto di Rachele per la (mai avvenuta) "strage degli innocenti" a Betlemme, secondo quanto narrato dal Vangelo di Matteo (2, 13 – 18), e la profezia di Geremia, ma di questo argomenterò in seguito.  

La seconda parte del dramma, interamente versificata, è occupata dalla "lamentatio" di Rachele con due consolatrici. 
 
L'Ordo Rachelis  veniva rappresentato  il 28 dicembre, giorno in cui il calendario commemora i "santi innocenti".

"Ordo prophetarum". Non ha origine nella drammatizzazione di un episodio biblico, ma da un sermone del quinto secolo elaborato dal vescovo di Cartagine, Quodvultdeus: questo nome significa "quello che Dio vuole". Nacque a Cartagine ma morì a Napoli nel 454.  Fu ordinato diacono nel 421 circa da Agostino, vescovo di Ippona.

Quodvultdeus nel suo sermone polemizza con gli ebrei (Contra Judaeos) accusandoli di non voler accettare Gesù come il messia promesso. Chiama  a testimoniare i profeti d'Israele che avrebbero predetto la nascita del messia. Si alternano così Mosè, Isaia, Geremia, Daniele, Abacuc, Davide, la regina di Saba, Balaam, Simeone, Elisabetta e Giovanni Battista. Ma testimoniano anche personalità  pagane come il poeta Virgilio, Nabucodonosor e la Sibilla.
La processione dei "profeti" entrava in cattedrale e saliva sul presbiterio, accompagnata dall'orchestra. Il Maestro del coro (praecentor) chiamava singolarmente ciascuno dei profeti a testimoniare l'arrivo di Gesù Cristo, il Messia.

Il dramma liturgico "Ordo prophetarum"  ebbe popolarità in Francia nella forma di dialogo cantato, ma  fu dimenticato alla fine del Medioevo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 18 Dicembre 2019, 07:35:08 AM
Sacra rappresentazione: genere teatrale di argomento religioso in lingua volgare  con finalità pedagogiche. Fu in auge nei secoli XIII-XVI,  fino all'epoca della Controriforma cattolica. C'era l'accompagnamento musicale e  la partecipazione di più attori.  La sceneggiatura subiva l'influenza delle prediche, dell'ars predicandi: "docere et probare,   delectare, flectere (movere), secondo l'affermazione ciceroniana. Doveva informare e convincere, divertire, attrarre l'attenzione dello spettatore, commuoverlo.

Erano gli Ordini mendicanti con le confraternite a loro associate ad allestire le sacre rappresentazioni, nell'intento di coinvolgere i laici nelle festività liturgiche,  sviluppate progressivamente verso forme spettacolari e complesse con il contributo di artisti e architetti e lo sconfinamento del soggetto nel romanzesco. Sulle storie di Cristo prevalevano immaginarie vite di santi, leggende popolari e persino favole profane.

Gli studiosi considerano come prima sacra rappresentazione quella del presepe vivente che Francesco d'Assisi organizzò nel 1223 a Greccio.

Poi ci fu il Concilio di Trento (1545 – 1563) con la Controriforma cattolica che mise in crisi la profusione di riti e rappresentazioni locali, distinguendo in modo rigoroso il sacro dal profano. Non vennero più accettati numerosi criteri delle confraternite e furono definiti i modelli di espressione rituale. Alla Passio Christi di tipo teatrale venne preferita la Via Crucis e la processione del Cristo morto nel Venerdì Santo, ancora diffuse.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 18 Dicembre 2019, 14:22:30 PM
Secondo periodo dell'Avvento e tempo di Natale

Come già detto, il periodo dell' Avvento è liturgicamente suddiviso in due parti:  la prima parte, fino al 16 dicembre,  orienta i fedeli all'attesa dell'arrivo di Cristo; la seconda parte (17 - 24 dicembre)  è incentrata sulla nascita del figlio di Dio.

Nel secondo periodo dell'Avvento è compresa la novena di Natale, periodo di nove giorni consecutivi dedicati alle  preghiere e devozioni  verso Dio e  la Theotókos (= colei che genera Dio):  "Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio: e il Suo Nome sarà Emanuele [= Dio con noi]"  predisse Isaia in una delle sue profezie messianiche (7, 14). 

Secondo gli esperti la giusta traduzione è "la fanciulla" e non "la vergine".

Queste parole di Isaia (vissuto dal 740 circa a. C. – VIII sec. a. C.) furono ripetute quasi uguali dall'arcangelo Gabriele quando annunciò a Maria il concepimento di Gesù: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio e gli darai il nome Gesù. Egli sarà chiamato il Figlio dell'Altissimo" (Luca 1, 30-32).

La profezia di Isaia si accorda anche con i versetti iniziali nel prologo del Vangelo di Giovanni: "In principio era il Verbo, / il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio" (1, 1) [...] "E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi;" (1, 14).

Queste parole evidenziano  la divinità di Cristo, l'incarnazione e la maternità di Maria.

A me sembra un accostamento forzato tra le parole di Isaia e la nascita di Gesù. L'ebraismo ancora attende il Messia.

Comunque Isaia tra le tante cose predisse  pure "l'arrivo dei Magi" per adorare il neonato Messia e "identificò" perfino i doni che essi avrebbero offerto: "Sorgi, splendi, o Gerusalemme: perchè è giunta la tua luce, e la gloria del Signore è sorta su di te... E le genti cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore che sorgerà da te.... Una moltitudine di cammelli ti coprirà, i dromedari di Madian ed Efa. Tutti quelli di Saba verranno, portando oro e incenso e dando lode al Signore" (60,1-6).

La profezia è anche sostenuta da un versetto del Salmo 71, 10: "I re di Tarsis e delle isole offriranno regali: i re dell'Arabia e di Saba porteranno doni".

Chi non crede le considera illecite estrapolazioni per affermazioni fantasiose. Ma non bastano.

Anche il profeta Michea apre l'orizzonte messianico dicendo: "E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; ...Dio li metterà  (gli israeliti) in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà." (5, 1 – 2). 
"Betlemme di Efrata": antico toponimo del villaggio. Nella Bibbia viene anche chiamata "Betlemme di Giuda" (della tribù di Giuda) per evitare confusione con un altro villaggio denominato "Beth – Lehem", a circa 12 km da Nazaret.

Per di più nei Vangeli  di  Matteo e Giovanni si dice che il Cristo (Messia) appartiene alla stirpe di Davide,  nato a Betlemme, lo stesso villaggio che fu dell'antico re d'Israele (7, 42). 

Quando nacque Gesù la Galilea era governata dal tetrarca Erode Antipa, figlio del re Erode "il Grande", alleato dei Romani.

Il teologo e filosofo Origene di Alessandria (d'Egitto, 185 – 254 d.C.), nella sua tredicesima omelia riguardante l'evangelista Luca, aggiunse delle fake news alla natività di Gesù: la presenza nella stalla del bue e dell'asino.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 18 Dicembre 2019, 14:52:19 PM
Nel  Vangelo  di Matteo ci sono circa settanta citazioni dell'Antico Testamento e continue allusioni per collegare in modo forzoso l'attesa del popolo  d'Israele alla figura e alla parola di Gesù.

Le citazioni profetiche che Matteo connette a Gesù bambino sono di solito frasi di "compimento": "Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta". Questa formulazione tipica di Matteo, c'è  14 volte nel suo Vangelo anche se con varianti.

Perché i due evangelisti,  Matteo e Luca,  Matteo in particolare, si sono preoccupati di questo raccordo tra il Cristo e l'alleanza di Dio con Israele? La risposta è duplice. Innanzitutto essi hanno voluto identificare l'esistenza di un filo  continuo tra le Scritture ebraiche e il Cristo per ragioni "apologetiche", cioè per argomentare, nei confronti della comunità giudaica di allora, che la fede in Gesù Cristo era nella linea dell'attesa dei profeti e di tutta la Rivelazione biblica. 

Un'altra ragione era, invece, di ordine catechetico e si indirizzava ai convertiti per mostrare loro che gli eventi della vita di Gesù entravano nel disegno divino già annunziato dalle Scritture. È per questo che anche elementi secondari della vicenda del Cristo venivano "appoggiati" ad un testo profetico, spesso in forma libera e non storico-letteraria. Lo scopo, infatti, era quello di far rilevare l'unità tra i due Testamenti e dimostrare come il Cristo fosse il sigillo ultimo dell'attesa e della speranza dell'Israele di Dio. Perciò per i cristiani le profezie  dell'Antico Testamento preconizzano la nascita di Gesù.

Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) nel suo libro "Gesù di Nazaret. Dal battesimo alla trasfigurazione", si domanda che significato può avere la fede in Gesù il Cristo, Figlio del Dio vivente, se egli  come uomo era diverso da come lo presentano gli evangelisti e da come  lo annuncia la Chiesa. Il papa emerito conferma che le poche notizie certe  su Gesù possono rendere incerta la fede dei credenti nella sua divinità.

Con la ricerca storico-critica non si riesce a raggiungere una visione affidabile del Gesù di Nazaret, perché  sul Cristo dei Vangeli  ci sono strati di tradizione sovrapposti, attraverso i quali si può solo ipotizzare il "vero" Gesù, scrisse l'esegeta cattolico Rudolf Schnackenburg nel suo libro "La persona di Gesù Cristo nei quattro Vangeli".

Molti studiosi contemporanei, sia di formazione laica sia cristiana considerano i racconti evangelici della natività non fondati storicamente. Le narrazioni sono successive agli avvenimenti e redatte sulla base delle profezie messianiche contenute nell'Antico Testamento, che vengono espressamente o implicitamente citate, in particolare da Matteo, che isola citazioni, frasi, legami simbolici  per convincere che Cristo sia l'atteso messia.   Ecco alcune profezie veterotestamentarie  che spesso parlano di altro ma desunte da questo evangelista per attestare la loro realizzazione in Gesù:

- la nascita virginale deriva, come già detto nel precedente post, dal profeta Isaia (che non parla di verginità, ma di giovane donna, 7, 14), citato da Matteo nella prospettiva messianica di Gesù;

- dal profeta Michea ha desunto il luogo di nascita per Gesù: "E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore di Israele..." (Mi, 5, 2);

- dal profeta Osea ha dedotto l'idea per immaginare  la fuga in Egitto della sacra famiglia: "Dall'Egitto ho chiamato mio figlio..."(11, 1);

- dal profeta Geremia ha tratto lo spunto per la strage degli innocenti: "Un grido si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta di essere consolata perché non sono più" (Ger 31, 15).
 
Nel Vecchio Testamento le pagine profetiche evidenziano l'attesa dell'intervento definitivo di Dio attraverso un uomo ideale, il Messia. Nel Nuovo Testamento la speranza messianica è esaudita con la nascita divina di Gesù. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: myfriend il 18 Dicembre 2019, 15:46:19 PM
Vale la pena ricordare che gli ebrei, il popolo della Bibbia, non riconosce che Gesù sia il Messia atteso.
Non solo.
Gli ebrei nemmeno hanno mai sostenuto che il Messia sia esso stesso Dio. Questo concetto per l'ebraismo è una bestemmia. Perchè, per l'ebraismo, Dio è uno.

Non è escluso che il Gesù storico pensasse di essere il Messia. Di fatto, altri prima di lui e dopo di lui si sono attribuiti la qualifica di Messia.
Quindi questo può essere più che plausibile. Anzi...è quasi certamente vero, se guardiamo alle motivazioni della sentenza dei romani: Gesù, infatti, fu crocifisso per "lesa maestà", perchè si dichiarò Re dei Giudei. E' quindi molto probabile che Gesù si propose come Messia.
Di certo, però, il Gesù storico non ha MAI detto di essere Dio. Il concetto di Gesù-Dio è un concetto teologico che nasce intorno al 100dc, col vangelo di Giovanni (che poi non era di Giovanni, il discepolo).
Nè deve ingannare il termine "figlio di Dio" usato nei tre vangeli sinottici.
Per l'ebraismo (e i tre vangeli sinottici sono nati nell'ambito della cultura ebraica) il termine "figlio di Dio" non voleva assulutamente significare Dio. "Figlio di Dio" era una qualifica che gli ebrei davano a un uomo "scelto da Dio" e "inviato da Dio"...che aveva con Dio un rapporto speciale. Ma la qualifica di "Figlio di Dio" per l'ebraismo non voleva assolutamente significare Dio.
E infatti, in Marco, Matteo e Luca MAI Gesù dice di sè stesso di essere Dio.
E' solo nel vangelo di Giovanni che Gesù dice apertamente di essere Dio. Ma, come già detto, la teologia di Giovanni è una teologia "tarda"...che risale all'anno 100 quando ormai la teologia cristiana aveva quasi del tutto perso i caratteri dell'ebraismo puro e si era staccata dal Messianesimo ebraico.

In ogni caso, festeggiamo come è giusto che sia, la nascita di questo uomo che portò una "visione nuova" nell'umanità.
Oddio...non tanto nuova, perchè il suo insegnamento è tutto contenuto nell'ebraismo e, quindi, di nuovo non c'era nulla.
Diciamo che ha portato una visione radicale dell'ebraismo, mettendo al centro l'essenza della Legge più che l'adesione formale ai precetti della Legge.
In questo consiste la sua "novità".
Una novità che ha cambiato il mondo. Poichè il mondo era ormai pronto per recepirla.
E' del tutto evidente, infatti, che la società romana (e la cultura classica in generale), basata su una èlite che dominava un mondo di "schiavi" (non umani), non era più adeguata ai tempi e aveva, ormai, fatto il suo tempo.
Già con Spartacus si erano avute le prime avvisaglie. Gli schiavi (che nell'Impero erano milioni e vivevano in condizioni sub-umane) cominciavano a premere sulla società classica.
Il cristianesimo fu il collante "ideologico" che permise ai "reietti" di rivendicare ed affermare la propria dignità.
Non per niente, il cristianesimo fu la religione dei "reietti"....degli ultimi della società romana.
E costituì il collante della società e della cultura che vennero dopo il mondo classico e presero il posto del mondo classico.
Nella nascita di questo bambino, quindi, c'è tutta l'ammirazione per la portata rivoluzionaria del suo messaggio. Un messaggio che ha cambiato il mondo.

Un bambino, quindi, che ha tutto il mio affetto.
Perchè, nel mondo, la pretesa delle èlite di tornare alla visione del mondo romano con l'Imperatore-Dio attorniato dall'èlite dominante, e tutti gli altri sono "schiavi", cova sempre sotto la cenere. Non è mai definitivamente tramontata. E queste èlite vedono proprio in quel bambino il loro peggior nemico. Quello che li ha sconfitti 2mila anni fa e che continua a sconfiggerli ancora oggi.
Gesù ha determinato la sconfitta della visione classica dell'Imperatore-Dio e della èlite dominatrice su una massa indistinta di "schiavi".
Ed è per questo che lo onoriamo come si addice a un grande uomo.
Ed è grazie a lui che ogni anno, a Natale, celebriamo il fatto che la visione dell'Imperatore-Dio attorniato dalla èlite dominante è ormai CENERE. E faremo di tutto perchè continui a rimanere CENERE.  ;D
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 18 Dicembre 2019, 18:11:15 PM
Grazie Myfriend per il tuo interessante contributo storico.

Spesso le parole o le azioni di Gesù (Joshua bar Joseph, come usi chiamarlo) sono riportate nei vangeli  in modi diversi. Non è sicuro che un fatto sia avvenuto là dove un racconto evangelico lo situa.

Comunque su un punto i vangeli concordano: nel non collocare l'attività di Gesù nelle "grandi città" dell'epoca in Palestina.  Gerusalemme è l'unica eccezione.

Il nazareno raccontato dall'evangelista Marco è un uomo che predica nei villaggi. Questa preminenza è confermata da Matteo e da Luca.  
Egli non sceglieva la marginalità dei villaggi come ripiego o rinuncia, ma come punto di forza. Anche l'evangelista Giovanni conferma che Gesù preferiva frequentare piccoli insediamenti urbani per proporre il regno dei cieli a reietti e peccatori, inclusi pubblicani e prostitute.

Come hai ben evidenziato,  nel Vangelo di Giovanni c'è distanza tra gli eventi narrati e la cultura del redattore o dei redattori del testo.

L'antropologa culturale Adriana Destro e Mauro Pesce, docente di storia del cristianesimo, nel loro libro titolato "Antropologia delle origini cristiane" affermano che il vangelo giovanneo fu redatto negli anni 90 fuori dalla Palestina, perciò presenta la vicenda Gesù in base a un'esperienza religiosa e a un ambito culturale differenti.  

Qualcuno si scandalizza se dico che Gesù non era cristiano ? Credo di no, perché è un'ovvietà. Era un ebreo osservante, rimasto tale fino alla morte. Mai avrebbe immaginato di dar vita a una nuova religione  e mai si proclamò Messia.

Gli autori dei vangeli erano persone appartenenti alla cultura ellenistico-romana, che parlavano e scrivevano in greco, non riportavano le parole che forse Gesù aveva detto nella sua lingua, l'aramaico.

C'è da dire che nei primi due secoli diverse correnti di pensiero ci danno del Cristo immagini diverse, perciò nessuna poteva pretendere di essere più autentica o esclusiva rispetto alle altre.

Nei primi 150 anni dalla morte di Gesù coesistevano differenti tendenze del cristianesimo nascente e c'era la necessità di un cristianesimo normativo da tutti accettato e seguito.

Nella seconda metà del II secolo  si affermò  l'opinione che la devianza da una norma era da considerare un'eresia, perciò condannabile.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: myfriend il 18 Dicembre 2019, 19:31:46 PM
Rimane il fatto paradossale che Gesù venne ucciso dai preti, cioè dalle gerarchie religiose ebraiche.
E venne ucciso perchè era considerato un "eretico".
Anche per questo motivo nutro un affetto infinito per quel bambino.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 19 Dicembre 2019, 16:07:54 PM
Citazione di: myfriend il 18 Dicembre 2019, 15:46:19 PM

Gesù ha determinato la sconfitta della visione classica dell'Imperatore-Dio e della èlite dominatrice su una massa indistinta di "schiavi".
Ed è per questo che lo onoriamo come si addice a un grande uomo.
Ed è grazie a lui che ogni anno, a Natale, celebriamo il fatto che la visione dell'Imperatore-Dio attorniato dalla èlite dominante è ormai CENERE. E faremo di tutto perchè continui a rimanere CENERE.  ;D

La missione di Gesù, se vogliamo proprio essere esatti e secondo la religione cristiana/cattolica, è quella di salvare gli uomini dal peccato.

"Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!" (Giovanni 1, 29)

Quindi Dio si è incarnato in corpo e sangue per la salvezza delle anime, il suo sacrificio era previsto dal profeta Isaia, secoli prima.


Poi una persona può aderire o meno, crederci o meno, ma questo è lo scopo della nascita di Cristo su questa terra.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: myfriend il 19 Dicembre 2019, 16:57:49 PM
Citazione di: Isfrael il 19 Dicembre 2019, 16:07:54 PM
Citazione di: myfriend il 18 Dicembre 2019, 15:46:19 PM

Gesù ha determinato la sconfitta della visione classica dell'Imperatore-Dio e della èlite dominatrice su una massa indistinta di "schiavi".
Ed è per questo che lo onoriamo come si addice a un grande uomo.
Ed è grazie a lui che ogni anno, a Natale, celebriamo il fatto che la visione dell'Imperatore-Dio attorniato dalla èlite dominante è ormai CENERE. E faremo di tutto perchè continui a rimanere CENERE.  ;D

La missione di Gesù, se vogliamo proprio essere esatti e secondo la religione cristiana/cattolica, è quella di salvare gli uomini dal peccato.

"Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!" (Giovanni 1, 29)

Quindi Dio si è incarnato in corpo e sangue per la salvezza delle anime, il suo sacrificio era previsto dal profeta Isaia, secoli prima.


Poi una persona può aderire o meno, crederci o meno, ma questo è lo scopo della nascita di Cristo su questa terra.
Carissima..."l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" è una storiella inventata.
Cioè...la religione cristiana/cattolica può dire quello che vuole, ci mancherebbe. Ma, per quanto mi riguarda, ho già ampiamente verificato che sono tutte storie inventate.
Quindi, preferisco guardare al Gesù vero...il Gesù storico. Che per me è un grande uomo e un grande maestro spirituale, come lo sono stati tanti altri nella storia dell'umanità.
Ed è per questo motivo che gli rendo omaggio.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 19 Dicembre 2019, 18:34:02 PM
NATALE NELLA CONTEA

Che struggente atmosfera c'è in giro
Su ogni albero fili d'oro e d'argento
Nel cielo suoni di campane
Che si perdono nel vuoto

Lontano... lontano...

Oltre lo spoglio vigneto
La piazza bagnata e la giostra di cavalli
Risplendono silenziosi
Memoria d' anni ormai perduti

Lontano... lontano...

Da torri e palazzi si distendono
Nastri luccicanti, abbracciati
Che catturano sguardi increduli di bimbi
Nei vicoli stretti s'incrociano volti

Lontani...lontani...

Uomini stanchi si salutano
Porgendo le mani gelate
Baciando i visi più dolci
Gli auguri volano

Lontano...lontano...

E' Natale per il ricco
Natale per il povero
Frammenti di gioia perduta
Ancora per un inverno

Lontano...lontano...
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 19 Dicembre 2019, 19:10:49 PM
Quando nacque Gesù ?

L'inizio del nostro computo del tempo  è basato sul presunto anno di nascita di Gesù, ma non si sa quando egli nacque.

Durante il pontificato di Giovanni I (dal 523 al 526) il monaco  curiale Dionigi ebbe l'incarico, nel 525 circa, di elaborare un metodo matematico per prevedere ogni anno la data della Pasqua in base alla norma decisa dal Concilio di Nicea nel 325. 

Dionigi compilò una tabella con l'elenco delle date  usando un nuovo criterio. In quell'epoca si usava contare gli anni dalla tradizionale fondazione di Roma nel 753 a. C., invece questo monaco li contò "ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi". Secondo la dottrina cristiana l'incarnazione di Gesù avvenne nel momento del suo concepimento e non della sua nascita, avvenuta nello stesso anno. Infatti la  Chiesa cattolica celebra il concepimento nella data del  25 marzo, festa dell'Annunciazione dell'angelo a Maria;   e nove mesi dopo, la natività, il 25 dicembre.

Il monaco determinò il natale del nazareno con un calcolo basato su alcuni passi scritti nei Vangeli e  altri documenti a sua disposizione.

