Tre libri che hanno lasciato un segno , o che vi sono venuti incontro, sul vostro percorso di vita.
Un modo per conoscersi meglio e al contempo un suggerimento di letture estive.
Inizio io.
1. Il deserto dei tartari. Dino Buzzati.
2. Il nome della rosa. Umberto Eco.
3. Gesummorto. Guelfo Civinini.
Non è facile.
Ne propongo tre che mi sono rimasti impressi:
1. Confessioni. S. Agostino (autobiografico mistico)
2. Piedi di cerva sulle alte vette. Hannah Hurnard (Viaggio a Dio attraverso il Cantico)
3. Il canto degli uccelli. Anthony de Mello (frammenti di saggezza)
Sono centinaia i libri che mi "mi sono venuti incontro nelle molte stagioni della mia vita" ed ogni stagione ha avuto i suoi libri. Facendo sicuramente torto ad altri più meritevoli, consigliere a chi non li avesse ancora letti:
1) Così parlò Zarathustra di un noto filosofo per tutte le stagioni.
2) Siddharta di Hermann Hesse
ed un libro meno noto, ma assai attuale:
3) Psicologia di massa del fascismo di Wilhelm Reich (prima che si perdesse dentro le scatole orgoniche).
Molto difficile.. mi vengono in mentre tre libri in particolare che mi hanno poi spinto a leggere l'intera bibliografia degli autori che li hanno scritti, magari trovando dopo anche opere che considero migliori in molti aspetti, ma rimanendo comunque affezionato in maniera speciale verso il primo contatto..
1) Il barone rampante, Calvino
2) Il lupo della steppa, Hesse
3) Le affinità elettive, Goethe
Edit: non ho pensato ad un ordine preciso, non si tratta di una classifica a tre posti, mi sembra uno sforzo vano..
Tre libri sono pochi. Ma starò nei limiti proposti e che mi scusino Scott Fitzgerald e i tanti altri che non potrò inserire. In realtà nella mia biblioteca mentale c'è un unico libro che svetta sopra tutti gli altri ed è memorie di Adriano di M. Yourcenair, un libro che ho amato profondamente e che è stato per me spesso una bussola, una piccola ed innocua Bibbia pagana.
Al secondo posto, ma molto staccato, c'è il nome della rosa, di U. Eco. Se fossimo un paese moderno, il nome della rosa meriterebbe lo stesso spazio a scuola dei promessi sposi.
Al terzo posto, l'uomo senza qualità, di Musil.
Anch'io starò nei limiti angusti dei 3 libri:
1) Iliade e Odissea (Omero)
2) L'insostenibile leggerezza dell'essere (M. Kundera)
3) I versi satanici (S. Rushdie)
In realtà son 4, ma Omero lo considero come 1 libro solo, in rilettura permanente.
Tre libri che hanno avuto un grande impatto (non necessariamente positivo...) su di me:
1) i Dialoghi di Platone
2) le Opere tedesche di Meister Eckhart
3) Perturbamento di Thomas Bernhard
Io direi questi 3
1) "Sapiens" e "Homo deus" di Y.N.Harari
Due letture che mi hanno messo in crisi, dando voce alla parte "atea" che mi abitava e che avevo tenuto repressa per molto tempo
2) "12 rules for life" di J.Peterson
Se le letture di Harari mi avevano messo in crisi, questa di Peterson mi ha aiutato a conciliare la parte "credente" con la parte "atea": un libro pro-religione che si concilia in modo assurdo e convincente con l'evoluzionismo, la storia e, in generale, la scienza.
3) "Uscire dalla paura" di Krishnananda e Amana
Libro molto introspettivo e profondo, per capire se stessi e le proprie ferite. Serve anche a capire gli altri e può essere utile per migliorare le proprie relazioni