Credo che l'utente Paul ci abbia lasciato. Gli devo le scuse, la morale certo Paul! la morale!
BACK TO THE FUTURE: melanchonia.
i primi 10 post di Paul erano già una sinfonia di senso e giustizia.
Anche lui si è iscritto nel 2016 quindi veniva come me dal forum precedente poi chiuso.
(peccato aver perso i suoi contributi).
La sua consapevolezza del meccanismo dell'industria culturale era già evidente.
Peccato che non l'avesse nominata, così facendo mi ha fatto perdere tempo.
Più che rispondere, si tratterebbe di confermare, dal diritto naturale, a quello della libertà economica, ero e sono d'accordo con tutto, mi mancava proprio la parte della morale. Peccato uomo, il Mondo sa essere crudele, ed è quello che merita chi non studia.
Qui prendo uno spunto filosofico https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/credere-o-non-credere-sono-due-ipotesi-con-uguale-probabilita/msg358/#msg358
"https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/credere-o-non-credere-sono-due-ipotesi-con-uguale-probabilita/msg358/#msg358
"E' vero che coscienza e conoscenza non sono la stessa cosa, per cui quel sentire apparterrebbe alla coscienza.
C'è per chi ha letto "fenomenologia dello spirito" di Hegel un passaggio che Giorgio Gaber riprese in un suo spettacolo che è illuminate:
"La coscienza è come lì'organo sessuale, o da la vita o fa pisciare".
Hegel divide la conoscenza astratta da quella concreta, ponendo il movimento dialettico in cui la coscienza è l'origine che muove la conoscenza che si esplica nel mondo fenomenico fisico, per poi ritornare alla coscienza e diventare concetto nell'autocoscienza..
Pensare che la verità, tipico della scienza, sia la dimostrazione del fenomenico fisico, significa obnulare la coscienza originaria che muove la conoscenza. Ritenere che esista un'oggettività come se le sintassi e semantiche fossero là fuori in sè e per sè, significa prendere cantonate(per dirla in breve).
Il secondo aspetto è il concetto di verità.
Il problema che fu al nocciolo prima nella filosofia e poi nella teologia è che senza uno statuto ontologico dell'Essere tutto diventa opinione e opinabile. Detto in parole povere, o esiste un concetto fermo ed eterno da cui dipartono tutti gli altri concetti a lui relazionati e quindi è un paradigma fondamentale, oppure si passa agli enunciati e assiomi che di volta in volta possono essere modificati mutando le sintassi relazionali di un modello conoscitivo.(che è il modello matematico-geometrico e scientifico di almeno un secolo a questa parte)."
"Perchè l'aspetto sostanziale del Dio,Verità, paradigma logico, è che le stesse relazioni sono forti(ad esempio la morale) ,per cui o la conoscenza ridiventa coscienza nella fermezza, o nessun concetto essendo opinione potrà costruire fermezza nella coscienza e di nuovo la stessa esistenza diventa opinione e i significati perdono senso :questa è infatti la cultura attuale; dove più conoscenza non genera più coscienza , ma frastorno, ridondanza, rumore di fondo ,confusione i che nulla toccano e aggiungono l'inane esistenza."
Paul era una persona speciale, naturalmente all'epoca non avevo ancora chiaro il concetto di morale (come specchio del D-o), desumibile da Platone.
La mia all'epoca era una guerra allo scientismo. Una guerra a risvegliare i cuori alla libertà del pensiero, del pensare.
Non si trattava nemmeno di studiare a fondo, come ormai oggi è ovvio sia diventato un impegno etico.
Una promessa mai fatta in realtà da onorare di fronte agli Dei.
Paul evidentemente aveva quelle conoscenze, forse era troppo pudico per citare le fonti.
Non so, visto l'incubo in cui siamo caduti forse avrebbe potuto essere più esplicativo sulle fonti.
Però forse come me anche lui all'epoca non conosceva ancora quella fonte che si domandava del perchè non vi fosse rivoluzione: questa fonte è la scuola di Francoforte, che parte non da Hegel, non da Kant, non da Platone, ma dal buon Freud.
L'ambiguità umana di cui parlava in https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/quello-che-la-tecnoscienza-puo-fare-rispetto-a-quello-che-possiamo-comprendere/msg457/#msg457 è indagabile.
Il buon Paul in quel intervento memorabile del 12 Aprile 2016 vedeva assai più lontano di me.
Laddove la morale del D-o viene meno, subentra la morale relativista del moderno.
Certo l'attacco ai corpi non sembrava possibile in quei termini di ritorno economico, eppure la sua possibilità era già nelle sue premesse.
E mentre combattevo cercando di capire nel frattempo lo scientismo dell'epoca, oggi mi basta leggere Feynmann: la realtà è la bellezza di un calcolo matematico. Siamo sempre a Platone.
Veramente un peccato! Avremmo subito cercato di capire cosa fosse questa relazione di verità. (ricito" è che le stesse relazioni sono forti(ad esempio la morale) ,per cui o la conoscenza ridiventa coscienza nella fermezza").
Sono d'accordo Paul, mi spiace essermi sintonizzato su un impellenza che non riuscivo a distinguere.
Ma cosa è questa morale? E' qui che secondo me inizia la filosofia.