Per lui l'era cristiana cominciò 8 giorni dopo la nascita di Gesù, il primo gennaio  del 754 "ab Urbe condita", nell'1 d. C.,  perché non conosceva il numero zero. Egli stabilì che l'anno precedente all'1 (nel quale secondo lui nacque Gesù) fosse l'1 avanti Cristo. 

Fino al XIII secolo in Europa il numero zero rimase sconosciuto. Lo diffuse il matematico pisano Leonardo Fibonacci che scrisse il "Liber abbaci", più noto come "Liber abaci", pubblicato nel 1202.   

Nel nostro tempo gli studiosi sono convinti che la data di nascita di Gesù vada collocata tra il 7 e il 4 a. C., cioè alcuni anni prima della data  calcolata da Dionigi.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 20 Dicembre 2019, 06:15:46 AM
Il giorno e il mese della nascita di Gesù

Nei Vangeli non c'è scritto che Gesù nacque  il 25 dicembre. Infatti, nei primi  secoli dell'era cristiana il Natale veniva celebrato in giorni e mesi diversi: San Cipriano pensava la nascita di Gesù il 28 marzo; sant'Ippolito il 23 aprile; Clemente Alessandrino il 20 maggio, il 10 gennaio o il 6 gennaio. Quest'ultima data poi si affermò nell'Oriente cristiano; altre date, tra il 18 e il 25 aprile, dal 20 o 29 maggio al 24 giugno e al 17 novembre.

Perché  scelsero il 25 dicembre per festeggiare la nascita di Gesù ? La data fu scelta dalla comunità cristiana di Roma per sovrapporre il  "Dies Natalis Domini", il giorno della nascita del Signore, al "Dies natalis solis invicti", giorno della nascita del Sole vincitore, simboleggiato dal dio indo-iraniano Mitra (Mithra).

Bisogna comprendere la realtà di quel tempo: il cristianesimo "lottava" per imporsi ai culti pagani, per farsi accettare e far dimenticare le festività pagane.

Per la sovrapposizione fecero riferimento su  alcuni passi biblici interpretati in senso cristologico, come la profezia sul "sole di giustizia"(Malachia 3,20). La parola «giustizia» implica qui potenza e vittoria di Dio sul male.

Lo stesso Gesù  s'identificò con la luce: "Io sono la luce del mondo...Chi crede in me non cammina nelle tenebre" (Gv 8, 12).
Anche il testo del capitolo 9 di Isaia  dice al riguardo: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa, una luce rifulse" (9,1).

Tali parole furono importanti per i cristiani dei primi secoli. Se ne ha testimonianza dalle loro arti figurative. Ci sono pervenuti numerosi affreschi e mosaici che rappresentano il Cristo paragonato al Sole o al Sole di giustizia.  

Nella necropoli vaticana c'è il mausoleo M ornato da un mosaico, composto tra il 150 ed il 180 che raffigura il Cristo-Sole che ascende al cielo su una quadriga di cavalli bianchi in mezzo ad un lussureggiante intreccio di rami di vite.

(http://www.30giorni.it/upload/articoli_immagini_interne/84-1-2-012.jpg)
raffigurazione di Cristo come dio Sole Helios/Sol Invicuts alla guida del carro. 

Segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 20 Dicembre 2019, 06:27:12 AM
Il giorno e il mese della nascita di Gesù  /2

Secondo le conoscenze astronomiche del tempo, i Romani consideravano il 25 dicembre giorno del solstizio d'inverno,  anziché il 21 o 22  dicembre. La vita allora era regolata sulla luce naturale.

Il giorno del solstizio venne scelto nel 274 dall'imperatore Aureliano per proclamare il 25 dicembre la festa in onore del "Dies Natalis Solis Invicti" (= "Giorno di nascita del Sole invitto"), che divenne importante perché si innestava con i Saturnali, concludendoli.

Aureliano cercò d'imporre il Solis invicti come culto di Stato e si dichiarò supremo sacerdote di quella divinità, identificata con il dio Mitra, molto popolare fra i soldati. Questo imperatore considerava l'adozione del culto del  Sol invictus un elemento di forte coesione culturale e politica dell'Impero, perché con varie modalità era presente in numerose zone dell'impero, dall'Egitto all'Anatolia, tra le popolazioni celtiche e quelle arabiche, tra i Greci e gli stessi Romani. Inoltre,  Aureliano ordinò che il primo giorno della settimana fosse dedicato al dio Sole, chiamandolo Dies Solis, il  "giorno del sole".

Tertulliano (160 220 d.C), vescovo di Cartagine e Padre della Chiesa, scrisse: "... molti pensano che il Dio cristiano sia il Sole, perché è un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso il Sole sorgente e che nel giorno di festa dedicato al Sole ci diamo alla gioia" (Ad Nationes 1, 13).
Col passar del tempo i cristiani non potendo cancellare il pagano culto solare se ne appropriarono, dando un significato diverso ai simboli del culto solare. Infatti la Chiesa usa la raffigurazione della corona radiata nell'ostensorio e la pone sul capo dei santi.

La corona radiata fu usata come ornamento sulla testa dei re e degli imperatori.

Agostino, vescovo di Ippona, esortava i cristiani a non festeggiare il Sole il 25 dicembre, ma chi aveva creato il Sole.

Nel 460 il papa Leone "Magno" sconsolato scriveva: "E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella basilica di san Pietro, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei". (Settimo sermone tenuto nel Natale del 460).  

segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 20 Dicembre 2019, 06:44:36 AM
Il giorno e il mese della nascita di Gesù  /3

In Occidente, nel IV secolo, si giunse ad un accordo sulla data della nascita di Gesù quando il cristianesimo si inserì nel tessuto sociale dell'Impero romano, come religione lecita dopo il rescritto di Licinio e Costantino I nel 313.

Il rescritto (rescriptum principis) era una risposta data ad un quesito, attinente a questioni giuridiche, rivolto all'imperatore  da parte di un privato o un pubblico funzionario.
Il rescritto imperiale affrontava i problemi dal punto di vista generale, non si pronunciava sul merito della questione.

Nel 380 l'imperatore Teodosio I promulgò l'editto di Tessalonica (l'odierna Salonicco, in Grecia)  che permetteva al cristianesimo di essere l'unica religione ammessa e obbligatoria nello Stato.  

Nel 381 ribadì la proibizione di tutti i riti pagani e stabilì che  chi tornava alla religione pagana perdeva il diritto di fare testamento legale.

Nel 383 decretò che il nome del primo giorno della settimana  venisse cambiato da "Dies Solis"  in "Dies Dominicus"; ma nel nord Europa, rimase la denominazione decisa da Aureliano, da cui derivarono il Sonntag tedesco ed il Sunday inglese.

Nell'ottobre del 388 Teodosio I si stabilì a Milano fino all'aprile del 391.

Nel 392 emanò altri due editti per proibire i sacrifici e culti pagani, e cominciarono le persecuzioni dei cristiani contro i pagani (da "pagos" = villaggio).

Quanto Teodosio I nelle sue scelte a favore del cristianesimo fu influenzato da Ambrogio vescovo di Milano ?  In questa città l'imperatore morì il 17 gennaio 395, all'età di 48 anni.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 20 Dicembre 2019, 07:00:46 AM
Il giorno e il mese della nascita di Gesù  /4

nel calendario liturgico cristiano "Depositio Martyrum" (elenco di sepolture di martiri)  dell'anno 336,  c'è scritto che a Roma la festa del Natale veniva celebrata il 25 dicembre:"VIII Kal. Ian. natus Christus in Betleem Iudeae" (= "Nell'ottavo giorno prima delle calende di Gennaio è nato Cristo in Betlemme di Giudea"). L'ottavo giorno prima dell'1 gennaio era il 25 dicembre.

Questa data fu adottata da altre diocesi, come quella di Milano, per volere del vescovo Ambrogio.

Anche nel "Chronographus anni 354", calendario illustrato per l'anno 354 redatto dal calligrafo e letterato cristiano Furius Dionysius Philocalus (Furio Dionisio Filocalo), si attesta la celebrazione a Roma della festa del Natale il 25 dicembre dell'anno 336.  

Nel 425 l'imperatore Teodosio II codificò i riti della festa del Natale di Gesù; nel 506 divenne festa di precetto religioso e nel 529 anche festa civile.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 21 Dicembre 2019, 07:00:16 AM
Dove nacque Gesù ?

L'evangelista Luca narra che "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta"
(Lc 2, 1- 5).


Da evidenziare che lei era al nono mese di gravidanza,  la distanza tra Nazaret e Betlemme è di 150 km, che venivano percorsi a piedi o in groppa ad un quadrupede. Vi sembra un viaggio veramente effettuato o che andava comunque compiuto ?

(http://www.slantmagazine.com/assets/film/nativitystory.jpg)
(scena dal film "the Nativity story", della regista Catherine Hardwicke, anno 2006)


 Luca spiega che Giuseppe  e Maria fecero quel viaggio per un censimento. Questo serviva per determinare l'entità delle imposte che dovevano pagare i cittadini all'erario.

Gli studiosi sono increduli di quell'eventuale viaggio,  perché in quegli anni i censimenti per fini fiscali venivano effettuati nei luoghi dove le persone avevano la proprietà non in quelli d'origine. Giuseppe e Maria erano poveri e, per quanto se ne sa, non avevano proprietà terriere a Betlemme. Per cui  se fecero quel presunto viaggio, non fu quello il motivo del loro  temporaneo trasferimento.

Ancòra Luca nel suo vangelo racconta del decreto di Cesare Ottaviano Augusto per il censimento in tutto l'impero romano, ma è storicamente accertato che quel censimento non fu ordinato da Augusto. Erano i governatori delle province dell'impero ad ordinare i censimenti per avere dati sulle proprietà dei sudditi.

Tale censimento permetterebbe di collocare la nascita di Cristo in una data precisa, ma l'unico censimento documentato di Quirinio che riguarda la Palestina fu eseguito nel 6 – 7 dopo Cristo, quando Gesù doveva avere almeno 12 anni.

I Vangeli affermano che Gesù nacque durante il regno di Erode Ascalonita, ma questo morì nel 4 avanti Cristo. E la Giudea era un regno satellite di Roma non una provincia romana. Perciò il sovrano locale poteva tassare direttamente i suoi sudditi,  senza un decreto di Augusto.

Quell'immaginato peregrinare di Giuseppe e Maria per 150 km da Nazaret a Betlemme  (che in ebraico significa "casa del pane" ed in arabo "casa della carne"), servì all'evangelista Matteo come pretesto  per creare la fantasiosa genealogia e connettere Gesù alla discendenza di David, che visse  tra il 1070 a.C. circa ed il 980 a.C.  circa.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 21 Dicembre 2019, 07:04:20 AM
Dove nacque Gesù ? /2

Gli evangelisti Luca e Matteo affermano che il luogo di nascita di Gesù è Betlemme di Giudea (Mt 2, 1; Lc 2, 4 – 7), mentre Nazaret di Galilea è il luogo dove trascorse l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza.

Secondo la biblica profezia di Michea (5, 1), il Messia avrebbe dovuto essere discendente di Davide, (secondo re della Giudea e Israele) e nascere nella sua città: Betlemme, collocato  a 765 metri s.l.m.,  all'epoca un villaggio montano ora una moderna città a circa 10 km da Gerusalemme.
 
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b0/Bethlehem_Overlooking.jpg/260px-Bethlehem_Overlooking.jpg)
Scorcio panoramico di Betlemme

Alcuni studiosi sono dell'opinione che la scelta dei due evangelisti di "far nascere" Jesus a Betlemme non fu storica ma determinata da motivi teologici.


Forse Gesù nacque a Nazaret, ma l'epiteto "Nazareno" dato a Gesù si riferisce alla tribù di appartenenza, come narra Epifanio, vescovo di Salamina, vissuto nel IV secolo.

I Vangeli usano per il Cristo l'epiteto "nazarenos", in lingua greca.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 21 Dicembre 2019, 07:12:52 AM
Dove nacque Gesù ?  /3

"Andò ad abitare in una città chiamata
Nazaret, perchè si adempisse il detto
dei profeti: "Sarà chiamato Nazareno".

(Matteo 2,23)


Il nome Nazareno è talmente popolare da essere accolto senza esitazione come la denominazione topografica dove Gesù visse, prima di iniziare la sua attività di predicatore itinerante.  Invece la connessione Nazaret-Nazareno non è così ovvia. Nel testo originale matteiano i due predetti termini sono Nazoraios – Nazoreo. E "Nazoreo" non significa "Nazareno". In greco è "Nazarenos".

Nazoraios e Nazoreo potrebbero rimandare all'aggettivo aramaico "nazraya", che designava un abitante di Nazrat, cioè Nazaret.

Nell'Antico Testamento il toponimo Nazaret non è citato. Ma i ritrovamenti archeologici in questa località affermano l'esistenza del villaggio al tempo di Jesus.


Comunque nell'antichità era prassi giudaica connettere i testi sacri in modo libero e creativo , soprattutto per assonanza.
Allora, quale potrebbe essere l'allusione biblica evocata attraverso termini dal suono affine alla parola "Nazaret" ? Le risposte degli studiosi sono ramificate. C'è chi pensa a un'assonanza con la parola ebraica nazîr, da cui "nazireo" (= consacrato, separato).

Nell'Antico Testamento il nazireato allude alla consacrazione di un ebreo a Yahweh, con il conseguente voto di seguire alcuni precetti di vita, descritti nel libro dei Numeri (6, 1 – 21) e nel libro dei Giudici  (Gc 13, 1 – 14).  Fra le varie indicazioni, non bere alcolici, non tagliarsi i capelli. In questa categoria sono collocati nella Bibbia personaggi come Giovanni Battista (Lc 1, 15), il giudice d'Israele Sansone (libro dei Giudici 13), il profeta Samuele (1Samuele 1,11).

Se Gesù era un nazireo era contiguo agli Zeloti anti romani  ?  

La scoperta effettuata a Qumran nel 1947 dei "manoscritti del Mar Morto" appartenenti ad una comunità monastica degli Esseni, fa ritenere che forse Gesù come ideologia era più vicino a questi.

Alcuni studiosi rimandano anche alla parola "nezer", il "germoglio" che, secondo il profeta Isaia, (11,1), spunta dal tronco arido della dinastia davidica.

Ultima notazione. La premessa matteana "Perché si adempisse il detto dei profeti": questa frase piaceva all'evangelista, la usò dieci volte per raccordare la figura di Gesù al Primo Testamento.


Da quanto ho letto sono 63 le citazioni vetero testamentarie che Matteo collega (forse in maniera disinvolta) alla persona o agli atti o alle parole di Gesù per rivelare il legame tra Cristo e le Scritture ebraiche.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: anthonyi il 21 Dicembre 2019, 15:58:13 PM
Ciao Altamarea, riguardo alla nascita di Gesù io sapevo anche che era stato fatto un complicato calcolo mettendolo in relazione con la nascita di San Giovanni Battista la cui nascita può essere stimata sulla base del calendario dei riti ebraici, visto che suo padre viene avvertito del concepimento mentre adempie detti riti.
Il calcolo prevede due possibilità, il periodo tra marzo-aprile e il periodo di dicembre, che poi sono i periodi in cui nella storia è stato celebrato il natale, per cui niente di più facile che questo stesso calcolo sia stato fatto nei tempi antichi.
Un saluto
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 21 Dicembre 2019, 21:23:50 PM
Buona sera Anthonyi, per il mio riferimento mi sono attenuto al primo capitolo del Vangelo di Luca, nella parte riguardante l'infanzia di Giovanni Battista e di Gesù.

Nel versetto 26 si dice che nel sesto mese di gravidanza di Elisabetta (moglie dal sacerdote Zaccaria e parente di Maria, la madre di Gesù) l'angelo Gabriele fu mandato da Dio alla promessa sposa di Giuseppe, Miryam,  per annunciarle il concepimento del figlio, al quale doveva dare il nome Gesù. Dopo questo annuncio Maria "fece visita" alla sua parente Elisabetta.

Non ho letto dello studioso che ha messo in relazione la nascita di San Giovannino (Giovanni Battista) col calendario dei riti nel tempio (di Gerusalemme ?), dove officiava suo padre, Zaccaria.

L'argomento è interessante. Per favore puoi farmi sapere l'autore e il titolo del libro ? Grazie.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: anthonyi il 22 Dicembre 2019, 06:03:46 AM
Ciao Altamarea, il discorso sul calcolo della nascita non l'ho trovato in un libro ma in un programma sulla RAI che parlava del Natale, di cui neanche ricordo il titolo.
Comunque da qualche parte sui Vangeli dovrebbe esserci scritto che anche il padre di Giovanni Battista ha una visione angelica, appunto mentre officia i riti nel tempio di Gerusalemme per conto della sua tribù (Da questo viene il calcolo, fondato sull'ipotesi che il concepimento coincida temporalmente con la visione, perché c'era un sistema a rotazione che assegnava ogni volta il rito a una data tribù), dopodiché rimane muto mi sembra fino alla nascita di Giovanni Battista.
Un saluto
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 22 Dicembre 2019, 06:33:47 AM
Nome ed epiteti di Gesù

Dal Vangelo di Luca sappiamo che l'angelo Gabriele  fu mandato da Dio alla vergine Maria per informarla del concepimento di un figlio e con quale nome chiamarlo: "lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù" (1, 26 - 31).  Questo nome fu poi rivelato nel sogno a Giuseppe da un angelo del Signore che gli disse: "non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù" (Mt 1, 20 – 21).

Gesù è l'adattamento italiano del nome ebraico Yĕhošūa (= Yehoshùa), che significa: "Dio salva". Il nome gli venne imposto nel rito della circoncisione nell'ottavo giorno dalla nascita (Lc 2, 21).

I suoi contemporanei lo chiamavano col nome ebraico nella forma abbreviata,  Yeshua,  a volte con la specificazione "figlio del falegname" (Mt 13, 55), "figlio di Giuseppe"  (Lc 4, 22), "figlio di Maria" (Mc 6,3).

Il nome Yehoshùa (in italiano = Giosué) nella Bibbia dei Settanta in lingua greca fu tradotto Iesòus, passato nel latino tardo nella forma Iesus, da cui l'italiano Gesù.

Yehoshùa era un nome diffuso al tempo dei fatti evangelici, è citato anche negli apocrifi.  Lo storico ebreo Giuseppe Flavio menziona  numerosi personaggi (non biblici) con questo nome.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 22 Dicembre 2019, 06:38:52 AM
Nome ed epiteti di Gesù  /2

Nel Nuovo Testamento in lingua greca, Gesù oltre al nome proprio viene indicato con epiteti, titoli e nomi allegorici, molti dei quali derivano dall'Antico Testamento e applicati a Gesù dagli autori del Nuovo Testamento, convinti che fosse il Messia, atteso dal popolo ebraico. 

Alcuni esempi.

 "Cristo": in ebraico māšîăḥ (= unto, del Signore), in lingua greca "Christòs", da "chrìo, = ungere, da cui "l'unto", il "consacrato" con l'olio d'oliva spalmato sul capo). All'epoca di Gesù, il Cristo-Messia era l'inviato di Dio atteso dal popolo ebraico, dal quale ci si aspettava in particolare il riscatto sociale e politico dalla dominazione romana.

"Signore": in greco  "Kyrios", termine usato in particolare  negli Atti degli Apostoli e nelle lettere.

"Figlio dell'uomo": nell'ebraismo questa frase aveva una connotazione messianico-escatologica.

"Figlio di Dio": indica la relazione indissolubile tra Dio e un individuo o una comunità.

"Re": questo attributo era correlato al Messia, considerato discendente ed erede del re Davide, dal quale: "re dei Giudei", "re d'Israele", "re dei re", "Figlio di Davide".

Altri titoli: rabbi (= esperto della Sacra Scrittura), rabbuni (forma confidenziale di rabbi), maestro, Verbo (titolo cristologico usato dall'evangelista Giovanni) Dio, logos, nazoreo,  nazareno, Emmanuele (= "con-noi-Dio"), ecc..

Dall'evangelista Giovanni vengono date anche espressioni allegoriche come: agnello, agnello di Dio, agnello immolato, luce, luce del mondo, verità, via,  pastore, buon pastore, pane della vita, ecc..
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 23 Dicembre 2019, 07:17:36 AM
Iconografia della Natività

La raffigurazione della natività ha origini antiche: i cristiani  cominciarono a dipingere le scene della nascita di Cristo nelle catacombe.
Le fonti per la rappresentazione sono i 180 versetti dei  Vangeli di Matteo e di Luca, cosiddetti "dell'infanzia", che riportano la nascita di Gesù.

Il racconto più dettagliato della nascita di Gesù è nel Vangelo di Luca (2, 7-9), Maria "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce."

Altri elementi per arricchire la scena furono desunti dai racconti di altri tre  vangeli apocrifi: il protovangelo di Giacomo, il vangelo dello pseudo Tommaso ed il vangelo arabo dell'infanzia.

Le rappresentazioni del III e IV secolo evidenziano che la comunità cristiana dell'Urbe era affascinata dalla narratio evangelica e/o apocrifa relativa ai primi momenti della vita di Gesù.

Quei cristiani consideravano il Natale come momento saliente del piano salvifico divino e come incontro tra profezia e attuazione evangelica.


La più antica rappresentazione della nascita di  Gesù è del III secolo. L'affresco è a Roma nelle catacombe di Priscilla, uno dei cimiteri paleocristiani con circa 13 chilometri di gallerie sotterranee.  Queste catacombe sono dette di Priscilla dal nome dalla nobildonna che donò il terreno nel quale vennero scavate dal II secolo, ospitano anche le spoglie di sette papi fra cui Celestino I e Liberio.

Sul soffitto di una nicchia è raffigurata Maria che tiene in braccio Gesù, con accanto un profeta che le indica una stella, simbolo, secondo l'Antico Testamento, della venuta di Cristo in terra.

(https://musainquietante.files.wordpress.com/2017/12/nativitc3a0-catacombe-priscilla-roma-iv-sec.jpg)
                 
Nelle gallerie delle catacombe di Priscilla, già nel III secolo, vengono riprodotti ad affresco le celebri scene dell'Annunciazione, della Natività e dell'adorazione dei Magi.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 23 Dicembre 2019, 07:21:41 AM
 Iconografia della Natività  /2

A Roma, nelle catacombe di Priscilla è anche raffigurata l'adorazione dei Magi

 (https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2018/12/adorazione-magi-priscilla.jpg)

L'Adorazione dei Magi nella catacomba di Santa Priscilla, Roma.

Il tema della nascita di Gesù, l'adorazione dei pastori e l'adorazione dei Magi con i loro doni  è presente anche in altre catacombe romane.

Il numero dei Magi varia, perché l'evangelista Matteo (2, 1 – 12) non dice quanti erano. Nelle più antiche pitture delle catacombe il loro numero oscilla da due a cinque.  

Dal IV secolo, con la diffusione del cristianesimo, numerosi artisti  rappresentarono la nascita di Gesù nelle basiliche paleocristiane decorate con splendidi mosaici che spesso ritraggono l'immagine della Madonna con il Bambino.  

A Roma, della basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore, fatta costruire dal pontefice  Sisto III sul colle Esquilino, dopo il concilio di Efeso del 431, che sancì il dogma del parto verginale di Maria, restano i mosaici delle navate, ma anche il grande arco trionfale, che evoca i momenti salienti relativi alla nascita del Salvatore:  dall'annunciazione alla presentazione al tempio, dall'adorazione dei magi al soggiorno in Egitto, dalla strage degli innocenti alla reggia del re Erode.


(http://www.arteefede.com/flash/LASTRA%20DI%20SEVERA_file/image002.jpg)

Adorazione dei Magi: epitaffio sulla lastra marmorea della tomba di Severa; 300 circa d.C., catacombe di Priscilla, Roma

La piccola lastra (fine III – inizi IV sec.), proveniente dal cimitero di Priscilla sulla via Salaria, chiudeva forse un loculo infantile e reca inciso, oltre all'augurio di vita per la defunta Severa ("Vivi in Dio!"), una ricca decorazione figurata: essa comprende a sinistra il ritratto della fanciulla che tiene tra le mani un rotolo (volumen), segno di sapienza e, a destra, una delle più antiche rappresentazioni dell'adorazione dei Magi. Questi ultimi, raffigurati in abiti orientali con i mantelli gonfiati dal vento per significare il movimento, sono condotti dalla stella sino a Maria, seduta su un alto seggio di vimini, con in braccio il bambino Gesù che si protende a ricevere i doni. Dietro il seggio, il profeta Bàlaam, stante, indica la stella, alludendo al compimento della profezia messianica: «Una stella spunterà da Giacobbe, uno scettro sorgerà da Israele» (Num 24, 17). 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 23 Dicembre 2019, 07:25:00 AM
Iconografia della Natività  /3

Nel tempo questo tema  iconografico è stato interpretato dagli artisti con diverse ambientazioni e gestualità dei personaggi.

Dal VI secolo nel Vicino Oriente si stabilizza la tradizionale iconografia bizantina: Maria giace distesa nella grotta o nella capanna  con il Bambino nella mangiatoia, il bue e l'asino. Invece in ambito occidentale prevale l'immagine derivata dalla devozione medievale, la Madonna inginocchiata  o seduta e adorante accanto al bimbo.

Dal XIV secolo nella raffigurazione della natività s'impegnarono  gli artisti più famosi con pitture, sculture, ceramiche argenti, avori e vetrate.

Dal XV secolo la nascita di Gesù avvenne anche nella scenografia di rovine di edifici di epoca imperiale, con colonne spezzate, archi, edifici crollati, per simboleggiare la vittoria del cristianesimo sul paganesimo. simboleggiano il crollo del paganesimo.  Il messaggio ideologico mostra la "capanna" della natività di Gesù entro le rovine di un tempio pagano.

Nelle rappresentazioni pittoriche  del corteo dei Magi vengono raffigurati anche animali esotici, come giraffe, dromedari o cammelli.

Gentile da Fabriano nel 1423 dipinse un'adorazione dei Magi per il banchiere Palla-Strozzi, arricchendola con una scena di caccia con balestrieri, fagiani, cervi inseguiti, leopardi ammaestrati in groppa ai cavalli.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 24 Dicembre 2019, 00:04:35 AM
24 dicembre: inizia il "Tempo di Natale"

La sera del 24 dicembre, prima dei vespri finisce il tempo dell'Avvento  ed è l'ultimo giorno della novena di preparazione  spirituale, elencata fra i "pii esercizi" di origine medievale per coinvolgere maggiormente la devozione popolare.

Con la "messa vespertina" (dal latino vespĕrum = sera) comincia il "tempo di Natale", che termina la prima domenica dopo l'Epifania in cui viene commemorato il battesimo di Gesù nel fiume Giordano da parte di Giovanni Battista. 

I vespri fanno parte della "liturgia delle ore". Le preghiere vengono di solito  recitate  alle 18.00, la penultima delle ore canoniche, compresa tra la nona (ore 15.00) e la compieta, che conclude la giornata.

Nella tarda serata del 24 dicembre il suono delle campane chiama i fedeli alla partecipazione della Messa solenne  "ad noctem" (cosiddetta di "mezzanotte" nella tradizione del passato),  per celebrare la nascita di Gesù. Nel nostro tempo la funzione religiosa comincia alle ore 22.00, come nella basilica vaticana, con la partecipazione del papa. La liturgia prevede la lettura della "buona novella" (attualmente detta "buona notizia"), che commemora la nascita di Gesù a Betlemme e la rivelazione dell'angelo ai pastori (Lc 2, 1-14).

Nell'offertorio il celebrante dice che il cielo e la terra prendono parte all'esultanza: "laeteutur coeli et exultet terra ante faciem Domini: quoniam venit" (Ps 95, II e 13).

Il rito culmina  con i canti del  "Gloria" e dell'Alleluja, poi  nella "mangiatoia" viene deposta la statuina che simboleggia il Bambino Gesù.

Oltre al sacro c'è il profano: nella serata c'è il tradizionale "cenone della vigilia di Natale" e lo scambio dei doni, ma molti preferiscono attendere il giorno successivo per i regali.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: Sariputra il 24 Dicembre 2019, 14:23:31 PM
In queste ore genitori indaffarati cercano gli ultimi giocattoli per i loro bimbi. Si scorrono poi i volti e i nomi dei parenti e degli amici a cui si vuol donare qualcosa, magari preoccupati perchè si pensa di ricevere qualcosa da loro, e dover così contraccambiare per non sentirsi in imbarazzo. E' la ritualità stancante del Natale, vissuto ormai solo su questo piano del dare e ricevere cose, spesso già possedute dai riceventi. Chi non vede arrivare almeno dei calzini lunghi o delle cravatte ogni anno, in questo giorno? E quasi sempre di misura sbagliata?...
Allora vorrei lasciare un augurio diverso: quello di poter realizzare un cuore orientato al Bene. E lo faccio con il versetto 43 del Dhammapada 

Non tua madre, non tuo padre,
né chiunque della famiglia,
può darti dono più prezioso
di un cuore ben orientato.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 24 Dicembre 2019, 17:06:55 PM
Liete feste Sari. 
al tuo post rispondo con questa storiella.

Lo scrittore e drammaturgo francese Alphonse Daudet (1840 – 1897) nella raccolta di novelle titolata "Lettres de mon moulin" (= Lettere dal mio mulino), c'è un racconto dedicato a "Les trois Messes basses", le tre messe non cantate, perciò basse, che il sacerdote celebrava il 24 dicembre. 

La storia è ambientata alla fine del 18/esimo secolo. Don Balaguère, cappellano della chiesa nel castello sul monte Ventoux, è un prete goloso che viene tentato dal diavolo nelle sembianze del suo chierichetto, di nome Garrigou, che gli descrive lo squisito menù della vigilia di Natale, del gran lavoro in cucina per preparare la cena di mezzanotte: 

"- Due tacchini tartufati, Garrigou? ...

- Sì, reverendo, due bellissimi tacchini ripieni di tartufo. Ne so qualcosa, dato che sono io che ho contribuito a riempirli. Sembrava che la loro pelle si spezzasse quando arrostita, così tesa era ...

- Gesù Maria! io che amo tanto il tartufo! ... Dammi subito la mia cotta, Garrigou ... E con i tacchini, cosa hai visto di nuovo in cucina? ...

- Oh! tutti i tipi di cose buone ... Da mezzogiorno abbiamo solo strappato fagiani, upupe, gelatine e galli cedroni. La piuma volava dappertutto ... Poi dal laghetto abbiamo portato anguille, carpe dorate, trote, gamberetti ...

- Quanto è grande, la trota, Garrigou?

- Grande come quello, Reverendo ... Enorme! ...

- Oh! Dio! mi sembra di vederli ... Hai messo il vino nelle ampolle?

Sì, reverendo, ho messo il vino nelle ampolle, ma non vale quello che berrete nel castello dopo la Messa di mezzanotte, tutte quelle caraffe piene di vini di tutti i colori ... E i piatti d'argento, i fiori, i candelabri! .... Il marchese ha invitato molti nobili. 

- Andiamo, andiamo, bambino mio. Facciamo attenzione al peccato di gola, specialmente alla notte della Natività ... Vai veloce e accendi le candele e suona il primo colpo della Messa; perché è quasi mezzanotte e non dobbiamo essere in ritardo ...". 

Il sacerdote vorrebbe resistere al "peccato di gola", ma non riesce a liberarsi dall'idea della cena mentre si prepara per celebrare la terza Messa. E' ormai preda del demone della golosità, e durante la celebrazione eucaristica salta frasi intere del messale, omette il "credo" e il pater" per l'ansia di sedersi a tavola. 

All'ite missa est non lui solo, ma tutti i fedeli presenti furono contenti: "Deo gratias" risposero in coro, poi corsero fuori dalla chiesa per partecipare alla cena della vigilia nelle loro case. Invece don Balaguère partecipò insieme ai nobili alla cena organizzata dal marchese nella grande sala del castello. 

Il prete mangiò e bevve così tanto che durante la notte morì d'infarto senza potersi pentire. 

Per la sua empietà il Signore non lo fece entrare nel Paradiso e gli disse: "Tu mi hai rubato una Messa di mezzanotte...Me la ripagherai trecento volte e non entrerai in paradiso fino a quando non avrai celebrato trecento messe di Natale nella tua cappella, alla presenza di tutti quelli che hanno peccato con te e per colpa tua".
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 07:42:50 AM
25 dicembre: Nascita di Gesù

(http://www.parrocchiasanvitale.it/images/vangelo/the-nativity-story-oscar-isaac-keisha-castle-hughes.jpg)
                 
"Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Con questa affermazione l'evangelista Giovanni esprime l'evento dell'Incarnazione: Dio si è fatto uomo a Betlemme.

Il 25 dicembre nella Messa solenne viene letto il prologo dell'evangelista Giovanni:  "In principio era il Verbo, /  e il Verbo era presso Dio, / e il Verbo era Dio" (1, 1)
Il  latino "Verbum" traduce il greco Logos, questo sostantivo significa parola, intesa come manifestazione del pensiero. In termini filosofici è un'idea astratta, un concetto,  che si è concretizzato, rendendosi visibile, ascoltabile, toccabile. in una determinata persona.

Per la teologia cristiana è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, divino e umano, vero Dio e vero uomo, e fa parte della Trinità insieme al Padre e allo Spirito Santo.

La stessa espressione "In principio..." è usata all'inizio del racconto della creazione nel libro della Genesi: "In principio Dio creò il cielo e la terra...", però l'evangelista Giovanni si riferisce ad un altro "principio", a Gesù Cristo, nato a Betlemme secondo la profezia di Michea (5, 1).

Secondo i cristiani Michea, che visse nell'VIII sec. a.C. (ed era contemporaneo dei profeti Isaia ed Osea), profetizzò la nascita del Signore a Betlemme...
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 07:52:43 AM
25 dicembre: Nascita di Gesù /2

Joseph Ratzinger, durante il suo pontificato, nell'udienza generale del 23 dicembre del 2009 disse che "Il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del profeta Daniele, scritto verso il 204".

Ippolito, teologo ed esegeta, fu il primo antipapa nella storia della Chiesa. Scrisse commentari su libri dell'Antico e Nuovo Testamento, fra i quali quello sul "Libro di Daniele". In questo testo, in quattro volumi, c'è la parte riguardante il giorno e il mese della nascita di Gesù:  "Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme, (occorre sapere che avvenne) otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana (Giovedì), quando Augusto regnava già da quarantadue anni. Dal tempo di Adamo erano passati cinquemilacinquecento anni. Egli (il Cristo) soffrì a trentatré anni, otto giorni prima delle calende di Aprile (25 Marzo), nel giorno della Preparazione, durante il quindicesimo anno di Tiberio Cesare, insieme con Rufo, Rubellio e quando Gaio Cesare e Gaio Celestio Saturnino erano consoli per la quarta volta". (Ippolito di Roma, Commentario a Daniele, 4.23.3).

Papa Benedetto XVI in quell'udienza del 23 dicembre 2009 disse anche:  "Nella cristianità la festa del Natale ha assunto una forma definita nel IV secolo, quando essa prese il posto della festa romana del "Sol invictus", il sole invincibile; si mise così in evidenza che la nascita di Cristo è la vittoria della vera luce sulle tenebre del male e del peccato".
Infatti, come  ho scritto in un precedente post, nella 'Depositio Martyrum', scritta nel 336, si dice che a Roma il dies natalis di Gesù veniva celebrato il 25 dicembre. 


La stessa notizia è nel Cronografo dell'anno 354(Chronographus anni 354), scritto da Furio Dionisio Filocalo:  "VIII kal. Ian. natus Christus in Betleem Iudeae" (= il 25 dicembre nacque Cristo a Betlemme di Giudea).

Fu scelto il 25 dicembre perché si credeva  che fosse la data del solstizio d'inverno. In quel giorno si festeggiava il  "Dies Natalis Solis  Invicti", la nascita del nuovo Sole, che dopo la notte più lunga dell'anno riprendeva ad aumentare la luce diurna.

"Sol Invictus" ("Sole invitto") o, per esteso, "Deus Sol Invictus" ("Dio Sole invitto") era anche l'appellativo religioso usato per diverse divinità  nel tardo Impero Romano, quali Helios, El-Gabal, Mitra, che finirono per essere assimilate, nel periodo della dinastia dei Severi, in un monoteismo solare.

Il 25 dicembre la comunità cristiana di Roma festeggiava la nascita di Gesù, considerato da loro "la luce del mondo".
Il simbolismo teologico "Cristo-Luce" è caratteristico del Vangelo di Giovanni (1, 4 – 9 e 8, 12) che mette in evidenza la contrapposizione tra luce e tenebra.

Anche nelle lettere di Paolo di Tarso la simbologia della luce è presente con diversi significati, ad esempio in quella agli Efesini (5, 8 – 14). Da aggiungere il profeta Isaia:  "Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse" (9, 1).

Ma fu difficile sconfiggere la festa pagana del "Sol Invictus". Nel 460 il papa Leone I "Magno" sconsolato scrisse: "E' così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella basilica di san Pietro, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei". (settimo sermone nel Natale del 460). 
 
Le date in cui si festeggia il Natale nella cristianità:
Il 25 dicembre cattolici, protestanti e ortodossi che seguono il calendario gregoriano;
il 6 gennaio le chiese ortodosse orientali;
il 7 gennaio gli ortodossi che seguono il calendario giuliano;
il 19 gennaio la Chiesa Armena Apostolica di Gerusalemme che segue il calendario giuliano.


Il nucleo centrale della festività natalizia è di 8 giorni: dal 25 dicembre all'1 gennaio.

 (https://www.bing.com/th?id=OIP.dwZ7pnr5G_TlmE6x-yVVXAHaFU&pid=Api&w=796&h=572&rs=1&p=0)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 09:41:17 AM
Canzoni natalizie

"Tu scendi dalle stelle": è la più famosa canzone natalizia italiana.  Parole e musica furono composte nel dicembre  1754  dal sacerdote Alfonso Maria de' Liguori mentre era  a Nola (prov. di Napoli) per le sue  prediche durante la novena di Natale. E' la versione in lingua italiana di un coevo motivo in dialetto napoletano, "uanno QQuanno nascette Ninno", dello stesso autore, vescovo e santo.
 
"Stille nacht":  (= Notte silenziosa)  è il titolo in lingua tedesca  di un'altra famosa canzone natalizia, più conosciuta in Italia col titolo "Bianco Natale",in inglese "Silent night".
Le parole furono scritte nel  1816 dal sacerdote  austriaco Joseph Mohr, invece  la musica fu composta nel 1818  dall'austriaco  Franz Xaver Gruber, che egli stesso suonò per la prima volta nella notte di Natale nella chiesa di St. Nikolaus ad Oberndorf.  


La versione italiana di "Stille nacht" è "Astro del ciel":  non è una traduzione del testo tedesco  ma un elaborato scritto dal prete bergamasco Angelo Meli (1901-1970).

In "Stille nacht" il sacerdote Mohr esprime la pace interiore dopo varie disavventure e  malattie. Prima dell'ordinazione sacerdotale aveva vissuto a Salisburgo, dove era solito ubriacarsi e giocare d'azzardo.

A diffondere questo canto natalizio prima nel Tirolo poi nel resto dell'Austria e in Germania, fu un costruttore di organi, Mauracher. Si era recato ad Oberndorf per riparare l'organo della chiesa di San Nicolaus, ascoltò la canzone, gli piacque e decise di prendere lo spartito per stamparlo e diffonderlo. Il brano piacque anche al re di Prussia, Federico Guglielmo IV, che lo fece cantare dal coro del duomo di Berlino.

Alla fine del XIX secolo gli emigranti tedeschi fecero conoscere "Stille nacht" negli Stati Uniti e nel Canada.
 
"Adeste fideles": canto natalizio in lingua latina d'incerta "paternità". Alcuni l'attribuiscono, in parte, al compositore e musicista britannico John Francis Wade (1711 – 1786).  Lo avrebbe trascritto da un tema popolare  irlandese nel 1743 circa. Nel canto ci sono citazioni tratte dalla Bibbia e dalle preghiere del Gloria e del Credo.

Il testo del canto è costituito da otto strofe di cui solo la I, V, VI e VII furono trascritte da Wade. Le strofe II, III e IV vennero composte dal vescovo cattolico e teologo franceseÉtienne-Jean-François nel 1794  e  l'VIII da un anonimo.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 09:50:20 AM
Canzoni natalizie /2

"White Christmas" (= bianco Natale).
E' la più famosa canzone natalizia  americana. Scritta dal compositore musicale Irving Berlin, di origine russa, naturalizzato statunitense,  morto nel 1989 all'età di 101 anni.
Il nome Irving Berlin è uno pseudonimo. Si chiamava Izrail' Moiseevič Bejlin (18881989). Fu autore di numerosi brani musicali, fra i quali il noto "White Christmas", elevato al successo da Bing Crosby nel 1942.

Fu per il film "Holiday Inn" che compose nel 1942 White Christmas, per cui ricevette anche  l'Oscar per la migliore canzone.  Il 3 ottobre  1942  il brano, cantato da  Bing Crosby raggiunse il primo posto nella classifica americana. Da allora, il brano è sempre riapparso in classifica ogni anno per Natale.


"Jingle Bells": è una delle canzoni natalizie più conosciute e cantate al mondo. Il brano fu creato dal compositore e cantautore statunitense James Pierpont e pubblicato nel 1857 con il titolo "One Horse Open Sleigh".

Anche se è associata al Natale, la canzone la scrisse per essere cantata nel "Giorno del ringraziamento":  ogni anno negli Stati Uniti d'America  il quarto giovedì di novembre.

Secondo la Medford Historical Society, Pierpont per la composizione del testo fu ispirato dalle popolari corse delle slitte che si svolgevano nella città di Medford nel XIX secolo.

Nel 1859 la canzone venne ripubblicata con il titolo "Jingle Bells, or the One Horse Open Sleigh" ed ebbe diffusione e successo.
Jingle Bells non argomenta sul Natale, ma di bevute, slitte e anche ragazze.

La CBC (l'equivalente della Rai in Canada) fece  fare le ricerche per un servizio con la vera storia di "Jingle Bells" e scoprì che il brano non è un  allegro inno da cantare in famiglia. Fu composto in una  specie di "osteria" per essere cantato  durante le bevute.
«Jingle bells, jingle bells, jingle all the way. Oh, what fun it is to ride in a one-horse open sleigh». Il ritornello del pezzo sarebbe in pratica un inno a divertirsi durante le corse di slitte che nel periodo invernale  si svolgevano sulle rive del Mystic River, a Medford, a nord di Boston.

Oltre alla prima strofa della canzone (l'unica cantata) e leggendo le successive (spesso dimenticate), c'è da credere che il divertimento cui si riferisce il pezzo effettivamente non sia quello dello stare in famiglia a Natale.

The first Noel (= "Il primo Natale"):l'origine del titolo di questo canto natalizio è controverso. Secondo alcuni studiosi non è il "noel" di origine francese ma la contrazione della frase "Now all is well", divenuto "Now well",  abbreviato in "Nowell", da cui "Noel".

E'un tradizionale canto natalizio inglese, pubblicato nel 1823  con un arrangiamento ed aggiunte nel testo ad opera di  Davies Gilbert.


Dopo essere stata tramandata oralmente, la composizione "The first Noel" fu pubblicata  nel 1833 in una collezione di "Christmas Carols".  

Il testo ha 9 strofe di contenuto religioso: la nascita di Gesù, l'annuncio dell'angelo ai pastori, l'arrivo dei Magi, ecc.. Tre delle nove strofe vengono spesso tralasciate nelle versioni contemporanee.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: viator il 25 Dicembre 2019, 13:12:32 PM
Altamarea.......sono estasiato dal tuo eloquio. I tuoi interessi e conoscenze, che finora mi erano ignoti, li trovo intriganti. E te lo sta dicendo uno  i cui interessi ed il cui cinismo risiedono in ben altri universi. Complimenti veramente. Buon Natale anche se - come s'usa tra noi - non ti saluto.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 15:22:21 PM
Liete feste anche a te Viator.

Debbo mantenere la promessa al nick Isfrael di descriverle la Natività da diversi punti di vista. Il "cronoprogramma" prevede la conclusione dei miei post sul tema con l'arrivo e la partenza dei Magi. Poi me ne andrò con loro verso "Oriente".

Nel frattempo Jesus come uomo cresce d'età e lo incontrerò di nuovo alla fine della sua vita terrena. Il "meeting" avverrà a Gerusalemme nella "Domenica delle palme", poi, nel giorno della Pentecoste, io e lui ci  diremo addio per sempre. Su richiesta potrò argomentare sul suo "fine vita".

Tornando alla Natività, di cose da dire ce ne sono tante.  Ho cominciato a documentarmi da ragazzo per capire meglio, per distinguere la religiosità popolare, che aborro, dalla "verità storica".

Ciò che sto "postando" in questi giorni, non è la "faticaccia" in quest'ultimo mese, ma il copia e incolla di quanto ho archiviato negli anni, prima sul cartaceo e poi nei miei documenti virtuali, che a volte necessitano di aggiornamenti e correzioni.  

Per documentarmi ho frequentato varie biblioteche, comprese quelle conventuali e monastiche.

Un bel saluto Viator. Ormai sono "assuefatto" al tuo "salve", "saluti", e se non li scrivi mi viene la "crisi di astinenza". :)  
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 17:27:08 PM
Il bue e l'asino
Il giorno di Natale è al tramonto. Non si può lasciarlo passare senza dire qualcosa di altri due "interpreti" della Natività: il bue e l'asino.

(https://4.bp.blogspot.com/-hGIoxYDhtAA/VI8BVcN0iQI/AAAAAAAAETw/9twKnwfFSqc/s1600/cattedrale%2Batri%2B(5)%2B1.jpg)
Andrea De Litio, "Natività", 1460 – 1470, particolare del ciclo di affreschi riguardanti le "Storie di Maria" nel coro del duomo di Atri, (prov. di Teramo).

Maria è in posizione orante. Al di sopra della capanna le colline, paesi turriti,  i pastori e i contadini che convergono verso il bambino divino.

Questi due animali furono scelti in base a  dei versetti veterotestamentari, uno del profeta Isaia (1, 3) e l'altro del profeta Abacuc (3, 2).

Isaia: "Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende"(1,3). Questo passo di Isaia non è connesso con la Natività di Gesù, invece la tradizione della Chiesa lo considera una profezia riguardante il Bambino Gesù nella stalla. Isaia lamenta che Israele non riconosce più il suo Dio, mentre persino le bestie riconoscono il loro padrone.

Abacuc: 
"Signore, ho ascoltato il tuo annunzio,
Signore, ho avuto timore della tua opera.
Nel corso degli anni manifestala
falla conoscere nel corso degli anni"(3, 2).

In questo versetto  di Abacuc non si parla di animali, ma nella versione dei Settanta dell'Antico Testamento in lingua greca, tradotta dall'ebraico ad Alessandria d'Egitto, il terzo rigo fu erroneamente interpretato e la frase "Nel corso degli anni manifestala", fu  tradotta "in mezzo ai due animali Tu ti manifesterai":  questa locuzione fu considerata la conferma della predetta profezia di Isaia sulla presenza del bue e l'asino alla nascita di Cristo.


E' davvero sorprendente  che la leggenda  e la tradizione "del bue e dell'asino" vicino la "mangiatoia-culla" del neonato Gesù siano nate da un errore di traduzione.

L'unico testo apocrifo che cita un bue e un asino vicino alla mangiatoia in cui fu sistemato Gesù appena nato è il Vangelo dello pseudo-Matteo: "Il terzo giorno dopo la nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla: mise il bambino nella mangiatoia e il bue e l'asino lo adorarono. Così si adempì ciò che era stato preannunziato dal profeta Isaia, che aveva detto: 'Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone'. Infatti questi animali, avendolo in mezzo a loro lo adoravano continuamente. E così si adempì ciò che era stato preannunziato dal profeta Abacuc, che aveva detto: 'Ti farai conoscere i mezzo a due animali'. In quel luogo Giuseppe e Maria rimasero col bambino per tre giorni" (14, 1).
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: anthonyi il 25 Dicembre 2019, 18:59:44 PM
Citazione di: altamarea il 25 Dicembre 2019, 15:22:21 PM


Tornando alla Natività, di cose da dire ce ne sono tante.  Ho cominciato a documentarmi da ragazzo per capire meglio, per distinguere la religiosità popolare, che aborro, dalla "verità storica".

Ciao altamarea, singolare questa tua posizione, il Natale è religiosità popolare per eccellenza, e ti dirò, la tua spiegazione sul bue e l'asinello, che non avevo mai sentito, mi ha un po' rotto la magia.
Io sapevo comunque che ai due animali venivano attribuiti significati simbolici, in particolare il bue che credo rappresentasse proprio il male, che rispettoso si inchinava al cospetto del figlio di Dio.
Un saluto
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 25 Dicembre 2019, 20:31:00 PM
Liete feste anche a te, Anthonyi.

La voglia  di capire come stavano veramente le cose riguardo al Natale ed altro, mi motivò ad approfondire l'argomento. Merito dell'allora prefetto della Biblioteca  e Pinacoteca Ambrosiana di Milano e attuale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi.

La partecipazione ad alcuni suoi convegni, la lettura dei suoi articoli su riviste cattoliche e sui suoi libri mi spronarono a saperne di più,  a capire la differenza tra realtà e leggenda nei racconti biblici.

Il risultato ? Non sono un credente ma tratto il cristianesimo con rispetto. E sono un fan di Ravasi. :)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: stelle dell'auriga il 25 Dicembre 2019, 22:23:49 PM
Citazione di: altamarea il 25 Dicembre 2019, 15:22:21 PM
Liete feste anche a te Viator.

Debbo mantenere la promessa al nick Isfrael di descriverle la Natività da diversi punti di vista. Il "cronoprogramma" prevede la conclusione dei miei post sul tema con l'arrivo e la partenza dei Magi. Poi me ne andrò con loro verso "Oriente".

Nel frattempo Jesus come uomo cresce d'età e lo incontrerò di nuovo alla fine della sua vita terrena. Il "meeting" avverrà a Gerusalemme nella "Domenica delle palme", poi, nel giorno della Pentecoste, io e lui ci  diremo addio per sempre. Su richiesta potrò argomentare sul suo "fine vita".

Tornando alla Natività, di cose da dire ce ne sono tante.  Ho cominciato a documentarmi da ragazzo per capire meglio, per distinguere la religiosità popolare, che aborro, dalla "verità storica".

Ciò che sto "postando" in questi giorni, non è la "faticaccia" in quest'ultimo mese, ma il copia e incolla di quanto ho archiviato negli anni, prima sul cartaceo e poi nei miei documenti virtuali, che a volte necessitano di aggiornamenti e correzioni. 

Ti ringrazio altamarea per l' impegno che ti sei preso ( ero convinta tu fossi una donna  :)  per via del tuo nick ), in effetti di materiale ne hai postato parecchio in questi giorni, ce ne sarebbero riflessioni da fare, ma non è questa la discussione adatta, magari se sei così preparato sul cristianesimo si potrebbe anche aprire una discussione sui vangeli e capire come mai ci sono così tante difformità tra un testo ed un altro, oppure alcuni episodi vengono narrati da un autore e da un altro magari no...

Ad esempio mi sono sempre chiesta come mai ci fossero così poche notizie sulla prima parte della vita di Gesù, a parte la nascita, dell' infanzia  e della giovinezza se ne sa davvero poco, c'è qualche notizia in più nel Protovangelo di Giacomo, ma si sa che è un vangelo apocrifo e quindi non viene considerato dalla chiesa, eppure grazie a questi vangeli "non "ufficiali" sappiamo qualche particolare in più.

Comunque, per ora auguro a tutti serene feste, e qualche riflessione in più su cosa significa oggi il Natale.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 08:57:12 AM
Adorazione dei pastori

Il Vangelo di Luca è l'unico dei Vangeli canonici a narrare l'evento dei pastori, primi testimoni della nascita di Gesù. 

Dal Vangelo di Luca: "C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: 'Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia'. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
'Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama'.
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: 'Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro"
 (Lc 2, 8 – 20)


(http://3.bp.blogspot.com/-Da1ppiFtn9s/VnU8LWXWs3I/AAAAAAAAKHY/vbL-RCpYaV4/s1600/Adorazione%2Bdei%2Bpastori%2BGeorge%2BLa%2BTour.jpg)
                 
Georges de La Tour: "L'Adorazione dei pastori", 1644, Museo del Louvre, Paris

Questo artista caravaggesco fu un abile pittore del chiaro scuro e della luce, del lume di candela con la qualeillumina la crepuscolare scena, come in questo dipinto., che  presenta al centro il neonato dormiente, con gli occhi chiusi, stretto nelle fasce, disteso su un giaciglio di paglia.

Il neonato ha su di sé l'attenzione di cinque persone disposte a semicerchio. 
 
Da sinistra a destra ci sono:

- Maria, la madre di Gesù, assorta e con le mani giunte in segno di preghiera;   

- un pastore con i baffi che stringe in mano un bastone ed ha in braccio un agnellino che bruca la paglia nella culla ed ha la funzione simbolica di ricordare la Passione di Cristo;

- un altro pastore con la mano destra si sta per togliere il cappello in segno di rispetto, mentre nella mano sinistra  stringe il piffero;

- una nutrice che con le mani sorregge la ciotola con la zuppa per la puerpera;

- Giuseppe, il padre putativo, tradizionalmente raffigurato anziano, sorregge una candela accesa con la quale illumina la scena, però la  luce naturale sembra provenire dal neonato.

In questa raffigurazione La Tour è fedele al verso di Luca (2, 16), anche se questo evangelista non dice quanti erano i pastori  e se portarono doni al bambino. I dettagli sono in alcuni vangeli apocrifi e commenti omiletici,  utilizzati dagli artisti per le loro realizzazioni.

Nel '600 furono numerosi i dipinti  con soggetto l'adorazione dei pastori. In questo quadro  La Tour ha proposto il tema in modo "anti-barocco", senza angeli, aureole, pose estatiche, asino e bue.   

Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI) nel suo libro "L'infanzia di Gesù" evidenzia che il Bambino nacque in un ambiente in cui i pastori portavano gli animali al pascolo. Era perciò normale che essi, in quanto i più vicini all'evento, venissero chiamati per primi alla mangiatoia. 

Comunque l'episodio denota l'attenzione di Dio verso gli umili. In quel tempo gli Ebrei consideravano i pastori i reietti della società. 


Anche Davide, il re di Israele da ragazzo faceva il pastore. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 09:13:13 AM
Adorazione dei pastori  /2
L'arte paleocristiana fu ispirata da mitologie, tipologie e decorazioni pagane, non avendo una propria tradizione, però ai simboli pagani venivano attribuiti significati e valori cristiani.

Tra le immagini ed i simboli della cultura greco-romana (che dava aspetto umano ai concetti astratti ed alla natura) ci sono espressioni artistiche con temi pastorali, come quella del moscoforo (portatore di vitello) e quella del crioforo (portatore di capretto); due epiteti attribuiti al dio greco Hermes (Mercurio per i Romani) che porta sulle spalle un piccolo vitello o un ovino. 


L'iconografia greca del crioforo venne usata nell'arte romana e poi utilizzata dai cristiani come icona del "Buon Pastore, in riferimento all'omonima parabola di Gesù: "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Gv 10, 11). 

L'immagine del pastore che si prende cura della sue pecore divenne per i cristiani l'allegoria di Cristo salvatore, rappresentato come "agnello sacrificale o come "buon pastore", giovane, imberbe e con i capelli lunghi, con la bisaccia e le calzature usate dai pastori, mentre trattiene con le mani le quattro zampe della pecora che porta sulle spalle.

(http://www.gliscritti.it/blog/images/2012-10/statuetta-buon-pastore.jpg)
statuetta in marmo del "buon pastore", fine del III - inizi del IV sec. d.C.;  dalle catacombe di S. Callisto, a Roma; Musei Vaticani, Museo Pio Cristiano.  Immagine simbolica del cristianesimo primitivo.

I cristiani rappresentavano il "Buon Pastore" per comunicare la filantropia di Dio, il suo amore per l'umanità, rivelata in Cristo.

L'icona del Buon Pastore venne molto usato negli affreschi dei cubicoli nelle catacombe cristiane, nei bassorilievi sul fronte dei sarcofagi e nelle epigrafi, come simbolo dell'anima portata nella pace da Cristo pastore.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 09:46:28 AM
Adorazione dei pastori  /3

"...ma l'angelo disse loro: 'Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia'. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama'.

L'annuncio dell'angelo ai pastori:  "...vi annunzio una grande gioia..." (Lc 2, 10) viene anche detto in latino dal cardinale protodiacono per proclamare l'elezione di un nuovo papa: "Annuntio vobis gaudium magnum..." habemus papam.

Il messaggio ai pastori ha come sfondo le lodi a Dio da parte dell'"esercito celeste" (il coro degli angeli): "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che (Dio) egli ama". Quel "gloria" fu poi ampliato dalla tradizione cristiana in un solenne inno di lode, cantato durante la Messa: il "Gloria in excelsis Deo", detto anche "inno angelico".

Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) nel suo libro "L'infanzia di Gesù" dice che la traduzione delle parole degli "angeli"  è controversa.

Fino ad alcuni anni fa il testo latino veniva tradotto così: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà". Ma tale traduzione veniva respinta dagli esegeti perché la consideravano unilateralmente moralizzante.  A Dio la gloria non può essere attribuita dai fedeli perché è già in lui.

Più rilevante è la differenza nella traduzione della seconda parte delle parole dell'angelo: non diciamo più  "uomini di buona volontà", ma "uomini, che egli ama". Il cambiamento fu stabilito dalla Conferenza episcopale italiana.  


Ratzinger si chiede quali siano gli uomini che Dio ama. "Ce ne sono anche alcuni che Egli non ama ?" La traduzione letterale del testo originale greco dice: pace agli "uomini del (suo) compiacimento". Anche qui rimane la domanda: quali sono gli uomini nel compiacimento di Dio ? E perché ? La risposta si può avere dalla narrazione del battesimo di Gesù. L'evangelista Luca racconta che mentre Gesù stava in preghiera, il cielo si aprì ed una voce disse: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" (Lc 3,22). Quindi l'uomo del compiacimento è Gesù, perché vive in comunione con la volontà di Dio.
 
La comunicazione della nascita del Messia fa andare  i pastori verso il luogo indicato: "Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: 'Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere'. Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia" (Lc 2, 15).


Perché soltanto ai pastori l'angelo dette l'annuncio della nascita del Messia ? I pastori erano considerati uomini "semplici", capaci di comprendere il messaggio angelico. Nel Vangelo di Matteo c'è scritto: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della Terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te".

Ed ancora Matteo: "Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 'In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli" (18, 2 – 4).
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 09:59:55 AM
Adorazione dei pastori   /4

"E, dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro". (Lc 2,  17 – 20)

Quei pastori furono i primi testimoni della nascita di Gesù, ma l'evento che riferirono fu creduto ?

In uno dei trattati del Talmud (Sanhedrin 25b), raccolta delle antiche tradizioni giudaiche, si legge che i pastori non potevano testimoniare nei processi perché considerati impuri, a causa della loro convivenza con gli animali, e disonesti, a causa delle frequenti violazioni dei confini territoriali e di abusi nei confronti delle coltivazioni altrui. Nell'ambito della società ebraica erano degli emarginati. I rifiutati dal Sinedrio, gli "ultimi", ma diventano i primi nel Regno di Dio, anticipando quel detto di Gesù nella parabola dei lavoratori della vigna:  ".. i primi saranno gli ultimi, e gli ultimi i primi". (Mt 20, 16)

La tradizione cristiana ha idealmente collocato  l'accampamento  dei pastori nella notte della natività nell'attuale villaggio arabo di Bet-Sahur, a tre chilometri da Betlemme, in una località detta "Campo dei pastori".  In questo luogo fu edificato nel IV secolo un monastero bizantino, costruito su sottostanti grotte usate dai pastori come ricovero degli armenti. Sui resti del vecchio monastero nel 1953 fu costruita una chiesa con lo stile architettonico che rimanda alla tenda utilizzata dai beduini nel deserto.  La cupola lascia filtrare la luce all'interno della chiesa.

(https://daurbisagliaamasada.files.wordpress.com/2013/02/20130220-180656.jpg)
Campo dei Pastori: il santuario (l'ingrandimento della foto si ottiene cliccando sull'immagine)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 10:12:56 AM
Adorazione dei pastori   /5
Nei primi decenni del quarto secolo, dopo l'introduzione della festività liturgica del Natale, vennero create altre scene inerenti la nascita di Gesù, come quella dell'adorazione dei pastori.
Vi propongo le foto di tre dipinti: uno del tardo '500 e due del '600

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/03/Adoration_of_the_shepherds_reni.JPG/220px-Adoration_of_the_shepherds_reni.JPG)
Guido Reni, "Adorazione dei pastori", 1640 - 1642, Napoli, Certosa di San Martino

(http://www.artemagazine.it/old/wp-content/uploads/2014/02/06-AdorazioneDeiPastori.jpg)
Jacopo Bassano: "Adorazione dei pastori", 1575; Jean Paul Getty museum, Los Angeles

(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/38/Gerard_van_Honthorst_001.jpg/301px-Gerard_van_Honthorst_001.jpg)
Gerrit Van Honthorst (detto "Gherardo delle notti"): "Adorazione dei pastori", 1622, Firenze,  Galleria degli Uffizi
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 26 Dicembre 2019, 10:26:20 AM
26 dicembre, santo Stefano

In lingua greca il nome "Stefano" significa "incoronato".

Fu il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana di Gerusalemme per aiutare gli apostoli e provvedere alle necessità dei bisognosi, in particolare le vedove e gli orfani.

Stefano è  considerato il primo martire cristiano, perciò protomartire., come tale ricordato il giorno successivo la presunta data di nascita di Gesù.

La Chiesa organizza l'anno liturgico associando ad ogni giorno  le festività cristiane ed il nome del santo o dei santi.  Tale metodo nacque dall'antico uso di commemorare ogni anno i martiri  nel giorno della loro morte. A questi furono poi aggiunti santi, beati, ed altre personalità, in particolare regnanti favorevoli alla Chiesa. I loro nomi sono sul calendario gregoriano che usiamo, perciò  anche detto "calendario dei santi".

Il diacono Stefano fu accusato dal sinedrio di  blasfemia contro Mosé e contro Dio, perciò fu condannato alla lapidazione alla presenza di Saulo di Tarso (san Paolo), uno dei suoi principali accusatori, poi convertito sulla strada per Damasco. 

Il suo martirio, avvenuto nell'anno 36 circa, è descritto dall'evangelista Luca negli Atti degli Apostoli. Racconta l'evento accostandolo intenzionalmente con il processo subìto da Gesù, per mostrare l'ideale continuità tra il Maestro ed il discepolo. Anche il capo di imputazione è affine: "Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro (il Tempio) e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosé (Atti 6, 13 – 14). Per replicare alle accuse, Stefano fece un  discorso difensivo  di tipo apologetico,  criticò gli israeliti per il loro rifiuto degli interventi divini salvifici, come quello di Gesù, ma la reazione dell'uditorio fu violenta. Senza attendere la sentenza e la relativa convalida da parte dell'autorità imperiale romana, Stefano venne lapidato dalla folla.

Il 26 dicembre Santo Stefano è celebrato dalla Chiesa cattolica e da alcune Chiese protestanti. La Chiesa ortodossa lo commemora il 27 dicembre.

In Italia, dal 1947, il 26 dicembre  è un giorno festivo. In precedenza era un normale giorno lavorativo. Non fu la Chiesa a volerlo festivo ma il Parlamento, per prolungare la vacanza del Natale. Lo stesso avvenne nel 1947 per il "Lunedì dell'Angelo", la cosiddetta "Pasquetta", festa non religiosa.  
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 27 Dicembre 2019, 06:04:24 AM
27 dicembre: san Giovanni apostolo ed evangelista

L'evangelista Giovanni fu discepolo di Giovanni Battista (il battezzatore) e poi apostolo di Gesù. Oltre al suo vangelo scrisse tre "Lettere" e forse il testo dell'Apocalisse, facenti parte del Nuovo Testamento.

A lui Gesù, mentre era sulla croce, gli affidò la madre: "Stavano presso la croce di Gesù sua madre (Maria), la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: 'Donna, ecco il tuo figlio !' Poi disse al discepolo: 'Ecco tua madre !' E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa." (Gv 19, 25 – 27)  E con lei, dice la tradizione, visse ad Efeso, città dell'attuale Turchia.


Secondo alcune fonti l'apostolo Giovanni dopo gli eventi pasquali soggiornò ad Efeso insieme alla madre di Gesù.  In questa località la tradizione cristiana vuole che ci sia il sepolcro giovanneo. In quest'area nel VI secolo, durante l'impero di Giustiniano, fu costruita una basilica, della quale rimangono alcune tracce murarie.  
Ad alcuni chilometri a sud di Efeso  c'è una piccola cappella conosciuta come "casa di Maria", ma la costruzione è del IV secolo, preceduta da un ingresso del VII secolo.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bb/House_of_the_Virgin_Mary.jpg/260px-House_of_the_Virgin_Mary.jpg)

                 
Il vescovo e scrittore Eusebio di Cesarea (265 circa – 340 circa)  narra che l'apostolo Giovanni  per la sua fede cristiana fu condannato all'esilio nell'isola di Patmos, dove scrisse l' "Apokàlypsis" (Apocalisse) parola greca che significa "rivelazione", Ma l'autore  di questo testo pur dicendo di chiamarsi Giovanni, non pretende di essere l' omonimo apostolo e non rievoca episodi in cui fu testimone, come fa invece l'autore del quarto vangelo. Anche se fra i due ci sono affinità letterarie le differenze sono numerose.

L'Apocalisse è un testo polisemico composto da Giovanni di Patmos, variamente identificato dagli esegeti. Egli  classifica la sua opera come una profezia (1, 3; 22, 7), che nell'accezione biblica è una proiezione verso il futuro aperta alla speranza.  

Caratteristiche principali del genere letterario apocalittico sono le visioni, le immagini e i  simboli. Le visioni sono esperienze visive che l'autore afferma di aver ricevuto. Non sono fatti storici ma artifici letterari per comunicare un'idea. Le immagini servono per descrivere determinate caratteristiche da attribuire a personaggi o ad animali. Fra i simbolismi sono comprese  anche  le figure simboliche dei "Quattro Cavalieri dell'Apocalisse" (6, 1 – 8.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1c/Durer%2C_apocalisse%2C_04_i_quattro_cavalieri_dell%27apocalisse.jpg)

Albrecht Durer, (ca. 1497–98) "I quattro cavalieri dell'Apocalisse", xilografia

Secondo numerosi esegeti, i cavalieri dell'Apocalisse  non rappresentano calamità ma misteri. Essi appaiono dopo l'apertura di quattro dei sette sigilli da parte  di Gesù. I sigilli indicano i sette misteri del giudizio di Dio sulla storia umana che vengono aperti, cioè svelati, da Cristo stesso.

Essi si presentano all'apertura da parte dell'Agnello (Gesù Cristo) dei primi quattro di sette sigilli, chiusi in un rotolo di papiro o di pergamena che Dio tiene nella mano destra. A parte l'ultimo, chiamato Morte/Peste (il termine greco thánatos, ha entrambi i significati), i nomi dei cavalieri non sono menzionati e perciò il loro significato simbolico deve essere dedotto dai loro attributi.
Le interpretazioni degli esegeti, tuttavia, sono discordanti, soprattutto per quanto riguarda il primo cavaliere, quello che monta un cavallo bianco.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 28 Dicembre 2019, 08:31:05 AM
28 dicembre: Santi innocenti martiri

Oggi il calendario ricorda la cosiddetta "strage degli innocenti", descritta dall'evangelista Matteo, collegandola alla fuga in Egitto della "Santa Famiglia". Dell'allontanamento di questa argomenterò dopo l'Epifania per rispettare la tempistica.

Dal Vangelo di Matteo:  "Essi (i Magi) erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: 'Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta la finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo'.
Giuseppe, destatosi, si alzò nella notte, prese il bambino e sua madre e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
'Dall'Egitto ho chiamato mio figlio'.
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e  del suo territorio che avevano da due anni in giù,  corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 'Un grido è stato udito in Rama, / un pianto e un lamento grande; / Rachele piange i suoi figli / e non vuole essere consolata, perché non sono più"(2, 13 – 18).

Secondo gli studiosi, Betlemme in quell'epoca  era un piccolo villaggio abitato da circa mille persone, e  pur comprendendo i dintorni, i bambini  "dai due anni in giù" potevano essere circa 50, dei quali solo una ventina  quelli maschi. Ma alcuni esegeti o folli apologeti per malizia o per ignoranza ne ampliarono progressivamente il numero. San Girolamo, teologo e dottore della Chiesa, scrisse  che furono uccisi "multa parvulorum millia" (molte migliaia di bambini),  poi quantificati  in 14 mila dai calendari bizantini, e diventarono 64 mila nella liturgia sira,  per arrivare  nel martirologio di Usuardo a 144 mila, come  il numero degli eletti nell'Apocalisse (7, 4; 14, 1).

Ma non  ci sono prove della strage  infantile,  ideata dall'evangelista Matteo o chi per lui, perché il testo matteiano è un elaborato a più mani e in tempi diversi, a detta degli esperti.

Per quella immaginaria strage forse Matteo si ispirò al libro di Giosuè, in cui è scritto che Dio comandò a questo profeta  di sterminare tutta la popolazione di Gerico: "Donne, fanciulli e vecchi e buoi, e pecore e asini" (Giosuè 6, 21). Le imprese del personaggio biblico sono narrate nel libro dell'Esodo, ma soprattutto nel libro di Giosué, successore di Mosé  come capo degli israeliti che guidòle  12 tribù ebraiche nelle prime conquiste in terra di Israele dopo l'esodo dall'Egitto.

Il turbamento di Erodesarebbe comprensibile se  avesse temuto nel futuro  di essere spodestato dal suo trono da Cristo. Ma quel sovrano morì 4 anni prima della  tradizionale data di nascita di Gesù e il territorio del suo regno  fu poi diviso fra tre dei suoi figli.

La teodicea ("giustizia di Dio", dal  greco theos = Dio + dike = giustizia), Dio che salva Gesù, ma non i bambini innocenti,  non è un problema che sembra preoccupare Matteo; per questo evangelista era importante dimostrare la vittoria di Gesù su Erode.

Il parallelo tra l'uccisione dei figli di Betlemme da parte di Erode e l'inesistente eccidio dei bambini ebrei da parte del faraone è facilmente riconoscibile.

Matteo (o chi per lui) non tenne in considerazione che la Palestina di quel tempo era parte dell'Impero Romano, ed Erode "il grande" regnò in Giudea come "rex socius et amicus populi romani". Governava a nome dell'imperatore Cesare Ottaviano Augusto,  perciò non aveva il potere o l'autorizzazione per ordinare la strage di piccoli bambini.

Per  quella presunta "strage" Erode avrebbe dovuto prima chiedere il permesso a Roma, ma Augusto non avrebbe  mai potuto acconsentire ad un eccidio di massa. Se un pazzo re, di sua iniziativa, avesse osato impartire un simile ordine, l'imperatore l'avrebbe fatto trascinare davanti ad un tribunale come reo di non aver rispettato la "pax augusta".

In teoria, per il misfatto sarebbe stata necessaria anche l'approvazione del Sinedrio.

Diversamente da Matteo il Vangelo di Luca narra che  circa un mese dopo il rituale della circoncisione del neonato Gesù e i riti di purificazione la santa famiglia fece ritorno nella loro abitazione a Nazaret: "Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret" (2, 39).

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 28 Dicembre 2019, 08:42:35 AM
"Strage innocenti" /2
L'episodio dell'ipotetico eccidio suscitò discussioni in ambito ecclesiastico  fin dal periodo paleocristiano.  

Nel V secolo Venne decisa la canonizzazione di quei bambini  e fu fissata al 28 dicembre la festa liturgica in loro onore, come dimostra il calendario di Cartagine dell'anno 505.

Ancora oggi, nello stesso giorno, il calendario ricorda i "santi innocenti martiri",  fatti diventare patroni degli orfani e dei pueri cantores.

Le gerarchie vaticane conoscono i risultati degli studi che negano quella strage, ma non possono eliminare dal calendario i "santi innocenti martiri":  la Chiesa non può modificare o smentire  il  Vangelo di Matteo. Allora, come consuetudine secolare, adegua l'interpretazione del testo alla contemporaneità, dandole un nuovo significato.  Parla poco di quel lontano  "misfatto",  gli sovrappone un problema attuale, quello degli aborti, inaccettabili dalla Chiesa:  li considera  vera strage di innocenti; perciò reputa ancora valida la commemorazione il 28 dicembre.

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 28 Dicembre 2019, 08:52:02 AM
"Strage innocenti" /3

La fantasiosa scena della "strage degli innocenti" fu un soggetto raro agli esordi dell'iconografia cristiana, ma nei secoli successivi ebbe notevole espansione perché quell'evento fu creduto vero, terribile, e  numerosi committenti chiamarono anche i migliori artisti per rappresentarlo in pittura e scultura.

Nella Francia meridionale, in Provenza, nel  dipartimento del  Var (Provenza-Alpi-Costa Azzurra) c'è  il Comune di Saint-Maximin-la Sainte Baume, questo toponimo è formato dal  nome  di San Massimino, vescovo di Aix, e dalla "Sainte Baume" (in antico provenzale significa "santa grotta"), nella quale, secondo la leggenda, visse  come eremita Maria di Magdala negli ultimi trenta anni della propria vita.

In questa località c'è una basilica e un convento di Domenicani, voluti da Carlo II d'Angiò, conte di Provenza e re di Sicilia.
La chiesa gotica, cominciata a costruire nel 1295, è  dedicata a Sainte-Marie-Madeleine. Nella cripta è custodito un reliquiario  con un teschio che, secondo la tradizione,  è quello della Maddalena,  e quattro sarcofagi  marmorei del IV secolo con bassorilievi. Uno di questi è detto "il sarcofago del massacro dei santi Innocenti".

(http://www.gatto999.it/images/stories/Avventura%20Adventure/Basilique%20Sainte%20Marie%20Madeleine%20de%20Saint%20Maximin%20Sainte%20Baume%20-%20Provence%20%2810%29.JPG)

sul bordo del coperchio è scolpita la scena  del  presunto massacro: c'è Erode seduto che ordina l'eccidio, eseguito da un soldato che leva in alto un neonato, mentre un altro milite strappa dalle braccia di una madre un altro piccolo. Più a destra ci sono dei pastori  che vanno verso il neonato nella mangiatoia; sono presenti anche il bue e l'asino (vedi foto sotto)

(http://www.gatto999.it/images/stories/Avventura%20Adventure/Basilique%20Sainte%20Marie%20Madeleine%20de%20Saint%20Maximin%20Sainte%20Baume%20-%20Provence%20%2813%29.JPG)
scena dei pastori (o dei Magi ?) verso il bambino in fasce nella mangiatoia.

Questo tema in bassorilievo ispirò nei secoli successivi gli artisti per rappresentare la violenza sadica degli uccisori e la disperazione delle madri, come in uno dei mosaici del V secolo nell'arco trionfale della basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma.

(https://b.marfeel.com/statics/i/p/www.osservatoreromano.va/vaticanresources/images/41f3373fed2f57f105dfe8f0db5f0f40.jpg)

un gruppo di donne con i capelli sciolti stringono i figli tra le braccia. Al centro, un soldato si rivolge al sovrano, nimbato, assiso in trono e attorniato da soldati.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 28 Dicembre 2019, 08:57:17 AM
"Strage innocenti" /4

Altro famoso dipinto riguardante la "strage degli innocenti"  è quello di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, a Padova. L'affresco rappresenta Erode nella loggia mentre ordina l'eccidio ai suoi soldati.
Nella piazza, in terra,  c'è il mucchio di bambini morti; le madri sono disperate, piangono; una di loro inveisce contro due carnefici al centro della scena. Essi sono armati ed in pose minacciose. I padri mostrano la loro desolazione.
Sulla parte sinistra del riquadro ci sono persone che mostrano il loro turbamento od orrore per il massacro che si sta perpetrando.


(https://image.nanopress.it/viaggi/fotogallery/780X0/51553/strage-degli-innocenti-giotto.jpg)
                 
affresco databile al 1303 – 1305 circa, Il dipinto è compreso nelle "Storie di Gesù" del registro centrale superiore, nella parete destra guardando  verso l'altare.

(http://2.citynews-padovaoggi.stgy.ovh/~media/original-hi/36600460553560/part-strage_degli_innocent-2.jpg)
particolare dell'affresco di Giotto e dei suoi allievi

(https://expoitalyart.it/wp-content/uploads/2018/02/strage-innocenti-giotto-particolare.jpg)

particolare dell'affresco di Giotto e dei suoi allievi
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 29 Dicembre 2019, 07:55:14 AM
Christmas effect

(http://img.ev.mu/images/zooms/307/440x290/1.jpg)
Sui comportamenti degli italiani durante il periodo natalizio ci sono numerose indagini psicosociali che consentono di raggruppare la popolazione in 4 categorie con sottogruppi:

1) tradizionale – familistico;

2) critico – negativo;

3) edonistico – consumistico;

4) apatico –accomodante.

Le 4 categorie non hanno nette delimitazioni ma permettono marginali sovrapposizioni tra un gruppo e l'altro.

1)
tradizionale-familistico: questa categoria comprende quasi la metà della popolazione italiana. Vive le feste natalizie come occasione per rinsaldare i legami e gli affetti parentali, la coesione.

In questa tipologia si distinguono due sottogruppi:

a) Nel primo prevale il rimpianto per l'immagine tradizionale della famiglia patriarcale.

b) Nel secondo ha rilevanza il significato religioso del Natale.

2)
critico-negativo: chi si riconosce in questa categoria associa le festività natalizie con sentimenti di tristezza, noia, insofferenza...ma anche aggressività. In tali soggetti, comprendenti anche molti depressi, la festa contrasta con la solitudine interiore. L'allegria degli altri acuisce il carico di rimorsi, fallimenti, sventure. Non è un caso che i suicidi siano più frequenti in questo periodo dell'anno. Chi ha ferite spirituali che si sono aperte quando era bambino/a o adolescente soffre di più quando il calendario propone un ideale ritorno all'infanzia, ai regali. Come far comprendere alle "vittime" della depressione causata dalla festività natalizia che questa ricorrenza ha soltanto un significato religioso e non consumistico ?
La reazione aggressiva, invece, è spronata dalle ideologie o convinzioni personali: si condanna la costrizione ai regali, agli sprechi; si rifiuta la festa perché marginalizza i poveri.

3)
edonistico-consumistico: questa categoria comprende circa un quinto della popolazione ed ha in comune con la precedente categoria un quasi completo e cosciente rifiuto dei significati tradizionali e religiosi del Natale. Le persone "edonistiche-consumistiche" sono attratte dalle vetrine dei negozi piene di merci e di luci, addobbate per le feste natalizie; si sentono gratificate nel fare gli acquisti, unirsi alla folla per le strade dei centri urbani.
Nell'edonistico-consumistico si distingue un sottogruppo, che del Natale ha un concetto gastronomico!
Aspettano questa festività come appuntamento per l'"abbuffata", da preparare con cura nei giorni precedenti.

4)
apatico-accomodante: i soggetti compresi in questa categoria sono una minoranza. A loro il Natale non suscita particolari emozioni, tuttavia per il bene della famiglia si conformano all'agire degli altri.
Si suppone che se queste persone si sentissero libere di agire secondo le proprie convinzioni non si discosterebbero dalla categoria dei critici-negativi.


segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 29 Dicembre 2019, 07:57:51 AM
Christmas effect /2

(https://www.bing.com/th/id/OIP.PPdZHsAGAX3_m3pmtevlUQHaGd?w=254&h=210&c=7&o=5&pid=1.7)
Per molte persone le festività natalizie diventano un periodo di stress, perché c'è la tendenza a crearsi delle aspettative, si pretende che tutto vada bene, che i rapporti interpersonali siano soddisfacenti. Per altre persone le festività diventano ansiogene perché temono di non riuscire a fare ciò che si prefiggono: il menù, i regali, riunire nonni, nipoti, zii, senza scontentare nessuno.

Le riunioni conviviali evidenziano le assenze per vari motivi, fanno accorgere delle persone che non ci sono più, delle persone con cui vorresti parlare e non puoi. Ma si procede, si deve festeggiare in allegria.

C'è chi preferisce rimanere da solo e chi subisce la solitudine sociale.

Gli individui "coraggiosi" che preferiscono rimanere da soli anziché festeggiare insieme con persone anche antipatiche evitano gli scambi di doni, gli auguri, le riunioni di famiglia per i cosiddetti "cenoni" oppure i pranzi di Natale e di Capodanno che obbligano ad una forzata cordialità ed allegria.

Ci sono individui con legami affettivi che gradualmente perdono d'intensità e non vengono invitati, cercati ; rimane loro come unica compagnia la malinconia, la "depressione da feste natalizie", da condividere, se possibile con chi ha lo stesso problema, trascorrendo il Natale o il Capodanno come un giorno qualsiasi.
 
Lo scrittore portoghese José Saramago (1922 – 2010) nel suo libro "L'anno della morte di Ricardo Reis" scrisse che  "La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice."

Per chi è single e sa apprezzare la solitudine, questa ha anche dei vantaggi: la libertà di non avere vincoli e scegliere cosa fare, con chi stare, se restare o partire, senza compromessi e i limiti imposti dal/la partner o da altri. 
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 29 Dicembre 2019, 08:03:27 AM
Christmas effect /3

Da bambini le festività natalizie si attendono con trepidazione, da adulti molti sono scontenti perché idealizzano quei lieti giorni della loro infanzia e subentra la nostalgia.

Le persone che si lasciano coinvolgere dal periodo natalizio e di fine anno hanno la capacità di attribuire un significato importante a queste giornate: condivisione, reciprocità, giocosità, hanno voglia di fare regali e di riceverli, di stare insieme con parenti ed amici, di guardare le  addobbate ed illuminate vetrine dei negozi, fare shopping.
 
Nel 1956 lo psicoanalista Eric Fromm nel suo libro "Arte di amare" scrisse:  "La felicità dell'uomo moderno: guardare le vetrine e comprare tutto quello che è possibile in contanti o a rate".

Se non ricevessimo nessun dono, se nessun Babbo Natale si affacciasse alla nostra porta, nessun postino ci recapitasse un pacco-dono, resteremmo proprio del tutto indifferenti?

Paolo di Tarso  ai suoi discepoli ricordò le parole di Gesù, che disse: "C'è più gioia nel dare che nel ricevere!" (Atti 20, 35).

La ritualità del dono natalizio è  anche oggetto di esilaranti ironie quando  capita di smarrire o confondere i cartoncini d'auguri; oppure  quando non riesce bene il riciclaggio  del regalo ricevuto: si dimentica nell'involucro il biglietto del primo donatore; o, quando capita, la reiterazione dello stesso regalo.

Durante le festività natalizie e di fine anno  molti appaiono contenti, sorridenti, beneauguranti, altri, invece, pensano di non aver nulla da festeggiare, minimizzano le aspettative e pensano al Natale e al Capodanno come ricorrenze senza l'obbligo dell'allegria, anzi sono giorni che detestano, li subiscono passivamente, li considerano in contrasto con il proprio stato d'animo, triste, insofferente.

I ricordi dolorosi amplificano la malinconia e si isolano.  Vengono coinvolti dal  "Christmas blues", frase usata col significato di "depressione natalizia", che di solito finisce al termine delle festività.  La malinconia   compare con maggiore frequenza in chi nel passato ha sofferto di depressione, ha avuto esperienze negative sentimentali e sociali che inficiano l'autostima, in chi soffre di solitudine psicologica o sociale, in chi ha carenze affettive, chi ha difficoltà economiche.

(http://www.psicomodena.it/wp-content/uploads/2012/12/natale-triste-1_29273731-300x300.jpg)


Le riunioni conviviali di Natale e Capodanno mettono alla prova le proprie capacità assertive, possono creare tensione se non si è in armonia con i partecipanti.

Molti si sentono costretti a condividere lunghi pranzi o cene con parenti ed amici con i quali ci sono tensioni o questioni "in sospeso". Vivono questi incontri in "apnea", costrette a non sottrarsi alla conviviale, e pensano "non vedo l'ora che finisca", celando l'insofferenza che può indurre atteggiamenti d'ira e di rancore. Basta che uno dei convitati dica una frase capace di urtare la suscettibilità altrui e cominciano le  polemiche, si scatena  il proprio rancore represso, le proprie antipatie. Ogni partecipante diventa come una miccia accesa.

Per evitare discussioni, chi può permetterselo  preferisce andare in vacanza lontano da casa. Chi è costretto a rimanere affronta con ansia il disagio, si isola psicologicamente.

Dopo i lauti pasti molti anziani si assopiscono mentre guardano la televisione, mentre i più piccoli piagnucolano perché vogliono tornare ai loro giochi. Le ore sembrano non passare e nessuno osa prendere l'iniziativa di alzarsi e proclamare con voce stentorea ed autorevole: "Leviamo la mensa". E finalmente la tavola, tracimante di quel che resta dell'abbondante pranzo o cena, si svuota. Tutti si alzano per tornare a casa.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 30 Dicembre 2019, 06:35:58 AM
Le piante simbolo di Natale

Agrifoglio: fu il naturalista svizzero Gaspard Bauhin, nel 1596, ad attribuire all'agrifoglio il nome scientifico "Ilex aquifolium".
E' una pianta  esteticamente piacevole, perciò usata per gli addobbi natalizi.

(https://www.erbaviola.com/wp-content/uploads/agrifoglio2_erbaviola.jpg)
                 
Nell'antichità era creduta dotata della facoltà apotropaica, capace di allontanare gli "spiriti maligni", perciò beneaugurante. In epoca romana in occasione delle feste "Saturnalia" molte persone  si appuntavano sui vestiti ramoscelli di agrifoglio. In varie parti d'Europa i contadini appendevano i ramoscelli di agrifoglio nelle case  per allontanare i sortilegi e nelle stalle per propiziare la fecondità degli animali.

Per la tradizione cristiana la foglia evoca la corona di spine di Gesù Cristo e le drupe il suo sangue.

 
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Pungitopo: anche questo arbusto sempreverde con bacche rosse è usato come ornamento natalizio. E presente nel sottobosco ed è considerato  un anti-maleficio.
 
(http://www.giorgioventurini.net/fiori/liliacee/pungitopo/pungitopo3449.jpg)


Nell'antichità il pungitopo veniva utilizzato in erboristeria.

Il botanico e medico greco Dioscoride, vissuto nell'Urbe in epoca neroniana, lo consigliava  come diuretico e antinfiammatorio.

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 30 Dicembre 2019, 06:54:39 AM
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"Stella di Natale". E' diffusa come pianta ornamentale natalizia. Questa euphoria è detta "pulcherrima"( = bellissima). E' nota anche col nome: "Poinsettia": nome che le venne dato in onore del botanico Joel Poinsett, che la scoprì nel 1825 in Messico mentre era ambasciatoredel governo degli Stati Uniti. La vide in fiore su una collina. Quando tornò in patria portò con sé alcune piantine. A Filadelfia le consegnò al floricoltoreRobert Buist, che riuscì a farle riprodurre.

In Messico la pianta allo stato naturale può crescere fino a 4 metri di altezza.

Geneticamente modificata, la  "stella di Natale" può avere diversi colori: rossa, rosa, albicocca, anche bianca. Sono le foglie, dette "brattee",   che assumono la colorazione.

(http://www.edendeifiori.it/wp-content/uploads/stella-di-natale-600x448.jpg)


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Vischio.L'usanza di appendere il vischio in casa per festeggiare l'arrivo del nuovo anno è anglosassone.

Cresce sugli alberi come pianta parassita o emiparassita:  approfondisce le radici prima nelle fessure della corteccia e poi nel legno della pianta ospite, asportando linfa e sostanze nutritive.
Di solito cresce sugli alberi fruttiferi, ma anche sui pioppi, salici e pini.


(https://www.bing.com/th?id=OIP.oaqpR0Qo-_30K6469KKwPgHaFj&pid=Api&rs=1)

Nel periodo natalizio i rametti di vischio vengono usati per decorare le porte  e come simbolo beneaugurante.


(https://2.bp.blogspot.com/-DtvdNXCi-JY/Tvnu3hXni4I/AAAAAAAAE08/La43Qn-ScRc/s1600/5230649403_3901b68e54_z.jpg<img%20src=)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 31 Dicembre 2019, 07:34:13 AM
31 Dicembre: San Silvestro

Nell'ultimo giorno dell'anno il calendario ricorda san Silvestro. Chi era ? Fu vescovo di Roma e pontefice della Chiesa dal 314 al 335, anno della sua morte. Morì il 31 dicembre (perciò viene commemorato in questo giorno)  e fu inumato a Roma nella chiesa da lui voluta nell'area delle catacombe di Priscilla.

(https://www.eventicapodanno.com/wp-content/uploads/2018/11/roma-capodanno-notte-1170x780.jpg)
(http://file:///C:/Users/Rodolfo/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image002.jpg)
Il pontificato  di Silvestro I coincise con l'imperium  di Costantino I, detto "il Grande" che nel 313 rese lecito il culto cristiano e favorì la diffusione del cristianesimo.

L'incidenza politica di Silvestro fu debole e  dovette subire le ingerenze costantiniane  in materia religiosa ed ecclesiastica. Fu l'imperatore a gestire il vero potere nella Chiesa, per l'unità dei cristiani.  Egli era capo dello Stato ma anche pontifex maximus, carica definitivamente trasferita al vescovo di Roma nel 376  dal cristiano imperatore Graziano.  

Come pontefice massimo Costantino si autodefinì "vescovo dei vescovi". In questo ruolo l'imperatore intervenne in prima persona per ricomporre le diatribe che scuotevano la Chiesa al proprio interno ed evitare scismi o eresie,  come quella dei donatisti, che provocarono dei tumulti in Africa.

Travalicando l'autorità di papa Silvestro, Costantino convocò un concilio ad Arles (Francia), a cui parteciparono numerosi vescovi di opposte fazioni (senza la partecipazione della Chiesa di Roma, non invitata dall'imperatore) che ribadirono la condanna del donatismo, dichiarandolo fuori della Chiesa, e stabilirono alcuni principi inerenti alla disciplina ecclesiastica.

Costantino intervenne anche nella Chiesa di Alessandria d'Egitto perché si stava affermando la predicazione di Ario, un presbitero che diffondeva la sua dottrina sulla Trinità.
Il patriarca di Alessandria  chiese l'intervento di papa Silvestro, ma  prima che questi decidesse sul da farsi, Costantino aveva già inviato sul posto il vescovo Osio di Cordova, suo consigliere,  il quale, considerate le difficoltà  della questione, propose a Costantino di convocare un concilio ecumenico per discutere dell'eresia ariana. Il concilio venne convocato a Nicea  per il 14 giugno del 325. Vennero invitati tutti i vescovi. Parteciparono in circa 300 e quello fu il primo concilio ecumenico nella storia della Chiesa. Fu presieduto da Osio di Cordova.  Costantino fu il presidente onorario. Papa Silvestro "per motivi di età" inviò i suoi  legati.
I Padri conciliari condannarono l'arianesimo e scrissero il "Simbolo niceno", la prima formulazione del "Credo", poi questa professione di fede fu integrata dal concilio di Costantinopoli nel 381, perciò il Credo è anche detto "Simbolo niceno-costantinopolitano: il Verbo è della stessa natura del Padre: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero generato non creato della stessa sostanza del Padre".

Da aggiungere che nel 321 Costantino ordinò   che la domenica dovesse essere riconosciuta anche dallo Stato come giorno festivo (dies Solis); nel 324 vietò che nei giochi circensi si sacrificassero i condannati a morte.

Nei secoli successivi papa Silvestro I fu coinvolto nella cosiddetta "Donazione di Costantino" (in latino "Constitutum Constantini" = "delibera di Costantino") dell'anno 324, che enuncia concessioni territoriali alla Chiesa di Roma ed utilizzato per giustificare sia la nascita del potere temporale dei pontefici  sia  la legittimazione del proprio potere politico in Occidente.  

Il falso documento (uno dei tanti, come era in uso nella Chiesa medievale e negli ordini religiosi per usurpare diritti di proprietà) concede al vescovo di Roma Silvestro I e ai suoi successori il primato sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia e Gerusalemme),  attribuisce ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità temporale su Roma, l'Italia e l'intero Impero Romano d'Occidente. Inoltre conferma la donazione di proprietà immobiliari.  

Papa Innocenzo IV nel 1246 fece addirittura raffigurare  la  cosiddetta "Donazione di Costantino I" in un ciclo di affreschi suddivisi in 11 riquadri nell'oratorio di San Silvestro, presso la chiesa romana dedicata ai Santi Quattro Coronati.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bc/Sylvester_I_and_Constantine.jpg/350px-Sylvester_I_and_Constantine.jpg)
in questo riquadro è rappresentato l'imperatore Costantino I in ginocchio mentre offre a papa Silvestro I la tiara imperiale, simbolo del potere temporale.  Il pontefice ha sulla testa la mitria vescovile, simbolo del potere religioso.
Con il suo gesto Costantino concede al papa l'autorità civile su Roma e di conseguenza sull'Italia e sull'impero romano d'Occidente. In tal modo il papa aggiunge al potere spirituale anche quello politico.  


Tali affreschi furono motivati dai contrasti tra il pontefice Innocenzo IV e l'imperatore svevo Federico II. Il papa pretendeva non solo di governare la Chiesa ma di avere anche l'autorità sull'impero, pretesa inaccettabile da parte di Federico II. Quindi lo scopo di quelle provocatorie pitture murali in quel tempo era politico, perché vogliono evidenziare la legittimità del potere temporale dei papi, a cominciare dal papa Silvestro I.


Famoso il giudizio negativo  di Dante Alighieri sugli effetti della donazione: "Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, / non la tua conversion, ma quella dote / che da te prese il primo ricco patre!" (Inferno XIX, 115 – 117).

Nella bolla papale "Inter Caetera" il pontefice Alessandro VI fece riferimento alla "Donazione" per giustificare nel 1493 il suo intervento nella disputa tra Spagna e Portogallo sul dominio del "Nuovo Mondo".

Fino al XVI secolo il documento fu esibito dalla curia romana  per avvalorare i propri diritti sui vasti possedimenti territoriali in Occidente e per legittimare le proprie mire universalistiche.

Nella parte del documento che dal IX al XV secolo  costituì la giustificazione per i papi di rivendicare la sovranità sui propri territori  c'è scritto: "In considerazione del fatto che il nostro potere imperiale è terreno, noi decretiamo che si debba venerare e onorare la nostra santissima Chiesa Romana e che il Sacro Vescovado del santo Pietro debba essere gloriosamente esaltato sopra il nostro Impero e trono terreno. Il vescovo di Roma deve regnare sopra le quattro principali sedi, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme, e sopra tutte le chiese di Dio nel mondo... Finalmente noi diamo a Silvestro, Papa universale, il nostro palazzo e tutte le province, palazzi e distretti della città di Roma e dell'Italia e delle regioni occidentali".

La prima  negazione dell'autenticità del "privilegium" fu quella del cardinale Niccolò Cusano nel suo "De concordantia catholica", presentato nel 1433. Dimostrò con lo studio storico e linguistico del documento che la donazione era un falso.  Mise in evidenza anacronismi e contraddizioni di contenuto e forma.

Sette anni dopo, nel 1440,  il filologo Lorenzo Valla (1405 circa – 1457) scrisse il "De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio" (= "Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica"), pubblicato postumo, nel 1517, in ambiente protestante. Con argomentazioni storiche e filologiche, dimostrò che quel documento non poteva essere stato scritto in epoca costantiniana ma nella seconda metà dell'VIII secolo, durante il pontificato di Stefano II (752 – 757).

Quel falso documento diventò per la Riforma protestante uno dei temi della polemica antipapale luterana: Lutero lo usò nel 1520 per il suo appello "Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca sull'emendamento della cristianità".

Comunque papa Silvestro I  per i suoi "meriti" fu "elevato agli onori degli altari" e col tempo è diventato tra i santi più noti, perché nella "notte di San Silvestro" si festeggia il Capodanno.

Per la verità la notte di San Silvestro è quella tra il 30 ed il 31 dicembre e non quella tra il 31 e l'1 gennaio.

Tradizionalmente nelle chiese  la sera di San Silvestro nei primi vespri per la solennità di Maria SS. Madre di Dio (che viene commemorata l'1 gennaio)  per ringraziare il Signore dell'anno appena trascorso viene recitato il "Te Deum laudamus", = "Dio ti lodiamo".
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Gennaio 2020, 00:16:57 AM
1 Gennaio

Il nome del primo mese dell'anno deriva dal dio Giano, in latino Ianus. Era invocato con numerosi epiteti, per esempio "Ianus bifrons" (Giano bifronte), divinità bicefala, con doppia faccia. Era collegato al simbolismo della porta e del passaggio ma anche allo spazio e al tempo, infatti  le due facce contrapposte guardano in due differenti direzioni spaziali e in due diverse direzioni temporali, una al passato (il viso da anziano) e l'altra al futuro (il viso giovanile).


(https://1.bp.blogspot.com/-ORcewLSeAkc/WGVcrO4qLaI/AAAAAAAAd2k/zCvLQkjhQgA7Wt7tRWT97IK2k_Qw7y_NwCLcB/s1600/capodanno11.jpg)

Giano era pure considerato divinità solare, come tale aveva il controllo delle "Porte del Cielo" (Januae caelestis aulae) collegate  sia al ciclo giornaliero  sia al ciclo annuale del sole.
Nel primo caso  le "porte del cielo" venivano aperte all'alba (Oriente) e chiuse al tramonto (Occidente) dal Sole che vi transitava col suo carro splendente.
Nel secondo caso le "porte"  sono quelle solstiziali (solstizio d'inverno e d'estate),  attraverso le quali il Sole inizia i suoi percorsi annuali, discendente e ascendente.
propria della seconda metà dell'anno (Gemelli/Sagittario): la forza dell'estate e
Giano e il Capodanno

Il poeta e letterato Publio Ovidio Nasone nel suo lavoro incompiuto, "Fasti" (che dedicò al  condottiero romano  Germanico, figlio di Druso, conquistatore della Germania) chiede a Giano di propiziare l'anno nuovo con le seguenti parole: "Germanico, ecco Giano l'anno t'annunzia felice, / Giano che nei miei carmi per primo compare. / Giano bifronte, che l'anno cominci scorrente / silenzioso, solo tra i numi vedi dietro. / Ai duci sii propizio, che danno con l'opera loro / alla fertile terra pace serena e al mare; / il popolo proteggi, proteggi il senato di Roma / e i candidi templi dischiudi col tuo cenno"(Ovidio, Fasti, libro I, vv. 63-70).

In epoca romana l'1 gennaio  c'era l'usanza tra amici e parenti di scambiarsi dei doni: medaglioni e lucerne di terracotta con raffigurazioni del dio Janus, ma anche miele, datteri, focacce dolci, fichi secchi, ramoscelli d'alloro.  In quel giorno a Roma venivano insediati  i nuovi consoli. La cerimonia era caratterizzata da due processioni parallele, che convergevano nella "Via Sacra", poi dal foro magnus (il primo e il più grande dei 6 fori nell'area) il corteo saliva sul colle capitolino per assistere al sacrificio di animali in onore degli dei Veiovis, Giunone e Giano.

Ancora Ovidio, in occasione delle celebrazioni d'inizio anno, interroga Giano sul significato dell'usanza di mangiare  cibi dolci: "Che cosa voglion dire i datteri e i fichi rugosi / e il puro miele offerto dentro candido vaso? / Si fa per buon augurio disse (Giano) perché nelle cose / passi il sapore; e l'anno, qual cominciò, sia dolce. / (Ovidio): Comprendo il perché dei dolci: ma spiegami la ragione del dono in monete, / affinché nulla della tua festa mi sfugga. /(Giano) Rise e disse: Oh quanto ti inganni sui tuoi tempi, / se pensi che ricever miele sia più gradito che ricever monete! / Già, regnando Saturno, ben pochi io vedevo a cui non stesse a cuore la / dolcezza del guadagno; col tempo crebbe l'avidità del possedere, e ora / è arrivata a tal punto che più non potrebbe aumentare" (Ovidio, Fasti, Libro I, vv. 185-196).

(https://3.bp.blogspot.com/-t9sPOBJaCnU/WGVbSQlJTdI/AAAAAAAAd2Y/qBpmSjiXmO8VZdkyryeVI7qYEJ3zyOSogCLcB/s1600/capodanno2.jpg)

Nel simbolismo cristiano la porta  evoca le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo;" (10, 9).
Nell'Antico Testamento l'immagine della porta  rivela il passaggio verso il cielo (Gen 28,17), per arrivare alla presenza  di Dio, in ebraico Shekinah.  
Nelle litanie lauretane la Vergine Maria è invocata come "Ianua Coeli" (porta del cielo).

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Gennaio 2020, 00:23:46 AM
1 Gennaio /2

Secondo la tradizione, il  primo calendario  di epoca romana fu istituito nel 753 a. C. da Romolo, fondatore di Roma, ma nel tempo ebbe diverse modifiche.   
Numa Pompilio, considerato  il secondo dei "sette re di Roma", nel 713 a. C. modificò il calendario romuleo aggiungendo i mesi di gennaio e febbraio ai dieci preesistenti. Complessivamente aggiunse 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo. Gennaio era il mese successivo al solstizio d'inverno ma l'anno cominciava l'1 marzo.

Il calendario di Numa Pompilio venne parzialmente riformato, e nel 46 a. C.  Gaio Giulio Cesare nel suo ruolo  di pontifex maximus lo promulgò.  Eliminò il mese "mercedonio",  stabilì la durata dell'anno in 365 giorni e introdusse l'anno bisestile. 

La riforma del "calendario giuliano" (dal nome di Giulio Cesare) fu completata durante l'impero di Cesare Ottaviano Augusto. Il mese "Quintilis" fu ridenominato "Iulius (luglio) nel 44 a. C. in onore di Giulio Cesare; il "Sextilis" fu chiamato "Augustus" nell'8 a. C. in onore di Augusto, che in quel mese divenne per la prima volta console e in precedenza aveva ottenuto vittorie in guerra. 

Un calendario della tarda epoca repubblicana evidenzia che l'anno iniziava l'1 gennaio già  prima della riforma introdotta dal  calendario giuliano. 

Alcuni studiosi affermano che nel 153 a. C. Quinto Fulvio Nobiliore, eletto console nel mese di dicembre, doveva  urgentemente domare la rivolta dei Celtiberi, in Spagna.  Perciò chiese al senato di poter assumere subito l'incarico (era il primo gennaio ?)  senza aspettare la scadenza del mandato del predecessore,  alle idi del mese di marzo.
Il senato approvò la sua richiesta, ma da quella volta l'eccezione divenne la regola e i consoli riuscirono ad ottenere di poter svolgere le loro funzioni in concomitanza con la nomina.

All'epoca gli anni venivano indicati con i  nomi dei consoli, e ogni console che assumeva l'incarico determinava l'inizio dell'anno.

Il calendario giuliano rimase in vigore per molti secoli. Fu sostituito nel  1582 dal calendario gregoriano, dal nome del papa Gregorio XIII, che lo promulgò il 4 ottobre 1582 con la bolla papale "Inter gravissimas".
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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 01 Gennaio 2020, 00:34:44 AM
1 Gennaio /3

Il primo gennaio la Chiesa cattolica celebra la "Solennità della Madre di Dio". La ricorrenza liturgica è connessa con il titolo mariano di Theotòkos (= colei che genera Dio), dogma mariano stabilito nel Concilio ecumenico di Efeso il 22 giugno del 431. L'11 ottobre dello stesso anno, durante l'assemblea conciliare, venne definita la verità di fede della "divina maternità di Maria".

In alcuni  antichi antifonari delle Messe c'è l'attestazione che nell'VIII secolo  l'1 gennaio  era dedicato al "Natale Sancta Mariae", in riferimento alla sua divina maternità. Ma questa ricorrenza religiosa ebbe delle traversie.

Nell'XI secolo fu sostituita nel primo giorno dell'anno dalla celebrazione della  "circoncisione di Gesù", avvenuta, otto giorni dopo la nascita, secondo la prescrizione della legge mosaica.

Il rinnovamento della liturgia cattolica di rito latino, avviato dal Concilio Vaticano II e concluso da Paolo VI e Giovanni Paolo II, indusse ad eliminare dal calendario liturgico la memoria della circoncisione di Gesù, sostituendola dall'1 gennaio 1970 con la celebrazione di "Maria Santissima Madre di Dio": "festum Sanctae Dei genitrix Mariae in octava Domini".

Il mistero della divina Maternità di Maria viene celebrato l'1 gennaio perché è il giorno conclusivo dell'Ottava di Natale, ma il rito ambrosiano continua nello stesso giorno a ricordare la circoncisione di Gesù, mentre Maria Madre di Dio viene commemorata nella VI domenica di avvento con l'appellativo di "Divina Maternità della Beata Vergine Maria".

La  circoncisione (in ebraico brit milà)  è un rituale di passaggio che permette al bambino di far parte del popolo di Israele, come è scritto nella Genesi (17, 9 – 14).

L'evangelista Luca narra che "Quando furon passati gli otto giorni (dalla nascita) previsti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre". (2, 21) Il rito ebraico vuole che il nome venga assegnato al neonato nel corso della cerimonia della circoncisione,  alla quale partecipano parenti ed amici. 

Che fine fece il prepuzio di Gesù ? Incredibile domanda  sul "santo prepuzio". La religiosità o "pietà" popolare  gli attribuì eventi miracolosi o rivelazioni, come accadde a santa Brigida di Svezia, alla quale apparve la madre di Dio per rivelarle che portava il prepuzio sempre con sé come se fosse un gioiello. Le rivelò anche che prima della sua Assunzione in cielo consegnò il cimelio all'apostolo ed evangelista Giovanni.

Caterina da Siena in alcune sue  estasi sosteneva di portarlo al dito come anello di fidanzamento mistico con Cristo.

L'austriaca Agnes Blannbekin immaginò di ingerirlo, come un'ostia consacrata.

Nel medioevo di "santi prepuzi"  di Gesù se ne contarono fino a 18, sparsi in varie città d'Europa. Uno fu donato da Carlo Magno al papa Leone III, che lo fece custodire assieme ad altre reliquie nel "Sancta sanctorum" della basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma.

Nel 1421, mentre sua moglie Caterina di Valois era incinta, Enrico V d'Inghilterra ordinò al villaggio francese di Coulombs  di consegnargli il Santo prepuzio, in base a una credenza locale che attribuiva alla reliquia il potere di rendere feconde le donne sterili e di rendere agevole il parto alle donne incinte. Enrico credette a tal punto di aver goduto di benefici dalla reliquia da mostrarsi riluttante a restituirlo dopo la nascita del figlio, il futuro  Enrico VI d'Inghilterra.

In "Baudolino", libro di  Umberto Eco, il protagonista inventa di aver visto il Santo prepuzio e il Santo ombelico a Roma, presso la corte di Federico Barbarossa.

Nel 1900, la Chiesa vietò a chiunque di scrivere o parlare del "Santo Prepuzio", pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Forse capì, con molto ritardo, di aver  sbagliato nella commemorazione di un rito ebraico che non gli apparteneva e suscettibile di curiosità sull'organo genitale maschile. Comunque quel divieto non fu determinante, Infatti, come detto, nel calendario liturgico del rito ambrosiano quella pratica chirurgica viene commemorata.

L'1 gennaio  la Chiesa cattolica oltre alla divina maternità di Maria celebra la "Giornata mondiale della pace", istituita da papa Paolo VI nel 1968 per invitare i fedeli a dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace.

Anche l'Onu dal 30 novembre 1981 celebra la "Giornata internazionale della pace. Dal 2001 la data è fissata al 21 settembre.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Gennaio 2020, 15:50:50 PM
I Magi
Nel giorno dedicato alla festività religiosa dell'Epifania si collocano nel presepe le tre statuine dei Magi: questo sostantivo plurale deriva dal greco "Magoi"  (al singolare "màgos", =magio), dal persiano antico  "magush"titolo riferito ai sacerdoti del culto zoroastriano nell'impero persiano. Tale religione fu fondata dal profeta e mistico iranico Zarathustra (o Zoroastro) nato nel 630 a.C.. 

Anche Zoroastro elaborò il mito del salvatore che sarebbe apparso alla fine dei tempi per restaurare il regno di Mazda.
Nello "Zend Avesta", il libro sacro dello zoroastrismo, codificato nel VII sec. a C., si descrive un Messia-Salvatore (Saoshyant), definito "Re e figlio di Dio" che nasce da una Vergine (Vispataurva) e viene purificato (= battezzato) nelle acque di un lago (Kansava); risorge dopo il martirio per giudicare "i vivi e i morti" nel Giudizio finale (Avesta, yasht 19). Questa profezia fu fatta propria dalla comunità ebraica degli Esseni, incaricati di scrutare il cielo per cercare i segni che annunciavano la nascita del successore di Aronne, il "Maestro di Giustizia".

Per lo storico Erodoto (484 a. C. – circa 430 a. C.) i magoi erano astronomi sacerdoti di Zoroastro.
Nell'Antico Testamento, in più parti, si accenna a loro: per esempio, in alcuni Salmi, nel Libro di Geremia (39,3 e 39,13); nel Libro di Daniele  vengono citati più volte i magoi babilonesi (1, 20; 2, 2-10; 4, 6).

Nel Nuovo Testamento l'unico Vangelo canonico che cita i Magi è quello di Matteo, ma non dice quanti erano,  non rivela i loro nomi, né da dove provenivano: "Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 'Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo'. All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: 'A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta (Michea, VIII sec. a. C.):
E tu, Betlemme, terra di Giuda, 
non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: 
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele'
(5, 1 – 3).
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: 'Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo'.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono ( prosekynēsan).  Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese" (Mt 2, 1 – 12).

Numerosi biblisti contemporanei considerano questo racconto di Matteo una "costruzione" letteraria pensata  a scopo didattico-pedagogico.


(http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/wp-content/uploads/2016/01/Giotto_-_Scrovegni_-_-18-_-_Adoration_of_the_Magi.jpg)

Giotto: "Adorazione dei Magi", Cappella degli Scrovegni, Padova.
 
Segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 02 Gennaio 2020, 16:13:11 PM
I Magi /2
L'evangelista Matteo non  dice quanti erano i Magi né i loro nomi, però ci fa sapere che essi offrirono a Gesù tre doni (oro, incenso e mirra) perciò vennero immaginati in tre.  Il testo non specifica neanche l'intervallo di tempo trascorso tra la nascita di Gesù e l'arrivo a Betlemme dei Magi.

Dal Vangelo di Luca  sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme 40 giorni, cioè sino alla  presentazione  di Gesù al Tempio di Gerusalemme, poi tornarono a Nazaret.  Non si sa se la visita dei Magi sia avvenuta prima o dopo questo avvenimento.

Alcuni studiosi per armonizzare gli eventi raccontati dai Vangeli di Matteo e Luca: la visita dei Magi e la successiva "fuga in Egitto" della "santa famiglia",  ipotizzano la partenza di questa dopo la presentazione del neonato al Tempio.

Per quanto riguarda la "stella" (non un meteorite o una cometa),  dal punto di vista astronomico non può aver guidato i Magi, precedendoli, da Gerusalemme a Betlemme (le due località distano circa 10 km)  per poi fermarsi sul luogo di nascita di Gesù.
Ci sono perplessità anche per le modalità del colloquio dei Magi con il re Erode, persona astuta, che invece di far seguire segretamente da alcuni suoi informatori i Magi, chiede a questi di ritornare per informarlo sul luogo dov'è il neonato Gesù. Non si capisce neanche perché "tutta Gerusalemme" era in apprensione ed aveva  timore di questa nascita.

Ovviamente quella di Matteo (o chi per lui) non è la cronaca dell'inesistente episodio;  il racconto dell'evangelista ha un fine didascalico, dà un insegnamento, tramite la "novella teologica" dei Magi a Betlemme. In quel tempo nelle letterature religiose c'erano storie simili.

Il biblista  Mauro Pesce nel libro titolato "Inchiesta su Gesù" (scritto in collaborazione con il giornalista Corrado Augias)  evidenzia che "tutto lascia pensare che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i Magi erano 'gentili', cioè pagani; eppure, secondo Matteo, seppero dell'arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme'.
E' evidente lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (poi 72) si predice che al Messia sarebbe stato donato 'oro d'Arabia' e che "'i re degli Arabi e di Saba' (= Yemen) gli avrebbero offerto tributi".

Per argomentare sulla famiglia di Nazaret Matteo ricorre ad alcune profezie veterotestamentarie interpretandole per il suo scopo. Secondo questo evangelista il profeta Isaia predisse la venuta dei Magi per adorare il neonato Messia e identificò perfino i doni che essi avrebbero offerto: "Sorgi, splendi, o Gerusalemme: perchè è giunta la tua luce, e la gloria del Signore è sorta su di te... E le genti cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore che sorgerà da te.... Una moltitudine di cammelli ti coprirà, i dromedari di Madian ed Efa. Tutti quelli di Saba verranno, portando oro e incenso e dando lode al Signore" (Isaia 60,1-6).

Questa profezia  sarebbe "sostenuta" da un passo del Salmo (72, 10): "I re di Tarsis e delle isole offriranno regali: i re degli Arabi e di Saba porteranno doni" (Salmo 72,10).
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 03 Gennaio 2020, 07:48:01 AM
I nomi dei Magi

Il vangelo di Matteo   è l'unica fonte cristiana canonica  che descrive l'episodio dei Magi. Questi, quando arrivarono a Gerusalemme,  andarono ad omaggiare Erode, il re della Giudea, e gli  chiesero dove fosse 'il re che era nato', in quanto avevano 'visto sorgere la sua stella'.
Il sovrano disse loro di non conoscere la profezia di Michea (5, 1) e chiese informazioni agli scribi di corte sul luogo  di nascita del Messia: a Betlemme gli fu risposto.  Il monarca riferì ai Magi e li inviò in quel luogo esortandoli a trovare il bambino e poi  di riferire a lui i particolari dell'incontro  con il neonato Gesù, "affinché  anche lui potesse adorarlo" (Mt 2, 1 – 8).  

Guidati dalla stella,  i Magi  arrivarono a  Betlemme e si recarono nel luogo dove era nato Gesù, prostrandosi in adorazione e offrendogli in dono  oro, incenso e mirra. Poi avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, partirono per tornare nella loro patria.

Altri riferimenti ai Magi sono in alcuni vangeli apocrifi:  Protovangelo di Giacomo, Vangelo dello Pseudo Matteo, Vangelo arabo dell'infanzia (detto anche "Vangelo siriaco dell'infanzia"), Vangelo armeno dell'infanzia. Quest'ultimo, di data incerta ma medievale, amplia gli eventi  narrati negli altri vangeli dell'infanzia e li integra con leggende della tradizione armena. Ci sono anche i nomi dei tre Magi:  [XI, 1] "Ma tre giorni dopo, il 23 e di Tebeth, cioè il 9 gennaio, ecco che i Magi d'oriente, i quali erano partiti dal loro paese mettendosi in marcia con un folto seguito, arrivarono nella città di Gerusalemme dopo nove mesi. Questi re dei Magi erano tre fratelli: il primo era Melkon, re dei Persiani, il secondo Gaspar, re degli Indi, e il terzo Balthasar, re degli Arabi. I comandanti del loro corteggio, investiti della suprema autorità, erano dodici. I drappelli di cavalleria che li accompagnavano comprendevano 12.000 uomini: 4000 per ciascun regno. Tutti venivano per ordine di Dio dalla terra dei Magi dalle regioni d'oriente, loro patria.
[XI, 2] Melkon, il primo re, aveva mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e i libri scritti sigillati dalle mani di Dio. Il secondo, il re degli Indi, Gaspar, aveva come doni in onore del bambino del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamono, dell'incenso e altri profumi. Il terzo, il re degli Arabi, Balthasar, aveva oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini".

segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 03 Gennaio 2020, 08:22:37 AM
I nomi dei Magi  /2
Nel manoscritto in lingua latina denominato "Excerpta Latina Barbari Scaligeri" , del 600 circa, sono citati i nomi dei tre Magi:  "Magi autem vocabantur Bithisarea Melichior Gathaspa".

Gaspare:  questo nome d'origine persiana significa "stimabile maestro";
Melchiorre:  dal nome ebraico Melki'or, significa "Dio è luce";
Baldassarre: nome d'origine assira, significa 'Dio protegge la sua vita'.

L' Excerpta Latina Barbari  Scaligeri è la traduzione di una cronaca greca, redatta da un cristiano di Alessandria d'Egitto tra la fine del V secolo e l'inizio del VI secolo, come variante della "Chronica Alexandrina".

La traduzione in lingua latina fu realizzata nel 750 circa da un anonimo autore merovingio (perciò"barbaro"), che non conosceva bene le lingue greca e latina e commise numerosi errori: irregolarità nei nomi propri e modifiche alla cronaca originale.

Il francese Joseph Justus Scaliger (1540 – 1601), da cui il nome "Excerpta Latina Barbari Scaligeri",  per primo denominò la cronaca "Barbarus Scaligeri" . Successivamente divenne "Excerpta Latina Barbari" a causa dell' errata traduzione.

Non si sa se c'erano i nomi dei Magi nella versione in lingua greca oppure furono aggiunti dal copista/traduttore del manoscritto.

(http://3.bp.blogspot.com/-DnIF5rWC30M/VIx3K_dw1NI/AAAAAAABHak/p0kL9wzDdhk/s1600/10845925_10152374324141735_4162883005690877753_n.jpg)
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 03 Gennaio 2020, 09:17:25 AM
I doni dei Magi

"Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra" (Mt 2, 11).

Con i regali  offerti dai Magi al Bambino, l'evangelista Matteo fa realizzare la profezia di Isaia (vissuto otto secoli prima):  "Uno stuolo di cammelli ti invaderà, /dromedari di Madian e di Efa, / tutti verranno da Saba, portando oro e incenso / e proclamando le glorie del Signore"(Is  60, 6). 

Francesco Scorza Barcellona, storico del cristianesimo e delle Chiese, nel suo saggio "Oro, incenso e mirra. L'interpretazione cristologica dei tre doni e la fede dei Magi", dice che nei tre doni offerti dai Magi a Cristo c'è il riferimento alla sua regalità, alla divinità e alla condizione mortale.

La prima testimonianza dell'interpretazione cristologica dei tre doni è del teologo Ireneo (130 – 202), che dal 177 alla morte fu vescovo di Lione.

Per questo teologo nell'adorazione dei Magi partiti da lontano per  cercare il Cristo seguendo la sua stella, già annunciata da Balaam nell'Antico Testamento (Nm 24, 17), è  evidente  nei tre doni da chi andavano: la mirra a colui che sarebbe morto, l'oro al re di un regno senza fine, l'incenso a quel Dio che proprio allora si faceva conoscere in Giudea, manifestandosi anche a quelli che non lo cercavano.

Questa interpretazione cristologica  dei tre doni ebbe diffusione fra i Padri della Chiesa.

Alcuni storici  del cristianesimo e biblisti cristiani interpretano questo racconto evangelico come un espediente letterario-propagandistico. "Matteo" (o chi per lui)  lo scrisse quando la nuova religione cristiana si stava diffondendo fuori dalla Palestina per dimostrare che Cristo è il Salvatore annunciato dalle profezie per Ebrei e non Ebrei.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Gennaio 2020, 00:09:51 AM
I Magi non erano re

L'evangelista Matteo scrisse che  i Magi "giunsero da Oriente" ma non che erano re.

Ad affermare per primo la "quasi regalità" del Magi fu il filosofo e apologeta cristiano Tertulliano (155 – 230 circa) nel IX capitolo del suo libro titolato "Adversus Judaeos" (Contro i Giudei): "I re di Arabia e Saba gli offriranno doni. Giacché l'Oriente considerò i Magi come dei re..." ("Magos reges fere habuit Oriens")(9, 12)."Come dei re", ma non re.

"Adversus Iudaeos" è un  polemico saggio dottrinale contro gli Ebrei scritto prima dell'anno 207.

Alcuni studiosi pensano che Tertulliano riprese da Giustino l'indicazione dell'Arabia come provenienza dei Magi.

Ancora Tertulliano, nel 208 circa  nella confutazione delle tesi dell'eretico Marcione ("Adversus Marcionem") scrisse nel terzo libro: "Circa quel dono di oro, anche David dice: 'Gli sarà dato dell'oro dell'Arabia', e ancora: 'i re di Arabia e di Saba gli offriranno dei doni. Giacché l'Oriente di solito considerava i Magi come dei re'." (13, 8. Come si vede Tertulliano ripete la frase già usata in precedenza nella confutazione contro i Giudei.

Perché Tertulliano disse che i Magi erano come dei re ? Considerò profezia messianica un versetto nel salmo 71 (72, 10):
"I re di Tarsis e delle isole portino tributi;
i re di Saba e di Seba offrirano doni.
Tutti i re si prostrino a lui, 
lo servano tutte le genti".

Alcuni studiosi identificano Tarsis con l'attuale Tartessos, in Spagna; Saba, con l'antico regno di Saba, attuale Yemen;  Seba con l'Arabia. 

Tertulliano ebbe presente  il libro del profeta Isaia:

"Cammineranno i popoli alla tua luce, / i re allo splendore del tuo sorgere".( Is 60, 3)
(...)
"Uno stuolo di cammelli ti invaderà, / dromedari di Madian e di Efa, /
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso / e proclamando le glorie del Signore". (Is 60, 6); 


e il Salmo 68 (ex 67) :"Per il tuo tempio, in Gerusalemme, a te i re porteranno doni" (v. 30), questo versetto allude  al "regno dei cieli" e alla Gerusalemme celeste;


Il primo ad affermare che i Magi erano re fu il vescovo di Arles, Cesario (470 – 543)  nel sermone numero 136 (nell'appendice dei sermoni di Sant'Agostino): "illi Magi tres reges esse dicuntur".
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 04 Gennaio 2020, 00:20:36 AM
Quanti erano i Magi ?

L'evangelista Matteo non lo dice.

A Roma, in alcune  raffigurazioni  paleocristiane nelle catacombe il numero dei Magi è variabile: sono 4 nell'affresco parietale nella catacomba di Domitilla; 2 nella catacomba dedicata ai santi Pietro e Marcellino.  Le Chiese orientali ne contarono fino a dodici, come gli apostoli.

Lo storico del Medioevo Franco Cardini nel suo libro titolato " I Re Magi. Leggenda cristiana e mito pagano tra Oriente e Occidente", nella pagina 46 ha scritto: "Per quanto le fonti iconiche abbiano continuato per molto tempo a fornire un numero di magi variabile, dovette presto affermarsi però la tradizione del tre: non solo perché tre erano i tipi di dono da essi recati secondo Matteo, ma anche perché il tre era cardine della numerologia cristiana".

Fu il teologo Origene di Alessandria (d'Egitto), vissuto dal 185 al 254, ad affermare per primo  che i Magi erano tre, nella 14/esima  omelia sulla Genesi: [...] "Possunt quidem isti tres, qui pacem requirunt a verbo Dei et praevenire cupiunt pato societatem eius, figuram tenere magorum, qui ex Orientis partibus veniunt eruditi paternis libris et institutione maiorum et dicunt quia videntes vidimus natum regem, et vidimus quia Deus est cum ipso, et venimus adorare eum".

(= "Questi tre
(non i Magi,  ma  altri tre personaggi) che chiedono pace al verbo di Dio e desiderano anticipare con un patto il rapporto di amicizia con lui, possono raffigurare i Magi, i quali vengono dalle regioni d'Oriente istruiti dai libri dei loro padri e dagli insegnamenti degli antichi, e dicono: 'Abbiamo visto chiaramente che è nato il re, abbiamo visto che Dio è con lui e siamo venuti ad adorarlo' ".

I tre citati  in questa proposizione da Origene e che chiedono pace, fanno riferimento a tre individui ostili o ambigui nei confronti del patriarca Isacco (figlio di Abramo e Sara), col quale poi fanno un patto di pace (vedi Genesi 26 – 31): "Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui, insieme con Acuzzat, suo amico, e Picol, capo del suo esercito. Isacco disse loro: 'Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?'. Gli risposero: 'Abbiamo visto che il Signore è con te e abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di noi, tra noi e te, e concludiamo un'alleanza con te: tu non ci farai alcun male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo benedetto dal Signore'. Allora imbandì loro un convito e mangiarono e bevvero.  Alzatisi di buon mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò e partirono da lui in pace".
Origene fa una comparazione simbolica fra i tre Magi e la triade Abimelec, Accuzat e Phicol.

Nel V secolo  il pontefice Leone I, detto Leone Magno (390 circa – 461), scrisse otto sermoni dedicati all'Epifania.  Nel sermone 37 egli scrisse: "Quando lo splendore della nuova stella condusse i tre magi ad adorare Gesù,..." (37, 1), basandosi sui tre doni che essi offrirono al neonato Gesù.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 05 Gennaio 2020, 00:09:59 AM
Magi nell'arte

Seguire le "orme" dei Magi diventa uno straordinario cammino nella storia dell'arte occidentale.

Sono tanti gli artisti che nei secoli hanno raffigurato i Magi in pittura, scultura e mosaico, ad iniziare dagli affreschi delle catacombe, eseguiti da autori rimasti anonimi.

Le più antiche raffigurazioni dei Magi indicati nel Vangelo di Matteo sono nelle catacombe cristiane, come per esempio in quella di Priscilla a Roma, nella quale c'è la "Cappella Greca", così chiamata perché ci sono alcune iscrizioni in lingua greca dipinte nel cubicolo principale.  E' un'aula allungata  con volta a botte, tre absidi sul fondo e banconi in muratura lungo il perimetro per far sedere gli ospiti durante il rituale eucaristico cristiano in ricordo dei defunti. Sull'arcosolio  che divide in due la sala ci sono affreschi della seconda metà del II secolo. Uno di questi raffigura l'adorazione dei Magi. I tre hanno vestiti con colori diversi e vanno verso  la Madre con il Bambino.

(http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/wp-content/uploads/2016/12/2-LAdorazione-dei-Magi-nella-catacomba-di-Santa-Priscilla.jpg)

Roma, catacombe di Priscilla: scena che raffigura l'adorazione dei Magi

Nei primi secoli dell'era cristiana gli artisti raffiguravano in modi simili la scena dell'adorazione dei Magi: questi camminano con le braccia protese e nelle mani nanno i vassoi o cofanetti contenenti i  doni per il neonato Gesù. 

Il loro abbigliamento è quasi sempre uguale: berretto frigio (cappello conico con la punta piegata in avanti), la clamide (mantello corto usato per cavalcare), il chitone (tunica), gli anaxyris: i  pantaloni tipici dei popoli orientali, in latino si chiamavano "braccae", da cui il termine "brache" ancora usato.

Un bellissimo esempio è nella raffigurazione musiva dell'Adorazione dei Magi in Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna.

 (http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/wp-content/uploads/2016/01/Foto-principale-Adorazione-dei-Magi-Ravenna-SantApollinare-Nuovo-700x456.jpg)

Questo mosaico ebbe due diverse committenze.

Maria in trono con il Bambino, appartiene alla prima fase del mosaico, nel VI secolo, all'epoca del re ostrogoto Teodorico (454 – 526), patrizio d'Italia dal 493 al 526, anno della sua morte. In quel tempo nella basilica veniva celebrato il culto ariano che non riconosceva la divinità del Cristo.

Invece la scena dei tre magi, fu aggiunta nel IX secolo, ed ebbe come committente il vescovo  di Ravenna, Andrea Agnello (800 – 850 circa).  

I Magi, guidati da una stella a otto punte,  offrono i loro doni al Cristo bambino. Indossano abiti orientali diversamente colorati e ricamati. Sulla testa  come copricapo hanno il berretto frigio; indossano la clamide, il chitone e gli anaxyris come pantaloni.
Sorreggono con le mani  i contenitori  con i doni  (oro, incenso e mirra) per Gesù bambino.

Il mosaico originale teodericiano  forse raffigurava un corteo di dignitari ariani che in seguito al rescritto di Giustiniano del 561 venne condannato alla cosiddetta damnatio memoriae e quindi sostituito nel IX secolo dal corteo delle sante precedute dai Re Magi mentre vanno Maria e Gesù.

Questa basilica fu fatta costruire nel 505 dal re ostrogoto Teodorico come chiesa palatina  di culto ariano, titolata a "Domini Nostri Jesu Christi".

Nel 540, durante la guerra gotica, Ravenna fu conquistata dai bizantini e l'imperatore romano d'Oriente, Giustiniano, trasferì alla Chiesa cattolica i beni immobili degli ariani. Le chiese furono adibite al culto cattolico.  La basilica ex teodoriciana venne riconsacrata a  San Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario di ogni eresia. Nel IX secolo ebbe l'attuale denominazione.

Nell'ambito della scultura sono numerosi gli antichi reperti marmorei con scene della Natività e dell'adoratio magorum, come questo frammento di sarcofago del IV secolo  con la raffigurazione  dell'arrivo dei Magi per adorare Gesù (Musei Vaticani, Museo Pio cristiano).
 (http://www.gliscritti.it/gallery3/var/resizes/album_040/sarcofagi%20musei%20vaticani%20005.jpg?m=1303148444)

Maria è seduta su un seggio, tiene in braccio il piccolo Gesù . I Magi, guidati dalla stella (è sopra la testa di Maria)  giungono con cammelli (dromedari ? )  portando i loro doni.

La scena dell'Epifania decorava frequentemente i sarcofagi infantili, per l'evidente richiamo alla rappresentazione di Gesù come bambino.

Anche i Vangeli apocrifi riguardanti l'infanzia di Gesù furono la base letteraria per rappresentare la Natività. il "Vangelo dello pseudo-Matteo" (16, 1) afferma che i Magi giunsero a Betlemme due anni dopo la nascita del Bambino. Nel mosaico del V secolo sull'arco trionfale della basilica romana di Santa Maria Maggiore  il piccolo Gesù è raffigurato come un bambino di due anni assiso in trono mentre riceve i doni dai Magi.

Dal X secolo si cominciò a raffigurare i Magi con abiti regali e la corona sul capo per rappresentare l'avverarsi delle antiche profezie bibliche, le quali avevano predetto che il Messia sarebbe stato adorato dai re della Terra.

Nel duomo di Fidenza (prov. di Parma)  i tre "Re Magi"  sono scolpiti in bassorilievo  del XII secolo sul lato frontale della torre campanaria di sinistra.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6b/Duomo_Fidenza_tre_re_magi.jpg/800px-Duomo_Fidenza_tre_re_magi.jpg)

I tre Re Magi, duomo di Fidenza.

Segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 05 Gennaio 2020, 00:19:47 AM
Magi nell'arte /2

Dalla seconda metà del XIV secolo alla prima metà del XV secolo, ci fu la diffusione dello stile "Gotico internazionale", con esso l'ispirazione artistica fu spostata : l'adoratio magorum   divenne  solo un pretesto per  raffigurare fastosi cortei  con i Magi considerati re, non più collegati alla tradizione letteraria e  simbolica.
Ecco quattro esempi:
1)
(http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/wp-content/uploads/2016/01/Gozzoli_magi-570x285.jpg)
Benozzo Gozzoli, "Adorazione dei Magi, affresco  del 1459 nella "Cappella dei Magi" nel Palazzo Medici Riccardi a Firenze.
In questo caso il corteo anziché essere guidato dai Magi è condotto da Lorenzo il Magnifico, seguito da suo padre Piero e suo nonno Cosimo il Vecchio.

La "Cappella dei Magi" era la cappella privata di famiglia dei Medici, di forma quadrangolare.
Nelle tre pareti maggiori è raffigurata la "Cavalcata dei Magi", che fa da pretesto per rappresentare un preciso soggetto politico che diede lustro alla casata dei Medici, cioè il corteo con papa Pio II Piccolomini, e numerose personalità, che arrivò a Firenze nell'aprile del 1458, diretto a Mantova. In tale città il pontefice aveva chiamato principi e autorità ecclesiastiche a partecipare ad un incontro per progettare una crociata in difesa della cristianità contro l'avanzata turca in Europa. Pio II fu preceduto da vari principi italiani che sostarono a Firenze per unirsi al seguito papale.  
 
2)
 
(http://2.bp.blogspot.com/-Xgi1E-ShCt4/UrMkkIWe9eI/AAAAAAAAtmQ/hsMmW_1hp_g/s1600/adorazione+dei+Maggi.jpg)
Gentile da Fabriano, "Adorazione dei Magi",1423, tempera e oro su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze.
E' una pala d'altare, commissionata dal facoltoso cittadino fiorentino Palla Strozzi per la cappella di famiglia nella basilica di Santa Trinita, che Lorenzo Ghiberti stava terminando in quegli anni.
Questo dipinto è considerato capolavoro dell'artista e del Gotico internazionale in Italia. Stile allora dominante, pur essendo già noti gli esperimenti proto rinascimentali  di Masaccio e Brunelleschi.
 
 
3)
 
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d4/Adoration_of_the_Magi_for_the_Spedale_degli_Innocenti.jpg/294px-Adoration_of_the_Magi_for_the_Spedale_degli_Innocenti.jpg)
Domenico Ghirlandaio, "Adorazione dei Magi degli Innocenti", 1485 – 1488, tempera su tavola, Galleria dello Spedale degli Innocenti, Firenze
 
 
/4
 
(https://i.pinimg.com/736x/0f/fc/7d/0ffc7de308973dbcee5aaf59cfbec841--magi-firenze.jpg)

Filippino Lippi, "Adorazione dei Magi",  1496, tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Questo dipinto fu commissionato per sostituire la mai terminata "Adorazione dei Magi" di Leonardo da Vinci, che la cominciò nel 1481 e lasciata in abbozzo perché si trasferì a Milano.
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 06 Gennaio 2020, 00:02:18 AM
6 gennaio: Epifanìa

Epifania (nome completo: "Epifania del Signore") festa cristiana che viene celebrata dodici giorni dopo il Natale, il 6 gennai, per le Chiese che seguono il calendario gregoriano, il 19 gennaio per gli ortodossi che  seguono il calendario giuliano.

Il nome "Epifania" deriva dal latino  "epiphanìa", e questo dal verbo greco "epiphàino" (= "mi rendo manifesto"), dal sostantivo femminile  greco "epiphàneia", che significa  rivelazione, apparizione,  manifestazione della divinità  di Gesù. Questo lemma veniva utilizzato dagli antichi Greci per indicare l'azione o la manifestazione di una divinità mediante segni, visioni, miracoli, ecc..

Gli ortodossi denominano l'Epifania in modo più appropriato, la chiamano "Teofania" (= rivelazione),  dal greco "theophàneia" (="manifestazione della divinità").

L'Epifania evoca il Vangelo di Matteo:  "Ed ecco la stella, che (i Magi) avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra"(2, 9 – 11).

L'Epifania è collegata anche al Salmo 72: "I re di Tarsis e le isole gli pagheranno il tributo, i re di Sceba e di Seba gli offriranno doni; e tutti i re gli si prostreranno dinanzi, tutte le nazioni lo serviranno" (10 – 11). 

Il teologo e apologeta Tito Flavio Clemente, conosciuto come Clemente Alessandrino (nato ad Atene nel 150 circa e morto in Cappadocia nel 215 circa) attesta che le comunità cristiane ad Alessandria d'Egitto celebravano il battesimo e l'epifania di  Gesù Cristo nel quindicesimo giorno del mese di Tybi dell'antico  calendario alessandrino, corrispondente al nostro 6 gennaio.

Dal III secolo le comunità cristiane del Vicino Oriente associarono il termine Epifania ai tre segni rivelatori di Gesù Cristo: l'adorazione dei  Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano e il primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana.  

La pellegrina Egèria, anche nota come Eteria, vissuta negli anni tra la fine del IV secolo e l'inizio del V secolo,   in una lunga lettera, poi denominata "Peregrinatio Aetheriae" o "Itinerarium Aetheriae" (giunta a noi nella sua parte centrale),  racconta le sue tappe nei luoghi santi per la cristianità  dal dicembre dell'anno 383  al giugno del 384, quando fece ritorno  a Costantinopoli.

Egèria narra che nella notte dal 5 al 6 gennaio, il clero e il popolo cristiano di Gerusalemme si recavano in processione a Betlemme, distante circa 10 km,  e si  riunivano in corteo al clero e ai fedeli di Betlemme. Dopo  la fermata nel luogo presunto dell'annuncio dell'angelo ai pastori,  si recavano nella basilica della Natività per una veglia notturna che terminava con la celebrazione dell'Eucarestia. Dopo i fedeli di Gerusalemme tornavano nella loro città.

In Occidente la prima menzione della celebrazione dell'Epifania è nella Gallia. Lo storico Ammiano Marcellino (330 circa – 397 circa) narra che nel 361 a Vienne (Francia meridionale) l'imperatore pagano Flavio Claudio Giuliano, detto "Giuliano l'apostata" dai cristiani, assistette alle cerimonie religiose per l'Epifania, considerata soltanto come "adventus Salvatoris".

Nel IV secolo la celebrazione dell'Epifania si diffuse in Occidente, e fu adottata anche dalla Chiesa di Roma nel V secolo, durante il pontificato di Innocenzo I, dal 401 al 417, anno della sua morte. 

segue
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 06 Gennaio 2020, 00:09:39 AM
6 gennaio: Epifanìa /2

Nei presepi che si allestiscono nelle nostre case  a volte si usa collocare le statuine dei Magi  ad uno degli angoli della scenografia, per poi spostarle un po' in avanti ogni giorno per farli arrivare a "Betlemme" per l'Epifania, guidati nel loro cammino dalla  cosiddetta  stella.

Dal 7 gennaio si smonta il presepio e si tolgono le decorazioni dall'albero di Natale. La festa è finita! Un detto popolare afferma che "con l'Epifania tutte le feste vanno via".

Ma ci sono persone che espongono il loro presepe  fino al 2 febbraio (presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme), il "giorno della Candelora" , perché in questo giorno si benedicono le candele simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il Bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio.

La Candelora chiude il periodo delle celebrazioni natalizie ed apre il cammino verso la Pasqua.

Dall'Epifania alla Befana. Questo nome deriva dalla corruzione lessicale di Epifanìa, col passaggio nel tempo da parte dei parlanti nei lemmi "bifanìa" e "befanìa", "incarnata" in una donna anziana che vola a cavalcioni su una scopa magica nella notte dell'Epifanìa, tra il 5 e il 6 gennaio, mentre sulle spalle sorregge il sacco con i doni  da portare ai bambini "buoni" e il carbone, dolce o vero,  a quelli "cattivi".  

I pargoli di solito  scrivono (scrivevano ?) la letterina con i regali desiderati e la mettono nella lunga calza per farla leggere alla Befana.
Stupore, mistero, un po' di paura: sono le emozioni dei fanciulli in attesa della "vecchia signora". Verrà ?  Lascerà il suo dono nella calza appesa sul camino o vicino la finestra ?

La calza viene collocata nella cappa del camino, perché, si sa, la Befana  riesce a scendere attraverso i comignoli per depositare ciò che reputa giusto. Gli "infanti"  vanno a dormire con fiduciosa attesa e al mattino  successivo corrono in cucina con la speranza di trovare i giocattoli  che vogliono.

Fino  agli anni '60 dello scorso secolo il prestigio della Befana era indiscutibile. Babbo Natale ancora non era diffuso in Italia e c'era l'usanza dell'offerta dei doni soltanto il 6 gennaio.
Poi dagli Stati Uniti arrivò l'uomo paffuto, col viso rubicondo  e col pancione, vestito di rosso e munito di slitta trainata da renne;  con l'aiuto dei mass media si fece largo, e si affermò, riuscendo ad emarginare  la "vecchia signora italiana".  

Molti bambini ormai non credono alla Befana ed è Babbo Natale che ad essi porta i regali, senza i pezzetti di carbone vero oppure dolce, che  i genitori usavano mettere insieme ai regali nella "calza" come monito e funzione pedagogica per le disobbedienze.

La "vecchina che vola sulla scopa" fu  emarginata anche dalle decisioni governative, che in otto anni abolirono e poi ripristinarono la festa civile dell'Epifania. Infatti il 27 dicembre 1985 il Consiglio dei ministri ripristinò con un decreto legge la festività, soppressa dal Parlamento nel marzo del 1977 per diminuire le giornate festive e aumentare i giorni lavorativi.

Ormai Babbo Natale è  pienamente inserito nella "civiltà dei consumi, invece la Befana fa parte della civiltà contadina e patriarcale.  

Comunque nella nostra nazione in occasione di questa festività  ancora si svolgono folcloristici cortei con i magi , sagre, pranzi e doni offerti ai poveri, piccoli e grandi.

A Siviglia, in Spagna, i regali ai bimbi li portano i Magi. La sera della vigilia dell'Epifania i fanciulli girano festosamente per le strade per assistere alla "Cabalcada de los Reyes Magos", un corteo sontuoso di carrozze con figuranti che impersonano i Magi e distribuiscono caramelle durante la sfilata.

Per comprendere perché l'immaginario collettivo abbia creato nel passato un'anziana donna, non bella ed un po' strega, si debbono esaminare in varie parti d'Europa alcune feste popolari, durante le quali veniva segato o bruciato un fantoccio con sembianze di vecchia, la quale  impersona l'arcaica figura di "madre natura" giunta invecchiata alla fine dell'anno. Ma prima di morire offre dei doni: le sementi, da piantare nella terra per germogliare e fiorire in primavera, e riapparire  nella forma di giovane "madre natura".

E il carbone ? Oltre alla funzione pedagogica per i bambini simboleggia il "fuoco celato", pronto a rivivere, acceso dal nuovo Sole primaverile. Si suppone che questa usanza del carbone, diffusa anche in Spagna e in Scozia, provenga dai Celti, e successivamente cristianizzata in chiave morale.

Gli epiteti della Befana:

La "vecchina": evoca l'indulgenza, la bontà verso l'infanzia.

La "vecchiaccia", invece, è la metafora dei doveri e delle punizioni, perciò viene rappresentata come la strega delle favole, brutta e sdentata, avvolta in un mantello nero, le scarpe rotte, un nero cappello conico, che nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio vola sui tetti in sella ad una scopa, tenendola però, al contrario delle streghe, con il manico davanti a sé.  
Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Gennaio 2020, 00:05:43 AM
Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Nella dottrina cristiana con l'espressione  "Santa famiglia" o "Sacra famiglia" s'intende la famiglia di Gesù con i suoi genitori.

(https://www.maranatha.it/Festiv2/natale/12famC-w.jpg)

 La "Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe" viene celebrata nella domenica  tra il Natale e il Capodanno; in assenza della domenica la si festeggia il 30 dicembre, secondo il calendario della forma ordinaria del rito liturgico romano, il più diffuso nella Chiesa cattolica.  Nell'antichità era uno dei tanti riti occidentali. Le maggiori chiese locali, infatti, esprimevano tutte un proprio rito. Il Concilio di Trento stabilì che rimanessero solo quelli che potessero vantare un'antichità di almeno duecento anni, come il rito ambrosiano, che celebra la "santa famiglia"  nella terza o quarta  domenica successiva all'Epifania.

La celebrazione della "Santa famiglia" fu istituita per esaltare la famiglia come istituzione sociale e cardine del vivere cristianamente. 

Nel 1893 il pontefice  Leone XIII  stabilì la festa della Sacra famiglia nella terza domenica dopo l'Epifania.

Nel 1921 il pontefice  Benedetto XV estese a tutta la Chiesa la celebrazione della Santa Famiglia, fissando la ricorrenza alla domenica compresa nell'ottava dell'Epifania.

Nella liturgia il termine "ottava"  viene usato in due diversi significati: celebrazione della festa protratta per otto giorni consecutivi, compreso il giorno della festa, oppure, indica l'ottavo giorno dopo la festa.

Papa Giovanni XXIII  fece collocare questa festa alla prima domenica dopo l'Epifania. 

Dopo il Concilio Vaticano II ci fu un ulteriore spostamento alla commemorazione.

Il tema iconografico della Santa Famiglia è stato nei secoli oggetto di raffigurazioni artistiche, in particolare nella pittura e scultura.


(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/08/Raffael_017.jpg/300px-Raffael_017.jpg)
Raffaello Sanzio:"Sacra Famiglia con palma"(con riferimento all'albero che si vede sul fondale); 1506 circa. In origine questo  dipinto ad olio  era su tavola, successivamente fu trasferito su tela, conservata nella National Gallery of Scotland, ad Edimburgo.

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Gennaio 2020, 00:09:44 AM
Santa Famiglia: ritorno a Nazaret o fuga in Egitto ?

Credere all'evangelista Luca o a Matteo ?

Luca ci informa che Giuseppe, Maria ed il bambino  dopo i precetti nel Tempio di Gerusalemme, 40 giorni dopo la nascita di Gesù, "fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret" (Lc 2, 39), si presume nella quotidianità della vita normale dopo lo straordinario evento della nascita  del Figlio di Dio.

Essi andarono nel Tempio per la  "purificazione"  di Maria e la "presentazione" del figlio  maschio primogenito, come da precetto della cosiddetta "legge mosaica".

Nel "Libro del Levitico" è stabilito che la donna che ha partorito  un maschio, nel quarantesimo giorno dalla nascita del figlio deve recarsi nel Tempio offrire come sacrificio di purificazione  un agnello ed un colombo oppure una tortora. Se è povera può sacrificare due tortore o due colombi.

"L'Eterno parlò ancora a Mosè,
dicendo: 'Parla così ai figli d'Israele:
Quando una donna sarà rimasta
incinta e partorirà un maschio, sarà
impura sette giorni; sarà impura come
nel tempo de' suoi corsi mensuali.
L'ottavo giorno si circonciderà la
carne del prepuzio del bambino.
 Poi, ella resterà ancora trentatre
giorni a purificarsi del suo sangue; non
toccherà alcuna cosa santa, e non
entrerà nel santuario finché non siano
compiuti i giorni della sua
purificazione.
Ma, se partorisce una bambina, sarà
impura due settimane come al tempo
de' suoi corsi mensuali; e resterà
sessantasei giorni a purificarsi del suo
sangue".
(Lv 12, 1 – 5)

Questa  parashah (sezione) della Torah afferma che  la donna è impura per sette giorni dopo il parto e in quei giorni non può avvicinarsi alle cose sacre. All'ottavo giorno il figlio maschio deve essere circonciso.
Il periodo di impurità della donna che ha partorito prosegue per altri 33  giorni se il figlio  è maschio (in totale 40 giorni) se invece è femmina dura  il doppio, 66 giorni, in totale 80 giorni. 


Il concetto ebraico di purità-impurità non è collegato in questo caso con lo sporco o con il peccato, ma lo si dee intendere come non adatto al sacro.

L'evangelista Luca dice che  Maria offrì il sacrificio dei poveri (Lc 2, 24), anche se non aveva bisogno di essere purificata a seguito del parto di Gesù voluto da Dio,  ma ella obbedì alla legge mosaica,  aderì al rito per dimostrare la sua obbedienza ai precetti religiosi ebraici.


Dopo il rituale  per la sua "purificazione" Maria presentò Gesù davanti al tabernacolo per "offrirlo"  a  JHWH,  perché  ogni maschio  primogenito appartiene al Signore  (Lc 2, 23; Nm 18, 15 -16; Es 13, 2; Es 13, 12 s. 15) ", ma può essere "riscattato"  tornando in proprietà dei genitori offrendo 5 sicli al sacerdote.

Luca non dice  se Gesù fu riscattato con il pagamento dell'offerta. Si desume che il neonato fu consacrato a Dio.

Per questo evangelista l'evento ha un significato teologico. Infatti per la purificazione della puerpera e l'offerta del primogenito non era necessario andare al Tempio di Gerusalemme: questi atti potevano essere effettuati in tutta la Palestina da qualsiasi sacerdote.

Dopo questo atto cultuale seguì l'incontro della santa famiglia con gli anziani profeti Simeone ed Anna, che vedevano in Gesù il Messia atteso. Simeone lo reputò anche  "luce per illuminare le genti" (Lc  2, 32) . Questa frase simbolica dette origine in Occidente alla celebrazione della "presentazione  di Gesù al Tempio", fissata dalla Chiesa cattolica  al 2 febbraio, 40 giorni dalla nascita di Gesù.

La conclusione dell'episodio con il rientro a Nazaret appare in contrasto con il  vangelo di Matteo che pone il trasferimento a Nazaret al ritorno dalla  fuga in Egitto. Secondo alcuni studiosi l'intento di Luca non sarebbe quello di indicare un preciso riferimento temporale del viaggio a Nazaret, ma di comunicare che Maria e Giuseppe erano ebrei osservanti ed eseguirono le prescritte pratiche religiose, che Gesù, Messia atteso, era stato inserito nella legge di Mosé  e che la sua vita futura si sarebbe svolta a Nazaret.
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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Gennaio 2020, 00:14:50 AM
Santa Famiglia: ritorno a Nazaret o fuga in Egitto ? /2

L'evangelista Matteo narra che  "Essi (i Magi) erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: 'Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode  sta cercando il bambino per ucciderlo'.
Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
'Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio'".
(Mt 2, 13 – 15)

Il profeta cui fa riferimento Matteo è Osea:
"Quando Israele era fanciullo,
io l'ho amato
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi."
(11, 1 – 2).


Il versetto evoca l'esodo degli Ebrei dall'Egitto. Il popolo di Israele è chiamato da Dio "mio figlio", come nel "Libro dell'Esodo" (4, 22 – 23), e la fuga della Santa Famiglia in Egitto è considerata da Matteo come "nuovo esodo".

Osea (VIII sec. a.C.) racconta la storia di Israele, come una storia d'amore tra Dio ed il suo popolo.
Joseph Ratzinger nel suo libro "L'infanzia di Gesù" dice che l'attenzione premurosa di Dio verso Israele non viene descritta da Osea come amore sponsale, ma come amore dei genitori per la propria prole, perciò Israele è definito "figlio".

Secondo l'evangelista Matteo il profeta Osea  si riferiva a Gesù Cristo e non al popolo di Israele, Egli è il vero Figlio e non Israele. E' lui che Dio ama e chiama in Egitto, tramite il padre Giuseppe, che agisce secondo gli ordini che nuovamente riceve in sogno da un angelo.

L'evento raccontato da Matteo sarebbe la sua versione cristiana dell'"haggadah" di Mosé, la sua vicenda infantile. I dotti avevano predetto al faraone  che sarebbe nato da stirpe ebrea un bambino (Mosé) che da adulto avrebbe distrutto il dominio degli Egizi e reso potenti gli Israeliti. Allora il faraone avrebbe ordinato di buttare nel fiume ed uccidere tutti i  neonati maschi ebrei subito dopo la nascita. Al padre di Mosé, però, sarebbe apparso Dio in sogno e avrebbe promesso di salvare il bambino.

Ovviamente le analogie non bastano per far apparire il racconto matteiano come variante cristiana dell'haggadah di Mosé.


Nell'esegesi dei testi sacri ebraico-cristiani bisogna aver presente due aspetti, quello storico e quello teologico. L'evangelista Matteo  dà l'interpretazione teologica e non storica della "fuga" in Egitto della "Sacra Famiglia" e della cosiddetta "strage degli innocenti"mai avvenuta.  Infatti la narrazione della nascita di Cristo, il Messia, è modellata su quella della nascita di Mosé; la stella che guida i Magi ( i sapienti) è l'astro regale citato in Giacobbe (Numeri 24, 17); i Magi che offrono i loro doni al Bambino Gesù, venerato come "re dei Giudei", richiamano alla mente sia gli oracoli messianici citati nel salmo 72 sia il pellegrinaggio dei popoli verso Gerusalemme: "tutti costoro verranno da Saba portando oro ed incenso (Is. 60, 49, 23).
Il "furore persecutore" di Erode evoca quello del faraone egiziano che "ordinò" l'uccisione di tutti i bambini ebrei, ma il piccolo Mosé fu salvato.


Il racconto sarebbe servito  a Matteo per spiegare la nascita di Gesù a Betlemme e il successivo ritorno a Nazaret per ispirazione divina. Inoltre avrebbe avuto la funzione teologica di dimostrare agli Ebrei, a cui il vangelo matteiano era diretto, che Gesù era il nuovo Mosé e che in lui si era avverata la profezia di Osea.

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Gennaio 2020, 00:17:51 AM
Ritorno dall'Egitto della Santa Famiglia e dimora a Nàzaret

Dal Vangelo di Matteo: "Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: 'Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nel paese d'Israele, perchè sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino'.  Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre ed entrò nel paese d'Israele.
Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi.
Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perche si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: 'Sarà chiamato Nazareno'"
(2, 19-23) .


(https://www.bibleplaces.com/wp-content/uploads/2015/07/Nazareth-aerial-from-northeast-tbs121290011-bibleplaces.jpg)
Veduta di Nazaret

L'episodio della fuga in Egitto e del ritorno in Palestina della "santa famiglia"  è citato soltanto dall'evangelista Matteo, che non dice nulla  riguardo  ai mesi o  gli  anni  da loro trascorsi in Egitto: cosa fecero ? Dove vissero ?  Quanto tempo vi rimasero ?  Per saperlo bisogna consultare alcuni vangeli apocrifi, con notizie inverosimili e miracolose. Sicuramente ebbero subito bisogno di una casa e di un lavoro per Giuseppe.


Questo racconto di Matteo non è storico ma teologico ed evoca il biblico "Libro dell'esodo"  nella parte dove dice  che "Il Signore disse a Mosè in Madian: 'Và, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!'. Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull'asino e tornò nel paese di Egitto." (Es 4, 19-20).
Secondo la tradizione Mosè da bambino scampò  alla persecuzione voluta dal faraone,  perché venne salvato dalla figlia di quest'ultimo ed educato alla corte egizia, da dove fuggì nell'età adulta dopo aver commesso un omicidio. Uccise un sorvegliante egiziano che stava picchiando un ebreo. Mosé si rifugiò a Madian, dove sposò Zippora, figlia del sacerdote locale, e vi abitò per  40 anni.  

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Titolo: Re:La magia del Natale
Inserito da: doxa il 07 Gennaio 2020, 00:23:13 AM
Commiato

I Magi sono partiti, anche la Santa Famiglia se n'è andata dopo i precetti religiosi nel Tempio di Gerusalemme. Tutti si sono avviati senza dire la loro destinazione. C'è chi dice che Maria, Giuseppe e il bambino Gesù siano tornati a Nazaret, altri, invece, affermano che si siano recati in Egitto.

Che fare ? Lascio la Palestina e torno in Italia per concludere con questo post le mie incursioni nel  topic dedicato al Natale dal nick Isfrael.

Dal cielo odo il coro angelico che dice "Deo gratia. Finalmente è giunto il momento del tuo commiato. Non ne potevamo più dei tuoi noiosi post".

Si, d'accordo, però  in loro c'è qualche notizia storica interessante. Il topic ha avuto un alto indice di gradimento,  finora oltre 1500 contatti, per maggior gloria del forum Logos.

Ho argomentato sul principio della vita terrena di Gesù, ma considero intrigante ed attraente  anche il  suo fine vita.

Il principio e la fine, l'Alfa (Α)  e l'Omega (Ω):  sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Questa coppia di lettere è usata come simbolo cristiano.

Giovanni nel libro dell'Apocalisse: "Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omega, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!" (1, 8. E ribadisce la frase nell'ultimo capitolo: "Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine" (22, 13).